Gazzetta n. 61 del 15 marzo 2005 (vai al sommario)
LEGGE 24 febbraio 2005, n. 34
Delega al Governo per l'istituzione dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Promulga
la seguente legge:
Art. 1.

1. L'Ordine dei dottori commercialisti e l'Ordine dei ragionieri e periti commerciali sono unificati nell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili presso il quale e' istituito l'Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.



Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.



 
Art. 2.

1. All'unificazione di cui all'articolo 1 si provvede, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con decreto legislativo da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, sentiti i Consigli nazionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali.
2. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 e' trasmesso alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione del medesimo schema di decreto. Decorso il termine senza che le commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, il decreto legislativo puo' essere comunque emanato.
 
Art. 3.

1. Con il decreto legislativo di cui all'articolo 2 sono definiti:
a) le modalita' per la costituzione del Consiglio nazionale e dei consigli locali del nuovo Ordine professionale e la relativa composizione, nel rispetto dei principi di proporzionalita' e rappresentativita', assicurando comunque alla componente della sezione riservata ai laureati specialistici, alla fine del periodo transitorio di cui alla lettera h), un numero minimo di rappresentanti non inferiore alla meta' e l'elettorato passivo per la nomina del presidente;
b) le classi di laurea e di laurea specialistica, nonche' i titoli regolati dall'ordinamento previgente ai decreti emanati in applicazione dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni, che costituiscono requisiti di ammissione all'esame di Stato, ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 10 giugno 2002, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2002, n. 173;
c) l'istituzione di due sezioni dell'Albo, rispettivamente riservate ai possessori dei titoli di cui alla lettera b);
d) l'ambito delle attivita' oggetto della professione ai sensi e per gli effetti delle disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 ottobre 1953, n. 1067, e al decreto del Presidente della Repubblica 27 ottobre 1953, n. 1068, e delle altre disposizioni vigenti, con attribuzione specifica di attivita' agli iscritti nella sezione riservata ai laureati specialistici e agli iscritti nell'altra sezione. E' consentita l'attribuzione di nuove competenze agli iscritti nella sezione dell'Albo unico riservata ai laureati specialistici, che presentino profili di interesse pubblico generale, nel rispetto del principio della liberta' di concorrenza e fatte salve le prerogative attualmente attribuite dalla legge a professionisti iscritti ad altri albi. Sono fatte salve, altresi', le attivita' di natura privatistica gia' consentite dalla legge agli iscritti a registri, ruoli ed elenchi speciali tenuti dalla pubblica amministrazione;
e) le prove degli esami di Stato per l'iscrizione alle sezioni dell'Albo, tenuto conto di quanto disposto alla lettera d), con previsione della possibilita' di svolgimento del tirocinio durante il corso di studi specialistici ed esenzione da una delle prove scritte dell'esame di Stato all'esito di un corso realizzato sulla base di convenzioni tra universita' e ordini locali;
f) le norme transitorie che disciplinano l'inserimento nella sezione dell'Albo riservata ai laureati specialistici degli attuali iscritti agli Albi dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali, questi ultimi con il titolo professionale di «ragioniere commercialista», con specifica distinta indicazione, per ciascuno, dell'anzianita' di iscrizione, del titolo di studio, del titolo professionale e dell'ordine o collegio di provenienza;
g) la protezione dei titoli professionali di «dottore commercialista», di «ragioniere commercialista» e di «esperto contabile», nonche' del termine abbreviato di «commercialista», utilizzabile soltanto dagli iscritti nella sezione del nuovo Albo riservata ai laureati specialistici;
h) le norme transitorie che garantiscono, per la durata di nove anni a decorrere dalla data di scioglimento degli attuali organismi dirigenti di cui all'articolo 6, le maggioranze e le presidenze dei nuovi organi, nazionali e locali, ai dottori commercialisti e le vicepresidenze ai ragionieri;
i) le norme transitorie che definiscono le modalita', le procedure e i termini per la confluenza degli enti nazionali e locali dei due attuali Ordini, nei rispettivi enti del nuovo Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, definendo altresi' l'ambito territoriale degli ordini locali e le procedure per la prima elezione dei relativi organismi direttivi.



Note all'art. 3:
- Si riporta il testo del comma 95 dell'art. 17 della
legge 15 maggio 1997, n. 127 (Misure urgenti per lo
snellimento dell'attivita' amministrativa e dei
procedimenti di decisione e di controllo):
«Art. 17 (Ulteriori disposizioni in materia di
semplificazione dell'attivita' amministrativa e di
snellimento dei procedimenti di decisione e di controllo).
- 1.-94. (Omissis).
95. L'ordinamento degli studi dei corsi universitari,
con esclusione del dottorato di ricerca, e' disciplinato
dagli atenei, con le modalita' di cui all'art. 11, commi 1
e 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, in conformita' a
criteri generali definiti, nel rispetto della normativa
comunitaria vigente in materia, sentiti il Consiglio
universitario nazionale e le commissioni parlamentari
competenti, con uno o piu' decreti del Ministro
dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica,
di concerto con altri Ministri interessati, limitatamente
ai criteri relativi agli ordinamenti per i quali il
medesimo concerto e' previsto alla data di entrata in
vigore della presente legge, ovvero da disposizioni dei
commi da 96 a 119 del presente articolo. I decreti di cui
al presente comma determinano altresi':
a) con riferimento ai corsi di cui al presente comma,
accorpati per aree omogenee, la durata, anche eventualmente
comprensiva del percorso formativo gia' svolto, l'eventuale
serialita' dei predetti corsi e dei relativi titoli, gli
obiettivi formativi qualificanti, tenendo conto degli
sbocchi occupazionali e della spendibilita' a livello
internazionale, nonche' la previsione di nuove tipologie di
corsi e di titoli universitari, in aggiunta o in
sostituzione a quelli determinati dagli articoli 1, 2, 3,
comma 1, e 4, comma 1, della legge 19 novembre 1990, n.
341, anche modificando gli ordinamenti e la durata di
quelli di cui al decreto legislativo 8 maggio 1998, n. 178,
in corrispondenza di attivita' didattiche di base,
specialistiche, di perfezionamento scientifico, di alta
formazione permanente e ricorrente;
b) modalita' e strumenti per l'orientamento e per
favorire la mobilita' degli studenti, nonche' la piu' ampia
informazione sugli ordinamenti degli studi, anche
attraverso l'utilizzo di strumenti informatici e
telematici;
c) modalita' di attivazione da parte di universita'
italiane, in collaborazione con atenei stranieri, dei corsi
universitari di cui al presente comma, nonche' di dottorati
di ricerca, anche in deroga alle disposizioni di cui al
capo II del titolo III del decreto del Presidente della
Repubblica 11 luglio 1980, n. 382.».
- Si riporta il testo dell'art. 3 del decreto-legge
10 giugno 2002, n. 107 (Disposizioni urgenti in materia di
accesso alle professioni), convertito, con modificazioni,
dalla legge 1° agosto 2002, n. 173:
«Art. 3. - 1. Fino al riordino delle professioni di
dottore commercialista e di ragioniere e perito
commerciale, hanno titolo per l'iscrizione nel registro dei
praticanti per l'esercizio della professione di dottore
commercialista, di cui all'art. 2, terzo comma, del decreto
del Presidente della Repubblica 27 ottobre 1953, n. 1067,
aggiunto dalla legge 17 febbraio 1992, n. 206, e per
l'iscrizione nel registro dei praticanti per l'esercizio
della professione di ragioniere e perito commerciale, di
cui all'art. 31, comma 3, del decreto del Presidente della
Repubblica 27 ottobre 1953, n. 1068, e successive
modificazioni, coloro che sono in possesso del diploma di
laurea specialistica nella classe 64/S, classe delle lauree
specialistiche in scienze dell'economia, ovvero nella
classe 84/S, classe delle lauree specialistiche in scienze
economico-aziendali, nonche' coloro che sono in possesso
del diploma di laurea nelle classi 17, classe delle lauree
in scienze dell'economia e della gestione aziendale, e 28,
classe delle lauree in scienze economiche.
2. All'iscrizione nei registri dei praticanti di cui al
comma 1 hanno titolo anche coloro che sono in possesso di
laurea rilasciata dalle facolta' di economia secondo
l'ordinamento previgente ai decreti emanati in attuazione
dell'art. 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127.
3. Per l'iscrizione nel registro dei praticanti per
l'esercizio della professione di ragioniere e perito
commerciale, per coloro che sono in possesso dei diplomi di
laurea e laurea specialistica di cui ai commi 1 e 2, non e'
richiesto il requisito del conseguimento del diploma di
ragioniere e perito commerciale previsto dall'art. 31,
comma 1, lettera f), del decreto del Presidente della
Repubblica 27 ottobre 1953, n. 1068, cosi' come modificato
dalla legge 12 febbraio 1992, n. 183.
3-bis. La durata dei periodi di pratica professionale
per l'esercizio delle professioni di cui al comma 1 e'
stabilita in tre anni.».
- Il decreto del Presidente della Repubblica 27 ottobre
1953, n. 1067, reca: «Ordinamento della professione di
dottore commercialista».
- Il decreto del Presidente della Repubblica 27 ottobre
1953, n. 1068, reca: «Ordinamento della professione di
ragioniere e perito commerciale.».



 
Art. 4.

1. Il Governo e' delegato ad adottare, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu' decreti legislativi recanti misure volte a sostenere l'iniziativa dei competenti organi di amministrazione della Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti e della Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali finalizzata all'unificazione, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) definizione delle regole da seguire nel processo di unificazione, sulla base di quelle fissate dagli articoli 2498 e seguenti del codice civile in quanto applicabili e, comunque, nel rispetto dei principi del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e successive modificazioni, previa adozione di progetti di unificazione da parte dei competenti organi delle Casse interessate sulla base di bilanci di unificazione che considerino le situazioni patrimoniali in atto e le previsioni sulle dinamiche demografiche e delle adesioni, da assoggettare al controllo di cui all'articolo 3 del citato decreto legislativo n. 509 del 1994 e a condizione che eventuali modifiche ai regimi previdenziali non comportino effetti peggiorativi sui risultati delle gestioni previdenziali previsti a normativa vigente;
b) applicazione da parte delle Casse unificande del principio del pro rata, di cui all'articolo 3, comma 12, della legge 8 agosto 1995, n. 335, rapportato alle condizioni di equilibrio di lungo periodo caratterizzanti la propria gestione;
c) adeguamento delle normative legislative, gia' applicabili alle Casse, rispetto al processo di unificazione come da esse definito;
d) esenzione da imposte e da tasse di tutti gli atti finalizzati alla unificazione.
2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro della giustizia. Gli schemi dei decreti legislativi di cui al primo periodo sono trasmessi alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione dei medesimi schemi di decreto. Decorso il termine di cui al secondo periodo senza che le commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, i decreti legislativi possono essere comunque emanati.



Note all'art. 4:
- Si riporta il testo dell'art. 2498 del codice civile:
«Art. 2498 (Continuita' dei rapporti giuridici). - Con
la trasformazione l'ente trasformato conserva i diritti e
gli obblighi e prosegue in tutti i rapporti anche
processuali dell'ente che ha effettuato la
trasformazione.».
- Si riporta il testo dell'art. 3 del decreto
legislativo 30 giugno 1994, n. 509 (Attuazione della delega
conferita dall'art. 1, comma 32, della legge 24 dicembre
1993, n. 537):
«Art. 3 (Vigilanza). - 1. La vigilanza sulle
associazioni o fondazioni di cui all'art. 1 e' esercitata
dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale, dal
Ministero del tesoro, nonche' dagli altri Ministeri
rispettivamente competenti ad esercitare la vigilanza per
gli enti trasformati ai sensi dell'art. 1, comma 1. Nei
collegi dei sindaci deve essere assicurata la presenza di
rappresentanti delle predette amministrazioni.
2. Nell'esercizio della vigilanza il Ministero del
lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i
Ministeri di cui al comma 1, approva i seguenti atti:
a) lo statuto e i regolamenti, nonche' le relative
integrazioni o modificazioni;
b) le delibere in materia di contributi e
prestazioni, sempre che la relativa potesta' sia prevista
dai singoli ordinamenti vigenti. Per le forme di previdenza
sostitutive dell'assicurazione generale obbligatoria le
delibere sono adottate sulla base delle determinazioni
definite dalla contrattazione collettiva nazionale.
3. Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale,
di intesa con i Ministeri di cui al comma 1, puo' formulare
motivati rilievi su: i bilanci preventivi e i conti
consuntivi; le note di variazione al bilancio di
previsione; i criteri di individuazione e di ripartizione
del rischio nella scelta degli investimenti cosi' come sono
indicati in ogni bilancio preventivo; le delibere
contenenti criteri direttivi generali. Nel formulare tali
rilievi il Ministero del lavoro e della previdenza sociale,
d'intesa con i Ministeri di cui al comma 1, rinvia gli atti
al nuovo esame da parte degli organi di amministrazione per
riceverne una motivata decisione definitiva. I suddetti
rilievi devono essere formulati per i bilanci consuntivi
entro sessanta giorni dalla data di ricezione e entro
trenta giorni dalla data di ricezione, per tutti gli altri
atti di cui al presente comma. Trascorsi detti termini ogni
atto relativo diventa esecutivo.
4. All'atto della trasformazione in associazione o
fondazione dell'ente privatizzato, continuera' ad operare
la disciplina della contribuzione previdenziale prevista in
materia dai singoli ordinamenti.
5. La Corte dei conti esercita il controllo generale
sulla gestione delle assicurazioni obbligatorie, per
assicurare la legalita' e l'efficacia, e riferisce
annualmente al Parlamento.».
- Si riporta il testo del comma 12 dell'art. 3 della
legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema
pensionistico obbligatorio e complementare):
«Art. 3 (Disposizioni diverse in materia assistenziale
e previdenziale). - 1.-11. (Omissis).
12. Nel rispetto dei principi di autonomia affermati
dal decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, relativo
agli enti previdenziali privatizzati, allo scopo di
assicurare l'equilibrio di bilancio in attuazione di quanto
previsto dall'art. 2, comma 2, del predetto decreto
legislativo, la stabilita' delle rispettive gestioni e' da
ricondursi ad un arco temporale non inferiore a 15 anni. In
esito alle risultanze e in attuazione di quanto disposto
dall'art. 2, comma 2, del predetto decreto, sono adottati
dagli enti medesimi provvedimenti di variazione delle
aliquote contributive, di riparametrazione dei coefficienti
di rendimento o di ogni altro criterio di determinazione
del trattamento pensionistico nel rispetto del principio
del pro rata in relazione alle anzianita' gia' maturate
rispetto alla introduzione delle modifiche derivanti dai
provvedimenti suddetti. Nei regimi pensionistici gestiti
dai predetti enti, il periodo di riferimento per la
determinazione della base pensionabile e' definito, ove
inferiore, secondo i criteri fissati all'art. 1, comma 17,
per gli enti che gestiscono forme di previdenza sostitutive
e al medesimo art. 1, comma 18, per gli altri enti. Ai fini
dell'accesso ai pensionamenti anticipati di anzianita',
trovano applicazione le disposizioni di cui all'art. 1,
commi 25 e 26, per gli enti che gestiscono forme di
previdenza sostitutive, e al medesimo art. 1, comma 28, per
gli altri enti. Gli enti possono optare per l'adozione del
sistema contributivo definito ai sensi della presente
legge.».



 
Art. 5.

1. Con decreto legislativo da adottare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui all'articolo 2, su proposta del Ministro della giustizia, sono attribuite all'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili competenze sul registro dei revisori contabili di cui al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88, e successive modificazioni, e al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1998, n. 99, e successive modificazioni.
2. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 e' trasmesso alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle commissioni parlamentari competenti per materia, che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione del medesimo schema di decreto. Decorso il termine senza che le commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, il decreto legislativo puo' essere comunque emanato.
3. Nell'esercizio della delega il Governo e' tenuto ad osservare i seguenti principi e criteri direttivi:
a) salvaguardare l'autonomia del registro dei revisori contabili rispetto agli albi tenuti dall'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili;
b) mantenere le funzioni e le competenze della commissione centrale per i revisori contabili prevista dal titolo I del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1998, n. 99, e successive modificazioni;
c) mantenere l'attuale disciplina normativa dell'esame per l'accesso al registro dei revisori contabili prevista dall'articolo 3 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88, e dal titolo III del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1998, n. 99, e successive modificazioni;
d) mantenere in capo al Ministero della giustizia la competenza ad adottare i provvedimenti di iscrizione, sospensione e cancellazione dal registro dei revisori contabili.



Note all'art. 5:
- Il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88, reca:
«Attuazione della direttiva n. 84/253/CEE, relativa
all'abilitazione delle persone incaricate del controllo di
legge dei documenti contabili.».
- Il decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo
1998, n. 99, reca: «Regolamento recante norme concernenti
le modalita' di esercizio della funzione di revisore
contabile.».
- Il titolo I del citato decreto del Presidente della
Repubblica 6 marzo 1998, n. 99, reca: «Disposizioni
generali.».
- Si riporta il testo dell'art. 3 del citato decreto
legislativo 27 gennaio 1992, n. 88:
«Art. 3 (Ammissione all'esame per l'iscrizione nel
registro). - 1. Il Ministero di grazia e giustizia indice
annualmente l'esame per l'iscrizione nel registro.
2. Per l'ammissione all'esame e' necessario:
a) aver conseguito in materie economiche, aziendali o
giuridiche un diploma di laurea ovvero un diploma
universitario o un diploma di una scuola diretta a fini
speciali, rilasciati al compimento di un ciclo di studi
della durata minima di tre anni;
b) aver svolto, presso un revisore contabile, un
tirocinio triennale, avente ad oggetto il controllo di
bilanci di esercizio e consolidati.
3. I dipendenti dello Stato e degli enti pubblici
svolgono il tirocinio della durata di tre anni presso un
funzionario pubblico abilitato al controllo legale dei
conti.».
- Il titolo III del citato decreto del Presidente della
Repubblica 6 marzo 1998, n. 99, reca: «Esame per
l'iscrizione nel registro dei revisori contabili.».



 
Art. 6.

1. Nell'esercizio della delega di cui all'articolo 2, il Governo disciplina la durata dei Consigli nazionali e locali degli Ordini dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, secondo i seguenti principi e criteri direttivi:
a) prevedere la proroga degli organi in carica fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di entrata in vigore della presente legge;
b) prevedere la facolta' per i consigli locali prorogati di indire nuove elezioni alla naturale scadenza del loro mandato, fermo restando che gli organi cosi' eletti decadranno comunque alla data di cui alla lettera a).
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 24 febbraio 2005

CIAMPI

Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Castelli, Ministro della giustizia
Moratti, Ministro dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca
Maroni, Ministro del lavoro e delle
politiche sociali Visto, il Guardasigilli: Castelli

LAVORI PREPARATORI

Camera dei deputati (atto n. 3744):

Presentato dal Ministro della giustizia (Castelli), dal
Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca
(Moratti) e dal Ministro del lavoro e delle politiche
sociali (Maroni) il 5 marzo 2003.
Assegnato alla II commissione (Giustizia) in sede
referente il 20 marzo 2003, con pareri delle commissioni I,
V, VI, VII, XI, XIV.
Esaminato dalla II commissione il 1°-2 e 8 aprile 2003;
3-24 e 26 giugno 2003; 9 settembre 2003.
Esaminato in aula il 29 settembre 2003 e approvato il
30 settembre 2003.

Senato della Repubblica (atto n. 2516):

Assegnato alla 2ª commissione (Giustizia) in sede
referente il 23 ottobre 2003, con pareri delle commissioni
1ª, 5ª, 6ª, 7ª, 11ª, 14ª e parlamentare per le questioni
regionali.
Esaminato dalla 2ª commissione l'11-16 marzo 2004; 7-29
aprile 2004; 28 settembre 2004.
Esaminato in aula il 20 ottobre 2004; 2 e 9 novembre
2004 ed approvato con modificazioni, il 18 gennaio 2005.

Camera dei deputati (atto n. 3744-B):

Assegnato alla II commissione (Giustizia), in sede
referente, il 20 gennaio 2005 con parere delle commissioni
I, V e XI.
Esaminato dalla II commissione il 27 gennaio 2005; 1° e
2 febbraio 2005.
Esaminato in aula il 7 febbraio 2005 ed approvato l'8
febbraio 2005.
 
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