Gazzetta n. 166 del 19 luglio 2003 (vai al sommario)
MINISTERO DELLA SALUTE
DECRETO 3 luglio 2003
Modifica degli stampati e del regime di fornitura di specialita' medicinali contenenti ritodrina e isoxsuprina.

IL DIRIGENTE GENERALE del Dipartimento per la valutazione dei medicinali e la
farmacovigilanza - Ufficio di farmacovigilanza

Visto il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2000, n. 435, concernente il regolamento recante norme di organizzazione del Ministero della sanita';
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 2 febbraio 1994, n. 196, concernente il regolamento per il riordinamento del Ministero della salute, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 1996, n. 518;
Visto il decreto ministeriale 27 dicembre 1996, n. 704, concernente il regolamento recante norme sull'individuazione degli uffici centrali e periferici di livello dirigenziale del Ministero della salute;
Visto il decreto legislativo 9 maggio 1991, n. 178, e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 539, concernente la classificazione dei medicinali ai fini della loro fornitura;
Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 540, e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto il parere della Commissione unica del farmaco reso nella riunione del 28/29 gennaio 2003;
Ritenuto a tutela della salute pubblica dover provvedere a modificare gli stampati delle specialita' \beta2 stimolanti ad azione tocolitica a base di ritodrina e isoxsuprina;
Decreta:
Art. 1.
1. E' fatto obbligo a tutte le aziende titolari di autorizzazione all'immissione in commercio di specialita' medicinali \beta2 stimolanti ad azione tocolitica a base di ritodrina e isoxsuprina, nelle forme farmaceutiche iniettabili, autorizzate con procedura di autorizzazione di tipo nazionale, di integrare gli stampati secondo quanto indicato nell'allegato 1 che costituisce parte del presente decreto.
2. Il regime di fornitura delle specialita' medicinali \beta2 stimolanti ad azione tocolitica a base di ritodrina e isoxsuprina, nelle forme farmaceutiche iniettabili, viene modificato in accordo agli articoli 4 e 5 del decreto legislativo n. 539/1992 da «specialita' medicinale soggetta a prescrizione medica» a «specialita' medicinale soggetta a prescrizione medica da rinnovare di volta in volta».
3. Le modifiche di cui al comma 1 - che costituiscono parte del decreto di autorizzazione rilasciato per ciascuna specialita' medicinale - dovranno essere apportate immediatamente per il riassunto delle caratteristiche del prodotto e per il foglio illustrativo a partire dal primo lotto prodotto successivamente alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale.
4. Gli stampati delle specialita' medicinali \beta2 stimolanti ad azione tocolitica a base di ritodrina e isoxsuprina, nelle forme farmaceutiche iniettabili, autorizzate con procedura nazionale successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, dovranno riportare anche quanto indicato nell'allegato 1 del presente decreto.
Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 3 luglio 2003
Il dirigente generale: Martini
 
Allegato 1

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

4. Informazioni cliniche. 4.1. Indicazioni terapeutiche:
Trattamento a breve termine della minaccia di parto pretermine. 4.2. Posologia e modo di somministrazione:
Per le specialita' medicinali a base di ritodrina:
e' consigliabile attuare la terapia d'attacco mediante infusione venosa continua alla velocita' di 0,05 mg/min aumentabile fino a 0,3 mg/min. La dose dovrebbe essere incrementata ad intervalli di circa 15 minuti fino al raggiungimento dell'arresto delle contrazioni uterine, oppure fino a quando non si abbia una frequenza cardiaca superiore a 140 battiti/min o sia stata raggiunta la dose massima (0,3 mg/min) (vedi 4.4 - Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso);
una volta ottenuto l'arresto delle contrazioni uterine, e' possibile proseguire il trattamento d'attacco per 12-48 ore in modo da consentire l'attuazione di altre misure che potrebbero migliorare lo stato di salute del nascituro;
quando necessario la terapia puo' essere iniziata con la somministrazione intramuscolare di 1 fiala da 10 mg ogni 3-6 ore;
le fiale per uso endovenoso vanno somministrato unicamente in aggiunta a soluzioni per fleboclisi. Il volume di liquidi somministrati deve comunque essere mantenuto al minimo possibile.
Per le specialita' medicinali a base di isoxsuprina:
infusione venosa continua alla velocita' di 0,2-0,5 mg/min fino all'arresto delle contrazioni; passare quindi alla somministrazione intramuscolare di 1 fiala ogni 3-8 ore;
la dose dovrebbe essere incrementata fino al raggiungimento dell'arresto delle contrazioni uterine, oppure fino a quando non si abbia una frequenza cardiaca superiore a 140 battiti/min o sia stata raggiunta la dose massima (vedi 4.4 - Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso);
una volta ottenuto l'arresto delle contrazioni uterine, e' possibile proseguire il trattamento d'attacco per 12-48 ore in modo da consentire l'attuazione di altre misure che potrebbero migliorare lo stato di salute del nascituro;
quando necessario la terapia puo' essere iniziata con la somministrazione di 1 fiala per via intramuscolare. 4.3. Controindicazioni.
L'impiego di «nome prodotto» e' controindicato prima della ventesima settimana di gravidanza e nei casi in cui il prolungamento della gravidanza puo' essere pericoloso per la madre o per il feto. Inoltre e' controindicato nei seguenti casi: emorragie vaginali, eclampsia conclamata e grave preeclampsia, malattie cardiache, ipertensione polmonare, ipertiroidismo, diabete mellito, distacco placentare, preesistenti condizioni cliniche nelle quali influirebbe negativamente un beta-mimetico, morte intrauterina del feto, corioamnionite. 4.4. Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso.
Il trattamento con «nome prodotto» dovrebbe essere effettuato esclusivamente in strutture attrezzate per il monitoraggio continuo delle condizioni di salute sia della madre che del feto, e dovrebbe essere sempre preceduto da un'accurata valutazione dei rischi e dei benefici.
Prima di decidere se intraprendere la terapia bisognera' attentamente vagliare la presenza di potenziali problemi cardiocircolatori. Si richiede infatti un piu' attento monitoraggio per quei pazienti in cui si sospetti una cardiopatia.
«Nome prodotto» non dovrebbe essere somministrato a pazienti con preeclampsia, ipertensione o ipertiroidismo, a meno che il medico non ritenga che i benefici siano tali da giustificare i rischi.
Durante il trattamento con «nome prodotto» e' necessario controllare la pressione sanguigna ed il battito cardiaco materno e fetale, inizialmente ogni 5-15 minuti ed in seguito, quando le condizioni della paziente si siano stabilizzate, ad intervalli sempre piu' distanziati (15-60 minuti); inoltre dovrebbe essere eseguito l'esame del torace e dovrebbero essere monitorati glicemia, urea ed elettroliti.
Le donne con diabete necessitano di aggiustamenti dei livelli ematici di glucosio e devono quindi essere monitorate con particolare attenzione.
La somministrazione di «Nome prodotto» puo' aumentare la frequenza del battito cardiaco materno in maniera progressiva, a volte fino a determinare l'insorgenza di palpitazioni. L'insorgenza di una tachicardia materna di grado elevato puo' essere controllata mediante la riduzione della dose o tramite la cessazione della somministrazione del farmaco; bisogna valutare caso per caso se l'entita' della tachicardia possa essere considerata accettabile, ma di regola si raccomanda di non lasciare che nei soggetti sani la frequenza cardiaca superi i 140 battiti al minuto.
Per ridurre al minimo il rischio di ipotensione associato alla terapia con «nome prodotto», durante l'infusione la paziente dovrebbe rimanere coricata in decubito laterale sinistro in modo da evitare la compressione della vena cava.
In caso di acidosi fetale e' indispensabile il monitoraggio continuo.
Sono stati segnalati casi di edema polmonare in pazienti trattate con beta stimolanti, particolarmente se sottoposte nel contempo a terapia cortisonica (v. punti 4.5 e 4.8). Un attento monitoraggio dello stato di idratazione della paziente e' essenziale; inoltre, il volume dei liquidi somministrati dovrebbe essere mantenuto entro i livelli minimi. In caso di edema polmonare, interrompere il trattamento ed istituire idonee misure terapeutiche.
In caso di rottura delle membrane o quando la dilatazione cervicale e' superiore a 4 cm e' difficile ottenere risultati favorevoli con il trattamento.
Tenere fuori dalla portata dei bambini. 4.5. Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione.
Sono stati segnalati casi di edema polmonare della madre trattata contemporaneamente con beta-mimetici e cortisonici. 4.6. Gravidanza e allattamento.
«Nome prodotto» e' indicato nel trattamento a breve termine della minaccia di parto pretermine. Ne viene sconsigliato l'impiego durante l'allattamento. 4.7. Effetti sulla capacita' di guidare e di usare macchinari.
Nessuna limitazione. 4.8. Effetti indesiderati
I piu' comuni effetti collaterali di «nome prodotto» sono correlabili all'azione farmacologica betamimetica della molecola e di norma possono essere controllati attraverso un idoneo aggiustamento del dosaggio e scompaiono sospendendo la terapia o somministrando un betasimpaticolitico.
Gli effetti collaterali piu' frequentemente segnalati o riportati nella letteratura internazionale sono: tachicardia, ipotensione arteriosa, tremore, nausea, vomito, senso di calore, cefalea ed eritema.
Occasionalmente sono stati segnalati: palpitazioni, nervosismo, agitazione, irrequietezza, labilita' emotiva, ansieta', vertigine, sudorazione, arrossamento cutaneo, febbre, rash o malessere generale.
Sono stati descritti diversi casi di edema polmonare in corso di terapia con beta mimetici particolarmente se associati a terapia corticosteroidea.
Altri effetti collaterali meno frequenti, ma a volte gravi, sono:
effetti cardiovascolari, quali angina pectoris, ischemia miocardica o senso di oppressione toracica (con e senza alterazioni ECGrafiche o aritmie);
alterazioni della funzione epatica (aumento dei livelli sierici di transaminasi) ed epatite;
alterazioni metaboliche quali iperglicemia e chetoacidosi;
alterazioni elettrolitiche (ipokaliemia);
alterazioni ghiandolari (quali ipertrofia delle ghiandole salivari o parotite);
alterazioni della serie bianca, dopo trattamento prolungato e reversibili con la sospensione del farmaco, con leucopenia o agranulocitosi.
Sono stati riportati rari casi di shock anafilattico, vascolite, crisi convulsive tonico-cloniche e rabdomiolisi con aumento delle cratininfosfochinasi. 4.9. Sovradosaggio.
E' possibile la comparsa di tachicardia ed ipotensione arteriosa che regrediscono tenendo la paziente sdraiata in posizione supina laterale e somministrando quale antidoto un farmaco ad attivita' beta-simpaticolitica.
 
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