Gazzetta n. 254 del 30 ottobre 2000 (vai al sommario)
REGIONE SICILIA
DECRETO ASSESSORIALE 12 ottobre 2000
Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area del centro antico e della circostante area rurale in agro di S. Margherita di Belice.

L'ASSESSORE
ai beni culturali ambientali e della
pubblica istruzione

Visto lo statuto della regione siciliana;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637 recante norme di attuazione dello Statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti;
Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del governo e dell'amministrazione della regione siciliana, approvato con decreto del presidente della regione 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
Vista la legge 8 agosto 1985 n. 431;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'art. 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, approvato con decreto-legge 29 ottobre 1999, n. 490 che ha abrogato la legge 29 ottobre 1939, n. 1497;
Visto il regolamento di esecuzione approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
Visto il D.A. n. 6010 del 10 maggio 1999, con il quale si e' ricostituita per il quadriennio 1999/2003 la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Agrigento;
Esaminato il verbale n. 55 redatto nella seduta del 4 agosto 1999, nel quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Agrigento ha proposto di sottoporre a vincolo paesaggistico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, l'area comprendente il centro antico e la circostante area rurale ricadente nel territorio comunale di S. Margherita di Belice delimitata perimetralmente secondo quanto descritto nel verbale stesso a cui si rimanda e che fa parte integrante del presente decreto;
Accertato che il verbale del 4 agosto 1999 e' stato pubblicato all'albo pretorio del comune di S. Margherita di Belice dal 20 agosto 1999 al 20 novembre 1999 e depositato nella segreteria del comune stesso, per il periodo prescritto dalla legge n. 1497/1939;
Vista l'opposizione avanzata verso la sopra riportata proposta di vincolo paesaggistico dal sindaco del comune di S. Margherita di Belice che con nota 18092 del 18 novembre 1999, pervenuta il 22 novembre 1999 presso gli uffici della soprintendenza di Agrigento, rileva che le soluzioni scelte dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze natuali e panoramiche di Agrigento, pur valide nel contesto, costituiscono, se mantenute un grave nocumento e un notevole disagio alla vita quotidianamente vissuta. Cimitero comunale.
Le aree numeri 1 e 2 ad est del primo nucleo (cimitero monumentale), presentano in modo pressoche' uniforme tombe ad inumazione (a terra) prive di particolari rilevanze, mentre nelle restanti aree 3 e 4, in particolare solo lungo il viale principale, nel suo tratto tra l'ingresso cimiteriale e la chiesetta si ergono cappelle gentilizie di apprezzabile rilievo architettonico.
Pur tuttavia, a fronte di tale pur sintetica rappresentazione dello stato dei luoghi la necessita' di adempiere, in tempi strettissimi, alle operazioni di tumulazione delle salme e alle peculiari e conseguenziali manifatture edili; la non infrequente difficolta' di aree disponibili per le sepolture ed il ricorso ad un'utilizzazione piu' intensiva delle tombe esistenti, ivi comprese quelle ricadenti nel primo nucleo cimiteriale, rende necessaria la sua esclusione dalla delimitazione del vincolo ex lege n. 1497/1939, e dagli obblighi nascenti (art. 7 legge citata: richiesta di autorizzazione ad eseguire i lavori, tempi di pronunciamento della soprintendenza) per evidente incompatibilita' con le esigenze su espresse.
Le stesse aree di rispetto circostanti al primo nucleo del cimitero comunale, per il carico dei divieti delle misure previste dalle vigenti leggi art. 338 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e art. 57 del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285, e per la loro stessa specifica funzione che inibiscono di fatto qualsiasi possibilita' di pregiudizio del mantenimento delle loro caratteristiche peculiari, debbono essere sgravate del proponendo vincolo ex art. 1 legge n. 1497/1939. Per consentire anche le ipotesi di espansione del cimitero comunale, gli ampliamenti del quale comportano inevitabilmente lo spostamento dei limiti delle aree di rispetto. Fra l'altro e' prossima la realizzazione di complessi edili contenenti loculi, che consentono di soddisfare, in alternativa, pressanti richieste di aree per sepolture. Il sopradetto intervento sara' realizzato in prosecuzione dei vecchi prospetti esistenti sul lato meridionale del cimitero monumentale in adiacenza al nuovo impianto cimiteriale.
Le cappelle gentilizie, altro elemento architettonico di particolare interesse, possono essere catalogate puntualmente in apposito elenco e assoggettati alla norma della legge n. 1497/1939. Serbatoio comunale.
Sulla sommita' del colle S. Calogero, a quota 460 s.l.m., che rappresenta il punto piu' elevato di tutto il territorio comunale, nessun altro sito escluso, sorge il serbatoio idrico comunale. In esso confluiscono da varie direzioni e fondi di approvvigionamento (sorgente Garra e acquedotto Montescuro - diretto per gravita' - pozzi Gorghi-Senia - diretto per sollevamento) e sotto diverse competenze amministrative (stesso comune E.A.S.); gli apporti idrici con i quali si coprono le esigenze della comunita'.
E' da questo serbatoio, e solo da questo che, dopo i necessari trattamenti igienico-sanitari dell'acqua, si diparte la rete di distribuzione dell'acqua potabile verso l'intero centro abitato-baraccopoli, nuovo e vecchio centro e, attraverso quest'ultimo anche verso l'edilizia abitativa e non, sparsa nelle zone rurali. Lo stesso secondo serbatoio comunale, lungo la strada "Luni" in prossimita' del colle S. Antonio, anch'esso facente parte del sistema di distribuzione generale, non gode di una propria autonomia di approvvigionamento diretto dalle fonti, risultando rifornito esclusivamente dal serbatoio S. Calogero. Per l'evidente posizione di privilegio del serbatoio S. Calogero, che consente la distribuzione idrica - a caduta per gravita' - con una gestione a costi nulli (energia elettrica), verso l'intero bacino di utenza dell'intero territorio comunale, per la convenienza di non stravolgere l'assetto generale esistente, ormai consolidato e verificato positivamente, appare ovvio come siano di notevole importanza la salvaguardia e il mantenimento di queste funzioni specifiche del luogo e del suo immediato contesto senza l'apposizione del vincolo di cui si tratta. Cio' anche nell'ipotesi di ammodernamento del serbatoio esistente o in alternativa di un nuovo serbatoio per la cui costruzione sarebbe opportuno comunque, e sempre, indicare un'allocazione lievemente discosta verso valle, nella considerazione che la coincidenza dell'ubicazione del serbatoio esistente con il limite della rupe possa essere riconosciuta come pregiudizievole (rottura, frana).
Pertanto, viene auspicato lo stralcio dal progettato provvedimento vincolisto, delle aree sopra specificate;
Viste le controdeduzioni della soprintendenza beni culturali ambientali di Agrigento che, con la nota n. 471 del 4 febbraio 2000, ha rilevato che per quanto riguarda il cimitero comunale, l'area dell'ampliamento moderno e' stata esclusa dalla perimetrazione del vincolo e si precisa che l'obbligo della preventiva autorizzazione all'interno del cimitero monumentale non riguarda certamente le operazioni di tumulazione, bensi' esclusivamente quelle opere che possono introdurre modificazioni all'aspetto esteriore dei beni.
Inoltre, in ragione del fatto che i probabili futuri ampliamenti dell'attuale area cimiteriale possano determinare l'alterazione di quegli esteriori aspetti individuati nella proposta di vincolo di cui al verbale in oggetto, si ritiene irricevibile la richiesta di stralcio.
Infine per quanto riguarda il serbatoio comunale si rileva che la sommita' del colle, su cui sorge l'antico abitato, costituisce elemento di primaria rilevanza per l'identita' dei luoghi, a parere della commissione non si pone alcuna incompatibilita' tra l'esigenza funzionale del serbatoio comunale posto sulla sommita' del colle S. Calogero e l'imposizione del vincolo paesaggistico.
Pertanto, fermo restando la necessita' della verifica della compatibilita' delle eventuali trasformazioni edificatorie con le esigenze della conservazione delle caratteristiche del sito individuate dalla proposta di vincolo, si ritiene irricevibile la richiesta di stralcio;
Ritenuto che le motivazioni riportate nel succitato verbale del 4 agosto 1999 a supporto della proposta di salvaguardia paesaggistica sono sufficienti e congrue e testimoniano di un ambiente singolarissimo che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni e degrado irreversibili;
Considerato quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento di potere accogliere nella loro globalita' le motivazioni, espresse in maniera sufficiente e congrua dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Agrigento nel verbale della seduta del 4 agosto 1999 e correttamente approfondite nella planimetria allegata al verbale stesso, documenti ai quali si rimanda e che formano parte integrante del presente decreto;
Ritenuto pertanto, che, nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, per il cospicuo carattere di bellezza naturale rivestita dai luoghi che suggeriscono l'opportunita' di sottoporre a vincolo paesaggistico l'area del centro antico e la circostante area rurale ricadenti nel territorio comunale di S. Margherita di Belice, in conformita' alla proposta verbalizzata dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Agrigento nella seduta del 4 agosto 1999;
Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta soltanto l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente soprintendenza beni culturali ambientali, per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare l'aspetto esteriore della zona stessa;
Decreta:
Art. 1.
Per le motivazioni espresse in premessa, l'area del centro antico e la circostante area rurale in agro di S. Margherita di Belice descritta nel verbale n. 55 del 4 agosto 1999 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Agrigento, delimitata nella planimetria allegata, che insieme al verbale forma parte integrante del presente decreto, e' dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 139, lettere c) e d), del testo unico approvato con decreto-legge 29 ottobre 1999, n. 490, che ha abrogato la legge 29 giugno 1939, n. 1497, e dell'art. 9 del regolamento di esecuzione, approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357.
 
Art. 2.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della regione siciliana, unitamente alla copia del verbale redatto nella seduta del 4 agosto 1999 dalla competente commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Agrigento ed alla planimetria, di cui sopra e' cenno ai sensi degli articoli 142, comma 1, del testo unico n. 490/1999 e 12 del regio decreto n. 1357/1940.
Una copia della Gazzetta Ufficiale della regione siciliana contenente il presente decreto, sara' trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della competente soprintendenza, al comune di S. Margherita di Belice, perche' venga affissa per tre mesi naturali e consecutivi all'albo pretorio del comune stesso.
Altra copia della predetta Gazzetta, assieme alle planimetrie della zona vincolata, sara' contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di S. Margherita di Belice, ove gli interessati potranno prenderne visione.
La soprintendenza competente comunichera' a questo assessorato la data dell'effettiva affissione del numero della Gazzetta Ufficiale sopra citata all'albo del comune di S. Margherita di Belice.
 
Art. 3.
Avverso il presente decreto e' ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al tribunale amministrativo regionale entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della regione Sicilia, nonche' ricorso straordinario al presidente della regione entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della regione siciliana.
Palermo, 12 ottobre 2000
L'assessore: Granata
 
Allegato COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI E
PANORAMICHE DI AGRIGENTO

Verbale n. 55.
L'anno millenovecentonovantanove, alle ore 10,30 del giorno 4 del mese di agosto, facendo seguito alla determinazione effettuata nel corso della precedente seduta, in S. Margherita di Belice, si e' riunita la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panorantiche, per l'effettuazione di un sopralluogo presso l'area dell'antico centro abitato.
Sono presenti, il presidente, dott.ssa Graziella Fiorentini, i componenti, architetto Domenico Fontana e Sig. Angelo Napoli, il segretario, architetto Agostino Marrella.
Essendo presenti tutti i membri della commissione, constatata la regolarita' della riunione, si apre la discussione sulla proposta di vincolo dell'area summenzionata, la cui istruttoria con relativi sopralluoghi era stata avviata da precedenti commissioni (verbali n. 1 del 17 settembre 1987, n. 4 del 9 luglio 1988, n. 5 del 19 luglio 1988, n. 6 del 20 maggio 1989, n. 25 del 24 febbraio 1992 e n. 26 del 14 marzo 1992) e la cui emanazione era stata richiesta dal sindaco di Santa Margherita di Belice il 19 maggio 1998 con nota n. 283.
E' inoltre presente, invitato dal presidente, l'architetto Pietro Meli, nella qualita' di direttore della sezione ai beni paesistici, naturali, naturalistici e urbanistici della soprintendenza di Agrigento.
I convenuti dalla piazza Matteotti, delimitata dal palazzo Cuto'-Filangeri e dalla Palazzata, muniti di tutta la documentazione agli atti, si recano dapprima lungo la via del collegio e successivamente, risalendo la via del Calvario, sulla parte sommitale dell'antico centro abitato, ormai in completo abbandono, prendendo visione dell'area a settentrione occupata dall'ottocentesco giardino pubblico o "Belvedere", nonche' del vasto panorama godibile da quel sito. In seguito, dopo l'effettuazione della visita lungo il viale interno del giardino sino al tempietto ottocentesco, si percorre la sottostante strada provinciale S. Margherita - Sambuca da cui e' possibile apprezzare le caratteristiche dell'area limitrofa all'antico abitato, sino a risalire lungo le strade comunali "Dannato" e "Tre fontane". Infine, i convenuti, dopo aver sostato presso il cimitero monumentale percorrendone il viale interno, si spostano a visitare le aree di confine tra il centro antico con le aree interessate da lottizzazioni recenti e oggetto di riedificazione dopo il terremoto, giungendo di nuovo presso la piazza Matteotti.
Ritenendo di aver raccolto sufficienti informazioni, sia dalla visita odierna che da quanto relazionato dal direttore della sezione ai beni paesistici, naturalistici e urbanistici circa le caratteristiche essenziali del territorio in esame, preso visione della documentazione agli atti, la commissione, riunitasi presso la sala del municipio messa cortesemente a disposizione dal sindaco, propone la seguente motivazione di vincolo.
Il colle su cui sorgeva l'antico abitato di S. Margherita di Belice si colloca al centro della cresta che a settentrione delimita il vastissimo altipiano dei feudi di Cannitello, Gulfotta, Gipponeri e S. Margherita, dal quale prese il nome la citta'.
Le pendici meridionali del colle del Calvario accolsero nel sec. XVI il quartiere di S. Vito edificato da Antonio Corbera, mentre a settentrione, al di sotto della cresta rocciosa a picco che si affaccia sulla suggestiva vallata del Belice, nei primi anni dell'800 fu costruito da Alessandro Filangeri il "Belvedere", attuale villa comunale. Quest'ultimo sito e' caratterizzato da una folta vegetazione, tra la quale spiccano degli imponenti pini e querce secolari, e da ampi resti di macchia mediterranea.
All'estremita' orientale del viale che attraversa la villa, su un masso proteso sulla valle, fu edificato alla fine dell'800 il cafe' house, un tempietto a pianta circolare dal quale la vista spazia fino a Sambuca e Monte Genuardo, il vecchio abitato di Gibellina, Poggioreale e Salaparuta.
Altri elementi di pregio all'interno della villa comunale sono alcune statue allegoriche, sempre del secolo scorso.
Tutti questi elementi, dal costone roccioso al tempietto agli alberi secolari, a loro volta, si pongono all'attenzione di chi percorre lo scorrimento veloce Sciacca-Palermo e la strada statale S. Margherita-Sambuca a nord del sito, oppure le strade del nuovo centro, a sud, ed indicano e individuano in modo inequivocabile i luoghi sottolineandone le pregevolissime peculiarita', sia quelle naturali che quelle caratterizzate e determinate dall'intervento dell'uomo. Il versante opposto, quello meridionale, sul quale sorgono i quartieri di S. Vito e di S. Calogero, degrada con una pendenza notevole fino alla piazza Matteotti, in cui e' posta la settecentesca palazzata che separava i suddetti quartieri dal complesso palazzo Cuto'-chiesa Madre e dal parco che li circonda.
I due quartieri di S. Vito e S. Calogero con la piazza Matteotti, il palazzo baronale e il parco sono i soli elementi superstiti dell'antica citta'. S. Vito, il quartiere occidentale dell'altura del calvario risale al sec. XVI e costitui', il primo nucleo dell'abitato. Esso conserva un impianto urbano caratterizzato da ampi isolati delimitati da una maglia ampia con gli assi disposti nel senso della maggiore pendenza ed ortogonalmente ad essa. Gli isolati sono a loro volta organizzati in cortili attorno ai quali si affacciavano le abitazioni unifamiliari. Tale organizzazione, nonostante i guasti subiti dal sisma e dai crolli successivi, e' ancora perfettamente leggibile: il cortile, spazio semipubblico privilegiato delle relazioni sociali, costituisce la caratteristica preminente dei due quartieri e ne esprime la radice culturale.
Percorrendo le strade del vecchio quartiere e' ancora possibile cogliere le stratificazioni e i segni impressi al territorio e la memoria e i valori di una tradizione e di una cultura che si rischia di cancellare per sempre. I resti monumentali delle chiese che sorgevano lungo la via del Collegio, l'imponente ed austero palazzo Scaminaci lungo la medesima strada, i cosidetti "casalini", costruzioni di origine secentesca, i cortili con i loro selciati e i loro pozzi, le cordonate, gli archi attraverso i quali si accede ai cortili, la lunga palazzata che racchiude e delimita a sud il quartiere di S. Vito e lo separa dalla monumentale facciata del palazzo Cuto' e dal suo magnifico parco, costituiscono momenti diversi della medesima realta' che si concretizzava nella vecchia S. Margherita. Monumenti di diverso valore e di diversa suggestione nei confronti di chi percorre quei luoghi, ma tutti egualmente testimoni della storia compiuta di quel paese. E considerato che costituiscono gli ultimi elementi superstiti di quella citta', ancor maggiormente risulta la loro suggestione derivante dall'intrinseco e diverso valore dei vari elementi che quel paesaggio compongono: dal Belvedere con i suoi elementi naturali, quali gli alberi secolari, e artistici, quali il tempietto circolare e le statue che lo ornano, e dal quale si gode della visione della ampia vallata del Belice e dei paesi che la circondano; dal costone roccioso che sovrasta il Belvedere e si presenta ricco di vegetazione spontanea e che si pone come baluardo della citta' attaccata sul colle del Calvario; dai quartieri di S. Vito e S. Calogero con le loro caratteristiche costruzioni e i loro cortili, espressione di una forma di aggregazione sia urbanistica che sociale e culturale, e con gli elementi architettonici di grande pregio costituiti dai residui monumentali dei palazzi e delle chiese, dalla palazzata settecentesca che si pone a limite dei quartieri suddetti e li proietta verso Il centro rappresentativo costituito dalla piazza principale su cui sorge il palazzo baronale; dal palazzo Cuto'-Filangeri con la magnificenza del suo parco che conserva essenze esotiche di gran pregio quali altissime araucarie, querce secolari e iucche lussureggianti; ai resti imponenti della chiesa madre con la fittissima e richissima decorazione. Tutto cio' concorre a rendere i siti descritti un "unicuum" nel quale interessi e valori diversi si amalgamano perfettamente: il paesaggio del costone, la villa comunale, il parco del palazzo Cuto', i resti monumentali dello stesso palazzo e della matrice, la Palazzata, gli stessi ruderi della via Collegio ed infine le rovine dei quartieri di S. Vito e di S. Calogero. L'unico elemento di palese dissonanza e' costituito dalla presenza di una struttura in cemento armato a piu' piani, emergente su tutto il contesto urbano, interferendo brutalmente con la visione unitaria dell'intero quartiere di S. Vito ed in particolar modo con la prospettiva frontale della "Palazzata".
Per i quartieri di S. Vito e S. Calogero, la commissione auspica la conservazione di tutti quegli elementi che possono ancora testimoniare la storia e la vita del centro fino al sisma del 1968. Conservazione che puo' essere perseguita in duplice modo: con la conservazione del tessuto viario ancora esistente e dei resti recuperabili all'uso o non di maggiore prego come i casalini, i resti delle chiese e dei palazzi, dei cortili e degli elementi architettonici ancora recuperabili.
Qui sarebbe auspicabile la creazione di un parco urbano nel quale si potrebbe mantenere l'intero tessuto viario e le emergenze edilizie ancora recuperabili, attraverso una sistemazione a raso degli spazi gia' edificati, sgombri dalle macerie e liberati dalle parti non recuperabili e privi d'interesse ambientale.
Anche le caratteristiche morfologiche dei siti contribuiscono a rendere ancora netta la distinzione tra l'area urbana del vecchio centro e la campagna circostante. Il mantenimento di questa pecularieta' viene auspicato dalla commissione in tutta l'area interessata dal vincolo, ma soprattutto nella vallata a nord del cimitero verso l'abitato antico e nella fascia compresa tra il limite meridionale del "Belvedere" e le pendici del colle di S. Vito su cui sorge l'antico abitato. In tali aree e' preminente l'esigenza della conservazione del compatto fronte edificato contrapposto ad un paesaggio rurale ancora poco o niente interessato da edificazione se non da quella minima per l'uso agricolo del suolo o addirittura in corso di spontanea rinaturalizzazione, come nel caso della fascia a monte del "Belvedere".
Perimetro della zona da sottoporre a vincolo nel territorio comunale di S. Margherita Belice.
Iniziando dall'angolo tra la via Umberto I e la via Tito Minniti, si percorre quest'ultima fino alla piazza Matteotti. Si continua verso nord-ovest seguendo il prolungamento del prospetto di Palazzo Cuto' sino all'incrocio con via Liberta'. Da questo punto,verso la Piazza Madonna delle Grazie, si giunge alla strada provinciale n. 44 S. Margherita-Sambuca attraverso la non piu' esistente porta Nuova o Reale. Si percorre la suddetta strada provinciale fino all'incrocio tra la strada vicinale "Isabella" e la strada comunale "Dannato". Si percorre quest'ultima costeggiando i confini del foglio catastale n. 31 verso ovest fino all'incrocio con la strada comunale "Tre fontane". Si segue questa in direzione nord, includendovi l'area del cimitero monumentale, ma escludendone l'ampliamento moderno, lungo il suo perimetro orientale e meridionale, chiaramente distinguibile planimetricamente. Passando oltre il cimitero si raggiunge la via Ugo Foscolo, proseguimento della via Onofrio Abbruzzo sino ad incontrare l'area denominata, nel piano di ricostruzione post-sisma, "comparto n. 48". Si segue il confine superiore di tale area gia' riedificata, proseguendo, verso nord, lungo i confini superiori dei comparti n. 47, n. 46 e n. 45. Si giunge dunque alla via del Calvario, che si scende per un breve tratto sino ad incontrare il limite superiore del comparto n. 44, la cui superficie si lascia interamente all'esterno percorrendone il perimetro sino alla via Onofrio D'Abbruzzo. Si segue questa fino al prolungamento verso est della via Generale Maglioccio, che si segue fino all'incrocio con la via Umberto I. Si percorre quest'ultima fino all'incrocio con la via Tito Minniti, dove si chiude il perimetro della zona da sottoporre a vincolo.
Per i motivi di cui sopra e in considerazione del valore variamente espresso dagli innumerevoli elementi che compongono e caratterizzano i siti, la commissione all'unanimita' indica la localita' come sopra delimitata di notevole interesse pubblico e ne propone il vincolo ai sensi della legge n. 1497/1939 art. 1.
(Omissis).

Il presidente
Fiorentini

Il segretario
Marrella

I componenti
Fontana - Napoli
 
Allegato
----> vedere planimetria a pag. 65 della G.U. <----
 
Gazzetta Ufficiale Serie Generale per iPhone