Gazzetta n. 279 del 2005-11-30 |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 4 novembre 2005 |
Proroga dello scioglimento del consiglio comunale di Villabate e sostituzione di un componente della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto, in data 27 aprile 2004, registrato alla Corte dei conti in data 5 maggio 2004, con il quale, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e' stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Villabate (Palermo) per la durata di diciotto mesi e la nomina di una commissione straordinaria per la provvisoria gestione dell'ente, composta dal dott. Giuseppe Rizzo, dalla dott.ssa Ester Mammano e dal dott. Salvatore Di Marca; Constatato che non risulta esaurita l'azione di recupero e risanamento complessivo dell'istituzione locale e della realta' sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata; Ritenuto che le esigenze della collettivita' locale e la tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalita' e restituisca efficienza e trasparenza all'azione amministrativa dell'ente; Considerato, altresi', che il dott. Giuseppe Rizzo non puo' proseguire nell'incarico e che, pertanto, si rende necessario provvedere alla sua sostituzione; Visto l'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 28 ottobre 2005, alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana; Decreta: Art. 1. La durata dello scioglimento del consiglio comunale di Villabate (Palermo), fissata in diciotto mesi, e' prorogata per il periodo di sei mesi. | Art. 2. Il dott. Piero Giulio Marcellino - prefetto a riposo - e' nominato componente della commissione straordinaria per la gestione del comune di Villabate (Palermo), in sostituzione del dott. Giuseppe Rizzo. Dato a Roma, addi' 4 novembre 2005 CIAMPI Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Pisanu, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 17 novembre 2005 Ministeri istituzionali - Interno, registro n. 13, foglio n. 38 | Allegato Al Presidente della Repubblica Il consiglio comunale di Villabate (Palermo) e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 27 aprile 2004, registrato alla Corte dei conti in data 5 maggio 2004, per la durata di mesi diciotto, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, essendo stati riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalita' organizzata. Per effetto dell'avvenuto scioglimento, la gestione dell'ente e' stata affidata ad una commissione straordinaria che ha perseguito l'obiettivo del ripristino della legalita' operando in un ambiente che, a causa del grave degrado in cui ha versato per tanto tempo il territorio e della indotta disaffezione della popolazione verso la vita democratica e le istituzioni, stenta ad affrancarsi dal radicato sistema di diffusa arbitrarieta'. Infatti, come rilevato dal prefetto di Palermo con relazione del 6 ottobre 2005, cui si rinvia integralmente, nonostante il notevole impegno profuso dall'organo commissariale per il recupero del prestigio e della credibilita' dell'istituzione comunale, il consolidato sistema d'influenza criminale e' ancora in grado di esprimere una capacita' di interferenza e di condizionamento, che rallenta l'azione protesa al completo recupero dell'amministrazione della cosa pubblica ai criteri di legalita' e di buon andamento. In particolare, a seguito di successive attivita' investigative, e' stato confermato il ruolo di assoluto rilievo rivestito in seno alla struttura criminale proprio dalla «famiglia» mafiosa di Villabate, in grado di interferire nelle decisioni delle varie compagini amministrative succedutesi al govemo dell'ente locale, al fine di perseguire obiettivi riconducibili ad interessi speculativi della consorteria mafiosa. Nel medesimo contesto investigativo-giudiziario sono state puntualmente delineate le attuali dinamiche criminali di «Cosa Nostra» nel territorio villabatese che appaiono del tutto sintoniche con i piu' rilevanti tasselli del complesso scenario emerso in occasione degli accertamenti ispettivi che hanno portato all'adozione della misura di rigore dello scioglimento del consiglio comunale di Villabate. Nel contempo e' stato compiutamente ricostruito un articolato meccanismo di ingerenza illecita da parte di «Cosa Nostra» nel settore degli appalti pubblici e nella programmazione urbanistica commerciale nel territorio di Villabate, anche attraverso il comprovato coinvolgimento di influenti personaggi dell'imprenditoria e degli apparati amministrativi, i quali risultano strettamente collegati ai vertici della «famiglia» del luogo. Nel difficile contesto delineato, la commissione ha dovuto peraltro fronteggiare notevoli impedimenti da parte della stessa struttura burocratica la quale, seppure formalmente disponibile a prestare la propria collaborazione, non ha di fatto agevolato il conseguimento degli obiettivi prefissati. Difatti, nonostante i pur soddisfacenti risultati ottenuti in campo finanziario, nelle capacita' di spesa e di investimento dell'ente, che hanno consentito un sensibile recupero del territorio e dell'ambiente, migliorando le condizioni di vivibilita' della comunita' locale, permangono nell'apparato burocratico forti resistenze nella definizione delle sanatorie edilizie, atteggiamenti ostruzionistici nella fase di accertamento degli abusi, immotivati ed ingiustificabili ritardi nell'attivazione e nella conclusione di alcune procedure. Sebbene siano stati posti in essere tutti i correttivi necessari, anche con il ricorso alle procedure previste dall'art. 145 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, mediante l'assegnazione di specifiche professionalita' esterne, viene registrato un latente osteggiamento alle direttive dell'organo straordinario nell'azione di risanamento e di riordino dell'attivita' amministrativa, riconducibile al radicato meccanismo affaristico - clientelare, al momento impedito dagli interventi straordinari dell'organo commissariale, ma suscettibile di riprodursi in conseguenza del mancato proseguimento della gestione straordinaria. Per porre le basi di un ordinato e corretto assetto urbanistico e per rilanciare l'economia cittadina, la commissione straordinaria ha dato decisivo impulso alla procedura di revisione del piano regolatore generale, affidandone la rielaborazione a dei professionisti esterni individuati su base fiduciaria, ed ha avviato un'incisiva azione di globale risanamento, con specifica attenzione al Piano insediamenti produttivi. La rilevanza e l'organicita' degli interventi posti in essere, potrebbe essere vanificata da una rinnovata attenzione e da iniziative da parte di soggetti contigui alla criminalita' organizzata che tesse trame per accaparrarsi gli indubbi vantaggi derivanti dal rilancio economico del centro commerciale polifunzionale. Affinche' venga completato il processo di recupero del consenso della cittadinanza verso una gestione amministrativa corretta e confacente ai bisogni della comunita', e' necessario che l'organo straordinario di gestione porti a compimento il programma di risanamento intrapreso con tutti gli aspetti vantaggiosi di immediata percettibilita' che esso comporta per la popolazione. Come evidenziato nella citata relazione prefettizia, la situazione riscontrata nel comune di Villabate richiede, per consolidare il buon andamento dell'amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati, l'applicazione dell'istituto della proroga della gestione commissariale, a garanzia degli interessi primari della comunita' locale e delle sue prerogative di libera determinazione e di rinnovamento al di fuori di condizionamenti malavitosi. La valutazione della situazione in concreto accertata in relazione alla persistenza dell'influenza criminale, forte del suo consolidato insediamento e nella prospettiva di evitare la riproposizione di iniziative tese ad incidere negativamente sull'imparzialita' ed il buon andamento dell'azione amministrativa del comune di Villabate, rendono necessario prorogare la gestione commissariale di ulteriori sei mesi. Ritenuto, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'applicazione dell'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, vista la citata relazione del prefetto di Palermo, che si intende qui integralmente richiamata, si formula rituale proposta per la proroga della durata dello scioglimento del consiglio comunale di Villabate (Palermo) per il periodo di sei mesi. Roma, 27 ottobre 2005
Il Ministro dell'interno Pisanu Il Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi |
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