Gazzetta n. 303 del 28 dicembre 2004 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
COMUNICATO
Proposta di riconoscimento della denominazione di origine protetta «Cipollotto Nocerino»

Il Ministero delle politiche agricole e forestali esaminata la domanda intesa ad ottenere la protezione della denominazione «Cipollotto Nocerino» come denominazione di origine protetta ai sensi del Regolamento (CEE) n. 2081/92, presentata dal Comitato promotore per la D.O.P. «Cipollotto Nocerino», con sede in Nocera Inferiore (Salerno) - via Libroia, 52, esprime parere favorevole sulla stessa e sulla proposta di disciplinare di produzione nel testo appresso indicato.
Le eventuali osservazioni, relative alla presente proposta, adeguatamente motivate, dovranno essere presentate dai soggetti interessati, nel rispetto della disciplina fissata dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642 «disciplina dell'imposta di bollo» e successive modifiche, al Ministero delle politiche agricole e forestali - Dipartimento della qualita' dei prodotti agroalimentari e dei servizi - Direzione generale per la qualita' dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatore - Divisione QTC III - via XX settembre n. 20 - 00187 Roma, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente proposta. Decorso tale termine, in assenza delle predette osservazioni o dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara' notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 5 del Regolamento (CEE) n. 2081/92, ai competenti organi comunitari.
 
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA
«CIPOLLOTTO NOCERINO»

Art. 1.
Nome del prodotto

La denominazione di origine protetta (D.O.P.) «Cipollotto Nocerino» e' riservata ai bulbi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal Reg. CEE 2081/92 e successive modifiche, e nel presente disciplinare di produzione.

Art. 2.
Descrizione e caratteristiche del prodotto

La denominazione di origine protetta «Cipollotto Nocerino» designa i bulbi, appartenenti alla specie Allium Cepa L., pianta erbacea con ciclo vegetativo biennale.
Le sementi sono prodotte dalla varieta' «Nocera» iscritta nel registro CE delle ortive e dai seguenti ecotipi locali:
1. Precoce la Regina;
2. Precoce Meraviglia;
3. Marzatica fredda;
4. Marzatica calda;
5. Nocerese;
6. Bianca di Castellammare;
7. San Michele;
8 Giugnese.
La parte edule, di importanza mercantile, e' costituita dalla porzione ipogea della pianta che sviluppa un bulbo tunicato di forma cilindrica con un leggero ingrossamento alla base delle foglie che si inseriscono, l'una strettamente sovrapposta all'altra, su di un asse caulinare raccorciato detto girello.
Sul caule ipogeo si sviluppano una o piu' gemme protette dalle foglie che nella parte basale, per un processo di metamorfosi, si trasformano in brattee (tuniche) succulente e carnose di colore bianco, rivestite di altre sottili, membranose, traslucide.
Il prodotto ammesso a tutela, all'atto dell'immissione al consumo allo stato fresco, deve avere le seguenti caratteristiche:
a) bulbo:
forma: cilindrica con leggero ingrossamento alla base;
colore: tuniche interne ed esterne interamente bianche;
calibro del bulbo tra cm. 1-5. Il calibro e' determinato dal diametro massimo della sezione normale dell'asse del bulbo.
b) foglia:
colore verde glauco intenso con presenza di glaucescenza, forma lineare, fistolosa, cilindrica, terminante a punta. All'atto dell'immissione al consumo la foglia puo' essere anche recisa.
I Cipollotti per poter essere immessi sul mercato devono essere: interi, sani, puliti, praticamente privi di sostanze estranee visibili, esenti da qualsiasi tipo di danno, privi di stelo vuoto, esenti da parassiti, privi di umidita' esterna anormale, privi di odori e/o sapori estranei, privi di germogli visibili esternamente, privi di rigonfiamenti causati da uno sviluppo vegetativo anormale, resistenti e compatti, possono essere privi o presentare il ciuffo radicale, le foglie possono essere intere o tagliate a misure diverse, sono esclusi i bulbi affetti da marciume o che presentino alterazioni tali da renderli inadatti al consumo.
I Cipollotti vengono commercializzati con il calibro del bulbo che puo' oscillare tra cm. 1 e cm. 5. Il calibro e' determinato dal diametro massimo della sezione normale dell'asse del bulbo.

Art. 3.
Zona geografica di produzione

La coltivazione del Cipollotto Nocerino interessa tutta l'area del bacino della Valle del Sarno che si estende sul territorio dell'agro nocerino sarnese in provincia di Salerno e sulla parte sud occidentale della provincia di Napoli costituita dall'areale pompeianostabiese.
In particolare e' interessato il territorio amministrativo di dodici comuni della provincia di Salerno: Angri, Scafati, S. Marzano sul Sarno, San Valentino Tono, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, S. Egidio del Monte Albino, Castel San Giorgio, Roccapiemonte, Siano e Sarno.
Ai suindicati comuni della provincia di Salerno si aggiungono i seguenti di quella di Napoli: Boscoreale, Castellammare di Stabia, Gragnano, Santa Maria la Carita', Pompei, Poggiomarino, Striano, Sant'Antonio Abate e Terzigno.

Art. 4.
Origine del prodotto

Testimonianze certe della presenza della cipollina nell'area del bacino del Sarno risalgono ad oltre 2000 anni orsono: nella Pompei antica difatti e' raffigurata nei dipinti del Larario del Sarno, la cappella dove erano custoditi i Lan, gli dei protettori della Casa. Anche a Pompei come in Egitto e in Grecia, la cipolla, per i suoi effetti benefici e curativi, era considerata una identita' sacra.
Il dipinto sintetizza graficamente la realta' della cultivar, che gia' all'epoca, rappresentava una importante e tipica espressione della ruralita' locale. E' raffigurato il fiume Sarno, mitizzato con sembianze umane, il quale, da nume protettore, osserva e tutela la produzione e il commercio delle cipolline che prodotte nella sua fertile Valle vengono trasportate con una barca sulle sue acque fino alla citta' di Pompei. Testimonianza unica e straordinaria che certifica la vocazionalita' storica dell'area a tale coltura. Le cipolline raffigurate sono bianche e piccole, identiche a quelle che ancora oggi si coltivano. Dal che si deduce che la Valle del Sarno storicamente presenta le condizioni ottimali per la coltivazione di cipolline e che per oltre 20 secoli su questa area si e' coltivata una cultivar che trova la sua origine da una popolazione con le stesse caratteristiche fenotipiche e molto verosimilmente con lo stesso plasma germinale di quelle che ancora oggi consumiamo nelle nostre cucine.
Citazioni storiche riportano che nel Medio Evo veniva conferita al mercato insieme con le arance, i limoni e le castagne. La famosa Hippocratica Civitas della Scuola Medica Salernitana, fiorente gia' alla fine del millequattrocento, nel Regimen Sanitas Salernitanum ne consiglia l'uso.
Alla fine dell'800 e nei primi anni del 900 la Cipolla Nocerina viene riportata e descritta nei manuali di agronomia e nei cataloghi delle piu' importanti ditte produttrici di sementi.
Anche dopo la seconda guerra mondiale la coltura delle cipolline bianche ha avuto una rilevante importanza nei sistemi produttivi locali. Il periodo della ricostruzione e della ripresa produttiva fu caratterizzato da una forte domanda da parte dei mercati europei dell'ortofrutta italiana. Fu allora che l'agricoltura visse il maggiore sviluppo che la storia ricordi con livelli produttivi eccezionali e svolse un ruolo motore di primo piano nel rilancio economico del nostro Paese.
L'ortofrutta meridionale con le sue numerose specialita' fu molto apprezzata e richiesta, in breve prese corpo una dinamica e remunerativa filiera agroalimentare che favori' lo sviluppo di una fiorente esportazione, economicamente molto vantaggiosa per le valute forti (marco tedesco, franco francese e svizzero) con cui venivano pagati i nostri prodotti. Gli scali ferroviari dell'Agro (Nocera Inferiore, Angri, Scafati, Pompei, Torre Centrale) hanno vissuto in quel periodo la loro attivita' piu' intensa. Arrivavano dall'alba fino a sera carri trainati da cavalli prima e automezzi poi, carichi delle produzioni tradizionali locali (cavolfiori, finocchi, lattughe, pomodori, cipolline) e carovane di «facchini» caricavano interi vagoni ferroviari destinati ai mercati di Monaco di Baviera, Stoccarda, Colonia, Parigi, Bruxelles.
La coltura delle cipolline bianche con le altre produzioni tradizionali ebbe un notevole incremento e partecipo' da protagonista a quella che senza dubbio e' stata la piu' florida stagione dell'agricoltura della Valle del Sarno.
Negli ultimi tempi il settore delle produzioni agricole e' sostanzialmente mutato e nonostante le numerose azioni concorrenziali da parte di prodotti similari offerti a prezzi piu' convenienti da Paesi terzi, ancora oggi, il Cipollotto Nocerino riesce a mantenere e consolidare le posizioni di mercato, confermandosi, per le sue qualita', prodotto leader del comparto.
L'origine del prodotto e' garantita, inoltre, da un sistema di tracciabilita' fondato sulla iscrizione dei produttori, dei condizionatori e dei confezionatori in un apposito elenco tenuto dall'organismo di controllo di cui all'art. 7.

Art. 5.
Descrizione del metodo di elaborazione e ottenimento del prodotto

La coltivazione del cipollotto viene effettuata in pieno campo. Essendo una coltura alta mente specialistica viene praticata senza consociazioni.
Il terreno viene preparato con una aratura, la cui profondita' non supera i cm 40. All'aratura segue una fresatura per la predisposizione alla coltivazione.
L'investimento massimo di piante/mq e' di 200 piante, con un sesto di impianto che prevede una distanza tra le fila di cm 20-35 e cm 10-15 sulla fila.
Di norma la geodisinfestazione in forma preventiva non e' prevista (nel rispetto anche del piano regionale lotta fitopatologia integrata), ma se la coltura precedentemente ospitata sullo stesso terreno che dovra' ospitare il cipollotto, ha manifestato gravi sintomi di patologie, dovra' essere effettuata la pratica della geodisinfestazione con le metodiche e i prodotti autorizzati per la coltura specifica.
Seme: le sementi da utilizzare per la produzione di «Cipollotto Nocerino D.O.P.» saranno prodotte esclusivamente con bulbi ottenuti e selezionati nell'ambito del territorio della zona geografica indicata all'art. 3 del presente disciplinare autoprodotti dagli agricoltori, con le caratteristiche indicate all'art. 2.
Piantine: le piantine di cipollotto verranno prodotte con sementi descritte al paragrafo precedente del presente articolo.
Semina: la semina puo' essere effettuata tutto l'anno, in semenzaio o con la semina diretta in campo.
Trapianto: si effettua quando le piantine hanno raggiunto un'altezza di cm 14-16 e con due-cinque foglie ben sviluppate, vengono poste a dimora, previo accorciamento delle radici e dell'apice fogliare per favorire il loro attecchimento.
L'irrigazione e' indispensabile per garantire le condizioni migliori al fine di ottenere una buona riuscita dell'impianto. I volumi sono direttamente correlati all'andamento climatico stagionale: nel periodo estivo con una frequenza di 3/4 interventi per settimana si apporta la quantita' d'acqua necessaria per favorire un buon sviluppo vegetativo. I sistemi di irrigazione da utilizzare sono: a manichette, a gogge, per aspersione, a scorrimento.
Altri interventi necessari sono la concimazione all'impianto, da riprendere appena la pianta mostra segni di crescita. Relativamente alla concimazione minerale si adopera il potassio nel periodo della levata e l'azoto nel periodo della formazione/ingrossamento del bulbo. Altri tipi di concimazione saranno adottati in relazione alle esigenze dei singoli terreni.
Parallelamente, se lo stato del terreno e il rischio dello sviluppo di erbe infestanti lo richiedono, si procede al diserbo con prodotti antigerminello pre e post-semina o pre e post trapianto, utilizzando formulati autorizzati per la coltura specifica.
Raccolta e lavorazione: i cipollotti vengono raccolti a mano o con mezzi meccanici quando il diametro della sezione normale all'asse del bulbo presenta il calibro tra cm 2-5.
Dopo l'estirpazione i bulbi vengono trasportati nei luoghi di lavorazione, dove vengono selezionati lavati e condizionati secondo le tecniche gia' acquisite localmente. Una fase particolare della lavorazione e' costituita dalla «pelatura» del bulbo. Per poter essere immesso sul mercato e' condizione indispensabile che il bulbo sia integro e ben pulito. Poiche' quando viene estirpato presenta ancora residui di particelle di terreno aderenti alle tuniche esterne e puo' presentare impurita' causate da possibili effetti postumi di entomofisiopatie, per conferirgli l'aspetto estetico richiesto, il bulbo viene dapprima lavato e poi «pelato».
La «pelatura» consiste nell'asportazione delle tuniche piu' esterne del cipollotto fino a raggiungere una omogenea integrita' e lucentezza su tutto il bulbo. Viene eseguita esclusivamente a mano, nei magazzini dell'azienda interessata alla commercializzazione o presso terzi che sono specializzati per tale attivita'.
Dopo la «pelatura» si procede al taglio parziale del ciuffetto radicale e delle foglie, la misura del taglio e' determinata dalle condizioni richieste dal mercato destinatario del prodotto, possono comunque anche restare intere.
I cipollotti vengono poi legati a mazzetti e posti in cassette di legno o di plastica. Ultima fase della lavorazione prima del conferimento e' l'etichettatura.
Gli opifici di immagazzinamento e lavorazione sono situati nell'ambito dell'intero territorio dei comuni ricadenti nella zona di produzione, sono strutturati in modo da essere asciutti, ventilati, poco illuminati; di solito sono provvisti anche di locali a temperatura controllata per la conservazione del prodotto.
Nella stessa zona deve avvenire il confezionamento al fine di garantire la qualita', la tracciabilita' e il controllo.

Art. 6. Elementi comprovanti il legame del prodotto con l'ambiente geografico
e l'origine geografica

La secolare presenza del cipollotto sul territorio della Valle del Sarno e' stata favorita dai fattori geo-pedologici che caratterizzano l'intera area.
Geograficamente e' un crocevia fondamentale dei traffici commerciali non solo tra il nord e il sud Italia, ma e' il punto nodale anche tra l'Europa e l'area del Mediterraneo. Le condizioni pedoclimatiche che la caratterizzano presentano un insieme di peculiarita' che unitamente alla vocazionalita' dell'ambiente e alla secolare esperienza specifica dei coltivatori locali costituiscono l'habitat naturale per la coltivazione del Cipollotto Nocerino.
Il terreno per la sua origine, le sue trasformazioni e la sua struttura attuale costituisce il substrato ottimale per ospitare i cipollotti che vegetano bene in un terreno leggero, umifero, fresco, ben drenato, senza ristagni d'acqua.
La presenza di vulcani nelle zone limitrofe ha determinato la formazione geolitologica della Valle del Sarno. Le numerose eruzioni del Vesuvio, succedutesi nel tempo, hanno contribuito, in virtu' degli apporti piroclastici, sia alla stratificazione e sia alla combinazione fisico-chimica del terreno. Ciclicamente il Vesuvio ha sparso sul territorio ceneri, minerali e lapilli, i primi hanno arricchito di sostanze nutritive il terreno ed i lapilli hanno formato un naturale ed efficiente drenaggio.
L'apporto di materiali alluvionali trasportati dal fiume Sarno, la rilevante presenza di sorgenti di acque minerali, la falda acquifera copiosa e superficiale, sono gli ulteriori fattori che contribuiscono a rendere il terreno agrario della Valle un eccellente compost naturale grazie al quale gia' duemila anni orsono fu definita «felix» per la sua prosperita'.
La conformazione delle peculiarita' ambientali e' ulteriormente caratterizzata dal locale fotoperiodismo che con una idonea e ben distribuita alternanza di ore di luce e di buio predispone ancora meglio la Valle alla coltura delle liliace a bulbo, favorendo un equilibrato sviluppo tra la parte epogea (apparato fogliare) della pianta e la parte ipogea «il bulbo» che da questa particolare condizione trae ulteriori vantaggi per il suo «imbianchimento» naturale.
Il clima mite, tipico del Mediterraneo centrale, particolarmente favorito dall'orografia dell'Area che vede l'estesa pianura riparata dai venti del Nord Est - Ovest dai Monti Picentini, dai Lattari e dal Vesuvio, mentre dal Sud arrivano i benefici effetti del golfo di Stabia e l'azione ammendante del fiume Sarno che solca e feconda trasversalmente l'intero areale, determinano condizioni idonee con una temperatura temperata, senza mai soffrire eccessi termici durante l'intero anno.
In tale contesto ambientale va ad integrarsi il fattore antropico che ha acquisito un elevato livello di competenze e di specializzazione conferendo qualita' e tipicita' al prodotto.
Il sistema produttivo puo' avvalersi di tecniche e mezzi tecnici nel processo di lavorazione, originali e tradizionali che testimoniano il profondo legame tra prodotto, produttori e territorio: come il trapianto manuale, la pelatura dei bulbi, la riproduzione del seme.
Il valore di questo legame tra la coltura e il territorio si e' manifestato nei suoi aspetti piu' intensi nelle vicende che hanno caratterizzato la vita sociale e produttiva della Valle del Sarno anche nel periodo storico successivo alla seconda guerra mondiale, quando la ripresa dinamica che caratterizzo' le economie postbelliche dell'Europa, genero' una forte domanda dei prodotti alimentari. Si registro' il sorgere di una fiorente esportazione e di centri di raccolta come il mercato ortofrutticolo di Nocera Inferiore - Pagani che divenne il punto di riferimento per le produzioni agricole dell'Italia centromeridionale affermandosi come uno dei principali poli mercantili italiani, e anche in quel contesto il cipollotto tra le produzioni tipiche e tradizionali assunse un ruolo rilevante.

Art. 7.
Riferimenti relativi alle strutture di controllo

Il controllo sulla D.O.P. e' effettuato da una struttura conforme all'art. 10 del regolamento CEE n. 2081/92.

Art. 8.
Modalita' di confezionamento e di etichettatura - Logotipo

Il contenuto di ogni imballaggio deve essere omogeneo e contenere soltanto cipollotti di uguale origine, varieta' e calibro nei limiti indicati.
La parte visibile del contenuto dell'imballaggio deve essere rappresentativa dell'insieme.
I cipollotti devono essere condizionati in modo che sia garantita una protezione adeguata del prodotto.
I materiali utilizzati all'interno dell'imballaggio devono essere puliti e di sostanze che non possono provocare alterazioni interne o esterne dei prodotti. L'impiego di materiali e in particolare di carte o marchi recanti indicazioni commerciali e' ammesso soltanto se la stampa o l'etichettatura sono realizzate con inchiostro o colla non tossici.
Gli imballaggi devono essere privi di qualsiasi corpo estraneo.
Gli imballaggi devono recare, in caratteri raggruppati su uno stesso lato, leggibili, indelebili e visibili dall'esterno, le indicazioni appresso riportate:
Cipollotto Nocerino e denominazione origine protetta o la sua sigla D.O.P.
Ogni confezione dovra' essere corredata del contrassegno di identificazione, il simbolo grafico relativo all'immagine artistica del logotipo specifico e univoco, da utilizzare in abbinamento inscindibile con la denominazione origine protetta.
Azienda produttrice e/o confezionatrice (anche solo il codice identificativo).
Caratteristiche commerciali.
Categoria extra - Categoria Iª.
Quantita' del prodotto effettivamente contenuto nella confezione, espressa in conformita' alle norme vigenti.

Rappresentazione grafica del logo.

----> Vedere logo a pag. 76 <----

Il logo e' rappresentato da una forma geometrica tondeggiante, composta da un fondo pieno di colore giallo-magenta (quadricromia: 100% giallo + 20% magenta) e da una linea di contorno verde (quadricromia: ciano 100% + giallo 100% + nero 50%). Sul fondo sono rappresentati tre elementi:
1) una pianta di cipollotto stilizzata, composta dal bulbo cilindrico di colore bianco sfumato di nero (quadricromia: bianco + nero 20%) e da due foglie longilinee, fistolose, con l'apice a punta, di colore verde (ciano 100% + giallo 100%);
2) il secondo elemento, anch'esso di colore verde (quadricromia: ciano 50% + giallo 100%), graficamente ricorda una «S» stilizzata in posizione di leggera inclinazione verso il lato destro. Sulla sua parte inferiore sinistra poggia e trae origine la pianta del cipollotto.
3) il terzo elemento e' rappresentato dalla scritta Cipollotto Nocerino, collocata sul lato destro del logo e si interseca tangenzialmente alla parte centrale della «S». Il carattere utilizzato e' il «Comic Sans MS», il colore e' il verde (quadricromia: ciano 100% + giallo 100% + nero 50%).
Logo a un colore: nei casi in cui per motivi di confezionamento o di etichettatura non sia possibile stampare il logo in quadricromia, sara' stampato a un colore nei seguenti modi:
logo in positivo - se il colore dello sfondo della confezione o dell'etichetta e' scuro, verra' utilizzato il logo in positivo, applicando il colore di stampa piu' scuro della confezione o dell'etichetta stessa.
logo in negativo - se il colore dello sfondo della confezione o dell'etichetta e' scuro, verra' utilizzato il logo in negativo applicando il colore dello sfondo della confezione o dell'etichetta stessa. Alla denominazione origine protetta, di cui all'art. 1 e' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione aggiuntiva diversa da quelle previste dal presente disciplinare ivi compresi gli aggettivi tipo gusto, uso, scelto, selezionato e similari.
E' tuttavia consentito l'uso di indicazioni che facciano riferimento ad aziende, nomi, ragioni sociali, marchi privati, consorzi, non aventi significato laudativo e non idonei a trarre in inganno l'acquirente.
Tali indicazioni potranno essere riportate in etichetta con caratteri di altezza e di larghezza non superiori alla meta' di quelli utilizzati per indicare la denominazione di origine protetta.

Art. 9.
Uso del marchio sui prodotti trasformati

I prodotti per la cui elaborazione e' utilizzata come materia prima il «Cipolloto Nocerino» D.O.P. anche a seguito di processi di elaborazione e trasformazione, possono essere immessi al consumo in confezioni recanti il riferimento a detta denominazione, senza l'apposizione del logo comunitario, a condizione che:
il «Cipolloto Nocerino» D.O.P. certificato come tale, costituisca il componente esclusivo della categoria merceologica di appartenenza;
gli utilizzatori del «Cipollotto Nocerino» D.O.P. siano autorizzati dai titolari del diritto di proprieta' intellettuale conferito dalla registrazione «Cipollotto Nocerino» D.O.P. riuniti in consorzio incaricato della tutela dal Ministero delle politiche agricole e forestali. Lo stesso consorzio incaricato provvedera' anche ad iscriverli in appositi registri e a vigilare sul corretto uso della denominazione protetta. In assenza del consorzio di tutela incaricato le predette funzioni saranno svolte dal Ministero delle politiche agricole e forestali in quanto autorita' nazionale preposta all'attuazione del regolamento CEE n. 2081/92.
L'utilizzazione non esclusiva del «Cipollotto Nocerino» D.O.P. consente soltanto il suo riferimento, secondo la normativa vigente, tra gli ingredienti del prodotto che lo contiene o in cui e' trasformato o elaborato.
 
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