Fanno parte integrante e sostanziale del presente avviso i documenti di seguito elencati, disponibili sul sito internet www. equalitalia.it e presso gli uffici indicati al paragrafo 6: lo schema di domanda di ammissione (allegata altresi' al presente avviso); il formulario di candidatura e la relativa guida alla compilazione; il documento «l'Azione 3 in Italia»; il disciplinare per lo svolgimento dell'Azione 2 (nota n. 38338/EQ del 12 novembre 2002) e successive modificazioni e integrazioni che nelle parti riservate alla PS settoriali si applichera' anche alle PS geografiche ammesse all'Azione 3. Il presente avviso fa riferimento diretto alle seguenti fonti normative: il regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 recante disposizioni generali sui fondi strutturali; il regolamento (CE) n. 1784/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo sociale europeo; il regolamento (CE) n. 1685/2000 della Commissione del 28 luglio 2000 recante disposizioni di applicazione del Regolamento (CE) 1260/99 del Consiglio per quanto riguarda l'ammissibilita' delle spese concernenti le operazioni cofinanziate dai fondi strutturali; il regolamento (CE) n. 1145/2003 della Commissione del 27 giugno 2003 che modifica il regolamento (CE) n. 1685/2000 per quanto riguarda le norme di ammissibilita' al cofinanziamento da parte dei fondi strutturali; la comunicazione della Commissione europea n. C (2000) 853 del 14 aprile 2000 che stabilisce gli orientamenti dell'iniziativa comunitaria EQUAL, relativa alla cooperazione transnazionale per promuovere nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze di ogni tipo in relazione al mercato del lavoro; la decisione della Commissione C (2001) 43 del 26 marzo 2001 recante approvazione, nella forma di Documento unico di programmazione (DOCUP), del programma di iniziativa comunitaria EQUAL per la lotta contro le discriminazioni e le disuguaglianze in relazione al mercato del lavoro in Italia; la deliberazione del 22 giugno 2000 del CIPE, che definisce le quote di cofinanziamento pubblico nazionale per i programmi di iniziativa comunitaria EQUAL, Interreg III, Leader + e Urban II, relativi al periodo 2000-2006; il decreto n. 103396 del 9 novembre 2001 del Ministero dell'economia e delle finanze che definisce, per l'annualita' 2001, le quote di cofinanziamento statale a carico del Fondo di rotazione ex lege n. 183/1987 dell'iniziativa comunitaria EQUAL; il decreto n. 120310 del 27 dicembre 2001 del Ministero dell'economia e delle finanze che definisce, per l'annualita' 2002, le quote di cofinanziamento statale a carico del Fondo di rotazione ex lege n. 183/1987 dell'iniziativa comunitaria EQUAL; il decreto n. 50 del 23 dicembre 2002 del Ministero dell'economia e delle finanze che definisce, per l'annualita' 2003, le quote di cofinanziamento statale a carico del Fondo di rotazione ex lege n. 183/1987 dell'iniziativa comunitaria EQUAL. 1. Obiettivo dell'iniziativa EQUAL Azione 3. 1.1. Premessa. EQUAL rappresenta oggi una grande chance per le istituzioni e per gli operatori del settore di costruire nuove vie di integrazione tra lavoro e inclusione sociale, incentrate sull'approccio di partenariato e sulla condivisione di problematiche e strategie di lotta alle diverse forme di esclusione sociale. EQUAL infatti costituisce un laboratorio privilegiato di sperimentazione di prassi integratrici con l'esplicito mandato di contribuire ad innovare le politiche per l'inclusione vigenti negli Stati membri e in sede comunitaria (policy mainstreaming). E' questa una sfida che punta a meglio coniugare i c.d. pull e push factors basandosi sul coinvolgimento attivo di una pluralita' di attori che intervengono nelle sedi decisionali, nei settori del pubblico, del privato e del privato sociale. La scelta e' quella di coinvolgere i decisori politici operanti ai diversi livelli istituzionali, identificati come i soggetti piu' idonei a tradurre i risultati delle sperimentazioni in modifiche strutturali dei sistemi, superando le barriere territoriali. Questo nuovo approccio puo' consentire agli attori coinvolti nello sviluppo progettuale di sperimentare soluzioni che vanno al di la' dei confini di programmazione ordinaria per testare interventi che potranno confluire nel sistema a livello locale, regionale e nazionale. In questo contesto con l'Azione 3 il mainstreaming da auspicio diventa realta' perche' viene previsto un suo innervamento e una sua forte contaminazione in tutte le aree di intervento. Il mainstreaming viene dunque inteso come processo dinamico che si concretizza in una serie di azioni di natura progressivamente piu' sofisticata, che vanno dalla elaborazione e diffusione di risultati fino all'applicazione concreta delle sperimentazioni di successo in contesti diversi da quello originario. In questo senso i principi guida fissati dalla Commissione europea e dal DOCUP per la realizzazione dell'Azione 3 sono quelli del carattere nazionale dell'Azione, della complementarita' nonche' del principio di competizione e/o di cooperazione tra Partnership di sviluppo (PS) per l'assegnazione dei contributi. L'Azione 3 in Italia e' quindi «azione distinta», che si sostanzia nel finanziamento di attivita' di networking, di diffusione di buone prassi nonche' di impatto sulle politiche nazionali e che si basa su una concezione del processo di mainstreaming inteso come dinamica di incontro tra domanda e offerta di buone prassi, dove l'offerta di buone prassi si realizza gia' nel corso dell'Azione 2 ad opera delle PS ammesse a finanziamento. La domanda e' invece rappresentata dai policy maker ai vari livelli di intervento - locale, regionale e nazionale - responsabili di tutte le politiche pertinenti in materia di inserimento socio-lavorativo e dal mercato inteso come insieme di bisogni espliciti o taciti della collettivita', nel settore pubblico, privato e nel privato sociale. L'Azione 3 dovra' sollecitare il fronte della domanda interna, capirne e, ove necessario, anticipare fabbisogni inespressi proponendo nuove soluzioni ai problemi d'integrazione socio-lavorativa riferiti al contesto locale e/o nazionale. L'Azione 3 e' quindi una misura volta all'accompagnamento dei piu' significativi processi di mainstreaming in atto o attesi dalle sperimentazioni in corso finanziate dall'Azione 2. Tale considerazione evidenzia come le strategie di mainstreaming per l'Azione 2 e per l'Azione 3 debbano essere necessariamente complementari e rafforzarsi reciprocamente. L'Azione 3 dovra' finanziare selettivamente segmenti di azioni/percorsi di «mainstreaming aggiuntivi», rispetto a quanto gia' previsto nell'Azione 2, al fine di assicurare la sostenibilita' dei risultati e delle ricadute degli interventi nel tempo. Sostenibilita', intesa come un complesso ragionato di misure e dispositivi volti a: a) garantire la continuita' dei benefici prodotti a livello progettuale dal laboratorio Equal nel corso dell'Azione 2; b) trasporre tali risultati nei processi di programmazione strategica e policy-making in stretta relazione con i sistemi della formazione e del lavoro del Paese. Due sono i principi che regoleranno le condizioni di accesso: il primo principio riguarda la scelta di conciliazione dei principi di competizione e di cooperazione tra PS per l'assegnazione di contributi a valere sull'Azione 3. Le PS saranno invitate a presentare proposte a valere sull'Azione 3 sia singolarmente che in cordata e qualora esse optino per la seconda modalita' di partecipazione, saranno supportate da una serie di servizi volti a facilitare la realizzazione congiunta di interventi. Il secondo principio stabilito e' quello di premialita' nell'assegnazione delle risorse. Tale principio implica che in sede di valutazione saranno privilegiate quelle PS che avranno messo in campo le piu' efficaci metodologie/strumenti e modelli di integrazione nel corso dell'Azione 2 e dimostrato una soddisfacente capacita' gestionale valutata sulla base del monitoraggio fisico-finanziario e qualitativo. 1.2. L'obiettivo e le direttrici d'intervento. Alla luce delle considerazioni sopra indicate l'Azione 3 deve essere finalizzata a rafforzare l'impatto delle PS sulle prassi e sui sistemi di riferimento sovvenzionando misure che permettano di ampliare il raggio di azione/incidenza delle sperimentazioni puntando a: permettere alle PS di raggiungere una piu' larga utenza; soddisfare o anche indurre la domanda di nuovi modelli e strategie di lotta all'esclusione socio-lavorativa da parte dei decisori politici e del mercato, proponendo soluzioni innovative agli annosi problemi di disuguaglianza e discriminazione nel mercato del lavoro italiano. Per raggiungere tali obiettivi due sono le principali direttrici d'intervento per l'Azione 3: 1) sovvenzionare percorsi di mainstreaming/azioni modulari (a' la carte, orizzontali e/o verticali, da valutare in base alle strategie e al calibro delle singole PS) alle PS con maggiore capacita/potenziale di impatto sui sistemi di riferimento; 2) finanziare azioni di sistema/misure di accompagnamento a favore dell'Autorita' di gestione (AG) e delle regioni e province autonome volte a favorire il coordinamento delle azioni in atto sul territorio nazionale e l'eventuale messa a regime delle innovazioni sperimentate. 1.3. Attori coinvolti e ruoli. Per realizzare gli obiettivi dell'Azione 3 e' necessario il coinvolgimento attivo di una pluralita' di soggetti operanti a vari livelli d'intervento: Ministero del lavoro (l'AG); regioni e province autonome; comitato di sorveglianza; Assistenza tecnica (AT) incaricata del supporto all'Azione 3, Struttura nazionale di supporto (SNS) Isfol, Assistenza tecnica informatica - Raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) Consedin S.p.a. - Siemens S.p.a. - SDI S.r.l.; PS ammesse all'Azione 2. Il Ministero del lavoro, in qualita' di AG, dovra' lanciare il processo di mainstreaming, identificare gli strumenti finanziari da destinare a tali attivita', predisporre dispositivi di raccordo e interfaccia tra gli attori chiave implicati nel processo di mainstreaming a tutti i livelli decisionali (regionale, nazionale, transnazionale e comunitario). Le regioni e province autonome, in qualita' di soggetti responsabili della selezione e gestione delle PS geografiche, saranno chiamate a partecipare attivamente per favorire effetti di mainstreaming sia a livello orizzontale che verticale nei rispettivi territori di competenza in primo luogo attraverso la costituzione di Tavoli di lavoro incaricati di influenzare la programmazione regionale. Il comitato di sorveglianza ha una funzione di supervisore dalle scelte strategiche e tematiche operate dall'Autorita' di gestione ed il compito di verificarne l'attuazione attraverso rapporti di esecuzione. La AT incaricata del supporto all'Azione 3 svolgera' azione di sostegno all'AG nell'attuazione della strategia di mainstreaming dell'Azione 3. La SNS Isfol, responsabile di promuovere processi di mainstreaming nell'ambito dell'Azione 2, operera' in stretto raccordo con l'AT designata per il supporto all'Azione 3, in virtu' delle sinergie e dei legami tra le due Azioni e piu' in generale contribuira' al processo di lancio dell'Azione 3. L'AT informatica predisporra' un data base sulle performance delle PS che consenta una lettura quali-quantitativa delle performance delle PS. I soggetti ammessi all'Azione 3 saranno chiamati a partecipare attivamente alle specifiche azioni di sistema in base alle richieste avanzate dalle autorita' responsabili (ad esempio, partecipazione a comitati o tavoli di mainstreaming). Contestualmente dovranno implementare i percorsi di mainstreaming loro finanziati conformemente a quanto descritto nei rispettivi dossier di candidatura per l'Azione 3. A tal fine riceveranno finanziamenti aggiuntivi rispetto al budget approvato per l'Azione 2. 1.4. Percorsi finanziabili. Le PS che intendono partecipare all'Azione 3, singolarmente o in cordate, dovranno presentare un progetto in cui venga chiaramente definito se si vuole perseguire una strategia di mainstreaming orizzontale o verticale. Tale indicazione si fonda sulla convinzione che in fase di diffusione e trasferimento e' essenziale uno sforzo di focalizzazione per mettere a frutto le esperienze migliori utilizzando strumenti molto mirati al livello di policy al quale si intende fare riferimento. Il mainstreaming orizzontale si determina quando le innovazioni sperimentate dai progetti/PS sono recepite dagli organismi coinvolti nel progetto e da organismi non direttamente coinvolti, ma operanti in analoghi ambiti di intervento (ad esempio: messa a regime di modelli formativi e di prassi sperimentati presso strutture e/o servizi degli enti proponenti; adozione di modelli formativi e delle prassi sperimentati da parte di soggetti esterni al progetto/PS). Il mainstreaming verticale ha luogo quando le innovazioni sperimentate incidono a livello di programmazione politica e di normativa locale o nazionale (ad esempio: i modelli formativi e le prassi di successo o parti di essi sono recepiti nella programmazione e/o definizione di nuove normative; o ancora, le innovazioni sperimentate stimolano l'avvio di iniziative di sviluppo locale). Verranno quindi finanziate azioni in grado di rafforzare la strategia di mainstreaming messa in atto nel corso dell'Azione 2 da ciascuna PS che risultera' idonea all'Azione 3. Pertanto se una determinata PS adottera' una strategia di tipo orizzontale, a questa saranno finanziate in principio azioni volte a potenziare tale direzione. Se, al contrario, una PS ha impresso una direzione verticale alle attivita' nel corso dell'Azione 2, a questa verranno finanziate azioni tese a incidere a livello di policy e di sistema. Nel caso di una PS che ha adottato una strategia integrata (sia orizzontale che verticale) le verranno finanziate azioni tese a legare in forma strettamente e coerentemente integrata tale strategia. E' importante segnalare che entrambe le tipologie di percorso dovranno assicurare la conformita' con l'approccio di genere: in tal senso si configurano anche come percorsi di mainstreaming di genere ed e' per questo che non sono trattati come tipologie di percorso a se' stanti. La dimensione transnazionale delle azioni proposte rappresenta un valore aggiuntivo ed e' necessario, affinche' tali azioni siano finanziabili, predisporre forme concrete di sperimentazione di quanto sviluppato nell'ambito degli Accordi di cooperazione transnazionale (ACT). 1.5. Azioni di sistema. Per una efficace riuscita dell'Azione 3 verranno implementate azioni di sistema a sostegno dell'AG e delle amministrazioni ai diversi livelli (nazionale, regionale e locale) al fine di razionalizzare e coordinare l'insieme di risorse mobilitate dalle PS e per evitare che queste sperimentino possibili percorsi di mainstreaming in isolamento - con il rischio di dispersione di energie, di non creare fruttuose sinergie e che piu' PS sollecitino le medesime istituzioni di riferimento con minor efficacia - saranno messe in campo strumenti e piattaforme di scambio e raccordo tra PS, per fornire modelli innovativi di lotta all'esclusione ai potenziali «clienti» delle buone prassi. Si tratta di attivita', di azioni e servizi a sostegno sia dell'AG e delle diverse amministrazioni coinvolte, sia delle stesse PS ammesse all'Azione 3. Le azioni previste riguardano sia la creazione di tavoli di lavoro regionali e Comitati di mainstreaming nazionali, che verificheranno in concreto le modalita' di trasferimento delle buone pratiche ai diversi livelli di policy, sia momenti di ampia diffusione dei risultati ottenuti. I tavoli di mainstreaming regionali avranno l'obiettivo di favorire il processo di mainstreaming orizzontale e verticale a livello di singola regione/provincia autonoma o per gruppi di regioni su temi precedentemente identificati come prioritari per la programmazione regionale. Tali tavoli offriranno una piattaforma di sensibilizzazione e mobilitazione dei decisori politici rispetto alle sperimentazioni in atto in un determinato territorio - quindi mainstreaming verticale - con una forte partecipazione dei media locali. In una logica di partenariato, l'agenda dei lavori dei singoli tavoli potra' essere concordata tra attori istituzionali e PS ammesse e i lavori essere gestiti congiuntamente. I contributi dei Tavoli dovranno inoltre pervenire sistematicamente alle altre sedi di mainstreaming regionale e alle sedi di mainstreaming nazionale con modalita' che verranno messe a punto dall'AT incaricata (es: partecipazione a eventi semestrali/annuali di mainstreaming, presentazione di raccomandazioni ad altri tavoli regionali/comitati nazionali, ecc.). I comitati nazionali saranno attivati per favorire i piu' complessi processi di mainstreaming verticale focalizzandosi su priorita' politiche di valenza nazionale e non gia' su obiettivi strategici legati alle specifiche dinamiche territoriali. In quest'ottica la membership di questi comitati dovra' essere fortemente connotata dalla presenza di soggetti istituzionali chiave rispetto alle priorita' tematiche identificate. Organizzare eventi di visibilita' a livello nazionale e/o regionale sara' una delle modalita' per diffondere e capitalizzare i risultati intermedi e finali prodotti - dunque i modelli di successo - a livello di singole PS, di tavoli regionali e di comitati nazionali. In tale contesto il ruolo dei media per veicolare «messaggi» chiari si e' sempre dimostrato strategico, come dimostra l'esperienza di Adapt e Occupazione; sara' pertanto opportuno investire molto sulla «copertura» dei media di tali iniziative (trasmissioni televisive e radiofoniche, documentari, ecc.). Responsabili di tali eventi saranno l'AG e le autorita' regionali, a seconda del livello su cui si attesteranno, con il supporto dell'AT incaricata; sia i comitati nazionali che i tavoli regionali di mainstreaming si muoveranno nella medesima logica di sostenere processi di mainstreaming verticale c.d. demand-led, sedi in cui pervenire a raccomandazioni di policy desunte dalle esperienze di successo acquisite sul terreno dalle esperienze pilota delle PS Equal. Le PS geografiche, se ne rilevano l'utilita' al fine di convergere su obiettivi strategici comuni, possono proporre l'attivazione di azioni rivolte a costruire strumenti utili a garantire una buona e reciproca informazione. Un'efficace strategia di mainstreaming non puo' non tener conto delle potenzialita' delle tecnologie multimediali. Per il sostegno di tutte le attivita' di mainstreaming, e' prevista la creazione di un data base che consenta una lettura integrata del «sistema Equal» offrendo la possibilita' di effettuare analisi integrate quali-quantitative. 2. Le priorita' tematiche. In ordine ai temi portanti della Strategia europea per l'occupazione (SEO), del Piano d'azione nazionale per l'occupazione (NAP), e del Piano per l'inclusione sociale, un ulteriore e mirato sforzo progettuale delle PS - anche ai fini di un necessario adeguamento della fase di diffusione ed implementazione di risultati e best practies alle normative sopraggiunte e ai contesti nel frattempo modificati - puo' produrre significativi livelli di avanzamento nell'efficacia delle attivita' raggiunte o previste per l'Azione 2. Obiettivi quali l'integrazione tra i sistemi formativi e l'approccio con la realta' delle imprese, la mobilita' formativa e lavorativa, l'occupabilita' dei soggetti in condizione di svantaggio, la valorizzazione della formazione permanente, il potenziamento delle azioni territoriali per l'emersione del lavoro irregolare e la garanzia della diffusione delle politiche di genere, vanno dunque considerati strategici e trasversali rispetto ai fini che si intendono raggiungere anche con il presente avviso. Tuttavia, con diretto riferimento agli assi della SEO e alle misure di EQUAL, le PS che intendono candidarsi all'Azione 3 potranno elaborare la loro proposta progettuale in coerenza con gli ambiti descritti nella seguente griglia di priorita' tematiche (con le modalita' specificate nella guida alla compilazione del formulario). 2.1. Occupabilita' e inclusione sociale. 1. Collegamento tra le politiche attive per il lavoro, le politiche sociali, i servizi pubblici e privati per l'impiego e la formazione mirata. 2. Azioni positive per l'emersione del lavoro irregolare e contestuale superamento delle situazioni di «marginalita» sociale. 3. Interventi integrati diretti al recupero dall'isolamento socio-lavorativo delle fasce svantaggiate e messa a punto di modelli di integrazione interculturale. 2.2. Sviluppo dell'imprenditorialita'. 4. Creazione di modelli di welfare integrato: reti, servizi integrati e work experiences per il terzo settore e l'economia sociale. 5. Costruzione di pacchetti ad hoc per l'accompagnamento alla nascita di nuova impresa anche in riferimento alla valorizzazione delle vocazioni territoriali. 6. Definizione di modalita' per la promozione di una cultura della qualita' sociale d'impresa mediante lo sviluppo di strumenti quali il bilancio sociale, la finanza etica, la certificazione di responsabilita' sociale. 2.3. Adattabilita'. 7. Lotta contro l'esclusione dal mercato del lavoro nei processi di riorganizzazione aziendale/innovazione tecnologica anche attraverso nuove forme contrattuali atipiche. 8. Modelli/servizi atti a prefigurare condizioni di lavoro favorevoli al permanere in attivita' e ad agevolare il trasferimento delle competenze tacite anche in riferimento alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. 9. Strumenti, programmi ed accordi integrati frutto di partenariati sociali pubblico-privato per la formazione professionale e la sperimentazione di iniziative di lifelong learning. 2.4. Pari opportunita'. 10. Modelli di conciliazione di vita e lavoro intesa come fattore determinante nei processi di segregazione orizzontale e verticale e implementazione di competenze per il decremento del digital divide. 11. Promozione del lavoro femminile in contesti di sviluppo territoriale con particolare riferimento all'agricoltura, all'ambiente ed al turismo eco-compatibile. 2.5 Richiedenti asilo. 12. Enti locali, cultura dell'accoglienza ed integrazione dei richiedenti asilo. 2.6 Priorita' trasversali. 13. Il «diversity» management. 3. Tipologia di azioni. Le possibili azioni sovvenzionabili sono presentate secondo una sequenza graduale ed in base alle due tipologie di percorso e riferite a obiettivi di mainstreaming progressivamente piu' complessi. I percorsi di mainstreaming prevedono sia la diffusione (intesa come aumento/padronanza del modello) e sia il trasferimento del modello all'interno della PS nonche' all'interno e all'esterno del mondo EQUAL. In ogni caso nell'Azione 3 e' prevista per tutte le PS la partecipazione alle Azioni di sistema volte a promuovere/accreditare il modello sperimentato attraverso una presenza attiva ai tavoli di mainstreaming regionali e ai comitati di mainstreaming nazionali. Le PS candidate potranno selezionare nella maniera loro piu' confacente azioni ascritte a vari livelli per pervenire ad un mix integrato di attivita'. Di seguito viene indicato un elenco esemplificativo di azioni ammissibili. Relativamente a possibili percorsi di mainstreaming orizzontale e verticale per l'Azione 3 si propone, sempre a titolo esemplificativo, una serie di azioni riferite alle fasi di diffusione e di trasferimento che, opportunamente combinate e integrate con elementi valutativi relativi alla customer satisfaction sui risultati e sui prodotti diffusi alle diverse tipologie di utenti/clienti, possono comporre un percorso di mainstreaming orizzontale/verticale complementare a quello realizzato nell'Azione 2. 3.1. Mainstreaming orizzontale. Diffusione: 1) attivazione di processi di auto-valutazione del modello sperimentato; 2) affidamento di incarichi di valutazione del modello a soggetti esterni, compresi i partner transnazionali anche per fini di certificazione/accreditamento del modello; 3) testimonianze sull'efficacia del modello a cura dei beneficiari finali/utenti nell'ambito di eventi tipo open-house per i partner della PS; 4) formazione breve su strategie di marketing e comunicazione esterna (PR) per i responsabili dell'attivita' di diffusione della PS; 5) iniziative di informazione, sensibilizzazione e diffusione mirate e personalizzate ai singoli partner della PS volte alla socializzazione effettiva del modello di successo a tutti i componenti della PS e ai partner transnazionali; 6) azioni dimostrative strutturate a favore dei partner (es: demo presso le sedi dei partner o eventi mirati per ciascuna tipologia di partner, quali funzionari pubblici, personale del terzo settore, ecc.); 7) iniziative di informazione, sensibilizzazione e diffusione volte a garantire una buona e reciproca informazione tra le PS che insistono sul medesimo territorio; 8) iniziative di informazione, sensibilizzazione e diffusione mirate e personalizzate a favore di altre PS che operano nel medesimo comparto e/o settore (es: fiere e workshop informativi per addetti ai lavori, eventi open-house, ecc.); 9) iniziative di informazione, sensibilizzazione e diffusione mirate e personalizzate a favore di altri soggetti operanti nel settore di riferimento e/o sul medesimo territorio (diversi dalle PS EQUAL), quali Progetti integrati territoriali (PIT), Gruppi di azione locale (GAL), organismi del Terzo settore, altre iniziative e programmi comunitari e non, in una logica di complementarita'; 10) iniziative di sensibilizzazione volte a favorire l'adozione dell'approccio di genere per progettare politiche e strumenti d'intervento sensibili alla prospettiva di genere; 11) partecipazione a eventi seminariali/manifestazioni organizzate da enti terzi operanti nel settore di riferimento e/o sul medesimo territorio volte a promuovere il modello sperimentato; 12) campagne mediatiche mirate curate da esperti di comunicazione (spot, spazi radiofonici e televisivi, inserti speciali su testate di settore, ecc); 13) campagne di marketing dei marchi/prototipi/modelli sperimentati presso potenziali «clienti»; 14) produzione di prodotti e materiali di diffusione spendibili presso utenze estranee al PIC (sito web, portali, newsletter, comunita' di pratiche, ecc.). Trasferimento: 1) analisi comparative a livello locale e/o settoriale condotte da strutture e/o esperti rinomati/di comprovata fama; 2) affidamento di incarichi di valutazione ex post del modello a soggetti esterni, compresi i partner transnazionali (es. peer review); 3) affidamento di incarichi a soggetti esterni per la certificazione/accreditamento del modello; 4) studi di fattibilita' sulla trasferibilita' e riproducibilita' del modello sperimentato; 5) azioni di benchmarking con i membri della PS e del partenariato transnazionale; 6) sperimentazione del modello presso strutture pilota di altri componenti della PS; 7) partecipazione a gruppi di lavoro/tavoli di altre PS e di altri progetti (altre IC e azioni cofinanziate dal FSE) al fine di promuovere l'adozione del modello sperimentato; 8) sperimentazione del modello presso strutture pilota di altre PS e/o di soggetti esterni al programma EQUAL operanti in territorio assimilabile per problematiche, caratteristiche o settori affini; 9) sperimentazione del modello presso strutture pilota di altre PS e/o di soggetti esterni al PIC operanti in territori diversi (trasferimento tra Ob. 1 e Centro nord). 3.2 Mainstreaming verticale. Diffusione: a) produzione di materiali ed eventi per la diffusione mirati e spendibili presso le sedi istituzionali (es. raccomandazioni per policy-maker, case study, ecc.); b) organizzazione di eventi per accrescere la visibilita' dei risultati destinati ai media operanti a livello locale/regionale/nazionale/settoriale/transnazionale; c) organizzazione di eventi dimostrativi destinati al mondo accademico (per la validazione scientifica dei risultati e la diffusione nei circoli accademici); d) organizzazione di eventi dimostrativi destinati agli ordini professionali e associazioni nazionali di riferimento; e) organizzazione di eventi mirati di tipo dimostrativo (es. giornata open-house per gli assessori di riferimento) che rispondano e/o anticipino i bisogni della programmazione; f) azioni di marketing strategico presso aziende leader di settore e opinion-leader. Trasferimento: a) realizzazione di studi di fattibilita' sulla trasferibilita' e riproducibilita' del modello sperimentato, anche dalle PS transnazionali, a istanze superiori; b) organizzazione di giornate formative e azioni dimostrative sulla trasferibilita' del modello a funzionari dell'ente territoriale/organismo competente; c) stipula di accordi/protocolli per la sperimentazione del modello presso strutture pilota dell'ente territoriale competente (provincia, ecc.) e/o presso altre strutture (es: stanziamento di risorse dell'ente per ulteriore sperimentazione del modello); d) sottoscrizione di protocolli, convenzioni che recepiscono/mutuino gli elementi chiave del modello nella programmazione; e) azioni volte al riconoscimento della nuova figura-qualifica professionale/modello sperimentato; f) trasposizione (anche parziale) del modello sperimentato in circolari e altri atti amministrativi; g) promozione di nuove iniziative di sviluppo locale e di sostegno all'economia sociale basate sul modello sperimentato; h) partecipazione ai lavori degli uffici legislativi dell'amministrazione competente; i) presentazioni di casi/testimonianze in sede di giunte, consigli, commissioni parlamentari, gruppi interministeriali, comitati tecnici, ecc.; j) azioni di marketing strategico avvalendosi di esperti di comunicazione istituzionale. 4. Gestione dell'iniziativa. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Autorita' di gestione e Autorita' di pagamento ai sensi del richiamato regolamento (CE) n. 1260/99, cura direttamente, avvalendosi anche dell'assistenza tecnica, la gestione ed il controllo amministrativo-contabile degli interventi realizzati dalle PS nell'Azione 3. 5. Durata. Le attivita' avranno una durata variabile da dodici a diciotto mesi dalla data di sottoscrizione dell'atto di concessione del contributo, fermi restando gli obblighi di spesa in funzione del disimpegno automatico, come meglio precisato al paragrafo 9.4. 6. Modalita' e termini di presentazione della candidatura. 6.1. L'Azione 3 e' riservata alle PS settoriali e geografiche ammesse all'Azione 2 con attivita' regolarmente in corso alla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del presente avviso. L'eventuale esclusione dall'Azione 2 comporta l'automatica revoca del finanziamento relativo all'Azione 3. 6.2. Le candidature possono essere presentate da una PS (candidatura singola) o da piu' PS (candidatura in cordata). 6.3. La natura nazionale dell'Azione 3 porta al superamento della divisione tra «PS settoriali» e «PS geografiche»; pertanto, PS settoriali e geografiche possono fare parte della stessa cordata, alle condizioni di seguito specificate. 6.4. Le candidature debbono essere proposte esclusivamente a titolo della stessa misura nell'ambito della quale si realizza il programma di lavoro dell'Azione 2. Conseguentemente, le PS di una cordata debbono far riferimento ad un'unica misura. Tuttavia, successivamente all'ammissione all'Azione 3, le cordate e le PS che si sono presentate singolarmente possono attivare collaborazioni e scambi tra di loro, a prescindere dalla misura di riferimento, previa approvazione del Ministero. Le richieste in tal senso verranno esaminate in relazione al valore aggiunto evidenziato rispetto agli interventi gia' approvati. 6.5. Le candidature in cordata debbono essere sottoscritte da un minimo di due ad un massimo di sette PS. All'interno della cordata i componenti individuano la PS che svolgera' il ruolo di «Segretario». Si precisa che tale designazione e' finalizzata unicamente a facilitare le comunicazioni tra i componenti medesimi e consentire una migliore organizzazione delle attivita' comuni. 6.6. Il valore aggiunto delle candidature in cordata sara' valutato in relazione alla coerenza della cordata rispetto alle azioni integrate di mainstreaming da essa proposte. 6.7. Ciascuna PS, sia che si presenti da sola, sia che si presenti come parte di una cordata, puo' sottoscrivere una sola candidatura. 6.8. Nel formulario di candidatura di una cordata dovranno essere esplicitati, a pena di inammissibilita', i preventivi di spesa di ciascuna PS che partecipa alla cordata, attraverso la compilazione delle apposite sezioni del formulario medesimo. 6.9. Verranno finanziate unicamente le azioni aggiuntive rispetto a quanto previsto nel programma di lavoro per l'Azione 2. 6.10. Il dossier di candidatura e' costituito dai seguenti elementi: a) la domanda di ammissione all'Azione 3, redatta secondo il modello di cui all'allegato 1, sottoscritta dal legale rappresentante del soggetto referente della PS (candidatura singola) o da tutti i legali rappresentanti dei soggetti referenti di ciascuna PS che partecipa alla cordata (candidatura in cordata); b) il formulario di candidatura, in versione cartacea, compilato in ogni sua parte secondo le indicazioni della guida alla compilazione del formulario, sottoscritto dai soggetti di cui alla lettera a). Tale documento dovra' essere stampato utilizzando l'applicativo di cui al punto successivo; c) il dischetto contenente la versione automatizzata del formulario debitamente compilato (procedura in Microsoft Visual Basic); d) copia del documento di identita' di ognuno dei firmatari della domanda e del formulario. Si precisa che l'applicativo informatico di cui al punto c sara' reso disponibile tempestivamente attraverso il sito www.equalitalia.it Sullo stesso sito e' immediatamente disponibile la versione Microsoft Word del formulario fornita al solo scopo di agevolare la redazione della bozza di lavoro. L'assenza anche di uno solo degli elementi di cui ai punti a), b), c) e d) determina l'inammissibilita' della candidatura. Nel caso di amministrazioni pubbliche, la domanda ed il formulario devono essere sottoscritti dagli organi competenti ad impegnare le amministrazioni ai fini della partecipazione al presente avviso. 6.11. I dossier di candidatura devono essere consegnati a mano, anche tramite corriere, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Autorita' di gestione dell'iniziativa, entro e non oltre le ore 15 del sessantesimo giorno dalla data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, al seguente indirizzo: Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Ufficio centrale per l'orientamento e la formazione professionale dei lavoratori (UCOFPL) - Divisione IV - Palazzina A - 1° Piano, via Fornovo n. 8 - 00192 Roma. Nel caso in cui il sessantesimo giorno sia festivo o cada di sabato, la scadenza e' prorogata al primo giorno lavorativo seguente. 7. Procedure di selezione e criteri di valutazione. 7.1. Il processo di selezione si svolgera' a livello nazionale. 7.2. L'esame della sussistenza dei requisiti formali di ammissibilita' sara' svolto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 7.3. Le candidature che supereranno l'esame dei requisiti formali saranno valutate nel merito da un'unica commissione, nominata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. La commissione prevedera' anche la presenza di componenti in rappresentanza delle regioni. 7.4. La commissione dovra' valutare le proposte presentate considerando il nesso tra la domanda di policy e l'offerta di buone prassi sperimentate dalle PS sulla base dei criteri di seguito indicati.
Criteri di valutazione ===================================================================== Criteri |Punteggio massimo ===================================================================== Prodotti e servizi | 20 --------------------------------------------------------------------- A. Adesione degli obiettivi generali alle | priorita' tematiche | 4 --------------------------------------------------------------------- B. Grado di coerenza degli obiettivi generali con| le tipologie di attivita' da realizzare | 6 --------------------------------------------------------------------- C. Prodotti da trasferire chiaramente | identificati e descritti | 7 --------------------------------------------------------------------- D. Presenza di azioni e approcci volti a favorire| il principio delle pari opportunita' tra uomini e | donne | 3 --------------------------------------------------------------------- Metodologie e strumenti | 20 --------------------------------------------------------------------- E. Formalizzazione e messa in campo delle piu' | efficaci metodologie/strumenti e modelli di | integrazione con l'Azione 2 | 10 --------------------------------------------------------------------- F. Innovativita' degli strumenti di diffusione e | di trasferimento | 5 --------------------------------------------------------------------- G. Modalita', strumenti e strategia di | monitoraggio e valutazione delle azioni chiaramente| descritti | 5 --------------------------------------------------------------------- Capacita' di spesa | 35 --------------------------------------------------------------------- H. Performance della certificazione di spesa, in | relazione a quanto gia' realizzato in Azione 2 | --------------------------------------------------------------------- Impatto potenziale | 15 --------------------------------------------------------------------- I. Contributo dell'intervento all'innovazione | delle politiche della formazione, del lavoro e | dell'inclusione sociale | 5 --------------------------------------------------------------------- J. Metodologie per la disseminazione, il | trasferimento e la capitalizzazione dei risultati | chiaramente descritte | 10 --------------------------------------------------------------------- Modello di funzionamento | 10 --------------------------------------------------------------------- K. Congruita' del preventivo di spesa | 6 --------------------------------------------------------------------- L. Compiti e apporto dei soggetti coinvolti | chiaramente descritti | 4 --------------------------------------------------------------------- Punteggio massimo |100
Ai fini dell'ammissione al finanziamento, il punteggio minimo da conseguire e' di 60/100. 7.5. Per la valutazione del criterio «Capacita' di spesa» l'Amministrazione fornira' alla Commissione di valutazione i dati del livello di spesa relativa a ciascuna PS certificati entro il 15 dicembre 2003 all'AG direttamente dalle PS settoriali ovvero dalle regioni/province autonome nel caso di PS geografiche, con le modalita' di cui al «Disciplinare Azione 2». In relazione al punteggio minimo da conseguire, al fine del finanziamento della proposta (60/100), alle PS o cordate che hanno certificato spese pari all'obiettivo minimo verranno assegnati 21 punti. Conseguentemente, per l'assegnazione dei punteggi si applichera' la seguente formula: 21 x (spesa certificata/obiettivo minimo) fermo restando il punteggio massimo del criterio pari a 35. Nel caso di cordate il punteggio verra' calcolato consolidando gli obiettivi minimi di spesa e le spese certificate di ognuno dei partecipanti alla cordata. 8. Risorse disponibili. 8.1. Le risorse disponibili per il presente avviso ammontano complessivamente a 11,754 milioni di euro, ripartite come segue.
Risorse disponibili Azione 3 per misura ===================================================================== | | |Fondo di rotazione ex | Totale |Fondo sociale europeo| legge n. 183/1987 ===================================================================== Misura 1.1|3.340.610,53 |1.670.305,26 |1.670.305,26 --------------------------------------------------------------------- Misura 1.2|371.178,95 |185.589,47 |185.589,47 --------------------------------------------------------------------- Misura 2.2|3.093.157,89 |1.546.578,95 |1.546.578,95 --------------------------------------------------------------------- Misura 3.1|3.340.610,53 |1.670.305,26 |1.670.305,26 --------------------------------------------------------------------- Misura 4.2|1.237.263,16 |618.631,58 |618.631,58 --------------------------------------------------------------------- Misura 5.1|371.178,95 |185.589,47 |185.589,47 --------------------------------------------------------------------- |11.754.000,00|5.877.000,00 |5.877.000,00
8.2. Si ribadisce che la candidatura, singola o in cordata, deve riferirsi esclusivamente alla misura per la quale e' stato finanziato il progetto dell'Azione 2; tale requisito riguarda tutti i componenti della cordata ed i relativi progetti. 8.3. Il costo complessivo di ciascun intervento puo' variare tra i 50.000,00 euro e i 150.000,00 euro per le candidature singole e tra i 150.000,00 euro e i 600.000,00 euro per le candidature in cordata, fermo restando il limite massimo di 150.000,00 euro per ciascuna PS che partecipa alla cordata. 8.4. I fondi non utilizzati nell'ambito di una o piu' misure saranno impegnati dall'Autorita' di gestione per finanziare le candidature presentate sulle misure che registrano un esubero di progetti ammissibili rispetto alle disponibilita' iniziali. Tali fondi saranno assegnati sulla base dei punteggi attribuiti dalla Commissione di valutazione; a pari merito prevarra' il progetto che insiste sulla misura che registra il maggior numero di progetti ammissibili ma non finanziati per carenza di risorse. 9. Modalita' di assegnazione dei fondi e rendicontazione delle spese. 9.1. Per ciascuna PS ammessa all'Azione 3, anche in cordata, gli importi approvati saranno assegnati attraverso singoli atti di concessione. 9.2. I pagamenti, erogati alle singole PS destinatarie dei predetti atti di concessione, avverranno secondo le seguenti procedure: a) il primo acconto del 7% del finanziamento approvato, a carico del Fondo sociale europeo e del Fondo di rotazione, sara' erogato dopo la sottoscrizione dell'atto di concessione; b) i rimborsi successivi, fino al 95% del finanziamento approvato, avverranno esclusivamente in funzione delle spese effettivamente sostenute, comprovate da fatture quietanzate o documenti contabili aventi forza probatoria equivalente; c) l'eventuale saldo, fino al 5% del finanziamento approvato, verra' erogato a seguito della verifica amministrativo-contabile sul rendiconto generale delle spese effettivamente sostenute. 9.3. Per le tipologie di spese ammissibili, il dimensionamento di alcune voci di spesa e le modalita' per documentare e calcolare tali spese, si rimanda al citato «Disciplinare per lo svolgimento dell'Azione 2» (cfr. in particolare i paragrafi 1, 2, 4, nelle parti che riguardano le PS settoriali) e successive modifiche e integrazioni. Eventuali dubbi interpretativi possono essere sottoposti al parere dell'Autorita' di gestione, all'indirizzo di cui al paragrafo 10. 9.4. La certificazione delle spese effettivamente sostenute e' trasmessa dal soggetto referente di ciascuna PS direttamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, secondo le modalita' previste per le PS settoriali dal «Disciplinare per lo svolgimento dell'Azione 2» (cfr. paragrafi 6, 7, 8) e successive modifiche e integrazioni. A tale proposito si specifica che rispetto al disimpegno automatico contemplato dall'art. 31, paragrafo 2 del Regolamento (CE) 1260/99, entro il 10 dicembre 2004 ciascuna PS ammessa all'Azione 3 dovra' certificare il 41% delle somme approvate per tale Azione e entro il 10 dicembre 2005 la parte residua. 9.5. Ciascuna PS deve assicurare, pena la revoca del finanziamento «l'utilizzazione ..., di un sistema contabile distinto o di una codificazione contabile appropriata di tutti gli atti contemplati dall'intervento» (Regolamento (CE) n. 1260/99, art. 34, punto 1, lettera e), da realizzarsi attraverso l'istituzione di un adeguato sistema contabile, correlato alla contabilita' generale, al fine di poter definire in ogni momento le disponibilita' relative ad ogni singola voce di costo. Tale sistema dovra', altresi', consentire di poter dimostrare la congrua ripartizione dei costi indiretti di progetto e di funzionamento tra le diverse attivita' svolte. 10. Ulteriori informazioni. Eventuali ulteriori informazioni possono essere richieste ai seguenti indirizzi: <pa5a a) quesiti di natura generale e procedurale: Ministero del lavoro e delle politiche sociali - UCOFPL - Divisione IV - Palazzina A - 1° Piano, via Fornovo n. 8 - 00192 Roma, tel.: 06/36754328, fax: 06/36755025, E-mail: Dirigentediviv@ welfare.gov.it b) quesiti relativi agli aspetti progettuali e di contenuto: ISFOL, via G. B. Morgagni n. 33 - 00161 Roma, tel.: 06/44590469-06/44590452, fax: 06/44590875, E-mail: equal@isfol.it c) assistenza tecnica informatica relativa all'utilizzo del formulario automatizzato: RTI Consedin - Siemens - SDI, lungotevere Michelangelo n. 9 - 00192 Roma, tel.: 06/3269731, fax: 06/32697323, E-mail: assistenza@equalitalia.it |