Gazzetta n. 87 del 14 aprile 2003 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
COMUNICATO
Parere del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini inerente la richiesta di riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita del vino "Fiano di Avellino", proposta del relativo disciplinare di produzione, e revoca della denominazione di origine controllata del vino "Fiano di Avellino".

Il Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, istituito a norma dell'art. 17 della legge 10 febbraio 1992, n. 164;
Esaminata la domanda presentata, tramite la regione Campania, dalle organizzazioni di categoria (Federazione provinciale coltivatori diretti di Avellino, Confederazione italiana agricoltori di Avellino ed Unione provinciale agricoltori di Avellino) in data 15 marzo 1999 intesa ad ottenere il riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita del vino "Fiano di Avellino", gia' riconosciuta come denominazione di origine controllata con decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978 e successive modifiche;
Visto, sulla sopracitata richiesta di riconoscimento, il parere favorevole della regione Campania;
Viste le risultanze della pubblica audizione, concernente la predetta istanza, tenutasi in Avellino il 13 dicembre 2002, con la partecipazione di rappresentanti di enti, organizzazioni di produttori ed aziende vitivinicole;
Visti i lavori e la documentazione della commissione delegata per la regione Campania per l'accertamento del "particolare pregio";
Ha espresso, nella riunione del 19 febbraio 2003, presente il funzionario della regione Campania, parere favorevole al suo accoglimento ed alla revoca contemporanea della denominazione di origine controllata del vino "Fiano di Avellino", proponendo, ai fini dell'emanazione del relativo decreto dirigenziale, il disciplinare di produzione secondo il testo di cui appresso.
Le eventuali istanze e controdeduzioni alla suddetta proposta di modifica del disciplinare di produzione dovranno, in regola con le disposizioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica n. 642/1972 e successive modifiche ed integrazioni, essere inviate dagli interessati al Ministero delle politiche agricole e forestali - Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, via Sallustiana n. 10 - 00187 Roma - entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
"Proposta di disciplinare di produzione del vino a denominazione di origine controllata e garantita; FIANO DI AVELLINO
Art. 1.
La denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" e' riservata al vino che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.
 
Art. 2.
Il vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" deve essere ottenuto dalle uve provenienti, in ambito aziendale, dal vitigno Fiano per un minimo dell'85%.
Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve provenienti dai vitigni Greco, Coda di Volpe bianco e Trebbiano toscano, presenti nei vigneti in ambito aziendale, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo complessivo del 15%.
 
Art. 3.
La zona di produzione delle uve destinate alla produzione del vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" comprende l'intero territorio amministrativo dei seguenti comuni della provincia di Avellino: Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D'Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino.
 
Art. 4.
Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione del vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" devono essere quelli tradizionali della zona e comunque atte a conferire alle uve e ai vini derivati le specifiche caratteristiche di qualita'.
Sono pertanto da considerare idonei ai fini dell'iscrizione all'Albo dei vigneti, unicamente i vigneti collinari e di buona esposizione. Sono esclusi i terreni di fondovalle umidi e non sufficientemente soleggiati.
I sesti d'impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli tradizionalmente usati nella zona e comunque atti a non modificare le caratteristiche delle uve e dei vini.
E' vietata ogni pratica di forzatura.
Per i reimpianti e i nuovi impianti i vigneti dovranno avere una forma di allevamento verticale, la densita' di impianto non potra' essere inferiore ai 2.500 ceppi per ettaro.
La resa massima di uva per ettaro di vigneto in coltura specializzata per la produzione del vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" non deve essere superiore alle 10 tonnellate.
Fermo restando il limite massimo sopra indicato, la resa per ettaro di vigneto in coltura promiscua dovra' essere calcolata rispetto a quella specializzata, in rapporto all'effettiva superficie a vigneto. A tali limiti, anche in annate eccezionalmente favorevoli, la produzione globale dovra' essere riportata, purche' la stessa non superi di oltre il 20% i limiti massimi sopra stabiliti.
Le uve destinate alla vinificazione devono assicurare al vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" un titolo alcolometrico volumico minimo naturale dell'11,00% vol.
 
Art. 5.
Le operazioni di vinificazione e di elaborazione del vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino", devono essere effettuate nell'ambito del territorio amministrativo della provincia di Avellino.
Nella vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti, atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche.
La resa massima dell'uva in vino finito, pronto per il consumo, non deve essere superiore al 70%. Oltre tale limite per tutta la produzione decade il diritto alla denominazione di origine controllata e garantita.
L'arricchimento dei mosti o dei vini aventi diritto alla denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" deve essere effettuato alle condizioni stabilite dalle norme comunitarie e nazionali, fermo restando la resa massima del 70% dell'uva in vino.
 
Art. 6.
Il vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" all'atto dell'immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
Colore: giallo paglierino piu' o meno intenso;
Odore: gradevole, intenso, fine, caratteristico;
Sapore: fresco, armonico;
Acidita' totale minima: 5,0 g/l;
Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
Estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
E' facolta' del Ministero delle politiche agricole e forestali, con proprio decreto, modificare i limiti sopra indicati per acidita' totale ed estratto non riduttore.
 
Art. 7.
L'indicazione della denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" puo' essere accompagnata dalla menzione tradizionale di origine classica "Apianum". Tale menzione dovra' figurare in etichetta con caratteri tipografici non superiori alla meta' di quelli utilizzati per indicare la denominazione di origine controllata e garantita.
 
Art. 8.
E' vietato usare assieme alla denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" qualsiasi qualificazione aggiuntiva diversa da quelle previste dal presente disciplinare, ivi compresi gli aggettivi: extra, fine, superiore, scelto, selezionato, classico, riserva e similari.
E' tuttavia consentito l'uso di indicazioni che facciano riferimento a nomi, ragioni sociali, marchi privati, non aventi significato laudativo o tali da trarre in inganno l'acquirente.
E' consentito altresi, nel rispetto delle normative vigenti, l'uso di indicazioni geografiche e toponomastiche che facciano riferimento a comuni, frazioni, aree, zone e localita', vigneti, poderi, tenute e fattorie, incluse nella zona di produzione e dalle quali effettivamente provengono le uve da cui il vino cosi qualificato e' stato ottenuto.
Sulle bottiglie del vino o altri recipienti del vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" deve figurare l'indicazione dell'annata di produzione delle uve.
E' consentita l'immissione al consumo del vino a denominazione di origine controllata e garantita "Fiano di Avellino" esclusivamente in bottiglie o in altri recipienti di vetro di capacita' non superiore ai 5 litri, muniti di contrassegno di Stato.
I recipienti di cui al comma precedente devono essere chiusi con tappo raso bocca, di materiale al momento previsto dalla normativa vigente, ad eccezione di quelli non superiori a 0,187 litri di capacita', per i quali e' consentito l'uso di dispositivo di chiusura a vite.
 
Gazzetta Ufficiale Serie Generale per iPhone