Gazzetta n. 268 del 18 novembre 2003 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 ottobre 2003
Scioglimento del consiglio comunale di Africo e nomina della commissione straordinaria.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Africo (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio 2002, sussistono forme di ingerenza della criminalita' organizzata, rilevate dai competenti organi investigativi;
Constatato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo la libera determinazione degli organi ed il buon andamento della gestione del comune di Africo;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Africo, per il ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 24 ottobre 2003;
Decreta:
Art. 1.
Il consiglio comunale di Africo (Reggio Calabria) e' sciolto per la durata di diciotto mesi.
 
Art. 2.
La gestione del comune di Africo (Reggio Calabria) e' affidata alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Giuseppina Valenti - viceprefetto;
dott. Tommaso Mondello - viceprefetto aggiunto;
dott.ssa Giuseppa Sciara - direttore amministrativo contabile.
 
Art. 3.
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 27 ottobre 2003

CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Pisanu, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 6 novembre 2003 Ministeri istituzionali, registro n. 12 Interno, foglio n. 261
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Africo (Reggio Calabria), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio 2002, presenta forme di condizionamento da parte della criminalita' organizzata, che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Complesse indagini investigative condotte dai competenti organi hanno rilevato la presenza, nel territorio del comune, di una potente consorteria mafiosa, capeggiata da un noto pregiudicato al momento latitante, intesa a controllare il settore degli appalti pubblici e delle forniture di beni.
In considerazione di quanto sopra ed al fine di accertare la sussistenza di pericolo di infiltrazioni e di condizionamenti di tipo mafioso tali da inficiare la regolare gestione dell'ente, il prefetto di Reggio Calabria ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito nella legge 12 ottobre 1982, n. 726, e successive modificazioni ed integrazioni.
Gli accertamenti svolti dalla commissione d'accesso, confluiti nella relazione conclusiva della procedura, cui si rinvia integralmente, avvalorano l'ipotesi della sussistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale a causa dell'influenza della criminalita' organizzata e pongono in risalto come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente od indirettamente con gli ambienti malavitosi.
L'ingerenza negli affari dell'ente e la strumentalizzazione delle scelte amministrative risultano favorite da una fitta ed intricata rete di amicizie e frequentazioni che lega gran parte degli amministratori con esponenti di spicco della potente cosca locale, a capo della quale opera il gia' citato pluripregiudicato; anche l'apparato burocratico e' connotato da legami di alcuni dipendenti con soggetti appartenenti a detta consorteria.
Il coinvolgimento diretto di alcuni amministratori in procedimenti penali per reati di particolare gravita', come l'associazione a delinquere di stampo mafioso o delitti contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio, concorre a delineare un contesto fortemente connotato da illegalita' diffuse.
Come ampiamente esposto nelle risultanze dell'accesso e parimenti posto in rilievo nel rapporto del prefetto di Reggio Calabria, cui si rinvia integralmente, la condizione di assoggettamento dell'ente agli interessi della locale organizzazione criminale si appalesa nella significativa vicenda concernente un dipendente, parente di un assessore, considerato organicamente inscritto nella locale cosca e, altresi', condannato nel 1996 per traffico di stupefacenti con la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. Risulta emblematico che, nonostante il commissario prefettizio, al tempo reggente del comune, avesse costituito la commissione di disciplina per l'avvio del relativo procedimento, il predetto dipendente e' stato riassunto in servizio dalla precedente amministrazione comunale, della quale faceva comunque parte l'attuale sindaco.
Le risultanze delle indagini hanno posto in luce come le azioni di penetrazione da parte della criminalita' organizzata, funzionali al perseguimento dei propri illegittimi fini, si siano incentrate nel settore dei lavori pubblici e delle forniture.
In particolare, mediante l'affidamento con il criterio della somma urgenza e della trattativa privata diretta e multipla a ditte che risultano appartenenti a persone collegate ai circuiti malavitosi locali, l'attivita' gestionale dell'ente ha disatteso la finalita' istituzionale del perseguimento di interessi pubblici. E' stato infatti riscontrato il ricorrente affidamento di lavori con il metodo della somma urgenza pur in carenza dell'evento - eccezionale ed imprevedibile - che ne legittima l'utilizzazione, soprattutto nei lavori per la sistemazione della rete fognante, ripetutamente affidati alla stessa ditta la cui titolare e' parente di un capo cosca locale.
Un ulteriore segnale di alterata funzionalita' amministrativa, risoltasi nel favorire soggetti in certa misura legati alla criminalita' organizzata, si rinviene nell'affidamento, ad una ditta vicina a circuiti malavitosi, dei lavori di pulizia, raccolta e trasporto sterpaglie del centro urbano, per i quali la giunta comunale ha fatto ricorso alla trattativa diretta pur trattandosi di un atto puramente gestionale e non ricorrendo, altresi', nella fattispecie gli estremi di urgenza.
Analoga anomalia e' stata riscontrata dalla commissione nella procedura per la fornitura di alcuni beni; nella specie, pur trattandosi di atto tipicamente gestionale, il relativo provvedimento e' stato adottato dalla giunta con indicazione della ditta fornitrice, il cui titolare, oltre ad essere gravato da pregiudizi penali, risulta inserito nella locale cosca.
Sintomatiche di una precaria condizione di funzionalita' dell'ente sono l'insufficiente attivita' di vigilanza e contrasto dell'abusivismo edilizio, nonostante tale fenomeno sia molto frequente nel territorio, nonche' l'esigua capacita' di riscossione dei tributi. In tale ultimo settore, pur essendo stato programmato il recupero forzoso delle somme da introitare, non risulta che l'iniziativa abbia avuto un significativo seguito.
Il criterio d'imparzialita', che deve sorreggere la cura degli interessi pubblici, appare disatteso anche con riguardo alla procedura avviata per la ricerca di personale idoneo ad effettuare il servizio di assistenza domiciliare a portatori di handicap. Infatti, solo al momento della formazione della graduatoria tra coloro che avevano avanzato istanza sono stati individuati, da parte dell'amministrazione, i requisiti utili ai fini della formazione stessa.
Il complesso degli elementi riscontrati manifesta chiaramente che si e' determinato in quell'ente uno stato di alterazione del libero convincimento per effetto delle interferenze di fattori esterni al quadro degli interessi locali, riconducibili alla criminalita' organizzata che pregiudicano le fondamentali garanzie democratiche.
Il delineato clima di grave condizionamento e degrado in cui versa il comune di Africo, la cui capacita' di determinazione risulta compromessa, l'inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto delle pubbliche funzioni hanno compromesso le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, minando la sfiducia dei cittadini nella legge e nelle istituzioni.
Pertanto, il prefetto di Reggio Calabria, con relazione del 29 luglio 2003, che s'intende integralmente richiamata, ha proposto l'applicazione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
La descritta condizione di assoggettamento alle scelte delle locali organizzazioni criminali esige un intervento risolutore da parte dello Stato, finalizzato al ripristino della legalita' ed al recupero della struttura pubblica ai propri fini istituzionali.
Per le suesposte considerazioni, si ritiene necessario provvedere, con urgenza, ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e di inquinamento della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della comunita' locale.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate nell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per lo scioglimento del consiglio comunale di Africo (Reggio Calabria), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore.
Roma, 23 ottobre 2003
Il Ministro dell'interno: Pisanu
 
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