Gazzetta n. 201 del 30 agosto 2001 (vai al sommario)
MINISTERO DELL'INTERNO
DECRETO 9 agosto 2001
Rimozione dalla carica di consigliere del comune di Bari.

IL MINISTRO DELL'INTERNO
Visto che i signori Ubaldo Terlizzi ed Enzo Volpicella sono stati eletti consiglieri del comune di Bari nelle consultazioni elettorali del 13 giugno 1999;
Rilevato che a carico dei predetti amministratori emergono pregiudizi che evidenziano una gestione della cosa pubblica svincolata dal rispetto dei fondamentali canoni di legalita';
Constatato che i comportamenti dei citati amministratori si pongono in particolare contrasto con l'esercizio delle funzioni pubbliche cui sono preposti e con le esigenze di decoro, di dignita' e di prestigio delle cariche elettive ricoperte;
Considerato che la permanenza dei predetti nelle citate cariche espone l'attivita' amministrativa ad una potenzialita' di inquinamento ed ingenera allarme nella popolazione, con conseguente grave pericolo di turbativa dell'ordine pubblico;
Ritenuto, pertanto, che ricorrano gli estremi per far luogo alla rimozione degli interessati dalle cariche elettive da ciascuno ricoperte nell'amministrazione comunale di Bari;
Visto l'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la relazione allegata al presente decreto e che ne costituisce parte integrante;
Decreta:
I signori Ubaldo Terlizzi ed Enzo Volpicella sono rimossi dalle cariche di consigliere del comune di Bari.
Roma, 9 agosto 2001
Il Ministro: Scajola
 
Allegato
Al Ministro dell'interno
I signori Ubaldo Terlizzi ed Enzo Volpicella sono stati eletti consiglieri del comune di Bari nelle consultazioni elettorali del 13 giugno 1999.
Dalle risultanze investigative, cui sono pervenute le autorita' competenti in occasione di recenti operazioni di lotta alla criminalita' organizzata, e' emerso il coinvolgimento dei predetti amministratori nonche' di alcuni dipendenti comunali, in attivita' che appalesano una condizione di grave illegalita' che ha permesso il consolidarsi presso alcuni settori del comune di una situazione pregiudizievole per gli interessi della comunita'.
La commissione di accesso, all'uopo nominata, ha evidenziato che l'attivita' amministrativa posta in essere dai due consiglieri si e' caratterizzata per una gestione spregiudicata della cosa pubblica, svincolata dal rispetto delle fondamentali regole giuridiche e finalizzata al perse-guimento di interessi di tipo affaristico; la commissione ha fatto anche luce su un fitto intreccio di rapporti tra i suddetti esponenti politici, l'apparato burocratico e la criminalita' organizzata.
In particolare, le consolidate distorsioni delle procedure amministrative, finalizzate prevalentemente a favorire gli illeciti interessi delle locali consorterie criminali, sono riconducibili all'influenza prevaricante dei due amministratori pubblici, la cui responsabilita' istituzionale avrebbe dovuto ispirare un percorso operativo al servizio della collettivita' locale.
Emblematica, al riguardo, e' la vicenda relativa agli abusi edilizi, in cui e' stata determinante l'attivita' dei suddetti consiglieri, i quali, attraverso consigli e suggerimenti, non proprio in linea con il principio della corretta amministrazione della cosa pubblica, agli interessati e tramite pressioni su alcuni uffici comunali, hanno consentito la realizzazione di un intervento edilizio, nell'inosservanza delle norme del piano regolatore generale che prevedono espressamente la destinazione a verde urbano per la zona oggetto dell'intervento.
Lo spregiudicato e distorto esercizio della carica pubblica emerge ancorpiu' se si tiene conto che i due amministratori hanno agito con la finalita' di agevolare interessi esterni, anche in violazione delle specifiche normative di settore approfittando, altresi', non solo della qualita' di consiglieri, ma anche dall'essere, uno dei due, componente della commissione edilizia.
Comportamenti analoghi, tesi a favorire gli stessi soggetti beneficiati nel settore degli abusi edilizi, sono stati riscontrati anche nell'ambito dell'applicazione della tassa sui rifiuti solidi urbani che, grazie ad interventi mirati, fa riferimento ad una superficie tassabile inferiore a quella reale.
Anche dall'esame degli atti concernenti il settore degli alloggi di edilizia pubblica emerge l'esistenza di una rete di rapporti, per la gestione degli stessi, che risulta essere stata condotta nell'interesse esclusivo di soggetti sul conto dei quali sono in corso accertamenti penali da parte dell'autorita' giudiziaria.
Una palese contraddizione emerge anche in ordine alle istanze di sanatoria delle occupazioni abusive, in quanto ne sono state esaminate in numero esiguo rispetto a quelle in giacenza e quelle evase risultano connotate da una definizione pilotata.
Da quanto sopra emerge inequivocabilmente che i predetti amministratori si sono resi responsabili di gravi e persistenti abusi finalizzati ad agevolare, anche con violazioni di legge, persone appartenenti alle locali cosche mafiose.
Entrambi, facendo leva sull'autorevolezza della carica istituzionale rivestita, si sono serviti in modo spregiudicato dell'apparato burocratico comunale, in cui sono collocati referenti diretti in uffici strategici di settore, per perseguire gli interessi dei protetti, rafforzare il potere personale ed aumentare il consenso dei propri sostenitori.
E', altresi', evidente che la loro attivita' e' stata strumentale al perseguimento degli interessi dei gruppi criminali, nei cui confronti hanno operato per il conseguimento di licenze illegittime, la perpetrazione di abusi edilizi, l'evasione di tributi comunali e l'assegnazione pilotata di alloggi comunali, disarticolando il rapporto istituzionale che lega il pubblico amministratore all'ente ed alla collettivita' locale.
I comportamenti di detti amministratori disconoscono i principi di un accorto e responsabile esercizio delle funzioni pubbliche cui gli stessi sono preposti e, certo, sono di ostacolo allo sviluppo dei percorsi democratici di crescita civile della popolazione, nei confronti della quale occorre dare certezza dei diritti che le vengono riconosciuti dalla legge.
La permanenza, inoltre, dei signori Ubaldo Terlizzi ed Enzo Volpicella nelle cariche di consigliere rischia di compromettere la legalita' e la trasparenza dell'azione amministrativa del comune di Bari, con grave pericolo di turbativa dell'ordine pubblico.
Al fine di sostenere costantemente il processo di tutela degli interessi della collettivita', occorre, pertanto, scongiurare qualsivoglia comportamento che possa ingenerare nella comunita' locale ogni dubbio circa la presenza in seno agli stessi organi elettivi di soggetti che, rappresentando un serio pericolo di inquinamento e condizionamento dell'azione dell'apparato politico-amministrativo comunale, sono incompatibili con le esigenze del decoro, dignita' e prestigio delle cariche istituzionali.
Il prefetto di Bari, pertanto, con relazione del 6 giugno 2001, che qui si intende integralmente richiamata, accertato il configurarsi dell'ipotesi prevista dall'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha formulato proposta per l'adozione del provvedimento di rimozione dei predetti amministratori dalle cariche di consigliere del comune di Bari.
Tutto cio' premesso, si ritiene che sussistano le condizioni per addivenire alle citate rimozioni ricorrendo la fattispecie dei gravi motivi di ordine pubblico disciplinata dall'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Mi pregio, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Illma l'unito schema di decreto con il quale si provvede alla rimozione dei suddetti amministratori dalle cariche ricoperte nel comune di Bari.
Roma, 31 luglio 2001
Il direttore generale: Morcone
 
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