Gazzetta n. 25 del 31 gennaio 2001 (vai al sommario)
REGIONE SICILIA
DECRETO ASSESSORIALE 9 gennaio 2001
Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area archeologica di Selinunte nel comune di Castelvetrano.

L'ASSESSORE
ai beni culturali ambientali e p.i.

Visto lo statuto della regione siciliana;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637 recante norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio, di antichita' e belle arti;
Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del Governo e dell'amministrazione della regione siciliana, approvato con D.P.Reg. 28 febbraio 1979, n. 70;
Vista la legge regionale 1 agosto 1977, n. 80;
Vista la legge regionale 7 novembre 1980, n. 116;
Visto il testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'art. 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, approvato con decreto-legge 29 ottobre 1999, n. 490, che ha abrogato la legge 29 giugno 1939, n. 1497;
Visto il regolamento di esecuzione approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357;
Visto il decreto amministrativo n. 8611 del 24 dicembre 1994, con il quale e' stata ricostituita per il quadriennio 1995/1999, la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Trapani;
Esaminato il verbale del 5 dicembre 1997, con il quale la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Trapani ha proposto di sottoporre a vincolo paesaggistico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, l'area archeologica di Selinunte e la zona circostante ricadente nel territorio comunale di Castelvetrano, delimitata perimetralmente secondo quanto descritto nel verbale del 5 dicembre 1997, a cui si rimanda e che fa parte integrante del presente decreto;
Accertato che il verbale contenente la suddetta proposta e' stato pubblicato all'albo pretorio del comune di Castelvetrano dal 12 dicembre 1997 al 12 marzo 1998 ed e' stato depositato nella segreteria del comune stesso, per il periodo prescritto dalla legge n. 1497/1939;
Vista l'opposizione alla proposta di vincolo di cui sopra presentata dal sindaco del comune di Castelvetrano nei termini di legge, con la quale lo stesso osserva che la comunicazione formale del deliberato della commissione e' avvenuta dopo la conclusione della procedura di competenza della soprintendenza, che non ha coinvolto in alcun modo il comune di Castelvetrano nell'iniziativa di tutela del suo territorio.
Secondo il comune il rigore dei vincoli, avrebbe richiesto un'analisi piu' ponderata dei fatti e delle situazioni ed una collaborazione fra l'amministrazione comunale e quella regionale, ambedue interessate alla disciplina ed alla tutela del territorio.
Anche se l'ordinamento vigente in materia di protezione delle bellezze naturali, modificato con l'art. 31 del decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 1975, n. 805, non prevede piu' la partecipazione del sindaco come membro di diritto della commissione provinciale rimane pero' l'esigenza che, per gli aspetti urbanistici della tutela, le soprintendenze mantengano relazioni con le amministrazioni comunali.
Nel caso di specie, il comune di Castelvetrano ha adottato di recente il piano regolatore generale, nel quale sono previste soluzioni urbanistiche confrontate con la soprintendenza e da questa ritenute sufficienti per la funzione di tutela auspicata.
Il comune chiede preliminarmente, di non adottare alcuna misura ex art. 5 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15, onde evitare la paralisi di ogni attivita' economica nel territorio oggetto della dichiarazione opposta; si chiede, inoltre, di non approvare la proposta della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Trapani, di cui al verbale del 5 dicembre 1997, in quanto viziata nella procedura e non suffragata da elementi sufficienti che possono giustificare le gravissime limitazioni alle iniziative economiche dei cittadini e dell'amministrazione comunale, la quale ha previsto la realizzazione di importanti opere finalizzate allo sviluppo economico della citta';
Viste le controdeduzioni rese dalla soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Trapani, che con nota protocollo n. 7722 del 10 luglio 1998 ha rilevato che l'opposizione del comune di Castelvetrano va respinta in quanto la disposizione di cui all'art. 31 del decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 1975, n. 805 esclude che della commissione provinciale di cui all'art. 2 della legge n. 1497/1939, e quindi della imposizione del vincolo, debba essere interessato il sindaco. La collaborazione con il comune ricorre invece nella fase di applicazione del vincolo (art. 31, terzo comma, decreto del Presidente della Repubblica n. 805/1975).
In merito al presunto ostacolo apportato dal vincolo in argomento allo sviluppo economico del comune, va evidenziato, al contrario, che gli interessi dei privati sono maggiormente tutelati in presenza del vincolo paesaggistico, il cui unico effetto e' infatti quello dell'introduzione, a carico dei proprietari, possessori o detentori delle aree ad esso assoggettate, dell'onere di richiedere alla competente soprintendenza il nulla osta per la realizzazione di opere che possano modificare il paesaggio. Il che lungi dal determinare il paventato blocco assoluto di ogni attivita' costituisce una civile misura di razionalizzazione strumentale al corretto uso del territorio ed un freno alla realizzazione di opere che possano finire con il deteriorare le valenze paesaggistiche del luogo oggetto di tutela (T.A.R. sez. I sent. n. 1074 del 16 febbraio 2000);
Ritenuto che le motivazioni riportate nel succitato verbale del 5 dicembre 1997 sono sufficienti e congrue rispetto alla proposta di vincolo formulata e testimoniano l'esigenza di proteggere un ambiente singolare, che presenta tutti i requisiti per essere oggetto di una studiata e corretta tutela che impedisca alle bellezze naturali e paesaggistiche della zona in questione di subire alterazioni di degrado irreversibili;
Ritenuto per quanto precede di non dover accogliere l'opposizione di cui anzi, presentata dal comune di Castelvetrano;
Considerato, quindi, nel confermare la proposta di vincolo in argomento di potere accogliere nella loro globalita' le motivazioni, espresse in maniera sufficiente e congrua dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali di Trapani nel verbale del 5 dicembre 1997 e correttamente approfondite nella planimetria ivi allegata, documenti ai quali si rimanda e che formano parte integrante del presente decreto;
Ritenuto pertanto, che, nella specie ricorrono evidenti motivi di pubblico interesse, per il cospicuo carattere di bellezze naturali, storiche e archeologiche che suggeriscono l'opportunita' di sottoporre a vincolo paesaggistico l'area archeologica di Selinunte e la zona circostante in conformita' alla proposta verbalizzata dalla commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Trapani nella seduta del 5 dicembre 1997;
Rilevato che l'apposizione del vincolo comporta l'obbligo per i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, degli immobili ricadenti nella zona vincolata, di presentare alla competente soprintendenza BB.CC.AA., per la preventiva autorizzazione, qualsiasi progetto di opere che possa modificare l'aspetto esteriore della zona stessa;

Decreta:

Art. 1.
Per le motivazioni espresse in premessa, l'area archeologica di Selinunte e la zona circostante, ricadente nel territorio comunale di Castelvetrano descritta nel verbale del 5 dicembre 1997 della commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Trapani e delimitata nella planimetria allegata, che insieme al verbale citato forma parte integrante del presente decreto, e' dichiarata di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell'art. 139, lettera c) e d) del testo unico approvato con decreto-legge 29 ottobre 1999, n. 490, che ha abrogato la legge n. 1497/1939 e dell'art. 9 del relativo regolamento di esecuzione, approvato con regio decreto 3 giugno 1940, n. 1357.
 
Art. 2.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della regione siciliana, unitamente al verbale del 5 dicembre 1997 della competente commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Trapani ed alla planimetria di cui sopra e' cenno ai sensi degli articoli 142, comma 1, del testo unico n. 490/1999 e 12 del regio decreto n. 1357/1940.
Una copia della Gazzetta ufficiale della regione Sicilia contenente il presente decreto, sara' trasmessa entro il termine di mesi uno dalla sua pubblicazione, per il tramite della competente soprintendenza, al comune di Castelvetrano, perche' venga affissa per tre mesi naturali e consecutivi all'albo pretorio del comune stesso.
Altra copia della predetta Gazzetta, assieme alla planimetria della zona vincolata, sara' contemporaneamente depositata presso gli uffici del comune di Castelvetrano ove gli interessati potranno prenderne visione.
La soprintendenza competente comunichera' a questo assessorato la data dell'effettiva affissione del numero della Gazzetta sopra citata all'albo del comune di Castelvetrano.
 
Art. 3.
Avverso il presente decreto e' ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta ufficiale della regione Sicilia, nonche' ricorso straordinario al presidente della regione entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta ufficiale della regione Sicilia.
Palermo, 9 gennaio 2001
L'assessore: Granata
 
----> vedere PLANIMETRIE alle pagg. 63-64 della G.U. <----

REGIONE SICILIANA S
oprintendenza per i beni culturali ed ambientali

COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE
BELLEZZE NATURALI E PANORAMICHE DI TRAPANI

Verbale della seduta del 5 dicembre 1997

L'anno millenovecentonovantasette il giorno 5 del mese di dicembre, alle ore 9,30 nei locali della Soprintendenza per i beni culturali di Trapani si e' riunita la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Trapani, nominata con decreto assessoriale n. 8611 del 24 dicembre 1994, regolarmente convocata con nota prot. n. 418/DR del 22 novembre 1997 per trattare il seguente ordine del giorno:
1) Castelvetrano - Localita' Selinunte; vincolo paesagistico legge n. 1497/1939 dell'area archeologica di Selinunte e delle zone circostanti;
(Omissis).
Sono presenti: la dott.ssa R. Camerata Scovazzo, Soprintendente per i beni culturali ed ambientali di Trapani, in qualita' di presidente della citata commissione; l'arch. Salvatore Caradonna e l'arch. Nicolo' Abita, componenti della commissione medesima. Assiste, disimpegnando le funzioni di segretario, l'arch. Gaspare Bianco, funzionario della Soprintendenza per i Beni Culturali di Trapani designato dal Presidente con nota n. 145/DR del 5 maggio 1997.
Alle ore 10 il presidente, apre la seduta relazionando su quanto precisato nella nota n. 001429 del 10 dicembre 1997, della sezione per i beni archeologici di questa Soprintendenza, ponendo all'attenzione della commissione il problema della tutela paesistica dell'area archeologica di Selinunte e di un'ampia zona situata a Nord di quest'ultima.
Cio' al fine di evitare che questa zona a tutt'oggi relativamente intatta possa subire manomissioni profonde come le zone di Triscina e di Marinella di Selinunte, situate rispettivamente ad ovest e ad est della zona archeologica di Selinunte.
E' noto come la colonia greca di Selinunte venne fondata da Megara Iblea - nel 648 o nel 628 a. C. - sulla costa sud-occidentale della Sicilia, al margine di una pianura eccezionalmente vasta e fertile.
La citta' venne situata su un altopiano calcareo - morfologicamente articolato in due distinti rilievi, la Collina di Manuzza e l'Acropoli --, che termina bruscamente su di un tratto di costa alta a strapiombo sul mare. L'altopiano era delimitato alla base da due corsi d'acqua, il Cottone (ad est) ed il Modione o Selinus (ad ovest) le cui foci, in antico notevolmente arretrate rispetto all'attuale linea di costa, dovevano costituire delle ampie insenature destinate ad ospitare due distinti porti-canale. La presenza dei porti favori' l'espansione dell'insediamento anche sulle colline ad est ed a ovest dell'abitato dove sorsero i complessi di natura sacrale della collina orientale e della Gaggera. Tale posizione geografica determino', dunque, la singolare ricchezza della Selinunte arcaica e classica.
1) L'abitato situato sulla collina di Manuzza e sull'Acropoli venne protetto da una articolata e possente cinta muraria in blocchi isodomi nella quale si sono identificate, in questi ultimi anni, la Porta Settentrionale e quella Orientale, in corrispondenza di assi stradali lastricati. Di particolare interesse la Porta orientale, con ingresso bipartito e protetta da una torre semicircolare il cui impianto risale al VI sec. a.C. che costituisce un unicum nell'ambito delle fortificazioni arcaiche.
L'organico e vasto impianto urbano di eta' arcaica e classica, si presenta come una gigantesca griglia di isolati di forma rettangolare allungata costituiti da edifici talora riccamente decorati e con caratteristiche monumentali e delimitati da strade lastricate, come il grande asse nord/sud.
Al centro del pianoro dell'Acropoli si trovava un ampio spazio sacro con numerosi edifici templari che sono stati denominati con le lettere dell'alfabeto: il tempio O, periptero dorico con sei colonne sulla fronte e quattordici sui lati; il tempio A, virtualmente gemello del precedente, ma piu' piccolo; il cosiddetto Megaron, un sacello stretto e lungo; il tempietto B, prostilo tetrastilo con colonne ioniche e trabeazione dorica; il tempio D, un periptero dorico, con 6 x 13 colonne, forse un Athenaion. Fra tutti gli edifici di culto spicca la mole del tempio O, il cui lato settentrionale e' stato rialzato circa mezzo secolo fa. Si tratta del piu' antico piu' grandioso dei templi dorici dell'Acropoli, con 6 x 17 colonne, forse un Apollonion; la cui costruzione inizio' intorno al 560 a.C. e fu terminata non molto tempo dopo. Di particolare importanza, sul piano architettonico e storico-artistico, la decorazione fittile del tetto recuperata in stato frammentario, il cui capolavoro e' costituito dalla colossale testa di Gorgone esposta al Museo Archeologico A. Salinas di Palermo. Dal tempio C provengono anche le tre metope con Perseo e la Gorgone, Ercole e i Cercopi e il carro con Apollo e Artemide, capolavoro della plastica selinuntina arcaica.
La sistemazione monumentale dell'Acropoli venne arricchita da un grande muro di te'menos e da un portico ad L; negli spazi fra gli edifici di culto si trovano numerosi altari che si segnalano per la grande varieta' delle forme e delle decorazioni.
Sulla collina di Manuzza la complessa disposizione eccentrica degli isolati risparmia una grande area libera di forma trapezoidale trovava l'agora', il centro economico e commerciale della citta'.
Dopo la totale distruzione di Selinunte, avvenuta nel 409 a.C. per mano cartaginese, l'area dell'abitato si contrasse occupando soltanto l'area dell'Acropoli che subi', nel corso dei secc. IV e III a.C., sostanziali modifiche quali l'installazione di un quartire abitativo punico e la realizzazione del poderoso sistema difensivo di Porta Nord che venne in parte costruito con gli elementi architettonici in parte provenienti dagli edifici pubblici della vicina Agora' e in parte dalle case momumentali della citta' classica, ormai abbandonate. Deve, probabilmente, risalire a questo periodo anche il rifacimento del lato occidentale della cinta muraria che venne munito da poderose torri quadrangolari, a tre piani coronate da poderosi merli rivestiti di finissimo stucco di colore bianco.
2) La Collina orientale situata ad est dell'abitato, oltre il fiume Cottone offre una delle immagini piu' belle della grecita' coloniale in quanto che e' caratterizzata dalle splendide rovine dei suoi tre templi dorici crollati in buona parte solo con il terribile terremoto del XVII secolo. Comunemente designati con le lettere dell'alfabeto, E, F, G, i tre edifici di culto sono allineati a poca distanza l'uno dall'altro.
Il piu' meridionale, il tempio E, ripristinato negli anni 60, era racchiuso entro un vero e proprio recinto di themenos, accessibile da un piccolo propileo situato ad ovest. Esso e' visibile oggi nella forma definitiva che assunse fra il 460/50 a.C. - dopo l'incendio del 510 a.C. - e costituisce uno degli esempi piu' significativi dell'apogeo dello stile dorico nella grecita' occidentale sia per quanto riguarda l'architettura che per la ricca decorazione fra cui le celeberrime metope con soggetti mitici conservate nel museo archeologico A. Salinas di Palermo: Atena e Ence'lado, Artemide e Atteone, Apollo e Dafne, Eracle e l'Amazzone e la ierogamia di Zeus.
Il tempio F, datato fra il 550/40 a.C., con 6 x 14 colonne, presenta alcune particolarita' planimetriche quali: una doppia fila di colonne sulla facciata e, soprattutto, la presenza fra le colonne della peristasi di un muro alto m 4,70 che non trova riscontro in alcun altro monumento dell'architettura templare greca. Anche questo tempio ebbe una ricca decorazione figurata, ricordiamo in particolare i resti di due metope con la rappresentazione di una gigantomachia - Atena e un Gigante, Dioniso e un Gigante - stilisticamente inquadrabili ad un momento successivo alla costruzione del tempio, cioe' a dire intorno al 500 a.C.
Il tempio G, il terzo ed il piu' settentrionale dei templi della collina orientale, costituisce il massimo dei santuari selinuntini e tra i piu' grandiosi di tutta la grecita': misura alla base m 113,34 x 54,05 e la sua altezza doveva raggiungere i 30 m. La costruzione dell'edificio inizio' intorno al 530 a.C. e non era ancora terminato al momento della distruzione di Selinunte del 409 a.C., come dimostrano le colonne solo in parte scanalate e le differenze di stile dei capitelli, tra i quali si possono riconoscere esemplari piu' arcaici (con l'echino basso e rigonfio) e, sul lato occidentale, esemplari piu' recenti e piu' evoluti verso le forme del dorico di eta' severa.
3) Oltre la valle del fiume Modione, ad occidente dell'abitato, si trova la collina della Gaggera, orientata in senso N/S, quindi parallela alla citta'. Questa lunga altura extraurbana, dovette avere particolare importanza nell'ambito del sistema Cirbano di Selinunte in quanto che costeggiava uno dei suoi due porti fluviali. L'importanza del complesso portuale e' sottolinata dal fatto che i coloni vi impiantarono, fin dagli inizi del VI sec. a.C., numerosi edifici sacri fra cui il celebre santuario di Demetra Malophoros, con il chiaro intento di riduplicare in questo luogo il santuario non meno celebre, dedicato anch'esso a Demetra Malophoros, situato nel porto della madrepatria, Megara Nisea.
Il santuario della Malophoros e', dunque, situato sul declivio della sabbiosa collina della Gaggera; in vista dell'antico porto fluviale. Un poderoso muro di te'menos recinge un vasto spazio sacro di m. 60 x 50 cui si accedeva mediante un monumentale propileo distilo in antis. L'accesso al santuario era protetto, a sua volta, da un piccolo recinto quasi quadrato, un Ekataion, dedicato alla divinita' lunare e infera mandata da Zeus alla ricerca di Persefone nell'Ade che,secondo la religione eleusina ha anche la funzione di "guardiana". Al fondo dell'area sacra si trova il Megaron della dea. Alcune funzioni sacre del santuario dovevano essere connesse con le acque della vicina sorgente della Gaggera che erano state convogliate all'interno dello spazio racchiuso dal te'menos mediante una canaletta di pietra.
Il Santuario della Malophoros ebbe vita lunghissima, fondato nella prima meta' del VI sec. a.C., continuo ad essere frequentato anche dopo la distruzione di Selinunte, nel corso della fase punica della citta' IV e II; sec. a.C.). Tuttavia il suo periodo di massima fortuna coincide con quello della Selinunte arcaica, come dimostrato dall'enorme quantita' di doni che vi vennero deposti, alcuni dei quali di altissima qualita' artistica (preziose lucerna marmoree decorate e ricercate ceramiche di importazione cui si aggiungono migliaia di terracottine figurate di fabbrica locale).
Sempre sulla collina della Gaggera, nelle immediate adiacenze del Santuario della Malophoros, si trova il piccolo Santuario di Zeus Meili'chios (Zeus dolce come il miele), un culto della somma divinita' infernale, assai diffuso nelle colonie greche d'Occidente. Il santuario e' costituito da una'area sacra di forma quadrata (m 17 di lato) - delimitata da un muro di teme'nos, fortemente rimaneggiato nei secoli successivi alla sua costruzione - al fondo della quale si trova il sacello del Dio.
Sulla collina della Gaggera, oltre ai due santuari della Malophoros e di Zeus Meili'chios, si trova anche un Megaron, scavato in anni recenti, ed il cosiddetto tempio M.
Le rovine di Selinunte costituiscono una testimonianza unica ed eccezionale dell'altissimo livello di civilta' raggiunto dalle colonie greche d'Occidente, in particolare per quanto riguarda:
1) la pianificazione urbana e la topografia generale della citta' il cui impianto, fin dalla sua fondazione (meta' del VII sec. a.C.) venne progettato come una gigantesca griglia di isolati di forma rettangolare allungata;
2) la ricchezza e la monumentalita' dell'abitato di eta' arcaica e classica (VI e V sec. a.C.) scandito da strade lastricate delimitate, ai bordi, da case private costruite con grandi blocchi stuccati, che non trova confronti nelle colonie greche d'occidente;
3) l'eccezionale presenza di numerosissimi edifici sacri che - dai santuari della collina della Gaggera ai templi ed agli altari dell'Acropoli fino al complesso sacro della collina orientale - costituisce un complesso unico ed irripetibile sia del sincretismo cultuale di diverse popolazioni espresso in forme architettoniche diverse; sia dell'evoluzione dell'ordine dorico in ambiente coloniale dalle sue forme piu' arcaiche alle altissime espressioni del cosiddetto "Stile Severo";
4) l'imponente cinta muraria costruita con grandi blocchi isodomi che, oltre a contraddistinguersi per complessita' del sistema difensivo della fortificazione nord - realizzato grazie ad una particolare ed approfondita conoscenza dell'arte poliorcetica -, presenta particolari costruttivi e decorativi fino ad oggi senza confronti nel mondo greco sia della madrepatria che delle colonie d'occidente.
Il valore universale eccezionale del sito e' determinato anche dal paesaggio culturale costituito da un lembo di costa siciliana, ai margini di una fertile pianura, presso la foce di due fiumi che fu scelto dai coloni greci per precisi motivi economici e commerciali. La posizione geografica della colonia ne determino' la fortuna. Negli ultimi secoli il sito abbandonato di Selinunte venne lentamente trasformato in paesaggio agricolo nel quale si coltivavano le vigne e gli ulivi e si costuirono degli edifici rurali sparsi, alcuni dei quali di notevole valore artistico ed etnoantropologico. Oggi, le rovine monumentali di Selinunte spiccano in questo paesaggio la cui parte naturale e' caratterizzata da dune sabbiose e da una fitta macchia mediterranea.
Selinunte fa parte del sistema della colonie greche d'occidente, in generale, e in particolare di quelle di Sicilia. Prima fra tutte, Megara Iblea, da cui venne fondata; e poi, Milazzo, Messina, Naxos, Catania, Lentini, Siracusa, Akrai, Kasmenai, Kamarina, Gela, Agrigento, Heraclea Minoa, Himera; ma si differenzia da queste per la monumentalita', la ricchezza, la complessita' e l'organicita' dei complessi monunumentali inseriti in un paesaggio in parte agricolo e in parte naturale caratterizzato dalla fitta macchia mediterranea.
La zona situata a nord dell'area archeologica di Selinunte costituisce parte integrante della citta' antica, oggi completamente demanializzata. La vasta porzione di territorio compresa fra il confine nord del demanio Beni Culturali e Ambientali (a sud), la SS. 115 (ad est), la strada del Filo (a nord) e la strada provinciale per Triscina, ex via Bresciana, (ad est), costituisce solo una piccola parte del territorio di pertinenza della grande colonia greca di Selinunte.
In tale ambito ricadono i tratti meridionali dei due fiumi, il Cottone ad est ed il Modione ad ovest che furono - come si e' detto - una delle cause determinanti per la scelta del sito da parte dei coloni provenienti da Megara, in quanto che in antico vennero usati come porti-canale.
Fra i due fiumi si trova il rilievo di Manuzza, in parte sede della citta' antica ed in parte sede della necropoli monumentale di Selinunte nota fin dal secolo scorso come la necropoli di Galera Bagliazzo; ad est dell'invaso del Cottone, in contrada Buffa, il sito di un'altra necropoli selinuntina.
Procedendo verso nord il territorio presenta consistenti indizi di interesse archeologico legati sia all'attivita' della citta' antica, sia alla sua progressiva espansione nel territorio alle spalle del centro abitato determinata dallo sfruttamento agricolo-pastorale dei campi.
Sono, infatti, visibili banchi di calcarinite in Contrada Landaro, da cui venivano estratti i basoli per la pavimentazione delle grandi arterie selinuntine; e notevoli concentrazioni di materiali ceramici che denunciano la presenza di fattorie nel territorio secondo uno schema analogo a quello ampiamente documentato nell'entroterra delle colonie greche di Gela o Metaponto.
Il versante ovest del fiume Modione nel tratto perimetrato appare occupato dai resti di alcune necropoli sempre pertinenti alla citta' di Selinunte o a centri satelliti della grande colonia non ancora identificati:
1) ad ovest del Timpone Cotellese fra le Case Lentini e le Case Emanuele;
2) a sud del Baglio d'Inferno.
Ambedue le necropli presentano le caratteristiche monumentali analoghe a quelle della necropoli monumentale di Galera Bagliazzo.
Nella stessa porzione di territorio sono anche visibili i resti archeologici di fattorie romane che vennero costruite per lo sfruttamento agricolo del territorio quasi certamente suddiviso in centurie. Le fattorie sono di dimensioni abbastanza ampie in quanto che alla parte abitativa vera e propria era annessa quella rustica per la lavorazione e la conservazione dei prodotti agricoli.
I resti di una fattoria sono visibili sul versante occidentale del Modione fra le Case Spallino e le Case Lentini; un'altra fu tagliata in antico dalla costruzione della strada del Filo.
Piccoli elementi detrattori non hanno a tutt'oggi costiutito danni irreparabili nel paesaggio del territorio a nord di Selinunte che per il suo valore storico-archeologico e paesaggistico merita di essere conservato inalterato".
Terminata la relazione del presidente, la commissione concorda sui contenuti ed evidenzia gli aspetti ambientali del territorio che si configura quale singolare paesaggio delle emergenze archeologiche.
L'area proposta per il vincolo i configura come un'unita' paesaggistica di grande valore culturale ed ambientale ed e' proprio per la sua complessita' e per la eterogeneita' delle valenze che la compongono che ci si propone di assoggettarla a tutela.
Concorre a definire inoltre il singolare paesaggio godibile dall'acropoli di Selinunte l'orografia del territorio costituito da un sistema collinare degradante verso il mare e dal vallone attraversato dai fiumi Modione e Cottone il tutto costituendo un'unita' visiva di grande pregio estetico.
Oggi questo territorio archeologicamente pluristratificato si presenta come un territorio agricolo caratterizzato da vigneti ed oliveti; disseminato di bagli tipici della zona che, generalmente insistono sulle strutture delle antiche fattorie romane. Di particolare rilievo gli oliveti plurisecolari che producono le ben note olive conosciute come "la nocellara del Belice".
Dal punto di vista degli aspetti architettonici e paesaggistici si puo' segnalare nella zona edifici che tutt'oggi mantengono, sia per l'aspetto tipologico che per la loro composizione architettonica, soprattutto per il "sito" in cui insistono, un notevole interesse ambientale; essi sono rappresentati dai bagli, e da piccoli fabbricati rurali sparsi su tutto il territorio.
La commissione pertanto:
Preso atto di quanto detto dal presidente nella sua relazione introduttiva;
Esaminati gli atti e gli elaborati delle linee guida Piano Territoriale Paesistico nel quale l'area in oggetto ricade nell'ambito n. 2: "area della pianura costiera occidentale";
Viste le norme di attuazione dello stesso P.T.P.;
Esaminata la cartografia e la documentazione fotografica;
Ritenuto che l'insieme dei suddetti elementi paesaggistici ed ambientali, naturali ed antropici, fanno si che il sistema territoriale individuato costituisca un insieme paesaggistico unitario inscindibile di altissimo valore storico archeologico determinato, in particolare, dalle rovine monumentali della citta' antica e dal territorio di sua pertinenza (chora) che in seguito fu sede di ulteriori eventi abitativi, in cui vanno salvaguardati, contemporaneamente, sia gli elementi naturali nel loro essere attuale e nei loro processi genetici e dinamici, sia gli elementi antropici, provvedendo ad un controllo delle attivita' che possono alterare l'immagine della zona;
Considerato che occorre tutelare la percezione visiva del territorio nonche' la forma e l'immagine dell'ambiente in quanto lo stesso configura l'attuale "scena paesistica" dell'attuale area dei templi;
Ritenuto che occorre salvaguardare l'intera area da inopportuni interventi determinati da un indiscriminato e generalizzato sviluppo del territorio che potrebbe essere stravolto da grandi opere pubbliche, da pesanti trasformazioni fondiarie o dal moltiplicarsi di presenze edilizie incompatibili per qualita' e quantita' con l'edilizia rurale che oggi caratterizza la zona;
Ritenuto di grande interesse pubblico la tutela dell'intera zona situata al di fuori dell'area gia' demanializzata al fine di evitare il ripetersi di indiscriminati fenomeni antropici che negli anni passati sono avvenuti nelle zone di Triscina e di Marinella di Selinunte;
Ritenuta l'opportunita' di garantire le migliori condizioni di tutela che valgano ad impedire modificazioni dell'aspetto esteriore del territorio, che comporterebbe l'irreparabile compromissione delle caratteristiche del pregevole paesaggio storico dell'intero sito.
La Commissione, esaminata la documentazione agli atti, dopo un'ampia ed approfondita discussione, dichiara di notevole interesse paesistico, ai sensi dell'art. 1, numeri 3 e 4, della legge 29 giugno 1939, n. 1497, l'area archeologica di Selinunte e la zona circostante ricadente nel territorio di Castelvetrano meglio evidenziata nella planimetria allegata che forma parte integrante del presente verbale e cosi' meglio descritta: il perimetro di vincolo partendo dal bivio fra la strada statale SS. 115 e la strada del Filo prosegue lungo quest'ultima strada fino all'incrocio con la strada provinciale per Triscina (ex via Bresciana) si percorre la stessa in direzione sud fino al mare. Si prosegue in direzione est lungo la costa fino al centro abitato di Marinella. Il perimetro prosegue bordando il confine est del centro abitato fino ad intersecare la SS. 115. Si prosegue lungo la sopradetta SS. 115 fino al bivio con la strada del Filo, punto di inizio del perimetro di vincolo.
Esaurita la trattazione del primo punto all'ordine del giorno vista l'ora tardi la seduta viene sciolta alle ore 13,30.
Il presente verbale, costituito da n. 9 pagine ed una planimetria allegata, viene letto, approvato e sottoscritto.
Il Presidente: Scovazzo Il segretario: Bianco
 
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