Gazzetta n. 171 del 25 luglio 2003 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 luglio 2003
Rimozione del sindaco e scioglimento del consiglio comunale di Castello del Matese.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto che il signor Alfonso Riccitelli e' stato eletto alla carica di sindaco del comune Castello del Matese (Caserta) nelle consultazioni del 13 maggio 2001;
Considerato che i procedimenti penali che gravano sul suddetto amministratore, sfociati in misure limitative della liberta' personale disposte da autorita' italiane ed estere, e la condotta complessivamente tenuta dal medesimo hanno ingenerato nella comunita' di Castello del Matese una situazione di tensione e di allarme sociale che espone l'ordinata e civile convivenza a gravi rischi di turbativa e minaccia la sicurezza delle istituzioni locali;
Viste le condizioni di fatto lesive degli interessi della comunita' locale;
Ritenuto, pertanto, che ricorrano gli estremi per far luogo alla rimozione del sopracitato amministratore;
Visto l'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Visto, altresi', che ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 1 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, la rimozione del sindaco integra una delle fattispecie dissolutoria del consiglio comunale;
Ritenuto, pertanto, che ricorrano gli estremi per far luogo allo scioglimento della suddetta rappresentanza;
Sulla proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Decreta:
Art. 1.
Il signor Alfonso Riccitelli, sindaco del comune di Castello del Matese (Caserta), e' rimosso dalla carica.
 
Art. 2.
Per effetto della disposizione di cui al precedente art. 1, il consiglio comunale di Castello del Matese (Caserta) e' sciolto.
Dato a Roma, addi' 11 luglio 2003
CIAMPI
Pisanu, Ministro dell'interno
 
Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il sig. Alfonso Riccitelli e' stato eletto sindaco del comune di Castello del Matese (Caserta), nelle consultazioni elettorali del 13 maggio 2001.
Una serie di eventi e di circostanze, riconducibili direttamente o indirettamente alla condotta del suddetto amministratore o alla sfera delle sue relazioni, cointeressenze o aree di influenza, ha determinato, nella comunita di Castello del Matese, una situazione di pericolo per l'ordinata e civile convivenza e per la sicurezza delle istituzioni, e quindi una concreta minaccia per la salvaguardia dell'ordine pubblico, la cui tutela e' compito primario dello Stato ai sensi dell'art. 159 del decreto legislativo n. 112/1998.
La diffusione nella cittadinanza della conoscenza dell'apertura a carico del suddetto sindaco, gia' in passato piu' volte condannato e dichiarato fallito, di svariati procedimenti da parte di diverse Procure della Repubblica per gravissime ipotesi di reato, ha suscitato un profondo turbamento nella coscienza civile della popolazione con concreto rischio del diffondersi tra i cittadini di un atteggiamento di disimpegno nell'adempimento dei doveri civici e nella osservanza delle leggi. Cio', con specifico riguardo alla natura delle ipotesi delittuose - contro il patrimonio, la fede pubblica, la pubblica amministrazione, la liberta' individuale - per alcuna delle quali la fase delle indagini preliminari si e' gia' conclusa con la relativa notifica ai sensi dell'art. 415-bis del codice di procedura penale.
Lo stato di allarme sociale si e' ulteriormente accresciuto allorquando il sindaco nel luglio del 2002, e' stato tratto in arresto da agenti di polizia del Principato di Monaco per essere stato sorpreso, all'interno di quel casino', in possesso di quattordici vaglia cambiari per un ingentissimo ammontare, emessi dal Banco di Napoli e provenienti da un furto con scasso perpetrato a Napoli.
Anche questa circostanza e' stata collegata, nel diffuso giudizio, al tenore di vita inequivocabilmente superiore al reddito di impiegato di azienda sanitaria locale sul quale egli puo' contare. L'ostentato possesso di quattro autovetture di grossa cilindrata e di una potente moto, la notoria frequentazione di case da gioco, i costosi soggiorni fuori del luogo di residenza, sono stati tratti nella valutazione popolare a motivo di sconcerto per la incompatibile rappresentanza, in capo al sindaco, di quel complesso di interessi pubblici primari che proprio l'ente locale e' chiamato a tutelare.
La disinvolta e non dissimulata frequentazione di persone con precedenti penali per gravi delitti (quali: associazione a deliquere, possesso di armi, reati contro la persona, il patrimonio e la pubblica amministrazione) ha accresciuto il disagio della cittadinanza.
Lo stato di allarme sociale che nel tempo e' andato crescendo per la permanenza del suddetto amministratore nell'esercizio della carica pubblica si e' recentemente tradotto in forme di percepibile tensione a seguito della esecuzione, nella mattinata del 22 giugno 2003, del suo arresto per i reati di truffa, falso e millantato credito. Nella circostanza e' stato anche arrestato con le medesime imputazioni un consigliere dello stesso comune. A seguito dell'arresto i suddetti sono stati sospesi dall'esercizio delle pubbliche funzioni, ma il provvedimento resta legato alla sua durata.
Gli elementi riferiti, considerati complessivamente, e nelle loro reciproche interazioni, evidenziano un quadro di grave ed insostenibile degrado della rappresentanza elettiva nel comune di Castello del Matese, che alimenta un pericoloso disimpegno della cittadinanza nei riguardi dei doveri di partecipazione alla vita istituzionale dell'ente.
In questo contesto, le condizioni irrinunciabili della salvaguardia dell'ordine pubblico, che dovrebbero poter trovare nel sindaco un preciso punto di riferimento, appaiono direttamente minacciate, risultando il quadro ambientale locale a tal punto compromesso da giustificare ragionevolmente, sulla base delle inequivocabili circostanze di fatto sopra illustrate, un giudizio di attualita' e di concretezza della compromissione di quel complesso di beni fondamentali nel quale si sostanzia l'ordine pubblico.
Il Prefetto di Caserta, acceratato il configurarsi dell'ipotesi prevista dall'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha formulato proposta per l'adozione del provvedimento di rimozione del sig. Alfonso Riccitelli dalla carica di sindaco, con relazione del 30 aprile 2003, che qui si intende integralmente richiamata.
Cio' anche sul conforme parere espresso dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che ha osservato come l'ulteriore permanenza del sindaco in seno alla compagine amministrativa sia suscettibile di potenziale turbativa dell'ordine pubblico.
Pertanto, si ritiene che, anche per evitare ulteriori pregiudizi, nella fattispecie ricorrano gli estremi per far luogo alla proposta di rimozione del sindaco ai sensi dell'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gravi motivi di ordine pubblico.
Rilevato, altresi', che ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 1, del citato decreto legislativo, la rimozione comporta, necessariamente, lo scioglimento del consiglio comunale, e considerato che i suddetti provvedimenti costituiscono aspetti inscindibili del medesimo procedimento, si ritiene che i medesimi debbano essere adottati contestualmente con unico decreto.
Mi onoro, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Ill.ma l'unito schema di decreto con il quale si dispone la rimozione del sindaco del comune di Castello del Matese e, per l'effetto, lo scioglimento del consiglio comunale del medesimo ente.
Roma, 8 luglio 2003
Il Ministro dell'interno: Pisanu
 
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