Gazzetta n. 197 del 26 agosto 2003 (vai al sommario) |
MINISTERO DELL'INTERNO |
DECRETO 15 agosto 2003 |
Rimozione del sig. Giorgio Nesto dalla carica di consigliere del comune di Cavallino Treporti. |
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IL MINISTRO DELL'INTERNO Visto che il sig. Giorgio Nesto e' stato eletto consigliere del comune di Cavallino Treporti (Venezia) nelle consultazioni del 16 aprile 2000; Rilevato che a carico del predetto amministratore emergono pregiudizi che evidenziano una gestione della cosa pubblica svincolata dal rispetto dei fondamentali canoni di legalita'; Considerato che il procedimento penale che grava sul citato amministratore, sfociato in misure limitative della liberta' personale, e la condotta complessivamente tenuta dal medesimo hanno ingenerato nella comunita' di Cavallino Treporti una situazione di tensione e di allarme sociale che espone l'ordinata e civile convivenza a gravi rischi di turbativa e minaccia la sicurezza delle istituzioni locali; Viste le condizioni di fatto lesive degli interessi della comunita' locale; Ritenuto, pertanto, che ricorrano gli estremi per far luogo alla rimozione del sopracitato amministratore; Visto l'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la relazione allegata al presente decreto e che ne costituisce parte integrante; Decreta: Il sig. Giorgio Nesto e' rimosso dalla carica di consigliere del comune di Cavallino Treporti (Venezia). Roma, 15 agosto 2003 Il Ministro: Pisanu |
| Relazione al Ministro dell'interno Il sig. Giorgio Nesto e' stato eletto consigliere del comune di Cavallino Treporti (Venezia) nelle consultazioni elettorali del 16 aprile 2000. Una serie di eventi e circostanze, riconducibili direttamente o indirettamente alla condotta del suddetto amministratore o alla sfera delle sue relazioni, cointeressenze o aree di influenza, ha determinato, nella comunita' di Cavallino Treporti, una situazione di pericolo per l'ordinata e civile convivenza e per la sicurezza delle istituzioni, e quindi una concreta minaccia per la salvaguardia dell'ordine pubblico, la cui tutela e' compito primario dello Stato ai sensi dell'art. 159 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. In esito alle indagini preliminari svolte dai competenti organi e' stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del signor Nesto e di altri pericolosi pregiudicati che operavano nella medesima cooperativa di cui e' rappresentante legale l'amministratore. Poiche' nel provvedimento restrittivo viene evidenziato come i gravi reati loro ascritti si inquadrino in un disegno criminoso finalizzato ad acquisire, cori azioni intimidatorie tipiche delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, una posizione di assoluto dominio nel settore dei servizi di pulizia e vigilanza del litorale comunale, il prefetto di Venezia ha disposto l'accesso al comune ai sensi dell'art. 59, comma 7, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per una mirata verifica dell'eventuale sussistenza di situazioni che possano esporre i servizi comunali al pericolo di interferenze criminali ovvero condizionarne la regolarita' ed il buon andamento. La commissione d'accesso all'uopo nominata, ha evidenziato che per la pianificazione delle proprie attivita' criminali il consigliere si e' verosimilmente avvalso del suo ruolo politico e dei rapporti intrattenuti all'interno dell'amministrazione comunale e che pertanto l'attivita' amministrativa posta in essere dal consigliere si e' caratterizzata per una gestione spregiudicata della cosa pubblica, svincolata dal rispetto delle fondamentali regole giuridiche e finalizzata al perseguimento di interessi di tipo affaristico. In particolare, gli accertamenti ispettivi hanno messo in luce irregolarita' e disfunzioni amministrative segnatamente nella gestione degli appalti dei servizi di spiaggia che, sui dall'insediamento dell'amministrazione comunale, risultano affidati alla cooperativa di cui era rappresentante il consigliere Nesto. Nella relazione conclusiva della commissione di accesso vengono sottolineate le irregolarita' che attengono sia alle procedure di gara a trattativa privata sia all'esecuzione degli appalti per le gare indette nel 2000, nel 2001 e nel 2002, aggiudicate alla predetta cooperativa. Rilevano, per alcune di queste gare, l'assenza di determinazione preventiva dei criteri da seguire per l'assegnazione, tra il minimo ed il massimo delle offerte, dei punteggi fissati nella delibera del bando di gara. Sono pure significativi la mancata acquisizione di alcuni titoli abilitanti, necessari per l'esecuzione dei lavori appaltati, gli omessi accertamenti presso le competenti amministrazioni circa la regolarita' delle posizioni contributive ed assicurative della cooperativa, nonche' la mancata attivita' di controllo sulla regolare esecuzione degli appalti. Una recente ispezione dell'Ispettorato del lavoro svolta nei confronti della cooperativa, conclusasi con la proposta di liquidazione coatta, ha inoltre rilevato un allarmante quadro debitorio della cooperativa con gravi inadempienze di natura contributiva e tributaria, che se accertate a tempo debito dall'amministrazione avrebbero impedito l'aggiudicazione degli appalti. La circostanza che proprio il consigliere comunale, rappresentante legale della cooperativa citata, e' imputato per gravi reati di estorsione connessi all'attivita' svolta per la pulizia e la vigilanza delle spiagge, ha suscitato grave apprensione nella popolazione, ingenerando allarme sociale per il pericolo di interferenze del fenomeno criminale nell'attivita' dell'amministrazione comunale, stigmatizzato anche dal sindaco e da tutta l'amministrazione comunale. Alla gravita' dell'episodio, ritenuto sintomatico di infiltrazione di metodi criminali di tipo mafioso, ha fatto espresso riferimento l'autorita' inquirente per l'incidenza del fenomeno nel territorio. La diffusa conoscenza, nell'ambito della comunita', dei fatti ascritti all'amministratore e la consapevolezza che egli possa aver tratto profitto dal ruolo istituzionale rivestito, comportano una grave compromissione della credibilita' e del prestigio della istituzione locale e rischiano di pregiudicare la fiducia dei cittadini nella capacita' di quest'ultima di garantirne la rappresentanza, e di alimentare un pericoloso disimpegno della cittadinanza nei riguardi dei doveri civici. L'organo ispettivo evidenzia, altresi', che l'attuale fase di programmazione e di regolamentazione del settore del servizio demaniale con la quale si determinera' il futuro assetto del litorale, maggiore risorsa del comune, fra le localita' balneari italiane piu' frequentate, costituendo una rilevante occasione di valorizzazione delle risorse e di sviluppo per l'ente, ma anche motivo di attrazione per inserimenti anomali, richiede la massima trasparenza e garanzia di legalita' al fine di evitare che in tale comparto economico possano annidarsi ambigue forme di interferenza, con gravi ripercussioni sull'intero territorio. Al cessare della misura della sospensione cautelare dalla carica, il reintegro dell'amministratore nel consiglio comunale puo' pregiudicare l'ente, di recente istituzione, in una fase particolarmente impegnativa della propria vita politico-amministrativa, in cui e' stata da poco avviata la programmazione degli interventi pubblici e dei relativi investimenti. Tale contesto espone gli interessi della collettivita' a tal punto da giustificare ragionevolmente, sulla base delle circostanze di fatto sopra illustrate, un giudizio di attualita' e di concretezza della compromissione di quel complesso di beni fondamentali nel quale si sostanzia l'ordine pubblico. Al fine di sostenere costantemente il processo di tutela degli interessi della collettivita', occorre, pertanto, scongiurare qualsivoglia comportamento che possa ingenerare nella comunita' locale ogni dubbio circa la presenza in seno agli stessi organi elettivi di soggetti che, rappresentando un serio pericolo di inquinamento e condizionamento dell'azione dell'apparato polilico-amministrativo comunale, sono incompatibili con le esigenze di decoro, dignita' e prestigio delle cariche istituzionali. Il prefetto di Venezia, accertato il configurarsi dell'ipotesi prevista dall'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha formulato proposta per l'adozione del provvedimento di rimozione del sig. Giorgio Nesto dalla carica di consigliere, con relazione del 20 maggio 2003 e successiva integrazione del 24 giugno 2003, che qui si intendono integralmente richiamate. Tutto cio' premesso, si ritiene che sussistano le condizioni per addivenire alla citata rimozione ricorrendo la fattispecie dei gravi motivi di ordine pubblico disciplinata dall'art. 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Mi pregio, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Ill.ma l'unito schema di decreto con il quale si provvede alla rimozione del suddetto amministratore dalla carica ricoperta nel comune di Cavallino Treporti. Il capo del dipartimento per gli affari interni e territoriali Malinconico |
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