Gazzetta n. 36 del 13 febbraio 2003 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 novembre 2002, n. 313
Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti. (Testo A).

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87, quinto comma, della Costituzione;
Visti gli articoli 14, 16 e 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto l'articolo 7 della legge 8 marzo 1999, n. 50, come modificato dall'articolo 1, comma 6, lettere d) ed e), della legge 24 novembre 2000, n. 340;
Visti gli articoli 20 e 20-bis della legge 15 marzo 1997, n. 59;
Visti i numeri 8 e 55 dell'allegato n. 1 della legge 8 marzo 1999, n. 50;
Visto il decreto legislativo recante il testo unico delle disposizioni legislative in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica recante il testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti;
Acquisito il parere del Garante per la protezione dei dati personali;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 20 maggio 2002;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 20 giugno 2002;
Acquisito il parere delle competenti commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 18 ottobre 2002;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro per la funzione pubblica e del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'interno, con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per l'innovazione e le tecnologie;

EMANA
il seguente decreto:
ART. 1 (L)
(Oggetto)

1. Le norme del presente testo unico disciplinano il casellario giudiziale, il casellario dei carichi pendenti, l'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato, l'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato, i servizi certificativi, le relative procedure. In particolare, disciplinano l'iscrizione, l'eliminazione, la trasmissione e conservazione dei dati, i certificati, le funzioni degli uffici interessati.



Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Note alle premesse:
- L'art. 76 della Costituzione regola la delega al
Governo dell'esercizio della funzione legislativa e
stabilisce che essa non puo' avvenire se non con
determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto
per tempo limitato e per oggetti definiti.
- L'art. 87, comma quinto, della Costituzione
conferisce al Presidente della Repubblica il potere di
promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di
legge e i regolamenti.
- Si riporta il testo degli articoli 14, 16 e 17 della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
"Art. 14 (Decreti legislativi). - 1. I decreti
legislativi adottati dal Governo ai sensi dell'art. 76
della Costituzione sono emanati dal Presidente della
Repubblica con la denominazione di "decreto legislativo" e
con l'indicazione, nel preambolo, della legge di
delegazione, della deliberazione del Consiglio dei Ministri
e degli altri adempimenti del procedimento prescritti dalla
legge di delegazione.
2. L'emanazione del decreto legislativo deve avvenire
entro il termine fissato dalla legge di delegazione; il
testo del decreto legislativo adottato dal Governo e'
trasmesso al Presidente della Repubblica, per la
emanazione, almeno venti giorni prima della scadenza.
3. Se la delega legislativa si riferisce ad una
pluralita' di oggetti distinti suscettibili di separata
disciplina, il Governo puo' esercitarla mediante piu' atti
successivi per uno o piu' degli oggetti predetti. In
relazione al termine finale stabilito dalla legge di
delegazione, il Governo informa periodicamente le Camere
sui criteri che segue nell'organizzazione dell'esercizio
della delega.
4. In ogni caso, qualora il termine previsto per
l'esercizio della delega ecceda i due anni, il Governo e'
tenuto a richiedere il parere delle Camere sugli schemi dei
decreti delegati. Il parere e' espresso dalle Commissioni
permanenti delle due Camere competenti per materia entro
sessanta giorni, indicando specificamente le eventuali
disposizioni non ritenute corrispondenti alle direttive
della legge di delegazione. Il Governo, nei trenta giorni
successivi, esaminato il parere, ritrasmette, con le sue
osservazioni e con eventuali modificazioni, i testi alle
Commissioni per il parere definitivo che deve essere
espresso entro trenta giorni".
"Art. 16 (Atti aventi valore o forza di legge.
Valutazione delle conseguenze finanziarie). - 1. Non sono
soggetti al controllo preventivo di legittimita' della
Corte dei conti i decreti del Presidente della Repubblica,
adottati su deliberazione del Consiglio dei Ministri, ai
sensi degli articoli 76 e 77 della Costituzione.
2. Il Presidente della Corte dei conti, in quanto ne
faccia richiesta la Presidenza di una delle Camere, anche
su iniziativa delle Commissioni parlamentari competenti,
trasmette al Parlamento le valutazioni della Corte in
ordine alle conseguenze finanziarie che deriverebbero dalla
conversione in legge di un decreto-legge o dalla emanazione
di un decreto legislativo adottato dal Governo su
delegazione delle Camere".
"Art. 17 (Regolamenti). - 1. Con decreto del Presidente
della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve
pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono
essere emanati regolamenti per disciplinare:
a) l'esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi, nonche' dei regolamenti comunitari;
b) l'attuazione e l'integrazione delle leggi e dei
decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi
quelli relativi a materie riservate alla competenza
regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di
leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si
tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l'organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate
dalla legge.
2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la
disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta
di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta'
regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle
norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle
norme regolamentari.
3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del ministro o di
autorita' sottordinate al ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' Ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione.
4. I regolamenti di cui al comma 1 ed i regolamenti
ministeriali ed interministeriali, che devono recare la
denominazione di "regolamento", sono adottati previo parere
del Consiglio di Stato, sottoposti al visto ed alla
registrazione della Corte dei conti e pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale.
4-bis. L'organizzazione e la disciplina degli uffici
dei Ministeri sono determinate, con regolamenti emanati ai
sensi del comma 2, su proposta del Ministro competente
d'intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con
il Ministro del tesoro, nel rispetto dei principi posti dal
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, con i contenuti e con l'osservanza dei
criteri che seguono:
a) riordino degli uffici di diretta collaborazione
con i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, stabilendo che
tali uffici hanno esclusive competenze di supporto
dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo
e l'amministrazione;
b) individuazione degli uffici di livello
dirigenziale generale, centrali e periferici, mediante
diversificazione tra strutture con funzioni finali e con
funzioni strumentali e loro organizzazione per funzioni
omogenee e secondo criteri di flessibilita' eliminando le
duplicazioni funzionali;
c) previsione di strumenti di verifica periodica
dell'organizzazione e dei risultati;
d) indicazione e revisione periodica della
consistenza delle piante organiche;
e) previsione di decreti ministeriali di natura non
regolamentare per la definizione dei compiti delle unita'
dirigenziali nell'ambito degli uffici dirigenziali
generali".
- Si riporta il testo dell'art. 7 della legge 8 marzo
1999, n. 50 (Delegificazione e testi unici di norme
concernenti procedimenti amministrativi - Legge di
semplificazione 1998) come modificato dall'art. 1, comma 6,
lettera d), ed e), della legge 24 novembre 2000, n. 340
(Disposizioni per la delegificazione di norme e per la
semplificazione di procedimenti amministrativi. Legge di
semplificazione 1999):
"Art. 7 (Testi unici). - 1. Il Consiglio dei Ministri,
su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri,
adotta, secondo gli indirizzi previamente definiti entro il
30 giugno 1999 dalle Camere sulla base di una relazione
presentata dal Governo, il programma di riordino delle
norme legislative e regolamentari che disciplinano le
fattispecie previste e le materie elencate:
a) nell'art. 4, comma 4, e nell'art. 20 della legge
15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni e nelle
norme che dispongono la delegificazione della materia ai
sensi dell'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n.
400;
b) nelle leggi annuali di semplificazione;
c) nell'allegato 3 della presente legge;
d) nell'art. 16 delle disposizioni sulla legge in
generale, in riferimento all'art. 2, comma 2, del decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286;
e) nel codice civile, in riferimento all'abrogazione
dell'art. 17 del medesimo codice;
f) nel codice civile, in riferimento alla
soppressione del bollettino ufficiale delle societa' per
azioni e a responsabilita' limitata e del bollettino
ufficiale delle societa' cooperative, disposta dall'art. 29
della legge 7 agosto 1997, n. 266;
f-bis) da ogni altra disposizione che preveda la
redazione dei testi unici.
2. Al riordino delle norme di cui al comma 1 si procede
entro il 31 dicembre 2002 mediante l'emanazione di testi
unici riguardanti materie e settori omogenei, comprendenti,
in un unico contesto e con le opportune evidenziazioni, le
disposizioni legislative e regolamentari. A tale fine
ciascun testo unico, aggiornato in base a quanto disposto
dalle leggi di semplificazione annuali, comprende le
disposizioni contenute in un decreto legislativo e in un
regolamento che il Governo emana ai sensi dell'art. 14 e
dell'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
attenendosi ai seguenti criteri e principi direttivi:
a) delegificazione delle norme di legge concernenti
gli aspetti organizzativi e procedimentali, secondo i
criteri previsti dall'art. 20 della legge 15 marzo 1997, n.
59, e successive modificazioni;
b) puntuale individuazione del testo vigente delle
norme;
c) esplicita indicazione delle norme abrogate, anche
implicitamente, da successive disposizioni;
d) coordinamento formale del testo delle disposizioni
vigenti, apportando, nei limiti di detto coordinamento, le
modifiche necessarie per garantire la coerenza logica e
sistematica della normativa anche al fine di adeguare e
semplificare il linguaggio normativo;
e) esplicita indicazione delle disposizioni, non
inserite nel testo unico, che restano comunque in vigore;
f) esplicita abrogazione di tutte le rimanenti
disposizioni, non richiamate, che regolano la materia
oggetto di delegificazione con espressa indicazione delle
stesse in apposito allegato al testo unico;
g) [aggiornamento periodico, almeno ogni sette anni
dalla data di entrata in vigore di ciascun testo unico];
h) indicazione, per i testi unici concernenti la
disciplina della materia universitaria, delle norme
applicabili da parte di ciascuna universita' salvo diversa
disposizione statutaria o regolamentare.
3. Dalla data di entrata in vigore di ciascun testo
unico sono comunque abrogate le norme che regolano la
materia oggetto di delegificazione, non richiamate ai sensi
della lettera e) del comma 2.
4. Lo schema di ciascun testo unico e' deliberato dal
Consiglio dei Ministri, valutato il parere che il Consiglio
di Stato deve esprimere entro trenta giorni dalla
richiesta. Lo schema e' trasmesso, con apposita relazione
cui e' allegato il parere del Consiglio di Stato, alle
competenti Commissioni parlamentari che esprimono il parere
entro quarantacinque giorni dal ricevimento. Ciascun testo
unico e' emanato, decorso tale termine e tenuto conto dei
pareri delle Commissioni parlamentari, con decreto del
Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del
Consiglio dei Ministri e del Ministro per la funzione
pubblica, previa ulteriore deliberazione del Consiglio dei
Ministri.
5. Il Governo puo' demandare la redazione degli schemi
di testi unici ai sensi dell'art. 14, 2o, del testo unico
delle leggi sul Consiglio di Stato, approvato con regio
decreto 26 giugno 1924, n. 1054, al Consiglio di Stato, che
ha la facolta' di avvalersi di esperti, in discipline non
giuridiche, in numero non superiore a cinque, scelti anche
tra quelli di cui al comma 1 dell'art. 3 della presente
legge. Sugli schemi redatti dal Consiglio di Stato non e'
acquisito il parere dello stesso previsto ai sensi
dell'art. 16, primo comma, 3o, del citato testo unico
approvato con regio decreto n. 1054 del 1924, dell'art. 17,
comma 25, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e del comma 4
del presente articolo.
6. Le disposizioni contenute in un testo unico non
possono essere abrogate, derogate, sospese o comunque
modificate se non in modo esplicito, mediante l'indicazione
precisa delle fonti da abrogare, derogare, sospendere o
modificare. La Presidenza del Consiglio dei Ministri adotta
gli opportuni atti di indirizzo e di coordinamento per
assicurare che i successivi interventi normativi incidenti
sulle materie oggetto di riordino siano attuati
esclusivamente mediante la modifica o l'integrazione delle
disposizioni contenute nei testi unici.
7. Relativamente alle norme richiamate dal comma 1,
lettere d), e) e f), si procede all'adeguamento dei testi
normativi mediante applicazione delle norme dettate dal
comma 2, lettere b), c) e d), e dal comma 4".
- Si riporta il testo degli articoli 20 e 20-bis della
legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il
conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti
locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per
la semplificazione amministrativa).
"Art. 20. - 1. Il Governo, entro il 31 gennaio di ogni
anno, presenta al Parlamento un disegno di legge per la
delegificazione di norme concernenti procedimenti
amministrativi, anche coinvolgenti amministrazioni
centrali, locali o autonome, indicando i criteri per
l'esercizio della potesta' regolamentare nonche' i
procedimenti oggetto della disciplina, salvo quanto
previsto alla lettera a) del comma 5. In allegato al
disegno di legge e' presentata una relazione sullo stato di
attuazione della semplificazione dei procedimenti
amministrativi.
2. Nelle materie di cui all'art. 117, primo comma,
della Costituzione, i regolamenti di delegificazione
trovano applicazione solo fino a quando la regione non
provveda a disciplinare autonomamente la materia medesima.
Resta fermo quanto previsto dall'art. 2, comma 2, della
presente legge e dall'art. 7 del testo unico delle leggi
sull'ordinamento degli enti locali, approvato con decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
3. I regolamenti sono emanati con decreto del
Presidente della Repubblica, previa deliberazione del
Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del
Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione
pubblica, di concerto con il Ministro competente, previa
acquisizione del parere delle competenti Commissioni
parlamentari e del Consiglio di Stato. A tal fine la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, ove necessario,
promuove, anche su richiesta del Ministro competente,
riunioni tra le amministrazioni interessate. Decorsi trenta
giorni dalla richiesta di parere alle Commissioni, i
regolamenti possono essere comunque emanati.
4. I regolamenti entrano in vigore il quindicesimo
giorno successivo alla data della loro pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Con effetto
dalla stessa data sono abrogate le norme, anche di legge,
regolatrici dei procedimenti.
5. I regolamenti si conformano ai seguenti criteri e
principi:
a) semplificazione dei procedimenti amministrativi, e
di quelli che agli stessi risultano strettamente connessi o
strumentali, in modo da ridurre il numero delle fasi
procedimentali e delle amministrazioni intervenienti, anche
riordinando le competenze degli uffici, accorpando le
funzioni per settori omogenei, sopprimendo gli organi che
risultino superflui e costituendo centri interservizi dove
raggruppare competenze diverse ma confluenti in una unica
procedura;
b) riduzione dei termini per la conclusione dei
procedimenti e uniformazione dei tempi di conclusione
previsti per procedimenti tra loro analoghi;
c) regolazione uniforme dei procedimenti dello stesso
tipo che si svolgono presso diverse amministrazioni o
presso diversi uffici della medesima amministrazione;
d) riduzione del numero di procedimenti
amministrativi e accorpamento dei procedimenti che si
riferiscono alla medesima attivita', anche riunendo in una
unica fonte regolamentare, ove cio' corrisponda ad esigenze
di semplificazione e conoscibilita' normativa, disposizioni
provenienti da fonti di rango diverso, ovvero che
pretendono particolari procedure, fermo restando l'obbligo
di porre in essere le procedure stesse;
e) semplificazione e accelerazione delle procedure di
spesa e contabili, anche mediante adozione ed estensione
alle fasi di integrazione dell'efficacia degli atti, di
disposizioni analoghe a quelle di cui all'art. 51, comma 2,
del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e
successive modificazioni;
f) trasferimento ad organi monocratici o ai dirigenti
amministrativi di funzioni anche decisionali, che non
richiedano, in ragione della loro specificita', l'esercizio
in forma collegiale, e sostituzione degli organi collegiali
con conferenze di servizi o con interventi, nei relativi
procedimenti, dei soggetti portatori di interessi diffusi;
g) individuazione delle responsabilita' e delle
procedure di verifica e controllo;
g-bis) soppressione dei procedimenti che risultino
non piu' rispondenti alle finalita' e agli obiettivi
fondamentali definiti dalla legislazione di settore o che
risultino in contrasto con i principi generali
dell'ordinamento giuridico nazionale o comunitario;
g-ter) soppressione dei procedimenti che
comportino, per l'amministrazione e per i cittadini, costi
piu' elevati dei benefici conseguibili, anche attraverso la
sostituzione dell'attivita' amministrativa diretta con
forme di autoregolamentazione da parte degli interessati;
g-quater) adeguamento della disciplina sostanziale
e procedimentale dell'attivita' e degli atti amministrativi
ai principi della normativa comunitaria, anche sostituendo
al regime concessorio quello autorizzatorio;
g-quinquies) soppressione dei procedimenti che
derogano alla normativa procedimentale di carattere
generale, qualora non sussistano piu' le ragioni che
giustifichino una difforme disciplina settoriale;
g-sexies) regolazione, ove possibile, di tutti gli
aspetti organizzativi e di tutte le fasi del procedimento;
g-septies) adeguamento delle procedure alle nuove
tecnologie informatiche.
5-bis. I riferimenti a testi normativi contenuti negli
elenchi di procedimenti da semplificare di cui all'allegato
1 alla presente legge e alle leggi di cui al comma 1 del
presente articolo si intendono estesi ai successivi
provvedimenti di modificazione.
6. I servizi di controllo interno compiono accertamenti
sugli effetti prodotti dalle norme contenute nei
regolamenti di semplificazione e di accelerazione dei
procedimenti amministrativi e possono formulare
osservazioni e proporre suggerimenti per la modifica delle
norme stesse e per il miglioramento dell'azione
amministrativa.
7. Le regioni a statuto ordinario regolano le materie
disciplinate dai commi da 1 a 6 e dalle leggi annuali di
semplificazione nel rispetto dei principi desumibili dalle
disposizioni in essi contenute, che costituiscono principi
generali dell'ordinamento giuridico. Tali disposizioni
operano direttamente nei riguardi delle regioni fino a
quando esse non avranno legiferato in materia. Entro due
anni dalla data di entrata in vigore della presente legge,
le regioni a statuto speciale e le province autonome di
Trento e di Bolzano provvedono ad adeguare i rispettivi
ordinamenti alle norme fondamentali contenute nella legge
medesima".
8. In sede di prima attuazione della presente legge e
nel rispetto dei principi, criteri e modalita' di cui al
presente articolo, quali norme generali regolatrici, sono
emanati appositi regolamenti ai sensi e per gli effetti
dell'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400
per disciplinare i procedimenti di cui all'allegato 1 alla
presente legge, nonche' le seguenti materie:
a) sviluppo e programmazione del sistema
universitario, di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 245, e
successive modificazioni, nonche' valutazione del medesimo
sistema, di cui alla legge 24 dicembre 1993, n. 537, e
successive modificazioni;
b) composizione e funzioni degli organismi collegiali
nazionali e locali di rappresentanza e coordinamento del
sistema universitario, prevedendo altresi' l'istituzione di
un Consiglio nazionale degli studenti, eletto dai medesimi,
con compiti consultivi e di proposta;
c) interventi per il diritto allo studio e contributi
universitari. Le norme sono finalizzate a garantire
l'accesso agli studi universitari agli studenti capaci e
meritevoli privi di mezzi, a ridurre il tasso di abbandono
degli studi, a determinare percentuali massime
dell'ammontare complessivo della contribuzione a carico
degli studenti in rapporto al finanziamento ordinario dello
Stato per le universita', graduando la contribuzione
stessa, secondo criteri di equita', solidarieta' e
progressivita' in relazione alle condizioni economiche del
nucleo familiare, nonche' a definire parametri e
metodologie adeguati per la valutazione delle effettive
condizioni economiche dei predetti nuclei. Le norme di cui
alla presente lettera sono soggette a revisione biennale,
sentite le competenti Commissioni parlamentari;
d) procedure per il conseguimento del titolo di
dottore di ricerca, di cui all'art. 73 del decreto del
Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, e
procedimento di approvazione degli atti dei concorsi per
ricercatore in deroga all'art. 5, comma 9, della legge
24 dicembre 1993, n. 537;
e) procedure per l'accettazione da parte delle
universita' di eredita', donazioni e legati, prescindendo
da ogni autorizzazione preventiva, ministeriale o
prefettizia.
9. I regolamenti di cui al comma 8, lettere a), b) e
c), sono emanati previo parere delle Commissioni
parlamentari competenti per materia.
10. In attesa dell'entrata in vigore delle norme di cui
al comma 8, lettera c), il decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri, previsto dall'art. 4 della legge
2 dicembre 1991, n. 390 e' emanato anche nelle more della
costituzione della Consulta nazionale per il diritto agli
studi universitari di cui all'art. 6 della medesima legge.
11. Con il disegno di legge di cui al comma 1, il
Governo propone annualmente al Parlamento le norme di
delega ovvero di delegificazione necessarie alla
compilazione di testi unici legislativi o regolamentari,
con particolare riferimento alle materie interessate dalla
attuazione della presente legge. In sede di prima
attuazione della presente legge, il Governo e' delegato ad
emanare, entro il termine di sei mesi decorrenti dalla data
di entrata in vigore dei decreti legislativi di cui
all'art. 4, norme per la delegificazione delle materie di
cui all'art. 4, comma 4, lettera c), non coperte da riserva
assoluta di legge, nonche' testi unici delle leggi che
disciplinano i settori di cui al medesimo art. 4, comma 4,
lettera c), anche attraverso le necessarie modifiche,
integrazioni o abrogazioni di norme, secondo i criteri
previsti dagli articoli 14 e 17 e dal presente articolo".
"Art. 20-bis. - l. I regolamenti di delegificazione
possono disciplinare anche i procedimenti amministrativi
che prevedono obblighi la cui violazione costituisce
illecito amministrativo e possono, in tale caso,
alternativamente:
a) eliminare o modificare detti obblighi, ritenuti
superflui o inadeguati alle esigenze di semplificazione del
procedimento; detta eliminazione comporta l'abrogazione
della corrispondente sanzione amministrativa;
b) riprodurre i predetti obblighi; in tale ipotesi,
le sanzioni amministrative previste dalle norme legislative
si applicano alle violazioni delle corrispondenti norme
delegificate, secondo apposite disposizioni di rinvio
contenute nei regolamenti di semplificazione.".
- Si riportano i numeri 8 e 55 dell'allegato n. 1 della
citata legge 8 marzo 1999, n. 50:
"8) Procedimenti relativi ai servizi certificativi
del casellario giudiziale:
regio decreto 18 giugno 1931, n. 778;
regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935,
n. 835, art. 24;
regio decreto-legge 16 aprile 1936, n. 771,
convertito dalla legge 28 maggio 1936, n. 1059;
regio decreto 22 ottobre 1936, n. 1981;
legge 23 marzo 1956, n. 182, art. 9;
legge 24 novembre 1981, n. 689, articoli 73 e 81;
legge 6 aprile 1984, n. 57, art. 1, nonche' tabella
A: art. 4, lettera b), e art. 14;
codice di procedura penale, articoli 685, 686, 687,
688 e 689;
norme approvate con decreto legislativo 28 luglio
1989, n. 271, articoli 110, 194, 195, 196, 197 e 237;
disposizioni approvate con decreto del Presidente
della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448, articoli 14 e
15;
norme approvate con decreto legislativo 28 luglio
1989, n. 272, articoli 18 e 19;
legge 21 febbraio 1989, n. 99, articoli 2, 3 e 10;
legge 10 ottobre 1996, n. 525, art. 3, comma 2,
lettera b)".
"55) Procedimento di iscrizione nel casellario
giudiziale (previsione di un unico tipo di certificato
penale per le richieste di privati e di pubblici uffici):
codice di procedura penale, articoli 685, 686, 687,
688, 689 e 690;
norme approvate con decreto legislativo 28 luglio
1989, n. 271, art. 194.".



 
ART. 2 (R)
(Definizioni)

1. Ai fini del presente testo unico, se non diversamente ed espressamente indicato:

a) "casellario giudiziale" e' l'insieme dei dati relativi a
provvedimenti giudiziari e amministrativi riferiti a soggetti
determinati; b) "casellario dei carichi pendenti" e' l'insieme dei dati relativi a
provvedimenti giudiziari riferiti a soggetti determinati che hanno
la qualita' di imputato; c) "anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato" e'
l'insieme dei dati relativi a provvedimenti giudiziari che
applicano, agli enti con personalita' giuridica e alle societa' e
associazioni anche prive di personalita' giuridica, le sanzioni
amministrative dipendenti da reato, ai sensi del decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231; d) "anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi
dipendenti da reato" e' l'insieme dei dati relativi a
provvedimenti giudiziari riferiti agli enti con personalita'
giuridica e alle societa' e associazioni anche prive di
personalita' giuridica, cui e' stato contestato l'illecito
amministrativo dipendente da reato, ai sensi del decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231; e) "ente" e' l'ente fornito di personalita' giuridica, la societa' e
l'associazione, anche priva di personalita' giuridica, ai sensi
del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231; f) "provvedimento giudiziario" e' la sentenza, il decreto penale e
ogni altro provvedimento emesso dall'autorita' giudiziaria; g) "provvedimento giudiziario definitivo" e' il provvedimento
divenuto irrevocabile, passato in giudicato o, comunque, non piu'
soggetto a impugnazione cori strumenti diversi dalla revocazione; h) "codice identificativo" e' il codice fiscale o il codice
individuato ai sensi dell'articolo 43; i) "numero identificativo del procedimento" e' il numero del
procedimento assegnato dal sistema al momento dell'iscrizione nel
registro di cui all'articolo 335 del codice di procedura penale; l) "estratto" e' l'insieme dei dati del provvedimento giudiziario o
amministrativo da inserire nel sistema; m) "ufficio iscrizione" e' l'ufficio presso l'autorita' giudiziaria
che ha emesso il provvedimento giudiziario soggetto a iscrizione o
a eliminazione, che ha competenze nella materia del presente testo
unico; n) "ufficio territoriale" e' l'ufficio presso il giudice di pace, che
ha competenze nella materia del presente testo unico; o) "ufficio locale" e' l'ufficio presso il tribunale e presso il
tribunale per i minorenni, che ha competenze nella materia del
presente testo unico; p) "ufficio centrale" e' l'ufficio presso il Ministero della
giustizia, che ha competenze nella materia del presente testo
unico; q) "sistema" e' il sistema informativo automatizzato del casellario
giudiziale, del casellario dei carichi pendenti, dell'anagrafe
delle sanzioni amministrative dipendenti da reato, dell'anagrafe
dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da
reato.



Note all'art. 2:
- Il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 reca:
"Disciplina della responsabilita' amministrativa delle
persone giuridiche, delle societa' e delle associazioni
anche prive di personalita' giuridica, a norma dell'art. 11
della legge 29 settembre 2000, n. 300.".
- Si riporta il testo dell'art. 335 del codice di
procedura penale:
"Art. 335 (Registro delle notizie di reato). - 1. Il
pubblico ministero iscrive immediatamente, nell'apposito
registro custodito presso l'ufficio, ogni notizia di reato
che gli perviene o che ha acquisito di propria iniziativa
nonche', contestualmente o dal momento in cui risulta, il
nome della persona alla quale il reato stesso e'
attribuito.
2. Se nel corso delle indagini preliminari muta la
qualificazione giuridica del fatto ovvero questo risulta
diversamente circostanziato, il pubblico ministero cura
l'aggiornamento delle iscrizioni previste dal comma 1 senza
procedere a nuove iscrizioni.
3. Ad esclusione dei casi in cui si procede per uno dei
delitti di cui all'art. 407, comma 2, lettera a), le
iscrizioni previste ai commi 1 e 2 sono comunicate alla
persona alla quale il reato e' attribuito, alla persona
offesa e ai rispettivi difensori, ove ne facciano
richiesta.
3-bis. Se sussistono specifiche esigenze attinenti
all'attivita' di indagine, il pubblico ministero, nel
decidere sulla richiesta, puo' disporre, con decreto
motivato, il segreto sulle iscrizioni per un periodo non
superiore a tre mesi e non rinnovabile.".



 
Art. 3 (L)
Provvedimenti iscrivibili

1. Nel casellario giudiziale si iscrivono per estratto: a) i provvedimenti giudiziari penali di condanna definitivi, anche
pronunciati da autorita' giudiziarie straniere se riconosciuti ai
sensi degli articoli 730 e seguenti del codice di procedura
penale, salvo quelli concernenti contravvenzioni per le quali la
legge ammette la definizione in via amministrativa, o l'oblazione
limitatamente alle ipotesi di cui all'articolo 162 del codice
penale, sempre che per quelli esclusi non sia stata concessa la
sospensione condizionale della pena; b) i provvedimenti giudiziari definitivi concernenti le pene,
compresa la sospensione condizionale e la non menzione, le misure
di sicurezza personali e patrimoniali, gli effetti penali della
condanna, l'amnistia, l'indulto, la grazia, la dichiarazione di
abitualita', di professionalita' nel reato, di tendenza a
delinquere; c) i provvedimenti giudiziari concernenti le pene accessorie; d) i provvedimenti giudiziari concernenti le misure alternative alla
detenzione; e) i provvedimenti giudiziari concernenti la liberazione
condizionale; f) i provvedimenti giudiziari definitivi che hanno prosciolto
l'imputato o dichiarato non luogo a procedere per difetto di
imputabilita', o disposto una misura di sicurezza; g) i provvedimenti giudiziari definitivi di condanna alle sanzioni
sostitutive e i provvedimenti di conversione di cui all'articolo
66, terzo comma, e all'articolo 108, terzo comma, della legge 24
novembre 1981, n. 689; h) i provvedimenti giudiziari del pubblico ministero previsti dagli
articoli 656, comma 5, 657 e 663 del codice di procedura penale; i) i provvedimenti giudiziari di conversione delle pene pecuniarie; l) i provvedimenti giudiziari definitivi concernenti le misure di
prevenzione della sorveglianza speciale semplice o con divieto o
obbligo di soggiorno; m) i provvedimenti giudiziari concernenti la riabilitazione; n) i provvedimenti giudiziari di riabilitazione, di cui all'articolo
15 della legge 3 agosto 1988, n. 327; o) i provvedimenti giudiziari di riabilitazione speciale relativi ai
minori, di cui all'articolo 24 del regio decreto-legge 20 luglio
1934, 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio
1935, n. 835, e successive modificazioni; p) i provvedimenti giudiziari definitivi di interdizione e
inabilitazione e quelli di revoca; q) i provvedimenti giudiziari che dichiarano fallito l'imprenditore;
quelli di omologazione del concordato fallimentare; quelli di
chiusura del fallimento; quelli di riabilitazione del fallito; r) i provvedimenti giudiziari relativi all'espulsione a titolo di
sanzione sostitutiva o alternativa alla detenzione, ai sensi
dell'articolo 16 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,
come sostituito dall'art. 15 della legge 30 luglio 2002, n. 189; s) i provvedimenti amministrativi di espulsione e i provvedimenti
giudiziari che decidono il ricorso avverso i primi, ai sensi
dell'articolo 13 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,
come modificato dall'art. 12 della legge 30 luglio 2002, n. 189; t) i provvedimenti di correzione, a norma di legge, dei provvedimenti
gia' iscritti; u) qualsiasi altro provvedimento che concerne a norma di legge i
provvedimenti gia' iscritti, come individuato con decreto del
Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 17, comma 1,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro della
giustizia.

(art. 686 c.p.p; art. 194 att. c.p.p; artt. 4 e 14, r.d. n. 778/1931; art. 24, parte del sesto comma, r.d.l. 1404/1934, convertito, con modificazioni, l. n. 835/1935; art. 58-bis, l. n. 354/1975; art. 73, l. n. 689/1981)



Note all'art. 3:
- Si riporta il testo degli articoli 730, come
modificato dal testo unico qui pubblicato, 656, 657 e 663
del codice di procedura penale:
"Art. 730 (Riconoscimento delle sentenze penali
straniere per gli effetti previsti dal codice penale). - 1.
Il Ministro di grazia e giustizia, quando riceve una
sentenza penale di condanna o di proscioglimento
pronunciata all'estero nei confronti di cittadini italiani
o di stranieri o di apolidi residenti nello Stato ovvero di
persone sottoposte a procedimento penale nello Stato,
trasmette senza ritardo al procuratore generale presso la
Corte di appello, nel distretto della quale ha sede
l'ufficio del casellario locale del luogo di nascita della
persona cui e' riferito il provvedimento giudiziario
straniero, o presso la Corte di appello di Roma, una copia
della sentenza, unitamente alla traduzione in lingua
italiana, con gli atti che siano allegati, e con le
informazioni e la documentazione del caso. Trasmette
inoltre l'eventuale richiesta indicata nell'art. 12, comma
2, del codice penale.
2. Il procuratore generale, se deve essere dato
riconoscimento alla sentenza straniera per gli effetti
previsti dall'art. 12, comma 1, numeri 1, 2 e 3 del codice
penale, promuove il relativo procedimento con richiesta
alla Corte di appello. A tale scopo, anche per mezzo del
Ministero di grazia e giustizia, puo' chiedere alle
autorita' estere competenti le informazioni che ritiene
opportune.
2-bis. Quando il procuratore generale e' informato
dall'autorita' straniera, anche per il tramite del
Ministero della giustizia, dell'esistenza di una sentenza
penale di condanna pronunciata all'estero, ne richiede la
trasmissione all'autorita' straniera con rogatoria, ai fini
del riconoscimento ai sensi del comma 2.
3. La richiesta alla Corte di appello contiene la
specificazione degli effetti per i quali il riconoscimento
e' domandato.".
"Art. 656 (Esecuzione delle pene detentive). - 1.
Quando deve essere eseguita una sentenza di condanna a pena
detentiva, il pubblico ministero emette ordine di
esecuzione con il quale, se il condannato non e' detenuto,
ne dispone la carcerazione. Copia dell'ordine e' consegnata
all'interessato.
2. Se il condannato e' gia' detenuto, l'ordine di
esecuzione e' comunicato al Ministro di grazia e giustizia
e notificato all'interessato.
3. L'ordine di esecuzione contiene le generalita' della
persona nei cui confronti deve essere eseguito e
quant'altro valga a identificarla, l'imputazione, il
dispositivo del provvedimento e le disposizioni necessarie
all'esecuzione. L'ordine e' notificato al difensore del
condannato.
4. L'ordine che dispone la carcerazione e' eseguito
secondo le modalita' previste dall'art. 277.
5. Se la pena detentiva, anche se costituente residuo
di maggiore pena, non e' superiore a tre anni ovvero a
quattro anni nei casi di cui agli articoli 90 e 94 del
testo unico approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive
modificazioni, il pubblico ministero, salvo quanto previsto
dai commi 7 e 9, ne sospende l'esecuzione. L'ordine di
esecuzione e il decreto di sospensione sono notificati al
condannato e al difensore nominato per la fase
dell'esecuzione o, in difetto, al difensore che lo ha
assistito nella fase del giudizio, con l'avviso che entro
trenta giorni puo' essere presentata istanza, corredata
dalle indicazioni e dalla documentazione necessarie, volta
ad ottenere la concessione di una delle misure alternative
alla detenzione di cui agli articoli 47, 47-ter e 50, comma
1, della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive
modificazioni, e di cui all'art. 94 del testo unico
approvato con decreto del Presidente della Repubblica
9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, ovvero
la sospensione dell'esecuzione della pena di cui all'art.
90 dello stesso testo unico. L'avviso informa altresi' che,
ove non sia presentata l'istanza nonche' la certificazione
da allegare ai sensi degli articoli 91, comma 2, e 94,
comma 1, del testo unico approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309,
l'esecuzione della pena avra' corso immediato.
6. L'istanza deve essere presentata dal condannato o
dal difensore di cui al comma 5 ovvero allo scopo nominato
dal pubblico ministero, il quale la trasmette, unitamente
alla documentazione, al tribunale di sorveglianza
competente in relazione al luogo in cui ha sede l'ufficio
del pubblico ministero. Se l'istanza non e' corredata dalla
documentazione prescritta o necessaria, questa puo' essere
depositata nella cancelleria del tribunale di sorveglianza
fino a cinque giorni prima dell'udienza fissata a norma
dell'art. 666, comma 3. Resta salva, in ogni caso, la
facolta' del tribunale di sorveglianza di procedere anche
d'ufficio alla richiesta di documenti o di informazioni, o
all'assunzione di prove a norma dell'art. 666, comma 5. Il
tribunale di sorveglianza decide entro quarantacinque
giorni dal ricevimento dell'istanza.
7. La sospensione dell'esecuzione per la stessa
condanna non puo' essere disposta piu' di una volta, anche
se il condannato ripropone nuova istanza sia in ordine a
diversa misura alternativa, sia in ordine alla medesima,
diversamente motivata, sia in ordine alla sospensione
dell'esecuzione della pena di cui all'art. 90 del testo
unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica
9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni.
8. Salva la disposizione del comma 8-bis, qualora
l'istanza non sia tempestivamente presentata, o il
tribunale di sorveglianza la dichiari inammissibile o la
respinga, il pubblico ministero revoca immediatamente il
decreto di sospensione dell'esecuzione.
8-bis. Quando e' provato o appare probabile che il
condannato non abbia avuto effettiva conoscenza dell'avviso
di cui al comma 5, il pubblico ministero puo' assumere,
anche presso il difensore, le opportune informazioni,
all'esito delle quali puo' disporre la rinnovazione della
notifica.
9. La sospensione dell'esecuzione di cui al comma 5 non
puo' essere disposta:
a) nei confronti dei condannati per i delitti di cui
all'art. 4-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, e
successive modificazioni;
b) nei confronti di coloro che, per il fatto oggetto
della condanna da eseguire, si trovano in stato di custodia
cautelare in carcere nel momento in cui la sentenza diviene
definitiva.
10. Nella situazione considerata dal comma 5, se il
condannato si trova agli arresti domiciliari per il fatto
oggetto della condanna da eseguire, il pubblico ministero
sospende l'esecuzione dell'ordine di carcerazione e
trasmette gli atti senza ritardo al tribunale di
sorveglianza perche' provveda alla eventuale applicazione
di una delle misure alternative di cui al comma 5. Fino
alla decisione del tribunale di sorveglianza, il condannato
permane nello stato detentivo nel quale si trova e il tempo
corrispondente e' considerato come pena espiata a tutti gli
effetti. Agli adempimenti previsti dall'art. 47-ter della
legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni,
provvede in ogni caso il magistrato di sorveglianza.".
"Art. 657 (Computo della custodia cautelare e delle
pene espiate senza titolo). - 1. Il pubblico ministero, nel
determinare la pena detentiva da eseguire, computa il
periodo di custodia cautelare subita per lo stesso o per
altro reato, anche se la custodia e' ancora in corso. Allo
stesso modo procede in caso di applicazione provvisoria di
una misura di sicurezza detentiva, se questa non e' stata
applicata definitivamente.
2. Il pubblico ministero computa altresi' il periodo di
pena detentiva espiata per un reato diverso, quando la
relativa condanna e' stata revocata, quando per il reato e'
stata concessa amnistia o quando e' stato concesso indulto,
nei limiti dello stesso.
3. Nei casi previsti dai commi 1 e 2, il condannato
puo' chiedere al pubblico ministero che i periodi di
custodia cautelare e di pena detentiva espiata, operato il
ragguaglio, siano computati per la determinazione della
pena pecuniaria o della sanzione sostitutiva da eseguire;
nei casi previsti dal comma 2, puo' altresi' chiedere che
le sanzioni sostitutive espiate siano computate nelle
sanzioni sostitutive da eseguire per altro reato.
4. In ogni caso sono computate soltanto la custodia
cautelare subita o le pene espiate dopo la commissione del
reato per il quale deve essere determinata la pena da
eseguire.
5. Il pubblico ministero provvede con decreto, che deve
essere notificato al condannato e al suo difensore.".
"Art. 663 (Esecuzione di pene concorrenti). - 1. Quando
la stessa persona e' stata condannata con piu' sentenze o
decreti penali per reati diversi, il pubblico ministero
determina la pena da eseguirsi, in osservanza delle norme
sul concorso di pene.
2. Se le condanne sono state inflitte da giudici
diversi, provvede il pubblico ministero presso il giudice
indicato nell'art. 665, comma 4.
3. Il provvedimento del pubblico ministero e'
notificato al condannato e al suo difensore.".
- Si riporta il testo dell'art. 162 del codice penale:
"Art. 162 (Oblazione nelle contravvenzioni). - Nelle
contravvenzioni, per le quali la legge stabilisce la sola
pena dell'ammenda, il contravventore e' ammesso a pagare,
prima dell'apertura del dibattimento, ovvero prima del
decreto di condanna, una somma corrispondente alla terza
parte del massimo della pena stabilita dalla legge per la
contravvenzione commessa, oltre le spese del procedimento.
Il pagamento estingue il reato.".
- Si riporta il testo del terzo comma dell'art. 66 e
del terzo comma dell'art. 108, della legge 24 novembre
1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale):
"Art. 66 (Inosservanza delle prescrizioni inerenti alla
semidetenzione e alla liberta' controllata). - Omissis.
Il magistrato di sorveglianza trasmette gli atti alla
sezione di sorveglianza, la quale, compiuti, ove occorra,
sommari accertamenti, qualora ritenga doversi procedere
alla conversione prevista dal primo comma, provvede con
ordinanza, osservate le norme contenute nel capo II-bis del
titolo II della legge 26 luglio 1975, n. 354. L'ordinanza
e' trasmessa al pubblico ministero competente, il quale
provvede mediante ordine di carcerazione.".
"Art. 108 (Inosservanza delle prescrizioni inerenti
alle pene conseguenti alla conversione della multa o
dell'ammenda). - Omissis.
Il magistrato di sorveglianza trasmette gli atti alla
sezione di sorveglianza, la quale, compiuti ove occorra
sommari accertamenti, provvede con ordinanza alla
conversione prevista dal primo comma, osservate le
disposizioni del capo II-bis del titolo II della legge
26 luglio 1975, n. 354. L'ordinanza di conversione e'
trasmessa al pubblico ministero competente, il quale
provvede mediante ordine di carcerazione.".
- Si riporta il testo dell'art. 15 della legge 3 agosto
1988, n. 327 (Norme in materia di misure di prevenzione
personali):
"Art. 15. - 1. Dopo tre anni dalla cessazione della
misura di prevenzione, l'interessato puo' chiedere la
riabilitazione. La riabilitazione e' concessa, se il
soggetto ha dato prova costante ed effettiva di buona
condotta, dalla Corte di appello nel cui distretto ha sede
l'autorita' giudiziaria che dispone l'applicazione della
misura di prevenzione o dell'ultima misura di prevenzione.
2. La riabilitazione comporta la cessazione di tutti
gli effetti pregiudizievoli riconnessi allo stato di
persona sottoposta a misure di prevenzione.
3. Si osservano, in quanto compatibili, le disposizioni
del codice di procedura penale riguardanti la
riabilitazione.".
- Si riporta il testo dell'art. 24 del regio
decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404 (Istituzione e
funzionamento del tribunale per i minorenni), convertito,
con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835 e
successive modificazioni, come ulteriormente modificato dal
testo unico qui pubblicato:
"Art. 24 (Riabilitazione). - Per i fatti commessi dai
minori degli anni 18, sia che abbiano dato luogo a
condanna, sia proscioglimento, e' ammessa una
riabilitazione speciale, che fa cessare le pene accessorie
e tutti gli altri effetti preveduti da leggi e regolamenti
penali, civili e amministrativi, salvo le limitazioni
stabilite per la concessione della sospensione condizionale
della pena e del perdono giudiziale.
Quando il minore ha compiuto gli anni 18, ma non ancora
i 25, e non e' tuttora sottoposto ad esecuzione di pena o
di misura di sicurezza, il tribunale per i minorenni della
dimora abituale del minore, su domanda dell'interessato, su
richiesta del pubblico ministero, o anche d'ufficio,
esamina tutti i precedenti del minore, richiama gli atti
che lo riguardano e assume informazioni sulla condotta da
lui tenuta in famiglia, nella scuola, nell'officina, in
pubblici o privati istituti, nelle organizzazioni della
gioventu' italiana del littorio, dei fasci giovanili di
combattimento, dell'opera nazionale del dopolavoro e delle
associazioni sportive.
Se ritiene che il minore sia completamente emendato e
degno di essere ammesso a tutte le attivita' della vita
sociale, dichiara la riabilitazione.
Se in un primo esame appare insufficiente la prova
dell'emenda, il tribunale puo' rinviare l'indagine a un
tempo successivo, ma non oltre il compimento del
venticinquesimo anno del minore.
Il tribunale provvede con sentenza in camera di
consiglio, senza assistenza di difensori, sentiti
l'autorita' di pubblica sicurezza provinciale, il pubblico
ministero, l'esercente la patria potesta' o la tutela e il
minore.
Il provvedimento di riabilitazione e' annotato nelle
sentenze riguardanti il minore. Copia di esso e' trasmessa
all'autorita' di pubblica sicurezza de comune di nascita e
di abituale dimora del minore, nonche' alle rispettive
autorita' provinciali di pubblica sicurezza.
Sono applicabili le disposizioni degli articoli 180 e
181 del codice penale.
Alla revoca della riabilitazione si procede a norma
dell'art. 600 del codice di procedura penale.".
- Si riporta il testo dell'art. 16 del decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero), come sostituito
dall'art. 15 della legge 30 luglio 2002, n. 189:
"Art. 16 (Espulsione a titolo di sanzione sostitutiva o
alternativa alla detenzione). - 1. Il giudice, nel
pronunciare sentenza di condanna per un reato non colposo o
nell'applicare la pena su richiesta ai sensi dell'art. 444
del codice di procedura penale nei confronti dello
straniero che si trovi in taluna delle situazioni indicate
nell'art. 13, comma 2, quando ritiene di dovere irrogare la
pena detentiva entro il limite di due anni e non ricorrono
le condizioni per ordinare la sospensione condizionale
della pena ai sensi dell'art. 163 del codice penale ne' le
cause ostative indicate nell'art. 14, comma 1, del presente
testo unico, puo' sostituire la medesima pena con la misura
dell'espulsione per un periodo non inferiore a cinque anni.
2. L'espulsione di cui al comma 1 e' eseguita dal
questore anche se la sentenza non e' irrevocabile, secondo
le modalita' di cui all'art. 13, comma 4.
3. L'espulsione di cui al comma 1 non puo' essere
disposta nei casi in cui la condanna riguardi uno o piu'
delitti previsti dall'art. 407, comma 2, lettera a), del
codice di procedura penale, ovvero i delitti previsti dal
presente testo unico, puniti con pena edittale superiore
nel massimo a due anni.
4. Se lo straniero espulso a norma del comma 1 rientra
illegalmente nel territorio dello Stato prima del termine
previsto dall'art. 13, comma 14, la sanzione sostitutiva e'
revocata dal giudice competente.
5. Nei confronti dello straniero, identificato,
detenuto, che si trova in taluna delle situazioni indicate
nell'art. 13, comma 2, che deve scontare una pena
detentiva, anche residua, non superiore a due anni, e'
disposta l'espulsione. Essa non puo' essere disposta nei
casi in cui la condanna riguarda uno o piu' delitti
previsti dall'art. 407, comma 2, lettera a), del codice di
procedura penale, ovvero i delitti previsti dal presente
testo unico.
6. Competente a disporre l'espulsione di cui al comma 5
e' il magistrato di sorveglianza, che decide con decreto
motivato, senza formalita', acquisite le informazioni degli
organi di polizia sull'identita' e sulla nazionalita' dello
straniero. Il decreto di espulsione e' comunicato allo
straniero che, entro il termine di dieci giorni, puo'
proporre opposizione dinanzi al tribunale di sorveglianza.
Il tribunale decide nel termine di venti giorni.
7. L'esecuzione del decreto di espulsione di cui al
comma 6 e' sospesa fino alla decorrenza dei termini di
impugnazione o della decisione del tribunale di
sorveglianza e, comunque, lo stato di detenzione permane
fino a quando non siano stati acquisiti i necessari
documenti di viaggio. L'espulsione e' eseguita dal questore
competente per il luogo di detenzione dello straniero con
la modalita' dell'accompagnamento alla frontiera a mezzo
della forza pubblica.
8. La pena e' estinta alla scadenza del termine di
dieci anni dall'esecuzione dell'espulsione di cui al comma
5, sempre che lo straniero non sia rientrato
illegittimamente nel territorio dello Stato. In tale caso,
lo stato di detenzione e' ripristinato e riprende
l'esecuzione della pena.
9. L'espulsione a titolo di sanzione sostitutiva o
alternativa alla detenzione non si applica ai casi di cui
all'art. 19.".
- Si riporta il testo dell'art. 13 del citato decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, come modificato
dall'art. 12 della legge 30 luglio 2002, n. 189:
"Art. 13 (Espulsione amministrativa). - 1. Per motivi
di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, il Ministro
dell'interno puo' disporre l'espulsione dello straniero
anche non residente nel territorio dello Stato, dandone
preventiva notizia al Presidente del Consiglio dei Ministri
e al Ministro degli affari esteri.
2. L'espulsione e' disposta dal prefetto quando lo
straniero:
a) e' entrato nel territorio dello Stato sottraendosi
ai controlli di frontiera e non e' stato respinto ai sensi
dell'art. 10;
b) si e' trattenuto nel territorio dello Stato senza
aver chiesto il permesso di soggiorno nel termine
prescritto, salvo che il ritardo sia dipeso da
forza maggiore, ovvero quando il permesso di soggiorno e'
stato revocato o annullato, ovvero e' scaduto da piu' di
sessanta giorni e non e' stato chiesto il rinnovo;
c) appartiene a taluna delle categorie indicate
nell'art. 1 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, come
sostituto dall'art. 2 della legge 3 agosto 1988, n. 327, o
nell'art. 1 della legge 31 maggio 1965, n. 575, come
sostituito dall'art. 13 della legge 13 settembre 1982, n.
646.
3. L'espulsione e' disposta in ogni caso con decreto
motivato immediatamente esecutivo, anche se sottoposto a
gravame o impugnativa da parte dell'interessato. Quando lo
straniero e' sottoposto a procedimento penale e non si
trova in stato di custodia cautelare in carcere, il
questore, prima di eseguire l'espulsione, richiede il nulla
osta all'autorita' giudiziaria, che puo' negarlo solo in
presenza di inderogabili esigenze processuali valutate in
relazione all'accertamento della responsabilita' di
eventuali concorrenti nel reato o imputati in procedimenti
per reati connessi, e all'interesse della persona offesa.
In tal caso l'esecuzione del provvedimento e' sospesa fino
a quando l'autorita' giudiziaria comunica la cessazione
delle esigenze processuali. Il questore, ottenuto il nulla
osta, provvede all'espulsione con le modalita' di cui al
comma 4. Il nulla osta si intende concesso qualora
l'autorita' giudiziaria non provveda entro quindici giorni
dalla data di ricevimento della richiesta. In attesa della
decisione sulla richiesta di nulla osta, il questore puo'
adottare la misura del trattenimento presso un centro di
permanenza temporanea, ai sensi dell'art. 14.
3-bis. Nel caso di arresto in flagranza o di fermo, il
giudice rilascia il nulla osta all'atto della convalida,
salvo che applichi la misura della custodia cautelare in
carcere ai sensi dell'art. 391, comma 5, del codice di
procedura penale, o che ricorra una delle ragioni per le
quali il nulla osta puo' essere negato ai sensi del comma
3.
3-ter. Le disposizioni di cui al comma 3 si applicano
anche allo straniero sottoposto a procedimento penale, dopo
che sia stata revocata o dichiarata estinta per qualsiasi
ragione la misura della custodia cautelare in carcere
applicata nei suoi confronti. Il giudice, con lo stesso
provvedimento con il quale revoca o dichiara l'estinzione
della misura, decide sul rilascio del nulla osta
all'esecuzione dell'espulsione. Il provvedimento e'
immediatamente comunicato al questore.
3-quater. Nei casi previsti dai commi 3, 3-bis e 3-ter,
il giudice, acquisita la prova dell'avvenuta espulsione, se
non e' ancora stato emesso il provvedimento che dispone il
giudizio, pronuncia sentenza di non luogo a procedere. E'
sempre disposta la confisca delle cose indicate nel secondo
comma dell'art. 240 del codice penale. Si applicano le
disposizioni di cui ai commi 13, 13-bis, 13-ter e 14.
3-quinquies. Se lo straniero espulso rientra
illegalmente nel territorio dello Stato prima del termine
previsto dal comma 14 ovvero, se di durata superiore, prima
del termine di prescrizione del reato piu' grave per il
quale si era proceduto nei suoi confronti, si applica
l'art. 345 del codice di procedura penale. Se lo straniero
era stato scarcerato per decorrenza dei termini di durata
massima della custodia cautelare, quest'ultima e'
ripristinata a norma dell'art. 307 del codice di procedura
penale.
3-sexies. Il nulla osta all'espulsione non puo' essere
concesso qualora si proceda per uno o piu' delitti previsti
dall'art. 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura
penale, nonche' dall'art. 12 del presente testo unico.
4. L'espulsione e' sempre eseguita dal questore con
accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza pubblica
ad eccezione dei casi di cui al comma 5.
5. Nei confronti dello straniero che si e' trattenuto
nel territorio dello Stato quando il permesso di soggiorno
e' scaduto di validita' da piu' di sessanta giorni e non ne
e' stato chiesto il rinnovo, l'espulsione contiene
l'intimazione a lasciare il territorio dello Stato entro il
termine di quindici giorni. Il questore dispone
l'accompagnamento immediato alla frontiera dello straniero,
qualora il prefetto rilevi il concreto pericolo che
quest'ultimo si sottragga all'esecuzione del provvedimento.
5-bis. Nei casi previsti ai commi 4 e 5 il questore
comunica immediatamente e, comunque, entro quarantotto ore
dalla sua adozione al tribunale in composizione monocratica
territorialmente competente il provvedimento con il quale
e' disposto l'accompagnamento alla frontiera. Il
provvedimento e' immediatamente esecutivo. Il tribunale in
composizione monocratica verificata la sussistenza dei
requisiti, convalida il provvedimento entro le quarantotto
ore successive alla comunicazione.
6. (Abrogato).
7. Il decreto di espulsione e il provvedimento di cui
al comma 1 dell'art. 14, nonche' ogni altro atto
concernente l'ingresso, il soggiorno e l'espulsione, sono
comunicati all'interessato unitamente all'indicazione delle
modalita' di impugnazione e ad una traduzione in una lingua
da lui conosciuta, ovvero, ove non sia possibile, in lingua
francese, inglese o spagnola.
8. Avverso il decreto di espulsione puo' essere
presentato unicamente il ricorso al tribunale in
composizione monocratica del luogo in cui ha sede
l'autorita' che ha disposto l'espulsione. Il termine e' di
sessanta giorni dalla data del provvedimento di espulsione.
Il tribunale in composizione monocratica accoglie o rigetta
il ricorso, decidendo con unico provvedimento adottato, in
ogni caso, entro venti giorni dalla data di deposito del
ricorso. Il ricorso di cui al presente comma puo' essere
sottoscritto anche personalmente, ed e' presentato anche
per il tramite della rappresentanza diplomatica o consolare
italiana nel Paese di destinazione. La sottoscrizione del
ricorso, da parte della persona interessata, e' autenticata
dai funzionari delle rappresentanze diplomatiche o
consolari che provvedono a certificarne l'autenticita' e ne
curano l'inoltro all'autorita' giudiziaria. Lo straniero e'
ammesso all'assistenza legale da parte di un patrocinatore
legale di fiducia munito di procura speciale rilasciata
avanti all'autorita' consolare. Lo straniero e' altresi'
ammesso al gratuito patrocinio a spese dello Stato, e,
qualora sia sprovvisto di un difensore, e' assistito da un
difensore designato dal giudice nell'ambito dei soggetti
iscritti nella tabella di cui all'art. 29 delle norme di
attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di
procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio
1989, n. 271, nonche', ove necessario, da un interprete.
9. (Abrogato).
10. (Abrogato).
11. Contro il decreto di espulsione emanato ai sensi
del comma 1 e' ammesso ricorso al tribunale amministrativo
regionale del Lazio, sede di Roma.
12. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 19, lo
straniero espulso e' rinviato allo Stato di appartenenza,
ovvero, quando cio' non sia possibile, allo Stato di
provenienza.
13. Lo straniero espulso non puo' rientrare nel
territorio dello Stato senza una speciale autorizzazione
del Ministro dell'interno. In caso di trasgressione lo
straniero e' punito con l'arresto da sei mesi ad un anno ed
e' nuovamente espulso con accompagnamento immediato alla
frontiera.
13-bis. Nel caso di espulsione disposta dal giudice, il
trasgressore del divieto di reingresso e' punito con la
reclusione da uno a quattro anni. La stessa pena si applica
allo straniero che, gia' denunciato per il reato di cui al
comma 13 ed espulso, abbia fatto reingresso sul territorio
nazionale.
13-ter. Per i reati di cui ai commi 13 e 13-bis e'
sempre consentito l'arresto in flagranza dell'autore del
fatto e, nell'ipotesi di cui al comma 13-bis, e' consentito
il fermo. In ogni caso contro l'autore del fatto si procede
con rito direttissimo.
14. Salvo che sia diversamente disposto, il divieto di
cui al comma 13 opera per un periodo di dieci anni. Nel
decreto di espulsione puo' essere previsto un termine piu'
breve, in ogni caso non inferiore a cinque anni, tenuto
conto della complessiva condotta tenuta dall'interessato
nel periodo di permanenza in Italia.
15. Le disposizioni di cui al comma 5 non si applicano
allo straniero che dimostri sulla base di elementi
obiettivi di essere giunto nel territorio dello Stato prima
della data di entrata in vigore della legge 6 marzo 1998,
n. 40. In tal caso, il questore puo' adottare la misura di
cui all'art. 14, comma 1.
16. L'onere derivante dal comma 10 del presente
articolo e' valutato in lire 4 miliardi per l'anno 1997 e
in lire 8 miliardi annui a decorrere dall'anno 1998".
- Per il testo dell'art. 17, comma 1, della legge
23 agosto 1988, n. 400, vedi note alle premesse.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 686 del codice di procedura penale e il testo
dell'art. 194 delle norme di attuazione, di coordinamento e
transitorie del codice di procedura penale:
"Art. 686 (Iscrizioni nel casellario giudiziale). - 1.
Nel casellario giudiziale, oltre le annotazioni prescritte
da particolari disposizioni di legge, si iscrivono per
estratto:
a) nella materia penale, regolata dal codice penale o
da leggi speciali:
1) le sentenze di condanna e i decreti penali
appena divenuti irrevocabili, salvo quelli concernenti
contravvenzioni per le quali e' ammessa la definizione in
via amministrativa o l'oblazione ai sensi dell'art. 162 del
codice penale, sempre che per le stesse non sia stata
concessa la sospensione condizionale della pena;
2) i provvedimenti emessi dagli organi
giurisdizionali dell'esecuzione non piu' soggetti a
impugnazione che riguardano la pena, le misure di
sicurezza, gli effetti penali della condanna,
l'applicazione dell'amnistia e la dichiarazione di
abitualita' o professionalita' nel reato o di tendenza a
delinquere;
3) i provvedimenti che riguardano l'applicazione di
pene accessorie;
4) le sentenze non piu' soggette a impugnazione che
hanno prosciolto l'imputato o dichiarato non luogo a
procedere per difetto di imputabilita' o disposto una
misura di sicurezza o dichiarato estinto il reato per
applicazione di sanzioni sostitutive su richiesta
dell'imputato;
b) nella materia civile:
1) le sentenze passate in giudicato che hanno
pronunciato l'interdizione o l'inabilitazione e i
provvedimenti che le revocano;
2) le sentenze con le quali l'imprenditore e' stato
dichiarato fallito;
3) le sentenze di omologazione del concordato
fallimentare e quelle che hanno dichiarato la
riabilitazione del fallito;
4) i decreti di chiusura del fallimento;
c) i provvedimenti amministrativi relativi alla
perdita o alla revoca della cittadinanza e all'espulsione
dello straniero;
d) i provvedimenti definitivi che riguardano
l'applicazione delle misure di prevenzione della
sorveglianza speciale semplice o con divieto od obbligo di
soggiorno.
2. Quando sono state riconosciute dall'autorita'
giudiziaria, sono pure iscritte, nei casi previsti dal
comma 1 lettera a), le sentenze pronunciate da autorita'
giudiziarie straniere.
3. Nel casellario si iscrive altresi', se si tratta di
condanna penale, la menzione del luogo e del tempo in cui
la pena fu scontata e dell'eventuale applicazione di misure
alternative alla detenzione ovvero la menzione che non fu
in tutto o in parte scontata, per amnistia, indulto,
grazia, liberazione condizionale o per altra causa; devono
inoltre essere iscritti i provvedimenti che dichiarano o
revocano la riabilitazione".
"Art. 194 (Iscrizioni nel casellario giudiziale). - 1.
Sono iscritti nel casellario giudiziale previsto dall'art.
685 del codice anche i provvedimenti del pubblico ministero
indicati negli articoli 657 e 663 del codice nonche' quelli
con i quali e' concessa la riabilitazione prevista
dall'art. 15 della legge 3 agosto 1988, n. 327.
2. Dei provvedimenti indicati nell'art. 686 comma 1
lettera d) del codice si fa menzione solo nei certificati
previsti dall'art. 688 del codice".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
degli articoli 4 e 14 del regio decreto 18 giugno 1931, n.
778 (Disposizioni regolamentari per il servizio del
casellario giudiziale), abrogati a decorrere dall'entrata
in vigore del testo unico qui pubblicato:
"Art. 4. L'iscrizione nel casellario giudiziale delle
sentenze e dei provvedimenti e' fatta per estratto su
apposita scheda, in conformita' delle istruzioni che
saranno date dal Ministro della giustizia.
La scheda e' formata:
1) nella materia penale, regolata dal codice penale o
da leggi speciali:
a) per sentenze di condanna, divenute irrevocabili,
e per i decreti di condanna, divenuti esecutivi;
b) per le sentenze di proscioglimento pronunciate
nell'istruzione o nel giudizio, divenute irrevocabili; per
le sentenze che dichiarano non colpevole il condannato,
pronunciate dalla Corte di cassazione o dal giudice di
rinvio nel giudizio di revisione;
c) per i provvedimenti con cui il condannato e'
stato dichiarato delinquente o contravventore abituale o
professionale, nonche' per i decreti relativi
all'applicazione di misure di sicurezza;
d) per i provvedimenti con cui e' stata ordinata la
provvisoria applicazione delle pene accessorie;
2) nella materia civile: per le sentenze, che hanno
acquistato autorita' di cosa giudicata, le quali
pronunciano l'interdizione o l'inabilitazione e per i
provvedimenti con cui il giudice ha ordinato il ricovero
della persona in un manicomio o in un riformatorio;
3) nella materia commerciale: per le sentenze e per i
provvedimenti con cui il commerciante e' dichiarato o
considerato fallito;
4) per i provvedimenti amministrativi, relativi alla
perdita o alla revoca della cittadinanza e alla espulsione
dello straniero.
La scheda per le sentenze e per i provvedimenti
menzionati nei numeri 1, 2 e 3, e' formata qualunque sia
l'autorita' giudiziaria italiana, ordinaria o speciale, che
li ha emessi.
Quando ne e' data comunicazione ufficiale, si forma
pure la scheda per le sentenze pronunciate da autorita'
giudiziarie straniere per fatti, preveduti come reati anche
dalla legge italiana, contro cittadini italiani e contro
coloro che hanno perduta la cittadinanza italiana, o contro
stranieri o apolidi, residenti nel territorio dello Stato.
Le altre iscrizioni che devono essere effettuate nel
casellario giudiziale, ai sensi dell'art. 2 prima parte di
questo regolamento, si compiono mediante l'annotazione
delle relative notizie sulle corrispondenti schede gia'
formate e collocate, desumendole da appositi fogli
complementari.".
"Art. 14. Formano oggetto dei fogli complementari, di
cui all'ultimo capoverso dell'art. 4 del presente
regolamento:
1) nella materia penale:
a) la menzione dell'esecuzione della pena di morte;
del luogo e del tempo in cui la pena detentiva fu scontata;
del pagamento della pena pecuniaria o della sua conversione
in pena detentiva;
b) la menzione che la pena di morte e' stata
commutata in quella dell'ergastolo o in altra pena(8); che
la pena detentiva non fu scontata e la pena pecuniaria non
fu pagata, in tutto o in parte, per morte del reo, per
amnistia, indulto, grazia, liberazione condizionale,
remissione di querela o per altra causa estintiva della
pena o anche del reato;
c) i provvedimenti concernenti la esecuzione delle
pene accessorie, che conseguono a una condanna;
d) i provvedimenti con cui e' determinata la pena
che deve essere eseguita, nel caso di concorso di pene;
e) le ordinanze emesse dal giudice di esecuzione,
ai termini dell'art. 590 del codice di procedura penale per
la revoca della sospensione della pena, dell'ordine di non
menzione della condanna nei certificati del casellario e
della liberazione condizionale;
f) i provvedimenti con cui e' ordinata la
cessazione o la sostituzione di misure di sicurezza
applicate, sia pur in via provvisoria, ovvero la
modificazione o la cessazione delle pene accessorie
applicate provvisoriamente, anche se detti provvedimenti
sono contenuti in una sentenza;
g) i provvedimenti che dichiarano la riabilitazione
e quelli da cui pure consegue l'estinzione delle pene
accessorie e di ogni altro effetto penale della condanna,
nonche' i provvedimenti con cui la riabilitazione, gia'
conceduta, e' revocata;
h) le ordinanze della Corte di cassazione, che, nel
caso di piu' condanne irrevocabili per un medesimo fatto
contro la stessa persona, dichiarino, ai termini dell'art.
579 del codice di procedura penale, quale sia la sentenza
da doversi eseguire, annullando le altre;
i) le ordinanze di correzione di errori materiali o
di rettificazione, pronunciate ai sensi degli articoli 149,
385 e 476 del codice di procedura penale;
l) le sentenze della Corte di appello, ai termini
dell'art. 674 del codice di procedura penale, che danno
riconoscimento alle sentenze penali, pronunciate da
autorita' giudiziarie straniere;
2) nella materia civile:
a) la revoca delle sentenze di interdizione o
d'inabilitazione;
b) la revoca dei provvedimenti, con cui il giudice
ordino' il ricovero della persona in un manicomio o in un
riformatorio;
3) nella materia commerciale: le sentenze di
omologazione del concordato e i provvedimenti che revocano
il fallimento o riabilitano il fallito.
Formano, altresi', oggetto dei fogli complementari
qualsiasi altro provvedimento, che riguarda le iscrizioni
gia' eseguite nel casellario giudiziale e le notizie che
sono state omesse al momento della formazione delle schede,
in quanto non ancora conosciute o accertate".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 58-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme
sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle
misure privative e limitative della liberta), abrogato a
decorrere dall'entrata in vigore del testo unico qui
pubblicato:
"Art. 58-bis (Iscrizione nel casellario giudiziale). -
Nel casellario giudiziale sono iscritti i provvedimenti
della sezione di sorveglianza relativi alla irrogazione e
alla revoca delle misure alternative alla pena detentiva".
- Si riporta il testo dell'art. 73 della citata legge
24 novembre 1981, n. 689, abrogato a decorrere dall'entrata
in vigore del testo unico qui pubblicato:
"Art. 73 (Iscrizioni nel casellario giudiziale). - Nei
casi previsti dall'art. 604 del codice di procedura penale
i decreti e le sentenze di condanna alle pene sostitutive
sono iscritti nel casellario giudiziale, anche con
l'indicazione della pena sostitutiva.
Nel casellario giudiziale sono altresi' iscritte le
ordinanze previste dall'art. 66, ultimo comma, e dall'art.
108, ultimo comma".



 
ART. 4 (R)
(Estratto del provvedimento iscrivibile)

1. Ogni provvedimento giudiziario e amministrativo e' iscritto per estratto contenente i seguenti dati:

a) cognome, nome, luogo e data di nascita, codice identificativo
della persona cui si riferisce il provvedimento; codice
identificativo e' il codice fiscale per il cittadino italiano e
per il cittadino di Stato dell'Unione europea che abbia il
domicilio fiscale in Italia, nonche' il codice individuato ai
sensi dell'articolo 43 per il cittadino di Stato dell'Unione
europea che non abbia il codice fiscale e per il cittadino di
Stato non appartenente all'Unione europea; b) numero identificativo del procedimento; c) autorita' che ha emesso il provvedimento; d) data, dispositivo del provvedimento e norme applicate.

2. L'estratto del provvedimento giudiziario penale contiene, inoltre, secondo il tipo di provvedimento, i seguenti dati:

a) luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a
ciascun reato; b) pena principale e pena accessoria, circostanze, sanzione
sostitutiva, sospensione condizionale della pena e non menzione
della condanna nel certificato del casellario giudiziale, misure
alternative alla detenzione, con riferimento a ciascun reato,
anche nelle ipotesi di cui all'articolo 81 del codice penale e
dell'articolo 6, del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274; c) misura di sicurezza, dichiarazione di abitualita' o
professionalita', dichiarazione di tendenza a delinquere.

(artt. 6 e 7, r.d. n. 778/1931)



Note all'art. 4:
- Si riporta il testo dell'art. 81 del codice penale e
dell'art. 6, del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274
(Disposizioni sulla competenza penale del giudice di pace,
a norma dell'art. 14 della legge 24 novembre 1999, n. 468).
"Art. 81 (Concorso formale. Reato continuato). - E'
punito con la pena che dovrebbe infliggersi per la
violazione piu' grave aumentata sino al triplo chi con una
sola azione od omissione viola diverse disposizioni di
legge ovvero commette piu' violazioni della medesima
disposizione di legge.
Alla stessa pena soggiace chi con piu' azioni od
omissioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso,
commette anche in tempi diversi piu' violazioni della
stessa o di diverse disposizioni di legge.
Nei casi preveduti da quest'articolo, la pena non puo'
essere superiore a quella che sarebbe applicabile a norma
degli articoli precedenti".
"Art. 6 (Competenza per materia determinata dalla
connessione). - 1. Tra procedimenti di competenza del
giudice di pace e procedimenti di competenza di altro
giudice, si ha connessione solo nel caso di persona
imputata di piu' reati commessi con una sola azione od
omissione.
2. Se alcuni dei procedimenti connessi appartengono
alla competenza del giudice di pace e altri a quella della
corte di assise o del tribunale, e' competente per tutti il
giudice superiore.
3. La connessione non opera se non e' possibile la
riunione dei processi, ne' tra procedimenti di competenza
del giudice di pace e procedimenti di competenza di un
giudice speciale".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
degli articoli 6 e 7, del regio decreto 18 giugno 1931, n.
778 (Disposizioni regolamentari per il servizio del
casellario giudiziale), abrogati a decorrere dall'entrata
in vigore del testo unico qui pubblicato:
"Art. 6. La scheda del casellario giudiziale deve
contenere l'indicazione del cognome, nome, paternita',
maternita', luogo e data di nascita della persona cui si
riferisce, e tutte le altre notizie, che valgono a
identificarla compresa la indicazione del soprannome o
pseudonimo.
La scheda medesima deve, inoltre, indicare l'autorita'
giudiziaria che ha pronunciato la sentenza o il
provvedimento, la data della pronuncia, il dispositivo e
tutti gli articoli di legge applicati".
"Art. 7. Quando la scheda riguarda una sentenza penale,
oltre le indicazioni di cui all'articolo precedente deve
contenere la menzione delle misure di sicurezza, che sono
state applicate, revocate o sostituite, e se il condannato
e' stato, con la stessa sentenza dichiarato delinquente o
contravventore abituale, o professionale o delinquente per
tendenza.
Dalla scheda deve, inoltre, risultare se il giudice ha
ordinato l'applicazione provvisoria di pene accessorie
ovvero la cessazione di quelle provvisoriamente applicate.
Se siano piu' i reati, per cui una stessa persona e'
stata giudicata, ne e' fatta menzione sulla scheda
distintamente per ciascuno di essi, secondo l'ordine
seguito nella sentenza".



 
ART. 5 (L)
(Eliminazione delle iscrizioni)

1. Le iscrizioni nel casellario giudiziale sono eliminate al compimento dell'ottantesimo anno di eta' o per morte della persona alla quale si riferiscono.
2. Sono, inoltre, eliminate le iscrizioni relative:

a) ai provvedimenti giudiziari revocati a seguito di revisione, o a
norma dell'articolo 673 del codice di procedura penale; b) ai provvedimenti giudiziari dichiarati mancanti o non esecutivi o
dei quali e' stata sospesa l'esecuzione o disposta la restituzione
nel termine, ai sensi dell'articolo 670 del codice di procedura
penale; c) ai provvedimenti giudiziari di proscioglimento o di non luogo a
procedere per difetto di imputabilita', trascorsi dieci anni in
caso di delitto o tre anni in caso di contravvenzione dal giorno
in cui il provvedimento e' divenuto irrevocabile o, nel caso di
non luogo a procedere, dal giorno in cui e' scaduto il termine per
l'impugnazione; d) ai provvedimenti giudiziari di condanna per contravvenzioni per le
quali e' stata inflitta la pena dell'ammenda, salvo che sia stato
concesso alcuno dei benefici di cui agli articoli 163 e 175 del
codice penale, trascorsi dieci anni dal giorno in cui la pena e'
stata eseguita ovvero si e' in altro modo estinta; e) ai provvedimenti giudiziari di proscioglimento per difetto di
imputabilita' emessi dal giudice di pace, trascorsi tre anni dal
giorno in cui il provvedimento e' divenuto irrevocabile; f) ai provvedimenti giudiziari di proscioglimento per difetto di
imputabilita' relativi ai reati di competenza del giudice di pace,
emessi da un giudice diverso, limitatamente alle iscrizioni
concernenti questi reati, trascorsi tre anni dal giorno in cui il
provvedimento e' divenuto irrevocabile; g) ai provvedimenti giudiziari di condanna emessi dal giudice di
pace, trascorsi cinque anni dal giorno in cui la sanzione e' stata
eseguita se e' stata inflitta la pena pecuniaria, o dieci anni se
e' stata inflitta una pena diversa, se nei periodi indicati non e'
stato commesso un ulteriore reato; h) ai provvedimenti giudiziari di condanna relativi ai reati di
competenza del giudice di pace emessi da un giudice diverso,
limitatamente alle iscrizioni concernenti questi reati, trascorsi
cinque anni dal giorno in cui la sanzione e' stata eseguita se e'
stata inflitta la pena pecuniaria, o dieci anni se e' stata
inflitta una pena diversa, se nei periodi indicati non e' stato
commesso un ulteriore reato; i) ai provvedimenti giudiziari con i quali l'imprenditore e' stato
dichiarato fallito ed e' stato chiuso il fallimento, quando il
fallimento e' revocato con provvedimento definitivo; l) ai provvedimenti amministrativi di espulsione, quando sono
annullati con provvedimento giudiziario o amministrativo
definitivo.

3. Se sono state applicate misure di sicurezza, i termini previsti dal comma 2 decorrono dalla data della revoca della misura di sicurezza e, se questa e' stata applicata o sostituita con provvedimento giudiziario di esecuzione, e' eliminata anche l'iscrizione relativa a quest'ultimo.
4. Le iscrizioni di provvedimenti giudiziari relativi a minori di eta' sono eliminate al compimento del diciottesimo anno di eta' della persona cui si riferiscono, eccetto quelle relative al perdono giudiziale, che sono eliminate al compimento del ventunesimo anno, ed eccetto quelle relative ai provvedimenti di condanna a pena detentiva, anche se condizionalmente sospesa.
(art. 687 c.p..p.; art. 36, primo c., lett. a), r.d. n. 778/1931; art. 15 d.P.R. n. 448/1988; artt. 46 e 63 c. 2, d.lgs. n. 274/2000)



Note all'art. 5:
- Si riporta il testo degli articoli 673 e 670 del
codice di procedura penale e gli articoli 163 e 175 del
codice penale:
"Art. 673 (Revoca della sentenza per abolizione del
reato). - 1. Nel caso di abrogazione o di dichiarazione di
illegittimita' costituzionale della norma incriminatrice,
il giudice dell'esecuzione revoca la sentenza di condanna o
il decreto penale dichiarando che il fatto non e' previsto
dalla legge come reato e adotta i provvedimenti
conseguenti.
2. Allo stesso modo provvede quando e' stata emessa
sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere per
estinzione del reato o per mancanza di imputabilita'".
"Art. 670 (Questioni sul titolo esecutivo). - 1. Quando
il giudice dell'esecuzione accerta che il provvedimento
manca o non e' divenuto esecutivo, valutata anche nel
merito l'osservanza delle garanzie previste nel caso di
irreperibilita' del condannato, lo dichiara con ordinanza e
sospende l'esecuzione, disponendo, se occorre, la
liberazione dell'interessato e la rinnovazione della
notificazione non validamente eseguita. In tal caso decorre
nuovamente il termine per l'impugnazione.
2. Quando e' proposta impugnazione od opposizione, il
giudice dell'esecuzione, dopo aver provveduto sulla
richiesta dell'interessato, trasmette gli atti al giudice
di cognizione competente. La decisione del giudice
dell'esecuzione non pregiudica quella del giudice
dell'impugnazione o dell'opposizione, il quale, se ritiene
ammissibile il gravame, sospende con ordinanza l'esecuzione
che non sia gia' stata sospesa.
3. Se l'interessato, nel proporre richiesta perche' sia
dichiarata la non esecutivita' del provvedimento, eccepisce
che comunque sussistono i presupposti e le condizioni per
la restituzione nel termine a norma dell'art. 175, e la
relativa richiesta non e' gia' stata proposta al giudice
dell'impugnazione, il giudice dell'esecuzione, se non deve
dichiarare la non esecutivita' del provvedimento, decide
sulla restituzione. In tal caso, la richiesta di
restituzione nel termine non puo' essere riproposta al
giudice dell'impugnazione. Si applicano le disposizioni
dell'art. 175 commi 7 e 8".
"Art. 163 (Sospensione condizionale della pena). - Nel
pronunciare sentenza di condanna alla reclusione o
all'arresto per un tempo non superiore a due anni, ovvero a
pena pecuniaria che, sola o congiunta alla pena detentiva e
ragguagliata a norma dell'art. 135, sia equivalente ad una
pena privativa della liberta' personale per un tempo non
superiore, nel complesso, a due anni, il giudice puo'
ordinare che l'esecuzione della pena rimanga sospesa per il
termine di cinque anni se la condanna e' per delitto e di
due anni se la condanna e' per contravvenzione.
Se il reato e' stato commesso da un minore degli anni
diciotto, la sospensione puo' essere ordinata quando si
infligga una pena restrittiva della liberta' personale non
superiore a tre anni, ovvero una pena pecuniaria che, sola
o congiunta alla pena detentiva e ragguagliata a norma
dell'art. 135, sia equivalente ad una pena privativa della
liberta' personale per un tempo non superiore, nel
complesso, a tre anni.
Se il reato e' stato commesso da persona di eta'
superiore agli anni diciotto ma inferiore agli anni ventuno
o da chi ha compiuto gli anni settanta, la sospensione puo'
essere ordinata quando si infligga una pena restrittiva
della liberta' personale non superiore a due anni e sei
mesi ovvero una pena pecuniaria che, sola o congiunta alla
pena detentiva e ragguagliata a norma dell'art. 135, sia
equivalente ad una pena privativa della liberta' personale
per un tempo non superiore, nel complesso, a due anni e sei
mesi".
"Art. 175 (Non menzione della condanna nel certificato
del casellario giudiziale). - Se, con una prima condanna,
e' inflitta una pena detentiva non superiore a due anni,
ovvero una pena pecuniaria non superiore a un milione, il
giudice, avuto riguardo alle circostanze indicate nell'art.
133, puo' ordinare in sentenza che non sia fatta menzione
della condanna nel certificato del casellario giudiziale,
spedito a richiesta di privati, non per ragione di diritto
elettorale.
La non menzione della condanna puo' essere altresi'
concessa quando e' inflitta congiuntamente una pena
detentiva non superiore a due anni ed una pena pecuniaria,
che, ragguagliata a norma dell'art. 135 e cumulata alla
pena detentiva, priverebbe complessivamente il condannato
della liberta' personale per un tempo non superiore a
trenta mesi.
Se il condannato commette successivamente un delitto,
l'ordine di non fare menzione della condanna precedente e'
revocato.".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 687 del codice di procedura penale:
"Art. 687 (Eliminazione delle iscrizioni). - 1. Le
iscrizioni del casellario sono eliminate appena si ha
notizia ufficiale dell'accertata morte della persona alla
quale si riferiscono ovvero quando sono trascorsi ottanta
anni dalla nascita della persona medesima.
2. Sono inoltre eliminate le iscrizioni relative:
a) alle sentenze e ai decreti revocati a seguito o a
norma dell'art. 673;
b) alle sentenze di proscioglimento o di non luogo a
procedere per difetto di imputabilita', trascorsi dieci
anni in caso di delitto o tre anni in caso di
contravvenzione dal giorno in cui la sentenza e' divenuta
irrevocabile o, se trattasi di sentenza di non luogo a
procedere, e' scaduto il termine per l'impugnazione;
c) alle sentenze o ai decreti di condanna per
contravvenzioni per le quali e' stata inflitta la pena
dell'ammenda, salvo che sia stato concesso alcuno dei
benefici previsti dagli articoli 163 e 175 del codice
penale, trascorsi dieci anni dal giorno in cui la pena e'
stata eseguita ovvero si e' in altro modo estinta.
3. Qualora siano state applicate misure di sicurezza, i
termini previsti dal comma 2 decorrono dalla data della
revoca della misura di sicurezza e, se questa e' stata
applicata o sostituita con provvedimento successivo alla
sentenza, anche la relativa iscrizione e' eliminata.
3-bis. Nella materia civile, sono eliminate le
iscrizioni relative:
a) ai provvedimenti indicati nell'art. 686, comma 1,
lettera b), numeri 2) e 4), quando il fallimento e' stato
revocato con sentenza passata in giudicato;
b) ai provvedimenti indicati nell'art. 686, comma 1,
lettera c), quando sono stati annullati con provvedimento
amministrativo o con sentenza passata in giudicato.".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 36 del citato regio decreto 18 giugno 1931, n.
778 (abrogato a decorrere dall'entrata in vigore del testo
unico qui pubblicato):
"Art. 36. - Oltre ai casi di eliminazione, menzionati
nell'art. 605 del codice di procedura penale, sono estratte
dal casellario giudiziale le schede concernenti:
a) le iscrizioni relative a decisioni annullate da un
successivo provvedimento, che riguardi la medesima persona
e il medesimo fatto;
b) le iscrizioni che risultino duplicate, o quelle
indebitamente ad altri attribuite a causa delle false
generalita' dichiarate dall'imputato o per errore di norme,
incorso negli atti del procedimento, qualora le sentenze
relative alle iscrizioni stesse siano state annullate da
una successiva decisione.".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 46 del citato decreto legislativo 28 agosto 2000,
n. 274, abrogato a decorrere dall'entrata in vigore del
testo unico qui pubblicato:
"Art. 46 (Eliminazione dal casellario giudiziale delle
iscrizioni relative a sentenze del giudice di pace in
materia penale). - 1. Fermo quanto previsto dall'art. 687
del codice di procedura penale, sono altresi' eliminate le
iscrizioni relative:
a) alle sentenze del giudice di pace di
proscioglimento per difetto di imputabilita', trascorsi tre
anni dal giorno in cui la sentenza e' divenuta
irrevocabile;
b) alle sentenze del giudice di pace di condanna,
trascorsi cinque anni dal giorno in cui la sanzione e'
stata eseguita se e' stata inflitta la pena pecuniaria, o
dieci anni se e' stata inflitta una pena diversa sempre che
nei periodi indicati non sia stato commesso un ulteriore
reato.".
- Si riporta il testo dell'art. 63 del citato decreto
legislativo 28 agosto 2000, n. 274, come modificato dal
testo unico qui pubblicato:
"Art. 63 (Norme applicabili da parte di giudici
diversi). - 1. Nei casi in cui i reati indicati nell'art.
4, commi 1 e 2, sono giudicati da un giudice diverso dal
giudice di pace, si osservano le disposizioni del titolo II
del presente decreto legislativo, nonche', in quanto
applicabili, le disposizioni di cui agli articoli 33, 34,
35, 43 e 44.
2. (Abrogato).".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 15 del decreto del Presidente della Repubblica
22 settembre 1988, n. 488 (Approvazione delle disposizioni
sul processo penale a carico di imputati minorenni),
abrogato a decorrere dall'entrata in vigore del testo unico
qui pubblicato:
"Art. 15 (Eliminazione delle iscrizioni). - 1. Le
iscrizioni relative a provvedimenti di condanna a pena
detentiva, anche se condizionalmente sospesa, sono
trasmesse all'ufficio del casellario giudiziale previsto
dall'art. 685 del codice di procedura penale al compimento
del diciottesimo anno della persona alla quale si
riferiscono.
2. Le iscrizioni relative alla concessione del perdono
giudiziale sono conservate sino al compimento del
ventunesimo anno di eta' della persona alla quale si
riferiscono. Tutte le altre iscrizioni sono eliminate al
compimento del diciottesimo anno di eta'.".
Note all'art. 6:
- Si riporta il testo degli articoli 60 e 636 del
codice di procedura penale, e dell'art. 3 del citato
decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274:
"Art. 60 (Assunzione della qualita' di imputato). - 1.
Assume la qualita' di imputato la persona alla quale e'
attribuito il reato nella richiesta di rinvio a giudizio,
di giudizio immediato, di decreto penale di condanna, di
applicazione della pena a norma dell'art. 447, comma 1, nel
decreto di citazione diretta a giudizio e nel giudizio
direttissimo.
2. La qualita' di imputato si conserva in ogni stato e
grado del processo, sino a che non sia piu' soggetta a
impugnazione la sentenza di non luogo a procedere, sia
divenuta irrevocabile la sentenza di proscioglimento o di
condanna o sia divenuto esecutivo il decreto penale di
condanna.
3. La qualita' di imputato si riassume in caso di
revoca della sentenza di non luogo a procedere e qualora
sia disposta la revisione del processo.".
"Art. 636 (Giudizio di revisione). - 1. Il presidente
della Corte di appello emette il decreto di citazione a
norma dell'art. 601.
2. Si osservano le disposizioni del titolo I e del
titolo II del libro VII in quanto siano applicabili e nei
limiti delle ragioni indicate nella richiesta di revisione.
"Art. 3 (Assunzione della qualita' di imputato). -
1. Nel procedimento davanti al giudice di pace, assume la
qualita' di imputato la persona alla quale il reato e'
attribuito nella citazione a giudizio disposta dalla
polizia giudiziaria o nel decreto di convocazione delle
parti emesso dal giudice di pace.".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 110 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n.
271 (Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie
del codice di procedura penale), come modificato dal testo
unico qui pubblicato:
"Art. 110 (Richiesta dei certificati). - 1. Non appena
il nome della persona alla quale il reato e' attribuito e'
stato iscritto nel registro indicato nell'art. 335 del
codice, la segreteria richiede:
a) i certificati anagrafici;
b) il certificato previsto dall'art. 688 del codice;
c) il certificato del casellario dei carichi
pendenti.
2. (Abrogato).".



 
ART. 6 (L)
(Provvedimenti iscrivibili)

1. Nel casellario dei carichi pendenti si iscrivono per estratto:

a) i provvedimenti giudiziari di cui all'articolo 60, comma 1, del
codice di procedura penale, il provvedimento di revoca della
sentenza di non luogo a procedere, il decreto di citazione di cui
all'articolo 636, comma 1, del codice di procedura penale, i
provvedimenti giudiziari di cui all'articolo 3 del decreto
legislativo 28 agosto 2000, n. 274; b) ogni altro provvedimento giudiziario che decide sull'imputazione,
emesso nelle fasi e nei gradi successivi.

(art. 110, c. 1, lett. c), d.lgs. n. 271/1989, e raccordo con l'art. 60, c. 3, c.p.p)
 
ART. 7 (R)
(Estratto del provvedimento iscrivibile)

1. Ogni provvedimento giudiziario e' iscritto per estratto contenente, secondo il tipo di provvedimento, i seguenti dati:

a) cognome, nome, luogo e data di nascita, codice identificativo
della persona cui si riferisce il provvedimento giudiziario;
codice identificativo e' il codice fiscale per il cittadino
italiano e per il cittadino di Stato dell'Unione europea che abbia
il domicilio fiscale in Italia, nonche' il codice individuato ai
sensi dell'articolo 43 per il cittadino di Stato dell'Unione
europea che non abbia il codice fiscale e per il cittadino di
Stato non appartenente all'Unione europea; b) numero identificativo del procedimento; c) autorita' che ha emesso il provvedimento giudiziario; d) data, dispositivo del provvedimento giudiziario e norme applicate; e) luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a
ciascun reato; f) pena principale e pena accessoria, circostanze, sanzione
sostitutiva, sospensione condizionale della pena e non menzione
della condanna nel certificato del casellario giudiziale, anche
nelle ipotesi di cui all'articolo 81 del codice penale e
dell'articolo 6 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274; g) misura di sicurezza, dichiarazione di abitualita' o
professionalita', dichiarazione di tendenza a delinquere.

(estensione art. 6 e 7 r.d. n. 778/1931)



Note all'art. 7:
- Per il testo dell'art. 81 del codice penale e
dell'art. 6 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274,
vedi note all'art. 4.
- Per il testo degli articoli 6 e 7 del citato regio
decreto n. 778 del 1931, vedi note all'art. 4.



 
ART. 8 (L)
(Eliminazioni delle iscrizioni)

1. Le iscrizioni nel casellario dei carichi pendenti sono eliminate:

a) al compimento dell'ottantesimo anno di eta' o per morte della
persona alla quale si riferiscono; b) alla cessazione della qualita' di imputato ai sensi dell'articolo
60, comma 2, del codice di procedura penale.

(art. 110, c. 1, lett. c), d.lgs. n 271/1989 ed estensione del principio di cui all'art. 687, c. 1, c.p.p)



Note all'art. 8:
- Per il testo dell'art. 60, comma 2, del codice di
procedura penale, vedi note all'art. 6.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 687 del codice di procedura penale; per l'art.
110 del decreto legislativo n. 271/1989 si rinvia alle note
all'art. 6:
"Art. 687 (Eliminazione delle iscrizioni). - 1. Le
iscrizioni del casellario sono eliminate appena si ha
notizia ufficiale dell'accertata morte della persona alla
quale si riferiscono ovvero sono trascorsi ottanta anni
dalla nascita della persona medesima.
2. Sono inoltre eliminate le iscrizioni relative:
a) alle sentenze e ai decreti revocati a seguito di
revisione o a norma dell'art. 673;
b) alle sentenze di proscioglimento o di non luogo a
procedere per difetto di imputabilita', trascorsi dieci
anni in caso di delitto o tre anni in caso di
contravvenzione dal giorno in cui la sentenza e' divenuta
irrevocabile o, se trattasi di sentenza di non luogo a
procedere, e' scaduto il termine per l'impugnazione;
c) alle sentenze o ai decreti di condanna per
contravvenzioni per le quali e' stata inflitta la pena
dell'ammenda, salvo che sia stato concesso alcuno dei
benefici previsti dagli articoli 163 e 175 del codice
penale, trascorsi dieci anni dal giorno in cui la pena e'
stata eseguita ovvero si e' in altro modo estinta.
3. Qualora siano state applicate misure di sicurezza, i
termini previsti dal comma 2 decorrono dalla data della
revoca della misura di sicurezza e, se questa e' stata
applicata o sostituita con provvedimento successivo alla
sentenza, anche la relativa iscrizione e' eliminata.
3-bis. Nella materia civile, sono eliminate le
iscrizioni relative:
a) ai provvedimenti indicati nell'art. 698, comma 1,
lettera b), numeri 2) e 4), quando il fallimento e' stato
revocato con sentenza passata in giudicato;
b) ai provvedimenti indicati nell'art. 686, comma 1,
lettera c) quando sono stati annullati con provvedimento
amministrativo o con sentenza passata in giudicato.".



 
ART. 9 (L)
(Provvedimenti iscrivibili)

1. Nell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato si iscrivono per estratto:

a) i provvedimenti giudiziari definitivi che applicano agli enti le sanzioni amministrative di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231;
b) i provvedimenti giudiziari definitivi relativi all'esecuzione delle stesse sanzioni;
c) qualsiasi altro provvedimento che concerne a norma di legge i provvedimenti gia' iscritti, come individuato con decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro della giustizia.

(art. 80, c. 2, d.lgs. n. 231/2001)



Note all'art. 9:
- Per il titolo del decreto legislativo 8 giugno 2001,
n. 231, vedi nota all'art. 2.
- Per il testo dell'art. 17, comma 1, della legge
23 agosto 1988, n. 400, vedi note alle premesse.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 80 del decreto legislativo n. 231/2001, abrogato
a decorrere dall'entrata in vigore del testo unico qui
pubblicato:
"Art. 80 (Anagrafe nazionale delle sanzioni
amministrative). - 1. Presso il casellario giudiziale
centrale e' istituita l'anagrafe nazionale delle sanzioni
amministrative di cui al capo II.
2. Nell'anagrafe sono iscritti, per estratto, le
sentenze e i decreti che hanno applicato agli enti sanzioni
amministrative dipendenti da reato appena divenuti
irrevocabili nonche' i provvedimenti emessi dagli organi
giurisdizionali dell'esecuzione non piu' soggetti ad
impugnazione che riguardano le sanzioni amministrative.
3. Le iscrizioni dell'anagrafe sono eliminate trascorsi
cinque anni dal giorno in cui hanno avuto esecuzione se e'
stata applicata la sanzione pecuniaria o dieci anni se e'
stata applicata una sanzione diversa sempre che nei periodi
indicati non e' stato commesso un ulteriore illecito
amministrativo.".



 
ART. 10 (R)
(Estratto del provvedimento iscrivibile)

1. Ogni provvedimento giudiziario e' iscritto per estratto contenente i seguenti dati:

a) denominazione e codice identificativo dell'ente cui si riferisce
il provvedimento giudiziario; codice identificativo e il codice
fiscale dell'ente; b) rappresentante e sede legale dell'ente; c) numero identificativo del procedimento; d) autorita' che ha emesso il provvedimento giudiziario; e) data, dispositivo del provvedimento giudiziario e norme applicate; f) luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a
ciascun illecito amministrativo dipendente da reato; g) sanzione amministrativa applicata, con riferimento a ciascun
illecito amministrativo dipendente da reato, anche nelle ipotesi
di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n.
231.

(estensione artt. 6 e 7 r.d. n. 778/1931)



Note all'art. 10:
- Si riporta il testo dell'art. 21 del citato decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231:
"Art. 21 (Pluralita' di illeciti). - 1. Quando l'ente
e' responsabile in relazione ad una pluralita' di reati
commessi con una unica azione od omissione ovvero commessi
nello svolgimento di una medesima attivita' e prima che per
uno di essi sia stata pronunciata sentenza anche non
definitiva, si applica la sanzione pecuniaria prevista per
l'illecito piu' grave aumentata fino al triplo. Per effetto
di detto aumento, l'ammontare della sanzione pecuniaria non
puo' comunque essere superiore alla somma delle sanzioni
applicabili per ciascun illecito.
2. Nei casi previsti dal comma 1, quando in relazione a
uno o piu' degli illeciti ricorrono le condizioni per
l'applicazione delle sanzioni interdittive, si applica
quella prevista per l'illecito piu' grave.".
- Per gli articoli 6 e 7 del regio decreto n. 778/1931,
vedi note all'art. 4.



 
ART. 11 (L)
(Eliminazione delle iscrizioni)

1. Le iscrizioni nell'anagrafe delle sanzioni amministrative sono eliminate trascorsi cinque anni dal giorno in cui e' stata eseguita la sanzione pecuniaria, o trascorsi dieci anni dal giorno in cui e' cessata l'esecuzione di qualunque altra diversa sanzione, se negli stessi periodi non e' stato commesso un ulteriore illecito amministrativo.
(art. 80, c. 2, d.lgs. n. 231/2001)



Note all'art. 11:
- Per l'art. 80, comma 2, del citato decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231, vedi note all'art. 9.



 
ART. 12 (L)
(Provvedimenti iscrivibili)

1. Nell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato si iscrivono per estratto:

a) i provvedimenti giudiziari con i quali viene contestato all'ente
l'illecito amministrativo dipendente da reato; b) ogni altro provvedimento giudiziario che decide sulla
contestazione dell'illecito amministrativo emesso nelle fasi e nei
gradi successivi.

(art. 110, c. 1, lett. c), d.lgs. n. 271/1989, e raccordo con gli artt. 36 e 59 d.lgs. n. 231/2001)



Note all'art. 12:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
degli articoli 36 e 59 del citato decreto legislativo
8 giugno 2001, n. 231; per l'art. 110 del decreto
legislativo n. 271/1989 vedi note all'art. 6:
"Art. 36 (Attribuzioni del giudice penale). - 1. La
competenza a conoscere gli illeciti amministrativi
dell'ente appartiene al giudice penale competente per i
reati dai quali gli stessi dipendono.
2. Per il procedimento di accertamento dell'illecito
amministrativo dell'ente si osservano le disposizioni sulla
composizione del tribunale e le disposizioni processuali
collegate relative ai reati dai quali l'illecito
amministrativo dipende.".
"Art. 59 (Contestazione dell'illecito amministrativo).
- 1. Quando non dispone l'archiviazione, il pubblico
ministero contesta all'ente l'illecito amministrativo
dipendente dal reato. La contestazione dell'illecito e'
contenuta in uno degli atti indicati dall'art. 405, comma
1, del codice di procedura penale.
2. La contestazione contiene gli elementi
identificativi dell'ente, l'enunciazione, in forma chiara e
precisa, del fatto che puo' comportare l'applicazione delle
sanzioni amministrative, con l'indicazione del reato da cui
l'illecito dipende e dei relativi articoli di legge e delle
fonti di prova.".



 
ART. 13 (R)
(Estratto del provvedimento iscrivibile)

1. Ogni provvedimento giudiziario e' iscritto per estratto contenente, secondo il tipo di provvedimento, i seguenti dati:

a) denominazione e codice identificativo dell'ente cui si riferisce
il provvedimento giudiziario; codice identificativo e' il codice
fiscale dell'ente; b) rappresentante e sede legale dell'ente; c) numero identificativo del procedimento; d) autorita' che ha emesso il provvedimento giudiziario; e) data, dispositivo del provvedimento giudiziario e norme applicate; f) luogo, data dell'infrazione e norme applicate, con riferimento a
ciascun illecito amministrativo dipendente da reato; g) sanzione amministrativa applicata, con riferimento a ciascun
illecito amministrativo dipendente da reato, anche nelle ipotesi
di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n.
231.

(estensione artt. 6 e 7 r.d. n. 778/1931)



Note all'art. 13:
- Per il testo dell'art. 21 del citato decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231, vedi note all'art. 10.
- Per gli articoli 6 e 7 del regio decreto n. 778/1931,
vedi note all'art. 4.



 
ART. 14 (L)
(Eliminazione delle iscrizioni)

1. Le iscrizioni dell'anagrafe dei carichi pendenti delle sanzioni amministrative sono eliminate alla cessazione della qualita' di ente sottoposto al procedimento di accertamento relativo agli illeciti amministrativi dipendenti da reato.
(art. 110, c. 1, lett. c), d.lgs. n. 271/1989, raccordo tra l'art. 35 d.lgs. n. 231/2001 e l'art. 60, c. 2, c.p.p.)



Note all'art. 14:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 35 del citato decreto legislativo n. 231/2001:
"Art. 35 (Estensione della disciplina relativa
all'imputato). 1. All'ente si applicano le disposizioni
processuali relative all'imputato, in quanto compatibili.".
- Per il testo dell'art. 110 del citato decreto
legislativo n. 271/1989 e dell'art. 60 del codice di
procedura penale, vedi note all'art. 6.



 
ART. 15 (R)
(Ufficio iscrizione)

1. L'ufficio iscrizione iscrive l'estratto nel sistema ed elimina dal sistema le iscrizioni di tutti i provvedimenti, esclusi quelli di competenza dell'ufficio centrale ai sensi dell'articolo 19, commi 3, 4 e 6.
2. Ai fini dell'eliminazione, ufficio iscrizione e' l'ufficio presso l'autorita' giudiziaria che ha emesso il provvedimento soggetto ad eliminazione per decorso del tempo ai sensi dell'articolo 5, comma 2, lettere e), d), e), f), g) e h), e dell'articolo 11, comma 1, o l'ufficio presso l'autorita' giudiziaria che ha emesso il provvedimento da cui deriva l'eliminazione dell'iscrizione ai sensi dell'articolo 5, comma 2, lettere a), b) ed i), dell'articolo 8, comma 1, lettera b), e dell'articolo l4,comma 1.
3. L'iscrizione o l'eliminazione e' effettuata quando il provvedimento giudiziario e' definitivo; nel caso di iscrizione di provvedimenti non definitivi, quando il provvedimento e' pubblicato nelle forme di legge.
4. L'ufficio iscrizione verifica l'esistenza nel fascicolo dei codici identificativi delle persone e degli enti, nonche' del numero identificativo del procedimento; verifica, inoltre, la completezza nel provvedimento dei dati utili ai fini dell'estratto.
5. L'ufficio iscrizione se riscontra nel fascicolo la mancanza del codice identificativo delle persone o degli enti o del numero identificativo del procedimento provvede ad inserirlo secondo le modalita' previste dai decreti dirigenziali emanati ai sensi degli articoli 42 e 43.
6. L'ufficio iscrizione se nel provvedimento riscontra dati mancanti o incompleti, lo segnala all'autorita' competente alla correzione, e in particolare, al giudice penale ai sensi dell'articolo 130 del codice di procedura penale, al giudice civile o amministrativo ai sensi dell'articolo 288, secondo comma, del codice di procedura civile, all'autorita' amministrativa che ha emesso il provvedimento.
7. L'ufficio iscrizione se riscontra contrasti tra il provvedimento da iscrivere e quelli gia' iscritti nel sistema, effettua la segnalazione al pubblico ministero competente ai fini della risoluzione della questione concernente l'iscrizione, ai sensi dell'articolo 40.



Note all'art. 15:
- Si riporta il testo dell'art. 130 del codice di
procedura penale e dell'art. 288 del codice di procedura
civile:
"Art. 130 (Correzione di errori materiali). - 1. La
correzione nelle sentenze, delle ordinanze e dei decreti
inficiati da errori od omissioni che non determinano
nullita', e la cui eliminazione non comporta una
modificazione essenziale dell'atto, e' disposta, anche di
ufficio, dal giudice che ha emesso il provvedimento. Se
questo e' impugnato, e l'impugnazione non e' dichiarata
inammissibile, la correzione e' disposta dal giudice
competente a conoscere dell'impugnazione.
2. Il giudice provvede in camera di consiglio a norma
dell'art. 127. Dell'ordinanza che ha disposto la correzione
e' fatta annotazione sull'originale dell'atto.".
"Art. 288. Procedimento di correzione.
Se tutte le parti concordano nel chiedere la stessa
correzione, il giudice provvede con decreto.
Se e' chiesta da una delle parti, il giudice, con
decreto da notificarsi insieme col ricorso a norma
dell'art. 170 primo e terzo comma, fissa l'udienza nella
quale le parti debbono comparire davanti a lui.
Sull'istanza il giudice provvede con ordinanza, che deve
essere annotata sull'originale del provvedimento.
Se e' chiesta la correzione di una sentenza dopo un
anno dalla pubblicazione, il ricorso e il decreto debbono
essere notificati alle altre parti personalmente.
Le sentenze possono essere impugnate relativamente alle
parti corrette nel termine ordinario decorrente dal giorno
in cui e' stata notificata l'ordinanza di correzione.".



 
ART. 16 (R)
(Comunicazioni all'ufficio iscrizione)

1. L'ufficio di cancelleria del giudice dell'esecuzione comunica all'ufficio iscrizione l'avvenuta esecuzione della pena pecuniaria e di ogni altra pena ai fini della eliminazione delle iscrizioni collegate al decorso del tempo dall'esecuzione della pena.
 
ART. 17 (R)
(Ufficio territoriale)

1. L'ufficio territoriale rilascia i certificati, esclusi quelli richiesti da autorita' straniere, e consente la visura delle iscrizioni.
(art. 51 d.lgs. n. 274/2000 e art. 20 d.m. n. 204/2001)



Note all'art. 17:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 51 del citato decreto legislativo 28 agosto 2000,
n. 274, come modificato dal testo unico qui pubblicato:
"Art. 51 (Disposizioni regolamentari e sulla tenuta dei
registri). - 1. Con regolamento emanato ai sensi dell'art.
17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro
centocinquanta giorni dalla pubblicazione del presente
decreto legislativo, il Ministro della giustizia adotta le
disposizioni regolamentari relative ai procedimenti penali
davanti al giudice di pace, che concernono:
a) le modalita' di formazione e tenuta dei fascicoli
degli uffici giudiziari;
b) (lettera abrogata);
c) le altre attivita' necessarie per l'attuazione del
presente decreto legislativo.
2. Il parere del Consiglio di Stato sul regolamento
previsto nel comma 1 e' reso entro trenta giorni dalla
richiesta.
3. La disciplina sulla tenuta in forma automatizzata
dei registri e delle altre forme di registrazione in
materia penale e' adottata con decreto del Ministro della
giustizia.".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 20 del decreto ministeriale 6 aprile 2001, n. 204
(Regolamento di esecuzione del decreto legislativo 28
agosto 2000, n. 274, recante disposizioni sulla competenza
penale del giudice di pace), abrogato a decorrere
dall'entrata in vigore del testo unico qui pubblicato.
"Art. 20. - 1. I certificati del casellario giudiziale
di cui all'art. 689 del codice di procedura penale possono
essere richiesti e ritirati presso la cancelleria del
giudice di pace. Con decreto del Ministro della giustizia
vengono disciplinate le attivita' dirette al rilascio dei
certificati.".



 
ART. 18 (R)
(Ufficio locale)

1. L'ufficio locale rilascia i certificati, compresi quelli richiesti da autorita' straniere, e consente la visura delle iscrizioni.
(art. 2, terzo c., r.d. n. 778/1931)



Note all'art. 18:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 2 del citato regio decreto n. 788/1931, abrogato
a decorrere dall'entrata in vigore del testo unico qui
pubblicato:
"Art. 2. Gli uffici locali del casellario giudiziale
raccolgono e conservano gli estratti delle sentenze e dei
provvedimenti indicati negli articoli 604, 587 ultimo
capoverso e 588 prima parte del codice di procedura penale,
concernenti i nati nei comuni compresi nel circondario
giudiziario, anche se stranieri o apolidi. Gli estratti
delle sentenze e dei provvedimenti suindicati, concernenti
stranieri o apolidi nati all'estero, anche se hanno
successivamente ottenuta la cittadinanza italiana, o
concernenti cittadini italiani nati all'estero o dei quali
non si sia potuto accertare il luogo di nascita nel
territorio dello Stato, si conservano nell'ufficio del
casellario presso la Procura del Re di Roma. Gli uffici
locali del casellario giudiziale provvedono altresi' al
rilascio, per i motivi e nei limiti stabiliti nella legge,
dei certificati concernenti le iscrizioni conservate nei
casellari stessi.".



 
Art. 19 (R)
(Ufficio centrale)

1. L'ufficio centrale svolge i seguenti compiti:

a) raccoglie e conserva i dati immessi nel sistema del casellario giudiziale e dei carichi pendenti, trattando separatamente quelli delle iscrizioni relative ai minorenni;
b) raccoglie e conserva i dati immessi nell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e nell'anagrafe dei carichi pendenti delle sanzioni amministrative dipendenti da reato;
c) conserva i dati suddetti adottando le piu' idonee modalita' tecniche al fine di consentirne l'immediato utilizzo per la reintegrazione di quelli eventualmente andati persi e per la compilazione dei certificati di emergenza;
d) conserva a fini statistici, in modo anonimo, i dati eliminati;
e) concorre ad elaborare le modalita' tecniche di funzionamento del sistema di cui all'articolo 42, relative all'iscrizione, eliminazione, scambio, trasmissione e conservazione dei dati nelle procedure degli e tra gli uffici;
f) vigila sull'attivita' degli uffici, adottando le misure necessarie per prevenire o rimuovere eventuali irregolarita';
g) adotta le iniziative necessarie e promuove gli interventi opportuni per garantire il pieno svolgimento delle funzioni del casellario giudiziale, del casellario dei carichi pendenti, dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato, dell'anagrafe dei carichi pendenti delle sanzioni amministrative dipendenti da reato.
2. L'ufficio centrale iscrive nel sistema l'estratto ed elimina dal sistema le iscrizioni dei provvedimenti amministrativi di espulsione e dei provvedimenti giudiziari che decidono il ricorso avverso questi.
3. L'ufficio centrale iscrive nel sistema l'estratto del decreto di grazia.
4. Si applicano i commi 4, 5 e 6 dell'articolo 15.
5. L'ufficio centrale elimina dal sistema le iscrizioni relative a persone morte, le iscrizioni relative a persone che hanno compiuto ottanta anni, nonche' le iscrizioni dei provvedimenti giudiziari relativi a minori ai sensi dell'articolo 5, comma 4.
6. L'ufficio centrale, infine, svolge le seguenti attivita' di supporto:
a) fornisce al Ministero della giustizia i dati relativi all'esecuzione dei provvedimenti giudiziari in materia penale;
b) fornisce all'autorita' giudiziaria e alla pubblica amministrazione, in modo anonimo a fini statistici, dati in ordine all'andamento dei fenomeni criminali, utilizzando anche le informazioni relative alle iscrizioni eliminate, fatte salve le norme a tutela del trattamento dei dati personali;
c) in applicazione di convenzioni internazionali o per ragioni di reciprocita' e, in quest'ultimo caso, nei limiti ed alle condizioni di legge, fornisce alle competenti autorita' straniere i dati relativi a decisioni riguardanti cittadini stranieri.

(art. 3 r.d. n. 778/1931)



Note all'art. 19:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 3 del citato regio decreto n. 778/1931, abrogato
a decorrere dall'entrata in vigore del testo unico qui
pubblicato:
"Art. 3. - L'ufficio del casellario centrale presso il
Ministero della giustizia riceve e conserva gli estratti
delle sentenze e dei provvedimenti che si iscrivono nei
casellari locali; vigila e provvede al regolare
funzionamento dei casellari stessi; attende alla
compilazione degli estratti dei provvedimenti
amministrativi, menzionati nel n. 4 dell'art. 604 del
codice di procedura penale e delle sentenze penali
pronunciate da autorita' giudiziarie straniere per i reati
preveduti e contro le persone indicate nel penultimo
capoverso dell'articolo stesso, e alla loro trasmissione ai
casellari locali; fornisce gli elementi per la statistica
della criminalita' e gli altri dati che interessino la
pubblica amministrazione.
Quando i casellari locali non sono in grado di
funzionare, l'ufficio del casellario centrale si
sostituisce temporaneamente ad essi, curandone, nei modi
indicati nell'art. 22 di questo regolamento la
ricostituzione, se siano stati in tutto o in parte
distrutti.
Il Ministro della giustizia, anche col mezzo del
casellario centrale, esercita la vigilanza sulla esecuzione
delle sentenze e dei provvedimenti emessi in materia
penale.".



 
ART. 20 (R)
(Comunicazioni all'ufficio centrale)

1. L'autorita' che emette i provvedimenti amministrativi di espulsione e i provvedimenti giudiziari che decidono i ricorsi avverso questi ne da' comunicazione all'ufficio centrale senza ritardo.
2. Il Ministero della giustizia comunica senza ritardo all'ufficio centrale il decreto di grazia.
3. Il Comune competente comunica senza ritardo all'ufficio centrale l'avvenuta morte della persona.
4. Con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia sono stabilite le modalita' tecnico operative per consentire la rapida trasmissione, anche telematica, dei provvedimenti e delle informazioni, sentita la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, per le modalita' telematiche, e sentito il Garante per la protezione dei dati personali.
 
ART. 21 (L) (Certificato del casellario giudiziale e del casellario dei carichi
pendenti acquisito dall'autorita' giudiziaria)

1. Per ragioni di giustizia, gli uffici che esercitano la giurisdizione penale e quelli del pubblico ministero acquisiscono dal sistema il certificato di tutte le iscrizioni esistenti riferite ad un determinato soggetto.
2. Previa autorizzazione del giudice procedente, il pubblico ministero acquisisce dal sistema lo stesso certificato concernente la persona offesa dal reato o il testimone, per le finalita' riconosciute dal codice di procedura penale.
(art. 688 c.p.p.: c. 1, primo periodo, c. 2; art. 110, c. 1, lett. c), d.lgs. n. 271/1989)



Note all'art. 21:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 688 del codice di procedura penale:
"Art. 688 (Certificati del casellario giudiziale). - 1.
Ogni organo avente giurisdizione penale ha il diritto di
ottenere, per ragioni di giustizia penale, il certificato
di tutte le iscrizioni esistenti al nome di una determinata
persona. Uguale diritto appartiene a tutte le
amministrazioni pubbliche e agli enti incaricati di
pubblici servizi, quando il certificato e' necessario per
provvedere a un atto delle loro funzioni, in relazione alla
persona cui il certificato stesso si riferisce.
2. Il pubblico ministero puo' richiedere, per ragioni
di giustizia penale, il predetto certificato concernente la
persona sottoposta alle indagini, l'imputato o il
condannato. Il pubblico ministero e il difensore possono
altresi' chiedere, previa autorizzazione del giudice
procedente, il certificato medesimo concernente la persona
offesa dal reato o un testimone, per i fini indicati
nell'art. 236.
3. Nei certificati spediti per ragioni di elettorato
non si fa menzione delle condanne e di altri provvedimenti
che non hanno influenza sul diritto elettorale.".
- Per il testo dell'art. 110 del citato decreto
legislativo n. 271/1989 vedi note all'art. 6.



 
ART. 22 (L) (Certificato del casellario giudiziale e del casellario dei carichi
pendenti richiesto dal difensore)

1. Previa autorizzazione del giudice procedente, il difensore ha diritto di ottenere il certificato di tutte le iscrizioni esistenti riferite ad un determinato soggetto, avente la qualita' di persona offesa dal reato o di testimone, per le finalita' riconosciute dal codice di procedura penale.
(art. 688 c.p.p., c. 2, secondo periodo; art. 110, c. 1, lett. c), d.lgs. n. 271/1989)



Note all'art. 22:
- Per il testo dell'art. 688 del codice di procedura
penale, vedi note all'art. 21.
- Per il testo dell'art. 110 del decreto legislativo n.
271/1989, vedi note all'art. 6.



 
ART. 23 (L)
(Certificati del casellario giudiziale richiesti dall'interessato)

1. L'interessato ha il diritto di ottenere il certificato generale, il certificato penale, il certificato civile, di cui agli articoli 24, 25 e 26, senza motivare la richiesta.
(art. 689 c.p.p.)



Note all'art. 23:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 689 del codice di procedura penale:
"Art. 689 (Certificati richiesti dall'interessato). -
1. La persona alla quale le iscrizioni del casellario si
riferiscono ha diritto di ottenere i relativi certificati
senza motivare la domanda.
2. I certificati rilasciati a norma del comma 1 sono:
a) certificato generale, nel quale sono riportate
tutte le iscrizioni esistenti ad eccezione:
1) delle condanne delle quali e' stato ordinato che
non si faccia menzione nel certificato a norma dell'art.
175 del codice penale, purche' il beneficio non sia stato
revocato;
2) delle condanne per contravvenzioni punibili con
la sola ammenda e delle condanne per reati estinti a norma
dell'art. 167 comma l del codice penale;
3) delle condanne per reati per i quali si e'
verificata la causa speciale di estinzione prevista
dall'art. 556 del codice penale;
4) delle condanne in relazione alle quali e' stata
definitivamente applicata l'amnistia e di quelle per le
quali e' stata dichiarata la riabilitazione, senza che
questa sia stata in seguito revocata;
5) delle sentenze previste dall'art. 445 e delle
sentenze che hanno dichiarato estinto il reato per
applicazione di sanzioni sostitutive su richiesta
dell'imputato nonche' dei decreti penali;
6) delle condanne per fatti che la legge ha cessato
di considerare come reati, quando la relativa iscrizione
non e' stata eliminata;
7) dei provvedimenti riguardanti misure di
sicurezza conseguenti a sentenze di proscioglimento o di
non luogo a procedere, quando le misure sono state
revocate;
8) dei provvedimenti indicati nell'art. 686 comma
1, lettera b), n. 1), quando l'interdizione o la
inabilitazione e' stata revocata;
9) dei provvedimenti concernenti il fallimento,
quando il fallito e' stato riabilitato con sentenza
definitiva;
b) certificato penale, nel quale sono riportate tutte
le iscrizioni esistenti ad eccezione di quelle indicate
nella lettera a) numeri 1), 2), 3), 4), 5), 6) e 7) e di
quelle indicate nell'art. 686, comma l, lettere b) e c);
c) certificato civile, nel quale sono riportate le
iscrizioni indicate nell'art. 686 comma l, lettere b) e c)
ad eccezione di quelle indicate nei numeri 8) e 9) della
lettera a) del presente comma nonche' i provvedimenti
concernenti le pene accessorie portanti limitazioni alla
capacita' del condannato.
3. Quando e' menzionata una condanna, nel certificato
e' indicata anche l'eventuale applicazione di misure
alternative alla detenzione o l'avvenuta estinzione della
pena per una delle cause indicate nell'art. 686 comma 3".



 
Art. 24 (L)
Certificato generale del casellario giudiziale
Richiesto dall'interessato

1. Nel certificato generale sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale ad eccezione di quelle relative: a) alle condanne delle quali e' stato ordinato che non si faccia
menzione nel certificato a norma dell'articolo 175 del codice
penale, purche' il beneficio non sia stato revocato; b) alle condanne per contravvenzioni punibili con la sola ammenda e
alle condanne per reati estinti a norma dell'articolo 167, primo
comma, del codice penale; c) alle condanne per i reati per i quali si e' verificata la causa
speciale di estinzione prevista dall'articolo 556 del codice
penale; d) alle condanne in relazione alle quali e' stata definitivamente
applicata l'amnistia e a quelle per le quali e' stata dichiarata
la riabilitazione, senza che questa sia stata in seguito revocata; e) ai provvedimenti previsti dall'articolo 445 del codice di
procedura penale e ai decreti penali; f) alle condanne per fatti che la legge ha cessato di considerare
come reati, quando la relativa iscrizione non e' stata eliminata; g) ai provvedimenti riguardanti misure di sicurezza conseguenti a
sentenze di proscioglimento o di non luogo a procedere, quando le
misure sono state revocate; h) ai provvedimenti che riguardano l'applicazione delle misure di
prevenzione della sorveglianza speciale semplice o con divieto o
obbligo di soggiorno; i) ai provvedimenti giudiziari emessi dal giudice di pace; l) ai provvedimenti giudiziari relativi ai reati di competenza del
giudice di pace emessi da un giudice diverso, limitatamente alle
iscrizioni concernenti questi reati; m) ai provvedimenti di interdizione e di inabilitazione, quando e'
stata revocata; n) ai provvedimenti concernenti il fallimento, quando il fallito e'
stato riabilitato con sentenza definitiva.
2. Se e' stata dichiarata la riabilitazione speciale ai sensi dell'articolo 24 del regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, e successive modificazioni, non e' riportata alcuna iscrizione relativa al minore.

(art. 689 c.p.p, 194, c. 2, att. c.p.p.; artt. 45 e 63, c. 2, d.lgs. n. 274/2000; art. 24, settimo comma, r.d.l. n. 1404/1934, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 835/1935)



Note all'art. 24:
- Per il testo dell'art. 175 del codice penale vedi
note all'art. 5.
- Si riporta il testo degli articoli 167 e 556 del
codice penale e l'art. 445 di procedura penale:
"Art. 167 (Estinzione del reato).
Se, nei termini stabiliti, il condannato non commette
un delitto, ovvero una contravvenzione della stessa indole,
e adempie gli obblighi impostigli, il reato e' estinto.
In tal caso non ha luogo l'esecuzione delle pene".
"Art. 556 (Bigamia).
Chiunque, essendo legato da un matrimonio avente
effetti civili, ne contrae un altro, pur avente effetti
civili, e' punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Alla stessa pena soggiace chi, non essendo coniugato,
contrae matrimonio con persona legata da matrimonio avente
effetti civili.
La pena e' aumentata se il colpevole ha indotto in
errore la persona, con la quale ha contratto matrimonio,
sulla liberta' dello stato proprio o di lei.
Se il matrimonio, contratto precedentemente dal bigamo,
e' dichiarato nullo, ovvero e' annullato il secondo
matrimonio per causa diversa dalla bigamia, il reato e'
estinto, anche rispetto a coloro che sono concorsi nel
reato, e, se vi e' stata condanna, ne cessano l'esecuzione
e gli effetti penali.".
"Art. 445 (Effetti dell'applicazione della pena su
richiesta). 1. La sentenza prevista dall'art. 444 comma 2,
non comporta la condanna al pagamento delle spese del
procedimento ne' l'applicazione di pene accessorie e di
misure di sicurezza, fatta eccezione della confisca nei
casi previsti dall'art. 240, comma 2 del codice penale.
Salvo quanto previsto dall'art. 653, anche quando e'
pronunciata dopo la chiusura del dibattimento, la sentenza
non ha efficacia nei giudizi civili o amministrativi. Salve
diverse disposizioni di legge, la sentenza e' equiparata a
una pronuncia di condanna.
2. Il reato e' estinto se nel termine di cinque anni,
quando la sentenza concerne un delitto, ovvero di due anni,
quando la sentenza concerne una contravvenzione, l'imputato
non commette un delitto ovvero una contravvenzione della
stessa indole. In questo caso si estingue ogni effetto
penale, e se e' stata applicata una pena pecuniaria o una
sanzione sostitutiva, l'applicazione non e' comunque di
ostacolo alla concessione di una successiva sospensione
condizionale della pena".
- Per il testo dell'art. 24 del citato regio
decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, vedi note all'art.
3.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 45 del citato decreto legislativo n. 274/2000,
abrogato a decorrere dall'entrata in vigore del testo unico
qui pubblicato:
"Art. 45 (Certificati del casellario giudiziale
richiesti dal privato). - 1. Nei certificati del casellario
giudiziale rilasciati a norma dell'art. 689 del codice di
procedura penale non sono riportate le iscrizioni relative
alle sentenze emesse dal giudice di pace.".
- Per il testo dell'art. 63 del citato decreto
legislativo n. 274/2000 vedi art. 5.
- Per il testo dell'art. 689 del codice di procedura
penale vedi note all'art. 23.
- Per il testo dell'art. 194, disp. att. c.p.p. vedi
note all'art. 3.



 
Art. 25 (L)
Certificato penale del casellario giudiziale
Richiesto dall'interessato

1. Nel certificato penale sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale ad eccezione di quelle relative: a) alle condanne delle quali e' stato ordinato che non si faccia
menzione nel certificato a norma dell'articolo 175 del codice
penale, purche' il beneficio non sia stato revocato; b) alle condanne per contravvenzioni punibili con la sola ammenda e
alle condanne per reati estinti a norma dell'articolo 167, primo
comma, del codice penale; c) alle condanne per i reati per i quali si e' verificata la causa
speciale di estinzione prevista dall'articolo 556 del codice
penale; d) alle condanne in relazione alle quali e' stata definitivamente
applicata l'amnistia e a quelle per le quali e' stata dichiarata
la riabilitazione, senza che questa sia stata in seguito revocata; e) ai provvedimenti previsti dall'articolo 445 del codice di
procedura penale e ai decreti penali; f) alle condanne per fatti che la legge ha cessato di considerare
come reati, quando la relativa iscrizione non e' stata eliminata; g) ai provvedimenti riguardanti misure di sicurezza conseguenti a
sentenze di proscioglimento o di non luogo a procedere, quando le
misure sono state revocate; h) ai provvedimenti che riguardano l'applicazione delle misure di
prevenzione della sorveglianza speciale semplice o con divieto o
obbligo di soggiorno; i) ai provvedimenti giudiziari emessi dal giudice di pace; l) ai provvedimenti giudiziari relativi ai reati di competenza del
giudice di pace emessi da un giudice diverso, limitatamente alle
iscrizioni concernenti questi reati; m) ai provvedimenti giudiziari definitivi di interdizione e
inabilitazione e quelli di revoca; n) ai provvedimenti giudiziari che dichiarano fallito l'imprenditore;
a quelli di omologazione del concordato fallimentare; a quelli di
chiusura del fallimento; a quelli di riabilitazione del fallito; o) ai provvedimenti amministrativi di espulsione e ai provvedimenti
giudiziari che decidono il ricorso avverso i primi, ai sensi
dell'articolo 13 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,
come modificato dall'art. 12 della legge 30 luglio 2002, n. 189.
2. Se e' stata dichiarata la riabilitazione speciale ai sensi dell'articolo 24 del regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, e successive modificazioni, non e' riportata alcuna iscrizione relativa al minore.

(art. 689 c.p.p, 194, c. 2, att. c.p.p.; artt. 45 e 63, c. 2, d.lgs. n. 274/2000; art. 24, settimo comma, r.d.l. n. 1404/1934, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 835/1935)



Note all'art. 25:
- Per il testo dell'art. 175 del codice penale vedi
note all'art. 5.
- Per il testo degli articoli 167 e 556 del codice
penale e 445 del codice di procedura penale, vedi note
all'art. 24.
- Per il testo degli articoli 13 del decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e 24 del regio
decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, vedi note all'art.
3.
- Per il testo dell'art. 689 del codice di procedura
penale, vedi note all'art. 23.
- Per il testo degli articoli 45 e 63 del decreto
legislativo n. 274/2000, vedi rispettivamente note agli
articoli 24 e 5.



 
Art. 26 (L)
Certificato civile del casellario giudiziale
Richiesto dall'interessato

1. Nel certificato civile sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale relative: a) ai provvedimenti giudiziari definitivi di interdizione e
inabilitazione, salvo che siano stati revocati; b) ai provvedimenti concernenti il fallimento, salvo che il fallito
sia stato riabilitato con sentenza definitiva; c) ai provvedimenti amministrativi di espulsione e ai provvedimenti
giudiziari che decidono il ricorso avverso i primi, ai sensi
dell'articolo 13 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,
come modificato dall'art. 12 della legge 30 luglio 2002, n. 189; d) ai provvedimenti concernenti le pene accessorie portanti
limitazioni alla capacita' del condannato.

(art. 689 c.p.p.)



Note all'art. 26:
- Per il testo dell'art. 13 del citato decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, vedi note all'art. 3.
- Per il testo dell'art. 689 del codice di procedura
penale, vedi note all'art. 23.



 
ART. 27 (L)
(Certificato del casellario dei carichi pendenti richiesto
dall'interessato)

1. L'interessato ha il diritto di ottenere il certificato senza motivare la richiesta.
2. Nel certificato sono riportate le iscrizioni esistenti nel casellario dei carichi pendenti ad accezione di quelle relative:

a) alle condanne delle quali e' stato ordinato che non si faccia
menzione nel certificato a norma dell'articolo 175 del codice
penale, purche' il beneficio non sia stato revocato; b) alle condanne per contravvenzioni punibili con la sola ammenda; c) alle condanne per i reati per i quali si e' verificata la causa
speciale di estinzione prevista dall'articolo 556 del codice
penale; d) ai provvedimenti previsti dall'articolo 445 del codice di
procedura penale e ai decreti penali; e) ai provvedimenti giudiziari emessi dal giudice di pace; f) ai provvedimenti giudiziari relativi ai reati di competenza del
giudice di pace emessi da un giudice diverso, limitatamente alle
iscrizioni concernenti questi reati.

(estensione dell'art. 689, c. 1, e parte del c. 2, c.p.p.; art. 21 d.m. 6 aprile 2001, n. 204)



Note all'art. 27:
- Per il testo degli articoli 175 e 556 del codice
penale e 445 del codice di procedura penale, vedi
rispettivamente le note all'art. 5 e 24.
- Per il testo dell'art. 689 del codice di procedura
penale, vedi nota all'art. 23.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 21 del citato decreto ministeriale 6 aprile 2001,
n. 204, abrogato a decorrere dall'entrata in vigore del
testo unico qui pubblicato:
"Art. 21. 1. Le iscrizioni relative ai reati indicati
nell'art. 4 del decreto legislativo non sono riportate nei
certificati di cui all'art. 110, comma 1, lettera c) del
decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, richiesti
dell'interessato".



 
ART. 28 (L) (Certificato richiesto dalle amministrazioni pubbliche e dai gestori
di pubblici servizi)

1. Le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi hanno diritto di ottenere i certificati di cui all'articolo 23 e all'articolo 27, relativo a persone maggiori di eta', quando tale certificato e' necessario per l'esercizio delle loro funzioni.
(art. 688, c. 1, c.p.p, art. 14, c. 3, del d.P.R. n. 448/1988)



Note all'art. 28:
- Per il testo dell'art. 688 del codice di procedura
penale, vedi note all'art. 21.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 14 del citato d.P.R. n. 448/1988, abrogato a
decorrere dall'entrata in vigore del testo unico qui
pubblicato:
"Art. 14 (Casellario giudiziale per i minorenni). - 1.
Presso ciascun tribunale per i minorenni, sotto la
vigilanza del procuratore della Repubblica presso il
medesimo tribunale, l'ufficio del casellario per i
minorenni raccoglie e conserva, oltre alle annotazioni di
cui e' prevista l'iscrizione da particolari disposizioni di
legge, l'estratto dei provvedimenti indicati nell'art. 686
del codice di procedura penale riguardanti minorenni nati
nel distretto.
2. I provvedimenti e le annotazioni riguardanti
minorenni nati all'estero o dei quali non si e' potuto
accertare il luogo di nascita nel territorio dello Stato si
conservano nell'ufficio del casellario presso il tribunale
per i minorenni di Roma.
3. Le certificazioni relative alle iscrizioni nel
casellario per i minorenni possono essere rilasciate
soltanto alla persona alla quale si riferiscono o alla
autorita' giudiziaria".



 
ART. 29 (L)
(Certificato del casellario giudiziale per ragioni di elettorato)

1. Il certificato per ragioni di elettorato contiene solo le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale che incidono sul diritto elettorale, ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, e successive modificazioni.
2. L'interessato ha diritto di ottenere il certificato senza motivare la richiesta; soggetti diversi dall'interessato possono richiedere lo stesso certificato ai sensi dell'articolo 29, secondo comma, e dell'articolo 32, primo comma, n. 5), del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, e successive modificazioni.
(art. 688, c. 3, c.p.p., art. 195 att. c.p.p.)



Note all'art. 29:
- Si riporta il testo degli articoli 2 e 29 del decreto
del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223
(Approvazione del testo unico delle leggi per la disciplina
dell'elettorato attivo e per la tenuta e la rivisione delle
liste elettorali).
"Art. 2. 1. Non sono elettori:
a) coloro che sono dichiarati finche' dura lo stato
di fallimento, ma non oltre cinque anni dalla data della
sentenza dichiarativa del fallimento;
b) coloro che sono sottoposti, in forza di
provvedimenti definitivi, alle misure di prevenzione di cui
all'art. 3 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, come da
ultimo modificato dall'art. 4 della legge 3 agosto 1988, n.
327, finche' durano gli effetti dei provvedimenti stessi;
c) coloro che sono sottoposti, in forza di
provvedimenti definitivi, a misure di sicurezza detentive o
alla liberta' vigilata o al divieto di soggiorno in uno o
piu' comuni o in una o piu' province, a norma dell'art. 215
del codice penale, finche' durano gli effetti dei
provvedimenti stessi;
d) i condannati a pena che importa la interdizione
perpetua dai pubblici uffici;
e) coloro che sono sottoposti all'interdizione
temporanea dai pubblici uffici, per tutto il tempo della
sua durata.
2. Le sentenze penali producono la perdita del diritto
elettorale solo quando sono passate in giudicato. La
sospensione condizionale della pena non ha effetto ai fini
della privazione del diritto di elettorato".
"Art. 29 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 23, e
legge 22 gennaio 1966, n. 1, art. 18).
La Commissione elettorale mandamentale:
1) esamina le operazioni compiute dalla Commissione
comunale e decide sui ricorsi presentati contro di esse;
2) cancella dagli elenchi formati dalla Commissione
comunale i cittadini indebitamente proposti per la
iscrizione o per la cancellazione, anche quando non vi sia
reclamo;
3) decide sulle domande d'iscrizione o di
cancellazione che possono esserle pervenute direttamente.
La commissione, prima di iscrivere, su domanda o di
ufficio, coloro che da nuovi documenti risultino in
possesso dei requisiti necessari, deve sempre richiedere il
certificato del casellario giudiziale.
La commissione si raduna entro i cinque giorni
successivi a quello nel quale ha ricevuto gli atti.
I ricorsi presentati, ai termini dell'ultimo comma
dell'art. 20, dai cittadini residenti all'estero sono
decisi dalla Commissione elettorale mandamentale nella
prima riunione dopo la loro ricezione e le conseguenti
eventuali variazioni alle liste elettorali sono effettuate
in occasione delle operazioni previste dell'art. 32.".
Si riporta il testo dell'art. 32 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, come
modificato dal testo unico qui pubblicato:
"Art. 32 (Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, art. 25, e
legge 22 gennaio 1966, n. 1, articoli 20 e 32, comma 2). -
Alle liste elettorali, rettificate in conformita' dei
precedenti articoli, non possono apportarsi, sino alla
rivisione del semestre successivo, altre variazioni se non
in conseguenza:
1) della morte;
2) della perdita della cittadinanza italiana.
Le circostanze di cui al presente ed al precedente
numero debbono risultare da documento autentico;
3) della perdita del diritto elettorale, che risulti
da sentenza o da altro provvedimento dell'autorita'
giudiziaria. A tale scopo, il questore incaricato della
esecuzione dei provvedimenti che applicano le misure di
prevenzione di cui all'art. 2, comma 1, lettera b), nonche'
il cancelliere o il funzionario competenti per il
casellario giudiziale, inviano, ciascuno per la parte di
competenza, certificazione delle sentenze e dei
provvedimenti che importano la perdita del diritto
elettorale al comune di residenza dell'interessato ovvero,
quando il luogo di residenza non sia conosciuto, a quello
di nascita. La certificazione deve essere trasmessa
all'atto delle registrazioni di competenza. Se la persona
alla quale si riferisce la sentenza o il provvedimento non
risulti iscritta nelle liste elettorali del comune al quale
e' stata comunicata la notizia, il sindaco, previ eventuali
accertamenti per mezzo degli organi di pubblica sicurezza,
la partecipa al comune nelle cui liste il cittadino e'
compreso;
4) del trasferimento della residenza. Gli iscritti
che hanno perduto la residenza nel comune sono cancellati
dalle relative liste, in base al certificato dell'ufficio
anagrafico attestante la avvenuta cancellazione dal
registro di popolazione. I gia' iscritti nelle liste, che
hanno acquistato la residenza nel Comune, sono iscritti
nelle relative liste, in base alla dichiarazione del
sindaco del Comune di provenienza, attestante la avvenuta
cancellazione da quelle liste. La dichiarazione e'
richiesta d'ufficio dal Comune di nuova iscrizione
anagrafica;
5) dell'acquisto del diritto elettorale per motivi
diversi dal compimento del 18o anno di eta' o del
riacquisto del diritto stesso per la cessazione di cause
ostative. Ai fini della iscrizione il sindaco deve
acquisire presso l'ufficio anagrafico e richiedere al
casellario giudiziale e all'autorita' di pubblica sicurezza
le certificazioni necessarie per accertare se l'interessato
e' in possesso dei requisiti di legge per l'esercizio del
diritto di voto nel comune.
Le variazioni alle liste sono apportate dall'ufficiale
elettorale che vi allega copia dei suindicati documenti; le
stesse variazioni sono apportate alle liste di sezione.
Copia del verbale relativo a tali operazioni e' trasmessa
al prefetto, al procuratore della Repubblica presso il
tribunale competente per territorio ed al presidente della
Commissione elettorale mandamentale.
La Commissione elettorale mandamentale apporta le
variazioni risultanti dagli anzidetti verbali nelle liste
generali e nelle liste di sezione depositate presso di essa
ed ha la facolta' di richiedere gli atti al Comune.
Alle operazioni previste dal presente articolo la
commissione comunale e' tenuta a provvedere almeno ogni sei
mesi e, in ogni caso, non oltre la data di pubblicazione
del manifesto di convocazione dei comizi elettorali per la
variazione di cui ai numeri 2), 3) e 4); non oltre il
trentesimo giorno anteriore alla data delle elezioni per le
variazioni di cui al n. 5); non oltre il quindicesimo
giorno anteriore alla data delle elezioni, per le
variazioni di cui al n. 1).
Le deliberazioni della commissione elettorale comunale
relative alle variazioni di cui ai numeri 2), 3) e 4)
devono essere notificate agli interessati entro dieci
giorni.
Le deliberazioni della commissione elettorale comunale
relative alle variazioni di cui al n. 5) unitamente
all'elenco degli elettori iscritti ed alla relativa
documentazione, sono depositate nella segreteria del comune
durante i primi cinque giorni del mese successivo a quello
della adozione delle variazioni stesse. Del deposito il
sindaco da' preventivo, pubblico avviso, con manifesto da
affiggere nell'albo comunale ed in altri luoghi pubblici.
Avverso le deliberazioni di cui ai precedenti commi e'
ammesso ricorso alla commissione elettorale mandamentale
nel termine di dieci giorni, rispettivamente dalla data
della notificazione o dalla data del deposito.
La Commissione mandamentale decide sui ricorsi nel
termine di 15 giorni dalla loro ricezione e dispone le
conseguenti eventuali variazioni. Le decisioni sono
notificate agli interessati, a cura del sindaco, con le
stesse modalita' di cui al comma precedente.
Per i cittadini residenti all'estero si osservano le
disposizioni degli articoli 11, 20 e 29.".
- Per il testo dell'art. 688 del codice di procedura
penale vedi note all'art. 21.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 195 delle disp. att. c.p.p.:
"Art. 195 (Richiesta del certificato spedito per
ragioni di elettorato). - 1. Il certificato spedito per
ragioni di elettorato puo' essere richiesto anche da una
persona diversa da quella alla quale le iscrizioni del
casellario si riferiscono. Nella domanda deve essere
specificato e dimostrato il legittimo interesse del
richiedente.".



 
ART. 30 (L) (Certificato dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato acquisito dall'autorita'
giudiziaria)

1. Per ragioni di giustizia, gli uffici che esercitano la giurisdizione penale e quelli del pubblico ministero acquisiscono dal sistema il certificato di tutte le iscrizioni esistenti riferite ad un determinato ente.
(art. 81, c. 1, primo periodo, c. 2, d.lgs. n. 231/2001)



Note all'art. 30:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 81 del citato decreto legislativo 8 giugno 2001,
n. 231, abrogato dall'entrata in vigore del testo unico qui
pubblicato:
"Art. 81 (Certificati dell'anagrafe). - 1. Ogni organo
avente giurisdizione, ai sensi del presente decreto
legislativo, in ordine all'illecito amministrativo
dipendente da reato ha diritto di ottenere, per ragioni di
giustizia, il certificato di tutte le iscrizioni esistenti
nei confronti dell'ente. Uguale diritto appartiene a tutte
le pubbliche amministrazioni e agli enti incaricati di
pubblici servizi quando il certificato e' necessario per
provvedere ad un atto delle loro funzioni, in relazione
all'ente cui il certificato stesso si riferisce.
2. Il pubblico ministero puo' richiedere, per ragioni
di giustizia, il predetto certificato dell'ente sottoposto
a procedimento di accertamento della responsabilita'
amministrativa dipendente da reato.
3. L'ente al quale le iscrizioni si riferiscono ha
diritto di ottenere il relativo certificato senza motivare
la domanda.
4. Nel certificato di cui al comma 3 non sono riportate
le iscrizioni relative alle sentenze di applicazione della
sanzione su richiesta e ai decreti di applicazione della
sanzione pecuniaria.".



 
ART. 31 (L) (Certificato dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti
amministrativi dipendenti da reato richiesto dall'ente interessato) 1. L'ente interessato ha diritto di ottenere il certificato dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato senza motivare la richiesta. 2. Nel certificato sono rispettivamente riportate le iscrizioni esistenti nell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e nell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato, ad accezione di quelle relative ai provvedimenti di applicazione della sanzione su richiesta e ai provvedimenti di applicazione della sanzione pecuniaria all'esito del procedimento per decreto. (art. 81, c. 3 e 4, d.lgs. n. 231/2001)



Note all'art. 31:
- Per l'art. 81 del citato decreto legislativo 2 marzo
2001, n. 231, vedi note all'art. 30.



 
ART. 32 (L) (Certificato richiesto dalle amministrazioni pubbliche e dai gestori
di pubblici servizi)

1. Le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi hanno diritto di ottenere i certificati di cui all'articolo 31, quando sono necessari per l'esercizio delle loro funzioni.
(art. 81, c. 1, secondo periodo, d.lgs. n. 231/2001)



Note all'art. 32:
- Per l'art. 81 del citato decreto legislativo 2 marzo
2001, n. 231, vedi note all'art. 30.



 
ART. 33 (R) (Visura delle iscrizioni da parte della persona o dell'ente
interessato)

1. La persona o l'ente interessato puo' conoscere senza motivare la richiesta, ma senza efficacia certificativa, tutte le iscrizioni ad esso riferite, comprese quelle di cui non e' fatta menzione nei certificati di cui agli articoli 24, 25, 26, 27 e 31.
2. Con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia sono stabilite le modalita' tecnico operative per consentire tale conoscibilita', sentita la Presidenza del Consiglio dei Ministri -Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, per le modalita' telematiche, e sentito e il Garante per la protezione dei dati personali.
3. Sono competenti a consentire la visura tutti gli uffici territoriali e tutti gli uffici locali.
4. Gli altri uffici abilitati sono individuati con le modalita' di cui all'articolo 35, comma 2.
 
ART. 34 (R)
(Esclusione del codice identificativo dal certificato)

1. Il codice identificativo della persona o dell'ente cui si riferisce il provvedimento non risulta dal certificato.
 
ART. 35 (R)
(Ufficio competente al rilascio del certificato)

1. Sono competenti al rilascio del certificato tutti gli uffici territoriali e tutti gli uffici locali.
2. Il certificato puo' essere rilasciato da altri uffici, anche diversi da quelli giudiziari, individuati con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, che definisce altresi' le modalita' tecniche di collegamento telematico finalizzate all'utilizzabilita' del sistema da parte di detti uffici, sentiti la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, e il Garante per la protezione dei dati personali.
3. Gli uffici di cui ai commi 1 e 2 assicurano la tenuta di archivi informatici in cui confluiscono i dati relativi ai certificati rilasciati.
 
ART. 36 (R)
(Certificato di emergenza)

1. Nel caso di totale o parziale non operativita' del sistema, l'ufficio che riceve la richiesta rilascia un certificato di emergenza che contiene i dati acquisiti presso l'ufficio centrale.
2. Se, alla data del ripristino del sistema, e' riscontrata qualsiasi discordanza nei dati rispetto alla data di richiesta del certificato, l'ufficio che ha rilasciato il certificato di emergenza provvede all'invio al richiedente del certificato ordinario, che sostituisce quello di emergenza.
 
ART. 37 (L)
(Certificati richiesti da autorita' straniere)

1. Le autorita' interessate di Stati dell'Unione europea possono richiedere i certificati, nei casi previsti dal presente testo unico, presso tutti gli uffici locali, i quali provvedono al rilascio.
2. La richiesta di certificati da parte di altre autorita' straniere e' disciplinata da convenzioni internazionali, nel rispetto del principio di reciprocita'.
(art. 35, primo c., r.d. n. 778/1931)



Note all'art. 37:
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 35 del citato regio decreto 18 giugno 1931, n.
778, abrogato a decorrere dall'entrata in vigore dal testo
unico qui pubblicato:
"Art. 35. - Le richieste di certificati da parte di
autorita' estere, quando le convenzioni non dispongano
altrimenti, sono trasmesse all'ufficio del casellario
centrale, il quale provvede alla loro esecuzione,
trasmettendole ai casellari locali competenti, che le
restituiscono all'ufficio medesimo con i certificati
corrispondenti.
Se tali richieste riguardano cittadini italiani
residenti all'estero, non potranno aver corso se non sono
munite del nulla osta da parte del Ministero degli affari
esteri, quando non siano pervenute da un nostro ufficio
diplomatico o consolare.".



 
ART. 38 (R)
(Termine per il rilascio di certificato)

1. Il certificato e' rilasciato nello stesso giorno della richiesta, eccetto il certificato di emergenza che e' rilasciato non appena sono acquisiti i dati necessari.
 
ART. 39 (R) (Consultazione diretta del sistema da parte dell'autorita' giudiziaria e da parte delle amministrazioni pubbliche e dei gestori
di pubblici servizi)

1. Le modalita' tecnico operative per consentire alle amministrazioni pubbliche e ai gestori di pubblici servizi, eventualmente con differenziazioni territoriali e per tipo di certificato, la consultazione del sistema ai fini delle acquisizioni d'ufficio, di cui all'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e dei controlli, di cui all'articolo 71 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, o ai fini dell'acquisizione dei certificati di cui agli articoli 28 e 32, nonche' per consentire all'autorita' giudiziaria l'acquisizione dei certificati di cui agli articoli 21 e 30, sono individuate con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, sentiti la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, e il Garante per la protezione dei dati personali.



Note all'art. 39:
- Si riporta il testo dell'art. 46 del decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo
unico delle disposizioni legislative e regolamentari in
materia di documentazione amministrativa), come modificato
dal Testo unico qui pubblicato:
"Art. 46 (R) (Dichiarazioni sostitutive di
certificazioni). - 1. Sono comprovati con dichiarazioni,
anche contestuali all'istanza, sottoscritte
dall'interessato e prodotte in sostituzione delle normali
certificazioni i seguenti stati, qualita' personali e
fatti:
a) data e il luogo di nascita;
b) residenza;
c) cittadinanza;
d) godimento dei diritti civili e politici;
e) stato di celibe, coniugato, vedovo o stato libero;
f) stato di famiglia;
g) esistenza in vita;
h) nascita del figlio, decesso del coniuge,
dell'ascendente o discendente;
i) iscrizione in albi, registri o elenchi tenuti da
pubbliche amministrazioni;
l) appartenenza a ordini professionali;
m) titolo di studio, esami sostenuti;
n) qualifica professionale posseduta, titolo di
specializzazione, di abilitazione, di formazione, di
aggiornamento e di qualificazione tecnica;
o) situazione reddituale o economica anche ai fini
della concessione dei benefici di qualsiasi tipo previsti
da leggi speciali;
p) assolvimento di specifici obblighi contributivi
con l'indicazione dell'ammontare corrisposto;
q) possesso e numero del codice fiscale, della
partita I.V.A. e di qualsiasi dato presente nell'archivio
dell'anagrafe tributaria;
r) stato di disoccupazione;
s) qualita' di pensionato e categoria di pensione;
t) qualita' di studente;
u) qualita' di legale rappresentante di persone
fisiche o giuridiche, di tutore, di curatore e simili;
v) iscrizione presso associazioni o formazioni
sociali di qualsiasi tipo;
z) tutte le situazioni relative all'adempimento degli
obblighi militari, ivi comprese quelle attestate nel foglio
matricolare dello stato di servizio;
aa) di non aver riportato condanne penali e di non
essere destinatario di provvedimenti che riguardano
l'applicazione di misure di sicurezza e di misure di
prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti
amministrativi iscritti nel casellario giudiziale ai sensi
della vigente normativa;
bb) di non essere a conoscenza di essere sottoposto a
procedimenti penali;
bb-bis) di non essere l'ente destinatario di
provvedimenti giudiziari che applicano le sanzioni
amministrative di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001,
n. 231;
cc) qualita' di vivenza a carico;
dd) tutti i dati a diretta conoscenza
dell'interessato contenuti nei registri dello stato civile;
ee) di non trovarsi in stato di liquidazione o di
fallimento e di non aver presentato domanda di concordato
(R).".
- Si riporta il testo dell'art. 71 del citato decreto
del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445:
"Art. 71 (R) (Modalita' dei controlli). - 1. Le
amministrazioni procedenti sono tenute ad effettuare idonei
controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui
sorgono fondati dubbi, sulla veridicita' delle
dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47. (R)
2. I controlli riguardanti dichiarazioni sostitutive di
certificazione sono effettuati dall'amministrazione
procedente con le modalita' di cui all'art. 43 consultando
direttamente gli archivi dell'amministrazione certificante
ovvero richiedendo alla medesima, anche attraverso
strumenti informatici o telematici, conferma scritta della
corrispondenza di quanto dichiarato con le risultanze dei
registri da questa custoditi. (R)
3. Qualora le dichiarazioni di cui agli articoli 46 e
47 presentino delle irregolarita' o delle omissioni
rilevabili d'ufficio, non costituenti falsita', il
funzionario competente a ricevere la documentazione da'
notizia all'interessato di tale irregolarita'. Questi e'
tenuto alla regolarizzazione o al completamento della
dichiarazione; in mancanza il procedimento non ha seguito.
(R)
4. Qualora il controllo riguardi dichiarazioni
sostitutive presentate ai privati che vi consentono di cui
all'art. 2, l'amministrazione competente per il rilascio
della relativa certificazione, previa definizione di
appositi accordi, e' tenuta a fornire, su richiesta del
soggetto privato corredata dal consenso del dichiarante,
conferma scritta, anche attraverso l'uso di strumenti
informatici o telematici, della corrispondenza di quanto
dichiarato con le risultanze dei dati da essa custoditi.
(R)".



 
ART. 40 (L)
(Questioni concernenti le iscrizioni e i certificati)

1. Sulle questioni concernenti le iscrizioni e i certificati del casellario giudiziale e dei carichi pendenti decide, in composizione monocratica e con le forme stabilite dall'articolo 666 del codice di procedura penale, il tribunale del luogo dove ha sede l'ufficio locale nel cui ambito territoriale e' nata la persona cui e' riferita l'iscrizione o il certificato, o il Tribunale di Roma, per le persone nate all'estero, o delle quali non e' stato accertato il luogo di nascita nel territorio dello Stato.
2. Sulle questioni concernenti le iscrizioni e i certificati dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato decide il Tribunale di Roma, in composizione monocratica e con le forme stabilite dall'articolo 666 del codice di procedura penale, in quanto applicabili.
(art. 690 c.p.p; art. 82, d.lgs. n. 231/2001)



Note all'art. 40:
- Si riporta il testo dell'art. 666 del codice di
procedura penale:
"Art. 666 (Procedimento di esecuzione). - 1. Il giudice
dell'esecuzione procede a richiesta del pubblico ministero,
dell'interessato o del difensore.
2. Se la richiesta appare manifestamente infondata per
difetto delle condizioni di legge ovvero costituisce mera
riproposizione di una richiesta gia' rigettata, basata sui
medesimi elementi, il giudice o il presidente del collegio,
sentito il pubblico ministero, la dichiara inammissibile
con decreto motivato, che e' notificato entro cinque giorni
all'interessato. Contro il decreto puo' essere proposto
ricorso per cassazione.
3. Salvo quanto previsto dal comma 2, il giudice o il
presidente del collegio, designato il difensore di ufficio
all'interessato che ne sia privo, fissa la data
dell'udienza in camera di consiglio e ne fa dare avviso
alle parti e ai difensori. L'avviso e' comunicato o
notificato almeno dieci giorni prima della data predetta.
Fino a cinque giorni prima dell'udienza possono essere
depositate memorie in cancelleria.
4. L'udienza si svolge con la partecipazione necessaria
del difensore e del pubblico ministero. L'interessato che
ne fa richiesta e' sentito personalmente; tuttavia, se e'
detenuto o internato in luogo posto fuori della
circoscrizione del giudice, e' sentito prima del giorno
dell'udienza dal magistrato di sorveglianza del luogo,
salvo che il giudice ritenga di disporre la traduzione.
5. Il giudice puo' chiedere alle autorita' competenti
tutti i documenti e le informazioni di cui abbia bisogno;
se occorre assumere prove, procede in udienza nel rispetto
del contraddittorio.
6. Il giudice decide con ordinanza. Questa e'
comunicata o notificata senza ritardo alle parti e ai
difensori, che possono proporre ricorso per cassazione. Si
osservano, in quanto applicabili, le disposizioni sulle
impugnazioni e quelle sul procedimento in camera di
consiglio davanti alla corte di cassazione.
7. Il ricorso non sospende l'esecuzione dell'ordinanza,
a meno che il giudice che l'ha emessa disponga
diversamente.
8. Se l'interessato e' infermo di mente, l'avviso
previsto dal comma 3 e' notificato anche al tutore o al
curatore; se l'interessato ne e' privo, il giudice o il
presidente del collegio nomina un curatore provvisorio. Al
tutore e al curatore competono gli stessi diritti
dell'interessato.
9. Il verbale di udienza e' redatto soltanto in forma
riassuntiva a norma dell'art. 140, comma 2.".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 690 del codice di procedura penale:
"Art. 690 (Questioni concernenti le iscrizioni e i
certificati). - 1. Sulle questioni concernenti le
iscrizioni e i certificati decide, in composizione
monocratica e con le forme stabilite dall'art. 666, il
tribunale del luogo dove ha sede l'ufficio del casellario
giudiziale.".
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 82 del citato decreto legislativo 8 giugno 2001,
n. 231, abrogato a decorrere dall'entrata in vigore del
testo unico qui pubblicato:
"Art. 82 (Questioni concernenti le iscrizioni e i
certificati). - 1. Sulle questioni relative alle iscrizioni
e ai certificati dell'anagrafe e' competente il tribunale
di Roma, che decide in composizione monocratica osservando
le disposizioni di cui all'art. 78.".



 
ART. 41 (R)
(Principi e funzioni)

1. Il sistema consente lo svolgimento, con tecnologie informatiche, delle attivita' degli uffici e tra essi concernenti l'iscrizione, l'eliminazione, lo scambio, la trasmissione e conservazione dei dati, e delle attivita' concernenti i servizi certificativi, anche nei rapporti con l'utenza, nel rispetto di rigorosi criteri di completezza, aggiornamento, esattezza e sicurezza delle notizie e delle informazioni raccolte.
2. Il sistema consente, altresi', attraverso l'utilizzo di appositi strumenti di controllo, il costante monitoraggio dei soggetti che compiono le attivita', della data e della tipologia delle stesse, nonche' delle attivita' di acquisizione, certificazione e visura dei dati.
3. Il sistema opera in modo tale da assicurare il rispetto del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e delle regole tecniche emanate in attuazione dello stesso, nonche' delle disposizioni sulla tutela della riservatezza dei dati personali.



Nota all'art. 41:
- Il decreto del Presidente della Repubblica
28 dicembre 2000, n. 445, reca: "Testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione amministrativa".



 
ART. 42 (R)
(Regole tecniche del sistema)

1. Le regole tecniche di funzionamento del sistema, attinenti alle procedure degli uffici e tra gli uffici interessati, alle procedure concernenti l'utilizzazione del codice identificativo e il numero identificativo, ai relativi tempi, e ai servizi certificativi, sono stabilite con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, nel contesto della disciplina generale di cui all'articolo 41, comma 3, Sentiti la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, e il Garante per la protezione dei dati personali.
2. Per le procedure concernenti l'utilizzazione del codice identificativo di cui all'articolo 43, il decreto dirigenziale e' adottato sentito altresi' il Ministero dell'interno. Per le procedure concernenti l'utilizzazione del codice fiscale, fatte salve la disciplina in materia di anagrafe tributaria e codice fiscale e le relative competenze del Ministero dell'economia e delle finanze e delle agenzie fiscali, il decreto e' adottato altresi' sulla base delle prescrizioni tecniche stabilite con decreto dirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze.
3. Le tecnologie informatiche sono finalizzate a prevenire e correggere eventuali errori nella immissione, scambio, trasmissione e conservazione dei dati, anche in collegamento con il sistema informatizzato dei registri.
 
ART. 43 (R)
(Codice identificativo sulla base delle impronte digitali)

1. Al fine di consentire la sicura riferibilita' di un procedimento ad un cittadino di Stato appartenente all'Unione europea, che non abbia il codice fiscale, o ad un cittadino di Stato non appartenente all'Unione europea, con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'interno, sentiti la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, e il Garante per la protezione dei dati personali, sono stabilite le regole tecniche che consentono, nei casi previsti dal presente testo unico, l'adozione di un codice identificativo attraverso l'utilizzazione del sistema di riconoscimento delle impronte digitali esistente presso il Ministero dell'interno, come eventualmente modificato o integrato dalla normativa di attuazione prevista dall'art. 34 della legge 30 luglio 2002, n. 189, e successive modificazioni.
2. Con lo stesso decreto di cui al comma 1, possono essere determinate le modalita' di collegamento tra il sistema previsto dall'art. 2, comma 7, del decreto-legge 9 settembre 2002, n. 195, convertito, cori modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2002, n. 222, e il casellario giudiziale.



Note all'art. 43:
- Si riporta il testo dell'art. 34 della legge
30 luglio 2002, n. 189 (Modifica alla normativa in materia
di immigrazione e di esilio).
"Art. 34 (Norme transitorie e finali). - 1. Entro sei
mesi dalla data della pubblicazione della presente legge
nella Gazzetta Ufficiale si procede, ai sensi dell'art. 17,
comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive
modificazioni, all'emanazione delle norme di attuazione ed
integrazione della presente legge, nonche' alla revisione
ed armonizzazione delle disposizioni contenute nel
regolamento di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 31 agosto 1999, n. 394. Con il medesimo
regolamento sono definite le modalita' di funzionamento
dello sportello unico per l'immigrazione previsto dalla
presente legge; fino alla data di entrata in vigore del
predetto regolamento le funzioni gia' esercitate in materia
di immigrazione dalle direzioni provinciali del lavoro alla
data di entrata in vigore della presente legge continuano
ad essere svolte dalle direzioni medesime.
2. Entro quattro mesi dalla data della pubblicazione
della presente legge nella Gazzetta Ufficiale si procede,
con regolamento emanato ai sensi dell'art. 17, comma 1,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive
modificazioni, alla revisione ed integrazione delle
disposizioni regolamentari vigenti sull'immigrazione, sulla
condizione dello straniero e sul diritto di asilo,
limitatamente alle seguenti finalita':
a) razionalizzare l'impiego della telematica nelle
comunicazioni, nelle suddette materie, tra le
amministrazioni pubbliche;
b) assicurare la massima interconnessione tra gli
archivi gia' realizzati al riguardo o in via di
realizzazione presso le amministrazioni pubbliche;
c) promuovere le opportune iniziative per la
riorganizzazione degli archivi esistenti.
3. Il regolamento previsto dall'art. 1-bis, comma 3,
del decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416, convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 39,
introdotto dall'art. 32, e' emanato entro sei mesi dalla
data di entrata in vigore della presente legge. Le
disposizioni di cui agli articoli 31 e 32 si applicano a
decorrere dalla data di entrata in vigore del predetto
regolamento; fino a tale data si applica la disciplina
anteriormente vigente.
4. Fino al completamento di un adeguato programma di
realizzazione di una rete di centri di permanenza
temporanea e assistenza, accertato con decreto del Ministro
dell'interno, sentito il Comitato di cui al comma 2
dell'art. 2-bis del testo unico di cui al decreto
legislativo n. 286 del 1998, introdotto dall'art. 2 della
presente legge, il sindaco, in particolari situazioni di
emergenza, puo' disporre l'alloggiamento, nei centri di
accoglienza di cui all'art. 40 del citato testo unico di
cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, di stranieri
non in regola con le disposizioni sull'ingresso e sul
soggiorno nel territorio dello Stato, fatte salve le
disposizioni sul loro allontanamento dal territorio
medesimo.".
- Si riporta il testo dell'art. 2 del decreto-legge
9 settembre 2002, n. 195 (Disposizioni urgenti in materia
di legalizzazione del lavoro irregolare di
extracomunitari):
"Art. 2 (Disposizioni transitorie e finali). - 1. Fino
alla data di conclusione della procedura di cui all'art. 1,
non possono essere adottati provvedimenti di allontanamento
dal territorio nazionale nei confronti dei lavoratori
compresi nella dichiarazione di cui allo stesso articolo,
salvo che risultino pericolosi per la sicurezza dello
Stato.
2. Il rilascio del permesso di soggiorno ai sensi
dell'art. 1, comma 5, comporta la contestuale revoca degli
eventuali provvedimenti di espulsione gia' adottati nei
confronti dello straniero che ha stipulato il contratto di
soggiorno.
3. In deroga a quanto previsto dall'art. 5, comma
2-bis, del testo unico di cui al decreto legislativo
25 luglio 1998, n. 286, come introdotto dall'art. 5, comma
1, lettera b), della legge 30 luglio 2002, n. 189, i
lavoratori extracomunitari che stipulano il contratto di
soggiorno per lavoro subordinato ai sensi dell'art. 1,
comma 5, del presente decreto ovvero altro contratto di
lavoro, sono sottoposti a rilievi fotodattiloscopici entro
un anno dalla data di rilascio del permesso di soggiorno e,
comunque, in sede di rinnovo dello stesso.
4. Le disposizioni dei commi 1, 2 e 3, nonche' le
modalita' di presentazione della dichiarazione di
legalizzazione di cui all'art. 1, comma 1, ultimo periodo,
si osservano anche per la presentazione delle dichiarazioni
di emersione di lavoro irregolare previste dall'art. 33
della legge 30 luglio 2002, n. 189.
5. Le disposizioni di cui ai commi 2-bis e 4-bis
dell'art. 5 del testo unico, di cui al decreto legislativo
25 luglio 1998, n. 286, come modificato dall'art. 5, comma
1, lettere b) e g), della legge 30 luglio 2002, n. 189, non
si applicano allo straniero che richiede il permesso di
soggiorno di cui al comma 3, lettere a) ed e), del medesimo
articolo, di durata non superiore a tre mesi, ovvero per
cure mediche, o che ne richiede il rinnovo.
6. Per il trattamento dei rilievi fotodattiloscopici di
cui agli articoli 5, commi 2-bis e 4-bis, e 6, comma 4, del
testo unico, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998,
n. 286, come modificati, rispettivamente, dagli articoli 5
e 7 della legge 30 luglio 2002, n. 189, si applica la
disciplina in materia di tutela delle persone e di altri
soggetti rispetto al trattamento dei dati personali,
prevista all'art. 4, comma 2, della legge 31 dicembre 1996,
n. 675, e successive modificazioni.
7. All'atto della consegna della carta d'identita'
elettronica, di cui all'art. 36 del testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione amministrativa, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, i
cittadini italiani sono sottoposti a rilievi
dattiloscopici, ai sensi dell'art. 5, commi 2-bis e 4-bis,
del testo unico, di cui al decreto legislativo 25 luglio
1998, n. 286, come modificato dall'art. 5, comma 1, lettere
b) e g), della legge 30 luglio 2002, n. 189, secondo
modalita' stabilite, anche per quanto riguarda
l'utilizzazione e la conservazione dei dati e l'accesso
alle informazioni raccolte, con il decreto di cui al comma
1 del medesimo art. 36 del citato decreto del Presidente
della Repubblica n. 445 del 2000.
8. Al comma 4, primo periodo, dell'art. 1-sexies del
decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416, convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 39,
introdotto dall'art. 32 della legge 30 luglio 2002, n. 189,
per soggetto destinatario dei servizi di accoglienza di cui
al comma 1 del medesimo articolo si intende lo straniero
con permesso umanitario di cui all'art. 5, comma 6, del
testo unico, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998,
n. 286, e successive modificazioni.
9. I datori di lavoro che, in esecuzione della garanzia
prevista nel contratto di soggiorno per lavoro subordinato
di cui all'art. 6 della legge 30 luglio 2002, n. 189,
abbiano sostenuto le spese per fornire un alloggio
rispondente ai requisiti di legge, possono, a titolo di
rivalsa e per la durata della prestazione, trattenere
mensilmente dalla retribuzione del dipendente una somma
massima pari ad un terzo dell'importo complessivo mensile.
9-bis. Al comma 5, secondo periodo, dell'art. 33 della
legge 30 luglio 2002, n. 189, le parole: "della manodopera
occupata" sono sostituite dalle seguenti: "previdenziale ed
assistenziale del lavoratore extracomunitario interessato".
9-ter.
9-quater. Al comma 6, secondo periodo, dell'art. 33
della legge 30 luglio 2002, n. 189, dopo le parole: "sia in
relazione alla posizione contributiva" sono inserite le
seguenti: "previdenziale e assistenziale".
9-quinquies.
9-sexies. Al comma 7, lettera c), dell'art. 33 della
legge 30 luglio 2002, n. 189, le parole da: "che esclude"
fino a: "interessato" sono sostituite dalle seguenti: "che
abbia dichiarato che il fatto non sussiste o non
costituisce reato o che l'interessato non lo ha commesso
ovvero nei casi di archiviazione previsti dall'art. 411 del
codice di procedura penale".
9-septies. All'art. 34, comma 1, della legge 30 luglio
2002, n. 189, le parole da: "di cui agli articoli 18, 23 e
28," alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti:
"gia' esercitate in materia di immigrazione dalle direzioni
provinciali del lavoro alla data di entrata in vigore della
presente legge continuano ad essere svolte dalle direzioni
medesime.".



 
ART. 44 (R)
(Eliminazione di iscrizioni incompatibili)

1. L'ufficio centrale elimina dal sistema tutte le iscrizioni esistenti incompatibili con quelle previste dal presente testo unico.
 
ART. 45 (L) (Esclusione dai certificati ed eliminazione di iscrizioni per i reati di competenza del giudice di pace commessi prima del 2 gennaio 2002)

1. Le iscrizioni relative ai reati di cui all'articolo 4, commi 1 e 2, del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, commessi prima del 2 gennaio 2002, non sono riportate nei certificati di cui agli articoli 24, 25 e 27, e sono eliminate secondo le previsioni dell'articolo 5, comma 2, lettere e), g) ed h).
(art. 63, c. 2, d.lgs. n. 274/2000 e raccordo con l'art. 64, c. 2, d.lgs. n. 274/2000, nella parte in cui rinvia all'art. 63, c. 2, stesso d.lgs.)



Note all'art. 45:
- Si riporta il testo dell'art. 4 del citato decreto
legislativo 28 agosto 2000, n. 274:
"Art. 4 (Competenza per materia). - 1. Il giudice di
pace e' competente:
a) per i delitti consumati o tentati previsti dagli
articoli 581, 582, limitatamente alle fattispecie di cui al
secondo comma perseguibili a querela di parte, 590,
limitatamente alle fattispecie perseguibili a querela di
parte e ad esclusione delle fattispecie connesse alla colpa
professionale e dei fatti commessi con violazione delle
norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o
relative all'igiene del lavoro o che abbiano determinato
una malattia professionale quando, nei casi anzidetti,
derivi una malattia di durata superiore a venti giorni,
593, primo e secondo comma, 594, 595, primo e secondo
comma, 612, primo comma, 626, 627, 631, salvo che ricorra
l'ipotesi di cui all'art. 639-bis, 632, salvo che ricorra
l'ipotesi di cui all'art. 639-bis, 633, primo comma, salvo
che ricorra l'ipotesi di cui all'art. 639-bis, 635, primo
comma, 636, salvo che ricorra l'ipotesi di cui all'art.
639-bis, 637, 638, primo comma, 639 e 647 del codice
penale;
b) per le contravvenzioni previste dagli articoli
689, 690, 691, 726, primo comma, e 731 del codice penale.
2. Il giudice di pace e' altresi' competente per i
delitti, consumati o tentati, e per le contravvenzioni
previsti dalle seguenti disposizioni:
a) articoli 25 e 62, terzo comma, del regio decreto
18 giugno 1931, n. 773, recante "Testo unico in materia di
sicurezza";
b) articoli 1095, 1096 e 1119 del regio decreto 30
marzo 1942, n. 327, recante "Approvazione del testo
definitivo del codice della navigazione";
c) art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica
4 agosto 1957, n. 918, recante: "Approvazione del testo
organico delle norme sulla disciplina dei rifugi alpini";
d) articoli 102 e 106 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, recante "Testo
unico delle leggi per l'elezione della Camera dei
deputati";
e) art. 92 del decreto del Presidente della
Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, recante "Testo unico
delle leggi per la composizione e la elezione degli organi
delle amministrazioni comunali";
f) art. 15, secondo comma, della legge 28 novembre
1965, n. 1329, recante "Provvedimenti per l'acquisto di
nuove macchine utensili";
g) art. 3 della legge 8 novembre 1991, n. 362,
recante "Norme di riordino del settore farmaceutico";
h) art. 51 della legge 25 maggio 1970, n. 352,
recante "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e
sulla iniziativa legislativa del popolo";
i) articoli 3, terzo e quarto comma, 46, quarto comma
e 65, terzo comma, del decreto del Presidente della
Repubblica 11 luglio 1980, n. 753, recante "Nuove norme in
materia di polizia, sicurezza e regolarita' dell'esercizio
delle ferrovie e di altri servizi di trasporto";
l) articoli 18 e 20 della legge 2 agosto 1982, n.
528, recante "Ordinamento del gioco del lotto e misure per
il personale del lotto";
m) art. 17, comma 3, della legge 4 maggio 1990, n.
107, recante "Disciplina per le attivita' trasfusionali
relative al sangue umano ed ai suoi componenti e per la
produzione di plasmaderivati";
n) art. 15, comma 3, del decreto legislativo
27 settembre 1991, n. 311, recante "Attuazione delle
direttive n. 87/404/CEE e n. 90/488/CEE in materia di
recipienti semplici a pressione, a norma dell'art. 56 della
legge 29 dicembre 1990, n. 428";
o) art. 11, comma 1, del decreto legislativo 27
settembre 1991, n. 313, recante "Attuazione della direttiva
n. 88/378/CEE relativa al ravvicinamento delle legislazioni
degli Stati membri concernenti la sicurezza dei giocattoli,
a norma dell'art. 54 della legge 29 dicembre 1990, n. 428";
p) art. 7, comma 9, del decreto legislativo
25 gennaio 1992, n. 74, recante "Attuazione della direttiva
n. 84/450/CEE in materia di pubblicita' ingannevole";
q) articoli 186, commi 2 e 6, 187, commi 4 e 5, e
189, comma 6, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n.
285, recante "Nuovo codice della strada";
r) art. 10, comma 1, del decreto legislativo
14 dicembre 1992, n. 507, recante "Attuazione della
direttiva n. 90/385/CEE concernente il ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi
medici impiantabili attivi";
s) art. 23, comma 2, del decreto legislativo
24 febbraio 1997, n. 46, recante "Attuazione della
direttiva n. 90/385/CEE concernente i dispositivi medici".
3. La competenza per i reati di cui ai commi 1 e 2 e'
tuttavia del tribunale se ricorre una o piu' delle
circostanze previste dagli articoli 1 del decreto-legge
15 dicembre 1979, n. 625, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 febbraio 1980. n. 15, 7 del decreto-legge
13 maggio 1991. n. 152, convertito, con modificazioni,
dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e 3 del decreto-legge
26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni,
dalla legge 25 giugno 1993, n. 205.
4. Rimane ferma la competenza del tribunale per i
minorenni.".
- Per l'art. 63, del decreto legislativo n. 274/2000,
vedi note all'art. 5.
- Per completezza di informazione si riporta il testo
dell'art. 64 del decreto legislativo n. 274/2000, come
modificato dal testo unico qui pubblicato:
"Art. 64 (Norma transitoria). - 1. Le norme del
presente decreto legislativo si applicano ai procedimenti
relativi ai reati indicati nell'art. 4, commi 1 e 2,
commessi dopo la sua entrata in vigore.
2. Ferma l'applicabilita' dell'art. 2, comma terzo, del
codice penale, nei procedimenti relativi a reati commessi
prima della data di entrata in vigore del presente decreto
legislativo si osservano le disposizioni dell'art. 63,
comma 1; quando si tratta di reati commessi dopo la
pubblicazione del presente decreto si osservano anche le
disposizioni del titolo I se alla data di entrata in vigore
non e' ancora avvenuta l'iscrizione della notizia di
reato".



 
ART. 46 (R)
(Regole tecniche sino alla completa operativita' del sistema)

1. Sino alla completa operativita' del sistema, le regole tecniche di cui agli articoli 39 e 42 sono disciplinate con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, sentita la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, per le modalita' telematiche, e sentito il garante per la protezione dei dati personali, in modo che, a seconda delle concrete possibilita' tecniche, le procedure possano svolgersi su supporto cartaceo o informatico, anche con differenziazioni territoriali.
2. Per le procedure concernenti l'utilizzazione del codice identificativo di cui all'articolo 43, il decreto dirigenziale e' adottato sentito altresi' il Ministero dell'interno. Per le procedure concernenti l'utilizzazione del codice fiscale, fatte salve la disciplina in materia di anagrafe tributaria e codice fiscale e le relative competenze del Ministero dell'economia e delle finanze e delle agenzie fiscali, il decreto e' adottato altresi' sulla base delle prescrizioni tecniche stabilite con decreto dirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze.
 
ART. 47 (R)
(Eliminazioni di iscrizioni per morte della persona effettuate
dall'ufficio locale)

1. Sino alla completa operativita' della trasmissione telematica delle informazioni di cui all'articolo 20, comma 4, il Comune comunica la morte delle persone all'ufficio locale, nel cui ambito territoriale le persone sono nate. L'ufficio locale elimina le relative iscrizioni.
2. Per le persone nate all'estero, o delle quali non si e' potuto accertare il luogo di nascita nel territorio dello Stato, l'ufficio locale e' quello presso il Tribunale e presso il Tribunale per i minorenni di Roma.
 
ART. 48 (R)
(Termine per il rilascio di certificato)

1. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui all'articolo 40 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, il certificato e' rilasciato entro il giorno successivo o, se e' richiesto il rilascio immediato, nel medesimo giorno.



Nota all'art. 48:
- Si riporta il testo dell'art. 40 del decreto del
Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115 (Testo
unico delle disposizioni legislative e regolamentari in
materia di spese di giustizia):
"Art. 40 (L) (Determinazione di nuovi supporti e degli
importi). - 1. Con decreto del Presidente della Repubblica,
ai sensi dell'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, su proposta del Ministro della giustizia, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,
sono disciplinati, anche con riferimento a nuovi mezzi
tecnologici, il diritto di copia e il diritto di
certificato e ne sono individuati gli importi sulla base
dei costi del servizio e dei costi per l'incasso dei
diritti.".



 
ART. 49 (R) (Modifica dell'articolo 46, del decreto del Presidente della
Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445)

1. All'articolo 46, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) alla lettera aa) dopo le parole: "che riguardano l'applicazione"
sono aggiunte le seguenti: "di misure di sicurezza e"; b) dopo la lettera bb) e' inserita la seguente: "bb-bis) di non
essere l'ente destinatario di provvedimenti giudiziari che
applicano le sanzioni amministrative di cui al decreto legislativo
8 giugno 2001,n. 231;".



Note all'art. 49:
- Per il testo dell'art. 46 del decreto del Presidente
della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, vedi note
all'art. 39.
- Per il titolo decreto legislativo 8 giugno 2001, n.
231, vedi note all'art. 2.



 
ART. 50 (R)
(Termine per l'emanazione dei decreti dirigenziali)

1. I decreti dirigenziali del Ministero della giustizia previsti dagli articoli 20, comma 4, 33, comma 2, 43 e 46 sono emanati entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente testo unico.
 
ART. 51 (R)
(Raccordo con norme esterne al testo unico)

1. Ogni richiamo delle norme relative al casellario giudiziale, all'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e ai relativi carichi pendenti, presente in norme di legge o di regolamento, si intende riferito alle corrispondenti norme del presente testo unico.
 
ART. 52 (L)
(Abrogazioni di norme primarie)

1. Dalla data di entrata in vigore del presente testo unico sono o restano abrogate le seguenti disposizioni:

- regio decreto 18 giugno 1931, n. 778; - all'articolo 24 del regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835,
e successive modificazioni: al sesto comma le parole: "ed e'
iscritto nel casellario giudiziario", nonche' il settimo comma; - l'articolo 17, secondo comma, ultimo periodo, del regio decreto 16
marzo 1942, n. 267; l'articolo 9 della legge 23 marzo 1956, n. 182; - l'articola 32, primo comma, n. 3), del decreto del Presidente della
Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, come modificato dall'articolo 9
della legge 16 gennaio 1992, n. 15, limitatamente alle parole:
"alla formazione delle schede e dei fogli complementari"; - l'articolo 58-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354; - gli articoli 73 e 81 della legge 24 novembre 1981, n. 689; - gli articoli da 685 a 690 del decreto del Presidente della
Repubblica 22 settembre 1988, n. 447; - gli articoli 14 e 15 del decreto del Presidente della Repubblica 22
settembre 1988, n. 448; - l'articolo 10, comma 2, della legge 21 febbraio 1989, n. 99; - del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, gli articoli: 110,
comma 2, da 194 a 197 e 237; - gli articoli 18 e 19 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n.
272; - del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, gli articoli: 45;
46; 51, comma 1, lettera b); 63, comma 2; 64, comma 2,
limitatamente alle parole: " e 2" e, conseguentemente, la parola:
"commi" e' sostituita dalla seguente: "comma"; - del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, gli articoli: 80,
81, 82 e 85, comma 1, lettera b).



Note all'art. 52:
- Si riporta il testo dell'art. 17 del regio decreto 16
marzo 1942, n. 267 (Disciplina del fallimento del
concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e
della liquidazione coatta amministrativa), come modificato
dal testo unico qui pubblicato:
"Art. 17 (Comunicazione e pubblicazione della sentenza
dichiarativa di fallimento). - La sentenza che dichiara il
fallimento e' comunicata per estratto, a norma dell'art.
136 del codice di procedura civile, al debitore, al
curatore e al creditore richiedente, non piu' tardi del
giorno successivo alla sua data. L'estratto deve contenere
il nome delle parti, il dispositivo e la data della
sentenza.
Nello stesso termine, uguale estratto e' affisso a cura
del cancelliere alla porta esterna del tribunale e
comunicato al pubblico ministero, all'ufficio del registro
delle imprese per l'iscrizione da farsi non oltre il giorno
successivo al ricevimento, e alla cancelleria del tribunale
nella cui giurisdizione il debitore e' nato o la societa'
fu costituita.
L'estratto della sentenza e' inoltre pubblicato nel
foglio degli annunzi legali della provincia a cura del
cancel1iere.".
- Si riporta il testo dell'art. 85 del citato decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231, come modificato dal
testo unico qui pubblicato:
"Art. 85 (Disposizioni regolamentari). - 1. Con
regolamento emanato ai sensi dell'art. 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sessanta giorni dalla
data di pubblicazione del presente decreto legislativo, il
Ministro della giustizia adotta le disposizioni
regolamentari relative al procedimento di accertamento
dell'illecito amministrativo che concernono:
a) le modalita' di formazione e tenuta dei fascicoli
degli uffici giudiziari;
b) (abrogata);
c) le altre attivita' necessarie per l'attuazione del
presente decreto legislativo.
2. Il parere del Consiglio di Stato sul regolamento
previsto dal comma 1 e' reso entro trenta giorni dalla
richiesta".



 
ART. 53 (L)
(Abrogazioni parziali e riformulazioni conseguenti di norme)

1. Nell'articolo 110, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, le parole: "delle iscrizioni relative ai procedimenti per i quali la persona ha assunto la qualita' di imputato" sono sostituite dalle seguenti: "del casellario dei carichi pendenti".
2. Negli articoli 730, comma 1, e 731, comma 1, del codice di procedura penale, le parole: "competente ai fini dell'iscrizione" sono sostituite dalle seguenti: "locale del luogo di nascita della persona cui e' riferito il provvedimento giudiziario straniero, o presso la Corte di appello di Roma".
3. Nell'articolo 732, comma 1, del codice di procedura penale, le parole: "competente ai fini dell'iscrizione" sono sostituite dalle seguenti: "locale del luogo di nascita della persona cui e' riferito il provvedimento giudiziario straniero, o alla Corte di appello di Roma".



Note all'art. 53:
- Per il testo dell'art. 730 del codice di procedura
penale vedi note all'art. 3.
- Si riporta il testo degli articoli 731 e 732 del
codice di procedura penale, come modificati dal testo unico
qui pubblicato:
"Art. 731 (Riconoscimento delle sentenze penali
straniere a norma di accordi internazionali). - 1. Il
Ministro di grazia e giustizia, se ritiene che a norma di
un accordo internazionale deve avere esecuzione nello Stato
una sentenza penale pronunciata all'estero o comunque che a
essa devono venire attribuiti altri effetti nello Stato, ne
richiede il riconoscimento. A tale scopo trasmette al
procuratore generale presso la corte di appello nel
distretto della quale ha sede l'ufficio del casellario
locale del luogo di nascita della persona cui e' riferito
il provvedimento giudiziario straniero, o presso la Corte
di appello di Roma una copia della sentenza, unitamente
alla traduzione in lingua italiana, con gli atti che vi
siano allegati, e con la documentazione e le informazioni
disponibili. Trasmette inoltre l'eventuale domanda di
esecuzione nello Stato da parte dello Stato estero ovvero
l'atto con cui questo Stato acconsente all'esecuzione.
1-bis. Le disposizioni del comma si applicano anche
quando si tratta dell'esecuzione di una confisca ed il
relativo provvedimento e' stato adottato dall'autorita'
giudiziaria straniera con atto diverso dalla sentenza di
condanna.
2. Il procuratore generale promuove il riconoscimento
con richiesta alla corte di appello. Ove ne ricorrano i
presupposti, richiede che il riconoscimento sia deliberato
anche agli effetti previsti dall'art. 12 comma 1 numeri 1,
2 e 3 del codice penale".
"Art. 732 (Riconoscimento delle sentenze penali
straniere per gli effetti civili). - 1. Chi ha interesse a
far valere in giudizio le disposizioni penali di una
sentenza straniera per conseguire le restituzioni o il
risarcimento del danno o per altri effetti civili, puo'
domandare il riconoscimento della sentenza alla corte di
appello nel distretto della quale, ha sede l'ufficio del
casellario locale del luogo di nascita della persona cui e'
riferito il provvedimento giudiziario straniero, o alla
Corte di appello di Roma.".



 
ART. 54 (R)
(Abrogazioni di norme secondarie)

1. Dalla data di entrata in vigore del presente testo unico sono o restano abrogate le seguenti disposizioni:

- decreto del Ministro Segretario di Stato per la giustizia e per gli
affari di culto 6 ottobre 1931, pubblicato nel supplemento
ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 235 del 10 ottobre 1931; - decreto del Ministro di grazia e giustizia 30 novembre 1988,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 19 dicembre 1988; - decreto del Ministro della giustizia 10 novembre 1999, pubblicato
nel Bollettino Ufficiale del Ministero della giustizia n. 2 del 31
gennaio 2000; - all'articolo 107, comma 1, del decreto del Presidente della
Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, sono soppresse le parole: "al
casellario giudiziale e,"; - gli articoli da 19 a 21 del decreto del Ministro della giustizia 6
aprile 2001, n. 204.



Note all'art. 54:
- Si riporta il testo dell'art. 107 del decreto del
Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230
(Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e
sulle misure privative e limitative della liberta), come
modificato dal testo unico qui pubblicato:
"Art. 107 (Comunicazioni all'organo dell'esecuzione). -
1. Il dispositivo dei provvedimenti della magistratura di
sorveglianza che comunque incidono sulla pena in esecuzione
viene trasmesso a cura della cancelleria, anche con mezzi
telematici che ne assicurino l'autenticita' e la sicurezza,
se l'interessato e' detenuto, alla direzione dell'istituto
e viene comunicato all'interessato, al pubblico ministero
e, quando occorre, al centro di servizio sociale, dopo aver
annotato i dati di identificazione della sentenza o delle
sentenze di condanna o, se vi e' provvedimento di
esecuzione di pene concorrenti, i dati necessari ad
identificarlo. In ogni caso sono indicati l'organo del
pubblico ministero competente all'esecuzione della pena e
il numero di registro della procedura esecutiva.
2. Quando contro i provvedimenti indicati nel comma 1
sia stato proposto ricorso per cassazione, il cancelliere
della corte comunica entro tre giorni dalla decisione il
relativo dispositivo al cancelliere del tribunale di
sorveglianza che ha pronunciato il provvedimento impugnato,
il quale provvede a norma del comma 1.".



 
ART. 55 (L)
(Norma finale)

1. Le disposizioni del presente testo unico hanno effetto a decorrere dal quarantacinquesimo giorno a partire dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
 
TAVOLA DI CORRISPONDENZA DEI RIFERIMENTI PREVIGENTI AL TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI IN MATERIA DI CASELLARIO GIUDIZIALE, DI ANAGRAFE DELLE SANZIONI AMMINISTRATIVE
DIPENDENTI DA REATO E DEI RELATIVI CARICHI PENDENTI ==================================================================== ARTICOLATO DEL TESTO UNICO RIFERIMENTO PREVIGENTE ==================================================================== ART. 1 (L) (Oggetto) -------------------------------------------------------------------- ART. 2 (R) (Definizioni) -------------------------------------------------------------------- ART. 3 (L) (Provvedimenti iscrivibili) Articolo 686 del codice di pro-
cedure penale; articolo 194
delle disposizioni di attua-
zione del codice di procedura
penale; articoli 4 e 14, regio
decreto 18 giugno 1931, n. 778;
articolo 24, parte del sesto
comma, del decreto-legge
20 luglio 1934, n. 1404, con-
vertito, con modificazioni
dalla legge 23 luglio 1935,
n. 835; articolo 58-bis, legge
26 luglio 1975, n. 354;
articolo 73, legge 24 novem-
bre 1981, n. 689. -------------------------------------------------------------------- ART. 4 (R) (Estratto del provvedimento iscrivibile) articoli 6 e 7, regio decreto
n.778 del 1931 -------------------------------------------------------------------- ART. 5 (L) (Eliminazione delle iscrizioni) articolo 687 del codice di pro-
cedura penale; articolo 36,
primo c., lettera a), regio de-
creto n. 778 del 1931; artico-
lo 15, decreto del Presidente
della Repubblica 22 settem-
bre 1988, n. 448; articoli 46 e
63, comma 2, decreto legisla-
tivo 28 agosto 2000, n. 274 -------------------------------------------------------------------- ART. 6 (L) (Provvedimenti iscrivibili) articolo 110, comma 1, lettera
c), decreto legislativo 28 lu-
glio 1989 n. 271. -------------------------------------------------------------------- ART. 7 (R) (Estratto del provvedimento iscrivibile) estensione articoli 6 e 7, re-
gio decreto n. 778 del 1931 -------------------------------------------------------------------- ART. 8 (L) (Eliminazioni delle iscrizioni) articolo 110, comma 1, lettera
c), decreto legislativo n. 271
del 1989 ed estensione del
principio di cui all'articolo
687, comma 1, codice di proce-
dura penale -------------------------------------------------------------------- ART. 9 (L) (Provvedimenti iscrivibili) articolo 80, comma 2, decreto
legislativo 8 giugno 2001,
n. 231 -------------------------------------------------------------------- ART. 10 (R) (Estratto del provvedimento iscrivibile) estensione articoli 6 e 7, re-
gio decreto n. 778 del 1931 -------------------------------------------------------------------- ART. 11 (L) (Eliminazione delle iscrizioni) articolo 80. comma 2, decreto
legislativo n. 231 del 2001 -------------------------------------------------------------------- ART. 12 (L) (Provvedimenti iscrivibili) articolo 110, comma 1, lettera
c), decreto legislativo n. 271
del 1989. -------------------------------------------------------------------- ART. 13 (R) (Estratto del provvedimento iscrivibile) estensione articoli 6 e 7, re-
gio decreto n. 778 del 1931 -------------------------------------------------------------------- ART. 14 (L) (Eliminazione delle iscrizioni) articolo 110, comma 1, lettera
c), decreto legislativo n. 271
del 1989. -------------------------------------------------------------------- ART. 15 (R) (Ufficio iscrizione) -------------------------------------------------------------------- ART. 16 (R) (Comunicazioni all'ufficio iscrizione) -------------------------------------------------------------------- ART. 17 (R) (Ufficio territoriale) articolo 51, decreto legislati-
vo n. 274 del 2000 e articolo
20, decreto ministeriale
6 aprile 2001, n. 204 -------------------------------------------------------------------- ART. 18 (R) (Ufficio locale) articolo 2, terzo comma, regio
decreto n. 778 del 1931 -------------------------------------------------------------------- ART. 19 (R) (Ufficio centrale) articolo 3, regio decreto
n. 778 del 1931 -------------------------------------------------------------------- ART. 20 (R) (Comunicazioni all'ufficio centrale) -------------------------------------------------------------------- ART. 21 (L) (Certificato del casellario giudiziale e del casellario dei carichi pendenti acquisito dall'autorita' giudiziaria) articolo 688 codice di proce-
dura penale: comma 1, primo
periodo, comma 2; articolo 110,
comma 1, lettera c), decreto
legislativo n. 271 del 1989 -------------------------------------------------------------------- ART. 22 (L) (Certificato del casellario giudiziale e del casellario dei carichi pendenti richiesto dal difensore) articolo 688 codice di procedu-
ra penale, comma 2, secondo pe-
riodo; articolo 110, comma 1,
lettera c), decreto legislativo
n. 271 del 1989 -------------------------------------------------------------------- ART. 23 (L) (Certificati del casellario giudiziale richiesti dall'interessato) articolo 689 codice di procedu-
ra penale -------------------------------------------------------------------- ART. 24 (L) (Certificato generale del casellario giudiziale richiesto dall'interessato) articolo 689 codice di procedu-
ra penale; articolo 194, comma
2, disposizioni di attuazione
del codice di procedura penale;
articoli 45 e 63, comma 2, de-
creto legislativo n. 274 del
2000; articolo 24, settimo com-
ma, legge n. 835 del 1935 -------------------------------------------------------------------- ART. 25 (L) (Certificato penale del casellario giudiziale richiesto dall'interessato) articolo 689 codice di procedu-
ra penale; articolo 194, comma
2, disposizioni di attuazione
del codice di procedura penale;
articoli 45 e 63, comma 2, de-
creto legislativo n. 274 del
2000; articolo 24, settimo com-
ma, legge n. 835 del 1935 -------------------------------------------------------------------- ART. 26 (L) (Certificato civile del casellario giudiziale richiesto dall'interessato) articolo 689 codice di procedu-
ra penale -------------------------------------------------------------------- ART. 27 (L) (Certificato del casellario dei carichi pendenti richiesto dall'interessato) estensione dell'articolo 689,
comma 1 e parte del comma 2,
codice di procedura penale; ar-
ticolo 21, decreto ministeriale
n. 204 del 2001 -------------------------------------------------------------------- ART. 28 (L) (Certificato richiesto dalle amministrazioni pubbliche e dai gestori di pubblici servizi) articolo 688, comma 1, codice
di procedura penale; articolo
14, comma 3, del decreto del
Presidente della Repubblica
22 settembre 1988, n. 448 -------------------------------------------------------------------- ART. 29 (L) (Certificato del casellario giudiziale per ragioni di elettorato) articolo 688, comma 3, codice
di procedura penale; articolo
195 disposizioni di attuazione
del codice di procedura penale -------------------------------------------------------------------- ART. 30 (L) (Certificato dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato acquisito dall'autorita' giudiziaria) articolo 81, comma 1, primo pe-
riodo, comma 2, decreto legi-
slativo n. 231 del 2001 -------------------------------------------------------------------- ART. 31 (L) (Certificato dell'anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dell'anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato richiesto dall'ente interessato) articolo 81, comma 3 e 4, de-
creto legislativo n. 231 del
2001 -------------------------------------------------------------------- ART. 32 (L) (Certificato richiesto dalle amministrazioni pubbliche e dai gestori di pubblici servizi) articolo 81, comma 1, secondo
periodo, decreto legislativo
n. 231 del 2001 -------------------------------------------------------------------- ART. 33 (R) (Visura delle iscrizioni da parte della persona o dell'ente interessato) -------------------------------------------------------------------- ART. 34 (R) (Esclusione del codice identificativo dal certificato) -------------------------------------------------------------------- ART. 35 (R) (Ufficio competente al rilascio del certificato) -------------------------------------------------------------------- ART. 36 (R) (Certificato di emergenza) -------------------------------------------------------------------- ART. 37 (L) (Certificati richiesti da autorita' straniere) articolo 35, primo comma, regio
decreto n. 778 del 1931 -------------------------------------------------------------------- ART. 38 (R) (Termine per il rilascio di certificato) -------------------------------------------------------------------- ART. 39 (R) (Consultazione diretta del sistema e acquisizione di certificati dalle amministrazioni pubbliche e dai gestori di pubblici servizi) -------------------------------------------------------------------- ART. 40 (L) (Questioni concernenti le iscrizioni e i certificati articolo 690 codice di procedu-
ra penale; articolo 82 decreto
legislativo n. 231 del 2001 -------------------------------------------------------------------- ART. 41(R) (Principi e funzioni) -------------------------------------------------------------------- ART. 42 (R) (Regole tecniche del sistema) -------------------------------------------------------------------- ART. 43 (R) (Codice identificativo sulla base delle impronte digitali) -------------------------------------------------------------------- ART. 44 (R) (Eliminazione di iscrizioni incompatibili) -------------------------------------------------------------------- ART. 45 (L) (Esclusioni dai certificati ed eliminazione di iscrizioni per i reati di competenza del giudice di pace commessi prima del 2 gennaio 2002) articolo 63; comma 2 decreto
legislativo n. 27 del 2000 e
raccordo con l'articolo 64,
comma 2, decreto legislativo
n. 274 del 2000, nella parte
in cui rinvia all'articolo 63,
comma 2, stesso decreto legi-
slativo -------------------------------------------------------------------- ART. 46 (R) (Regole tecniche sino alla completa operativita' del sistema) -------------------------------------------------------------------- ART. 47 (R) (Eliminazioni di iscrizioni per morte della persona effettuate dall'ufficio locale) -------------------------------------------------------------------- ART. 48 (R) (Termine per il rilascio di certificato) -------------------------------------------------------------------- ART. 49 (R) (Modifica dell'articolo 46, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445) -------------------------------------------------------------------- ART. 50 (R) (Termine per l'emanazione dei decreti dirigenziali) -------------------------------------------------------------------- ART. 51 (R) (Raccordo con norme esterne al testo unico) -------------------------------------------------------------------- ART.52 (L) (Abrogazioni di norme primarie) -------------------------------------------------------------------- ART. 53 (L) (Abrogazioni parziali e riformulazioni conseguenti di norme) -------------------------------------------------------------------- ART. 54 (R) (Abrogazioni di norme secondarie) -------------------------------------------------------------------- ART. 55 (L) (Entrata in vigore) --------------------------------------------------------------------

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 14 novembre 2002
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Frattini, Ministro per la funzione
pubblica
Castelli, Ministro della giustizia
Pisanu, Ministro dell'interno
Tremonti, Ministro dell'economia e
delle finanze
Stanca, Ministro per l'innovazione e le
tecnologie Visto, il Guardasigilli: Castelli
Registrato alla Corte dei conti il 30 gennaio 2003
Ministeri istituzionali, registro n.1, foglio n. 262
 
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