Gazzetta n. 100 del 2 maggio 2003 (vai al sommario)
AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME PO
DELIBERAZIONE 25 febbraio 2003
Adozione del piano stralcio di integrazione al piano per l'assetto idrogeologico (PAI) - Nodo idraulico di Ivrea. (Deliberazione n. 1/2003).

IL COMITATO ISTITUZIONALE

Visto:
la legge 18 maggio 1989, n. 183, recante «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» e successive modifiche ed integrazioni;
in particolare, l'art. 17 della suddetta legge, relativo a «valore, finalita' e contenuti del piano di bacino»;
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 1989, recante «Costituzione dell'autorita' di bacino del fiume Po»;
il decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante «Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania», convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 1998, n. 267, e successive modifiche ed integrazioni;
in particolare, l'art. 1 della suddetta normativa, relativo a «Piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico e misure di prevenzione per le aree a rischio»;
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 luglio 1998, recante «Approvazione del Piano stralcio delle fasce fluviali»;
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 settembre 1998, recante «Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all'art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180»;
il decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, recante «Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile, nonche' a favore di zone colpite da calamita' naturali», convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2000, n. 365;
in particolare, l'art. 1, comma 1-bis della suddetta normativa, relativo a «Procedura per l'adozione dei progetti di piani stralcio»;
Richiamate:
la propria deliberazione n. 19 del 9 novembre 1995, con cui questo Comitato ha approvato il «Programma di redazione del Piano di bacino del Po per stralci relativi a settori funzionali»;
la propria deliberazione n. 26 dell'11 dicembre 1997, con cui questo Comitato ha adottato il «Piano stralcio delle fasce fluviali, in attuazione della deliberazione del Comitato istituzionale n. 19 del 9 novembre 1995»;
la propria deliberazione n. 1 dell'11 maggio 1999, con cui questo Comitato ha adottato il «Progetto di Piano stralcio per l'assetto idrogeologico»;
la propria deliberazione n. 14 del 26 ottobre 1999, con cui questo Comitato ha adottato il «Piano straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e adozione delle misure di salvaguardia per le aree perimetrate»;
la propria deliberazione n. 18 del 26 aprile 2001, con cui questo Comitato ha adottato il «Piano stralcio per l'assetto idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po»;
la propria deliberazione n. 19 del 26 aprile 2001, con cui questo Comitato ha adottato il «Progetto di Piano stralcio di integrazione al piano per l'assetto idrogeologico (PAI) adottato ai sensi dell'art. 18 della legge n. 183/1989 (integrazione n. 1: nodo idraulico di Ivrea, Po piemontese da confluenza Sangone a confluenza Tanaro, Po lombardo da S. Cipriano Po ad Arena Po)»;
Premesso che:
il territorio del bacino del fiume Po costituisce un bacino idrografico di rilievo nazionale, ai sensi e per gli effetti dell'art. 14 della legge 18 maggio 1989, n. 183;
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 1989 e' stata costituita l'Autorita' di bacino del fiume Po;
l'art. 17 della citata legge 18 maggio 1989, n. 183 - come modificato dall'art. 12 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito in legge 4 dicembre 1993, n. 493 - prevede, al comma 6-ter, che i Piani di bacino idrografico possano essere redatti ed approvati anche per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali, che devono costituire fasi interrelate rispetto ai contenuti del comma 3 dello stesso articolo, garantendo la considerazione sistemica del territorio e disponendo le opportune misure inibitorie e cautelative in relazione agli aspetti non ancora compiutamente disciplinati;
in attuazione del menzionato art. 17, comma 6-ter della legge n. 183/1989, questo Comitato, con propria deliberazione n. 19 del 9 novembre 1995, ha approvato un programma di redazione del Piano di bacino del fiume Po per stralci relativi a settori funzionali individuando, tra l'altro, l'esigenza di adottare il piano stralcio relativo all'assetto idrogeologico, in relazione allo stato di avanzamento delle analisi propedeutiche alla redazione del Piano di bacino ed alle priorita' connesse alla necessita' di difesa del suolo, determinatesi anche in conseguenza ai gravi eventi alluvionali degli ultimi anni;
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 luglio 1998 e' stato approvato il «Piano stralcio delle fasce fluviali» (di seguito PSFF), il quale ha delimitato e normato le fasce fluviali relative ai corsi d'acqua del sottobacino del Po chiuso alla confluenza del fiume Tanaro, dall'asta del Po fino al Delta, e degli affluenti emiliani e lombardi limitatamente ai tratti arginati;
l'art. 1, comma 1 del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, convertito in legge 3 agosto 1998, n. 267, dispone che le Autorita' di bacino di rilievo nazionale adottino Piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico, redatti ai sensi del comma 6-ter dell'art. 17 della legge 18 maggio 1989, n. 183, e successive modificazioni, che contengano in particolare l'individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia, nonche' le misure medesime;
con deliberazione n. 1 dell'11 maggio 1999, questo Comitato istituzionale ha adottato, ai sensi dell'art. 18, comma 1 della legge n. 183/1989, il progetto di Piano stralcio per l'assetto idrogeologico (di seguito brevemente denominato progetto di PAI). L'ambito territoriale di riferimento di tale progetto di Piano e' costituito dall'intero bacino idrografico del fiume Po chiuso all'incile del Po di Goro, ad esclusione del Delta;
successivamente, con propria deliberazione n. 18 del 26 aprile 2001 questo Comitato ha adottato il «Piano stralcio per l'assetto idrogeologico» (di seguito brevemente definito PAI) quale stralcio del Piano di bacino del fiume Po ai sensi dell'art. 17, comma 6-ter della citata legge n. 183/1989, come modificato dall'art. 12 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito in legge 4 dicembre 1993, n. 493;
il PAI persegue l'obiettivo di garantire al territorio del bacino del fiume Po (costituito dall'intero bacino idrografico del fiume Po chiuso all'incile del Po di Goro, ad esclusione del Delta) un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aree fluviali ad utilizzi ricreativi;
il suddetto PAI e' stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 maggio 2001;
Considerato che:
nell'autunno dell'anno 2000, mentre era in corso la procedura per l'adozione definitiva del PAI, l'ambito fluviale di riferimento di detto Piano stralcio e' stato colpito da eventi alluvionali di particolare gravita';
in conseguenza dei suddetti eventi alluvionali, sono state individuate alcune particolari situazioni di criticita' (nodi idraulici critici) in relazione alle quali e' emersa la necessita' di svolgere ulteriori attivita' di approfondimento e di analisi. Tra i suddetti nodi idraulici critici rientra anche quello relativo al fiume Dora Baltea ad Ivrea;
con la legge di conversione del decreto-legge 12 ottobre 2001, n. 279 (legge 11 dicembre 2001, n. 365), e' stato introdotto l'art. 1-bis di tale decreto, in base al quale il termine perentorio per l'adozione del PAI (originariamente fissato al 30 giugno 2001 dal decreto-legge n. 180/1998) e' stato anticipato al 30 aprile 2001;
in considerazione della necessita' di contemperare le esigenze di approfondimento emerse in relazione ai citati nodi idraulici critici con il doveroso rispetto della suddetta anticipazione del termine per l'adozione del Piano, l'Autorita' di bacino ha stabilito di procedere all'adozione del PAI e, contemporaneamente, di adottare un apposito progetto di integrazione al PAI medesimo, da adottarsi con le procedure di cui all'art. 18 della legge 18 maggio 1989, n. 183, ed all'art. 1-bis del decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, convertito, con modificazioni, nella legge 11 dicembre 2000, n. 365;
in relazione ai suddetti nodi idraulici critici, l'Autorita' di bacino del fiume Po ha pertanto proceduto ad elaborare un apposito progetto di integrazione, tramite il quale, sulla scorta di alcune attivita' di approfondimento specifiche, e' stata individuata una delimitazione di maggior precisione delle fasce fluviali ed una piu' puntuale individuazione delle linee di intervento strutturale in corrispondenza dei menzionati nodi idraulici critici;
il progetto di integrazione e' stato successivamente presentato al comitato tecnico per l'espressione del parere di competenza nella seduta del 19 aprile 2001;
nel corso di tale seduta del comitato tecnico, la regione Piemonte ha presentato richiesta di integrazione al progetto di Piano in oggetto consegnando specifiche integrazioni cartografiche;
con propria deliberazione n. 18 del 26 aprile 2001 questo Comitato ha adottato il «Piano stralcio per l'assetto idrogeologico» (di seguito brevemente definito PAI), quale stralcio del Piano di bacino del fiume Po ai sensi delle norme richiamate in premessa;
nel corso della medesima seduta, in considerazione delle criticita' idrauliche rilevate a seguito dell'evento alluvionale dell'autunno 2000, questo Comitato ha altresi' adottato il «progetto di Piano stralcio di integrazione al Piano per l'assetto idrogeologico (PAI) adottato ai sensi dell'art. 18 della legge n. 183/1989 (integrazione n. 1: nodo idraulico di Ivrea, Po piemontese da confluenza Sangone a confluenza Tanaro, Po lombardo da S. Cipriano Po ad Arena Po)» (Deliberazione n. 19/2001);
per quanto riguarda, in particolare, il nodo idraulico di Ivrea, parallelamente alla fase di osservazione e consultazione del Progetto suddetto, questa Autorita' di bacino ha avviato (luglio 2001) lo «Studio di fattibilita' della sistemazione idraulica del fiume Dora Baltea da Aymavilles alla confluenza in Po», allo scopo di procedere ad una verifica su scala di maggior dettaglio dell'assetto di progetto del fiume Dora Baltea definito nel Piano stralcio per l'assetto idrogeologico e nel progetto di Piano stralcio di integrazione al PAI;
nell'ambito del suddetto studio di fattibilita', sono state prioritariamente sviluppate le verifiche idrauliche riguardanti il nodo di Ivrea necessarie per la definizione della configurazione di assetto idraulico ottimale del nodo;
i risultati di tali approfondimenti, presentati e trasmessi a tutti gli enti e le amministrazioni interessate, hanno confermato l'assetto del nodo idraulico definito nell'ambito del progetto di Piano stralcio di integrazione, evidenziando altresi', a seguito degli approfondimenti idraulici di maggior dettaglio condotti, la necessita' di locali modifiche alla delimitazione delle fasce fluviali;
nell'ambito degli approfondimenti di cui al punto precedente particolare attenzione e' stata posta nella valutazione dell'assetto di progetto dell'incile dello scolmatore naturale in prossimita' dell'abitato di Fiorano, alla luce delle elevate condizioni di rischio idraulico presenti e della complessita' del funzionamento idraulico dello stesso incile. Per tale ambito, in particolare, le verifiche idrauliche condotte hanno evidenziato come l'assetto di progetto, contestualmente alle opere di contenimento dei livelli idrici a difesa di Fiorano, deve prevedere alcuni interventi strutturali (interventi di rimodellamento morfologico del terreno nella zona subito a valle dell'incile) e non strutturali (interventi di mantenimento di un uso del suolo compatibile con i valori di scabrezza di progetto definiti in corrispondenza della stessa area);
la progettazione degli interventi strutturali di rimodellamento morfologico di cui al punto precedente consentira' una piu' puntuale delimitazione del limite della fascia A all'interno dello scolmatore naturale;
nell'esercizio delle proprie competenze in materia di opere idrauliche, il Magistrato per il Po e la regione Piemonte hanno delegato la provincia di Torino alla realizzazione di gran parte degli interventi strutturali conseguenti all'assetto di progetto del nodo idraulico. L'esecuzione di tali interventi e' stata suddivisa in lotti funzionali, fra i quali, in particolare, quello riguardante la sistemazione dell'incile di Fiorano (IV Lotto funzionale) risulta attualmente in fase di progettazione;
l'assetto complessivo del nodo prevede inoltre l'adeguamento di numerose infrastrutture interferenti con i fenomeni di deflusso delle piene, la cui progettazione e realizzazione deve essere coordinata con gli interventi di sistemazione idraulica di carattere strutturale e non strutturale;
in data 2 agosto 2002 si e' svolta la Conferenza programmatica sul progetto di integrazione relativamente al nodo idraulico di Ivrea, ai sensi dell'art. 1-bis della legge n. 365/2000. In tale sede l'Autorita' di bacino ha depositato un documento di sintesi delle attivita' svolte sul nodo di Ivrea e una rappresentazione cartografica delle fasce fluviali, comprensiva delle modifiche sopra menzionate;
sempre in sede di Conferenza programmatica, la regione Piemonte ha depositato il proprio parere sul progetto di Piano, formulato tenendo conto delle osservazioni di cui all'art. 18 della legge n. 183/1989. Da tale parere emergono in particolare, oltre alla necessita' di alcune modifiche locali alla delimitazione delle fasce fluviali di cui al progetto, la necessita' di assoggettare a speciali vincoli e prescrizioni, ai sensi e per gli effetti dell'art. 17, comma 3, lettera m) della legge n. 183/1989, le aree costituenti lo scolmatore naturale della Dora Baltea a valle dell'incile di Fiorano;
sulla base degli esiti della Conferenza programmatica e di una successiva comunicazione del sindaco della citta' di Ivrea, si ritiene altresi' opportuno effettuare nella cartografia di Piano una prima ricognizione di edifici e manufatti comunque esposti a fenomeni di esondazione per la piena di riferimento sulla base dell'assetto di progetto del nodo;
la Conferenza programmatica ha espresso sul Progetto di integrazione, il parere di cui all'art. 1-bis della legge n. 365/2000, accogliendo in toto le proposte formulate dall'Autorita' di bacino e dalla regione Piemonte. Nell'ambito di tale parere, si esprime altresi', da parte degli enti locali partecipanti, la necessita', di adottare lo stralcio del progetto di Piano di integrazione relativo al nodo idraulico critico di Ivrea, indipendentemente dagli esiti delle conferenze programmatiche relative agli altri nodi idraulici critici, alla luce delle progettazioni preliminari degli interventi gia' in corso;
l'adozione definitiva, da parte di questo Comitato, del «Piano stralcio di integrazione al piano per l'assetto idrogeologico (PAI) - Nodo idraulico di Ivrea», allegato alla presente deliberazione, e' conseguente allo svolgimento della procedura disciplinata dal combinato disposto degli articoli 18, commi 1-10 della legge n. 183/1989 e dell'art. 1-bis del decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2000, n. 365;
Acquisito:
il parere favorevole relativo all'allegato «Piano stralcio di integrazione al Piano per l'assetto idrogeologico (PAI) - Nodo idraulico di Ivrea», espresso da parte del Comitato tecnico nelle sedute del 3 dicembre 2002, 11 febbraio 2003 e 20 febbraio 2003;
Ritenuto:
di accogliere la proposta di adottare un'integrazione al PAI relativamente al solo nodo idraulico critico di Ivrea, indipendentemente dagli esiti delle Conferenze programmatiche relative agli altri nodi idraulici critici;
di procedere, pertanto, all'adozione dell'allegato «Piano stralcio di integrazione al Piano per l'assetto idrogeologico (PAI) - Nodo idraulico di Ivrea»;
Per quanto sopra visto, richiamato, premesso, considerato e ritenuto, questo Comitato istituzionale;
Delibera:
Art. 1.
E' adottato, ai sensi dell'art. 18, comma 10 della legge 18 maggio 1989, n. 183, il «Piano stralcio di integrazione al Piano per l'assetto idrogeologico (PAI) - Nodo idraulico di Ivrea» (di seguito brevemente definito Piano di integrazione), il quale e' allegato alla presente deliberazione come parte integrante e costitutiva della stessa.
Il Piano di integrazione di cui al primo comma si compone dei seguenti elaborati:
1. relazione tecnica;
2. delimitazione delle fasce fluviali relative al nodo idraulico di Ivrea;
3. aggiornamento della vigente scheda relativa al nodo critico di Ivrea, contenuta nell'allegato 1 (Analisi dei principali punti critici - strategie di intervento) all'elaborato 1 del PAI (Relazione generale - relazione di sintesi).
 
Art. 2.
Nell'ambito della progettazione degli interventi di sistemazione idraulica in corrispondenza dell'incile di Fiorano attualmente in corso, la provincia di Torino e' delegata a proporre la ridelimitazione cartografica, in funzione delle scelte progettuali di rimodellamento morfologico delle aree interessate, della fascia A in corrispondenza dello scolmatore naturale a valle dell'incile medesimo.
 
Art. 3.
Nell'ambito della progettazione di cui all'articolo precedente deve essere individuata puntualmente e delimitata cartograficamente, all'interno della fascia A come definita a seguito della ridelimitazione di cui al suddetto art. 1, un'area funzionale e di pertinenza delle opere idrauliche in prossimita' dell'incile di Fiorano.
Il progetto provvede altresi' a stabilire, motivando adeguatamente, se e in che misura tale area debba essere assoggettata a procedure di esproprio per causa di pubblica utilita' e/o sottoposta a limitazioni relative all'uso del suolo, ulteriori e piu' restrittive rispetto a quelle contenute nelle vigenti norme tecniche di attuazione del PAI.
Qualora si ritenga necessario sottoporre l'intero territorio compreso nell'area individuata ai sensi del primo comma o singole porzioni di esso alle limitazionirelative all'uso del suolo di cui al precedente capoverso, nell'ambito del progetto di cui al comma precedente si deve procedere a:
a) individuare l'area o le aree da sottoporre a dette limitazioni, delimitandole su apposita cartografia da allegare al progetto stesso;
b) definire con apposite disposizioni normative, il contenuto e gli effetti delle limitazioni applicabili a ciascuna delle aree individuate ai sensi della lettera precedente.
 
Art. 4.
Gli elaborati di progetto contenenti la proposta di ridelimitazione della fascia A di cui all'art. 2 nonche' gli eventuali elementi normativi e cartografici di cui all'art. 3 dovranno essere trasmessi all'Autorita' di bacino, la quale provvedera' agli adempimenti eventualmente necessari per l'aggiornamento del Piano.
 
Art. 5.
Dal giorno successivo alla pubblicazione della presente deliberazione nella Gazzetta Ufficiale e fino all'entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di approvazione dell'allegato Piano di integrazione e, comunque, per un periodo non superiore a tre anni, la porzione della fascia B compresa fra l'incile di Fiorano ed il ponte sul Rio Ribes in prossimita' della strada statale n. 565 e' sottoposta a misure temporanee di salvaguardia, ai sensi dell'art. 17, comma 6-bis della legge 18 maggio 1989, n. 183, con il contenuto delle disposizioni stabilite dalle norme tecniche di attuazione del PAI con riferimento alla fascia A.
Dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di approvazione del Piano di integrazione adottato con la presente deliberazione e fino all'avvenuto recepimento dei contenuti del progetto ai sensi dell'art. 4, ultimo comma, sulle aree di cui al comma precedente trovano applicazione, per finalita' connesse al buon funzionamento complessivo dello scolmatore naturale, le disposizioni ed i vincoli stabiliti dalle norme tecniche di attuazione del PAI con riferimento alla fascia A.
 
Art. 6.
I comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al presente Piano di integrazione al P.A.I., procedono ad una valutazione alla scala locale, in relazione agli usi in atto, delle effettive condizioni di rischio dei manufatti, degli edifici e delle infrastrutture ubicati nelle fasce fluviali, anche sulla base di una prima ricognizione effettuata sulla cartografia di Piano, e individuano adeguate misure non strutturali di mitigazione, ivi comprese quelle di cui all'art. 40 delle norme tecniche di attuazione del PAI.
 
Art. 7.
L'allegato Piano di integrazione al PAI e' attuato attraverso appositi programmi triennali di intervento, ai sensi degli articoli 21 ss. della legge 18 maggio 1989, n. 183.
I Programmi di cui al comma precedente sono redatti tenendo conto degli indirizzi e delle finalita' di cui al Piano di integrazione medesimo.
Al fine di coordinare la progettazione e realizzazione degli interventi di sistemazione idraulica e quelli di adeguamento delle infrastrutture interferenti, il segretario generale dell'Autorita' di bacino istituisce un comitato per il coordinamento degli interventi del nodo critico di Ivrea, di cui fanno parte, oltre alla stessa Autorita' di bacino del fiume Po, l'AIPO, la regione Piemonte, la provincia di Torino e tutti gli ulteriori soggetti proprietari delle infrastrutture interferenti o delegati alla progettazione e realizzazione degli interventi strutturali di sistemazione idraulica del nodo.
Con l'atto istitutivo del Comitato sono definite le attivita' di coordinamento di competenza del Comitato medesimo e le modalita' relative al loro svolgimento.
Parma, 25 febbraio 2003
Il Presidente: Matteoli Il segretario generale: Presbitero
 
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