Gazzetta n. 277 del 28 novembre 2006 (vai al sommario)
TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 3 ottobre 2006, n. 262
Testo del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 230 del 3 ottobre 2006), coordinato con la legge di conversione 24 novembre 2006, n. 286 (in questo stesso Supplemento ordinario alla pag. 5), recante: «Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria.».

Avvertenza:
Il testo coordinato qui pubblicato e' stato redatto dal Ministero della giustizia ai sensi dell'art. 11, comma 1, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, nonche' dell'art. 10, commi 2 e 3, del medesimo testo unico, al solo fine di facilitare la lettura sia delle disposizioni del decreto-legge, integrate con le modifiche apportate dalla legge di conversione, che di quelle modificate o richiamate nel decreto, trascritte nelle note. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui riportati.
Le modifiche apportate dalla legge di conversione sono stampate con caratteri corsivi.
Tali modifiche sul video sono tra i segni (( ... )).
A norma dell'art. 15, comma 5, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri), le modifiche apportate dalla legge di conversione hanno efficacia dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione.
Art. 1.
Accertamento, contrasto all'evasione ed all'elusione fiscale,
nonche' potenziamento dell'Amministrazione economico-finanziaria
1. Con determinazioni del direttore dell'Agenzia delle dogane, da adottarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti tempi e modalita' per la presentazione esclusivamente in forma telematica:
a) dei dati relativi alle contabilita' degli operatori, qualificati come depositari autorizzati, operatori professionali, rappresentanti fiscali ed esercenti depositi commerciali, concernenti l'attivita' svolta nei settori degli oli minerali, dell'alcole e delle bevande alcoliche e degli oli lubrificanti e bitumi di petrolio, a norma degli articoli 5, 8, 9, 25, 29, 61 e 62 del testo unico delle accise di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504;
b) del documento di accompagnamento previsto per la circolazione dei prodotti soggetti o assoggettati ad accisa ed alle altre imposizioni indirette previste dal testo unico delle accise di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, a norma degli articoli 6, 10, 12, 61 e 62;
c) delle dichiarazioni di consumo per il gas metano e l'energia elettrica di cui agli articoli 26 e 55 del testo unico delle accise di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.
2. All'articolo 50-bis del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, dopo il comma 2 e' inserito il seguente:
«2-bis. I soggetti esercenti le attivita' di cui al comma 1, anteriormente all'avvio della operativita' quali depositi IVA, presentano agli uffici delle dogane e delle entrate, territorialmente competenti, apposita comunicazione anche al fine della valutazione, qualora non ricorrano i presupposti di cui al comma 2, quarto periodo, della congruita' della garanzia prestata in relazione alla movimentazione complessiva delle merci.».
3. In applicazione del disposto dell'articolo 11, paragrafo 1 del regolamento (CE) n. 1383/2003 del Consiglio, del 22 luglio 2003, l'ufficio doganale competente, previo consenso del titolare del diritto di proprieta' intellettuale e del dichiarante, detentore o proprietario delle merci sospettate, puo' disporre, a spese del titolare del diritto, la distruzione delle merci medesime. E' fatta salva la conservazione di campioni da utilizzare a fini giudiziari.
4. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della giustizia e dello sviluppo economico, sono definite modalita' e tempi della procedura di cui al comma 3. (( 4-bis. All'articolo 3 della legge 19 marzo 2001, n. 92, dopo il comma 1 e' inserito il seguente:
«1-bis. Al fine del contenimento dei costi necessari al mantenimento dei reperti, l'amministrazione competente alla custodia dei tabacchi lavorati, decorso un anno dal momento del sequestro, procede alla distruzione dei prodotti, previa campionatura da effettuare secondo modalita' definite con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della giustizia, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente norma». ))

5. All'articolo 34, comma 4, del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nell'ultimo periodo, le parole: «di cui all'articolo 52» sono sostituite dalle seguenti: «di cui agli articoli 51 e 52»; (( b) e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le autorizzazioni per le richieste di cui al numero 6-bis) e per l'accesso di cui al numero 7) del secondo comma dell'articolo 51 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono rilasciate, per l'Agenzia delle dogane, dal Direttore regionale.». ))
6. Dopo il comma 12 dell'articolo 110 del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e' aggiunto il seguente: (( «12-bis. Le disposizioni dei commi 10 e 11 si applicano anche alle prestazioni di servizi rese dai professionisti domiciliati in Stati o territori non appartenenti all'Unione europea aventi regimi fiscali privilegiati.». ))
7. All'articolo 35, comma 35-bis, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo periodo sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e dei contratti di sponsorizzazione stipulati dagli atleti medesimi in relazione ai quali la societa' percepisce somme per il diritto di sfruttamento dell'immagine»;
b) e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate sono stabiliti il contenuto, le modalita' ed i termini delle trasmissioni telematiche.». (( 8. Il comma 2 dell'articolo 12 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, e' sostituito dal seguente:
«2. Qualora siano state contestate ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, nel corso di un quinquennio, tre distinte violazioni dell'obbligo di emettere la ricevuta fiscale o lo scontrino fiscale, anche se non sono state irrogate sanzioni accessorie in applicazione delle disposizioni del citato decreto legislativo n. 472 del 1997, e' disposta la sospensione della licenza o dell'autorizzazione all'esercizio dell'attivita' ovvero dell'esercizio dell'attivita' medesima per un periodo da tre giorni ad un mese. In deroga all'articolo 19, comma 7, del medesimo decreto legislativo n. 472 del 1997, il provvedimento di sospensione e' immediatamente esecutivo. Se l'importo complessivo dei corrispettivi oggetto di contestazione eccede la somma di euro 50.000 la sospensione e' disposta per un periodo da un mese a sei mesi».
8-bis. Dopo il comma 2 dell'articolo 12 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, come sostituito dal comma 8 del presente articolo, sono inseriti i seguenti:
«2-bis. La sospensione di cui al comma 2 e' disposta dalla direzione regionale dell'Agenzia delle entrate competente per territorio in relazione al domicilio fiscale del contribuente. Gli atti di sospensione devono essere notificati, a pena di decadenza, entro sei mesi da quando e' stata contestata la terza violazione.
2-ter. L'esecuzione e la verifica dell'effettivo adempimento delle sospensioni di cui al comma 2 e' effettuata dall'Agenzia delle entrate, ovvero dalla Guardia di finanza, ai sensi dell'articolo 63 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.
2-quater. L'esecuzione della sospensione di cui al comma 2 e' assicurata con il sigillo dell'organo procedente e con le sottoscrizioni del personale incaricato ovvero con altro mezzo idoneo a indicare il vincolo imposto a fini fiscali».
8-ter. Le disposizioni di cui all'articolo 12, commi da 2 a 2-quater, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, come modificate o introdotte dai commi 8 e 8-bis del presente articolo, si applicano alle violazioni constatate a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Per le violazioni gia' constatate alla medesima data si applicano le disposizioni previgenti. ))

9. Ai fini dell'immatricolazione o della successiva voltura di autoveicoli, motoveicoli e loro rimorchi, anche nuovi, oggetto di acquisto intracomunitario a titolo oneroso, la relativa richiesta e' corredata di copia del modello F24 (( per il versamento unitario di imposte, contributi e altre somme, a norma dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, )) recante, per ciascun mezzo di trasporto, il numero telaio e l'ammontare dell'IVA assolta in occasione della prima cessione interna. A tale fine, con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, al modello F24 sono apportate le necessarie integrazioni.
10. Per i veicoli di cui al comma 9, oggetto di importazione, l'immatricolazione e' subordinata alla presentazione della certificazione doganale attestante l'assolvimento dell'IVA (( e contenente il riferimento all'eventuale utilizzazione, da parte dell'importatore, della facolta' prevista dall'articolo 8, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, nei limiti ivi stabiliti. ))
11. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate e' fissata la data a decorrere dalla quale si applicano le disposizioni di cui ai commi 9 e 10 e sono individuati i criteri di esclusione dall'applicazione delle disposizioni di cui ai medesimi commi.
12. Nel comma 380 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, le parole da: «Con la convenzione» a: «e' definita» sono sostituite dalle seguenti: «La convenzione prevista dall'articolo 1, comma 1-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 19 settembre 2000, n. 358, e' gratuita e definisce anche».
13. All'articolo 7, quattordicesimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 605, sono soppresse le parole: «mediante posta elettronica certificata».
14. Gli organismi preposti all'attivita' di controllo, accertamento e riscossione dei tributi erariali sono impegnati ad orientare le attivita' operative per una significativa riduzione della base imponibile evasa ed al contrasto dell'impiego del lavoro non regolare, del gioco illegale e delle frodi negli scambi intracomunitari e con Paesi esterni al mercato comune europeo. Una quota parte delle maggiori entrate derivanti dal presente comma, per un ammontare non superiore a 10 milioni di euro per l'anno 2007 e 30 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2008, e' destinata ad un apposito fondo destinato a finanziare, nei confronti del personale dell'Amministrazione economico-finanziaria, (( per meta' delle risorse, )) nonche' delle amministrazioni statali, (( per la restante meta' delle risorse, )) la concessione di incentivi all'esodo, la concessione di incentivi alla mobilita' territoriale, l'erogazione di indennita' di trasferta, nonche' uno specifico programma di assunzioni di personale qualificato. Le modalita' di attuazione del presente comma sono stabilite in sede di contrattazione integrativa.
15. Con il regolamento di organizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze da adottare, ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Governo procede, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche al riordino delle Agenzie fiscali e dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato. Al fine di razionalizzare l'ordinamento dell'Amministrazione economico- finanziaria, potenziando gli strumenti di analisi della spesa e delle entrate nei bilanci pubblici, di valutazione e controllo della spesa pubblica e l'azione di contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale, con il predetto regolamento si dispone, in particolare, anche la fusione, soppressione, trasformazione e liquidazione di enti ed organismi.
16. Lo schema di regolamento (( previsto dal comma 15, corredato di relazione tecnica sugli effetti finanziari delle disposizioni in esso contenute, e' trasmesso alle Camere per l'aquisizione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, )) le quali rendono il parere entro trenta giorni dall'assegnazione. Decorso il predetto termine senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, il regolamento puo' essere comunque emanato.
17. Al fine di ridurre gli oneri derivanti dal funzionamento degli organismi collegiali la struttura interdisciplinare prevista dall'articolo 73, comma 1, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, (( il comitato di coordinamento del Servizio consultivo ed ispettivo tributario, il Comitato di indirizzo strategico della Scuola superiore dell'economia e delle finanze nonche' la Commissione consultiva per la riscossione sono soppressi. )) L'autorizzazione di spesa prevista dall'art. 52, comma 37, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, e successive modificazioni, e' soppressa. L'autorizzazione di spesa prevista per l'attivita' della Scuola superiore dell'economia e delle finanze dall'articolo 4, comma 61, secondo periodo, della legge 23 dicembre 2003, n. 350, e' ridotta a 4 milioni di euro annui; la meta' delle risorse finanziarie previste dall'anzidetta autorizzazione di spesa, come ridotta dal presente periodo, puo' essere utilizzata dal Ministero dell'economia e delle finanze per l'affidamento, anche a societa' specializzate, di consulenze, studi e ricerche aventi ad oggetto il riordino dell'amministrazione economico-finanziaria.
18. All'articolo 67 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, il secondo ed il terzo periodo del comma 3 sono sostituiti dai seguenti: «Meta' dei componenti sono scelti tra i professori universitari e i dipendenti di pubbliche amministrazioni dotati di specifica competenza professionale attinente ai settori nei quali opera l'agenzia. I restanti componenti sono scelti tra i dirigenti dell'agenzia.».
19. In sede di prima applicazione della disposizione di cui al comma 18 i comitati di gestione delle agenzie fiscali in carica alla data di entrata in vigore del presente decreto cessano automaticamente il trentesimo giorno successivo.
Riferimenti normativi:
- Si riporta il testo degli articoli 5, 6, 8, 9, 10,
12, 25, 26, 29, 55, 61 e 62 del decreto legislativo
26 ottobre 1995, n. 504 (Testo unico delle disposizioni
legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui
consumi e relative sanzioni penali e amministrative):
«Art. 5 (Regime del deposito fiscale). - 1. La
fabbricazione, la lavorazione e la detenzione dei prodotti
soggetti ad accisa ed in regime sospensivo sono effettuate
in regime di deposito fiscale. Sono escluse dal predetto
regime le fabbriche di prodotti tassati su base forfetaria.
2. Il regime del deposito fiscale e' autorizzato
dall'amministrazione finanziaria. L'esercizio del deposito
fiscale e' subordinato al rilascio di una licenza, secondo
le disposizioni di cui all'art. 63. A ciascun deposito
fiscale e' attribuito un codice di accisa.
3. Il depositario e' obbligato:
a) fatte salve le disposizioni stabilite per i
singoli prodotti, a prestare cauzione nella misura del 10
per cento dell'imposta che grava sulla quantita' massima di
prodotti che possono essere detenuti nel deposito fiscale,
in relazione alla capacita' di stoccaggio dei serbatoi
utilizzabili. In ogni caso, l'importo della cauzione non
puo' essere inferiore all'ammontare dell'imposta che
mediamente viene pagata alle previste scadenze. In presenza
di cauzione prestata da altri soggetti, la cauzione dovuta
dal depositario si riduce di pari ammontare. Sono esonerate
dall'obbligo di prestazione della cauzione le
amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici e le
aziende municipalizzate. L'amministrazione finanziaria ha
facolta' di esonerare dal predetto obbligo le ditte
affidabili e di notoria solvibilita'. L'esonero puo' essere
revocato in qualsiasi momento ed in tal caso la cauzione
deve essere prestata entro quindici giorni dalla notifica
della revoca;
b) a conformarsi alle prescrizioni stabilite per
l'esercizio della vigilanza sul deposito fiscale;
c) a tenere una contabilita' dei prodotti detenuti e
movimentati nel deposito fiscale;
d) a presentare i prodotti ad ogni richiesta ed a
sottoporsi a controlli o accertamenti.
4. I depositi fiscali si intendono compresi nel
circuito doganale e sono assoggettati a vigilanza
finanziaria; la vigilanza finanziaria deve assicurare,
tenendo conto dell'operativita' dell'impianto, la tutela
fiscale anche attraverso controlli successivi. Il
depositario autorizzato deve fornire i locali occorrenti
con l'arredamento e le attrezzature necessarie e sostenere
le relative spese per il funzionamento; sono a carico del
depositario i corrispettivi per l'attivita' di vigilanza e
di controllo svolta, su sua richiesta, fuori dell'orario
ordinario d'ufficio.
5. Fatte salve le disposizioni stabilite per i depositi
fiscali dei singoli prodotti, l'inosservanza degli obblighi
stabiliti dal presente articolo nonche' del divieto di
estrazione di cui all'art. 3, comma 4, indipendentemente
dall'esercizio dell'azione penale per le violazioni che
costituiscono reato, comporta la revoca della licenza
fiscale di esercizio.».
«Art. 6 (Circolazione di prodotti soggetti ad accisa).
- 1. La circolazione nello Stato e nel territorio della
Unione europea dei prodotti soggetti ad accisa, in regime
sospensivo, deve avvenire solo tra depositi fiscali, fatto
salvo quanto stabilito dall'art. 8.
2. Il titolare del deposito fiscale mittente e' tenuto
a fornire garanzia, anche in solido con il trasportatore o
con il destinatario, del pagamento dell'accisa gravante sui
prodotti trasportati. In luogo del depositario autorizzato
mittente la garanzia puo' essere prestata dal trasportatore
o dal proprietario della merce. La garanzia deve essere
prestata in conformita' delle disposizioni comunitarie e,
per i trasferimenti intracomunitari, deve avere validita'
in tutti gli Stati membri dell'Unione europea e ne e'
disposto lo svincolo quando e' data la prova della presa in
carico del prodotto da parte del destinatario.
L'amministrazione finanziaria ha facolta' di concedere ai
depositari autorizzati riconosciuti affidabili e di notoria
solvibilita' l'esonero dall'obbligo di prestare la garanzia
per i trasferimenti, sia nazionali sia intracomunitari, di
oli minerali effettuati per via marittima o a mezzo di
tubazioni.
3. La circolazione, in regime sospensivo, dei prodotti
soggetti ad accisa deve avvenire con il documento di
accompagnamento previsto dalla normativa comunitaria.
4. Il documento di accompagnamento di cui al comma 3
non e' prescritto per la circolazione di prodotti soggetti
ad accisa, provenienti da Paesi terzi o ivi destinati,
quando sono immessi in una zona franca o in un deposito
franco o quando sono sottoposti ad uno dei regimi
sospensivi doganali elencati nell'art. 84, paragrafo 1,
lettera a), del regolamento CEE n. 2913/92 del Consiglio
del 12 ottobre 1992, istitutivo di un codice doganale
comunitario, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle
Comunita' europee n. L 302 del 19 ottobre 1992. I prodotti
soggetti ad accisa, spediti da un depositario autorizzato
insediato in un determinato Stato membro, per essere
esportati attraverso uno o piu' Stati membri, circolano in
regime sospensivo con la scorta del documento di cui al
comma 3, da appurare mediante certificazione da parte della
dogana di uscita dalla Comunita' che i prodotti hanno
effettivamente lasciato il territorio comunitario.
5. Nel caso di spedizioni di prodotti soggetti ad
accisa effettuate da Stati membri verso un altro Stato
membro o un Paese EFTA, attraverso uno o piu' Paesi terzi
non EFTA, utilizzando un carnet TIR o ATA, questo documento
sostituisce quello previsto dal comma 3. Nel caso di
spedizioni di prodotti soggetti ad accisa, effettuate fra
gli Stati membri, con attraversamento di Paesi EFTA, o da
uno Stato membro verso un Paese EFTA, vincolati al regime
di transito comunitario interno per mezzo del documento
amministrativo unico, questo documento sostituisce quello
previsto dal comma 3; in tale ipotesi, dal documento
amministrativo unico deve risultare che trattasi di
prodotto soggetto ad accisa ed un esemplare dello stesso
deve essere rispedito dal destinatario, per l'appuramento.
Negli altri casi, i documenti saranno integrati con
l'osservanza delle modalita' di applicazione stabilite dai
competenti organi comunitari.
6. Le disposizioni del comma 3 si applicano anche ai
prodotti assoggettati ad accisa e gia' immessi in consumo
quando, su richiesta di un operatore nell'esercizio della
propria attivita' economica, sono avviati ad un deposito
fiscale; la domanda di rimborso dell'imposta assolta sui
prodotti deve essere presentata prima della loro
spedizione. Per il rimborso si osservano le disposizioni
dell'art. 14.».
«Art. 8 (Operatore professionale). - 1. Destinatario di
prodotti spediti in regime sospensivo puo' essere un
operatore che non sia titolare di deposito fiscale e che,
nell'esercizio della sua attivita' professionale, abbia
chiesto, prima del ricevimento dei prodotti, di essere
registrato come tale presso l'ufficio tecnico di finanza,
competente per territorio. All'operatore registrato e'
attribuito un codice d'accisa.
2. L'operatore di cui al comma 1 deve garantire il
pagamento dell'accisa relativa ai prodotti che riceve in
regime sospensivo, tenere la contabilita' delle forniture
dei prodotti, presentare i prodotti ad ogni richiesta e
sottoporsi a qualsiasi controllo o accertamento.
3. Se l'operatore di cui al comma 1 non chiede di
essere registrato, puo' ricevere nell'esercizio della sua
attivita' professionale e a titolo occasionale, prodotti
soggetti ad accisa ed in regime sospensivo se, prima della
spedizione della merce, presenta una apposita dichiarazione
all'ufficio tecnico di finanza, competente per territorio,
e garantisce il pagamento dell'accisa; egli deve sottoporsi
a qualsiasi controllo inteso ad accertare l'effettiva
ricezione della merce ed il pagamento dell'accisa. Copia
della predetta dichiarazione con gli estremi della garanzia
prestata, vistata dall'ufficio tecnico di finanza che l'ha
ricevuta, deve essere allegata al documento di
accompagnamento previsto dall'art. 6, comma 3, per la
circolazione del prodotto.
4. Nelle ipotesi previste dal presente
articolo l'accisa e' esigibile all'atto del ricevimento
della merce e deve essere pagata, secondo le modalita'
vigenti, entro il primo giorno lavorativo successivo a
quello di arrivo.».
«Art. 9 (Rappresentante fiscale). - 1. Per i prodotti
soggetti ad accisa provenienti da altro Stato della Unione
europea, il depositario autorizzato mittente puo' designare
un rappresentante fiscale con sede nello Stato per
provvedere, in nome e per conto del destinatario che non
sia depositario autorizzato od operatore professionale di
cui all'art. 8, agli adempimenti previsti dal regime di
circolazione intracomunitaria.
2. Il rappresentante fiscale deve in particolare:
a) garantire il pagamento della accisa secondo le
modalita' vigenti, ferma restando la responsabilita'
dell'esercente l'impianto che effettua la spedizione o del
trasportatore;
b) pagare l'accisa entro il termine e con le
modalita' previste dall'art. 8, comma 4;
c) tenere una contabilita' delle forniture ricevute e
comunicare all'ufficio finanziario competente gli estremi
dei documenti di accompagnamento della merce ed il luogo in
cui la merce viene consegnata.
3. I soggetti che intendono svolgere le funzioni di
rappresentante fiscale devono chiedere la preventiva
autorizzazione alla direzione compartimentale delle dogane
e delle imposte indirette, competente per territorio in
relazione al luogo di destinazione delle merci. Si
prescinde da tale autorizzazione per gli spedizionieri
abilitati a svolgere i compiti previsti dall'art. 7,
comma 1-sexies, del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1992,
n. 66. Ai rappresentanti fiscali e' attribuito un codice di
accisa.».
«Art. 10 (Circolazione di prodotti assoggettati ad
accisa e gia' immessi in consumo in altro Stato membro).
- 1. Sono soggetti ad accisa i prodotti immessi in consumo
in altri Stati membri che vengono detenuti a scopo
commerciale nel territorio dello Stato.
2. La circolazione dei prodotti di cui al comma 1 deve
avvenire con un documento di accompagnamento secondo quanto
previsto dalla normativa comunitaria, con l'osservanza
delle modalita' stabilite dai competenti organi comunitari.
3. L'accisa e' dovuta dal soggetto che effettua la
fornitura o dal soggetto che la riceve. Prima della
spedizione delle merci, deve essere presentata una apposita
dichiarazione all'ufficio tecnico di finanza, competente
per territorio in relazione al luogo di ricevimento dei
prodotti, e deve essere garantito il pagamento dell'accisa.
Il pagamento deve avvenire secondo le modalita' vigenti
entro il primo giorno lavorativo successivo a quello
dell'arrivo e il soggetto che riceve la merce deve
sottoporsi ad ogni controllo che permetta di accertare
l'arrivo della merce e l'avvenuto pagamento dell'accisa.
4. Quando l'accisa e' a carico del venditore
comunitario e in tutti i casi in cui l'acquirente nazionale
non ha la qualita' di esercente un deposito fiscale, ne'
quella di operatore professionale registrato o non
registrato, l'accisa deve essere pagata dal rappresentante
fiscale del venditore, avente sede nello Stato,
preventivamente autorizzato secondo le norme di cui
all'art. 9.».
«Art. 12 (Deposito e circolazione di prodotti
assoggettati ad accisa). - 1. Fatte salve le disposizioni
stabilite per i singoli prodotti, i prodotti assoggettati
ad accisa sono custoditi e contabilizzati secondo le
modalita' stabilite e circolano con un apposito documento
di accompagnamento, analogo a quello previsto per la
circolazione intracomunitaria. Nel caso di spedizioni fra
localita' nazionali con attraversamento del territorio di
un altro Stato membro, e' utilizzato il documento di cui
all'art. 10, comma 2, ed e' presentata, da parte del
mittente e prima della spedizione delle merci, apposita
dichiarazione all'ufficio tecnico di finanza, competente
per il luogo di provenienza.
2. Le disposizioni di cui al primo periodo del comma 1
non si applicano per i prodotti custoditi e movimentati
dalle amministrazioni dello Stato.».
«Art. 25 (Deposito e circolazione di oli minerali
assoggettati ad accisa). - 1. Gli esercenti depositi
commerciali di oli minerali assoggettati ad accisa devono
denunciarne l'esercizio all'ufficio tecnico di finanza,
competente per territorio, qualunque sia la capacita' del
deposito.
2. Sono altresi' obbligati alla denuncia di cui al
comma 1:
a) gli esercenti depositi per uso privato, agricolo
ed industriale di capacita' superiore a 25 metri cubi;
b) gli esercenti impianti di distribuzione stradale
di carburanti;
c) gli esercenti apparecchi di distribuzione
automatica di carburanti per usi privati, agricoli ed
industriali, collegati a serbatoi la cui capacita' globale
supera i 10 metri cubi.
3. Sono esentati dall'obbligo di denuncia di cui al
comma 1 le amministrazioni dello Stato per i depositi di
loro pertinenza e gli esercenti depositi per la vendita al
minuto, purche' la quantita' di oli minerali detenuta in
deposito non superi complessivamente i 500 chilogrammi.
4. Gli esercenti impianti e depositi soggetti
all'obbligo della denuncia sono muniti di licenza fiscale,
valida fino a revoca, e sono obbligati a contabilizzare i
prodotti in apposito registro di carico e scarico. Nei
predetti depositi non possono essere custoditi prodotti
denaturati per usi esenti. Sono esonerati dall'obbligo
della tenuta del registro di carico e scarico gli esercenti
depositi di oli combustibili, per uso privato o
industriale. Gli esercenti la vendita al minuto di gas di
petrolio liquefatti per uso combustione sono obbligati, in
luogo della denuncia, a dare comunicazione di attivita'
all'ufficio tecnico di finanza, competente per territorio,
e sono esonerati dalla tenuta del registro di carico e
scarico.
5. Per i depositi di cui al comma 1 ed al comma 2,
lettera a), nei casi previsti dal secondo comma dell'art.
25 del regio decreto 20 luglio 1934, n. 1303, la licenza
viene rilasciata al locatario al quale incombe l'obbligo
della tenuta del registro di carico e scarico. Per gli
impianti di distribuzione stradale di carburanti la licenza
e' intestata al titolare della gestione dell'impianto, al
quale incombe l'obbligo della tenuta del registro di carico
e scarico. Il titolare della concessione ed il titolare
della gestione dell'impianto di distribuzione stradale
sono, agli effetti fiscali, solidalmente responsabili per
gli obblighi derivanti dalla gestione dell'impianto stesso.
6. Le disposizioni dei commi 1, 2, 3, 4 e 5 si
applicano anche ai depositi commerciali di oli minerali
denaturati. Per l'esercizio dei predetti depositi, fatta
eccezione per i depositi di gas di petrolio liquefatti
denaturati per uso combustione, deve essere prestata
cauzione nella misura prevista per i depositi fiscali. Per
gli oli minerali denaturati si applica il regime dei cali
previsto dall'art. 4.
7. La licenza di esercizio dei depositi puo' essere
sospesa, anche a richiesta dell'amministrazione, a norma
del codice di procedura penale, nei confronti
dell'esercente che sia sottoposto a procedimento penale per
violazioni commesse nella gestione dell'impianto,
costituenti delitti, in materia di accisa, punibili con la
reclusione non inferiore nel minimo ad un anno. Il
provvedimento di sospensione ha effetto fino alla pronuncia
di proscioglimento o di assoluzione; la sentenza di
condanna comporta la revoca della licenza nonche'
l'esclusione dal rilascio di altra licenza per un periodo
di 5 anni.
8. Gli oli minerali assoggettati ad accisa devono
circolare con il documento di accompagnamento previsto
dall'art. 12. Sono esclusi da tale obbligo gli oli minerali
trasferiti in quantita' non superiore a 1.000 chilogrammi a
depositi non soggetti a denuncia ai sensi del presente
articolo ed i gas di petrolio liquefatti per uso
combustione trasferiti dagli esercenti la vendita al
minuto.
9. Il trasferimento di oli minerali assoggettati ad
accisa tra depositi commerciali deve essere preventivamente
comunicato dallo speditore e confermato all'arrivo dal
destinatario, entro lo stesso giorno di ricezione, anche a
mezzo fax, agli uffici tecnici di finanza nella cui
circoscrizione territoriale sono ubicati i depositi
interessati alla movimentazione.».
«Art. 26 (Disposizioni particolari per il gas metano).
- 1. E' sottoposto ad accisa il gas metano (codice NC 2711
29 00) destinato all'autotrazione ed alla combustione per
usi civili e per usi industriali [1].
2. Ai fini della tassazione si considerano metano anche
le miscele con aria o con altri gas nelle quali il metano
puro e' presente in misura non inferiore al 70 per cento,
in volume. Per le miscele gassose contenenti metano puro in
misura inferiore al 70 per cento, in volume, l'imposta si
applica sul contenuto di metano, fermo restando
l'applicazione dell'art. 21, comma 5, quando ne ricorrano i
presupposti. Per le miscele di gas metano con aria o con
altri gas, ottenute nelle officine del gas di citta',
l'imposta si applica con riguardo ai quantitativi di gas
metano originari, secondo le percentuali sopraindicate,
impiegati nelle miscelazioni. Per il gas metano ottenuto
nelle officine del gas di citta' od in altri stabilimenti,
con qualsiasi processo di lavorazione che utilizzi metano o
altra materia prima, l'imposta si applica sulla percentuale
di metano puro che risulta in esso contenuta.
3. Non e' sottoposto ad accisa il metano biologico
destinato agli usi propri dello stesso produttore.
4. L'accisa e' dovuta, secondo le modalita' previste
dal comma 8, dai soggetti che vendono direttamente il
prodotto ai consumatori o dai soggetti consumatori che si
avvalgono delle reti di gasdotti per il vettoriamento di
prodotto proprio. Sono considerati consumatori anche gli
esercenti i distributori stradali di gas metano per
autotrazione che non abbiano, presso l'impianto di
distribuzione, impianti di compressione per il riempimento
di carri bombolai. Possono essere riconosciuti soggetti
obbligati al pagamento dell'accisa i titolari di
raffinerie, di impianti petrolchimici e di impianti di
produzione combinata di energia elettrica e di calore.
5. Sono gestiti in regime di depositi fiscali:
a) l'impianto utilizzato per le operazioni di
liquefazione del gas naturale, o di scarico, stoccaggio e
rigassificazione di GNL;
b) l'impianto utilizzato per lo stoccaggio di gas
naturale di proprieta' o gestito da un'impresa di gas
naturale; l'insieme di piu' concessioni di stoccaggio
relative ad impianti ubicati nel territorio nazionale e
facenti capo ad un solo titolare possono costituire, anche
ai fini fiscali, un unico deposito fiscale;
c) il terminale di trattamento ed il terminale
costiero con le rispettive pertinenze;
d) le reti nazionali di gasdotti e le reti di
distribuzioni locali, comprese le reti interconnesse;
e) gli impianti di compressione.
6. Per il gas metano confezionato in bombole o in
qualsiasi altro tipo di contenitore di provenienza da Paesi
terzi o da Paesi comunitari l'accisa e' dovuta
dall'importatore o dall'acquirente.
7. I soggetti obbligati al pagamento dell'accisa devono
prestare una cauzione pari al 5 per cento dell'accisa
dovuta per il quantitativo massimo di metano
presumibilmente immesso in consumo per usi soggetti a
tassazione in un mese.
8. L'accertamento dell'accisa viene effettuato sulla
base di dichiarazioni annuali contenenti tutti gli elementi
necessari per la determinazione del debito d'imposta, che
devono essere presentate dai soggetti obbligati entro il
mese di febbraio dell'anno successivo quello cui si
riferisce. Il pagamento dell'accisa deve essere effettuato
in rate di acconto mensili entro la fine di ciascun mese,
calcolate sulla base dei consumi dell'anno precedente. Il
versamento a conguaglio e' effettuato entro il mese
di febbraio dell'anno successivo a quello cui si riferisce.
Le somme eventualmente versate in piu' del dovuto sono
detratte dal successivo versamento di acconto.
L'Amministrazione finanziaria ha facolta' di prescrivere
diverse rateizzazioni d'acconto sulla base dei dati tecnici
e contabili disponibili.
8-bis. I depositari autorizzati e tutti i soggetti che
cedono gas metano sono obbligati alla dichiarazione annuale
anche quando non sorge il debito di imposta.».
«Art. 29 (Deposito di prodotti alcolici assoggettati ad
accisa). - 1. Gli esercenti impianti di trasformazione, di
condizionamento e di deposito di alcole e di bevande
alcoliche assoggettati ad accisa devono denunciarne
l'esercizio all'ufficio tecnico di finanza, competente per
territorio.
2. Sono soggetti alla denuncia di cui al comma 1 anche
gli esercizi di vendita ed i depositi di alcole denaturato
con denaturante generale in quantita' superiore a 300
litri.
3. Sono esclusi dall'obbligo della denuncia gli
esercenti il deposito di:
a) alcole, frutta allo spirito e bevande alcoliche,
confezionati in recipienti di capacita' non superiore a 5
litri ed aromi alcolici per liquori o per vermouth e per
altri vini aromatizzati confezionati in dosi per preparare
non piu' di un litro di prodotto, muniti di contrassegno di
Stato, ai sensi dell'art. 13, comma 2;
b) alcole non denaturato, aromi alcolici per bevande
diverse dai liquori, bevande alcoliche, frutta sotto
spirito e profumerie alcoliche prodotte con alcole non
denaturato, in quantita' non superiore a 20 litri;
c) aromi alcolici per liquori in quantita' non
superiore a 0,5 litri o a 0,5 chilogrammi, non destinati
alla vendita;
d) profumerie alcoliche prodotte con alcole non
denaturato, condizionate secondo le modalita' stabilite
dall'amministrazione finanziaria in quantita' non superiore
a 5000 litri;
e) birra, vino e bevande fermentate diverse dal vino
e dalla birra se non destinate, queste ultime, a
distillerie;
f) vini aromatizzati, liquori e acquaviti,
addizionati con acqua gassata, semplice o di soda, in
recipienti contenenti quantita' non superiore a 10
centilitri ed aventi titolo alcolometrico non superiore
all'11 per cento in volume.
4. Gli esercenti impianti, depositi ed esercizi di
vendita obbligati alla denuncia di cui ai commi 1 e 2 sono
muniti di licenza fiscale, valida fino a revoca, soggetta
al pagamento di un diritto annuale e sono obbligati a
contabilizzare i prodotti in apposito registro di carico e
scarico. Sono esclusi dall'obbligo della tenuta del
predetto registro gli esercenti la minuta vendita di
prodotti alcolici e gli esercenti depositi di profumerie
alcoliche condizionate fino a litri 8.000 anidri. Con
decreto del Ministro delle finanze, da emanare ai sensi
dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
possono essere modificati i casi di esclusione di cui al
comma 3 e possono essere stabilite eccezioni all'obbligo
della tenuta del predetto registro. La licenza e' revocata
o negata a chiunque sia stato condannato per fabbricazione
clandestina o per evasione dell'accisa sull'alcole e sulle
bevande alcoliche.».
«Art. 55 (Accertamento e liquidazione dell'imposta). -
1-2. L'accertamento e la liquidazione d'imposta per le
officine che producono energia elettrica a scopo di vendita
e per le officine che producono energia elettrica per uso
proprio, munite di misuratore, e' fatto dall'ufficio
tecnico di finanza, competente per territorio, sulla base
della dichiarazione di consumo annuale presentata dal
fabbricante. La dichiarazione deve contenere i dati
relativi ad ogni mese solare ed e' presentata entro il
giorno 20 del mese di febbraio dell'anno successivo a
quello cui si riferisce.
3. I fabbricanti che distribuiscono energia elettrica,
per uso promiscuo, ad utenze con potenza impegnata non
superiore a 200 kW devono convenire per tali utenti, con
l'ufficio tecnico di finanza, il canone d'imposta
corrispondente, in base ai presunti consumi tassabili ed
alle rispettive aliquote. Il fabbricante deve allegare alla
prima dichiarazione di ciascun anno un elenco degli
anzidetti utenti e comunicare mensilmente all'ufficio
tecnico di finanza le relative variazioni. Gli utenti a
loro volta sono obbligati a denunciare al fabbricante le
variazioni che importino sul consumo preso per base nella
determinazione del canone, un aumento superiore al 10 per
cento, nel qual caso si procede alla revisione del canone.
Per gli acquirenti non considerati fabbricanti che
utilizzano l'energia elettrica in impieghi unici agevolati,
il fabbricante e' tenuto a farne comunicazione all'ufficio
tecnico di finanza.
4. Il fabbricante che fornisce l'energia elettrica a
cottimo, per usi soggetti ad imposta, per una determinata
potenza in kW e' ammesso, per tale fornitura, a pagare
l'imposta con un canone stabilito in base alla potenza in
kW installata presso i consumatori, tenuti presente i
contratti ed i dati di fatto riscontrati dall'ufficio
tecnico di finanza.
5. La dichiarazione di consumo, oltre alle indicazioni
occorrenti per l'individuazione della ditta (denominazione,
sede, ubicazione dell'officina, codice fiscale e numero
della partita I.V.A.), deve contenere tutti gli elementi
necessari per l'accertamento del debito d'imposta.
6. Le ditte fabbricanti devono, inoltre, compilare
apposita dichiarazione per i consumi di energia elettrica
accertati in occasione della scoperta di sottrazione
fraudolente. Tale dichiarazione deve essere presentata
appena i consumi fraudolenti sono stati accertati e deve
essere corredata dai verbali degli agenti scopritori.
7. Gli esercenti un'officina di energia elettrica
destinata all'uso proprio dello stesso proprietario od
esercente, non fornita di misuratori o di altri strumenti
integratori della misura dell'energia adoperata, e gli
esercenti le officine di cui all'art. 54, comma 4,
corrispondono l'imposta mediante un canone annuo di
abbonamento. Il fabbricante ha l'obbligo di dichiarare
anticipatamente le variazioni che comportino un aumento
superiore al 10 per cento del consumo preso per base nella
determinazione del canone. In questo caso si procede alla
revisione straordinaria del canone. Gli esercenti officine
costituite da impianti di produzione combinata di energia
elettrica e calore, con potenza elettrica non superiore a
100 kW, potranno corrispondere l'imposta mediante canone di
abbonamento annuale.
8. Qualora in un impianto si utilizzi l'energia
elettrica per usi diversi e si richieda l'applicazione
della corrispondente aliquota d'imposta, le diverse
utilizzazioni devono essere fatte in modo che sia, a
giudizio insindacabile dell'amministrazione finanziaria,
escluso il pericolo che l'energia elettrica venga deviata
da usi esenti ad usi soggetti ad imposta. L'amministrazione
finanziaria puo' prescrivere l'applicazione, a spese degli
interessati, di speciali congegni di sicurezza o di
apparecchi atti ad impedire l'impiego dell'energia
elettrica a scopo diverso da quello dichiarato.
9. Le ditte esercenti officine di produzione di energia
elettrica a scopo di vendita devono tenere registrazioni
distinte per gli utenti a contatore e per quelli a
cottimo.».
«Art. 61 (Disposizioni generali). - 1. Le imposizioni
indirette sulla produzione e sui consumi diverse da quelle
previste dai titoli I e II si applicano con le seguenti
modalita':
a) l'imposta e' dovuta sui prodotti immessi in
consumo nel mercato interno ed e' esigibile con l'aliquota
vigente alla data in cui viene effettuata l'immissione in
consumo;
b) obbligato al pagamento dell'imposta e':
1) il fabbricante per i prodotti ottenuti nel
territorio nazionale;
2) il soggetto che effettua la prima immissione in
consumo per i prodotti di provenienza comunitaria;
3) l'importatore per i prodotti di provenienza da
Paesi terzi;
c) l'immissione in consumo si verifica:
1) per i prodotti nazionali, all'atto della cessione
sia ai diretti utilizzatori o consumatori sia a ditte
esercenti il commercio che ne effettuano la rivendita;
2) per i prodotti di provenienza comunitaria,
all'atto del ricevimento della merce da parte del soggetto
acquirente ovvero nel momento in cui si considera
effettuata, ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, la
cessione, da parte del venditore residente in altro Stato
membro, a privati consumatori o a soggetti che agiscono
nell'esercizio di una impresa, arte o professione;
3) per i prodotti di provenienza da Paesi terzi,
all'atto dell'importazione;
4) per i prodotti che risultano mancanti alle
verifiche e per i quali non e' possibile accertare il
regolare esito, all'atto della loro constatazione;
d) i soggetti obbligati al pagamento dell'imposta
sono muniti di una licenza fiscale rilasciata dall'ufficio
tecnico di finanza, competente per territorio. Gli stessi
soggetti sono tenuti al pagamento di un diritto annuale ed
a prestare cauzione per un importo pari al 10 per cento
dell'imposta gravante su tutto il prodotto giacente e,
comunque, non inferiore all'imposta dovuta mediamente per
il periodo di tempo cui si riferisce la dichiarazione
presentata ai fini del pagamento dell'imposta;
e) l'imposta dovuta viene determinata sulla base dei
dati e degli elementi richiesti dall'amministrazione
finanziaria, che devono essere indicati nella dichiarazione
mensile che il soggetto obbligato deve presentare, ai fini
dell'accertamento, entro il mese successivo a quello cui si
riferisce. Entro lo stesso termine deve essere effettuato
il versamento dell'imposta. I termini per la presentazione
delle dichiarazioni e per il pagamento dell'imposta possono
essere modificati con decreti del Ministero delle finanze,
di concerto con il Ministero del tesoro;
f) per i prodotti di provenienza da Paesi terzi
l'imposta viene accertata e riscossa dalle dogane con le
modalita' previste per i diritti di confine, fermo restando
che il pagamento non puo' essere dilazionato per un periodo
di tempo superiore a quello mediamente previsto per i
prodotti nazionali e comunitari;
g) per i tardivi pagamenti dell'imposta si applicano
le indennita' di mora e gli interessi previsti nell'art. 3,
comma 4.
2. Per i tributi disciplinati dal presente titolo si
applicano le disposizioni degli articoli 3, comma 4, terzo
periodo, 4, 5, commi 3 e 4, 6, commi 3 e 6, 14, 15, 16, 17,
18 e 19.
3. L'inosservanza degli obblighi previsti dal comma 1,
lettera d) e del divieto di estrazione di cui all'art. 3,
comma 4, come richiamato al comma 2, indipendentemente
dall'azione penale per le violazioni che costituiscono
reato, comporta la revoca della licenza di cui al predetto
comma 1, lettera d).
4. Per le violazioni all'obbligo del pagamento
dell'imposta si applicano le sanzioni stabilite dagli
articoli 40 e 44. Se la quantita' sottratta al pagamento
dell'imposta e' inferiore a 100 chilogrammi, si applica la
sanzione amministrativa dal doppio al decuplo dell'imposta
evasa, non inferiore in ogni caso a lire 1 milione. Si
applicano le penalita' previste dagli articoli da 45 a 51
per le fattispecie di violazioni riferibili anche ai
prodotti del presente titolo III; in particolare la
sanzione prevista al comma 4 dell'art. 50, si applica in
caso di revoca della licenza ai sensi del comma 3. Per la
tardiva presentazione della dichiarazione di cui al
comma 1, lettera e), e per ogni altra violazione delle
disposizioni del presente art. e delle modalita' di
applicazione, si applica la sanzione amministrativa da lire
500 mila a lire 3 milioni.
5. Ai fini dell'applicazione dei commi 2 e 4, la fase
antecedente all'immissione in consumo e' assimilata al
regime sospensivo previsto per i prodotti sottoposti ad
accisa.
6. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanare
ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, sono stabiliti i quantitativi di prodotti,
acquistati all'estero dai privati e da loro trasportati,
che possono essere introdotti in territorio nazionale senza
la corresponsione dell'imposta.».
«Art. 62 (Imposizione sugli oli lubrificanti e sui
bitumi di petrolio). - 1. Gli oli lubrificanti (codice NC
da 2710 00 87 a 2710 00 98), ferma restando la tassazione
prevista dall'art. 21, comma 2, sono sottoposti ad imposta
di consumo [1] anche quando sono destinati, messi in
vendita o impiegati, per usi diversi dalla combustione o
carburazione.
2. I bitumi di petrolio (codice NC 2713 20 00) sono
sottoposti ad imposta di consumo.
3. L'imposta di cui al comma 1 si applica anche per gli
oli lubrificanti utilizzati in miscela con i carburanti con
funzione di lubrificazione e non e' dovuta per gli oli
lubrificanti impiegati nella produzione e nella lavorazione
della gomma naturale e sintetica per la fabbricazione dei
relativi manufatti, nella produzione delle materie
plastiche e delle resine artificiali o sintetiche, comprese
le colle adesive, nella produzione degli antiparassitari
per le piante da frutta e nei consumi di cui all'art. 22,
comma 2. Per gli oli lubrificanti imbarcati per provvista
di bordo di aerei o navi si applica lo stesso trattamento
previsto per i carburanti.
4. L'imposta di cui ai commi 1 e 2 si applica anche
agli oli lubrificanti ed ai bitumi contenuti nelle
preparazioni lubrificanti (codice NC 3403) e negli altri
prodotti o merci importati o di provenienza comunitaria.
5. Gli oli lubrificanti e gli altri oli minerali
ottenuti congiuntamente dalla rigenerazione di oli usati,
derivanti da oli, a base minerale o sintetica, gia' immessi
in consumo, sono sottoposti ad imposta in misura pari al 50
per cento dell'aliquota normale prevista per gli oli di
prima distillazione e per gli altri prodotti. La
percentuale anzidetta puo' essere modificata con decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del
Ministro delle finanze, di concerto con i Ministri del
tesoro, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e
dell'ambiente, in relazione alla esigenza di assicurare
competitivita' all'attivita' della rigenerazione, ferma
restando, in caso di diminuzione della percentuale,
l'invarianza del gettito sugli oli lubrificanti, da attuare
con lo stesso decreto, mediante una corrispondente
variazione in aumento dell'aliquota normale. Gli oli
lubrificanti usati destinati alla combustione non sono
soggetti a tassazione. Gli oli minerali contenuti nei
residui di lavorazione della rigenerazione non sono
soggetti a tassazione.
6. Ferma restando la tassazione prevista dall'art. 21,
comma 2, gli oli minerali greggi (codice NC 2709 00), gli
estratti aromatici (codice NC 2713 90 90), le miscele di
alchilbenzoli sintetici (codice NC 3817 10) ed i polimeri
poliolefinici sintetici (codice NC 3902) sono sottoposti
alla medesima imposizione prevista per gli oli
lubrificanti, quando sono destinati, messi in vendita o
usati per la lubrificazione meccanica.
7. L'imposta prevista per i bitumi di petrolio non si
applica ai bitumi utilizzati nella fabbricazione di
pannelli in genere nonche' di manufatti per l'edilizia ed a
quelli impiegati come combustibile nei cementifici. Per i
bitumi impiegati nella produzione o autoproduzione di
energia elettrica si applicano le aliquote stabilite per
l'olio combustibile destinato a tali impieghi.
8. Ai fini dell'applicazione della disposizione di cui
al comma 6, si considerano miscele di alchilbenzoli
sintetici i miscugli di idrocarburi archilarilici aventi
almeno una catena alchilica con 8 o piu' atomi di carbonio,
ottenuti per alchilazione del benzolo con procedimento di
sintesi, liquide alla temperatura di 15 Celsius, contenenti
anche impurezze purche' non superiori al 5 per cento in
volume.
9. Per la circolazione e per il deposito degli oli
lubrificanti e dei bitumi assoggettati ad imposta si
applicano le disposizioni degli articoli 12 e 25.».
- Si riporta il testo dell'art. 50-bis del
decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, recante norme in
materia di armonizzazione delle disposizioni in materia di
imposte sugli oli minerali, sull'alcole, sulle bevande
alcoliche, sui tabacchi lavorati e in materia di IVA con
quelle recate da direttive CEE e modificazioni conseguenti
a detta armonizzazione, nonche' disposizioni concernenti la
disciplina dei centri autorizzati di assistenza fiscale, le
procedure dei rimborsi di imposta, l'esclusione dall'ILOR
dei redditi di impresa fino all'ammontare corrispondente al
contributo diretto lavorativo, l'istituzione per il 1993 di
un'imposta erariale straordinaria su taluni beni ed altre
disposizioni tributarie, convertito, con modificazioni,
dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 50-bis (Depositi fiscali ai fini IVA). - 1. Sono
istituiti, ai fini dell'imposta sul valore aggiunto,
speciali depositi fiscali, in prosieguo denominati
"depositi IVA", per la custodia di beni nazionali e
comunitari che non siano destinati alla vendita al minuto
nei locali dei depositi medesimi. Sono abilitate a gestire
tali depositi le imprese esercenti magazzini generali
munite di autorizzazione doganale, quelle esercenti
depositi franchi e quelle operanti nei punti franchi. Sono
altresi' considerati depositi IVA:
a) i depositi fiscali per i prodotti soggetti ad
accisa;
b) i depositi doganali, compresi quelli per la
custodia e la lavorazione delle lane di cui al decreto
ministeriale del 28 novembre 1934, relativamente ai beni
nazionali o comunitari che in base alle disposizioni
doganali possono essere in essi introdotti.
2. Su autorizzazione del direttore regionale delle
entrate ovvero del direttore delle entrate delle province
autonome di Trento e di Bolzano e della Valle d'Aosta,
possono essere abilitati a custodire beni nazionali e
comunitari in regime di deposito IVA altri soggetti che
riscuotono la fiducia dell'Amministrazione finanziaria. Con
decreto del Ministro delle finanze, da emanare entro il
1° marzo 1997, sono dettati le modalita' e i termini per il
rilascio dell'autorizzazione ai soggetti interessati.
L'autorizzazione puo' essere revocata dal medesimo
direttore regionale delle entrate ovvero dal direttore
delle entrate delle province autonome di Trento e di
Bolzano e della Valle d'Aosta qualora siano riscontrate
irregolarita' nella gestione del deposito e deve essere
revocata qualora vengano meno le condizioni per il
rilascio; in tal caso i beni giacenti nel deposito si
intendono estratti agli effetti del comma 6, salva
l'applicazione della lettera i) del comma 4. Se il deposito
e' destinato a custodire beni per conto terzi,
l'autorizzazione puo' essere rilasciata esclusivamente a
societa' per azioni, in accomandita per azioni, a
responsabilita' limitata, a societa' cooperative o ad enti,
il cui capitale ovvero fondo di dotazione non sia inferiore
ad un miliardo di lire. Detta limitazione non si applica
per i depositi che custodiscono beni, spediti da soggetto
passivo identificato in altro Stato membro della Comunita'
europea, destinati ad essere ceduti al depositario; in tal
caso l'acquisto intracomunitario si considera effettuato
dal depositario, al momento dell'estrazione dei beni.
2-bis. I soggetti esercenti le attivita' di cui al
comma 1, anteriormente all'avvio della operativita' quali
depositi IVA, presentano agli uffici delle dogane e delle
entrate, territorialmente competenti, apposita
comunicazione anche al fine della valutazione, qualora non
ricorrano i presupposti di cui al comma 2, quarto periodo,
della congruita' della garanzia prestata in relazione alla
movimentazione complessiva delle merci.
Commi da 3 a 8 omissis.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 11,
paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1383/2003 del
22 luglio 2003 del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativo
all'intervento dell'autorita' doganale nei confronti di
merci sospettate di violare taluni diritti di proprieta'
intellettuale e alle misure da adottare nei confronti di
merci che violano tali diritti.
«Art. 11 - 1. Quando le autorita' doganali hanno
bloccato o sospeso lo svincolo delle merci sospettate di
violare un diritto di proprieta' intellettuale mentre si
trovavano in una delle situazioni di cui all'art. 1,
paragrafo 1, gli Stati membri possono prevedere, ai sensi
della legislazione nazionale, una procedura semplificata,
previo consenso del titolare del diritto, in base a cui le
autorita' doganali possono disporre l'abbandono di tali
merci ai fini della loro distruzione sotto controllo
doganale, senza che sia necessario determinare se vi sia
stata violazione di un diritto di proprieta' intellettuale
secondo la legislazione nazionale. A tal fine gli Stati
membri, ai sensi della legislazione nazionale, applicano le
seguenti condizioni:
- entro un termine di dieci giorni lavorativi o tre
giorni lavorativi, in caso di merci deperibili, dalla
ricezione della notifica di cui all'art. 9 il titolare del
diritto comunica per iscritto alle autorita' doganali che
le merci oggetto della procedura violano un diritto di
proprieta' intellettuale di cui all'art. 2, paragrafo 1, e
forniscono per iscritto a tali autorita' l'autorizzazione
del dichiarante, detentore o proprietario delle merci, ad
abbandonare tali merci ai fini della loro distruzione. Con
il consenso delle autorita' doganali tali informazioni
possono essere fornite direttamente alle autorita' doganali
dal dichiarante, detentore o proprietario delle merci. Si
ritiene che il consenso sia accordato se il dichiarante, il
detentore o il proprietario delle merci non si e'
espressamente opposto alla loro distruzione entro il
termine prescritto. In casi giustificati tale termine puo'
essere prorogato di ulteriori dieci giorni lavorativi;
- se la legislazione nazionale non prevede
diversamente, la distruzione e' effettuata a spese del
titolare del diritto e sotto la sua responsabilita' ed e'
sistematicamente preceduta da un prelievo di campioni
conservati dalle autorita' doganali in condizioni che
consentano di costituire, se del caso, elementi di prova
ammissibili nei procedimenti giudiziari dello Stato membro
interessato.
2. In tutti gli altri casi, ad esempio qualora il
dichiarante, detentore o proprietario si opponga o contesti
la distruzione delle merci, si applica la procedura di cui
all'art. 13.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 3 della legge
19 marzo 2001, n. 92, recante modifiche alla normativa
concernente la repressione del contrabbando di tabacchi
lavorati, cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 3 (Custodia di tabacchi lavorati sequestrati). -
1. Salvo il compimento delle operazioni previste dall'art.
6, comma 2, del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1992,
n. 66, come sostituito dall'art. 7 della presente legge,
quando il decreto di sequestro o di convalida del sequestro
di tabacchi lavorati emesso dall'autorita' giudiziaria non
e' piu' assoggettabile a riesame, l'autorita' giudiziaria
ordina la distruzione del tabacco lavorato sequestrato e
dispone il prelievo di uno o piu' campioni, determinandone
l'entita', con l'osservanza delle formalita' di cui
all'art. 364 del codice di procedura penale. La competente
autorita' giudiziaria puo' autorizzare la consegna di un
campione ai produttori nazionali ed esteri.
1-bis. Al fine del contenimento dei costi necessari al
mantenimento dei reperti, l'amministrazione competente alla
custodia dei tabacchi lavorati, decorso un anno dal momento
del sequestro, procede alla distruzione dei prodotti,
previa campionatura da effettuare secondo modalita'
definite con decreto del Ministero dell'economia e delle
finanze, di concerto con il Ministero della giustizia, da
emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore
della presente norma.
2. Sono abrogate le disposizioni di cui all'art. 47-bis
del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85.».
- Si riporta il testo dell'art. 34, comma 4, del
decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41 (misure urgenti per
il risanamento della finanza pubblica e per l'occupazione
nelle aree depresse), convertito, con modificazioni, della
legge 22 marzo 1995, n. 85, cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Art. 34 (Elenchi riepilogativi). - 1. Gli uffici
abilitati a ricevere gli elenchi riepilogativi ai sensi
dell'art. 50, comma 6, del decreto-legge 30 agosto 1993, n.
331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre
1993, n. 427, e quelli incaricati del controllo degli
elenchi stessi, se rilevano omissioni, irregolarita' od
inesattezze nella loro compilazione, provvedono
direttamente all'integrazione o alla correzione, dandone
notizia al contribuente; se rilevano la mancata
presentazione di tali elenchi ovvero non hanno la
disponibilita' dei dati esatti, inviano richiesta scritta
al contribuente invitandolo a presentare entro un termine,
comunque non inferiore a trenta giorni, gli elenchi ad un
ufficio doganale abilitato ovvero a comunicare all'ufficio
richiedente i dati necessari per rimuovere le omissioni, le
irregolarita' e le inesattezze riscontrate. La
presentazione degli elenchi presso gli uffici abilitati
puo' essere effettuata anche a mezzo raccomandata ed in tal
caso, ai fini dell'osservanza dei termini, fara' fede il
timbro postale.
2. Abrogato.
3. Abrogato.
4. Le sanzioni di cui ai commi precedenti sono irrogate
dall'ufficio dell'imposta sul valore aggiunto, previa
comunicazione da parte della Guardia di finanza o degli
altri uffici abilitati dell'Amministrazione finanziaria
delle violazioni da essi rilevate. Ai fini
dell'accertamento delle omissioni e delle irregolarita' di
cui ai commi precedenti e per le relative controversie si
applicano le disposizioni previste dagli articoli 51, 52,
59, 63 e 64 del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni. Gli
uffici doganali possono altresi' effettuare i controlli
necessari per l'accertamento delle anzidette violazioni
nonche' delle altre infrazioni connesse rilevate nel corso
dei controlli medesimi, avvalendosi dei poteri di cui agli
articoli 51 e 52 del medesimo decreto. Le autorizzazioni
per le richieste di cui al numero 6-bis) e per l'accesso di
cui al numero 7) del secondo comma dell'art. 51 del decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633,
sono rilasciate, per l'Agenzia delle dogane, dal Direttore
regionale.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 110 del testo
unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, cosi'
come modificato dalla presente legge:
«Art. 110 (Norme generali sulle valutazioni). - Commi
da 1 a 9 omissis.
10. Non sono ammessi in deduzione le spese e gli altri
componenti negativi derivanti da operazioni intercorse tra
imprese residenti ed imprese domiciliate fiscalmente in
Stati o territori non appartenenti all'Unione europea
aventi regimi fiscali privilegiati. Si considerano
privilegiati i regimi fiscali di Stati o territori
individuati, con decreto del Ministro dell'economia e delle
finanze da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, in ragione
del livello di tassazione sensibilmente inferiore a quello
applicato in Italia, ovvero della mancanza di un adeguato
scambio di informazioni, ovvero di altri criteri
equivalenti.
10-bis. Le disposizioni del comma 10 si applicano anche
alle prestazioni di servizi rese dai professionisti
domiciliati in Stati o territori non appartenenti
all'Unione europea aventi regimi fiscali privilegiati.
11. Le disposizioni di cui al comma 10 non si applicano
quando le imprese residenti in Italia forniscano la prova
che le imprese estere svolgono prevalentemente un'attivita'
commerciale effettiva, ovvero che le operazioni poste in
essere rispondono ad un effettivo interesse economico e che
le stesse hanno avuto concreta esecuzione.
L'Amministrazione, prima di procedere all'emissione
dell'avviso di accertamento d'imposta o di maggiore
imposta, deve notificare all'interessato un apposito avviso
con il quale viene concessa al medesimo la possibilita' di
fornire, nel termine di novanta giorni, le prove predette.
Ove l'Amministrazione non ritenga idonee le prove addotte,
dovra' darne specifica motivazione nell'avviso di
accertamento. La deduzione delle spese e degli altri
componenti negativi di cui al comma 10 e' comunque
subordinata alla separata indicazione nella dichiarazione
dei redditi dei relativi ammontari dedotti.
12. Le disposizioni di cui ai commi 10 e 11 non si
applicano per le operazioni intercorse con soggetti non
residenti cui risulti applicabile gli articoli 167 o 168,
concernente disposizioni in materia di imprese estere
partecipate.
12-bis. Le disposizioni dei commi 10 e 11 si applicano
anche alle prestazioni di servizi rese dai professionisti
domiciliati in Stati o territori non appartenenti
all'Unione europea aventi regimi fiscali privilegiati.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 35,
comma 35-bis, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006,
n. 248, recante disposizioni urgenti per il rilancio
economico e sociale, per il contenimento e la
razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi
in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale,
cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 35 (Misure di contrasto dell'evasione e
dell'elusione fiscale). - Commi da 1 a 35 omissis.
35-bis. Al fine di contrastare l'evasione e l'elusione
fiscale, le societa' di calcio professionistiche sono
obbligate a inviare per via telematica all'Agenzia delle
entrate copia dei contratti di acquisizione delle
prestazioni professionali degli atleti professionisti,
nonche' dei contratti riguardanti i compensi per tali
prestazioni e dei contratti di sponsorizzazione stipulati
dagli atleti medesimi in relazione ai quali la societa'
percepisce somme per il diritto di sfruttamento
dell'immagine. Il Ministro dell'economia e delle finanze e'
delegato ad acquisire analoghe informazioni dalle
Federazioni calcistiche estere per le operazioni effettuate
da societa' sportive professionistiche residenti in Italia
anche indirettamente con analoghe societa' estere. Con
provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate sono
stabiliti il contenuto, le modalita' ed i termini delle
trasmissioni telematiche.
Commi 35-ter e 35-quater omissis.».
- Si riporta il testo vigente degli articoli 8,
commi primo e secondo, del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante istituzione e
disciplina dell'imposta sul valore aggiunto.
«Art. 8 (Cessioni all'esportazione). - Costituiscono
cessioni all'esportazione:
a) le cessioni, anche tramite commissionari, eseguite
mediante trasporto o spedizione di beni fuori del
territorio della Comunita' economica europea, a cura o a
nome dei cedenti o dei commissionari, anche per incarico
dei propri cessionari o commissionari di questi. I beni
possono essere sottoposti per conto del cessionario, ad
opera del cedente stesso o di terzi, a lavorazione,
trasformazione, montaggio, assiemaggio o adattamento ad
altri beni. L'esportazione deve risultare da documento
doganale, o da vidimazione apposta dall'ufficio doganale su
un esemplare della fattura ovvero su un esemplare della
bolla di accompagnamento emessa a norma dell'art. 2,
decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1978, n.
627, o, se questa non e' prescritta, sul documento di cui
all'art. 21, quarto comma, secondo periodo. Nel caso in cui
avvenga tramite servizio postale l'esportazione deve
risultare nei modi stabiliti con decreto del Ministro delle
finanze, di concerto con il Ministro delle poste e delle
telecomunicazioni;
b) le cessioni con trasporto o spedizione fuori del
territorio della Comunita' economica europea entro novanta
giorni dalla consegna, a cura del cessionario non residente
o per suo conto, ad eccezione dei beni destinati a
dotazione o provvista di bordo di imbarcazioni o navi da
diporto, di aeromobili da turismo o di qualsiasi altro
mezzo di trasporto ad uso privato e dei beni da
trasportarsi nei bagagli personali fuori del territorio
della Comunita' economica europea; l'esportazione deve
risultare da vidimazione apposta dall'ufficio doganale o
dall'ufficio postale su un esemplare della fattura;
c) le cessioni, anche tramite commissionari, di beni
diversi dai fabbricati e dalle aree edificabili, e le
prestazioni di servizi rese a soggetti che, avendo
effettuato cessioni all'esportazione od operazioni
intracomunitarie, si avvalgono della facolta' di
acquistare, anche tramite commissionari, o importare beni e
servizi senza pagamento dell'imposta.
Le cessioni e le prestazioni di cui alla lettera c)
sono effettuate senza pagamento dell'imposta ai soggetti
indicati nella lettera a), se residenti, ed ai soggetti che
effettuano le cessioni di cui alla lettera b) del
precedente comma su loro dichiarazione scritta e sotto la
loro responsabilita', nei limiti dell'ammontare complessivo
dei corrispettivi delle cessioni di cui alle stesse lettere
dai medesimi fatte nel corso dell'anno solare precedente. I
cessionari e i commissionari possono avvalersi di tale
ammontare integralmente per gli acquisti di beni che siano
esportati nello stato originario nei sei mesi successivi
alla loro consegna e, nei limiti della differenza tra esso
e l'ammontare delle cessioni dei beni effettuate nei loro
confronti nello stesso anno ai sensi della lettera a),
relativamente agli acquisti di altri beni o di servizi. I
soggetti che intendono avvalersi della facolta' di
acquistare beni e servizi senza pagamento dell'imposta
devono darne comunicazione scritta al competente ufficio
dell'imposta sul valore aggiunto entro il 31 gennaio ovvero
oltre tale data, ma anteriormente al momento di
effettuazione della prima operazione, indicando l'ammontare
dei corrispettivi delle esportazioni fatte nell'anno solare
precedente. Gli stessi soggetti possono optare, dandone
comunicazione entro il 31 gennaio, per la facolta' di
acquistare beni e servizi senza pagamento dell'imposta
assumendo come ammontare di riferimento, in ciascun mese,
l'ammontare dei corrispettivi delle esportazioni fatte nei
dodici mesi precedenti. L'opzione ha effetto per un
triennio solare e, qualora non sia revocata, si estende di
triennio in triennio. La revoca deve essere comunicata
all'ufficio entro il 31 gennaio successivo a ciascun
triennio. I soggetti che iniziano l'attivita' o non hanno
comunque effettuato esportazioni nell'anno solare
precedente possono avvalersi per la durata di un triennio
solare della facolta' di acquistare beni e servizi senza
pagamento dell'imposta, dandone preventiva comunicazione
all'ufficio, assumendo come ammontare di riferimento, in
ciascun mese, l'ammontare dei corrispettivi delle
esportazioni fatte nei dodici mesi precedenti.
Omissis.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 17 del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241, recante norme di
semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede
di dichiarazione dei redditi e dell'imposta sul valore
aggiunto, nonche' di modernizzazione del sistema di
gestione delle dichiarazioni.
«Art. 17 (Oggetto) - 1. I contribuenti eseguono
versamenti unitari delle imposte, dei contributi dovuti
all'I.N.P.S. e delle altre somme a favore dello Stato,
delle regioni e degli enti previdenziali, con eventuale
compensazione dei crediti, dello stesso periodo, nei
confronti dei medesimi soggetti, risultanti dalle
dichiarazioni e dalle denunce periodiche presentate
successivamente alla data di entrata in vigore del presente
decreto. Tale compensazione deve essere effettuata entro la
data di presentazione della dichiarazione successiva.
2. Il versamento unitario e la compensazione riguardano
i crediti e i debiti relativi:
a) alle imposte sui redditi, alle relative
addizionali e alle ritenute alla fonte riscosse mediante
versamento diretto ai sensi dell'art. 3 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602; per
le ritenute di cui al secondo comma del citato art. 3 resta
ferma la facolta' di eseguire il versamento presso la
competente sezione di tesoreria provinciale dello Stato; in
tal caso non e' ammessa la compensazione;
b) all'imposta sul valore aggiunto dovuta ai sensi
degli articoli 27 e 33 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e quella dovuta dai
soggetti di cui all'art. 74;
c) alle imposte sostitutive delle imposte sui redditi
e dell'imposta sul valore aggiunto;
d) all'imposta prevista dall'art. 3, comma 143,
lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662;
e) ai contributi previdenziali dovuti da titolari di
posizione assicurativa in una delle gestioni amministrate
da enti previdenziali, comprese le quote associative;
f) ai contributi previdenziali ed assistenziali
dovuti dai datori di lavoro e dai committenti di
prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa di
cui all'art. 49, comma 2, lettera a), del testo unico delle
imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
g) ai premi per l'assicurazione contro gli infortuni
sul lavoro e le malattie professionali dovuti ai sensi del
testo unico approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
h) agli interessi previsti in caso di pagamento
rateale ai sensi dell'art. 20;
h-bis) al saldo per il 1997 dell'imposta sul
patrimonio netto delle imprese, istituita con decreto-legge
30 settembre 1992, n. 394, convertito, con modificazioni,
dalla legge 26 novembre 1992, n. 461, e del contributo al
Servizio sanitario nazionale di cui all'art. 31 della legge
28 febbraio 1986, n. 41, come da ultimo modificato
dall'art. 4 del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995,
n. 85;
h-ter) alle altre entrate individuate con decreto del
Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica, e
con i Ministri competenti per settore;
h-quater) al credito d'imposta spettante agli
esercenti sale cinematografiche.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 1, comma 380,
della legge 30 dicembre 311, recante disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(legge finanziaria 2005), cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Comma 380 - La convenzione prevista dall'art. 1,
comma 1-bis, del decreto del Presidente della Repubblica
19 settembre 2000, n. 358, e' gratuita e definisce anche la
procedura di trasmissione telematica all'Agenzia delle
entrate e all'Agenzia delle dogane delle informazioni
inviate dai soggetti di imposta ai sensi del comma 378.».
- Si riporta il testo dell'art. 7,
comma quattordicesimo, del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 605, recante disposizioni
relative all'anagrafe tributaria e al codice fiscale dei
contribuenti, cosi' come modificato dalla presente legge:
«Il contenuto, le modalita' ed i termini delle
trasmissioni, nonche' le specifiche tecniche del formato,
sono definite con provvedimento del Direttore dell'Agenzia
delle entrate.»
- Si riporta il testo vigente degli articoli 4, 67,
comma 3 e 73, comma 1, del decreto legislativo 30 luglio
1999, n. 300, recante riforma dell'organizzazione del
Governo, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n.
59, cosi' come modificati dalla presente legge:
«Art. 4 (Disposizioni di organizzazione). - 1.
L'organizzazione, la dotazione organica, l'individuazione
degli uffici di livello dirigenziale generale ed il loro
numero, le relative funzioni e la distribuzione dei posti
di funzione dirigenziale, l'individuazione dei
dipartimenti, nei casi e nei limiti fissati dalle
disposizioni del presente decreto legislativo, e la
definizione dei rispettivi compiti sono stabiliti con
regolamenti o con decreti del ministro emanati ai sensi
dell'art. 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n.
400. Si applica l'art. 19 della legge 15 marzo 1997, n. 59.
I regolamenti prevedono la soppressione dei ruoli esistenti
e l'istituzione di un ruolo unico del personale non
dirigenziale di ciascun ministero, articolato in aree
dipartimentali e per direzioni generali. Fino
all'istituzione del ruolo unico del personale non
dirigenziale di ciascun ministero, i regolamenti assicurano
forme ordinarie di mobilita' tra i diversi dipartimenti e
le diverse direzioni generali, nel rispetto dei requisiti
di professionalita' richiesti per l'esercizio delle
relative funzioni, ferme restando le normative contrattuali
in materia. La nuova organizzazione e la dotazione organica
del personale non devono comunque comportare incrementi di
spesa.
2. I ministeri che si avvalgono di propri sistemi
informativi automatizzati sono tenuti ad assicurarne
l'interconnessione con i sistemi informativi automatizzati
delle altre amministrazioni centrali e locali per il
tramite della rete unitaria delle pubbliche
amministrazioni.
3. Il regolamento di cui al precedente comma 1 si
attiene, inoltre, ai criteri fissati dall'art. 1 della
legge 7 agosto 1990, n. 241 e dall'art. 2 del decreto
legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive
modificazioni e integrazioni.
4. All'individuazione degli uffici di livello
dirigenziale non generale di ciascun ministero e alla
definizione dei relativi compiti si provvede con decreto
ministeriale di natura non regolamentare.
5. Con le medesime modalita' di cui al precedente
comma 1 si procede alla revisione periodica
dell'organizzazione ministeriale, con cadenza almeno
biennale.
6. I regolamenti di cui al comma 1 raccolgono tutte le
disposizioni normative relative a ciascun ministero. Le
restanti norme vigenti sono abrogate con effetto dalla data
di entrata in vigore dei regolamenti medesimi.».
«3. Il comitato di gestione e' nominato per la durata
di tre anni con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle
finanze. Meta' dei componenti sono scelti tra i professori
universitari e i dipendenti di pubbliche amministrazioni
dotati di specifica competenza professionale attinente ai
settori nei quali opera l'agenzia. I restanti componenti
sono scelti tra i dirigenti dell'agenzia.».
«Art. 73 (Gestione e fasi del cambiamento). - 1. Con
decreto ministeriale puo' essere costituita, alle dirette
dipendenze del ministro delle finanze, un'apposita
struttura interdisciplinare di elevata qualificazione
scientifica e professionale. La struttura collabora con il
ministro al fine di curare la transizione durante le fasi
del cambiamento e fino al pieno funzionamento del regime di
gestione previsto dal presente decreto legislativo. Alle
relative spese si provvede con gli stanziamenti ordinari
dello stato di previsione della spesa del ministero delle
finanze e dello stato di previsione della spesa
dell'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Quando
vengono trattate questioni riguardanti le materie trattate
dalle agenzie fiscali, alle riunioni della struttura di cui
al presente comma partecipano, senza oneri a carico del
bilancio dello Stato, i direttori delle agenzie
interessate.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 52, comma 37,
della legge 28 dicembre 2001, n. 448, recante Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2002).
«37. Allo scopo di promuovere l'attivita' di formazione
internazionale e di diffusione delle diverse culture
nazionali, e' riconosciuto per gli istituti di cultura
stranieri di cui al decreto del Presidente della Repubblica
4 novembre 1960, n. 1574, ovvero diretta emanazione di
universita' estere, appositamente convenzionati con scuole
pubbliche di alta formazione di cui al decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 287, un contributo fruibile anche come
credito di imposta, nel limite complessivo di 5.164.568,99
euro annui, per la realizzazione di iniziative di ricerca,
formazione e integrazione culturale. Il contributo fruibile
anche come credito di imposta, riconosciuto automaticamente
secondo l'ordine cronologico dei relativi atti di
convenzionamento, e subordinatamente di quelli di
presentazione delle relative domande da presentare entro il
31 marzo di ciascun anno al Ministero dell'economia e delle
finanze - Dipartimento per le politiche fiscali, e'
assegnato nel limite massimo di 1 milione di euro per
ciascun istituto richiedente, non concorre alla
determinazione della base imponibile e puo' essere
utilizzato in compensazione ai sensi del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241. Con decreto del Ministro
dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, sono
determinate le modalita' di attuazione del presente comma e
sono individuate annualmente le categorie degli istituti
per i quali e' riconosciuto il contributo fruibile anche
come credito di imposta.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 4, comma 61,
della legge 23 dicembre 2003, n. 350 recante disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2004).
«61. E' istituito presso il Ministero delle attivita'
produttive un apposito fondo con dotazione di 20 milioni di
euro per il 2004, 30 milioni di euro per il 2005 e 20
milioni di euro a decorrere dal 2006, per la realizzazione
di azioni a sostegno di una campagna promozionale
straordinaria a favore del «made in Italy», anche
attraverso la regolamentazione dell'indicazione di origine
o l'istituzione di un apposito marchio a tutela delle merci
integralmente prodotte sul territorio italiano o assimilate
ai sensi della normativa europea in materia di origine,
nonche' per il potenziamento delle attivita' di supporto
formativo e scientifico particolarmente rivolte alla
diffusione del «made in Italy» nei mercati mediterranei,
dell'Europa continentale e orientale, a cura di apposita
sezione dell'ente di cui all'art. 8 del decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 287, collocata presso due delle sedi
periferiche esistenti, con particolare attenzione alla
naturale vocazione geografica di ciascuna nell'ambito del
territorio nazionale. A tale fine, e per l'adeguamento
delle relative dotazioni organiche, e' destinato
all'attuazione delle attivita' di supporto formativo e
scientifico indicate al periodo precedente un importo non
superiore a 10 milioni di euro annui. Tale attivita' e'
svolta prioritariamente dal personale del ruolo di cui
all'art. 5, comma 5, del regolamento di cui al decreto
ministeriale 28 settembre 2000, n. 301 del Ministro delle
finanze, al quale, per la medesima attivita', fermi
restando gli incrementi e gli adeguamenti sul trattamento
economico complessivo in godimento secondo l'ordinamento di
provenienza, e il riconoscimento automatico della
progressione in carriera, nessun emolumento ulteriore e'
dovuto. Le risorse assegnate all'ente di cui all'art. 8 del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 287, per l'anno 2004
e successivi, ivi comprese quelle di cui al secondo periodo
del presente comma, allo stesso direttamente attribuite,
possono essere versate all'entrata del bilancio dello Stato
per essere riassegnate agli anni successivi. Si applica il
regolamento di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 10 novembre 1999, n. 469.».
 
Art. 2. (( 1. All'articolo 3, comma 3, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, le parole da: «la maggioranza» fino a: «ed» sono soppresse.
2. All'articolo 3 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, dopo il comma 6 e' inserito il seguente:
«6-bis. L'attivita' di riscossione a mezzo ruolo delle entrate indicate dal comma 6, se esercitata dagli agenti della riscossione con esclusivo riferimento alla riscossione coattiva, e' remunerata con un compenso maggiorato del 25 per cento rispetto a quello ordinariamente previsto, per la riscossione delle predette entrate, in attuazione dell'articolo 17».
3. Al decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nell'articolo 17:
1) il comma 3 e' sostituito dal seguente:
«3. L'aggio di cui al comma 1 e' a carico del debitore:
a) in misura determinata con il decreto di cui allo stesso comma 1, e comunque non superiore al 5 per cento delle somme iscritte a ruolo, in caso di pagamento entro il sessantesimo giorno dalla notifica della cartella di pagamento; in tale caso, la restante parte dell'aggio e' a carico dell'ente creditore;
b) integralmente, in caso contrario»;
2) dopo il comma 3 e' inserito il seguente:
«3-bis. Nel caso previsto dall'art. 32, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, l'aggio di cui al commi 1 e 2 e' a carico:
a) dell'ente creditore, se il pagamento avviene entro il sessantesimo giorno dalla data di notifica della cartella;
b) del debitore, in caso contrario»;
3) al comma 7-ter e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Nei casi di cui al comma 6, lettera a), sono a carico dell'ente creditore le spese vive di notifica della stessa cartella di pagamento»;
b) nell'articolo 20, comma 3, le parole: «comma 6» sono sostituite dalle seguenti: «commi 6 e 7-ter».
4. All'articolo 3 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, dopo il comma 7 e' inserito il seguente:
«7-bis. A seguito dell'acquisto dei rami d'azienda di cui al comma 7, primo periodo, i privilegi e le garanzie di qualsiasi tipo, da chiunque prestate o comunque esistenti a favore del venditore, nonche' le trascrizioni nei pubblici registri degli atti di acquisto dei beni oggetto di locazione finanziaria compresi nella cessione conservano la loro validita' e il loro grado a favore dell'acquirente, senza bisogno di alcuna formalita' o annotazione, previa pubblicazione di apposito avviso nella Gazzetta Ufficiale».
5. All'articolo 3, comma 22, lettera a), del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, le parole: «commi 118 e 119» sono sostituite dalle seguenti: «comma 118».
6. Nel decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, l'articolo 72-bis e' sostituito dal seguente:
«Art. 72-bis (Pignoramento dei crediti verso terzi). - 1. Salvo che per i crediti pensionistici e fermo restando quanto previsto dall'articolo 545, commi quarto, quinto e sesto, del codice di procedura civile, l'atto di pignoramento dei crediti del debitore verso terzi puo' contenere, in luogo della citazione di cui all'articolo 543, secondo comma, numero 4, dello stesso codice di procedura civile, l'ordine al terzo di pagare il credito direttamente al concessionario, fino a concorrenza del credito per cui si procede:
a) nel termine di quindici giorni dalla notifica dell'atto di pignoramento, per le somme per le quali il diritto alla percezione sia maturato anteriormente alla data di tale notifica;
b) alle rispettive scadenze, per le restanti somme.
2. Nel caso di inottemperanza all'ordine di pagamento, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 72, comma 2».
7. All'articolo 35 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, dopo il comma 25 e' inserito il seguente:
«25-bis. In caso di morosita' nel pagamento di importi da riscuotere mediante ruolo complessivamente superiori a venticinquemila euro, gli agenti della riscossione, previa autorizzazione del direttore generale ed al fine di acquisire copia di tutta la documentazione utile all'individua- zione dell'importo dei crediti di cui i debitori morosi sono titolari nei confronti di soggetti terzi, possono esercitare le facolta' ed i poteri previsti dagli articoli 33 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e 52 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633».
8. L'articolo 75-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e' sostituito dal seguente:
«Art. 75-bis (Dichiarazione stragiudiziale del terzo). - 1. Decorso inutilmente il termine di cui all'art. 50, comma 1, l'agente della riscossione, prima di procedere ai sensi degli articoli 72 e 72-bis del presente decreto e degli articoli 543 e seguenti del codice di procedura civile ed anche simultaneamente all'adozione delle azioni esecutive e cautelari previste nel presente decreto, puo' chiedere a soggetti terzi, debitori del soggetto che e' iscritto a ruolo o dei coobbligati, di indicare per iscritto, ove possibile in modo dettagliato, le cose e le somme da loro dovute al creditore.
2. Nelle richieste formulate ai sensi del comma 1 e' fissato un termine per l'adempimento non inferiore a trenta giorni dalla ricezione. In caso di inadempimento, si applicano le disposizioni previste dall'articolo 10 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471. All'irrogazione della relativa sanzione provvede, su documentata segnalazione dell'agente della riscossione procedente e con le modalita' previste dall'articolo 16, commi da 2 a 7, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, l'ufficio locale dell'Agenzia delle entrate competente in ragione del domicilio fiscale del soggetto cui e' stata rivolta la richiesta.
3. Gli agenti della riscossione possono procedere al trattamento dei dati acquisiti ai sensi del presente articolo senza rendere l'informativa prevista dall'articolo 13 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196».
9. Nel titolo II, capo I, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, dopo l'articolo 48 e' inserito il seguente:
«Art. 48-bis. (Disposizioni sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni). - 1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e le societa' a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare, a qualunque titolo, il pagamento di un importo superiore a diecimila euro, verificano, anche in via telematica, se il beneficiario e' inadempiente all'obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o piu' cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo e, in caso affermativo, non procedono al pagamento e segnalano la circostanza all'agente della riscossione competente per territorio, ai fini dell'esercizio dell'attivita' di riscossione delle somme iscritte a ruolo.
2. Con regolamento del Ministro dell'economia e delle fmanze, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalita' di attuazione delle disposizioni di cui al comma 1».
10. All'articolo 156 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il comma 3 e' sostituito dal seguente:
«3. La riscossione volontaria della tariffa puo' essere effettuata con le modalita' di cui al capo III del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, previa convenzione con l'Agenzia delle entrate. La riscossione, sia volontaria sia coattiva, della tariffa puo' altresi' essere affidata ai soggetti iscritti all'albo previsto dall'articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, a seguito di procedimento ad evidenza pubblica».
11. All'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, dopo la parola: «locali» sono aggiunte, in fine, le seguenti: «, nonche' quella della tariffa di cui all'articolo 156 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152».
12. All'articolo 3, comma 28, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, dopo le parole: «comma 7,» sono inserite le seguenti: «complessivamente denominate agenti della riscossione,».
13. Nel decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, dopo l'articolo 28-bis e' inserito il seguente:
«Art. 28-ter (Pagamento mediante compensazione volontaria con crediti d'imposta). - 1. In sede di erogazione di un rimborso d'imposta, l'Agenzia delle entrate verifica se il beneficiario risulta iscritto a ruolo e, in caso affermativo, trasmette in via telematica apposita segnalazione all'agente della riscossione che ha in carico il ruolo, mettendo a disposizione dello stesso, sulla contabilita' di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto del Direttore generale del dipartimento delle entrate del Ministero delle finanze in data 1° febbraio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 28 del 4 febbraio 1999, le somme da rimborsare.
2. Ricevuta la segnalazione di cui al comma 1, l'agente della riscossione notifica all'interessato una proposta di compensazione tra il credito d'imposta ed il debito iscritto a ruolo, sospendendo l'azione di recupero ed invitando il debitore a comunicare entro sessanta giorni se intende accettare tale proposta.
3. In caso di accettazione della proposta, l'agente della riscossione movimenta le somme di cui al comma 1 e le riversa ai sensi dell'articolo 22, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, entro i limiti dell'importo complessivamente dovuto a seguito dell'iscrizione a ruolo.
4. In caso di rifiuto della predetta proposta o di mancato tempestivo riscontro alla stessa, cessano gli effetti della sospensione di cui al comma 2 e l'agente della riscossione comunica in via telematica all'Agenzia delle entrate che non ha ottenuto l'adesione dell'interessato alla proposta di compensazione.
5. All'agente della riscossione spetta il rimborso delle spese vive sostenute per la notifica dell'invito di cui al comma 2, nonche' un rimborso forfetario pari a quello di cui all'art. 24, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 28 dicembre 1993, n. 567, maggiorato del cinquanta per cento, a copertura degli oneri sostenuti per la gestione degli adempimenti attinenti la proposta di compensazione.
6. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate sono approvate le specifiche tecniche di trasmissione dei flussi informativi previsti dal presente articolo e sono stabilite le modalita' di movimentazione e di rendicontazione delle somme che transitano sulle contabilita' speciali di cui al comma 1, nonche' le modalita' di richiesta e di erogazione dei rimborsi spese previsti dal comma 5».
14. Nel decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, dopo l'articolo 20 e' inserito il seguente:
«Art. 20-bis (Ambito di applicazione dell'articolo 28-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602). - 1. Puo' essere effettuato mediante la compensazione volontaria di cui all'articolo 28-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, il pagamento di tutte le entrate iscritte a ruolo dall'Agenzia delle entrate. Tuttavia, l'agente della riscossione, una volta ricevuta la segnalazione di cui al comma 1 dello stesso articolo 28-ter, formula la proposta di compensazione con riferimento a tutte le somme iscritte a ruolo a carico del soggetto indicato in tale segnalazione.
2. Le altre Agenzie fiscali e gli enti previdenziali possono stipulare una convenzione con l'Agenzia delle entrate per disciplinare la trasmissione, da parte di quest'ultima, della segnalazione di cui al citato art. 28-ter, comma 1, anche nel caso in cui il beneficiario di un credito d'imposta sia iscritto a ruolo da uno dei predetti enti creditori. Con tale convenzione e' regolata anche la suddivisione, tra gli stessi enti creditori, dei rimborsi spese spettanti all'agente della riscossione».
15. Il comma 2 dell'articolo 41 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, e' sostituito dal seguente:
«2. L'agente della riscossione puo' essere rappresentato dai dipendenti delegati ai sensi del comma 1, che possono stare in giudizio personalmente, salvo che non debba procedersi all'istruzione della causa, nei procedimenti relativi:
a) alla dichiarazione tardiva di credito di cui all'articolo 101 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267;
b) al ricorso di cui all'articolo 499 del codice di procedura civile;
c) alla citazione di cui all'articolo 543, secondo comma, numero 4, del codice di procedura civile».
16. L'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, si interpreta nel senso che le disposizioni nello stesso previste si applicano anche ai contributi stabiliti nella legge 4 giugno 1973, n. 311.
17. Per il servizio di riscossione dei contributi e premi previsti dall'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e' dovuto all'Agenzia delle entrate il rimborso degli oneri sostenuti per garantire il servizio di riscossione. Le modalita' di trasmissione dei flussi informativi, nonche' il rimborso delle spese relativi alle operazioni di riscossione sono disciplinati con convenzione stipulata tra l'Agenzia delle entrate e gli enti interessati.
18. All'articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 7 e' sostituito dal seguente:
«7. Ai fini del calcolo delle quote di ammortamento deducibili il costo complessivo dei fabbricati strumentali e' assunto al netto del costo delle aree occupate dalla costruzione e di quelle che ne costituiscono pertinenza. Il costo da attribuire alle predette aree, ove non autonomamente acquistate in precedenza, e' quantificato in misura pari al maggior valore tra quello esposto in bilancio nell'anno di acquisto e quello corrispondente al 20 per cento e, per i fabbricati industriali, al 30 per cento del costo complessivo stesso. Per fabbricati industriali si intendono quelli destinati alla produzione o trasformazione di beni»;
b) dopo il comma 7 e' inserito il seguente:
«7-bis. Le disposizioni del comma 7 si applicano, con riguardo alla quota capitale dei canoni, anche ai fabbricati strumentali in locazione finanziaria. Per la determinazione dell'acconto dovuto ai sensi del comma 34 non si tiene conto della disposizione del periodo precedente»;
c) il comma 8 e' sostituito dal seguente:
«8. In deroga all'articolo 3, comma 1, della legge 27 luglio 2000, n. 212, recante disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente, le norme di cui ai precedenti commi 7 e 7-bis si applicano a decorrere dal periodo d'imposta in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto anche per le quote di ammortamento e i canoni di leasing relativi ai fabbricati acquistati o acquisiti a partire da periodi d'imposta precedenti. In tal caso, ai fini della individuazione del maggior valore indicato al comma 7, si tiene conto del valore delle aree esposto nell'ultimo bilancio approvato prima della entrata in vigore della presente disposizione e del valore risultante applicando le percentuali di cui al comma 7 al costo complessivo del fabbricato, risultante dal medesimo bilancio, assunto al netto dei costi incrementativi capitalizzati e delle rivalutazioni effettuate. Per ciascun fabbricato il residuo valore ammortizzabile e' pari alla quota di costo riferibile allo stesso al netto delle quote di ammortamento dedotte nei periodi d'imposta precedenti calcolate sul costo complessivo».
19. All'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461, le parole: «il mutuatario e il cessionario a pronti hanno diritto al credito d'imposta sui dividendi soltanto se tale diritto sarebbe spettato, anche su opzione, al mutuante ovvero al cedente a pronti» sono sostituite dalle seguenti: «al mutuatario e al cessionario a pronti si applica il regime previsto dall'art. 89, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, soltanto se tale regime sarebbe stato applicabile al mutuante o al cedente a pronti».
20. La disposizione del comma 19 si applica ai contratti stipulati a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
21. All'articolo 1, comma 496, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «12,50 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «20 per cento».
22. Il comma 13 dell'articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e' sostituito dal seguente:
«13. Le disposizioni della lettera a) del comma 12 si applicano alle perdite relative ai primi tre periodi d'imposta formatesi a decorrere dal periodo d'imposta in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto. Per le perdite relative ai primi tre periodi d'imposta formatesi in periodi anteriori alla predetta data resta ferma l'applicazione dell'art. 37-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600».
23. Il comma 11 dell'articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e' sostituito dal seguente:
«11. Le disposizioni di cui ai commi 9 e 10 hanno effetto con riferimento ai redditi delle societa' partecipate relativi a periodi d'imposta che iniziano successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto. Per i redditi delle societa' partecipate relativi a periodi d'imposta precedenti alla predetta data resta ferma l'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 37-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600».
24. Per l'anno 2006, l'articolo 3, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si applica nel testo vigente alla data del 3 luglio 2006.
25. Nel testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo l'articolo 188 e' inserito il seguente:
«Art. 188-bis (Campione d'Italia). - 1. Ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, i redditi delle persone fisiche iscritte nei registri anagrafici del comune di Campione d'Italia prodotti in franchi svizzeri nel territorio dello stesso comune per un importo complessivo non superiore a 200.000 franchi sono computati in euro sulla base del cambio di cui all'articolo 9, comma 2, ridotto forfetariamente del 20 per cento.
2. I soggetti di cui al presente articolo assolvono il loro debito d'imposta in euro.
3. Ai fini del presente articolo si considerano iscritte nei registri anagrafici del comune di Campione d'Italia anche le persone fisiche aventi domicilio fiscale nel medesimo comune le quali, gia' residenti nel comune di Campione d'Italia, sono iscritte nell'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) dello stesso comune e residenti nel Canton Ticino della Confederazione elvetica».
26. Le disposizioni dell'articolo 188-bis del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come introdotto dal comma 25 del presente articolo, si applicano a decorrere dall'anno 2007. Per l'anno 2006, si applicano le disposizioni dell'articolo 188 del medesimo testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, nel testo vigente alla data del 3 luglio 2006.
27. Il comma 31 dell'articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e' abrogato.
28. Per l'anno 2007, il tasso convenzionale di cambio di cui all'articolo 188-bis del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come introdotto dal comma 25 del presente articolo, e' pari a 0,52135 euro per ogni franco svizzero.
29. I periodi secondo, terzo e quarto del comma 2-bis dell'articolo 51 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come introdotti dal comma 25 dell'art. 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono sostituiti dai seguenti: «La disposizione di cui alla lettera g-bis) del comma 2 si rende applicabile esclusivamente quando ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni:
a) che l'opzione sia esercitabile non prima che siano scaduti tre anni dalla sua attribuzione;
b) che, al momento in cui l'opzione e' esercitabile, la societa' risulti quotata in mercati regolamentati;
c) che il beneficiario mantenga per almeno i cinque anni successivi all'esercizio dell'opzione un investimento nei titoli oggetto di opzione non inferiore alla differenza tra il valore delle azioni al momento dell'assegnazione e l'ammontare corrisposto dal dipendente. Qualora detti titoli oggetto di investimento siano ceduti o dati in garanzia prima che siano trascorsi cinque anni dalla loro assegnazione, l'importo che non ha concorso a formare il reddito di lavoro dipendente al momento dell'assegnazione e' assoggettato a tassazione nel periodo d'imposta in cui avviene la cessione ovvero la costituzione in garanzia».
30. L'ultimo periodo del comma 34 dell'articolo 37 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e' sostituito dal seguente: «Restano fermi gli obblighi di certificazione fiscale dei corrispettivi previsti dall'art. 12 della legge 30 dicembre 1991, n. 413, e dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1996, n. 696, nonche' di emissione della fattura su richiesta del cliente, fatta eccezione per i soggetti indicati all'articolo 1, commi da 429 a 430-bis, della legge 30 dicembre 2004, n. 311».
31. Il comma 6 dell'articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e' sostituito dal seguente:
«6. I produttori agricoli che nell'anno solare precedente hanno realizzato o, in caso di inizio di attivita', prevedono di realizzare un volume d'affari non superiore a 7.000 euro, costituito per almeno due terzi da cessioni di prodotti di cui al comma 1, sono esonerati dal versamento dell'imposta e da tutti gli obblighi documentali e contabili, compresa la dichiarazione annuale, fermo restando l'obbligo di numerare e conservare le fatture e le bollette doganali a norma dell'art. 39. I cessionari e i committenti, se acquistano i beni o utilizzano i servizi nell'esercizio dell'impresa, devono emettere fattura, con le modalita' e nei termini di cui all'articolo 21, indicandovi la relativa imposta, determinata applicando le aliquote corrispondenti alle percentuali di compensazione, consegnarne copia al produttore agricolo e registrarla separatamente a norma dell'articolo 25. Le disposizioni del presente comma cessano comunque di avere applicazione a partire dall'anno solare successivo a quello in cui e' stato superato il limite di 7.000 euro a condizione che non sia superato il limite di un terzo delle cessioni di altri beni. I produttori agricoli hanno facolta' di non avvalersi delle disposizioni del presente comma. In tale caso, l'opzione o la revoca si esercitano con le modalita' stabilite dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 442, e successive modificazioni».
32. All'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, recante individuazione dei soggetti passivi dell'imposta regionale sulle attivita' produttive, la lettera d) e' sostituita dalla seguente:
«d) i produttori agricoli titolari di reddito agrario di cui all'articolo 32 del predetto testo unico, esclusi quelli con volume d'affari annuo non superiore a 7.000 euro, i quali si avvalgono del regime previsto dall'articolo 34, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, sempreche' non abbiano rinunciato all'esonero a norma del quarto periodo del citato comma 6 dell'articolo 34».
33. Al fine di consentire la semplificazione degli adempimenti a carico del cittadino ed al contempo conseguire una maggiore rispondenza del contenuto delle banche dati dell'Agenzia del territorio all'attualita' territoriale, a decorrere dal 1° gennaio 2007 le dichiarazioni relative all'uso del suolo sulle singole particelle catastali rese dai soggetti interessati nell'ambito degli adempimenti dichiarativi presentati agli organismi pagatori, riconosciuti ai fini dell'erogazione dei contributi agricoli, previsti dal regolamento (CE) n. 1782/03 del Consiglio, del 29 settembre 2003, e dal regolamento (CE) n. 796/2004 della Commissione, del 21 aprile 2004, esonerano i soggetti tenuti all'adempimento previsto dall'articolo 30 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. A tale fine la richiesta di contributi agricoli, contenente la dichiarazione di cui al periodo precedente relativamente all'uso del suolo, deve contenere anche gli elementi per consentire l'aggiornamento del catasto, ivi compresi quelli relativi ai fabbricati inclusi nell'azienda agricola, e, conseguentemente, risulta sostitutiva per il cittadino della dichiarazione di variazione colturale da rendere al catasto terreni stesso. All'atto della accettazione della suddetta dichiarazione l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) predispone una proposta di aggiornamento della banca dati catastale, attraverso le procedure informatizzate rilasciate dall'Agenzia del territorio ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701, e la trasmette alla medesima Agenzia per l'aggiornamento della banca dati. L'AGEA rilascia ai soggetti dichiaranti la ricevuta contenente la proposta dei nuovi redditi attribuiti alle particelle interessate, che ha valore di notifica. Qualora il soggetto dichiarante che riceve la notifica sia persona diversa dai titolari di diritti reali sugli immobili interessati dalle variazioni colturali, i nuovi redditi dovranno essere notificati a questi ultimi, utilizzando le informazioni contenute nelle suddette dichiarazioni. Tali redditi producono effetto fiscale, in deroga alle vigenti disposizioni, a decorrere dal 1° gennaio dell'anno in cui viene presentata la dichiarazione.
34. In sede di prima applicazione del comma 33, l'aggiornamento della banca dati catastale avviene sulla base dei dati contenuti nelle dichiarazioni di cui al medesimo comma 33, presentate dai soggetti interessati nell'anno 2006 e messe a disposizione della Agenzia del territorio dall'AGEA. L'Agenzia del territorio provvede a notificare i nuovi redditi ai titolari dei diritti reali sugli immobili oggetto delle variazioni colturali, anche sulla scorta delle informazioni contenute nelle suddette dichiarazioni. I nuovi redditi cosi' attribuiti producono effetti fiscali, in deroga alle vigenti disposizioni, dal 1° gennaio 2006. In tale caso non sono dovute le sanzioni previste dall'articolo 3 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471.
35. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia del territorio, sentita l'AGEA, sono stabilite le modalita' tecniche ed operative di interscambio dati e cooperazione operativa per l'attuazione dei commi 33 e 34, tenendo conto che l'AGEA si avvarra' degli strumenti e delle procedure di interscambio dati e cooperazione applicativa resi disponibili dal Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN).
36. L'Agenzia del territorio, anche sulla base delle informazioni fornite dall'AGEA e delle verifiche, amministrative, da telerilevamento e da sopralluogo sul terreno, dalla stessa effettuate nell'ambito dei propri compiti istituzionali, individua i fabbricati iscritti al catasto terreni per i quali siano venuti meno i requisiti per il riconoscimento della ruralita' ai fini fiscali, nonche' quelli che non risultano dichiarati al catasto e richiede ai titolari dei diritti reali la presentazione degli atti di aggiornamento catastale redatti ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701. La richiesta, contenente gli elementi constatati, tra i quali, qualora accertata, la data cui riferire la mancata presentazione della dichiarazione al catasto, e' notificata ai soggetti interessati. Se questi ultimi non ottemperano alla richiesta entro novanta giorni dalla data della notificazione, gli uffici provinciali dell'Agenzia del territorio provvedono con oneri a carico dell'interessato, alla iscrizione in catasto attraverso la predisposizione delle relative dichiarazioni redatte in conformita' al regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701, e a notificarne i relativi esiti. Le rendite catastali dichiarate o attribuite producono effetto fiscale, in deroga alle vigenti disposizioni, a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo alla data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, ovvero, in assenza di tale indicazione, dal 1° gennaio dell'anno di notifica della richiesta di cui al primo periodo. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia del territorio, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite modalita' tecniche ed operative per l'attuazione del presente comma. Si applicano le sanzioni per le violazioni previste dall'articolo 28 del regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, e successive modificazioni.
37. All'articolo 9, comma 3, lettera a), del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, dopo le parole: «l'immobile e' asservito» sono inserite le seguenti: «, sempreche' tali soggetti rivestano la qualifica di imprenditore agricolo, iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580,».
38. I fabbricati per i quali a seguito del disposto del comma 37 vengono meno i requisiti per il riconoscimento della ruralita' devono essere dichiarati al catasto entro la data del 30 giugno 2007. In tale caso non si applicano le sanzioni previste dall'articolo 28 del regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, e successive modificazioni. In caso di inadempienza si applicano le disposizioni contenute nel comma 36.
39. I trasferimenti erariali in favore dei comuni sono ridotti in misura pari al maggior gettito derivante, in relazione all'imposta comunale sugli immobili, dalle disposizioni dei commi da 33 a 38, secondo criteri e modalita' da stabilire con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. Con il predetto decreto, in particolare, si prevede che non siano ridotti i trasferimenti erariali in relazione alla eventuale quota di maggior gettito aggiuntivo rispetto a quello previsto.
40. Nelle unita' immobiliari censite nelle categorie catastali E/1, E/2, E/3, E/4, E/5, E/6 ed E/9 non possono essere compresi immobili o porzioni di immobili destinati ad uso commerciale, industriale, ad ufficio privato ovvero ad usi diversi, qualora gli stessi presentino autonomia funzionale e reddituale.
41. Le unita' immobiliari che per effetto del criterio stabilito nel comma 40 richiedono una revisione della qualificazione e quindi della rendita devono essere dichiarate in catasto da parte dei soggetti intestatari, entro nove mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto. In caso di inottemperanza, gli uffici provinciali dell'Agenzia del territorio provvedono, con oneri a carico dell'interessato, agli adempimenti previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701; in tale caso si applica la sanzione prevista dall'articolo 31 del regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, e successive modificazioni, per le violazioni degli articoli 20 e 28 dello stesso regio decreto-legge n. 652 del 1939, nella misura aggiornata dal comma 338 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311.
42. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia del territorio, nel rispetto delle disposizioni e nel quadro delle regole tecniche previste dal codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto e da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, sono stabilite le modalita' tecniche e operative per l'applicazione delle disposizioni di cui ai commi 40 e 41, nonche' gli oneri di cui al comma 41.
43. Le rendite catastali dichiarate ovvero attribuite ai sensi dei commi 40, 41 e 42 producono effetto fiscale a decorrere dal 1° gennaio 2007.
44. Decorso inutilmente il termine di nove mesi previsto dal comma 41, si rende comunque applicabile l'articolo 1, comma 336, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successivi provvedimenti attuativi.
45. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il moltiplicatore previsto dal comma 5 dell'articolo 52 del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, da applicare alle rendite catastali dei fabbricati classificati nel gruppo catastale B, e' rivalutato nella misura del 40 per cento.
46. I trasferimenti erariali in favore dei comuni sono ridotti in misura pari al maggior gettito derivante in relazione all'imposta comunale sugli immobili dalle disposizioni dei commi da 40 a 45, secondo criteri e modalita' da stabilire con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. Con il predetto decreto, in particolare, si prevede che non siano ridotti i trasferimenti erariali in relazione alla eventuale quota di maggior gettito aggiuntivo rispetto a quello previsto.
47. E' istituita l'imposta sulle successioni e donazioni sui trasferimenti di beni e diritti per causa di morte, per donazione o a titolo gratuito e sulla costituzione di vincoli di destinazione, secondo le disposizioni del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta sulle successioni e donazioni, di cui al decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, nel testo vigente alla data del 24 ottobre 2001, fatto salvo quanto previsto dai commi da 48 a 54.
48. I trasferimenti di beni e diritti per causa di morte sono soggetti all'imposta di cui al comma 47 con le seguenti aliquote sul valore complessivo netto dei beni:
a) devoluti a favore del coniuge e dei parenti in linea retta sul valore complessivo netto eccedente, per ciascun beneficiario, 1.000.000 di euro: 4 per cento;
b) devoluti a favore degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta, nonche' degli affini in linea collaterale fino al terzo grado: 6 per cento;
c) devoluti a favore di altri soggetti: 8 per cento.
49. Per le donazioni e gli atti di trasferimento a titolo gratuito di beni e diritti e la costituzione di vincoli di destinazione di beni l'imposta e' determinata dall'applicazione delle seguenti aliquote al valore globale dei beni e dei diritti al netto degli oneri da cui e' gravato il beneficiario diversi da quelli indicati dall'articolo 58, comma 1, del citato testo unico di cui al decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, ovvero, se la donazione e' fatta congiuntamente a favore di piu' soggetti o se in uno stesso atto sono compresi piu' atti di disposizione a favore di soggetti diversi, al valore delle quote dei beni o diritti attribuiti:
a) a favore del coniuge e dei parenti in linea retta sul valore complessivo netto eccedente, per ciascun beneficiario, 1.000.000 di euro: 4 per cento;
b) a favore degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta, nonche' degli affini in linea collaterale fino al terzo grado: 6 per cento;
c) a favore di altri soggetti: 8 per cento.
50. Per quanto non disposto dai commi da 47 a 49 e da 51 a 54 si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni previste dal citato testo unico di cui al decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, nel testo vigente alla data del 24 ottobre 2001.
51. Con cadenza quadriennale, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze si procede all'aggiornamento degli importi esenti dall'imposta tenendo conto dell'indice del costo della vita.
52. Sono abrogate le seguenti disposizioni:
a) articolo 7, commi da 1 a 2-quater, del testo unico di cui al decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, e successive modificazioni;
b) articolo 12, commi 1-bis e 1-ter, del testo unico di cui al decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346;
c) articolo 56, commi da 1 a 3, del testo unico di cui al decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, e successive modificazioni;
d) articolo 13 della legge 18 ottobre 2001, n. 383.
53. Le disposizioni dei commi da 47 a 52 hanno effetto per gli atti pubblici formati, per gli atti a titolo gratuito fatti, per le scritture private autenticate e per le scritture private non autenticate presentate per la registrazione dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, nonche' per le successioni apertesi dal 3 ottobre 2006. Le stesse decorrenze valgono per le imposte ipotecaria e catastale concernenti gli atti e le dichiarazioni relativi alle successioni di cui al periodo precedente.
54. Quota parte delle maggiori entrate derivanti dai commi da 47 a 52, per un importo pari a 10 milioni di euro per l'anno 2007, 41 milioni di euro per l'anno 2008 e 50 milioni di euro per l'anno 2009, e' destinata ad un fondo per finanziare interventi volti ad elevare il livello di sicurezza nei trasporti pubblici locali e il loro sviluppo, da istituire con la legge finanziaria per il 2007.
55. All'articolo 2, primo comma, lettera d), del testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio 1953, n. 39, dopo le parole: «per gli autoveicoli di peso complessivo a pieno carico inferiore a 12 tonnellate» sono aggiunte le seguenti: «ad eccezione dei veicoli che, pur immatricolati o reimmatricolati come N1, abbiano quattro o piu' posti e una portata inferiore a chilogrammi 700, per i quali la tassazione continua ad essere effettuata in base alla potenza effettiva dei motori».
56. L'aliquota di accisa sui gas di petrolio liquefatti (GPL) usati come carburante, di cui all'allegato I del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali ed amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni, e' ridotta a euro 227,77 per mille chilogrammi di prodotto.
57. L'aliquota di accisa sul gasolio usato come carburante, di cui all'allegato I citato nel comma 56, e' aumentata a euro 416,00 per mille litri di prodotto.
58. Per i soggetti di cui all'articolo 5, commi 1 e 2, del decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 452, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 16, il maggior onere conseguente alla disposizione di cui al comma 57 e' rimborsato, anche mediante la compensazione di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, a seguito della presentazione di apposita dichiarazione ai competenti uffici dell'Agenzia delle dogane, secondo le modalita' e con gli effetti previsti dal regolamento recante disciplina dell'agevolazione fiscale a favore degli esercenti le attivita' di trasporto merci, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 giugno 2000, n. 277. Tali effetti rilevano altresi' ai fini delle disposizioni di cui al titolo I del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446. Sono fatti salvi gli effetti derivanti dalle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 10, del decreto-legge 21 febbraio 2005, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 aprile 2005, n. 58.
59. Per gli interventi finalizzati a promuovere l'utilizzo di GPL e metano per autotrazione, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 25 settembre 1997, n. 324, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 novembre 1997, n. 403, e successive modificazioni, e' autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
60. In deroga a quanto disposto dal testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio 1953, n. 39, dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e dall'articolo 2, comma 22, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e fatto salvo quanto previsto dall'articolo 17, comma 5, lettera a), della legge 27 dicembre 1997, n. 449, le regioni possono esentare dal pagamento della tassa automobilistica regionale i veicoli nuovi a doppia alimentazione a benzina/GPL o a benzina/metano, appartenenti alle categorie internazionali M1 ed N1 ed immatricolati per la prima volta dopo la data di entrata in vigore del presente decreto, per il primo periodo fisso di cui all'articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 18 novembre 1998, n. 462, e per le cinque annualita' successive. Per le medesime categorie di veicoli, dotate di doppia alimentazione, restano ferme le agevolazioni gia' disposte da precedenti provvedimenti regionali.
61. Le regioni possono esentare dal pagamento della tassa automobilistica regionale per cinque annualita' successive i veicoli immatricolati prima della data di entrata in vigore del presente decreto, conformi alla direttiva n. 94/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 marzo 1994, appartenenti alle categorie internazionali M1 ed N1 su cui viene installato un sistema di alimentazione a GPL o a metano, collaudato in data successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto.
62. Le cinque annualita' di cui al comma 61 decorrono dal periodo d'imposta seguente a quello durante il quale avviene il collaudo dell'installazione del sistema di alimentazione a GPL o metano se il veicolo ha gia' corrisposto la tassa automobilistica per tale periodo, ovvero dal periodo d'imposta nel quale avviene il collaudo dell'installazione del sistema GPL o metano se l'obbligo del pagamento della tassa automobilistica e' stato precedentemente interrotto ai sensi di legge.
63. A decorrere dai pagamenti successivi al 1° gennaio 2007, la tassa automobilistica di possesso sui motocicli e' rideterminata nelle misure riportate nella tabella 1 allegata al presente decreto.
64. I trasferimenti erariali in favore delle regioni sono ridotti in misura pari al maggior gettito derivante dalle disposizioni di cui ai commi 55 e 63.
65. Alla tabella delle tasse ipotecarie allegata al testo unico delle disposizioni concernenti le imposte ipotecaria e catastale, di cui al decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 347, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al numero d'ordine 1.2 la tariffa in euro e' sostituita dalla seguente: «55,00»;
b) al numero d'ordine 4.1 le Note sono sostituite dalle seguenti: «L'importo e' dovuto anticipatamente. Il servizio sara' fornito progressivamente su base convenzionale ai soli soggetti autorizzati alla riutilizzazione commerciale. La tariffa e' raddoppiata per richieste relative a piu' di una circoscrizione o sezione staccata»;
c) il numero d'ordine 7 e' sostituito dal seguente:
«7. Trasmissione telematica di elenco dei soggetti presenti nelle formalita' di un determinato giorno:
7.1. per ogni soggetto: 4,00 - L'importo e' dovuto anticipatamente. Il servizio sara' fornito progressivamente su base convenzionale ai soli soggetti autorizzati alla riutilizzazione commerciale. Fino all'attivazione del servizio di trasmissione telematica l'elenco dei soggetti continua ad essere fornito su supporto cartaceo a richiesta di chiunque, previo pagamento del medesimo tributo di euro 4,00 per ogni soggetto».
66. A valere sulle maggiori entrate derivanti dal comma 65 e dal comma 67, al netto di 12 milioni di euro per l'anno 2006 e di 10 milioni di euro per 1'anno 2007, e' istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze un apposito fondo per finanziare le attivita' connesse al conferimento ai comuni delle funzioni catastali. Il fondo di cui al presente comma e' comunque incrementato, per l'anno 2008, di 10 milioni di euro.
67. Il titolo III della tabella A allegata al decreto-legge 31 luglio 1954, n. 533, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 settembre 1954, n. 869, come da ultimo sostituito dall'allegato 2-quinquies alla legge 30 dicembre 2004, n. 311, e' sostituito da quello di cui alla tabella 2 allegata al presente decreto.
68. Le consultazioni catastali sono eseguite secondo le modalita' stabilite con provvedimento del direttore dell'Agenzia del territorio.
69. All'articolo 14-quinquies, comma 1, del decreto-legge 30 giugno 2005, n. 115, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 agosto 2005, n. 168, e successive modificazioni, le parole: «31 ottobre 2006» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2006».
70. Nell'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, come modificato dall'articolo 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 506, le parole: «30 novembre» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre».
71. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nell'articolo 51, comma 4, lettera a), le parole: «30 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «50 per cento»;
b) nell'articolo 164, comma 1:
1) all'alinea, le parole: «secondo i seguenti criteri» sono sostituite dalle seguenti: «solo se rientranti in una delle fattispecie previste nelle successive lettere a), b) e b-bis)»;
2) alla lettera a), numero 2), le parole: «o dati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo d'imposta» sono soppresse;
3) alla lettera b), le parole da: «nella misura del 50 per cento» fino a: «per i veicoli utilizzati dai soggetti esercenti attivita' di agenzia o di rappresentanza di commercio» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura dell'80 per cento relativamente alle autovetture ed autocaravan, di cui alle predette lettere dell'articolo 54 del citato decreto legislativo n. 285 del 1992, ai ciclomotori e motocicli utilizzati da soggetti esercenti attivita' di agenzia o di rappresentanza di commercio in modo diverso da quello indicato alla lettera a), numero 1)»; nella stessa lettera, le parole: «nella suddetta misura del 50 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 25 per cento»;
4) dopo la lettera b), e' aggiunta la seguente:
«b-bis) per i veicoli dati in uso promiscuo ai dipendenti, e' deducibile l'importo costituente reddito di lavoro».
72. In deroga all'articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, recante disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente, le norme del comma 71 del presente articolo hanno effetto a partire dal periodo d'imposta in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto. Tuttavia, ai soli fini dei versamenti in acconto delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attivita' produttive relative a detto periodo ed a quelli successivi, il contribuente puo' continuare ad applicare le previgenti disposizioni. Con regolamento ministeriale da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, si provvede alla modifica delle misure recate dal comma 71 del presente articolo, tenuto conto degli effetti finanziari derivanti dalla concessione all'Italia da parte del Consiglio dell'Unione europea dell'autorizzazione, ai sensi dell'articolo 27 della direttiva n. 77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977, a stabilire una misura ridotta della percentuale di detrazione dell'imposta sul valore aggiunto assolta per gli acquisti di beni e delle relative spese di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 19-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. La modifica e' effettuata, in particolare, tenuto conto degli effetti economici derivanti da ciascuna delle misure recate dal medesimo comma 71 del presente articolo.
73. Nel testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, nel secondo periodo della nota (1) all'articolo 26, comma 1, dopo le parole: «Si considerano compresi negli usi industriali gli impieghi del gas metano» sono aggiunte le seguenti: «nel settore della distribuzione commerciale,».
74. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 dell'art. 8 del decreto- legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, non si applicano fino al 31 dicembre 2006 alla concessione di incentivi per attivita' produttive, di cui all'articolo 2, comma 203, lettere d), e) e f), della legge 23 dicembre 1996, n. 662.
75. Le proposte di contratti di programma gia' approvate dal CIPE ai sensi dell'articolo 8 del citato decreto-legge n. 35 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 80 del 2005, in assenza del decreto di disciplina dei criteri, delle condizioni e delle modalita' di concessione delle agevolazioni, previsto dal comma 2 del medesimo articolo 8, sono revocate e riesaminate dal Ministero dello sviluppo economico per l'eventuale concessione delle agevolazioni sulla base della deroga di cui al comma 74 e del decreto di cui al comma 76.
76. In conseguenza degli effetti della deroga di cui al comma 74 e delle disposizioni di cui al comma 75, le risorse gia' attribuite dal CIPE al Fondo di cui all'articolo 60 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, per il finanziamento degli interventi di cui al predetto comma 74 con vincolo di utilizzazione per la concessione delle agevolazioni sulla base delle disposizioni di cui ai citati commi 1 e 2 dell'articolo 8 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, sono prioritariamente utilizzate dal Ministero dello sviluppo economico per la copertura degli oneri derivanti dalla concessione di incentivi gia' disposti ai sensi dell'articolo 2, comma 203, lettera e), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, che, a seguito della riduzione di assegnazione operata con la Tabella E allegata alla legge 23 dicembre 2005, n. 266, risultano privi, anche parzialmente, della copertura finanziaria. Le eventuali risorse residue, unitamente a quelle di cui al comma 77, possono essere utilizzate dal Ministero dello sviluppo economico per la concessione di agevolazioni relative agli interventi di cui al comma 75; a tale fine il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, provvede a determinare, diminuendole, le intensita' massime degli aiuti concedibili.
77. In relazione alla ritardata attivazione del Fondo di cui al comma 354 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, le autorizzazioni di spesa di cui al comma 361 dell'articolo 1 della medesima legge n. 311 del 2004, sono rideterminate per gli anni 2006, 2007 e 2008, rispettivamente, in 5, 15 e 50 milioni di euro. Le restanti risorse gia' poste a carico del Fondo per le aree sottoutilizzate e del Fondo unico per gli incentivi alle imprese, in applicazione di quanto disposto dal citato comma 361, per un importo, rispettivamente pari a 95 milioni di euro e a 50 milioni di euro per l'anno 2006, a 135 milioni per l'anno 2007 ed a 100 milioni per l'anno 2008, affluiscono al Fondo unico per gli incentivi alle imprese per le finalita' di cui al comma 76.
78. Al fine di assicurare l'invarianza del limite di cui all'articolo 1, comma 33, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, in conseguenza della deroga di cui al comma 74, il Ministero dello sviluppo economico riduce, eventualmente, l'ammontare dei pagamenti relativi agli altri strumenti da esso gestiti.
79. Allo scopo di assicurare il tempestivo completamento delle iniziative imprenditoriali gia' avviate e che, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, risultino avere raggiunto almeno il 55 per cento dell'investimento mediante agevolazioni a valere sui contratti d'area, per le quali sia stata necessaria la notifica alla Comunita' europea ai sensi della disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, il termine di cui alla lettera e) del comma 3 dell'articolo 12 del regolamento di cui al decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica 31 luglio 2000, n. 320, deve intendersi decorrere dall'ultima autorizzazione amministrativa necessaria per l'esecuzione dell'opera, se posteriore alla ricezione dell'autorizzazione della Comunita' europea.
80. All'articolo 1, comma 276, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo periodo, le parole: «l'Agenzia del demanio» sono sostituite dalle seguenti: «il Dipartimento del tesoro»;
b) al secondo periodo, le parole: «l'Agenzia del demanio» sono sostituite dalle seguenti: «il Dipartimento del tesoro»;
c) l'ultimo periodo e' sostituito dal seguente: «L'anticipazione e' regolata con prelevamento dall'apposito conto corrente di tesoreria non appena vi saranno affluite le risorse corrispondenti».
81. All'articolo 1, comma 6-bis, del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo periodo, dopo le parole: «di proprieta' di Ferrovie dello Stato S.p.a.» sono inserite le seguenti: «o delle societa' dalla stessa direttamente o indirettamente controllate»;
b) il terzo periodo e' soppresso.
82. In occasione del primo aggiornamento del piano finanziario che costituisce parte della convenzione accessiva alle concessioni autostradali, ovvero della prima revisione della convenzione medesima, successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, nonche' in occasione degli aggiornamenti periodici del piano finanziario ovvero delle successive revisioni periodiche della convenzione, il Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, assicura che tutte le clausole convenzionali in vigore, nonche' quelle conseguenti all'aggiornamento ovvero alla revisione, siano inserite in una convenzione unica, avente valore ricognitivo per le parti diverse da quelle derivanti dall'aggiornamento ovvero dalla revisione. La convenzione unica, che sostituisce ad ogni effetto la convenzione originaria, nonche' tutti i relativi atti aggiuntivi, deve perfezionarsi entro un anno dalla data di scadenza dell'aggiornamento periodico ovvero da quella in cui si creano i presupposti per la revisione della convenzione; in fase di prima applicazione, la convenzione unica e' perfezionata entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
83. Le clausole della convenzione unica di cui al comma 82 sono in ogni caso adeguate in modo da assicurare:
a) la determinazione del saggio di adeguamento annuo delle tariffe e il riallineamento in sede di revisione periodica delle stesse in ragione dell'evoluzione del traffico, della dinamica dei costi nonche' del tasso di efficienza e qualita' conseguibile dai concessionari;
b) la destinazione della extraprofittabilita' generata in virtu' dello svolgimento sui sedimi demaniali di attivita' commerciali;
c) il recupero della parte degli introiti tariffari relativi a impegni di investimento programmati nei piani finanziari e non realizzati nel periodo precedente;
d) il riconoscimento degli adeguamenti tariffari dovuti per investimenti programmati del piano finanziario esclusivamente a fronte della effettiva realizzazione degli stessi investimenti, accertata dal concedente;
e) la specificazione del quadro informativo minimo dei dati economici, finanziari, tecnici e gestionali che le societa' concessionarie trasmettono annualmente, anche telematicamente, ad ANAS S.p.a. per l'esercizio dei suoi poteri di vigilanza e controllo nei riguardi dei concessionari, e che, a propria volta, ANAS S.p.a. rende analogamente disponibili al Ministro delle infrastrutture per l'esercizio delle sue funzioni di indirizzo, controllo nonche' vigilanza tecnica ed operativa su ANAS S.p.a.; l'esercizio, da parte di ANAS S.p.a., del potere di direttiva e di ispezione in ordine alle modalita' di raccolta, elaborazione e trasmissione dei dati da parte dei concessionari;
f) la individuazione del momento successivamente al quale l'eventuale variazione degli oneri di realizzazione dei lavori rientra nel rischio d'impresa del concessionario, salvo i casi di forza maggiore o di fatto del terzo;
g) il riequilibrio dei rapporti concessori, in particolare per quanto riguarda l'utilizzo a fini reddituali ovvero la valorizzazione dei sedimi destinati a scopi strumentali o collaterali rispetto a quelli della rete autostradale;
h) l'introduzione di sanzioni a fronte di casi di inadempimento delle clausole della convenzione imputabile al concessionario, anche a titolo di colpa; la graduazione di tali sanzioni in funzione della gravita' dell'inadempimento;
i) l'introduzione di meccanismi tesi alla migliore realizzazione del principio di effettivita' della clausola di decadenza dalla concessione, nonche' di maggiore efficienza, efficacia ed economicita' del relativo procedimento nel rispetto del principio di partecipazione e del contraddittorio.
84. Gli schemi di convenzione unica, redatti conformemente a quanto stabilito dal comma 83, sentiti il Nucleo di consulenza per l'attuazione delle linee guida sulla regolazione dei servizi di pubblica utilita' (NARS), le associazioni rappresentative delle societa' concessionarie, nonche' le associazioni di consumatori e di utenti, che devono pronunciarsi nel termine di quindici giorni, sono sottoposti all'esame del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), che si intende assolto positivamente in caso di mancata deliberazione entro quarantacinque giorni dalla richiesta di iscrizione all'ordine del giorno. Gli schemi di convenzione, unitamente alle eventuali osservazioni del CIPE, sono successivamente trasmessi alle Camere per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario. Il parere e' reso entro trenta giorni dalla trasmissione. Decorso il predetto termine senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, le convenzioni possono essere comunque adottate.
85. All'articolo 11 della legge 23 dicembre 1992, n. 498, il comma 5 e' sostituito dai seguenti:
«5. Le societa' concessionarie autostradali sono soggette ai seguenti obblighi:
a) certificare il bilancio, anche se non quotate in borsa, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1975, n. 136, in quanto applicabile;
b) mantenere adeguati requisiti di solidita' patrimoniale, come individuati con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture;
c) agire a tutti gli effetti come amministrazione aggiudicatrice negli affidamenti di lavori, forniture servizi e in tale veste attuare gli affidamenti nel rispetto del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni;
d) sottoporre all'approvazione di ANAS S.p.a. gli schemi dei bandi di gara delle procedure di aggiudicazione; vietare la partecipazione alle gare per l'aggiudicazione dei contratti nei confronti delle societa', comunque collegate ai concessionari, che abbiano realizzato la relativa progettazione. Di conseguenza, cessa di avere applicazione, a decorrere dal 3 ottobre 2006, la deliberazione del Consiglio dei ministri in data 16 maggio 1997, relativa al divieto di partecipazione all'azionariato stabile di Autostrade S.p.a. di soggetti che operano in prevalenza nei settori delle costruzioni e della mobilita';
e) prevedere nel proprio statuto che l'assunzione della carica di amministratore sia subordinata al possesso di speciali requisiti di onorabilita', professionalita' ed indipendenza, ai sensi dell'articolo 2387 del codice civile e dell'articolo 10 della direttiva 2003/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2003;
f) nei casi di cui alle lettere c) e d), le commissioni di gara per l'aggiudicazione dei contratti sono nominate dal Ministro delle infrastrutture. Restano fermi i poteri di vigilanza dell'Autorita' di cui all'articolo 6 del codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. La composizione del consiglio dell'Autorita' e' aumentata di due membri con oneri a carico del suo bilancio. Il presidente dell'Autorita' e' scelto fra i componenti del consiglio.
5-bis. Con decreto del Ministro delle infrastrutture sono stabiliti i casi in cui i progetti relativi alle opere da realizzare da parte di ANAS S.p.a. e delle altre concessionarie devono essere sottoposte al parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici per la loro valutazione tecnico-economica».
86. ANAS S.p.a., nell'ambito dei compiti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 26 febbraio 1994, n. 143:
a) richiede informazioni ed effettua controlli, con poteri di ispezione, di accesso, di acquisizione della documentazione e delle notizie utili in ordine al rispetto degli obblighi di cui alle convenzioni di concessione e all'articolo 11, comma 5, della legge 23 dicembre 1992, n. 498, come sostituito dal comma 85 del presente articolo, nonche' dei propri provvedimenti;
b) emana direttive concernenti l'erogazione dei servizi da parte dei concessionari, definendo in particolare i livelli generali di qualita' riferiti al complesso delle prestazioni e i livelli specifici di qualita' riferiti alla singola prestazione da garantire all'utente, sentiti i concessionari e i rappresentanti degli utenti e dei consumatori;
c) emana direttive per la separazione contabile e amministrativa e verifica i costi delle singole prestazioni per assicurare, tra l'altro, la loro corretta disaggregazione e imputazione per funzione svolta, provvedendo quindi al confronto tra essi e i costi analoghi in altri Paesi e assicurando la pubblicizzazione dei dati;
d) irroga, salvo che il fatto costituisca reato, in caso di inosservanza degli obblighi di cui alle convenzioni di concessione e di cui all'articolo 11, comma 5, della legge 23 dicembre 1992, n. 498, come sostituito dal comma 85 del presente articolo, nonche' dei propri provvedimenti o in caso di mancata ottemperanza da parte dei concessionari alle richieste di informazioni o a quelle connesse all'effettuazione dei controlli, ovvero nel caso in cui le informazioni e i documenti acquisiti non siano veritieri, sanzioni amministrative pecuniarie non inferiori nel minimo a euro 25.000 e non superiori nel massimo a euro 150 milioni, per le quali non e' ammesso quanto previsto dall'articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689; in caso di reiterazione delle violazioni ha la facolta' di proporre al Ministro competente la sospensione o la decadenza della concessione;
e) segnala all'Autorita' garante della concorrenza e del mercato, con riferimento agli atti e ai comportamenti delle imprese sottoposte al proprio controllo, nonche' di quelle che partecipano agli affidamenti di lavori, forniture e servizi effettuate da queste, la sussistenza di ipotesi di violazione della legge 10 ottobre 1990, n. 287.
87. Nel caso in cui il concessionario, in occasione del primo aggiornamento del piano finanziario ovvero della prima revisione della convenzione di cui al comma 82, dichiari espressamente di non voler aderire alla convenzione unica redatta conformemente a quanto previsto dal comma 83, il rapporto concessorio si estingue. ANAS S.p.a. assume temporaneamente la gestione diretta delle attivita' del concessionario per il tempo necessario a consentirne la messa in gara. Nel conseguente bando di gara devono essere previste speciali garanzie di stabilita' presso il concessionario subentrante per il personale del concessionario cessato, dipendente dello stesso da almeno un anno prima della dichiarazione di cui al primo periodo. Con decreto del Ministero delle infrastrutture, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sono stabiliti i termini e le modalita' per l'esercizio delle eventuali istanze di indennizzo del concessionario cessato.
88. Nel caso in cui la convenzione unica, da redigere conformemente a quanto previsto dal comma 83, non si perfezioni entro il termine di cui al comma 82 per fatto imputabile al concessionario, quest'ultimo decade, previa contestazione dell'addebito e nel rispetto del principio di partecipazione e del contraddittorio, dalla concessione ed ANAS S.p.a. provvede ai sensi del comma 87 per la gestione delle sue attivita'. Si procede in modo analogo qualora ANAS S.p.a. ritenga motivatamente di non accettare la proposta alternativa che il concessionario formuli anteriormente al quarto mese precedente la scadenza del termine di cui al comma 82.
89. All'articolo 21 del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 355, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 5 e' sostituito dal seguente:
«5. Il concessionario comunica al concedente, entro il 30 settembre di ogni anno, le variazioni tariffarie. Il concedente, nei successivi quarantacinque giorni, previa verifica della correttezza delle variazioni tariffarie, trasmette la comunicazione, nonche' una sua proposta, ai Ministri delle infrastrutture e dell'economia e delle finanze, i quali, di concerto, approvano le variazioni nei trenta giorni successivi al ricevimento della comunicazione; decorso tale termine senza una determinazione espressa, il silenzio equivale a diniego di approvazione. Fermo quanto stabilito nel primo e secondo periodo, in presenza di un nuovo piano di interventi aggiuntivi, comportante rilevanti investimenti, il concessionario comunica al concedente, entro il 15 novembre di ogni anno, la componente investimenti del parametro X relativo a ciascuno dei nuovi interventi aggiuntivi, che va ad integrare le variazioni tariffarie comunicate dal concessionario entro il 30 settembre. Il concedente, nei successivi quarantacinque giorni, previa verifica della correttezza delle integrazioni tariffarie, trasmette la comunicazione, nonche' una sua proposta, ai Ministri delle infrastrutture e dell'economia e delle finanze, i quali, di concerto, approvano le integrazioni tariffarie nei trenta giorni successivi al ricevimento della comunicazione; decorso tale termine senza una determinazione espressa, il silenzio equivale a diniego di approvazione»;
b) i commi 1, 2 e 6 sono abrogati.
90. Dall'attuazione dei commi da 82 a 89 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
91. All'articolo 1 della legge 17 dicembre 1971, n. 1158, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nel primo comma, le parole: «ad una societa' per azioni al cui capitale sociale partecipi direttamente o indirettamente l'Istituto per la ricostruzione industriale con almeno il 51 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «ad una societa' per azioni al cui capitale sociale partecipano ANAS S.p.a.. le regioni Sicilia e Calabria, nonche' altre societa' controllate dallo Stato e amministrazioni ed enti pubblici. Tale societa' per azioni e' altresi' autorizzata a svolgere all'estero, quale impresa di diritto comune ed anche attraverso societa' partecipate, attivita' di individuazione, progettazione, promozione, realizzazione e gestione di infrastrutture trasportistiche e di opere connesse»;
b) il secondo comma e' abrogato.
92. Le risorse finanziarie inerenti agli impegni assunti da Fintecna S.p.a. nei confronti di Stretto di Messina S.p.a., al fine della realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente, una volta trasferite ad altra societa' controllata dallo Stato le azioni di Stretto di Messina S.p.a. possedute da Fintecna S.p.a., sono attribuite al Ministero dell'economia e delle finanze ed iscritte, previo versamento in entrata, in apposito capitolo di spesa dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture «Interventi per la realizzazione di opere infrastrutturali e di tutela dell'ambiente e difesa del suolo in Sicilia e in Calabria».
93. Le risorse di cui al comma 92, nel rispetto del principio di addizionalita', sono assegnate per il 90 per cento alla realizzazione di opere infrastrutturali e per il 10 per cento ad interventi a tutela dell'ambiente e della difesa del suolo. Le suddette risorse sono destinate, per il 70 per cento, ad interventi nella regione Sicilia e, per la restante parte, ad interventi nella regione Calabria. Le modalita' di utilizzo sono stabilite, per la parte relativa agli interventi infrastrutturali, con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con le regioni Sicilia e Calabria, e, per la parte relativa agli interventi in materia ambientale, con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con le regioni Sicilia e Calabria.
94. Ai fini della riduzione della spesa relativa agli incarichi di dirigenza generale nel Ministero per i beni e le attivita' culturali, l'articolo 54 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, e' sostituito dal seguente:
«Art. 54 (Ordinamento). 1. - Il Ministero si articola in non piu' di dieci uffici dirigenziali generali centrali e in diciassette uffici dirigenziali generali periferici, coordinati da un Segretario generale, nonche' in due uffici dirigenziali generali presso il Gabinetto del Ministro. Sono inoltre conferiti, ai sensi dell'articolo 19, comma 10, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, due incarichi di funzioni dirigenziali di livello generale presso il collegio di direzione del Servizio di controllo interno del Ministero.
2. L'individuazione e l'ordinamento degli uffici del Ministero sono stabiliti ai sensi dell'articolo 4».
95. L'articolazione di cui all'articolo 54 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, come modificato dal comma 94 del presente articolo, entra in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2007. Fino all'adozione del nuovo regolamento di organizzazione restano comunque in vigore le disposizioni del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 giugno 2004, n. 173, in quanto compatibili con l'articolazione del Ministero.
96. Al decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 3, comma 2, le parole: «dal Capo del dipartimento per i beni culturali e paesaggistici» sono sostituite dalle seguenti: «dal Segretario generale del Ministero»;
b) all'articolo 7, comma 2, le parole: «del dipartimento per i beni culturali e paesaggistici» sono sostituite dalle seguenti: «del Ministero»;
c) all'articolo 7, comma 3, le parole: «sentito il capo del dipartimento per i beni culturali e paesaggistici» sono sostituite dalle seguenti: «sentito il Segretario generale del Ministero».
97. All'articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 8 gennaio 2004, n. 3, le parole: «tre anni» sono sostituite dalle seguenti: «sei anni».
98. All'articolo 1 del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 19-bis, il secondo periodo e' sostituito dal seguente: «Per l'esercizio di tali funzioni e' istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo, articolato in due uffici dirigenziali di livello generale, che, in attesa dell'adozione dei provvedimenti di riorganizzazione, subentra nelle funzioni della Direzione generale del turismo che e' conseguentemente soppressa»;
b) al comma 19-quater, il primo periodo e' sostituito dal seguente: «Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo sono trasferite le risorse finanziarie corrispondenti alla riduzione della spesa derivante dall'attuazione del comma 1, nonche' le dotazioni strumentali e di personale della soppressa Direzione generale del turismo del Ministero delle attivita' produttive»;
c) al comma 19-quater, e' aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato a provvedere, per l'anno 2006, con propri decreti, al trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri delle risorse finanziarie della soppressa Direzione generale del turismo iscritte nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico nonche' delle risorse corrispondenti alla riduzione della spesa derivante dall'attuazione del comma 1, da destinare all'istituzione del Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del turismo».
99. Le modalita' di attuazione dei commi da 94 a 98 devono, in ogni caso, essere tali da garantire l'invarianza della spesa da assicurare anche mediante compensazione e conseguente soppressione di uffici di livello dirigenziale generale e non generale delle amministrazioni interessate.
100. Per fronteggiare indifferibili esigenze di funzionamento del sistema museale statale ed al fine di assicurare il corretto svolgimento delle funzioni istituzionali, con particolare riferimento al personale con qualifica dirigenziale, in deroga a quanto previsto dall'articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, il Ministero per i beni e le attivita' culturali e' autorizzato ad avviare appositi concorsi pubblici per il reclutamento di un contingente di quaranta unita' nella qualifica di dirigente di seconda fascia tramite concorso pubblico per titoli ed esami.
101. Per le finalita' di cui al comma 100 e' autorizzata la spesa di 1 milione di euro per l'anno 2006 e di 4 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2007.
102. Per l'anno 2007, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43.
103. La localizzazione degli interventi di Arcus S.p.a., nonche' il controllo e la vigilanza sulla realizzazione dei medesimi interventi sono effettuati di concerto dai Ministri delle infrastrutture e per i beni e le attivita' culturali, con modalita' che saranno definite con decreto interministeriale. E' affidata ad Arcus S.p.a. la prosecuzione delle opere di cui all'articolo 1, comma 1, della legge 12 luglio 1999, n. 237, utilizzando l'attuale stazione appaltante. Al fine di cui al precedente periodo, e' autorizzata la spesa di 7,9 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, pari a 7,9 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unita' previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attivita' culturali.
104. All'articolo 1 della legge 11 novembre 2003, n. 310, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 5, al primo periodo, le parole: «tre anni» sono sostituite dalle seguenti: «cinque anni» e, al secondo periodo, la parola: «2008» e' sostituita dalla seguente: «2010»;
b) il comma 6 e' abrogato.
105. Al fine di garantire la celere ripresa delle attivita' culturali di pubblico interesse presso il Teatro Petruzzelli di Bari, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il comune di Bari acquista la proprieta' dell'intero immobile sede del predetto Teatro, ivi incluse tutte le dotazioni strumentali e le pertinenze, libera da ogni peso, condizione e diritti di terzi.
106. Con uno o piu' provvedimenti, il prefetto di Bari determina l'indennizzo spettante ai proprietari ai sensi della vigente normativa in materia di espropriazioni, dedotte tutte le somme gia' liquidate dallo Stato e dagli enti territoriali per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari fino alla data di entrata in vigore del presente decreto. Il prefetto di Bari cura, altresi', l'immediata immissione del comune di Bari nel possesso dell'intero immobile, da trasferire nella proprieta' comunale ai sensi del comma 105.
107. E' assegnato al Ministero per i beni e le attivita' culturali un contributo di 8 milioni di euro per l'anno 2007 per il completamento dei lavori di ristrutturazione del Teatro Petruzzelli di Bari.
108. All'articolo 9 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, dopo il comma 12 e' aggiunto il seguente:
«12-bis. Ai Presidenti, ai vice presidenti e agli altri componenti dei Consigli direttivi nonche' ai componenti dei Collegi dei revisori dei conti degli Enti parco, ivi compresi quelli di cui al comma 1 dell'articolo 35, spetta un'indennita' di carica articolata in un compenso annuo fisso e in gettoni di presenza per la partecipazione alle riunioni del Consiglio direttivo e della Giunta esecutiva, nell'ammontare fissato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, secondo quanto disposto dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 gennaio 2001, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 37 del 14 febbraio 2001, e con la procedura indicata nella circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri 4993/IV.1.1.3 del 29 maggio 2001».
109. Al fine di garantire la razionalizzazione dei controlli ambientali e l'efficienza dei relativi interventi attraverso il rafforzamento delle misure di coordinamento tra le istituzioni operanti a livello nazionale e quelle regionali e delle province autonome, l'assetto organizzativo dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) di cui agli articoli 8, 9, 38 e 39 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e' modificato come segue:
a) l'APAT e' persona giuridica di diritto pubblico ad ordinamento autonomo, dotata di autonomia tecnico-scientifica, regolamentare, organizzativa, gestionale, patrimoniale, finanziaria e contabile;
b) sono organi dell'Agenzia:
1) il presidente, con funzioni di rappresentanza dell'Agenzia, nominato, con incarico quinquennale, tra persone aventi comprovata esperienza e professionalita', con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
2) il consiglio di amministrazione, composto da quattro membri oltre al presidente, aventi comprovata esperienza e professionalita', nominati con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per due di essi, su proposta della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Il consiglio di amministrazione dura in carica cinque anni e nomina, su proposta del presidente, il direttore generale. Gli emolumenti del presidente e dei membri del consiglio di amministrazione sono fissati con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;
3) il collegio dei revisori dei conti, costituito ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300;
c) il direttore generale dirige la struttura dell'Agenzia ed e' responsabile dell'attuazione delle deliberazioni del consiglio di amministrazione; e' scelto tra persone di comprovata competenza ed esperienza professionale e resta in carica sino alla scadenza del mandato del consiglio; i suoi emolumenti sono fissati dal consiglio di amministrazione;
d) entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con il regolamento previsto dall'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e' emanato il nuovo statuto dell'APAT, che tiene conto delle modifiche organizzative sopra stabilite. Fino alla data di entrata in vigore di detto regolamento valgono le norme statutarie del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 agosto 2002, n. 207, se ed in quanto compatibili con le presenti disposizioni;
e) all'attuazione delle lettere a) e b) si provvede nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio dell'APAT, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
110. All'articolo 3 del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1 e' sostituito dal seguente:
«1. La Commissione centrale di coordinamento dell'attivita' di vigilanza, costituita ai sensi delle successive disposizioni, opera quale sede permanente di elaborazione di orientamenti, linee e priorita' dell'attivita' di vigilanza»;
b) dopo il comma 1 e' inserito il seguente:
«1-bis. La Commissione, sulla base di specifici rapporti annuali, presentati entro il 30 novembre di ogni anno dai soggetti di cui al comma 2, anche al fine di monitorare la congruita' dell'attivita' di vigilanza effettuata, propone indirizzi ed obiettivi strategici e priorita' degli interventi ispettivi e segnala altresi' al Ministro del lavoro e della previdenza sociale gli aggiustamenti organizzativi da apportare al fine di assicurare la maggiore efficacia dell'attivita' di vigilanza. Per gli adempimenti di cui sopra, la Commissione si avvale anche delle informazioni raccolte ed elaborate dal Casellario centrale delle posizioni previdenziali attive di cui al comma 23 dell'articolo 1 della legge 23 agosto 2004, n. 243»;
c) al comma 2, dopo le parole: «Comandante generale della Guardia di finanza;» sono inserite le seguenti: «dal Comandante del Nucleo speciale entrate della Guardia di finanza; dal Comandante generale dell'Arma dei carabinieri; dal Comandante del Comando carabinieri per la tutela del lavoro;»;
d) al comma 3, dopo le parole: «invitati a partecipare» sono inserite le seguenti: «i Direttori generali delle altre direzioni generali del Ministero del lavoro e della previdenza sociale,» ed il secondo periodo e' sostituito dal seguente: «Alle sedute della Commissione centrale di coordinamento dell'attivita' di vigilanza puo', su questioni di carattere generale attinenti alla problematica del lavoro illegale, essere altresi' invitato il Capo della Polizia - Direttore generale della pubblica sicurezza».
111. All'articolo 4 del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 3, dopo le parole: «comandante regionale della Guardia di finanza;» sono inserite le seguenti: «dal comandante regionale dell'Arma dei carabinieri;»;
b) al comma 4, le parole: «ed il comandante regionale dell'Arma dei carabinieri» sono soppresse.
112. All'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo periodo, dopo le parole: «Comandante provinciale della Guardia di finanza,» sono inserite le seguenti: «il Comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri,»;
b) il secondo periodo e' sostituito dal seguente: «Alle sedute del CLES puo', su questioni di carattere generale attinenti alla problematica del lavoro illegale, essere invitato il Questore».
113. L'articolo 9 del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, e' sostituito dal seguente:
«Art. 9 (Diritto di interpello). - 1. Gli organismi associativi a rilevanza nazionale degli enti territoriali e gli enti pubblici nazionali, nonche', di propria iniziativa o su segnalazione dei propri iscritti, le organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale e i consigli nazionali degli ordini professionali, possono inoltrare alla Direzione generale, esclusivamente tramite posta elettronica, quesiti di ordine generale sull'applicazione delle normative di competenza del Ministero del lavoro e della previdenza sociale. La Direzione generale fornisce i relativi chiarimenti d'intesa con le competenti Direzioni generali del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e, qualora interessati dal quesito, sentiti gli enti previdenziali.
2. L'adeguamento alle indicazioni fornite nelle risposte ai quesiti di cui al comma 1 esclude l'applicazione delle relative sanzioni penali, amministrative e civili».
114. All'articolo 11, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, le parole da: «con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale» fino a: «dell'INAIL» sono sostituite dalle seguenti: «su delibera del consiglio di amministrazione dell'INAIL, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, previa conferenza di servizi con il Ministero dell'economia e delle finanze e, nei casi previsti dalla legge, con il Ministero della salute».
115. All'articolo 1, comma 105, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «50 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «170 milioni». Al relativo onere, pari a euro 120 milioni per l'anno 2006, si provvede con l'utilizzo della somma di pari importo gia' affluita all'I.N.P.S. ai sensi dell'articolo 1, comma 107, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, che viene versata all'entrata del bilancio dello Stato, per essere riassegnata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, ad apposito capitolo del Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
116. Per le aziende in crisi di cui al comma 3-bis dell'articolo 5 del decreto-legge 1° ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244, e successive modificazioni, all'onere del pagamento di ogni contributo o premio di previdenza e assistenza sociale si provvede mediante il versamento di quattro rate mensili anticipate all'interesse di differimento e di dilazione pari alla misura del tasso di interesse legale vigente del 2,5 per cento.
117. Con regolamenti adottati ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, si procede al riordino ed alla semplificazione delle disposizioni normative relative ai contributi ed alle provvidenze per le imprese editrici di quotidiani e periodici, radiofoniche e televisive, introducendo nella disciplina vigente le norme necessarie per il conseguimento dei seguenti obiettivi:
a) razionalizzazione e riordino dei contributi e delle provvidenze, anche tenuto conto dell'articolo 20, commi 1 e 2, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, ed in coerenza con gli obiettivi di contenimento della spesa pubblica;
b) rideterminazione e snellimento delle procedure, dei criteri di calcolo dei contributi spettanti, dei costi ammissibili ai fini del calcolo dei contributi, dei tempi e delle modalita' di istruttoria, concessione ed erogazione, nonche' dei controlli da effettuare, anche attraverso il ricorso, da parte del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad altre amministrazioni dello Stato;
c) particolare attenzione al perseguimento, da parte delle imprese, di obiettivi di maggiore efficienza, occupazione e qualificazione, utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, effettiva diffusione del prodotto editoriale sul territorio, con particolare riguardo a:
1) occupazione;
2) tutela del prodotto editoriale primario;
3) livelli ottimali di costi di produzione e di diffusione riferiti al mercato editoriale;
d) coordinamento formale del testo delle disposizioni vigenti, apportando le modifiche necessarie per garantire la coerenza logica e sistematica.
118. Gli schemi dei regolamenti previsti dal comma 117 sono trasmessi alle Camere per l'acquisizione dei pareri delle competenti Commissioni parlamentari, le quali si esprimono entro trenta giorni dall'assegnazione. Decorso il predetto termine senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, i regolamenti possono essere comunque adottati.
119. Tra le indicazioni obbligatorie previste dall'articolo 2, secondo comma, della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e' inserita la dichiarazione che la testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250, ove ricorra tale fattispecie.
120. All'articolo 11, comma 1, alinea, della legge 25 febbraio 1987, n. 67, le parole: «a decorrere dal 1° gennaio 1991» sono sostituite dalle seguenti «a decorrere dal 1° gennaio 2007» e alla lettera b) le parole: «al rimborso dell'80 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «al rimborso del 60 per cento».
121. All'articolo 8, comma 1, alinea, della legge 7 agosto 1990, n. 250, le parole: «a decorrere dal 1° gennaio 1991» sono sostituite dalle seguenti: «a decorrere dal 1° gennaio 2007» e alla lettera b) le parole: «al rimborso dell'80 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «al rimborso del 60 per cento».
122. Il secondo comma dell'articolo 27 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e' sostituito dal seguente:
«Sono considerate a diffusione nazionale le agenzie di stampa i cui notiziari siano distribuiti in abbonamento a titolo oneroso, qualunque sia il mezzo di trasmissione utilizzato, ad almeno quindici testate quotidiane in cinque regioni, che abbiano alle loro dipendenze a norma del contratto nazionale di lavoro piu' di dieci giornalisti professionisti con rapporto a tempo pieno, indeterminato ed esclusivo, ed effettuino un minimo di dodici ore di trasmissione al giorno per almeno cinque giorni alla settimana».
123. A decorrere dai contributi relativi all'anno 2007, le imprese di radiodiffusione sonora e televisiva ed i canali tematici satellitari possono richiedere le riduzioni tariffarie, ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera a), della legge 25 febbraio 1987, n. 67, per un solo abbonamento sui canoni di noleggio e di abbonamento ai servizi di telecomunicazione via satellite, riferito esclusivamente al costo del segmento di contribuzione, fornito da societa' autorizzate ad espletare i predetti servizi.
124. A decorrere dai contributi relativi all'anno 2006, all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 8, lettera a), le parole: «della media dei costi risultanti dai bilanci degli ultimi due esercizi» sono sostituite dalle seguenti: «dei costi risultanti dal bilancio»;
b) al comma 9, le parole: «della media» sono soppresse;
c) al comma 10, lettera a), le parole: «della media dei costi risultanti dai bilanci degli ultimi due esercizi» sono sostituite dalle seguenti: «dei costi risultanti dal bilancio».
125. All'articolo 3, comma 2, lettera c), della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, le parole: «precedente a quello» sono soppresse.
126. All'articolo 3, comma 3, primo periodo, della legge 7 agosto 1990, n. 250, le parole: «fino a 40 mila copie di tiratura media» sono sostituite dalle seguenti: «fino a 30.000 copie di tiratura media».
127. Qualora nella liquidazione dei contributi relativi all'anno 2004 sia stato disposto, in dipendenza dell'applicazione di diverse modalita' di calcolo, il recupero di contributi relativi all'anno 2003, non si procede all'ulteriore recupero e si provvede alla restituzione di quanto recuperato.
128. Il termine di decadenza previsto dall'articolo 1, comma 461, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, si intende riferito anche ai contributi relativi agli anni precedenti.
129. All'articolo 1, comma 455, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «dei costi complessivamente ammissibili» sono sostituite dalle seguenti: «degli altri costi in base ai quali e' calcolato il contributo».
130. Il comma 458 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, si interpreta nel senso che la composizione prevista dalla citata disposizione per l'accesso alle provvidenze di cui all'articolo 3, commi 2 e 2-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, consente l'erogazione dei contributi relativi all'anno 2006, qualora realizzata nel corso del medesimo anno.
131. Le convenzioni aggiuntive di cui agli articoli 19 e 20 della legge 14 aprile 1975, n. 103, sono approvate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e delle comunicazioni, e, limitatamente alle convenzioni aggiuntive di cui all'articolo 20, terzo comma, della stessa legge, con il Ministro degli affari esteri. Il pagamento dei corrispettivi e' effettuato nell'anno successivo alla prestazione dei servizi derivanti dalle convenzioni. Nell'ambito del progetto di audiovideoteca di cui all'articolo 24, comma 2, del contratto di servizio di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 febbraio 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 2003, la RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a., previa stipula di una convenzione a titolo gratuito con la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, assicura il supporto tecnico necessario alla conservazione e alla conversione digitale del materiale audiovisivo delle sedute del Parlamento.
132. In recepimento della direttiva 92/100/CEE del Consiglio, del 19 novembre 1992, al fine di assicurare la remunerazione del prestito eseguito dalle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici, e' autorizzata la spesa annua di 250.000 euro per l'anno 2006, di 2,2 milioni di euro per l'anno 2007 e di 3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008 per l'istituzione presso il Ministero per i beni e le attivita' culturali del Fondo per il diritto di prestito pubblico. Il Fondo e' ripartito dalla Societa' italiana degli autori ed editori (SIAE) tra gli aventi diritto, sulla base degli indirizzi stabiliti con decreto del Ministro per i beni e le attivita' culturali, sentite la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e le associazioni di categoria interessate. Per l'attivita' di ripartizione spetta alla SIAE una provvigione, da determinare con decreto del Ministro per i beni e le attivita' culturali, a valere sulle risorse del Fondo. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano ai prestiti presso tutte le biblioteche e discoteche di Stato e degli enti pubblici, ad eccezione di quelli eseguiti dalle biblioteche universitarie e da istituti e scuole di ogni ordine e grado, che sono esentati dalla remunerazione dei prestiti. All'articolo 69, comma 1, alinea, della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, le parole: «, al quale non e' dovuta alcuna remunerazione» sono soppresse.
133. All'onere di cui al comma 132, pari a 250.000 euro per l'anno 2006, a 2,2 milioni di euro per l'anno 2007 e a 3 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2008, si provvede quanto a euro 250.000 per l'anno 2006, euro 1,2 milioni per l'anno 2007 ed euro 3 milioni a decorrere dall'anno 2008 mediante utilizzo di parte delle maggiori entrate derivanti dal presente decreto e quanto a euro 1 milione per l'anno 2007 mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unita' previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, utilizzando per l'anno 2007 la proiezione dell'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
134. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
135. Le somme ancora dovute a Poste italiane S.p.a. ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, sono rimborsate, previa determinazione effettuata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'informazione e l'editoria, di concerto con il Ministero delle comunicazioni e con il Ministero dell'economia e delle finanze, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con una rateizzazione di dieci anni.
136. All'articolo 98 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, le parole: «da euro 1.500,00 ad euro 250.000,00» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 15.000,00 ad euro 2.500.000,00» e le parole: «di euro 5.000,00» sono sostituite dalle seguenti: «di euro 50.000,00»;
b) al comma 5, le parole: «al doppio dei» sono sostituite dalle seguenti: «a venti volte i»;
c) al comma 8, le parole: «da euro 3.000,00 ad euro 58.000,00» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 30.000,00 ad euro 580.000,00»;
d) al comma 9, dopo le parole: «articolo 32,» sono inserite le seguenti: «ai soggetti che commettono violazioni gravi o reiterate piu' di due volte nel quinquennio delle condizioni poste dall'autorizzazione generale, il Ministero commina una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 30.000,00 ad euro 600.000,00;» e le parole: «da euro 1.500,00 ad euro 115.000,00» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 15.000,00 ad euro 1.150.000,00»;
e) al comma 11, le parole: «da euro 12.000,00 ad euro 250.000,00» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 120.000,00 ad euro 2.500.000,00»;
f) al comma 13, le parole: «da euro 17.000,00 ad euro 250.000,00» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 170.000,00 ad euro 2.500.000,00»;
g) al comma 14, le parole: «da euro 17.000,00 ad euro 250.000,00» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 170.000,00 ad euro 2.500.000,00»;
h) al comma 16, le parole: «da euro 5.800,00 ad euro 58.000,00»
sono sostituite dalle seguenti: «da euro 58.000,00 ad euro 580.000,00»;
i) dopo il comma 17 e' inserito il seguente:
«17-bis. Alle sanzioni amministrative irrogabili dall'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni non si applicano le disposizioni sul pagamento in misura ridotta di cui all'articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni».
137. Al comma 8 dell'articolo 1 del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, e' aggiunto, infine, il seguente periodo: «Il Ministero si articola in un Segretariato generale ed in sei uffici di livello dirigenziale generale, nonche' un incarico dirigenziale ai sensi dell'articolo 19, comma 10, del decreto legislativo 31 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni». Al comma 8-bis del medesimo articolo 1 del decreto-legge n. 181 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 233 del 2006, le parole: «, il Ministero dell'universita' e della ricerca» sono soppresse.
138. Al fine di razionalizzare il sistema di valutazione della qualita' delle attivita' delle universita' e degli enti di ricerca pubblici e privati destinatari di finanziamenti pubblici, nonche' dell'efficienza ed efficacia dei programmi statali di finanziamento e di incentivazione delle attivita' di ricerca e di innovazione, e' costituita l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), con personalita' giuridica di diritto pubblico, che svolge le seguenti attribuzioni:
a) valutazione esterna della qualita' delle attivita' delle universita' e degli enti di ricerca pubblici e privati destinatari di finanziamenti pubblici, sulla base di un programma annuale approvato dal Ministro dell'universita' e della ricerca;
b) indirizzo, coordinamento e vigilanza delle attivita' di valutazione demandate ai nuclei di valutazione interna degli atenei e degli enti di ricerca;
c) valutazione dell'efficienza e dell'efficacia dei programmi statali di finanziamento e di incentivazione delle attivita' di ricerca e di innovazione.
139. I risultati delle attivita' di valutazione dell'ANVUR costituiscono criterio di riferimento per l'allocazione dei finanziamenti statali alle universita' e agli enti di ricerca.
140. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legg 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'universita' e della ricerca, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, sono disciplinati:
a) la struttura e il funzionamento dell'ANVUR, secondo principi di imparzialita', professionalita', trasparenza e pubblicita' degli atti, e di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, anche in deroga alle disposizioni sulla contabilita' generale dello Stato;
b) la nomina e la durata in carica dei componenti dell'organo direttivo, scelti anche tra qualificati esperti stranieri, e le relative indennita'.
141. A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 140, contestualmente alla effettiva operativita' dell'ANVUR, sono soppressi il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca (CIVR), istituito dall'articolo 5 del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (CNVSU), istituito dall'articolo 2 della legge 19 ottobre 1999, n. 370, il Comitato di valutazione di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 127, e il Comitato di valutazione di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 128.
142. Agli oneri derivanti dall'attuazione dei commi da 138 a 141, nel limite di spesa di 5 milioni di euro annui, si provvede utilizzando le risorse finanziarie riguardanti il funzionamento del soppresso CNVSU nonche', per la quota rimanente, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a), della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
143. Allo scopo di razionalizzare le attivita' nel settore della ricerca, contenendo la spesa di funzionamento degli enti pubblici di ricerca, il Governo e' autorizzato ad adottare, su proposta del Ministro dell'universita' e della ricerca, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, uno o piu' regolamenti ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro il termine di diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, al fine di provvedere alla ricognizione e al riordino degli enti pubblici nazionali di ricerca a carattere non strumentale, vigilati dal Ministero dell'universita' e della ricerca, disponendo anche lo scorporo di strutture e l'attribuzione di personalita' giuridica, l'accorpamento, la fusione e la soppressione, tenuto conto dei principi e criteri direttivi indicati negli articoli 11, comma 1, lettera d), 14, 18 e 20 della legge 15 marzo 1997. n. 59, e successive modificazioni.
144. I regolamenti di cui al comma 143 sono emanati previo parere delle competenti Commissioni parlamentari da rendere entro trenta giorni dalla data di trasmissione dei relativi schemi. Decorso tale termine i decreti possono comunque essere emanati. Dalla data di entrata in vigore dei regolamenti, sono abrogate le disposizioni vigenti relative alla disciplina degli enti sottoposti a riordino.
145. Dall'attuazione dei regolamenti di cui al comma 143 non devono derivare oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato.
146. 11 comma 2-ter dell'articolo 16 del decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398, e' sostituito dal seguente:
«2-ter. Le disposizioni di cui al comma 2-bis si applicano anche a coloro che conseguono la laurea specialistica o magistrale in giurisprudenza sulla base degli ordinamenti didattici adottati in esecuzione del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, e successive modificazioni. Per tali soggetti, a decorrere dallanno accademico 2007-2008, con regolamento del Ministro dell'universita' e della ricerca, di concerto con il Ministro della giustizia, adottato ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, l'ordinamento didattico delle Scuole di cui al comma 1 puo' essere articolato sulla durata di un anno».
147. All'articolo 22, comma 13, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, nel primo periodo, le parole: «e' riconosciuto» sono sostituite dalle seguenti: «puo' essere riconosciuto». Le universita' disciplinano nel proprio regolamento didattico le conoscenze e le abilita' professionali, certificate ai sensi della normativa vigente in materia, nonche' le altre conoscenze e abilita' maturate in attivita' formative di livello post-secondario da riconoscere quali crediti formativi. In ogni caso, il numero di tali crediti non puo' essere superiore a sessanta.
148. Per le finalita' di cui all'articolo 26, comma 5, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, si provvede con regolamento del Ministro dell'universita' e della ricerca, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, fermi restando i principi e i criteri enunciati nella medesima disposizione e prevedendo altresi' idonei interventi di valutazione da parte del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (CNVSU) sull'attivita' svolta, anche da parte delle universita' e delle istituzioni gia' abilitate al rilascio dei titoli accademici alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento, non puo' essere autorizzata l'istituzione di nuove universita' telematiche abilitate al rilascio di titoli accademici.
149. Ai fini del contenimento della spesa pubblica e di razionalizzazione dell'uso delle risorse energetiche, gli enti pubblici sono autorizzati ad avviare procedure ad evidenza pubblica, nel rispetto della legislazione comunitaria e nazionale sulla concorrenza, per l'individuazione di societa' alle quali affidare servizi di verifica, monitoraggio ed interventi diretti, finalizzati all'ottenimento di riduzioni di costi di acquisto dell'energia, sia termica che elettrica.
150. Il corrispettivo delle societa' assegnatarie del servizio e' dato esclusivamente dalla vendita di eventuali titoli di efficienza energetica rilasciati in conseguenza dell'attivita' svolta.
151. Nell'ambito delle autorita' nazionali competenti, ai sensi dell'articolo 2, primo paragrafo, lettera b), del regolamento (CE) n. 1338/2001 del Consiglio, del 28 giugno 2001, l'Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento del Ministero dell'economia e delle finanze raccoglie i dati tecnici e statistici, nonche' le relative informazioni, in applicahone degli articoli 7 e 8 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 350, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 409.
152. I soggetti obbligati al ritiro dalla circolazione delle banconote e delle monete metalliche in euro sospette di falsita', in applicazione dell'articolo 8, comma 2, del citato decreto-legge n. 350 del 2001, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 409 del 2001, trasmettono al Ministero dell'economia e delle finanze - Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento, per via telematica, i dati tecnici e le informazioni inerenti all'identificazione dei sospetti casi di falsita', secondo modalita' stabilite nell'ambito delle rispettive competenze, dalla Banca d'Italia e dal Ministro dell'economia e delle finanze.
153. Nelle more dell'adozione delle misure di cui al comma 152, i soggetti obbligati al ritiro delle banconote e delle monete metalliche in euro sospette di falsita' provvedono all'inoltro all'Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento dei dati e delle informazioni, secondo le modalita' di cui alle vigenti disposizioni.
154. Per tener conto delle ulteriori esigenze poste dalla applicazione dell'articolo 8 della legge 17 agosto 2005, n. 166, in merito alle spese per la realizzazione, la gestione e il potenziamento di sistemi informatizzati di prevenzione delle frodi e delle falsificazioni sui mezzi di pagamento e sugli strumenti per l'erogazione del credito al consumo, e' autorizzata la spesa di euro 758.000 per l'anno 2007, di euro 614.000 per l'anno 2008 e di euro 618.000 per l'anno 2009.
155. Il comma 4 dell'articolo 7 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e successive modificazioni, e' sostituito dai seguenti:
«4. Per lo svolgimento di particolari compiti per il raggiungimento di risultati determinati o per la realizzazione di specifici programmi, il Presidente istituisce, con proprio decreto, apposite strutture di missione, la cui durata temporanea, comunque non superiore a quella del Governo che le ha istituite, e' specificata dall'atto istitutivo. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, il Presidente puo' ridefinire le finalita' delle strutture di missione gia' operanti: in tale caso si applica l'articolo 18, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni. Sentiti il Comitato nazionale per la bioetica e gli altri organi collegiali che operano presso la Presidenza, il Presidente, con propri decreti, ne disciplina le strutture di supporto.
4-bis. Per le attribuzioni che implicano l'azione unitaria di piu' dipartimenti o uffici a questi equiparabili, il Presidente puo' istituire con proprio decreto apposite unita' di coordinamento interdipartimentale, il cui responsabile e' nominato ai sensi dell'articolo 18, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400. Dall'attuazione del presente comma non devono in ogni caso derivare nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato».
156. Al comma 22-bis dell'articolo 1 del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, dopo il secondo periodo, sono inseriti i seguenti: «L'Unita' per la semplificazione e la qualita' della regolazione opera in posizione di autonomia funzionale e svolge, tra l'altro, compiti di supporto tecnico di elevata qualificazione per il Comitato interministeriale per l'indirizzo e la guida strategica delle politiche di semplificazione e di qualita' della regolazione di cui all'articolo 1 del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 marzo 2006, n. 80. Non trova conseguentemente applicazione l'articolo 24, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165».
157. Al fine di monitorare il rispetto dei principi di invarianza e contenimento degli oneri connessi all'applicazione del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, e del presente decreto, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri si provvede, a valere sulle disponibilita' per l'anno 2006 previste dall'articolo 1, comma 261, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, alla costituzione, presso il Dipartimento per l'attuazione del programma di Governo, di una struttura interdisciplinare di elevata qualificazione professionale, giuridica, economico-finanziaria e amministrativa. di non piu' di dieci componenti, per curare la transizione fino al pieno funzionamento dell'assetto istituzionale conseguente al predetti provvedimenti normativi. L'attivita' della struttura, in quanto aggiuntiva alle normali funzioni svolte dai suoi componenti, deve svolgersi compatibilmente con tali prioritarie funzioni.
158. All'articolo 16, secondo comma, della legge 27 febbraio 1967, n. 48, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e dai Ministri dell'universita' e della ricerca e della pubblica istruzione».
159. All'articolo 19, comma 8, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo le parole: «gli incarichi di funzione dirigenziale di cui al comma 3» sono inserite le seguenti: «, al comma 5-bis, limitatamente al personale non appartenente ai ruoli di cui all'articolo 23, e al comma 6,».
160. Le disposizioni di cui all'articolo 19, comma 8, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dal comma 159 del presente articolo, si applicano anche ai direttori delle Agenzie, incluse le Agenzie fiscali.
161. In sede di prima applicazione dell'articolo 19, comma 8, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato ed integrato dai commi 159 e 160 del presente articolo, gli incarichi ivi previsti, conferiti prima del 17 maggio 2006, cessano ove non confermati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, fatti salvi, per gli incarichi conferiti a soggetti non dipendenti da pubbliche amministrazioni, gli effetti economici dei contratti in essere. Le disposizioni contenute nel presente comma si applicano anche ai corrispondenti incarichi conferiti presso le Agenzie, incluse le Agenzie fiscali. L'eventuale maggiore spesa derivante dal presente comma e' compensata riducendo automaticamente le disponibilita' del fondo di cui all'articolo 24, comma 8, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e rendendo indisponibile, ove necessario, un numero di incarichi dirigenziali corrispondente sul piano finanziario. In ogni caso deve essere realizzata una riduzione dei nuovi incarichi attribuiti pari al 10 per cento per i dirigenti di prima fascia e pari al 5 per cento per i dirigenti di seconda fascia, rispetto al numero degli incarichi precedentemente in essere.
162. Il comma 309 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e' abrogato. In via transitoria le nomine degli organi dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali, di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 115, e successive modificazioni, cessano ove non confermate entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
163. In attuazione delle disposizioni di cui all'art. 11, comma 3, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, il Dipartimento della funzione pubblica predispone, entro il 31 dicembre 2006, un piano per il miglioramento della qualita' dei servizi resi dalla pubblica amministrazione e dai gestori di servizi pubblici. Il piano reca anche linee guida per l'adozione, da parte delle amministrazioni interessate da processi di riorganizzazione delle strutture, di sistemi di misurazione della qualita' dei servizi resi all'utenza.
164. Al comma 2 dell'articolo 126-bis del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il quarto periodo e' sostituito dal seguente: «La comunicazione deve essere effettuata a carico del conducente quale responsabile della violazione; nel caso di mancata identificazione di questi, il proprietario del veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell'art. 196, deve fornire all'organo di polizia che procede, entro sessanta giorni dalla data di notifica del verbale di contestazione, i dati personali e della patente del conducente al momento della commessa violazione»;
b) il sesto periodo e' sostituito dal seguente: «Il proprietario del veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell'articolo 196, sia esso persona fisica o giuridica, che omette, senza giustificato e documentato motivo, di fornirli e' soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 250 a euro 1.000».
165. 11 punteggio decurtato, ai sensi dell'articolo 126-bis, comma 2, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, nel testo previgente alla data di entrata in vigore del presente decreto, dalla patente di guida del proprietario del veicolo, qualora non sia stato identificato il conducente responsabile della violazione, e' riattribuito d'ufficio dall'organo di polizia alle cui dipendenze opera l'agente accertatore, che ne da' comunicazione in via telematica al Centro elaborazione dati motorizzazione del Dipartimento per i trasporti terrestri, personale, affari generali e la pianificazione generale dei trasporti del Ministero dei trasporti. Fatti salvi gli effetti degli esami di revisione gia' sostenuti, perdono efficacia i provvedimenti di cui al comma 6 dello stesso articolo, adottati a seguito di perdita totale del punteggio cui abbia contribuito la decurtazione dei punti da riattribuire a norma del presente comma.
166. All'articolo 97 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 7, dopo le parole: «il certificato di circolazione» sono inserite le seguenti: «, quando previsto,»;
b) il comma 14 e' sostituito dal seguente:
«14. Alle violazioni previste dai commi 5 e 7 consegue la sanzione amministrativa accessoria della confisca del ciclomotore, secondo le norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI; nei casi previsti dal comma 5 si procede alla distruzione del ciclomotore, fatta salva la facolta' degli enti da cui dipende il personale di polizia stradale che ha accertato la violazione di chiedere tempestivamente che sia assegnato il ciclomotore confiscato, previo ripristino delle caratteristiche costruttive, per lo svolgimento dei compiti istituzionali e fatto salvo l'eventuale risarcimento del danno in caso di accertata illegittimita' della confisca e distruzione. Alla violazione prevista dal comma 6 consegue la sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo del veicolo per un periodo di sessanta giorni; in caso di reiterazione della violazione, nel corso di un biennio, il fermo amministrativo del veicolo e' disposto per novanta giorni. Alla violazione prevista dai commi 8 e 9 consegue la sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo per un periodo di un mese o, in caso di reiterazione delle violazioni nel biennio, la sanzione accessoria della confisca amministrativa del veicolo, secondo le norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI».
167. All'articolo 170 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, il comma 7 e' sostituito dal seguente:
«7. Alle violazioni previste dal comma 1 e, se commesse da conducente minorenne, dal comma 2, alla sanzione pecuniaria amministrativa consegue il fermo amministrativo del veicolo per sessanta giorni, ai sensi del capo I, sezione II, del titolo VI; quando, nel corso di un biennio, con un ciclomotore o un motociclo sia stata commessa, per almeno due volte, una delle violazioni previste dai commi 1 e 2, il fermo amministrativo del veicolo e' disposto per novanta giorni».
168. All'articolo 171 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, il comma 3 e' sostituito dal seguente:
«3. Alla sanzione pecuniaria amministrativa prevista dal comma 2 consegue il fermo amministrativo del veicolo per sessanta giorni ai sensi del capo I, sezione II, del titolo VI. Quando, nel corso di un biennio, con un ciclomotore o un motociclo sia stata commessa, per almeno due volte, una delle violazioni previste dal comma 1, il fermo del veicolo e' disposto per novanta giorni. La custodia del veicolo e' affidata al proprietario dello stesso».
169. All'articolo 213 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, il comma 2-sexies e' sostituito dal seguente:
«2-sexies. E' sempre disposta la confisca del veicolo in tutti i casi in cui un ciclomotore o un motoveicolo sia stato adoperato per commettere un reato, sia che il reato sia stato commesso da un conducente maggiorenne, sia che sia stato commesso da un conducente minorenne».
170. Il Registro italiano dighe (RID), istituito ai sensi dell'articolo 91, comma 1, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e' soppresso.
171. I compiti e le attribuzioni facenti capo al Registro italiano dighe, ai sensi del citato articolo 91, comma 1, del decreto legislativo n. 112 del 1998, nonche' dell'articolo 10 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 2003, n. 136, sono trasferiti al Ministero delle infrastrutture, e sono esercitati dalle articolazioni amministrative individuate con il regolamento di organizzazione del Ministero, adottato ai sensi dell'articolo 1, comma 23, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233. Fino all'adozione del citato regolamento, l'attivita' facente capo agli uffici periferici del Registro italiano dighe continua ad essere esercitata presso le sedi e gli uffici gia' individuati ai sensi dell'articolo 11 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 2003, n. 136.
172. Le spese occorrenti per il finanziamento delle attivita' gia' facenti capo al Registro italiano dighe sono finanziate dalla contribuzione a carico degli utenti dei servizi, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettere b) e c) del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 2003, n. 136, nei modi previsti dalla legge, per la parte non coperta da finanziamento a carico dello Stato, e affluiscono ad apposita unita' previsionale di base inserita nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture. Nella medesima unita' previsionale di base confluiscono gli stanziamenti finanziari attualmente iscritti nello stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture per le attivita' del Registro italiano dighe.
173. Con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabiliti i criteri e i parametri per la quantificazione degli oneri connessi alle attivita' gia' facenti capo al Registro italiano dighe, ivi comprese quelle di cui all'ultimo periodo del comma 1 dell'articolo 6 della legge 1° agosto 2002, n. 166.
174. Al fine di garantire la continuita' delle attivita' di interesse pubblico gia' facenti capo al Registro italiano dighe, fino al perfezionamento del processo di riorganizzazione disposto ai sensi dei commi 170, 171, 172 e 173, e' nominato un Commissario straordinario per l'espletamento dei compiti indifferibili ed urgenti assegnati all'ente e la prosecuzione degli interventi di messa in sicurezza di cui al decreto-legge 29 marzo 2004, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 2004, n. 139.
175. Il personale attualmente in servizio presso il Registro italiano dighe conserva lo stato giuridico ed economico in godimento.
176. La Consulta degli iscritti, di cui all'articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 2003, n. 136, continua a svolgere i compiti previsti ai sensi del citato regolamento, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Alle esigenze di segreteria della stessa provvedono le strutture organizzative individuate ai sensi del comma 171. A tale fine, resta fermo, in particolare, quanto previsto ai sensi del comma 9 del citato articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 136 del 2003.
177. All'articolo 29, comma 4, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, le parole: «centoventi giorni» sono sostituite dalle seguenti: «centottanta giorni».
178. Agli oneri derivanti dall'articolo 1, comma 14, e dai commi 58, 59, 100, 101, 104, 105, 106, 107, 116, 137, 151, 152, 153 e 154 del presente articolo, pari a 27,05 milioni di euro per l'anno 2006, a 390,5 milioni di euro per l'anno 2007, a 402,3 milioni di euro per l'anno 2008, a 391,3 milioni di euro per l'anno 2009 ed a 241,7 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010, si provvede mediante utilizzo di parte delle maggiori entrate recate dal presente decreto.
179. Parte delle maggiori entrate derivanti dal presente decreto, per un importo pari a 140,2 milioni di euro per l'anno 2008 e 143,2 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2009, e' iscritta sul Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
180. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
181. Le disposizioni del presente decreto sono applicabili alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e con le relative norme di attuazione. ))

Riferimenti normativi al comma 1:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 3 del
decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con
modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, recante
misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni
urgenti in materia tributaria e finanziaria, cosi' come
modificato dalla presente legge:
«Art. 3 (Disposizioni in materia di servizio nazionale
della riscossione). - 1-2 (Omissis).
3. All'atto della costituzione della Riscossione S.p.a.
si procede all'approvazione dello statuto ed alla nomina
delle cariche sociali; il presidente del collegio sindacale
e' scelto tra i magistrati della Corte dei conti.
4-6 (Omissis).
7. La Riscossione S.p.a., previa formulazione di
apposita proposta diretta alle societa' concessionarie del
servizio nazionale della riscossione, puo' acquistare una
quota non inferiore al 51 per cento del capitale sociale di
tali societa' ovvero il ramo d'azienda delle banche che
hanno operato la gestione diretta dell'attivita' di
riscossione, a condizione che il cedente, a sua volta,
acquisti una partecipazione al capitale sociale della
stessa Riscossione S.p.a.; il rapporto proporzionale tra i
prezzi di acquisto determina le percentuali del capitale
sociale della Riscossione S.p.a. da assegnare ai soggetti
cedenti, ferma restando la partecipazione dell'Agenzia
delle entrate e dell'INPS, nelle medesime proporzioni
previste nell'atto costitutivo, in misura non inferiore al
51 per cento. Decorsi ventiquattro mesi dall'acquisto, le
azioni della Riscossione S.p.a. cosi' trasferite ai
predetti soci privati possono essere alienate a terzi, con
diritto di prelazione a favore dei soci pubblici.
7-bis. A seguito dell'acquisto dei rami d'azienda di
cui al comma 7, primo periodo, i privilegi e le garanzie di
qualsiasi tipo, da chiunque prestate o comunque esistenti a
favore del venditore, nonche' le trascrizioni nei pubblici
registri degli atti di acquisto dei beni oggetto di
locazione finanziaria compresi nella cessione conservano la
loro validita' e il loro grado a favore dell'acquirente,
senza bisogno di alcuna formalita' o annotazione, previa
pubblicazione di apposito avviso nella Gazzetta Ufficiale.
8 - 21 (Omissis).
22. Per lo svolgimento dell'attivita' di riscossione
mediante ruolo, la Riscossione S.p.a. e le societa' dalla
stessa partecipate ai sensi del comma 7 sono remunerate:
a) per gli anni 2007 e 2008, secondo quanto previsto
dall'art. 4, comma 118, della legge 24 dicembre 2003, n.
350, ferme restando le disposizioni di cui al comma 21;
b) successivamente, ai sensi dell'art. 17 del decreto
legislativo 13 aprile 1999, n. 112.
23 - 27 (Omissis).
28. A decorrere dal 1° ottobre 2006, i riferimenti
contenuti in norme vigenti ai concessionari del servizio
nazionale della riscossione si intendono riferiti alla
Riscossione S.p.a. ed alle societa' dalla stessa
partecipate ai sensi del comma 7, complessivamente
denominate agenti della riscossione, anche ai fini di cui
all'art. 9 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79,
convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997,
n. 140, ed all'art. 23-decies, comma 6, del decreto-legge
24 dicembre 2003, n. 355, convertito, con modificazioni,
dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47; per l'anno 2005 nulla
e' mutato quanto agli obblighi conseguenti all'applicazione
delle predette disposizioni. All'art. 1 del decreto-legge
10 dicembre 2003, n. 341, convertito, con modificazioni,
dalla legge 9 febbraio 2004, n. 31, sono abrogati i
commi 1, 3, 4, 5 e 6.
29 - 42-sexies (Omissis).»
Riferimenti normativi ai commi 2 e 3:
- Si riporta il testo degli articoli 3, 17, 20 e 41 del
decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, recante
riordino del servizio nazionale della riscossione, in
attuazione della delega prevista dalla legge 28 settembre
1998, n. 337, cosi' come modificati dalla presente legge:
«Art. 3 (Procedure di affidamento). - 1. Le concessioni
del servizio nazionale della riscossione sono affidate, per
ciascun ambito, mediante procedure di evidenza pubblica,
nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie.
2. La scelta del metodo di gara viene effettuata
tenendo conto del trasferimento di pubbliche funzioni
disposto in concessione.
3. Ai fini dell'affidamento della concessione vengono
necessariamente valutati, con riferimento all'estensione
dell'ambito, i seguenti elementi:
a) capacita' finanziaria;
b) capacita' tecnica ed organizzativa, anche in
relazione alle attivita' affidabili a terzi;
c) ubicazione, stato e consistenza dei locali da
destinare al servizio;
d) percentuali di ribasso dell'aggio di cui all'art.
17, comma 1.
4. La concessione viene affidata con decreto del
Ministero delle finanze; con tale decreto viene fissato il
termine entro il quale il concessionario stipula una
convenzione accessoria all'atto di concessione nella quale
si prevede necessariamente l'obbligo per i concessionari di
accettare gli incarichi di svolgimento del servizio di
riscossione coattiva mediante ruolo di cui al comma 6 su
richiesta degli enti locali.
5. Per le province ed i comuni restano ferme le
disposizioni contenute negli articoli 52 e 53 del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 e, per gli enti
previdenziali, quelle contenute nel capo III del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241 .
6. La riscossione coattiva delle entrate di province e
comuni che non abbiano esercitato la facolta' di cui agli
articoli 52 e 59, comma 1, lettera n), del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, viene effettuata dai
concessionari del servizio nazionale della riscossione.
6-bis. L'attivita' di riscossione a mezzo ruolo delle
entrate indicate dal comma 6, se esercitata con esclusivo
riferimento alla riscossione spontanea, e' remunerata con
un compenso maggiorato del 25 per cento rispetto a quello
ordinariamente previsto, per la riscossione delle predette
entrate, in attuazione dell'art. 17.
7. Gli enti territoriali, gli enti pubblici e le
societa' per azioni o a responsabilita' limitata, cui
partecipino i predetti enti, possono, nel rispetto delle
norme sull'evidenza pubblica, incaricare i concessionari di
gestire la riscossione spontanea mediante versamento
diretto delle proprie entrate. Nel rispetto delle stesse
norme gli enti territoriali possono affidare al
concessionario del servizio della riscossione anche il
servizio di tesoreria.
8. I concessionari del servizio nazionale di
riscossione possono, nel rispetto delle norme vigenti,
assumere il servizio di tesoreria degli enti locali.».
«Art. 17 (Remunerazione del servizio). - 1. L'attivita'
dei concessionari viene remunerata con un aggio sulle somme
iscritte a ruolo riscosse; l'aggio e' pari ad una
percentuale di tali somme da determinarsi, per ogni
biennio, con decreto del Ministro delle finanze, di
concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica, da pubblicare nella Gazzetta
Ufficiale entro il 30 settembre dell'anno precedente il
biennio di riferimento, sulla base dei seguenti criteri:
a) costo normalizzato, pari al costo medio unitario
del sistema, rapportato al carico dei ruoli calcolato senza
tener conto del venti per cento dei concessionari aventi i
piu' alti costi e del cinque per cento di quelli aventi i
piu' bassi costi;
b) situazione sociale ed economica di ciascun ambito,
valutata sulla base di indici di sviluppo economico
elaborati da organismi istituzionali;
c) tempo intercorso tra l'anno di riferimento
dell'entrata iscritta a ruolo e quello in cui il
concessionario puo' porla in riscossione.
2. L'aggio, al netto dell'eventuale ribasso, e'
aumentato, per i singoli concessionari, in misura pari ad
una percentuale delle maggiori riscossioni conseguite
rispetto alla media dell'ultimo biennio rilevabile per lo
stesso ambito o, in caso esso sia variato, per ambito
corrispondente. Tale percentuale e' determinata, anche in
modo differenziato per settori, sulla base di fasce di
incremento degli importi riscossi nel decreto previsto dal
comma 1.
3. L'aggio di cui al comma 1 e' a carico del debitore:
a) in misura determinata con il decreto di cui allo
stesso comma 1, e comunque non superiore al 5 per cento
delle somme iscritte a ruolo, in caso di pagamento entro il
sessantesimo giorno dalla notifica della cartella di
pagamento; in tale caso, la restante parte dell'aggio e' a
carico dell'ente creditore;
b) integralmente, in caso contrario.
3-bis. Nel caso previsto dall'art. 32, comma 1,
lettera a), del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n.
46, l'aggio di cui ai commi 1 e 2 e' a carico:
a) dell'ente creditore, se il pagamento avviene entro
il sessantesimo giorno dalla data di notifica della
cartella;
b) del debitore, in caso contrario.
4. Per i ruoli emessi da uffici statali le modalita' di
erogazione dell'aggio previsto dal comma 1 vengono
stabilite con decreto del Ministero delle finanze, di
concerto con il Ministero del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica. Per gli altri ruoli l'aggio viene
trattenuto dal concessionario all'atto del versamento
all'ente impositore delle somme riscosse.
5. Abrogato
5-bis. Per la riscossione spontanea a mezzo ruolo delle
entrate non erariali l'aggio del concessionario e'
stabilito, con il decreto di cui al comma 1, tenuto conto
dei costi di svolgimento del relativo servizio e, in ogni
caso, in misura inferiore a quella prevista per le altre
forme di riscossione mediante ruolo.
6. Al concessionario spetta il rimborso delle spese
relative alle procedure esecutive, sulla base di una
tabella approvata con decreto del Ministero delle finanze,
con il quale sono altresi' stabilite le modalita' di
erogazione del rimborso stesso. Tale rimborso e' a carico:
a) dell'ente creditore, se il ruolo viene annullato
per effetto di provvedimenti di sgravio o se il
concessionario ha trasmesso la comunicazione di
inesigibilita' di cui all'art. 19, comma 1;
b) del debitore, negli altri casi.
7. In caso di delega di riscossione, i compensi,
corrisposti dall'ente creditore al delegante, sono
ripartiti in via convenzionale fra il delegante ed il
delegato in proporzione ai costi da ciascuno sostenuti.
7-bis. In caso di emanazione di un provvedimento
dell'ente creditore che riconosce, in tutto o in parte, non
dovute le somme iscritte a ruolo, al concessionario spetta
un compenso per l'attivita' di esecuzione di tale
provvedimento; la misura e le modalita' di erogazione del
compenso sono stabilite con il decreto previsto dal
comma 6. Sulle somme riscosse e riconosciute indebite non
spetta l'aggio di cui ai commi 1 e 2;
7-ter. Le spese di notifica della cartella di pagamento
sono a carico del debitore nella misura di euro 5,56; tale
importo puo' essere aggiornato con decreto del Ministero
delle finanze. Nei casi di cui al comma 6, lettera a), sono
a carico dell'ente creditore le spese vive di notifica
della stessa cartella di pagamento.».
«Art. 20 (Procedura di discarico per inesigibilita' e
reiscrizione nei ruoli). - Commi 1-3 (Omissis).
3. In caso di diniego del discarico, il concessionario
e' tenuto a versare all'ente creditore, entro dieci giorni
dalla notifica del relativo provvedimento, la somma,
maggiorata degli interessi legali decorrenti dal termine
ultimo previsto per la notifica della cartella, pari ad un
quarto dell'importo iscritto a ruolo, ed alla totalita'
delle spese di cui all'art. 17, commi 6 e 7-ter, se
rimborsate dall'ente creditore.
Commi 4-6 (Omissis.)».
«Art. 41 (Rappresentanza dei concessionari). - 1. Il
legale rappresentante del concessionario puo' delegare uno
o piu' dipendenti che lo rappresentano nel compimento degli
atti inerenti il servizio di riscossione, dinanzi al
giudice dell'esecuzione.
2. L'agente della riscossione puo' essere rappresentato
dai dipendenti delegati ai sensi del comma 1, che possono
stare in giudizio personalmente, salvo che non debba
procedersi all'istruzione della causa, nei procedimenti
relativi:
a) alla dichiarazione tardiva di credito di cui
all'art. 101 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267;
b) al ricorso di cui all'art. 499 del codice di
procedura civile;
c) alla citazione di cui all'art. 543, secondo comma,
n. 4, del codice di procedura civile.».
Riferimenti normativi al comma 10:
- Si riporta il testo dell'art. 156 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia
ambientale, cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 156 (Riscossione della tariffa). - 1. La tariffa
e' riscossa dal gestore del servizio idrico integrato.
Qualora il servizio idrico sia gestito separatamente, per
effetto di particolari convenzioni e concessioni, la
relativa tariffa e' riscossa dal gestore del servizio di
acquedotto, il quale provvede al successivo riparto tra i
diversi gestori interessati entro trenta giorni dalla
riscossione.
2. Con apposita convenzione, sottoposta al controllo
della regione, sono definiti i rapporti tra i diversi
gestori per il riparto delle spese di riscossione.
3. La riscossione volontaria della tariffa puo' essere
effettuata con le modalita' di cui al capo III del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241, previa convenzione con
l'Agenzia delle entrate. La riscossione, sia volontaria sia
coattiva, della tariffa puo' altresi' essere affidata ai
soggetti iscritti all'albo previsto dall'art. 53 del
decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, a seguito di
procedimento ad evidenza pubblica.».
Riferimenti normativi al comma 11:
- Si riporta il testo dell'articolo 17 del decreto
legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, recante riordino della
disciplina della riscossione mediante ruolo, a norma
dell'art. 1 della legge 28 settembre 1998, n. 337, cosi'
come, rispettivamente, modificati e aggiunti dal presente
provvedimento:
«Art. 17 (Entrate riscosse mediate ruolo). - 1.
(Omissis).
2. Puo' essere effettuata mediante ruolo affidato ai
concessionari la riscossione coattiva delle entrate delle
regioni, delle province, anche autonome, dei comuni e degli
altri enti locali, nonche' quella della tariffa di cui
all'art. 156 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
3 - 3-ter (Omissis).».
Riferimenti normativi ai commi 16 e 17:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 17 del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241, recante norme di
semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede
di dichiarazione dei redditi e dell'imposta sul valore
aggiunto, nonche' di modernizzazione del sistema di
gestione delle dichiarazioni:
«Art. 17 (Oggetto). - 1. I contribuenti eseguono
versamenti unitari delle imposte, dei contributi dovuti
all'I.N.P.S. e delle altre somme a favore dello Stato,
delle regioni e degli enti previdenziali, con eventuale
compensazione dei crediti, dello stesso periodo, nei
confronti dei medesimi soggetti, risultanti dalle
dichiarazioni e dalle denunce periodiche presentate
successivamente alla data di entrata in vigore del presente
decreto. Tale compensazione deve essere effettuata entro la
data di presentazione della dichiarazione successiva.
2. Il versamento unitario e la compensazione riguardano
i crediti e i debiti relativi:
a) alle imposte sui redditi, alle relative
addizionali e alle ritenute alla fonte riscosse mediante
versamento diretto ai sensi dell'art. 3 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602; per
le ritenute di cui al secondo comma del citato art. 3 resta
ferma la facolta' di eseguire il versamento presso la
competente sezione di tesoreria provinciale dello Stato; in
tal caso non e' ammessa la compensazione;
b) all'imposta sul valore aggiunto dovuta ai sensi
degli articoli 27 e 33 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e quella dovuta dai
soggetti di cui all'art. 74;
c) alle imposte sostitutive delle imposte sui redditi
e dell'imposta sul valore aggiunto;
d) all'imposta prevista dall'art. 3, comma 143,
lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662;
e) ai contributi previdenziali dovuti da titolari di
posizione assicurativa in una delle gestioni amministrate
da enti previdenziali, comprese le quote associative;
f) ai contributi previdenziali ed assistenziali
dovuti dai datori di lavoro e dai committenti di
prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa di
cui all'art. 49, comma 2, lettera a), del testo unico delle
imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
g) ai premi per l'assicurazione contro gli infortuni
sul lavoro e le malattie professionali dovuti ai sensi del
testo unico approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
h) agli interessi previsti in caso di pagamento
rateale ai sensi dell'art. 20;
h-bis) al saldo per il 1997 dell'imposta sul
patrimonio netto delle imprese, istituita con decreto-legge
30 settembre 1992, n. 394, convertito, con modificazioni,
dalla legge 26 novembre 1992, n. 461, e del contributo al
Servizio sanitario nazionale di cui all'art. 31 della legge
28 febbraio 1986, n. 41, come da ultimo modificato
dall'art. 4 del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995,
n. 85;
h-ter) alle altre entrate individuate con decreto del
Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica, e
con i Ministri competenti per settore;
h-quater) al credito d'imposta spettante agli
esercenti sale cinematografiche.».
Riferimenti normativi al comma 18:
- Si riporta il testo dell'art. 36 del decreto-legge 4
luglio 2006, n. 233, convertito, con modificazioni, dalla
legge 4 agosto 2006, n. 248, come modificato dalla presente
legge:
«Art. 36 (Recupero di base imponibile). - 1-6
(Omissis).
7. Ai fini del calcolo delle quote di ammortamento
deducibili il costo complessivo dei fabbricati strumentali
e' assunto al netto del costo delle aree occupate dalla
costruzione e di quelle che ne costituiscono pertinenza. Il
costo da attribuire alle predette aree, ove non
autonomamente acquistate in precedenza, e' quantificato in
misura pari al maggior valore tra quello esposto in
bilancio nell'anno di acquisto e quello corrispondente al
20 per cento e, per i fabbricati industriali, al 30 per
cento del costo complessivo stesso. Per fabbricati
industriali si intendono quelli destinati alla produzione o
trasformazione di beni.
7-bis. Le disposizioni del comma 7 si applicano, con
riguardo alla quota capitale dei canoni, anche ai
fabbricati strumentali in locazione finanziaria. Per la
determinazione dell'acconto dovuto ai sensi del comma 34
non si tiene conto della disposizione del periodo
precedente.
8. In deroga all'art. 3, comma 1, della legge 27 luglio
2000, n. 212, recante disposizioni in materia di statuto
dei diritti del contribuente, le norme di cui ai precedenti
commi 7 e 7-bis si applicano a decorrere dal periodo
d'imposta in corso alla data di entrata in vigore del
presente decreto anche per le quote di ammortamento e i
canoni di leasing relativi ai fabbricati acquistati o
acquisiti a partire da periodi d'imposta precedenti. In tal
caso, ai fini della individuazione del maggior valore
indicato al comma 7, si tiene conto del valore delle aree
esposto nell'ultimo bilancio approvato prima della entrata
in vigore della presente disposizione e del valore
risultante applicando le percentuali di cui al comma 7 al
costo complessivo del fabbricato, risultante dal medesimo
bilancio, assunto al netto dei costi incrementativi
capitalizzati e delle rivalutazioni effettuate. Per ciascun
fabbricato il residuo valore ammortizzabile e' pari alla
quota di costo riferibile allo stesso al netto delle quote
di ammortamento dedotte nei periodi d'imposta precedenti
calcolate sul costo complessivo.
9. All'art. 115, comma 3, del testo unico delle imposte
sui redditi, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e' aggiunto, in fine,
il seguente periodo: «Le perdite fiscali dei soci relative
agli esercizi anteriori all'inizio della tassazione per
trasparenza non possono essere utilizzate per compensare i
redditi imputati dalle societa' partecipate.
10. All'art. 116, comma 2, del citato testo unico di
cui al decreto n. 917 del 1986, dopo le parole: "del terzo"
sono inserite le seguenti: "e del quarto".
11. Le disposizioni di cui ai commi 9 e 10 hanno
effetto con riferimento ai redditi delle societa'
partecipate relativi a periodi di imposta che iniziano
successivamente alla data di entrata in vigore del presente
decreto. Per i redditi delle societa' partecipate relativi
a periodi di imposta precedenti alla predetta data resta
ferma l'applicazione delle disposizioni di cui all'art.
37-bis del decreto del Presidente della Repubblica
29 settembre 1973, n. 600.
12. All'art. 84 del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 2:
1) dopo le parole "primi tre periodi d'imposta"
sono inserite le seguenti "dalla data di costituzione";
2) in fine, sono aggiunte le seguenti parole: "a
condizione che si riferiscano ad una nuova attivita'
produttiva";
b) al comma 3, la lettera a) e' abrogata.
13. Le disposizioni della lettera a) del comma 12 si
applicano alle perdite relative ai primi tre periodi
d'imposta formatesi a decorrere dal periodo d'imposta in
corso alla data di entrata in vigore del presente decreto.
Per le perdite relative ai primi tre periodi d'imposta
formatesi in periodi anteriori alla predetta data resta
ferma l'applicazione dell'art. 37-bis del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
14 - 30 (Omissis).
31 - (Abrogato).
32 - 34-bis (Omissis).».
Riferimenti normativi al comma 19:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 2 del decreto
legislativo 21 novembre 1997, n. 461, recante riordino
della disciplina tributaria dei redditi di capitale e dei
redditi diversi, a norma dell'art. 3, comma 160, della
legge 23 dicembre 1996, n. 662, cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Art. 2 (Modifiche all'art. 42 del testo unico delle
imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917). - 1. (Omissis).
2. (Omissis).
3. Nel caso dei rapporti di cui alle lettere g-bis) e
g-ter) del comma 1 dell'art. 41 del testo unico delle
imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato
dall'art. 1, comma 3, del presente decreto, al mutuatario e
al cessionario a pronti si applica il regime previsto
dall'art. 89, comma 2, del testo unico delle imposte sui
redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917, soltanto se tale regime sarebbe
stato applicabile al mutuante o al cedente a pronti.».
Riferimenti normativi al comma 21:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 1, comma 496,
della legge 23 dicembre 2005, n. 266, recante disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2006), cosi' come modificato dal
presente provvedimento.
«Art. 496 - In caso di cessioni a titolo oneroso di
beni immobili acquistati o costruiti da non piu' di cinque
anni, e di terreni suscettibili di utilizzazione
edificatoria secondo gli strumenti urbanistici vigenti al
momento della cessione, all'atto della cessione e su
richiesta della parte venditrice resa al notaio, in deroga
alla disciplina di cui all'art. 67, comma 1, lettera b),
del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986,
n. 917, e successive modificazioni, sulle plusvalenze
realizzate si applica un'imposta, sostituiva dell'imposta
sul reddito, del 20 per cento. A seguito della richiesta,
il notaio provvede anche all'applicazione e al versamento
dell'imposta sostitutiva della plusvalenza di cui al
precedente periodo, ricevendo la provvista dal cedente. Il
notaio comunica altresi' all'Agenzia delle entrate i dati
relativi alle cessioni di cui al primo periodo, secondo le
modalita' stabilite con provvedimento del direttore della
predetta Agenzia».
Riferimenti normativi ai commi 24, 25, 26 e 29:
- Si riporta il testo degli articoli 3, comma 1, e 188
vigenti alla data del 3 luglio 2006 e il testo vigente
dell'articolo 51, comma 2-bis, decreto del Presidente della
Repubblica del 22 dicembre 1986, n. 917, recante il testo
unico delle imposte sui redditi, cosi' come introdotto
dalla presente legge:
«Art. 3 (Base imponibile). - 1. L'imposta si applica
sul reddito complessivo del soggetto, formato per i
residenti da tutti i redditi posseduti e per i non
residenti soltanto da quelli prodotti nel territorio dello
Stato, al netto degli oneri deducibili indicati nell'art.
10, nonche' delle deduzioni effettivamente spettanti ai
sensi degli articoli 11 e 12.»
«Art. 51 (Determinazione del reddito di lavoro
dipendente). - 1. Il reddito di lavoro dipendente e'
costituito da tutte le somme e i valori in genere, a
qualunque titolo percepiti nel periodo d'imposta, anche
sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al
rapporto di lavoro. Si considerano percepiti nel periodo
d'imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti
dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio
del periodo d'imposta successivo a quello cui si
riferiscono.
2. Non concorrono a formare il reddito:
a) i contributi previdenziali e assistenziali versati
dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a
disposizioni di legge; i contributi di assistenza sanitaria
versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o
casse aventi esclusivamente fine assistenziale in
conformita' a disposizioni di contratto o di accordo o di
regolamento aziendale per un importo non superiore
complessivamente a lire 7.000.000 fino all'anno 2002 e a
lire 6.000.000 per l'anno 2003, diminuite negli anni
successivi in ragione di lire 500.000 annue fino a lire
3.500.000. Fermi restando i suddetti limiti, a decorrere
dal 1° gennaio 2003 il suddetto importo e' determinato
dalla differenza tra lire 6.500.000 e l'importo dei
contributi versati, entro i valori fissati dalla lettera
e-ter) del comma 1 dell'art. 10, ai Fondi integrativi del
Servizio sanitario nazionale istituiti o adeguati ai sensi
dell'art. 9 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.
502, e successive modificazioni;
b) le erogazioni liberali concesse in occasione di
festivita' o ricorrenze alla generalita' o a categorie di
dipendenti non superiori nel periodo d'imposta a lire
500.000, nonche' i sussidi occasionali concessi in
occasione di rilevanti esigenze personali o familiari del
dipendente e quelli corrisposti a dipendenti vittime
dell'usura ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108, o
ammessi a fruire delle erogazioni pecuniarie a ristoro dei
danni conseguenti a rifiuto opposto a richieste estorsive
ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419,
convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio
1992, n. 172;
c) le somministrazioni di vitto da parte del datore
di lavoro, nonche' quelle in mense organizzate direttamente
dal datore di lavoro o gestite da terzi, o, fino
all'importo complessivo giornaliero di lire 10.240, le
prestazioni e le indennita' sostitutive corrisposte agli
addetti ai cantieri edili, ad altre strutture lavorative a
carattere temporaneo o ad unita' produttive ubicate in zone
dove manchino strutture o servizi di ristorazione;
d) le prestazioni di servizi di trasporto collettivo
alla generalita' o a categorie di dipendenti; anche se
affidate a terzi ivi compresi gli esercenti servizi
pubblici;
e) i compensi reversibili di cui alle lettere b)
ed f) del comma 1 dell'art. 50;
f) l'utilizzazione delle opere e dei servizi di cui
al comma 1 dell'art. 100 da parte dei dipendenti e dei
soggetti indicati nell'art. 12;
f-bis) le somme erogate dal datore di lavoro alla
generalita' dei dipendenti o a categorie di dipendenti per
frequenza di asili nido e di colonie climatiche da parte
dei familiari indicati nell'art. 12, nonche' per borse di
studio a favore dei medesimi familiari;
g) il valore delle azioni offerte alla generalita'
dei dipendenti per un importo non superiore
complessivamente nel periodo d'imposta a lire 4 milioni, a
condizione che non siano riacquistate dalla societa'
emittente o dal datore di lavoro o comunque cedute prima
che siano trascorsi almeno tre anni dalla percezione;
qualora le azioni siano cedute prima del predetto termine,
l'importo che non ha concorso a formare il reddito al
momento dell'acquisto e' assoggettato a tassazione nel
periodo d'imposta in cui avviene la cessione;
g-bis) la differenza tra il valore delle azioni al
momento dell'assegnazione e l'ammontare corrisposto dal
dipendente, a condizione che il predetto ammontare sia
almeno pari al valore delle azioni stesse alla data
dell'offerta; se le partecipazioni, i titoli o i diritti
posseduti dal dipendente rappresentano una percentuale di
diritti di voto esercitabili nell'assemblea ordinaria o di
partecipazione al capitale o al patrimonio superiore al 10
per cento, la predetta differenza concorre in ogni caso
interamente a formare il reddito;
h) le somme trattenute al dipendente per oneri di cui
all'art. 10 e alle condizioni ivi previste, nonche' le
erogazioni effettuate dal datore di lavoro in conformita' a
contratti collettivi o ad accordi e regolamenti aziendali a
fronte delle spese sanitarie di cui allo stesso art. 10,
comma 1, lettera b). Gli importi delle predette somme ed
erogazioni devono essere attestate dal datore di lavoro;
i) le mance percepite dagli impiegati tecnici delle
case da gioco (croupiers) direttamente o per effetto del
riparto a cura di appositi organismi costituiti all'interno
dell'impresa nella misura del 25 per cento dell'ammontare
percepito nel periodo d'imposta;
i-bis) le quote di retribuzione derivanti
dall'esercizio, da parte del lavoratore, della facolta' di
rinuncia all'accredito contributivo presso l'assicurazione
generale obbligatoria per l'invalidita', la vecchiaia ed i
superstiti dei lavoratori dipendenti e le forme sostitutive
della medesima, per il periodo successivo alla prima
scadenza utile per il pensionamento di anzianita', dopo
aver maturato i requisiti minimi secondo la vigente
normativa.
2-bis. Le disposizioni di cui alle lettere g) e g-bis)
del comma 2 si applicano esclusivamente alle azioni emesse
dall'impresa con la quale il contribuente intrattiene il
rapporto di lavoro, nonche' a quelle emesse da societa' che
direttamente o indirettamente, controllano la medesima
impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla
stessa societa' che controlla l'impresa. La disposizione di
cui alla lettera g-bis) del comma 2 si rende applicabile
esclusivamente quando ricorrano congiuntamente le seguenti
condizioni:
a) che l'opzione sia esercitabile non prima che siano
scaduti tre anni dalla sua attribuzione;
b) che, al momento in cui l'opzione e' esercitabile,
la societa' risulti quotata in mercati regolamentati;
c) che il beneficiario mantenga per almeno i cinque
anni successivi all'esercizio dell'opzione un investimento
nei titoli oggetto di opzione non inferiore alla differenza
tra il valore delle azioni al momento dell'assegnazione e
l'ammontare corrisposto dal dipendente. Qualora detti
titoli oggetto di investimento siano ceduti o dati in
garanzia prima che siano trascorsi cinque anni dalla loro
assegnazione, l'importo che non ha concorso a formare il
reddito di lavoro dipendente al momento dell'assegnazione
e' assoggettato a tassazione nel periodo d'imposta in cui
avviene la cessione ovvero la costituzione in garanzia.
3 - 9 (Omissis).».
«Art. 188 (Campione d'Italia). - 1. Ai fini
dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, i redditi
delle persone fisiche iscritte nei registri anagrafici del
comune di Campione d'Italia prodotti in franchi svizzeri
nel territorio dello stesso comune per un importo
complessivo non superiore a 200.000 franchi sono computati
in euro, in deroga alle disposizioni dell'art. 9, sulla
base di un tasso convenzionale di cambio stabilito ogni tre
anni con decreto del Ministro dell'economia e delle
finanze, tenuto conto anche della variazione dei prezzi al
consumo nelle zone limitrofe intervenuta nel triennio.
2. I soggetti di cui al presente articolo assolvono il
loro debito d'imposta in euro.
3. Ai fini del presente articolo, si considerano
iscritte nei registri anagrafici del comune di Campione
d'Italia anche le persone fisiche aventi domicilio fiscale
nel medesimo comune le quali, gia' residenti nel comune di
Campione d'Italia, sono iscritte all'anagrafe degli
italiani residenti all'estero (AIRE) dello stesso comune e
residenti nel Canton Ticino della Confederazione
elvetica.».
Riferimenti normativi al comma 30:
- Si riporta il comma 34 dell'art. 37 del decreto-legge
n. 223 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge
n. 248 del 2006, come modificato dalla presente legge:
«Art. 37 (Disposizioni in tema di accertamento,
semplificazione e altre misure di carattere finanziario). -
1-33 (Omissis).
34. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle
entrate sono definite le modalita' tecniche e i termini per
la trasmissione telematica delle informazioni, nel quadro
delle regole tecniche di cui agli articoli 12, comma 5, e
71 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, comprese quelle
previste dall'art. 24 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, i cui obblighi sono
sostituiti dalla trasmissione telematica di cui al
comma 33. Restano fermi gli obblighi di certificazione
fiscale dei corrispettivi previsti dall'art. 12 della legge
30 dicembre 1991, n. 413, e dal regolamento di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1996,
n. 696, nonche' di emissione della fattura su richiesta del
cliente, fatta eccezione per i soggetti indicati all'art.
1, commi da 429 a 430-bis, della legge 30 dicembre 2004, n.
311.».
Riferimenti normativi al comma 32:
- Si riporta il testo vigente dell'articolo 3 del
decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, recante
l'istituzione dell'imposta regionale sulle attivita'
produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e
delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una
addizionale regionale a tale imposta, nonche' riordino
della disciplina dei tributi locali, cosi' come modificati
dalla presente legge:
«Art. 3 (Soggetti passivi). - 1. Soggetti passivi
dell'imposta sono coloro che esercitano una o piu' delle
attivita' di cui all'art. 2. Pertanto sono soggetti
all'imposta:
a) le societa' e gli enti di cui all'art. 87,
comma 1, lettere a) e b), del testo unico delle imposte sui
redditi, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
b) le societa' in nome collettivo e in accomandita
semplice e quelle ad esse equiparate a norma dell'art. 5,
comma 3, del predetto testo unico, nonche' le persone
fisiche esercenti attivita' commerciali di cui all'art. 51
del medesimo testo unico;
c) le persone fisiche, le societa' semplici e quelle
ad esse equiparate a norma dell'art. 5, comma 3, del
predetto testo unico esercenti arti e professioni di cui
all'art. 49, comma 1, del medesimo testo unico;
d) i produttori agricoli titolari di reddito agrario
di cui all'art. 32 del predetto testo unico, esclusi quelli
con volume d'affari annuo non superiore a 7.000 euro, i
quali si avvalgono del regime previsto dall'art. 34,
comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni,
sempreche' non abbiano rinunciato all'esonero a norma del
quarto periodo del citato comma 6 dell'articolo 34;
e) gli enti privati di cui all'art. 87, comma 1,
lettera c), del citato testo unico n. 917 del 1986, nonche'
le societa' e gli enti di cui alla lettera d) dello stesso
comma;
e-bis) le Amministrazioni pubbliche di cui all'art.
1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29,
nonche' le amministrazioni della Camera dei Deputati, del
Senato, della Corte costituzionale, della Presidenza della
Repubblica e gli organi legislativi delle regioni a statuto
speciale.
2. (Omissis).».
Riferimenti normativi al comma 33:
- Il regolamento (CE) n. 1782/03 del Consiglio del
29 settembre 2003 stabilisce norme comuni relative ai
regimi di sostegno diretto nell'ambito della politica
agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a
favore degli agricoltori.
- Il regolamento (CE) n. 796/2004 della Commissione del
21 aprile 2004 reca modalita' di applicazione della
condizionalita', della modulazione e del sistema integrato
di gestione e di controllo di cui al regolamento (CE) n.
1782/2003 del Consiglio.
- Il regolamento del Ministro delle finanze del
19 aprile 1994, n. 701, reca norme per l'automazione delle
procedure di aggiornamento degli archivi catastali e delle
conservatorie dei registri immobiliari.
Riferimenti normativi al comma 34:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 3 del decreto
legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, recante riforma delle
sanzioni tributarie non penali in materia di imposte
dirette, di imposta sul valore aggiunto e di riscossione
dei tributi, a norma dell'art. 3, comma 133, lettera q),
della legge 23 dicembre 1996, n. 662:
«Art. 3 (Omessa denuncia delle variazioni dei redditi
fondiari). - 1. In caso di omessa denuncia, nel termine
previsto per legge, delle situazioni che danno luogo a
variazioni in aumento del reddito dominicale e del reddito
agrario dei terreni, si applica la sanzione amministrativa
da lire cinquecentomila a lire quattro milioni».
Riferimenti normativi al comma 36:
- Si riporta il testo vigente degli articoli 20, 28 e
31 del regio decreto legge del 13 aprile 1939, n. 652 e
convertito in legge, con modificazioni con legge 11 agosto
1939, n. 1249, recante accertamento generale dei fabbricati
urbani, rivalutazione del relativo reddito e formazione del
nuovo catasto edilizio urbano:
«Art. 20. - Le persone e gli enti indicati nell'art. 3
sono obbligati a denunciare, nei modi e nei termini da
stabilirsi col regolamento, le variazioni nello stato e nel
possesso dei rispettivi immobili, le quali comunque
implichino mutazioni ai sensi dell'art. 17.
Nei casi di mutazioni che implichino variazioni nella
consistenza delle singole unita' immobiliari, la relativa
dichiarazione deve essere corredata da una planimetria
delle unita' variate, redatta su modello fornito
dall'Amministrazione dello Stato, in conformita' delle
norme di cui all'art. 7.»
«Art. 28. - I fabbricati nuovi ed ogni altra stabile
costruzione nuova che debbono considerarsi immobili urbani,
a norma dell'art. 4, devono essere dichiarati all'Ufficio
tecnico erariale entro trenta giorni dal momento in cui
sono divenuti abitabili o servibili all'uso cui sono
destinati, ancorche' esenti, temporaneamente o
permanentemente, dai tributi immobiliari, ovvero soggetti
ad imposta mobiliare.
Debbono del pari essere dichiarati, entro lo stesso
termine, i fabbricati che passano dalla categoria degli
esenti a quella dei soggetti all'imposta.
La dichiarazione deve essere compilata per ciascuna
unita' immobiliare su apposita scheda fornita
dall'amministrazione dello Stato e deve essere corredata da
una planimetria, designata su modello fornito dalla stessa
Amministrazione, in conformita' delle norme di cui all'art.
7.
I Comuni sono obbligati a dare notizia agli Uffici
tecnici erariali competenti per territorio, delle licenze
di costruzione rilasciate a norma dell'art. 31 della legge
17 agosto 1942, n. 1150».
«Art. 31. - Per le operazioni di formazione e di
conservazione del nuovo catasto edilizio urbano i
funzionari degli uffici tecnici erariali, ed i componenti
le commissioni censuarie, espressamente delegati e muniti
di speciale tessera di riconoscimento, hanno diritto di
accedere alle proprieta' private dietro preavviso scritto
di almeno sette giorni.
Chiunque fa opposizione e' punito con la sanzione
amministrativa da lire 20.000 a lire 200.000 a meno che il
fatto costituisca reato piu' grave. Con la stessa pena e'
punito colui che non adempie gli obblighi di cui agli
articoli 3, 7, 20 e 28.».
Riferimenti normativi al comma 37:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 9, comma 3,
lettera a), del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557,
convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio
1994, n. 133, recante ulteriori interventi correttivi di
finanza pubblica per l'anno 1994. cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 9 (Istituzione del catasto dei fabbricati). - 1 e
2 (Omissis).
3. Ai fini del riconoscimento della ruralita' degli
immobili agli effetti fiscali, i fabbricati o porzioni di
fabbricati destinati ad edilizia abitativa devono
soddisfare le seguenti condizioni:
a) il fabbricato deve essere posseduto dal soggetto
titolare del diritto di proprieta' o di altro diritto reale
sul terreno, ovvero dall'affittuario del terreno stesso o
dal soggetto che ad altro titolo conduce il terreno cui
l'immobile e' asservito sempreche' tali soggetti rivestano
la qualifica di imprenditore agricolo, iscritti nel
registro delle imprese di cui all'art. 8 della legge
29 dicembre 1993, n. 580 o dai familiari conviventi a loro
carico risultanti dalle certificazioni anagrafiche o da
soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti
a seguito di attivita' svolta in agricoltura o da
coadiuvanti iscritti come tali ai fini previdenziali;
b) l'immobile deve essere utilizzato quale abitazione
dai soggetti di cui alla lettera a), sulla base di un
titolo idoneo, ovvero da dipendenti esercitanti attivita'
agricole nell'azienda a tempo indeterminato o a tempo
determinato per un numero annuo di giornate lavorative
superiore a cento, assunti nel rispetto della normativa in
materia di collocamento ovvero dalle persone addette
all'attivita' di alpeggio in zone di montagna;
c) il terreno cui il fabbricato e' asservito deve
avere superficie non inferiore a 10.000 metri quadrati ed
essere censito al catasto terreni con attribuzione di
reddito agrario. Qualora sul terreno siano praticate
colture specializzate in serra o la funghicoltura o altra
coltura intensiva, ovvero il terreno e' ubicato in comune
considerato montano ai sensi dell'art. 1, comma 3, della
legge 31 gennaio 1994, n. 97, il suddetto limite viene
ridotto a 3.000 metri quadrati;
d) il volume di affari derivante da attivita'
agricole del soggetto che conduce il fondo deve risultare
superiore alla meta' del suo reddito complessivo,
determinato senza far confluire in esso i trattamenti
pensionistici corrisposti a seguito di attivita' svolta in
agricoltura. Se il terreno e' ubicato in comune considerato
montano ai sensi della citata legge n. 97 del 1994, il
volume di affari derivante da attivita' agricole del
soggetto che conduce il fondo deve risultare superiore ad
un quarto del suo reddito complessivo, determinato secondo
la disposizione del periodo precedente. Il volume d'affari
dei soggetti che non presentano la dichiarazione ai fini
dell'IVA si presume pari al limite massimo previsto per
l'esonero dall'art. 34 del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633;
e) i fabbricati ad uso abitativo, che hanno le
caratteristiche delle unita' immobiliari urbane
appartenenti alle categorie A/1 ed A/8, ovvero le
caratteristiche di lusso previste dal decreto del Ministro
dei lavori pubblici 2 agosto 1969, adottato in attuazione
dell'art. 13, L. 2 luglio 1949, n. 408, e pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969, non possono
comunque essere riconosciuti rurali.
3-bis - 14 (Omissis)».
Riferimenti normativi al comma 41:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 1, commi 336 e
338, della legge 30 dicembre 311, recante disposizioni per
la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2005).
«336. I comuni, constatata la presenza di immobili di
proprieta' privata non dichiarati in catasto ovvero la
sussistenza di situazioni di fatto non piu' coerenti con i
classamenti catastali per intervenute variazioni edilizie,
richiedono ai titolari di diritti reali sulle unita'
immobiliari interessate la presentazione di atti di
aggiornamento redatti ai sensi del regolamento di cui al
decreto ministeriale 19 aprile 1994, n. 701 del Ministro
delle finanze. La richiesta, contenente gli elementi
constatati, tra i quali, qualora accertata, la data cui
riferire la mancata presentazione della denuncia catastale,
e' notificata ai soggetti interessati e comunicata, con gli
estremi di notificazione, agli uffici provinciali
dell'Agenzia del territorio. Se i soggetti interessati non
ottemperano alla richiesta entro novanta giorni dalla
notificazione, gli uffici provinciali dell'Agenzia del
territorio provvedono, con oneri a carico dell'interessato,
alla iscrizione in catasto dell'immobile non accatastato
ovvero alla verifica del classamento delle unita'
immobiliari segnalate, notificando le risultanze del
classamento e la relativa rendita. Si applicano le sanzioni
previste per le violazioni dell'art. 28 del regio
decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con
modificazioni, dalla legge 11 agosto 1939, n. 1249, e
successive modificazioni.»
«338. Gli importi minimo e massimo della sanzione
amministrativa prevista per l'inadempimento degli obblighi
di cui all'art. 31 del regio decreto-legge 13 aprile 1939,
n. 652, convertito, con modificazioni, dalla legge
11 agosto 1939, n. 1249, dall'art. 31 del medesimo regio
decreto-legge n. 652 del 1939, come rideterminati dall'art.
8, comma 1, del decreto-legge 30 settembre 1989, n. 332,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 novembre
1989, n. 384, con riferimento al mancato adempimento degli
obblighi previsti dagli articoli 20 e 28 del citato
decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, sono elevati
rispettivamente a euro 258 e a euro 2.066.».
Riferimenti normativi al comma 45:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 52, comma 5,
del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di
registro di cui al decreto del Presidente della Repubblica
26 aprile 1986, n. 131.
«Art. 52 (Rettifica del valore degli immobili e delle
aziende). 1 - 3 (Omissis).
4. Non sono sottoposti a rettifica il valore o il
corrispettivo degli immobili, iscritti in catasto con
attribuzione di rendita, dichiarato in misura non
inferiore, per i terreni, a sessanta volte il reddito
dominicale risultante in catasto e, per i fabbricati, a
ottanta volte il reddito risultante in catasto, aggiornati
con i coefficienti stabiliti per le imposte sul reddito,
ne' i valori o corrispettivi della nuda proprieta' e dei
diritti reali di godimento sugli immobili stessi dichiarati
in misura non inferiore a quella determinata su tale base a
norma degli articoli 47 e 48. Ai fini della disposizione
del presente comma le modifiche dei coefficienti stabiliti
per le imposte sui redditi hanno effetto per gli atti
pubblici formati, per le scritture private autenticate e
gli atti giudiziari pubblicati o emanati dal decimo quinto
giorno successivo a quello di pubblicazione dei decreti
previsti dagli articoli 87 e 88 del decreto del Presidente
della Repubblica 29 settembre 1973, n. 597, nonche' per le
scritture private non autenticate presentate per la
registrazione da tale data. La disposizione del presente
comma non si applica per i terreni per i quali gli
strumenti urbanistici prevedono la destinazione
edificatoria.
5. I moltiplicatori di sessanta e ottanta volte possono
essere modificati, in caso di sensibili divergenze dai
valori di mercato, con decreto del Ministro delle finanze
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Le modifiche hanno
effetto per gli atti pubblici formati, per le scritture
private autenticate e gli atti giudiziari pubblicati o
emanati dal decimo quinto giorno successivo a quello di
pubblicazione del decreto nonche' per le scritture private
non autenticate presentate per la registrazione da tale
data.
5-bis (Omissis).».
Riferimenti normativi al comma 55:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 2 del testo
unico delle leggi sulle tasse automobilistiche di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio 1953, n.
39, cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 2 (Determinazione della tassa). - Le tasse di cui
al precedente articolo sono commisurate:
a) omissis;
b) omissis;
c) omissis;
d) alla portata espressa in q.li (differenza tra peso
massimo complessivo a pieno carico e tara del veicolo) per
gli autoveicoli di peso complessivo a pieno carico
 
inferiore a 12 tonnellate ad eccezione dei veicoli che, pur
immatricolati o reimmatricolati come N1, abbiano quattro o
piu' posti e una portata inferiore a chilogrammi 700, per i
quali la tassazione continua ad essere effettuata in base
alla potenza effettiva dei motori.
(Omissis).».
Riferimenti normativi al comma 56:
- Il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 reca
il testo unico delle disposizioni legislative concernenti
le imposte sulla produzione e sui consumi e relative
sanzioni penali e amministrative.
Riferimenti normativi al comma 58:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 5, commi 1 e 2,
del decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 452, convertito con
modificazioni dalla legge 27 febbraio 2002, n. 16, recante
disposizioni urgenti in tema di accise, di gasolio per
autotrazione, di smaltimento di oli usati, di giochi e
scommesse, nonche' sui rimborsi IVA, sulla pubblicita'
effettuata con veicoli, sulle contabilita' speciali, sui
generi di monopolio, sul trasferimento di beni demaniali,
sulla giustizia tributaria, sul funzionamento del servizio
nazionale della riscossione dei tributi e su contributi ad
enti ed associazioni.
«Art. 5 (Agevolazione sul gasolio per autotrazione
impiegato dagli autotrasportatori). - 1. A decorrere dal
1° gennaio 2002 e fino al 30 giugno 2002, l'aliquota
prevista nell'allegato I al testo unico delle disposizioni
legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui
consumi, e relative sanzioni penali e amministrative, di
cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e
successive modificazioni, per il gasolio per autotrazione
utilizzato dagli esercenti le attivita' di trasporto merci
con veicoli di massa massima complessiva superiore a 3,5
tonnellate e' ridotta della misura determinata con
riferimento al 31 dicembre 2001.
2. La riduzione prevista al comma 1 si applica,
altresi', ai seguenti soggetti:
a) agli enti pubblici ed alle imprese pubbliche
locali esercenti l'attivita' di trasporto di cui al decreto
legislativo 19 novembre 1997, n. 422, e relative leggi
regionali di attuazione;
b) alle imprese esercenti autoservizi di competenza
statale, regionale e locale di cui alla legge 28 settembre
1939, n. 1822, al Regolamento (CEE) n. 684/92 del Consiglio
del 16 marzo 1992, e successive modificazioni, e al citato
decreto legislativo n. 422 del 1997;
c) agli enti pubblici e alle imprese esercenti
trasporti a fune in servizio pubblico per trasporto di
persone.
3 - 5 (Omissis).».
- Il decreto del Presidente della Repubblica 9 giugno
2000, n. 277, reca disciplina dell'agevolazione fiscale a
favore degli esercenti le attivita' di trasporto merci, a
norma dell'art. 8 della legge 23 dicembre 1998, n. 448.
- Si riporta il testo dell'art. 1, comma 10, del
decreto-legge 21 febbraio 2005, n. 16, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 aprile 2005, n. 58, recante
interventi urgenti per la tutela dell'ambiente e per la
viabilita' e per la sicurezza pubblica:
«Art. 1. - 1 - 9. (Omissis).
10. Per i soggetti di cui all'art. 5, commi 1 e 2, del
decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 452, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 16, il
maggior onere conseguente alle disposizioni di cui al
comma 9, relative all'incremento dell'accisa sul gasolio
usato come carburante, e' rimborsato, anche mediante la
compensazione di cui all'art. 17 del decreto legislativo
9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, a
seguito della presentazione di apposita dichiarazione ai
competenti uffici dell'Agenzia delle dogane, secondo le
modalita' e con gli effetti previsti dal regolamento
recante disciplina dell'agevolazione fiscale a favore degli
esercenti le attivita' di trasporto merci, di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 9 giugno 2000, n.
277. Tali effetti rilevano altresi' ai fini delle
disposizioni di cui al titolo I del decreto legislativo
15 dicembre 1997, n. 446. A tale fine, e' autorizzata la
spesa di euro 88.070.000 annui, a decorrere dall'anno 2006.
11. (Omissis).».
Riferimenti normativi al comma 59:
- Si riporta il testo dell'art. 1 del decreto-legge
25 settembre 1997, n. 324, convertito, con modificazioni,
dalla legge 25 novemb re 1997, n. 403, recante ulteriori
interventi in materia di incentivi per la rottamazione.
«Art. 1 (Incentivi per la rottamazione). - 1. Il
contributo agli acquisti dei veicoli di cui all'art. 29 del
decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669, convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1997, n. 30, e'
riconosciuto, fino a lire unmilionecinquecentomila, per
quelli effettuati tra il 1° ottobre 1997 e il 31 gennaio
1998. Tale contributo, ferme restando le disposizioni
previste dal predetto art. 29, commi 2, 3, 4 e 5, viene
corrisposto ai soggetti indicati al comma 2, lettera b),
del medesimo articolo purche' risultino intestatari del
veicolo da rottamare da data anteriore al 31 marzo 1997.
Per gli acquisti di veicoli effettuati tra il 1° febbraio
1998 e il 31 luglio 1998 il predetto contributo e'
commisurato al consumo di carburante, certificato per cento
chilometri, nei limiti che seguono:
a) fino a lire un milione per consumi compresi tra 7
e 9 litri;
b) fino a lire unmilioneduecentocinquantamila per
consumi inferiori a 7 litri.
2. A decorrere dal 1° ottobre 1997, il contributo per
gli acquisti di cui all'art. 29 del citato decreto-legge n.
669 del 1996 e' riconosciuto, per gli autoveicoli con
trazione elettrica, fino all'importo massimo di lire
3.500.000. Nei limiti di importo di lire 30 miliardi a
valere sulle disponibilita' finanziarie di cui al comma 3,
il Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato determina, con proprio decreto, priorita',
criteri, modalita', durata ed entita' delle agevolazioni a
partire dal 1° agosto 1998 per gli autoveicoli alimentati a
metano o a gas di petrolio liquefatto (GPL). Tale decreto
dovra' determinare altresi' agevolazioni per
l'installazione di impianti di alimentazione a metano o a
GPL effettuata entro i tre anni successivi alla data di
immatricolazione dell'autoveicolo purche' quest'ultima
abbia avuto luogo a partire dal 1° agosto 1997.
2-bis - 3 (Omissis).».
Riferimenti normativi al comma 60:
- Si riporta il testo vigente dell'art. 2 della legge
23 dicembre 2003, n. 350 recante disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(legge finanziaria 2004).
«Art. 2 (Disposizioni in materia di entrate). -
(Omissis).
22. Nelle more del completamento dei lavori dell'Alta
Commissione di cui all'art. 3, comma 1, lettera b), della
legge 27 dicembre 2002, n. 289, nelle regioni che hanno
emanato disposizioni legislative in tema di tassa
automobilistica e di IRAP in modo non conforme ai poteri ad
esse attribuiti in materia dalla normativa statale,
l'applicazione della tassa opera, a decorrere dalla data di
entrata in vigore di tali disposizioni legislative e fino
al periodo di imposta decorrente dal 1° gennaio 2007, sulla
base di quanto stabilito dalle medesime disposizioni
nonche', relativamente ai profili non interessati dalle
predette disposizioni, sulla base delle norme statali che
disciplinano il tributo.
23. Entro il periodo di imposta decorrente dal
1° gennaio 2007, le regioni di cui al comma 22 provvedono a
rendere i loro ordinamenti legislativi in tema di tassa
automobilistica conformi alla normativa statale vigente in
materia.
(Omissis).».
- Si riporta il testo dell'art. 17 della legge
27 dicembre 1997, n. 449, recante misure per la
stabilizzazione della finanza pubblica:
«Art. 17 (Disposizioni tributarie in materia di
veicoli). - 1. - 4. (Omissis).
5. L'importo della tassa automobilistica e' ridotto ad
un quarto per le autovetture e per gli autoveicoli adibiti
al trasporto promiscuo di persone e cose:
a) omologati per la circolazione esclusivamente
mediante l'alimentazione del motore con gas di petrolio
liquefatto o con gas metano se dotati di dispositivi
tecnici conformi alla direttiva 91/441/CEE del Consiglio,
del 26 giugno 1991, e successive modificazioni, ovvero alla
direttiva 91/542/CEE del Consiglio, del 1° ottobre 1991, e
successive modificazioni;
b) autoveicoli azionati con motore elettrico per i
periodi successivi al quinquennio di esenzione previsto
dall'art. 20 del testo unico approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 5 febbraio 1953, n. 39.
6 e ss. (Omissis).».
- Si riporta il testo dell'art. 2 del regolamento di
cui al decreto del Ministro delle finanze 18 novembre 1998,
n. 462, recante modalita' e termini di pagamento delle
tasse automobilistiche, ai sensi dell'art. 18 della legge
21 maggio 1955, n. 463.
«Art. 2 (Autoveicoli immatricolati per la prima volta).
- 1. Per i veicoli e autoscafi immatricolati per la prima
volta, le tasse sono dovute a decorrere dal mese in cui
avviene l'immatricolazione e sono versate entro tale mese o
nel mese successivo a quello d'immatricolazione qualora
questa avvenga negli ultimi dieci giorni del mese.
2. Per i veicoli indicati alla lettera a) dell'art. 1,
le tasse sono corrisposte per un periodo superiore ad otto
mesi e fino alla scadenza di aprile, agosto o dicembre
immediatamente successiva agli otto mesi predetti; per
quelli indicati alla lettera b), per un periodo superiore a
sei mesi e fino alla scadenza di gennaio o luglio
immediatamente successiva ai sei mesi predetti; per tutti
gli altri veicoli: fino ad una delle scadenze dei periodi
fissi per essi stabiliti all'art. 1, escluso in ogni caso
il pagamento per un solo mese.
3. Per i veicoli immatricolati per la prima volta
soggetti a tassa fissa annua, il tributo relativo all'anno
di immatricolazione e' versato in unica soluzione nel mese
in cui avviene l'immatricolazione stessa, e qualora questa
abbia luogo negli ultimi dieci giorni del mese, la tassa
fissa annua puo' essere corrisposta nel mese successivo».
Riferimenti normativi al comma 61:
- La direttiva 94/12/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 23 marzo 1994 reca misure da adottare contro
l'inquinamento atmosferico da emissioni di veicoli a motore
e recante modifica della direttiva 70/220/CEE.
Riferimenti normativi al comma 65:
- Si riporta il testo della tabella delle tasse
ipotecarie allegata al testo unico delle disposizioni
concernenti le imposte ipotecaria e catastale di cui al
decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 347, cosi' come
modificata dal presente provvedimento.
Tabella delle tasse ipotecarie

===================================================================== N. ord| Operazioni |Tariffa in euro| Note =====================================================================
|Esecuzione di | |
1 |formalita' | | ---------------------------------------------------------------------
| | |Compresa la
| | |certificazione di
| | |eseguita formalita' da
|per ogni nota di | |apporre in calce al
|trascrizione, | |duplo della nota da
|iscrizione o domanda | |restituire al
1.1 |di annotazione | 35,00 |richiedente. ---------------------------------------------------------------------
|per ogni formalita' | |
|con efficacia anche di| |
|voltura, oltre quanto | |
|previsto nel punto | |
1.2 |precedente | 55,00 | ---------------------------------------------------------------------
|Ispezione nell'ambito | |
|di ogni singola | |
|circoscrizione del | |
|servizio di | |
|pubblicita' | |
|immobiliare ovvero | |
|sezione staccata degli| |
|uffici provinciali | |
|dell'Agenzia del | |
2 |territorio | | ---------------------------------------------------------------------
|ispezione nominativa, | |
|per immobile o | |
|congiunta per | |
|nominativo e per | |
2.1 |immobile | | ---------------------------------------------------------------------
| | |L'importo e'
| | |comprensivo di 10
| | |formalita', o frazione
| | |di 10, contenute
| | |nell'elenco sintetico,
| | |incluse eventuali
| | |formalita' validate del
| | |periodo anteriore
| | |all'automazione degli
| | |uffici; l'indicazione
| | |della presenza di
| | |annotazione non si
| | |considera formalita'.
| | |L'importo e' dovuto
|ricerca su base | |all'atto della
|informativa: per ogni | |richiesta, salvo
|nominativo richiesto, | |specifica disciplina
|ovvero per ciascuna | |delle ipotesi per le
|unita' immobiliare | |quali viene corrisposto
|richiesta, ovvero per | |al momento
|ciascuna richiesta | |dell'erogazione del 2.1.1 |congiunta | 6,00 |servizio. ---------------------------------------------------------------------
|per ogni gruppo | |
|decreto-legge 5 | |
|formalita', o frazione| |L'importo e' dovuto per
|di 5, contenuto | |le formalita' contenute
|nell'elenco sintetico,| |nell'elenco sintetico
|incluse eventuali | |eccedenti le prime 10.
|formalita' validate | |L'indicazione della
|del periodo anteriore | |presenza di annotazione
|all'automazione degli | |non si considera 2.1.2 |uffici. | 3,00 |formalita'. ---------------------------------------------------------------------
| | |L'importo e' dovuto
| | |all'atto della
| | |richiesta. Per registri
| | |cartacei si intendono
| | |repertori, tavole,
| | |rubriche e schedari.
| | |Non e' consentita al
|ricerca nei registri | |pubblico l'ispezione
|cartacei: per ogni | |diretta di tavole, 2.1.3 |nominativo richiesto | 3,00 |rubriche e schedari. ---------------------------------------------------------------------
| | |E' consentito l'accesso
| | |diretto alla nota o al
| | |titolo solo se,
| | |unitamente
| | |all'identificativo
| | |della formalita' o del
| | |titolo, viene indicato
| | |il nominativo di uno
| | |dei soggetti ovvero
| | |l'identificativo
| | |catastale di uno degli
|per ogni nota o titolo| |immobili presenti sulla 2.1.4 |stampati | 4,00 |formalita'. ---------------------------------------------------------------------
| | |Per le note cartacee
| | |relative al periodo
| | |automatizzato e per
| | |quelle validate del
| | |periodo anteriore
| | |all'automazione degli
| | |uffici, l'importo e'
|per ogni nota o titolo| |dovuto in misura 2.1.5 |visionati | 4,00 |doppia. ---------------------------------------------------------------------
|Ricerca di un soggetto| |
3 |in ambito nazionale | | ---------------------------------------------------------------------
|per ogni nominativo | |Il servizio sara'
|richiesto in ambito | |fornito
3.1 |nazionale | 20,00 |progressivamente. ---------------------------------------------------------------------
|Ricerca continuativa | |
4 |per via telematica | | ---------------------------------------------------------------------
| | |L'importo e' dovuto
| | |anticipatamente. Il
| | |servizio sara' fornito
| | |progressivamente su
| | |base convenzionale ai
|per ogni nominativo e | |soli soggetti
|per ogni giorno, | |autorizzati alla
|nell'ambito di una | |riutilizzazione
|singola circoscrizione| |commerciale. La tariffa
|ovvero sezione | |e' raddoppiata per
|staccata degli uffici | |richieste relative a
|provinciali | |piu' di una
|dell'Agenzia del | |circoscrizione o
4.1 |territorio | 0,01 |sezione staccata. ---------------------------------------------------------------------
|contabilizzazione dei | |
|versamenti e del | |
|servizio reso, per | |L'importo e' dovuto
|ogni versamento | |oltre quanto previsto
|effettuato in via | |al precedente punto
4.2 |anticipata | 15,00 |4.1. ---------------------------------------------------------------------
5 |Certificazione: | | ---------------------------------------------------------------------
5.1 |certificati ipotecari | | ---------------------------------------------------------------------
| | |L'importo e' dovuto
| | |all'atto della
| | |richiesta. Se il
| | |certificato riguarda
| | |cumulativamente il
|per ogni stato o | |padre, la madre ed i
|certificato | |figli, nonche' entrambi
|riguardante una sola | |i coniugi, l'importo e' 5.1.1 |persona | 20,00 |dovuto una volta sola. ---------------------------------------------------------------------
|per ogni nota | |
|visionata | |Gli importi sono dovuti
|dall'ufficio, fino ad | |anche nel caso di
|un massimo di 1000 | |mancato ritiro del 5.1.2 |note | 2,00 |certificato. ---------------------------------------------------------------------
5.2 |rilascio di copia | | ---------------------------------------------------------------------
| | |L'importo e' dovuto
|per ogni richiesta di | |all'atto della 5.2.1 |copia di nota o titolo| 10,00 |richiesta. ---------------------------------------------------------------------
5.3 |altre certificazioni | | ---------------------------------------------------------------------
|per ogni altra | |
|certificazione o | | 5.3.1 |attestazione | 5,00 | ---------------------------------------------------------------------
6 |Note d'ufficio | | ---------------------------------------------------------------------
|per le rinnovazioni di| |
|ipoteca da eseguirsi | |
|d'ufficio e per ogni | |
|altra nota di cui agli| |
|articoli 2647, ultimo | |
|comma e 2834 del | |
6.1 |codice civile | 10,00 | ---------------------------------------------------------------------
|Trasmissione | |
|telematica di elenco | |
|dei soggetti presenti | |
|nelle formalita' di un| |
7 |determinato giorno: | | ---------------------------------------------------------------------
| | |L'importo e' dovuto
| | |anticipatamente. Il
| | |servizio sara' fornito
| | |progressivamente su
| | |base convenzionale ai
| | |soli soggetti
| | |autorizzati alla
| | |riutilizzazione
| | |commerciale. Fino
| | |all'attivazione del
| | |servizio di
| | |trasmissione telematica
| | |l'elenco dei soggetti
| | |continua ad essere
| | |fornito su supporto
| | |cartaceo a richiesta di
| | |chiunque, previo
| | |pagamento del medesimo
| | |tributo di euro 4,00
7.1 |per ogni soggetto: | 4,00 |per ogni soggetto.
Riferimenti normativi al comma 69:
- Si riporta il testo dell'art. 14-quinquies del
decreto-legge 30 giugno 2005, n. 115, convertito, con
modificazioni, dalla legge 17 agosto 2005, n. 168, recante
disposizioni urgenti per assicurare la funzionalita' di
settori della pubblica amministrazione, cosi' come
modificato dal presente provvedimento.
«Art. 14-quinquies (Differimento di termine). - 1. Per
consentire il completamento degli accertamenti tecnici in
corso, d'intesa con le regioni e le organizzazioni
sindacali delle categorie interessate nonche' con le
associazioni dei consumatori, relativamente alla
rideterminazione dei canoni demaniali marittimi anche in
relazione al numero, all'estensione ed alle tipologie delle
concessioni esistenti ed all'abusivismo, il termine di cui
all'art. 32, comma 22, del decreto-legge 30 settembre 2003,
n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge
24 novembre 2003, n. 326, e' differito al 31 dicembre
2006.».
Riferimenti normativi al comma 70:
- Si riporta il comma 3 dell'art. 50 del citato decreto
legislativo n. 446 del 1997, come modificato dalla presente
legge:
«3. L'aliquota di compartecipazione dell'addizionale
regionale di cui al comma 1 e' fissata allo 0,9 per cento.
Ciascuna regione, con proprio provvedimento, da pubblicare
nella Gazzetta Ufficiale non oltre il 31 dicembre dell'anno
precedente a quello cui l'addizionale si riferisce, puo'
maggiorare l'aliquota suddetta fino all'1,4 per cento.».
Riferimenti normativi al comma 71:
- Si riporta il testo degli articoli 51 e 164 del testo
unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, cosi'
come modificati dalla presente legge:
«Art. 51 (Determinazione del reddito di lavoro
dipendente). 1. Il reddito di lavoro dipendente e'
costituito da tutte le somme e i valori in genere, a
qualunque titolo percepiti nel periodo d'imposta, anche
sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al
rapporto di lavoro. Si considerano percepiti nel periodo
d'imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti
dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio
del periodo d'imposta successivo a quello cui si
riferiscono.
2. (Omissis).
2-bis. (Omissis).
3. Ai fini della determinazione in denaro dei valori di
cui al comma 1, compresi quelli dei beni ceduti e dei
servizi prestati al coniuge del dipendente o a familiari
indicati nell'art. 12, o il diritto di ottenerli da terzi,
si applicano le disposizioni relative alla determinazione
del valore normale dei beni e dei servizi contenute
nell'art. 9. Il valore normale dei generi in natura
prodotti dall'azienda e ceduti ai dipendenti e' determinato
in misura pari al prezzo mediamente praticato dalla stessa
azienda nelle cessioni al grossista. Non concorre a formare
il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati
se complessivamente di importo non superiore nel periodo
d'imposta a lire 500.000; se il predetto valore e'
superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente
a formare il reddito.
4. Ai fini dell'applicazione del comma 3:
a) per gli autoveicoli indicati nell'art. 54,
comma 1, lettere a), c) e m), del decreto legislativo
30 aprile 1992, n. 285, i motocicli e i ciclomotori
concessi in uso promiscuo, si assume il 50 per cento
dell'importo corrispondente ad una percorrenza
convenzionale di 15 mila chilometri calcolato sulla base
del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle
tabelle nazionali che l'Automobile club d'Italia deve
elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno e comunicare
al Ministero delle finanze che provvede alla pubblicazione
entro il 31 dicembre, con effetto dal periodo d'imposta
successivo, al netto degli ammontari eventualmente
trattenuti al dipendente;
(Omissis).».
«Art. 164 - Limiti di deduzione delle spese e degli
altri componenti negativi relativi a taluni mezzi di
trasporto a motore, utilizzati nell'esercizio di imprese,
arti e professioni.
1. Le spese e gli altri componenti negativi relativi ai
mezzi di trasporto a motore indicati nel presente articolo,
utilizzati nell'esercizio di imprese, arti e professioni,
ai fini della determinazione dei relativi redditi sono
deducibili solo se rientranti in una delle fattispecie
previste nelle successive lettere a) e b) e b-bis) e nei
limiti ivi indicati:
a) per l'intero ammontare relativamente:
1) agli aeromobili da turismo, alle navi e
imbarcazioni da diporto, alle autovetture ed autocaravan,
di cui alle lettere a) e m) del comma 1 dell'art. 54 del
decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, ai ciclomotori
e motocicli destinati ad essere utilizzati esclusivamente
come beni strumentali nell'attivita' propria dell'impresa;
2) ai veicoli adibiti ad uso pubblico;
b) nella misura dell'80 per cento relativamente alle
autovetture ed autocaravan, di cui alle predette lettere
dell'art. 54 del citato decreto legislativo n. 285 del
1992, ai ciclomotori e motocicli utilizzati da soggetti
esercenti attivita' di agenzia o di rappresentanza di
commercio in modo diverso da quello indicato alla
lettera a), numero 1). Nel caso di esercizio di arti e
professioni in forma individuale, la deducibilita' e'
ammessa, nella misura del 25 per cento, limitatamente ad un
solo veicolo; se l'attivita' e' svolta da societa' semplici
e da associazioni di cui all'art. 5, la deducibilita' e'
consentita soltanto per un veicolo per ogni socio o
associato. Non si tiene conto: della parte del costo di
acquisizione che eccede lire 35 milioni per le autovetture
e gli autocaravan, lire 8 milioni per i motocicli, lire 4
milioni per i ciclomotori; dell'ammontare dei canoni
proporzionalmente corrispondente al costo di detti veicoli
che eccede i limiti indicati, se i beni medesimi sono
utilizzati in locazione finanziaria; dell'ammontare dei
costi di locazione e di noleggio che eccede lire 7 milioni
per le autovetture e gli autocaravan, lire 1,5 milioni per
i motocicli, lire ottocentomila per i ciclomotori. Nel caso
di esercizio delle predette attivita' svolte da societa'
semplici e associazioni di cui al citato art. 5, i suddetti
limiti sono riferiti a ciascun socio o associato. I limiti
predetti, che con riferimento al valore dei contratti di
locazione anche finanziaria o di noleggio vanno
ragguagliati ad anno, possono essere variati, tenendo anche
conto delle variazioni dell'indice dei prezzi al consumo
per le famiglie di operai e di impiegati verificatesi
nell'anno precedente, con decreto del Ministro delle
finanze, di concerto con il Ministro dell'industria, del
commercio e dell'artigianato. Il predetto limite di 35
milioni di lire per le autovetture e' elevato a 50 milioni
di lire per gli autoveicoli utilizzati da agenti o
rappresentanti di commercio.
b-bis) per i veicoli dati in uso promiscuo ai
dipendenti, e' deducibile l'importo costituente reddito di
lavoro.».
Riferimenti normativi al comma 72:
- Si riporta il testo dell'art. 3 della legge 27 luglio
2000, n. 212, recante disposizioni in materia di statuto
dei diritti del contribuente.
«Art. 3 (Efficacia temporale delle norme tributarie). -
1. Salvo quanto previsto dall'art. 1, comma 2, le
disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo.
Relativamente ai tributi periodici le modifiche introdotte
si applicano solo a partire dal periodo d'imposta
successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore
delle disposizioni che le prevedono.
2. In ogni caso, le disposizioni tributarie non possono
prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui
scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno
dalla data della loro entrata in vigore o dell'adozione dei
provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti.
3. I termini di prescrizione e di decadenza per gli
accertamenti di imposta non possono essere prorogati.».
- Si riporta il testo dell'art. 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina
dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza
del Consiglio dei Ministri:
«3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del ministro o di
autorita' sottordinate al ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei ministri prima della loro emanazione.».
- Si riporta il testo dell'art. 27 della direttiva
77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977 in materia di
armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri
relative alle imposte sulla cifra di affari - Sistema
comune di imposta sul valore aggiunto: base imponibile
uniforme:
«Art. 27 (Misure di semplificazione) - 1. Il Consiglio,
deliberando all'unanimita' su proposta della Commissione,
puo' autorizzare ogni Stato membro ad introdurre misure
particolari di deroga alla presente direttiva, allo scopo
di semplificare la riscossione dell'imposta o di evitare
talune frodi o evasioni fiscali. Le misure aventi lo scopo
di semplificare la riscossione dell'imposta non devono
influire, se non in misura trascurabile, sull'importo
complessivo delle entrate fiscali dello Stato membro
riscosso allo stadio del consumo finale.
2. Lo Stato membro che desidera introdurre le misure di
cui al paragrafo 1 invia una domanda alla Commissione
fornendole tutti i dati necessari. Se la Commissione
ritiene di non essere in possesso di tutti i dati
necessari, essa contatta lo Stato membro interessato entro
due mesi dal ricevimento della domanda, specificando di
quali dati supplementari necessiti. Non appena la
Commissione dispone di tutti i dati che ritiene utili per
la valutazione, ne informa lo Stato membro richiedente
entro un mese e trasmette la domanda, nella lingua
originale, agli altri Stati membri.
3. Entro i tre mesi successivi all'invio
dell'informazione di cui all'ultima frase del paragrafo 2,
la Commissione presenta al Consiglio una proposta
appropriata o, qualora la domanda di deroga susciti
obiezioni da parte sua, una comunicazione nella quale
espone tali obiezioni.
4. In ogni caso la procedura di cui ai paragrafi 2 e 3
dev'essere completata entro otto mesi dal ricevimento della
domanda da parte della Commissione.
5. Gli Stati membri che il 1° gennaio 1977 applicano
misure particolari del tipo di quelle di cui al paragrafo 1
possono mantenerle purche' le notifichino alla Commissione
anteriormente al 1° gennaio 1978 e purche' tali misure
siano conformi, se si tratta di misure destinate a
semplificare la riscossione dell'imposta, al criterio
definito al paragrafo 1.
- Si riporta il testo dell'art. 19-bis1 del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633,
recante istituzione e disciplina dell'imposta sul valore
aggiunto.
«Art. 19-bis1 (Esclusione o riduzione della detrazione
per alcuni beni e servizi). - 1. In deroga alle
disposizioni di cui all'art. 19:
a) omissis;
b) omissis;
c) l'imposta relativa all'acquisto o alla
importazione di ciclomotori, di motocicli e di autovetture
ed autoveicoli indicati nell'art. 54, lettere a) e c), del
decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, non compresi
nell'allegata tabella B e non adibiti ad uso pubblico, che
non formano oggetto dell'attivita' propria dell'impresa, e
dei relativi componenti e ricambi, nonche' alle prestazioni
di servizi di cui al terzo comma dell'art. 16 ed a quelle
di impiego, custodia, manutenzione e riparazione relative
ai beni stessi, non e' ammessa in detrazione a far data
dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione
europea della autorizzazione riconosciuta all'Italia dal
Consiglio dell'Unione europea ai sensi della direttiva
77/388/ CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977, a stabilire
una misura ridotta della percentuale di detrazione
dell'imposta sul valore aggiunto assolta per gli acquisti
di beni e le relative spese di cui alla presente lettera,
nei termini ivi previsti, senza prova contraria, salvo che
per gli agenti o rappresentanti di commercio;
(omissis).».
Riferimenti normativi al comma 73:
- Si riporta il testo dell'art. 26 del decreto
legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, recante testo unico
delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla
produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e
amministrative, cosi' come modificato dal presente
provvedimento.
«Art. 26. (Disposizioni particolari per il gas metano)
- 1. E' sottoposto ad accisa il gas metano (codice NC 2711
29 00) destinato all'autotrazione ed alla combustione per
usi civili e per usi industriali [1].
2 e ss. Omissis.
[1] Devono considerarsi compresi negli usi civili anche
gli impieghi del gas metano nei locali delle imprese
industriali, artigiane e agricole, posti fuori dagli
stabilimenti, dai laboratori e dalle aziende dove viene
svolta l'attivita' produttiva, e nella produzione di acqua
calda, di altri vettori termici e/o di calore non
utilizzati in impieghi produttivi dell'impresa ma per la
cessione a terzi per usi civili. Si considerano compresi
negli usi industriali gli impieghi del gas metano nel
settore della distribuzione commerciale, nel settore
alberghiero, negli esercizi di ristorazione, negli impianti
sportivi adibiti esclusivamente ad attivita'
dilettantistiche e gestite senza fini di lucro, nel
teleriscaldamento alimentato da impianti di cogenerazione
che hanno le caratteristiche tecniche indicate nell'art.
11, comma 2, lettera b), della legge 9 gennaio 1991, n. 10,
anche se riforniscono utenze civili, e gli impieghi in
tutte le attivita' industriali produttive di beni e servizi
e nelle attivita' artigianali ed agricole. Si considerano
altresi' compresi negli usi industriali, anche quando non
e' previsto lo scopo di lucro, gli impieghi del gas metano
utilizzato negli impianti sportivi e nelle attivita'
ricettive svolte da istituzioni finalizzate all'assistenza
dei disabili, degli orfani, degli anziani e degli
indigenti. Le disposizioni di cui sopra valgono anche per
la tassazione dei gas di petrolio liquefatti utilizzati
negli impianti centralizzati per usi industriali.
L'agevolazione dell'aliquota ridotta dell'accisa sul gas
metano a favore degli stabilimenti di produzione vale anche
se in tali stabilimenti vengono introdotte e depositate
merci provenienti da altri stabilimenti purche' di societa'
controllate o di societa' collegate con quella titolare
della concessione ai sensi dell'art. 2359 del codice
civile, nonche' sul gas metano utilizzato per operazioni
connesse con l'attivita' industriale.».
Riferimenti normativi al comma 74:
- Si riporta il testo dei commi 1 e 2 dell'art. 8 del
decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con
modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80
(Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per
lo sviluppo economico, sociale e territoriale):
«1. Al fine di favorire lo sviluppo del mercato del
credito nelle aree sottoutilizzate e, quindi, l'effetto
degli incentivi sulla competitivita' del sistema
produttivo, a decorrere dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, la concessione delle agevolazioni per
investimenti in attivita' produttive disposta ai sensi
dell'art. 1, comma 2, del decreto-legge 22 ottobre 1992, n.
415, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre
1992, n. 488, e successive modificazioni, e dell'art. 2,
comma 203, lettere d), e) ed f), della legge 23 dicembre
1996, n. 662, e' attribuita secondo i seguenti principi:
a) il contributo in conto capitale e' inferiore o
uguale al finanziamento con capitale di credito, composto,
per pari importo, da un finanziamento pubblico agevolato e
da un finanziamento bancario ordinario a tasso di mercato;
b) il CIPE, secondo le modalita' di cui all'art. 1,
comma 356, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, fissa i
criteri generali e le modalita' di erogazione e di rimborso
del finanziamento pubblico agevolato;
c) il tasso di interesse da applicare al
finanziamento pubblico agevolato non e' inferiore allo 0,50
per cento annuo;
d) e' previsto l'impegno creditizio dei soggetti che
valutano positivamente le istanze di ammissione agli
incentivi e curano il rimborso unitario del finanziamento
pubblico e ordinario, salvo quanto disposto dal comma 4;
e) gli indicatori per la formazione delle graduatorie
ove previste sono limitati nel numero, univocamente
rappresentativi dell'obiettivo misurato, pienamente
verificabili e tali, tra l'altro, da premiare il minore
ricorso al contributo in conto capitale.
2. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro
delle attivita' produttive, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle
politiche agricole e forestali, per quanto riguardante le
attivita' della filiera agricola, sentita la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro
sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, in conformita' alla vigente normativa di
riferimento sono stabiliti i criteri, le condizioni e le
modalita' di attuazione della disposizione di cui al
comma 1, individuando, tra l'altro:
a) le attivita' e le iniziative ammissibili;
b) i limiti minimi e massimi degli investimenti
ammissibili;
c) i meccanismi di valutazione delle domande, con le
modalita' della procedura valutativa a graduatoria, ad
eccezione della misura di cui all'art. 2, comma 203,
lettera e), della legge 23 dicembre 1996, n. 662;
d) gli indicatori per la formazione di graduatorie
settoriali e territoriali, secondo i principi di cui al
comma 1, lettera e);
e) la misura dell'intervento agevolativo, assicurando
che l'intensita' di aiuto corrispondente sia contenuta nei
limiti delle intensita' massime consentite dalla normativa
dell'Unione europea;
f) il rapporto massimo fra contributo in conto
capitale e finanziamento con capitale di credito, entro la
soglia di cui al comma 1, lettera a);
g) le modalita' e i contenuti dell'istruttoria delle
domande, prevedendo la stipula di apposite convenzioni,
anche con la eventuale modifica di quelle attualmente in
essere, con soggetti in possesso dei necessari requisiti
tecnici, amministrativi e di terzieta'.»
- Si riporta il testo del comma 203 dell'art. 2 della
legge 23 dicembre 1996, n. 662 (Misure di razionalizzazione
della finanza pubblica):
«203. Gli interventi che coinvolgono una molteplicita'
di soggetti pubblici e privati ed implicano decisioni
istituzionali e risorse finanziarie a carico delle
amministrazioni statali, regionali e delle province
autonome nonche' degli enti locali possono essere regolati
sulla base di accordi cosi' definiti:
a) «Programmazione negoziata», come tale intendendosi
la regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra
il soggetto pubblico competente e la parte o le parti
pubbliche o private per l'attuazione di interventi diversi,
riferiti ad un'unica finalita' di sviluppo, che richiedono
una valutazione complessiva delle attivita' di competenza;
b) «Intesa istituzionale di programma», come tale
intendendosi l'accordo tra amministrazione centrale,
regionale o delle province autonome con cui tali soggetti
si impegnano a collaborare sulla base di una ricognizione
programmatica delle risorse finanziarie disponibili, dei
soggetti interessati e delle procedure amministrative
occorrenti, per la realizzazione di un piano pluriennale di
interventi d'interesse comune o funzionalmente collegati.
La gestione finanziaria degli interventi per i quali sia
necessario il concorso di piu' amministrazioni dello Stato,
nonche' di queste ed altre amministrazioni, enti ed
organismi pubblici, anche operanti in regime privatistico,
puo' attuarsi secondo le procedure e le modalita' previste
dall'art. 8 del decreto del Presidente della Repubblica
20 aprile 1994, n. 367;
c) «Accordo di programma quadro», come tale
intendendosi l'accordo con enti locali ed altri soggetti
pubblici e privati promosso dagli organismi di cui alla
lettera b), in attuazione di una intesa istituzionale di
programma per la definizione di un programma esecutivo di
interventi di interesse comune o funzionalmente collegati.
L'accordo di programma quadro indica in particolare: 1) le
attivita' e gli interventi da realizzare, con i relativi
tempi e modalita' di attuazione e con i termini ridotti per
gli adempimenti procedimentali; 2) i soggetti responsabili
dell'attuazione delle singole attivita' ed interventi; 3)
gli eventuali accordi di programma ai sensi dell'art. 27
della legge 8 giugno 1990, n. 142; 4) le eventuali
conferenze di servizi o convenzioni necessarie per
l'attuazione dell'accordo; 5) gli impegni di ciascun
soggetto, nonche' del soggetto cui competono poteri
sostitutivi in caso di inerzie, ritardi o inadempienze; 6)
i procedimenti di conciliazione o definizione di conflitti
tra i soggetti partecipanti all'accordo; 7) le risorse
finanziarie occorrenti per le diverse tipologie di
intervento, a valere sugli stanziamenti pubblici o anche
reperite tramite finanziamenti privati; 8) le procedure ed
i soggetti responsabili per il monitoraggio e la verifica
dei risultati. L'accordo di programma quadro e' vincolante
per tutti i soggetti che vi partecipano. I controlli sugli
atti e sulle attivita' posti in essere in attuazione
dell'accordo di programma quadro sono in ogni caso
successivi. Limitatamente alle aree di cui alla lettera f),
gli atti di esecuzione dell'accordo di programma quadro
possono derogare alle norme ordinarie di amministrazione e
contabilita', salve restando le esigenze di
concorrenzialita' e trasparenza e nel rispetto della
normativa comunitaria in materia di appalti, di ambiente e
di valutazione di impatto ambientale. Limitatamente alle
predette aree di cui alla lettera f), determinazioni
congiunte adottate dai soggetti pubblici interessati
territorialmente e per competenza istituzionale in materia
urbanistica possono comportare gli effetti di variazione
degli strumenti urbanistici gia' previsti dall'art. 27,
commi 4 e 5, della legge 8 giugno 1990, n. 142;
d) «Patto territoriale», come tale intendendosi
l'accordo, promosso da enti locali, parti sociali, o da
altri soggetti pubblici o privati con i contenuti di cui
alla lettera c), relativo all'attuazione di un programma di
interventi caratterizzato da specifici obiettivi di
promozione dello sviluppo locale;
e) «Contratto di programma», come tale intendendosi
il contratto stipulato tra l'amministrazione statale
competente, grandi imprese, consorzi di medie e piccole
imprese e rappresentanze di distretti industriali per la
realizzazione di interventi oggetto di programmazione
negoziata;
f) «Contratto di area», come tale intendendosi lo
strumento operativo, concordato tra amministrazioni, anche
locali, rappresentanze dei lavoratori e dei datori di
lavoro, nonche' eventuali altri soggetti interessati, per
la realizzazione delle azioni finalizzate ad accelerare lo
sviluppo e la creazione di una nuova occupazione in
territori circoscritti, nell'ambito delle aree di crisi
indicate dal Presidente del Consiglio dei ministri, su
proposta del Ministero del bilancio e della programmazione
economica e sentito il parere delle competenti Commissioni
parlamentari, che si pronunciano entro quindici giorni
dalla richiesta, e delle aree di sviluppo industriale e dei
nuclei di industrializzazione situati nei territori di cui
all'obiettivo 1 del Regolamento CEE n. 2052/88, nonche'
delle aree industrializzate realizzate a norma dell'art. 32
della legge 14 maggio 1981, n. 219, che presentino
requisiti di piu' rapida attivazione di investimenti di
disponibilita' di aree attrezzate e di risorse private o
derivanti da interventi normativi. Anche nell'ambito dei
contratti d'area dovranno essere garantiti ai lavoratori i
trattamenti retributivi previsti dall'art. 6, comma 9,
lettera c), del decreto-legge 9 ottobre 1989, n. 338,
convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 1989,
n. 389.»
Riferimenti normativi al comma 76:
- Si riporta il testo dell'art. 60 della legge
27 dicembre 2002, n. 289 (Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
finanziaria 2003):
«Art. 60. (Finanziamento degli investimenti per lo
sviluppo). - 1. Gli stanziamenti del fondo per le aree
sottoutilizzate di cui all'art. 61 della presente legge
nonche' le risorse del fondo unico per gli incentivi alle
imprese di cui all'art. 52 della legge 23 dicembre 1998, n.
448, limitatamente agli interventi territorializzati
rivolti alle aree sottoutilizzate e segnatamente alle
autorizzazioni di spesa di cui al decreto-legge 22 ottobre
1992, n. 415, convertito, con modificazioni, dalla legge
19 dicembre 1992, n. 488, e alle disponibilita' assegnate
agli strumenti di programmazione negoziata, in fase di
regionalizzazione, possono essere diversamente allocati dal
CIPE, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri
in maniera non delegabile. La diversa allocazione, limitata
esclusivamente agli interventi finanziati con le risorse di
cui sopra e ricadenti nelle aree sottoutilizzate di cui
all'art. 61 della presente legge, e' effettuata in
relazione rispettivamente allo stato di attuazione degli
interventi finanziati, alle esigenze espresse dal mercato
in merito alle singole misure di incentivazione e alla
finalita' di accelerazione della spesa in conto capitale.
Per assicurare l'accelerazione della spesa le
amministrazioni centrali e le regioni presentano al CIPE,
sulla base delle disponibilita' finanziarie che emergono ai
sensi del comma 2, gli interventi candidati, indicando per
ciascuno di essi i risultati economico-sociali attesi e il
cronoprogramma delle attivita' e di spesa. Gli interventi
finanziabili sono attuati nell'ambito e secondo le
procedure previste dagli Accordi di programma quadro. Gli
interventi di accelerazione da realizzare nel 2004
riguarderanno prioritariamente i settori sicurezza,
trasporti, ricerca, acqua e rischio idrogeologico.
2. Il CIPE informa semestralmente il Parlamento delle
operazioni effettuate in base al comma 1. A tal fine i
soggetti gestori delle diverse forme di intervento, con la
medesima cadenza, comunicano al CIPE i dati sugli
interventi effettuati, includenti quelli sulla relativa
localizzazione, e sullo stato complessivo di impiego delle
risorse assegnate.
3. Presso il Ministero delle attivita' produttive e'
istituito un apposito fondo in cui confluiscono le risorse
del fondo unico per gli incentivi alle imprese di cui
all'art. 52 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, con
riferimento alle autorizzazioni di spesa di cui al
decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, convertito, con
modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488, le
disponibilita' assegnate alla programmazione negoziata per
patti territoriali, contratti d'area e contratti di
programma, nonche' le risorse che gli siano allocate in
attuazione del comma 1. Allo stesso fondo confluiscono le
economie derivanti da provvedimenti di revoca totale o
parziale degli interventi citati, nonche' quelle di cui al
comma 6 dell'art. 8 della legge 7 agosto 1997, n. 266. Gli
oneri relativi al funzionamento dell'Istituto per la
promozione industriale, di cui all'art. 14, comma 3, della
legge 5 marzo 2001, n. 57, riguardanti le iniziative e le
attivita' di assistenza tecnica afferenti le autorizzazioni
di spesa di cui al fondo istituito dal presente comma,
gravano su detto fondo. A tal fine provvede, con proprio
decreto, il Ministro delle attivita' produttive.
4. Il 3 per cento degli stanziamenti previsti per le
infrastrutture e' destinato alla spesa per la tutela e gli
interventi a favore dei beni e delle attivita' culturali.
Con regolamento del Ministro per i beni e le attivita'
culturali, da emanare ai sensi dell'art. 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, di concerto con il Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti, sono definiti i
criteri e le modalita' per l'utilizzo e la destinazione
della quota percentuale di cui al precedente periodo.
5. Ai fini del riequilibrio socio-economico e del
completamento delle dotazioni infrastrutturali del Paese,
nell'ambito del programma di infrastrutture strategiche di
cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, puo' essere
previsto il rifinanziamento degli interventi di cui
all'art. 145, comma 21, della legge 23 dicembre 2000, n.
388.
6. Per le attivita' iniziate entro il 31 dicembre 2002
relative alle istruttorie dei patti territoriali e dei
contratti d'area, nonche' per quelle di assistenza
tecnico-amministrativa dei patti territoriali, il Ministero
delle attivita' produttive e' autorizzato a corrispondere i
compensi previsti dalle convenzioni a suo tempo stipulate
dal Ministero dell'economia e delle finanze a valere sulle
somme disponibili in relazione a quanto previsto dalle
Del.CIPE 17 marzo 2000, n. 31 e Del.CIPE 21 dicembre 2001,
n. 123, pubblicate rispettivamente nella Gazzetta Ufficiale
n. 125 del 31 maggio 2000 e n. 88 del 15 aprile 2002. Il
Ministero delle attivita' produttive e' altresi'
autorizzato, aggiornando le condizioni operative per gli
importi previsti dalle convenzioni, a stipulare con gli
stessi soggetti contratti a trattativa privata per il
completamento delle attivita' previste dalle stesse
convenzioni.»
Riferimenti normativi al comma 77:
- Si riporta il testo dei commi 354 e 361 dell'art. 1
della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(legge finanziaria 2005):
«354. E' istituito, presso la gestione separata della
Cassa depositi e prestiti Spa, un apposito fondo rotativo,
denominato «Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e
gli investimenti in ricerca». Il Fondo e' finalizzato alla
concessione alle imprese, anche associate in appositi
organismi, anche cooperativi, costituiti o promossi dalle
associazioni imprenditoriali e dalle Camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura, di finanziamenti
agevolati che assumono la forma dell'anticipazione,
rimborsabile con un piano di rientro pluriennale. La
dotazione iniziale del Fondo, alimentato con le risorse del
risparmio postale, e' stabilita in 6.000 milioni di euro.
Le successive variazioni della dotazione sono disposte
dalla Cassa depositi e prestiti Spa, in relazione alle
dinamiche di erogazione e di rimborso delle somme concesse,
e comunque nel rispetto dei limiti annuali di spesa sul
bilancio dello Stato fissati ai sensi del comma 361.».
«361. Per le finalita' previste dai commi da 354 a 360
e' autorizzata la spesa di 80 milioni di euro per l'anno
2005 e di 150 milioni di euro annui a decorrere dall'anno
2006. Una quota dei predetti oneri, pari a 55 milioni di
euro per l'anno 2005 e a 100 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2006, 2007 e 2008, e' posta a carico del Fondo
per le aree sottoutilizzate per gli interventi finanziati
dallo stesso. La restante quota relativa agli anni 2005 e
2006, pari rispettivamente a 25 milioni di euro e a 50
milioni di euro, e' posta a carico della parte del Fondo
unico per gli incentivi alle imprese non riguardante gli
interventi nelle aree sottoutilizzate; alla quota relativa
agli anni 2007e 2008, pari a 50 milioni di euro per ciascun
anno, ed all'onere decorrente dal 2009, pari a 150 milioni
di euro annui, si provvede con le maggiori entrate
derivanti dal comma 300.»
Riferimenti normativi al comma 78:
- Si riporta il testo del comma 33 dell'art. 1 della
gia' citata legge n. 266 del 2005:
«33. Per l'anno 2006 le erogazioni del Fondo speciale
rotativo per l'innovazione tecnologica, di cui all'art. 14
della legge 17 febbraio 1982, n. 46, e successive
modificazioni, non possono superare l'importo complessivo
di 1.900 milioni di euro. Ai fini del relativo
monitoraggio, il Ministero delle attivita' produttive
comunica mensilmente al Ministero dell'economia e delle
finanze i pagamenti effettuati.».
Riferimenti normativi al comma 79:
- Si riporta il testo del comma 3 dell'art. 12 del
regolamento di cui al decreto del Ministro del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica 31 luglio 2000,
n. 320 (Regolamento concernente: «Disciplina per
l'erogazione delle agevolazioni relative ai contratti
d'area e ai patti territoriali»):
«3. Fermo restando quanto previsto dall'art. 9 del
decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123, il Ministero del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica,
anche su segnalazione del Responsabile unico o del Soggetto
responsabile, provvede alla revoca delle agevolazioni alle
imprese beneficiarie, nei seguenti casi:
a) qualora per la medesima iniziativa siano state
assegnate agevolazioni di qualsiasi natura previste da
altre norme statali, regionali o comunitarie o comunque
concesse da enti o istituzioni pubbliche;
b) qualora vengano distolte dall'uso previsto le
immobilizzazioni materiali o immateriali, la cui
realizzazione o acquisizione e' stata oggetto
dell'agevolazione, prima di cinque anni dalla data di
entrata in funzione dell'impianto; la revoca delle
agevolazioni e' totale se la distrazione dall'uso previsto
delle immobilizzazioni agevolate prima dei cinque anni
dalla data di entrata in funzione dell'impianto costituisca
una variazione sostanziale del programma agevolato non
autorizzata, determinando, di conseguenza, il mancato
raggiungimento degli obiettivi prefissati dell'iniziativa;
altrimenti la revoca e' parziale ed e' effettuata in misura
proporzionale alle spese ammesse alle agevolazioni
afferenti, direttamente o indirettamente l'immobilizzazione
distratta ed al periodo di mancato utilizzo
dell'immobilizzazione medesima con riferimento al
prescritto quinquennio;
c) nel caso di cui all'art. 7, comma 1, lettera e),
ove non ricorrano i presupposti di cui alla lettera b);
d) qualora sia stata accertata una grave violazione
delle norme sul lavoro e dei contratti collettivi di lavoro
e non si sia provveduto da parte dell'impresa alla
regolarizzazione;
e) qualora l'iniziativa non venga ultimata entro
quarantotto mesi dalla data di inizio dell'istruttoria,
convenzionalmente identificata con la data di presentazione
della relativa richiesta, salvo che il termine stesso sia
prorogato, la proroga puo' essere concessa una sola volta e
per un periodo non superiore a dodici mesi, per i patti
territoriali approvati con deliberazioni CIPE del
18 dicembre 1996, 23 aprile 1997 e 26 giugno 1997, il
termine decorre dalla data di rilascio della concessione
provvisoria, se successiva a quella di inizio
dell'istruttoria; la revoca dell'agevolazione e' parziale,
nella misura del 10%, se l'iniziativa e' comunque ultimata
entro i sei mesi successivi alla scadenza della proroga;
qualora per una iniziativa si sia resa necessaria la
notifica alla Commissione Europea ai sensi della disciplina
comunitaria in materia di aiuti di Stato il termine decorre
dalla ricezione dell'autorizzazione;
f) qualora siano gravemente violate specifiche norme
settoriali anche appartenenti all'ordinamento comunitario;
g) qualora nell'esercizio a regime, ovvero
nell'esercizio successivo alla data di entrata a regime, si
registri uno scostamento dell'obiettivo occupazionale
superiore agli 80 punti percentuali in diminuzione. Per
scostamenti compresi fra gli 80 e i 30 punti percentuali si
applica una percentuale di revoca parziale pari alla
differenza tra lo scostamento stesso e il limite di 30
punti percentuali. Non si provvede a revoca per scostamenti
contenuti nel limite di 30 punti percentuali in
diminuzione. Qualora sia intervenuta una riduzione
dell'investimento ammesso a consuntivo rispetto a quello
ammesso in via provvisoria, sempre che l'investimento
realizzato risulti organico e funzionale, si procedera' ad
un adeguamento dell'obiettivo occupazionale proporzionale
alla diminuzione registrata. Per gli interventi in aree per
le quali sia stato riconosciuto lo stato di crisi, le
percentuali di cui ai periodi precedenti sono elevate
rispettivamente a 100 e 50.».
Riferimenti normativi al comma 80:
- Si riporta il testo del comma 276 dell'art. 1 della
gia' citata legge n. 311 del 2004, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«276. Al fine di consentire il tempestivo pagamento dei
canoni, oneri e ogni ulteriore incombenza connessi agli
immobili locati ai sensi dell'art. 4, comma 2-ter, del
decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con
modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, il
Dipartimento del tesoro puo' richiedere al Dipartimento
della Ragioneria generale dello Stato anticipazioni di
tesoreria per gli importi necessari. Alla regolazione
contabile dell'anticipazione di tesoreria si provvede con
le modalita' stabilite dal predetto Dipartimento d'intesa
con il Dipartimento del tesoro. L'anticipazione e' regolata
con prelevamento dall'apposito conto corrente di tesoreria
non appena vi saranno affluite le risorse corrispondenti.»
Riferimenti normativi al comma 81:
- Si riporta il testo del comma 6-bis dell'art. 1 del
decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con
modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, e
successive modificazioni (Disposizioni urgenti in materia
di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio
immobiliare pubblico e di sviluppo dei fondi comuni di
investimento immobiliare), cosi' come modificato dalla
presente legge:
«6-bis. I beni immobili non piu' strumentali alla
gestione caratteristica dell'impresa ferroviaria, di
proprieta' di Ferrovie dello Stato S.p.A. o delle societa'
dalla stessa direttamente o indirettamente integralmente
controllate ai sensi dell'art. 43 della legge 23 dicembre
1998, n. 448, e successive modificazioni, e dell'art. 5
della legge 23 dicembre 1999, n. 488, nonche' i beni
acquisiti ad altro titolo, sono alienati e valorizzati da
Ferrovie dello Stato S.p.A., o dalle societa' da essa
controllate, direttamente o con le modalita' di cui al
presente decreto. Le alienazioni di cui al presente
comma sono effettuate con esonero dalla consegna dei
documenti relativi alla proprieta' e di quelli attestanti
la regolarita' urbanistica, edilizia e fiscale degli stessi
beni.»
Riferimenti normativi al comma 85:
- Si riporta il testo dell'art. 11 della legge
23 dicembre 1992, n. 498 (Interventi urgenti in materia di
finanza pubblica), cosi' come modificato dalla presente
legge:
«Art. 11. - Il Comitato interministeriale per la
programmazione economica (CIPE), su proposta del Ministro
dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro del tesoro
e con il Ministro del bilancio e della programmazione
economica, emana direttive per la concessione della
garanzia dello Stato di cui all'art. 3 della legge
24 luglio 1961, n. 729, come da ultimo sostituito dall'art.
9 della legge 28 aprile 1971, n. 287, per la revisione
delle convenzioni e degli atti aggiuntivi che disciplinano
le concessioni autostradali, nonche' per la revisione, a
partire dall'anno 1994, delle tariffe autostradali, tenuto
conto dei piani finanziari, delle variazioni del costo
della vita, dei volumi del traffico e dei dati scaturenti
dagli indicatori di produttivita'.
2. Le tariffe di pedaggio autostradale sono fissate,
conformemente alle direttive del CIPE, con decreto del
Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro
del tesoro e con il Ministro del bilancio e della
programmazione economica.
3. Il Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il
Ministro del tesoro e con il Ministro del bilancio e della
programmazione economica, e' autorizzato a modificare, con
proprio decreto, l'entita' dei sovrapprezzi di cui all'art.
11, comma 2, della legge 29 dicembre 1990, n. 407, e a
determinare, conformemente alle direttive del CIPE,
nell'ambito della viabilita' primaria ed autostradale,
criteri e finalita' di utilizzo di detti sovrapprezzi,
sentite le competenti commissioni parlamentari.
4. Il Ministro dei lavori pubblici indica, con proprio
decreto, il quadro informativo dei dati economici,
finanziari, tecnici e gestionali che le societa'
concessionarie devono annualmente trasmettere all'Azienda
nazionale autonoma delle strade (ANAS).
5. Le societa' concessionarie autostradali sono
soggette ai seguenti obblighi:
a) certificare il bilancio, anche se non quotate in
borsa, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica
31 marzo 1975, n. 136, in quanto applicabile;
b) mantenere adeguati requisiti di solidita'
patrimoniale, come individuati con decreto del Ministro
dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro
delle infrastrutture;
c) agire a tutti gli effetti come amministrazione
aggiudicatrice negli affidamenti di lavori, forniture e
servizi e in tale veste attuare gli affidamenti nel
rispetto del codice dei contratti pubblici relativi a
lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo
12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni;
d) sottoporre all'approvazione di ANAS S.p.a. gli
schemi dei bandi di gara delle procedure di aggiudicazione;
vietare la partecipazione alle gare per l'aggiudicazione
dei contratti nei confronti delle societa', comunque
collegate ai concessionari, che abbiano realizzato la
relativa progettazione. Di conseguenza, cessa di avere
applicazione, a decorrere dal 3 ottobre 2006, la
deliberazione del Consiglio dei ministri in data 16 maggio
1997, relativa al divieto di partecipazione all'azionariato
stabile di Autostrade S.p.a. di soggetti che operano in
prevalenza nei settori delle costruzioni e della mobilita';
e) prevedere nel proprio statuto che l'assunzione
della carica di amministratore sia subordinata al possesso
di speciali requisiti di onorabilita', professionalita' ed
indipendenza, ai sensi dell'art. 2387 del codice civile e
dell'art. 10 della direttiva 2003/54/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2003;
f) nei casi di cui alle lettere c) e d), le
commissioni di gara per l'aggiudicazione dei contratti sono
nominate dal Ministro delle infrastrutture. Restano fermi i
poteri di vigilanza dell'Autorita' di cui all'art. 6 del
codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.
163. La composizione del consiglio dell'Autorita' e'
aumentata di due membri con oneri a carico del suo
bilancio. Il presidente dell'Autorita' e' scelto fra i
componenti del consiglio.
5-bis). Con decreto del Ministro delle infrastrutture
sono stabiliti i casi in cui i progetti relativi alle opere
da realizzare da parte di ANAS S.p.a. e delle altre
concessionarie devono essere sottoposte al parere del
Consiglio superiore dei lavori pubblici per la loro
valutazione tecnico-economica.
6. Sono abrogate le disposizioni di cui all'art. 15,
quinto comma, lettera a), della legge 12 agosto 1982, n.
531, e le disposizioni di cui all'art. 11, comma 3, della
legge 29 dicembre 1990, n. 407.».
Riferimenti normativi al comma 86:
- Si riporta il testo del comma 1 dell'art. 2 del
decreto legislativo 26 febbraio 1994, n. 143 (Istituzione
dell'Ente nazionale per le strade):
«Art. 2. (Compiti dell'Ente). - 1. L'Ente provvede a:
a) gestire le strade e le autostrade di proprieta'
dello Stato nonche' alla loro manutenzione ordinaria e
straordinaria;
b) realizzare il progressivo miglioramento ed
adeguamento della rete delle strade e delle autostrade
statali e della relativa segnaletica;
c) costruire nuove strade statali e nuove autostrade,
sia direttamente che in concessione;
d) vigilare sull'esecuzione dei lavori di costruzione
delle opere date in concessione e controllare la gestione
delle autostrade il cui esercizio sia stato dato in
concessione;
e) curare l'acquisto, la costruzione, la
conservazione, il miglioramento e l'incremento dei beni
mobili ed immobili destinati al servizio delle strade e
delle autostrade statali;
f) attuare le leggi ed i regolamenti concernenti la
tutela del patrimonio delle strade e delle autostrade
statali, nonche' la tutela del traffico e della
segnaletica; adottare i provvedimenti ritenuti necessari ai
fini della sicurezza del traffico sulle strade ed
autostrade medesime; esercitare, per le strade ed
autostrade ad esso affidate, i diritti ed i poteri
attribuiti all'ente proprietario;
g) effettuare e partecipare a studi, ricerche e
sperimentazioni in materia di viabilita', traffico e
circolazione;
h) costituire e partecipare a societa' per lo
svolgimento all'estero di attivita' infrastrutturali,
previa autorizzazione del Ministro dei lavori pubblici;
i) effettuare, a pagamento, consulenze e
progettazioni per conto di altre amministrazioni od enti
italiani e stranieri;
l) espletare, mediante il proprio personale, i
compiti di cui al comma 3 dell'art. 12 del decreto
legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e dell'art. 23 del
decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992,
n. 495.».
- Per il riferimento al comma 5 dell'art. 11 della
legge 23 dicembre 1992, n. 498 vedasi nota al comma 85.
- Si riporta il testo dell'art. 16 della legge
24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale):
«Art. 16. (Pagamento in misura ridotta). - E' ammesso
il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza
parte del massimo della sanzione prevista per la violazione
commessa, o, se piu' favorevole e qualora sia stabilito il
minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo
importo, oltre alle spese del procedimento, entro il
termine di sessanta giorni dalla contestazione immediata o,
se questa non vi e' stata, dalla notificazione degli
estremi della violazione.
Nei casi di violazione [del testo unico delle norme
sulla circolazione stradale e] dei regolamenti comunali e
provinciali continuano ad applicarsi, [rispettivamente
l'art. 138 del testo unico approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, n. 393, con le
modifiche apportate dall'art. 11 della legge 14 febbraio
1974, n. 62, e] l'art. 107 del testo unico delle leggi
comunali e provinciali approvato con regio decreto 3 marzo
1934, n. 383.
Il pagamento in misura ridotta e' ammesso anche nei
casi in cui le norme antecedenti all'entrata in vigore
della presente legge non consentivano l'oblazione.».
- Si riporta il titolo della legge 10 ottobre 1990, n.
287: «Norme per la tutela della concorrenza e del mercato»
(Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 13 ottobre 1990, n.
240).
Riferimenti normativi al comma 89:
- Si riporta il testo dell'art. 21 del decreto-legge
24 dicembre 2003, n. 355, convertito, con modificazioni,
dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47 (Proroga di termini
previsti da disposizioni legislative), cosi' come
modificato dalla presente legge:
«Art. 21 (Concessioni autostradali). -1. [Abrogato].
2. [Abrogato].
3. Entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore
della legge di conversione del presente decreto, il
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sottopone al
CIPE una proposta intesa a integrare gli standard di
qualita' e le modalita' di misurazione e verifica dei
relativi livelli, con l'obiettivo di migliorare qualita' e
sicurezza del servizio, fluidita' in itinere e qualita'
ambientale. La formulazione integrativa dovra' basarsi su
rilevazioni oggettive e verificabili dei risultati
ottenuti. Essa dovra' essere resa operativa in tempo utile
a permetterne l'applicazione alle scadenze previste dagli
impegni contrattuali vigenti o a far tempo dal loro
rinnovo.
4. Le modifiche delle convenzioni vigenti, anche
laddove comportino variazioni o modificazioni al piano
degli investimenti e al parametro X della formula di
adeguamento tariffario di cui alla citata Del.CIPE
20 dicembre 1996, n. 319, sono approvate con decreto del
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto
con il Ministro dell'economia e delle finanze.
5. Il concessionario comunica al concedente, entro il
30 settembre di ogni anno, le variazioni tariffarie. Il
concedente, nei successivi quarantacinque giorni, previa
verifica della correttezza delle variazioni tariffarie,
trasmette la comunicazione, nonche' una sua proposta, ai
Ministri delle infrastrutture e dell'economia e delle
finanze, i quali, di concerto, approvano le variazioni nei
trenta giorni successivi al ricevimento della
comunicazione; decorso tale termine senza una
determinazione espressa, il silenzio equivale a diniego di
approvazione. Fermo quanto stabilito nel primo e secondo
periodo, in presenza di un nuovo piano di interventi
aggiuntivi, comportante rilevanti investimenti, il
concessionario comunica al concedente, entro il 15 novembre
di ogni anno, la componente investimenti del parametro X
relativo a ciascuno dei nuovi interventi aggiuntivi, che va
ad integrare le variazioni tariffarie comunicate dal
concessionario entro il 30 settembre. Il concedente, nei
successivi quarantacinque giorni, previa verifica della
correttezza delle integrazioni tariffarie, trasmette la
comunicazione, nonche' una sua proposta, ai Ministri delle
infrastrutture e dell'economia e delle finanze, i quali, di
concerto, approvano le integrazioni tariffarie nei trenta
giorni successivi al ricevimento della comunicazione;
decorso tale termine senza una determinazione espressa, il
silenzio equivale a diniego di approvazione.
6. [Abrogato].
7. Il IV atto aggiuntivo alla vigente convenzione tra
ANAS e Autostrade Spa, ora Autostrade per l'Italia Spa,
stipulato il 23 dicembre 2002, e' approvato a tutti gli
effetti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei
trasporti di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze. Ai soli fini di tale atto aggiuntivo, lo stesso
subordina l'applicazione del primo incremento tariffario
annuale relativo a ciascuno dei nuovi interventi aggiuntivi
all'approvazione del relativo progetto ai sensi della
vigente normativa; i successivi incrementi tariffari
annuali devono essere applicati in funzione del progressivo
stato di avanzamento dei lavori di realizzazione del
singolo intervento.».
Riferimenti normativi al comma 91:
- Si riporta il testo dell'art. 1 della legge
17 dicembre 1971, n. 1158 (Collegamento viario e
ferroviario fra la Sicilia ed il continente), cosi' come
modificato dalla presente legge:
«Art. 1. - Alla realizzazione di un collegamento
stabile viario e ferroviario e di altri servizi pubblici
fra la Sicilia ed il continente - opera di preminente
interesse nazionale - si provvede mediante affidamento
dello studio, della progettazione e della costruzione,
nonche' dello esercizio del solo collegamento viario, ad
una societa' per azioni al cui capitale sociale partecipano
ANAS S.p.a., le regioni Sicilia e Calabria, nonche' altre
societa' controllate dallo Stato e amministrazioni ed enti
pubblici. Tale societa' per azioni e' altresi' autorizzata
a svolgere all'estero, quale impresa di diritto comune ed
anche attraverso societa' partecipate, attivita' di
individuazione, progettazione, promozione, realizzazione e
gestione di infrastrutture trasportistiche e di opere
connesse.
La concessione e' assentita con decreto dei Ministri
per i lavori pubblici e per i trasporti e l'aviazione
civile, di concerto con i Ministri per il bilancio e la
programmazione economica, per il tesoro, per le
partecipazioni statali e per la marina mercantile, sentito
il CIPE.
Con lo stesso decreto viene approvata, sentiti i
consigli di amministrazione delle Ferrovie dello Stato e
dell'ANAS e previo parere del Consiglio di Stato, la
convenzione che disciplina la concessione.».
Riferimenti normativi al comma 94:
- Si riporta il testo dell'art. 54 del decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive
modificazioni (Riforma dell'organizzazione del Governo, a
norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59), cosi'
come modificato dalla presente legge:
- Il titolo del regolamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 10 giugno 2004, n. 173 e' il
seguente: «Regolamento di organizzazione del Ministero per
i beni e le attivita' culturali». (Pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 17 luglio 2004, n. 166, S.O.).
Riferimenti normativi al comma 96:
- Si riporta il testo dell'art. 3 del decreto
legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 (Istituzione del
Ministero per i beni e le attivita' culturali, a norma
dell'art. 11 della L. 15 marzo 1997, n. 59), cosi' come
modificato dalla presente legge:
«Art. 3. (Il Ministro). - 1. Il Ministro per i beni e
le attivita' culturali, di seguito denominato: «Ministro»,
e' l'organo di direzione politico-amministrativa del
Ministero, ne determina gli indirizzi, gli obiettivi e i
programmi e verifica la rispondenza a questi dei risultati
conseguiti. Il Ministro e' componente del CIPE.
2. Per l'esercizio delle funzioni di indirizzo
costituiscono organi di consulenza del Ministro il
Consiglio di cui all'art. 4, il Comitato per i problemi
dello spettacolo di cui all'art. 1, comma 67, del
decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 545, convertito, con
modificazioni, dalla legge 23 dicembre 1996, n. 650, e la
Conferenza dei presidenti delle commissioni di cui all'art.
154 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, che e'
presieduta dal Segretario generale del Ministero.
3. Il Ministro, anche sulla base delle proposte delle
commissioni di cui all'art. 155 del decreto legislativo
31 marzo 1998, n. 112, approva il programma triennale degli
interventi nel settore dei beni culturali, sentito il
Consiglio di cui all'art. 4. Il programma e' aggiornato
annualmente con le medesime procedure.
4. Al Ministro risponde il Comando carabinieri per la
tutela del patrimonio artistico istituito dal decreto
5 marzo 1992 del Ministro per i beni culturali e
ambientali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 64 del
17 marzo 1992. Al Ministro risponde altresi' il servizio di
controllo interno.».
- Si riporta il testo dell'art. 7 del gia' citato
decreto legislativo n. 368 del 1998, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 7 (Direzioni regionali per i beni culturali e
paesaggistici). - 1. In ogni regione a statuto ordinario,
nonche' nelle regioni Friuli-Venezia Giulia e Sardegna,
sono istituite le direzioni regionali per i beni culturali
e paesaggistici.
2. Le direzioni regionali per i beni culturali e
paesaggistici sono articolazioni territoriali, di livello
dirigenziale generale, del Ministero ed hanno sede nel
capoluogo della rispettiva regione.
3. L'incarico di direttore regionale per i beni
culturali e paesaggistici e' conferito ai sensi dell'art.
19, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,
e successive modificazioni, previa comunicazione al
presidente della regione, sentito il Segretario generale
del Ministero.
4. Le direzioni regionali si articolano negli uffici
dirigenziali operanti in ambito regionale, nei limiti della
relativa dotazione organica, individuati ai sensi dell'art.
17, comma 4-bis, lettera e), della legge 23 agosto 1988, n.
400, e successive modificazioni.
5. Il direttore regionale coordina e dirige le
attivita' degli uffici di cui al comma 4, esercitando le
funzioni di cui all'art. 16 del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, e
conferisce gli incarichi dirigenziali ai sensi dell'art.
19, comma 5, del medesimo decreto legislativo, sentito il
direttore generale competente per materia.
6. I compiti e le funzioni dei direttori regionali per
i beni culturali e paesaggistici sono stabiliti ai sensi
dell'art. 11, comma 1. I medesimi provvedimenti prevedono
che i direttori regionali possono essere contemporaneamente
titolari delle soprintendenze dotate di autonomia
istituite, nell'ambito della stessa regione, ai sensi
dell'art. 8.».
Riferimenti normativi al comma 97:
- Si riporta il testo del comma 4 dell'art. 6 del
decreto legislativo 8 gennaio 2004, n. 3 (Riorganizzazione
del Ministero per i beni e le attivita' culturali, ai sensi
dell'art. 1, della legge 6 luglio 2002, n. 137), cosi' come
modificato dalla presente legge:
«4. Per un periodo di sei anni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto, possono inoltre essere
conferiti, al di fuori della relativa dotazione organica, a
dirigenti appartenenti al ruolo del Ministero ovvero
appartenenti al ruolo unico ed in servizio presso il
Ministero medesimo, ai sensi dell'art. 19, comma 10, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive
modificazioni, anche presso enti od organismi vigilati,
fino a sei incarichi di funzione dirigenziale di livello
generale, anche in posizione di fuori ruolo.».
Riferimenti normativi al comma 98:
- Si riporta il testo del comma 19-bis dell'art. 1 del
decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con
modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233
(Disposizioni urgenti in materia di riordino delle
attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e
dei Ministeri), cosi' come modificato dalla presente legge:
«19-bis. Le funzioni di competenza statale assegnate al
Ministero delle attivita' produttive dagli articoli 27 e 28
del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e
successive modificazioni, in materia di turismo, sono
attribuite al Presidente del Consiglio dei Ministri; il
Ministro dello sviluppo economico concerta con il
Presidente del Consiglio dei Ministri l'individuazione e
l'utilizzazione, anche residuale, delle risorse finanziarie
da destinare al turismo, ivi comprese quelle incluse nel
Fondo per le aree sottoutilizzate. Per l'esercizio di tali
funzioni e' istituito presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri, il Dipartimento per lo sviluppo e la
competitivita' del turismo, articolato in due uffici
dirigenziali di livello generale, che, in attesa
dell'adozione dei provvedimenti di riorganizzazione,
subentra nelle funzioni della Direzione generale del
turismo che e' conseguentemente soppressa.».
- Si riporta il testo del comma 19-quater dell'art. 1
del gia' citato decreto-legge n. 181 del 2006, cosi' come
modificato dalla presente legge:
«19-quater. Alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Dipartimento per lo sviluppo e la competitivita' del
turismo sono trasferite le risorse finanziarie
corrispondenti alla riduzione della spesa derivante
dall'attuazione del comma 1, nonche' le dotazioni
strumentali e di personale della soppressa Direzione
generale del turismo del Ministero delle attivita'
produttive. In attesa dell'emanazione del regolamento
previsto dal comma 23, l'esercizio delle funzioni e'
assicurato con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, d'intesa con il Ministro per i beni e le
attivita' culturali e il Ministro dell'economia e delle
finanze. Il Ministro dell'economia e delle finanze e'
autorizzato a provvedere, per l'anno 2006, con propri
decreti, al trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei
ministri delle risorse finanziarie della soppressa
Direzione generale del turismo iscritte nello stato di
previsione del Ministero dello sviluppo economico nonche'
delle risorse corrispondenti alla riduzione della spesa
derivante dall'attuazione del comma 1, da destinare
all'istituzione del Dipartimento per lo sviluppo e la
competitivita' del turismo.».
Riferimenti normativi al comma 100:
- Si riporta il testo del comma 95 dell'art. 1 della
gia' citata legge n. 311 del 2004:
«95. Per gli anni 2005, 2006 e 2007 alle
amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo,
alle agenzie, incluse le agenzie fiscali di cui agli
articoli 62, 63 e 64 del decreto legislativo 30 luglio
1999, n. 300, e successive modificazioni, agli enti
pubblici non economici, agli enti di ricerca ed agli enti
di cui all'art. 70, comma 4, del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, e' fatto
divieto di procedere ad assunzioni di personale a tempo
indeterminato, ad eccezione delle assunzioni relative alle
categorie protette. Il divieto si applica anche alle
assunzioni dei segretari comunali e provinciali nonche' al
personale di cui all'art. 3 del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Per le
regioni, le autonomie locali ed il Servizio sanitario
nazionale si applicano le disposizioni di cui al comma 98.
Sono fatte salve le norme speciali concernenti le
assunzioni di personale contenute: nell'art. 3, commi 59,
70, 146 e 153, e nell'art. 4, comma 64, della legge
24 dicembre 2003, n. 350; nell'art. 2 del decreto-legge
30 gennaio 2004, n. 24, convertito, con modificazioni,
dalla legge 31 marzo 2004, n. 87, nell'art. 1, comma 2,
della legge 27 marzo 2004, n. 77, e nell'art. 2,
comma 2-ter, del decreto-legge 27 gennaio 2004, n. 16,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 marzo 2004,
n. 77. Sono fatte salve le assunzioni connesse con la
professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge
14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio
2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226. Sono,
altresi', fatte salve le assunzioni autorizzate con decreto
del Presidente della Repubblica 25 agosto 2004, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 225 del 24 settembre 2004, e
quelle di cui ai decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 27 luglio 2004, pubblicati nella Gazzetta
Ufficiale n. 224 del 23 settembre 2004, non ancora
effettuate alla data di entrata in vigore della presente
legge. E' consentito, in ogni caso, il ricorso alle
procedure di mobilita', anche intercompartimentale.».
Riferimenti normativi al comma 102:
- Si riporta il testo dell'art. 3, commi 1 e 2, del
decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7 (Disposizioni urgenti
per l'universita' e la ricerca, per i beni e le attivita'
culturali, per il completamento di grandi opere
strategiche, per la mobilita' dei pubblici dipendenti, e
per semplificare gli adempimenti relativi a imposte di
bollo e tasse di concessione, nonche' altre misure
urgenti), convertito con modificazioni, dalla legge
31 marzo 2005, n. 43:
«3. (Interventi per i beni e le attivita' culturali). -
1. Per l'utilizzazione delle risorse da assegnare alla
Societa' per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello
spettacolo - ARCUS S.p.a., ai sensi del comma 4 dell'art.
60 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, per l'anno 2005 e
per l'anno 2006, continuano ad applicarsi, fino alla data
di entrata in vigore del regolamento ivi previsto, le
disposizioni di cui all'art. 3 del decreto-legge 22 marzo
2004, n. 72, convertito, con modificazioni, dalla legge
21 maggio 2004, n. 128.
2. Fermo restando quanto disposto dalle norme
richiamate nel comma 1, per gli esercizi finanziari 2005 e
2006, un ulteriore due per cento, a valere sugli
stanziamenti previsti per le finalita' di cui alla legge
21 dicembre 2001, n. 443, e' destinato a progetti di
intervento rivolti ad agevolare o promuovere la
conservazione o fruizione dei beni culturali e a favore
delle attivita' culturali e dello spettacolo».
Riferimenti normativi al comma 103:
- Si riporta il testo dell'art. 1 comma 1 della legge
12 luglio 1999, n. 237 (Istituzione del Centro per la
documentazione e la valorizzazione delle arti contemporanee
e di nuovi musei, nonche' modifiche alla normativa sui beni
culturali ed interventi a favore delle attivita'
culturali):
«Art. 1 (Istituzione del Centro per la documentazione e
la valorizzazione delle arti contemporanee e di nuovi
musei). - 1. E' istituito in Roma il Centro per la
documentazione e la valorizzazione delle arti
contemporanee, di seguito denominato «Centro», con il
compito di raccogliere, conservare, valorizzare ed esporre
le testimonianze materiali della cultura visiva
internazionale, favorire la ricerca, nonche' svolgere
manifestazioni e attivita' connesse. Il Centro e' sede del
Museo delle arti contemporanee. Nell'ambito del Centro e'
istituito il Museo dell'architettura con il compito di
raccogliere, conservare, valorizzare ed esporre disegni,
progetti, plastici, modelli ed ogni altro elemento
significativo della cultura architettonica del Novecento e
contemporanea.
(Omissis)».
Riferimenti normativi al comma 104:
- Si riporta il testo dell'art. 1 della legge
11 novembre 2003, n. 310 (Costituzione della Fondazione
lirico-sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, con sede in
Bari, nonche' disposizioni in materia di pubblici
spettacoli, fondazioni lirico-sinfoniche e attivita'
culturali), cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 1 (Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli e
Teatri di Bari). - 1. E' costituita, con sede in Bari, la
«Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari»,
ente di diritto privato, operante nel settore musicale, di
prioritario interesse nazionale, sottoposto alle
disposizioni della legge 14 agosto 1967, n. 800, del
decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e del
decreto-legge 24 novembre 2000, n. 345, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 gennaio 2001, n. 6.
2. In attesa della partecipazione dei soggetti privati
entro il termine previsto dal comma 4, il consiglio di
amministrazione della Fondazione di cui al comma 1 e'
composto dal sindaco di Bari, che lo presiede, e da quattro
membri cosi' individuati:
a) un componente designato dal Ministro per i beni e
le attivita' culturali;
b) un componente designato dalla regione Puglia;
c) un componente designato dalla provincia di Bari;
d) un componente designato dal sindaco di Bari.
3. Per il componente del consiglio di amministrazione
della Fondazione di cui al comma 1 designato dal sindaco di
Bari non ha luogo la decadenza di cui all'art. 4, comma 1,
del decreto-legge 24 novembre 2000, n. 345, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 gennaio 2001, n. 6.
4. In deroga a quanto previsto dall'art. 2, comma 4,
del decreto-legge 24 novembre 2000, n. 345, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 gennaio 2001, n. 6, la
partecipazione dei soggetti privati alla Fondazione di cui
al comma 1 avviene entro il 31 dicembre 2005.
5. Per l'anno 2004, e per i successivi cinque anni,
alla Fondazione di cui al comma 1 e' assegnato un
contributo a valere sulle risorse di cui all'art. 3,
comma 83, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e
successive modificazioni. A decorrere dall'anno 2010, la
Fondazione concorre al riparto ordinario delle risorse
assegnate al settore delle fondazioni lirico-sinfoniche.
6. (abrogato)».
Riferimenti normativi al comma 108:
- Si riporta il testo dell'art. 9 della legge
6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette),
cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 9. (Ente parco). - 1. L'Ente parco ha
personalita' di diritto pubblico, sede legale e
amministrativa nel territorio del parco ed e' sottoposto
alla vigilanza del Ministro dell'ambiente.
2. Sono organi dell'Ente:
a) il Presidente;
b) il Consiglio direttivo;
c) la Giunta esecutiva;
d) il Collegio dei revisori dei conti;
e) la Comunita' del parco.
3. Il Presidente e' nominato con decreto del Ministro
dell'ambiente, d'intesa con i presidenti delle regioni o
delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui
territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale.
Il Presidente ha la legale rappresentanza dell'Ente parco,
ne coordina l'attivita', esplica le funzioni che gli sono
delegate dal Consiglio direttivo, adotta i provvedimenti
urgenti ed indifferibili che sottopone alla ratifica del
Consiglio direttivo nella seduta successiva.
4. Il Consiglio direttivo e' formato dal Presidente e
da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro
dell'ambiente, sentite le regioni interessate, scelti tra
persone particolarmente qualificate per le attivita' in
materia di conservazione della natura o tra i
rappresentanti della Comunita' del parco di cui all'art.
10, secondo le seguenti modalita':
a) cinque, su designazione della Comunita' del parco,
con voto limitato;
b) due, su designazione delle associazioni di
protezione ambientale individuate ai sensi dell'art. 13
della legge 8 luglio 1986, n. 349, scelti tra esperti in
materia naturalisticoambientale;
c) due, su designazione dell'Accademia nazionale dei
Lincei, della Societa' botanica italiana, dell'Unione
zoologica italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche
e delle Universita' degli studi con sede nelle province nei
cui territori ricade il parco; in caso di designazione di
un numero superiore a due la scelta tra i soggetti indicati
e' effettuata dal Ministro dell'ambiente;
d) uno, su designazione del Ministro dell'agricoltura
e delle foreste;
e) due, su designazione del Ministro dell'ambiente.
5. Le designazioni sono effettuate entro quarantacinque
giorni dalla richiesta del Ministro dell'ambiente. Qualora
siano designati membri dalla Comunita' del parco sindaci di
un comune oppure presidenti di una comunita' montana, di
una provincia o di una regione presenti nella Comunita' del
parco, la cessazione dalla predetta carica a qualsiasi
titolo comporta la decadenza immediata dall'incarico di
membro del consiglio direttivo e il conseguente rinnovo
della designazione. La stessa norma si applica nei
confronti degli assessori e dei consiglieri degli stessi
enti.
6. Il Consiglio direttivo elegge al proprio interno un
vice presidente scelto tra i membri designati dalla
Comunita' del parco ed una Giunta esecutiva formata da
cinque componenti, compreso il Presidente, secondo le
modalita' e con le funzioni stabilite nello statuto
dell'Ente parco.
7. Il Consiglio direttivo e' legittimamente insediato
quando sia nominata la maggioranza dei suoi componenti.
8. Il Consiglio direttivo delibera in merito a tutte le
questioni generali ed in particolare sui bilanci, che sono
approvati dal Ministro dell'ambiente di concerto con il
Ministro del tesoro, sui regolamenti e sulla proposta di
piano per il parco di cui all'art. 12, esprime parere
vincolante sul piano pluriennale economico e sociale di cui
all'art. 14.
8-bis. Lo statuto dell'Ente e' deliberato dal consiglio
direttivo, sentito il parere della Comunita' del parco ed
e' trasmesso al Ministero dell'ambiente che ne verifica la
legittimita' e puo' richiederne il riesame entro sessanta
giorni dal ricevimento. L'Ente parco deve controdedurre
entro sessanta giorni dal ricevimento alle eventuali
osservazioni di legittimita' del Ministero dell'ambiente,
con deliberazione del consiglio direttivo. Il Ministro
dell'ambiente adotta lo statuto con proprio decreto entro i
successivi trenta giorni.
9. Lo statuto dell'Ente definisce in ogni caso
l'organizzazione interna, le modalita' di partecipazione
popolare, le forme di pubblicita' degli atti.
10. Il Collegio dei revisori dei conti esercita il
riscontro contabile sugli atti dell'Ente parco secondo le
norme di contabilita' dello Stato e sulla base dei
regolamenti di contabilita' dell'Ente parco, approvati dal
Ministro del tesoro di concerto con il Ministro
dell'ambiente. Il Collegio dei revisori dei conti e'
nominato con decreto del Ministro del tesoro ed e' formato
da tre componenti scelti tra funzionari della Ragioneria
generale dello Stato ovvero tra iscritti nel ruolo dei
revisori ufficiali dei conti. Essi sono designati: due dal
Ministro del tesoro, di cui uno in qualita' di Presidente
del Collegio; uno dalla regione o, d'intesa, dalle regioni
interessate.
11. Il direttore del parco e' nominato, con decreto,
dal Ministro dell'ambiente, scelto in una rosa di tre
candidati proposti dal consiglio direttivo tra soggetti
iscritti ad un albo di idonei all'esercizio dell'attivita'
di direttore di parco istituito presso il Ministero
dell'ambiente, al quale si accede mediante procedura
concorsuale per titoli. Il presidente del parco provvede a
stipulare con il direttore nominato un apposito contratto
di diritto privato per una durata non superiore a cinque
anni.
12. Gli organi dell'Ente parco durano in carica cinque
anni.
12-bis. Ai Presidenti, ai Vice Presidenti e agli altri
componenti dei Consigli direttivi nonche' ai componenti dei
Collegi dei revisori dei conti degli Enti parco, ivi
compresi quelli di cui al comma 1 dell'art. 35, spetta
un'indennita' di carica articolata in un compenso annuo
fisso e in gettoni di presenza per la partecipazione alle
riunioni del Consiglio direttivo e della Giunta esecutiva,
nell'ammontare fissato con decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,
secondo quanto disposto dalla direttiva del Presidente del
Consiglio dei Ministri 9 gennaio 2001, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale n. 37 del 14 febbraio 2001, e con la
procedura indicata nella Circolare della Presidenza del
Consiglio dei Ministri 4993/IV.1.1.3 del 29 maggio 2001.
13. Agli Enti parco si applicano le disposizioni di cui
alla legge 20 marzo 1975, n. 70; essi si intendono inseriti
nella tabella IV allegata alla medesima legge.
14. La pianta organica di ogni Ente parco e'
commisurata alle risorse finalizzate alle spese per il
personale ad esso assegnate. Per le finalita' di cui alla
presente legge e' consentito l'impiego di personale tecnico
e di manodopera con contratti a tempo determinato ed
indeterminato ai sensi dei contratti collettivi di lavoro
vigenti per il settore agricolo-forestale.
15. Il Consiglio direttivo puo' nominare appositi
comitati di consulenza o avvalersi di consulenti per
problemi specifici nei settori di attivita' dell'Ente
parco».
Riferimenti normativi al comma 109:
- Si riporta il testo degli articoli 8, 9, 38 e 39 del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 (Riforma
dell'organizzazione del Governo, a norma dell'art. 11 della
legge 15 marzo 1997, n. 59):
«Art. 8. (L'ordinamento). - 1. Le agenzie sono
strutture che, secondo le previsioni del presente decreto
legislativo, svolgono attivita' a carattere
tecnico-operativo di interesse nazionale, in atto
esercitate da ministeri ed enti pubblici. Esse operano al
servizio delle amministrazioni pubbliche, comprese anche
quelle regionali e locali.
2. Le agenzie hanno piena autonomia nei limiti
stabiliti dalla legge e sono sottoposte al controllo della
Corte dei conti, ai sensi dell'art. 3, comma 4, della legge
14 gennaio 1994, n. 20. Esse sono sottoposte ai poteri di
indirizzo e di vigilanza di un ministro secondo le
disposizioni del successivo comma 4, e secondo le
disposizioni generali dettate dagli articoli 3, comma 1, e
14 del decreto legislativo n. 29 del 1993 e successive
modificazioni.
3. L'incarico di direttore generale dell'agenzia viene
conferito in conformita' alle disposizioni dettate dal
precedente art. 5 del presente decreto per il conferimento
dell'incarico di capo del dipartimento.
4. Con regolamenti emanati ai sensi dell'art. 17,
comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta
del presidente del consiglio dei ministri e dei ministri
competenti, di concerto con il ministro del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica, sono emanati gli
statuti delle agenzie istituite dal presente decreto
legislativo, in conformita' ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) definizione delle attribuzioni del direttore
generale dell'agenzia anche sulla base delle previsioni
contenute nel precedente art. 5 del presente decreto con
riferimento al capo del dipartimento;
b) attribuzione al direttore generale e ai dirigenti
dell'agenzia dei poteri e della responsabilita' della
gestione, nonche' della responsabilita' per il
conseguimento dei risultati fissati dal ministro
competentenelle forme previste dal presente decreto;
nell'ambito, ove possibile, di massimali di spesa
predeterminati dal bilancio o, nell'ambito di questo, dal
ministro stesso;
c) previsione di un comitato direttivo, composto da
dirigenti dei principali settori di attivita' dell'agenzia,
in numero non superiore a quattro, con il compito di
coadiuvare il direttore generale nell'esercizio delle
attribuzioni ad esso conferite;
d) definizione dei poteri ministeriali di vigilanza,
che devono comprendere, comunque, oltre a quelli
espressamente menzionati nel precedente comma 2:
d1) l'approvazione dei programmi di attivita'
dell'agenzia e di approvazione dei bilanci e rendiconti,
secondo modalita' idonee a garantire l'autonomia
dell'agenzia;
d2) l'emanazione di direttive con l'indicazione
degli obiettivi da raggiungere;
d3) l'acquisizione di dati e notizie e
l'effettuazione di ispezioni per accertare l'osservanza
delle prescrizioni impartite;
d4) l'indicazione di eventuali specifiche attivita'
da intraprendere;
e) definizione, tramite una apposita convenzione da
stipularsi tra il ministro competente e il direttore
generale dell'agenzia, degli obiettivi specificamente
attribuiti a questa ultima, nell'ambito della missione ad
essa affidata dalla legge; dei risultati attesi in un arco
temporale determinato; dell'entita' e delle modalita' dei
finanziamenti da accordare all'agenzia stessa; delle
strategie per il miglioramento dei servizi; delle modalita'
di verifica dei risultati di gestione; delle modalita'
necessarie ad assicurare al ministero competente la
conoscenza dei fattori gestionali interni all'agenzia,
quali l'organizzazione, i processi e l'uso delle risorse;
f) attribuzione all'agenzia di autonomia di bilancio,
nei limiti del fondo stanziato a tale scopo in apposita
unita' previsionale di base dello stato di previsione del
ministero competente; attribuzione altresi' all'agenzia di
autonomi poteri per la determinazione delle norme
concernenti la propria organizzazione ed il proprio
funzionamento, nei limiti fissati dalla successiva
lettera l);
g) regolazione su base convenzionale dei rapporti di
collaborazione, consulenza, assistenza, servizio, supporto,
promozione tra l'agenzia ed altre pubbliche
amministrazioni, sulla base di convenzioni quadro da
deliberarsi da parte del ministro competente;
h) previsione di un collegio dei revisori, nominato
con decreto del ministro competente, composto di tre
membri, due dei quali scelti tra gli iscritti all'albo dei
revisori dei conti o tra persone in possesso di specifica
professionalita'; previsione di un membro supplente;
attribuzione dei relativi compensi, da determinare con
decreto del ministro competente di concerto con quello del
tesoro;
i) istituzione di un apposito organismo preposto al
controllo di gestione ai sensi del decreto legislativo di
riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di
monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei
risultati dell'attivita' svolta dalle amministrazioni
pubbliche;
l) determinazione di una organizzazione dell'agenzia
rispondente alle esigenze di speditezza, efficienza ed
efficacia dell'adozione amministrativa; attribuzione a
regolamenti interni di ciascuna agenzia, adottati dal
direttore generale dell'agenzia e approvati dal ministro
competente, della possibilita' di adeguare l'organizzazione
stessa, nei limiti delle disponibilita' finanziarie, alle
esigenze funzionali, e devoluzione ad atti di
organizzazione di livello inferiore di ogni altro potere di
organizzazione; applicazione dei criteri di mobilita'
professionale e territoriale previsti dal decreto
legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive
modificazioni e integrazioni;
m) facolta' del direttore generale dell'agenzia di
deliberare e proporre all'approvazione del ministro
competente, di concerto con quello del tesoro, regolamenti
interni di contabilita' ispirati, ove richiesto
dall'attivita' dell'agenzia, a principi civilistici, anche
in deroga alle disposizioni sulla contabilita' pubblica».
«Art. 9. (Il personale e la dotazione finanziaria). -
1. Alla copertura dell'organico delle agenzie, nei limiti
determinati per ciascuna di esse dai successivi articoli,
si provvede, nell'ordine:
a) mediante l'inquadramento del personale trasferito
dai ministeri e dagli enti pubblici, di cui al precedente
art. 8, comma 1;
b) mediante le procedure di mobilita' di cui al capo
III del titolo II del decreto legislativo 3 febbraio 1993,
n. 29 e successive modificazioni ed integrazioni;
c) a regime, mediante le ordinarie forme di
reclutamento.
2. Al termine delle procedure di inquadramento di cui
al precedente comma 1, sono corrispondentemente ridotte le
dotazioni organiche delle amministrazioni e degli enti di
provenienza e le corrispondenti risorse finanziarie sono
trasferite all'agenzia. In ogni caso, le suddette dotazioni
organiche non possono essere reintegrate.
3. Al personale inquadrato nell'organico dell'agenzia,
ai sensi del precedente comma 1, e' mantenuto il
trattamento giuridico ed economico spettante presso gli
enti, le amministrazioni e gli organismi di provenienza al
momento dell'inquadramento, fino alla stipulazione del
primo contratto integrativo collettivo di ciascuna agenzia.
4. Gli oneri di funzionamento dell'agenzia sono
coperti:
a) mediante le risorse finanziarie trasferite da
amministrazioni, secondo quanto disposto dal precedente
comma 2;
b) mediante gli introiti derivanti dai contratti
stipulati con le amministrazioni per le prestazioni di
collaborazione, consulenza, assistenza, servizio, supporto,
promozione;
c) mediante un finanziamento annuale, nei limiti del
fondo a tale scopo stanziato in apposita unita'
previsionale di base dello stato di previsione del
ministero competente e suddiviso in tre capitoli,
distintamente riferiti agli oneri di gestione, calcolati
tenendo conto dei vincoli di servizio, alle spese di
investimento, alla quota incentivante connessa al
raggiungimento degli obiettivi gestionali».
«Art. 38. (Agenzia per la protezione dell'ambiente e
per i servizi tecnici). - 1. E' istituita l'agenzia per la
protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici nelle
forme disciplinate dagli articoli 8 e 9.
2. L'agenzia svolge i compiti e le attivita'
tecnico-scientifiche di interesse nazionale per la
protezione dell'ambiente, per la tutela delle risorse
idriche e della difesa del suolo, ivi compresi
l'individuazione e delimitazione dei bacini idrografici
nazionali e interregionali.
3. All'agenzia sono trasferite le attribuzioni
dell'agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente,
quelle dei servizi tecnici nazionali istituiti presso la
presidenza del consiglio dei ministri, ad eccezione di
quelle del servizio sismico nazionale.
4. Lo statuto dell'Agenzia, emanato ai sensi dell'art.
8, comma 4, prevede l'istituzione di un consiglio federale
rappresentativo delle agenzie regionali per la protezione
dell'ambiente, con funzioni consultive nei confronti del
direttore generale e del comitato direttivo. Lo statuto
prevede altresi' che il comitato direttivo sia composto di
quattro membri, di cui due designati dal Ministero
dell'ambiente e due designati dalla Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano. Lo statuto disciplina
inoltre le funzioni e le competenze degli organismi sopra
indicati e la loro durata, nell'ambito delle finalita'
indicate dagli articoli 3, comma 5, e 1, comma 1,
lettera b), del decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496,
convertito, con modificazioni, dalla legge 21 gennaio 1994,
n. 61.
5. Sono soppressi l'agenzia nazionale per la protezione
dell'ambiente, i servizi tecnici nazionali istituiti presso
la presidenza del consiglio dei ministri. Il relativo
personale e le relative risorse sono assegnate
all'agenzia».
«Art. 39 (Funzioni dell'agenzia). - 1. L'agenzia
svolge, in particolare, le funzioni concernenti:
a) la protezione dell'ambiente, come definite
dall'art. 1 del decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496,
convertito dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61, nonche' le
altre assegnate all'agenzia medesima con decreto del
ministro dell'ambiente e della tutela del territorio;
b) il riassetto organizzativo e funzionale della
difesa del suolo e delle acque di cui agli articoli 1 e 4
della legge 18 maggio 1989, n. 183, nonche' ogni altro
compito e funzione di rilievo nazionale di cui all'art. 88
del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, ad eccezione
dell'emanazione della normativa tecnica di cui all'art. 88,
comma 1, lettera v), del decreto legislativo 31 marzo 1998,
n. 112, che rientra nell'esclusiva competenza del Registro
italiano dighe - RID».
- Il decreto del Presidente della Repubblica 8 agosto
2002, n. 207 reca «Regolamento recante approvazione dello
statuto dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per
i servizi tecnici, a norma dell'art. 8, comma 4, del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300» (Pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 21 settembre 2002, n. 222, S.O.).
Riferimenti normativi al comma 110:
- Si riporta il testo dell'art. 3 del decreto
legislativo 23 aprile 2004, n. 124 (Razionalizzazione delle
funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di
lavoro, a norma dell'art. 8 della legge 14 febbraio 2003,
n. 30), cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 3. (Commissione centrale di coordinamento
dell'attivita' di vigilanza). - 1. La Commissione centrale
di coordinamento dell'attivita' di vigilanza, costituita ai
sensi delle successive disposizioni, opera quale sede
permanente di elaborazione di orientamenti, linee e
priorita' dell'attivita' di vigilanza.
1-bis. La Commissione, sulla base di specifici rapporti
annuali, presentati entro il 30 novembre di ogni anno dai
soggetti di cui al comma 2, anche al fine di monitorare la
congruita' dell'attivita' di vigilanza effettuata, propone
indirizzi ed obiettivi strategici e priorita' degli
interventi ispettivi e segnala altresi' al Ministro del
lavoro e della previdenza sociale gli aggiustamenti
organizzativi da apportare al fine di assicurare la
maggiore efficacia dell'attivita' di vigilanza. Per gli
adempimenti di cui sopra, la Commissione si avvale anche
delle informazioni raccolte ed elaborate dal Casellario
centrale delle posizioni previdenziali attive di cui al
comma 23 dell'art. 1 della legge 23 agosto 2004, n. 243.
2. La Commissione centrale di coordinamento
dell'attivita' di vigilanza, nominata con decreto del
Ministro del lavoro e delle politiche sociali, e' composta
dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali o da un
sottosegretario delegato, in qualita' di presidente; dal
direttore generale della Direzione generale, dal Direttore
generale dell'Istituto nazionale della previdenza sociale
(INPS); dal Direttore generale dell'Istituto nazionale per
l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL);
dal Comandante generale della Guardia di finanza; dal
Comandante del Nucleo speciale entrate della Guardia di
Finanza; dal Comandante generale dell'Arma dei carabinieri;
dal Comandante del Comando carabinieri per la tutela del
lavoro; dal Direttore generale dell'Agenzia delle entrate;
dal Coordinatore nazionale delle aziende sanitarie locali;
dal Presidente del Comitato nazionale per la emersione del
lavoro non regolare di cui all'art. 78, comma 1, della
legge 23 dicembre 1998, n. 448; da quattro rappresentanti
dei datori di lavoro e quattro rappresentanti dei
lavoratori designati dalle organizzazioni sindacali
comparativamente piu' rappresentative a livello nazionale.
I componenti della Commissione possono farsi rappresentare
da membri supplenti appositamente delegati.
3. Alle sedute della Commissione centrale di
coordinamento dell'attivita' di vigilanza possono essere
invitati a partecipare i Direttori generali delle altre
direzioni generali del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale, i Direttori degli altri enti
previdenziali, i Direttori generali delle direzioni
generali degli altri Ministeri interessati in materia, gli
ulteriori componenti istituzionali della Commissione
nazionale per la emersione del lavoro non regolare ed il
comandante del nucleo dei Carabinieri presso l'ispettorato
del lavoro. Alle sedute della Commissione centrale di
coordinamento dell'attivita' di vigilanza puo', su
questioni di carattere generale attinenti alla problematica
del lavoro illegale, essere altresi' invitato il Capo della
Polizia - Direttore generale della pubblica sicurezza.
4. Alla Commissione centrale di coordinamento
dell'attivita' di vigilanza puo' essere attribuito il
compito di definire le modalita' di attuazione e di
funzionamento della banca dati di cui all'art. 10, comma 1,
e di definire le linee di indirizzo per la realizzazione
del modello unificato di verbale di rilevazione degli
illeciti in materia di lavoro, di previdenza e assistenza
obbligatoria ad uso degli organi di vigilanza, nei cui
confronti la Direzione generale, al sensi dell'art. 2,
esercita un'attivita' di direzione e coordinamento.
5. Ai componenti della Commissione di coordinamento
dell'attivita' di vigilanza ed ai soggetti eventualmente
invitati a partecipare ai sensi del comma 3 non spetta
alcun compenso, rimborso spese o indennita' di missione. Al
funzionamento della Commissione si provvede con le risorse
assegnate a normativa vigente sui pertinenti capitoli di
bilancio».
Riferimenti normativi al comma 111:
- Si riporta il testo dell'art. 4 del gia' citato
decreto legislativo n. 124/2004, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«4. (Coordinamento regionale dell'attivita' di
vigilanza). - 1. Le direzioni regionali del lavoro, sentiti
i Direttori regionali dell'I.N.P.S. e dell'INAIL e degli
altri enti previdenziali, coordinano l'attivita' di
vigilanza in materia di lavoro e di legislazione sociale,
individuando specifiche linee operative secondo le
direttive della Direzione generale. A tale fine, le
direzioni regionali del lavoro consultano, almeno ogni tre
mesi, i direttori regionali dell'INPS, dell'INAIL e degli
altri enti previdenziali.
2. Qualora si renda opportuno coordinare l'attivita' di
tutti gli organi impegnati nell'azione di contrasto del
lavoro irregolare per i profili diversi da quelli di ordine
e sicurezza pubblica di cui al secondo periodo dell'art. 1,
secondo le indicazioni fornite dalla Direzione generale, il
Direttore della direzione regionale del lavoro convoca la
commissione regionale di coordinamento dell'attivita' di
vigilanza.
3. La Commissione di cui al comma 2, nominata con
decreto del Direttore della direzione regionale del lavoro
e' composta dal Direttore della Direzione regionale del
lavoro, che la presiede; dal Direttore regionale
dell'I.N.P.S.; dal Direttore regionale dell'I.N.A.I.L.; dal
comandante regionale della Guardia di finanza; dal
comandante regionale dell'Arma dei carabinieri; dal
Direttore regionale dell'Agenzia delle entrate; dal
Coordinatore regionale delle aziende sanitarie locali; da
quattro rappresentanti dei datori di lavoro e quattro
rappresentanti dei lavoratori designati dalle
organizzazioni sindacali comparativamente piu'
rappresentative a livello nazionale. I componenti della
Commissione possono farsi rappresentare da membri supplenti
appositamente delegati.
4. Alle sedute della Commissione di cui al comma 2
possono essere invitati a partecipare i Direttori regionali
degli altri enti previdenziali e i componenti istituzionali
delle Commissioni regionali per l'emersione del lavoro non
regolare di cui agli articoli 78 e 79 della legge
23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni. Alle
sedute della Commissione di cui al comma 2 possono, su
questioni di carattere generale attinenti alla problematica
del lavoro illegale, essere altresi' invitati uno o piu'
dirigenti della Polizia di Stato designati dal Dipartimento
della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno.
5. La Commissione regionale di coordinamento
dell'attivita' di vigilanza convoca, almeno sei volte
all'anno, i presidenti dei comitati per il lavoro e
l'emersione del sommerso, di seguito denominati «CLES», di
cui al decreto-legge 25 settembre 2002, n. 210, convertito,
con modificazioni, dalla legge 22 novembre 2002, n. 266, al
fine di fornire alla Direzione generale ogni elemento di
conoscenza utile all'elaborazione delle direttive in
materia di attivita' di vigilanza di competenza del
Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Ai
componenti della Commissione di cui al comma 3 ed ai
soggetti eventualmente invitati a partecipare ai sensi del
comma 4 o convocati ai sensi del presente comma, non spetta
alcun compenso, rimborso spese o indennita' di missione. Al
funzionamento della Commissione si provvede con le risorse
assegnate a normativa vigente sui pertinenti capitoli di
bilancio».
Riferimenti normativi al comma 112:
- Si riporta il testo dell'art. 5 del gia' citato
decreto legislativo 124/2004, cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Art. 5. (Coordinamento provinciale dell'attivita' di
vigilanza). - 1. La direzione provinciale del lavoro,
sentiti i Direttori provinciali dell'I.N.P.S. e dell'INAIL,
coordina l'esercizio delle funzioni ispettive e fornisce le
direttive volte a razionalizzare l'attivita' di vigilanza,
al fine di evitare duplicazione di interventi ed
uniformarne le modalita' di esecuzione. A tale fine, le
direzioni provinciali del lavoro consultano, almeno ogni
tre mesi, i direttori provinciali dell'INPS, dell'INAIL e
degli altri enti previdenziali.
2. Qualora si renda opportuno coordinare, a livello
provinciale, l'attivita' di tutti gli organi impegnati
nell'azione di contrasto del lavoro irregolare, i CLES, cui
partecipano il Comandante provinciale della Guardia di
finanza, il comandante provinciale dell'Arma dei
carabinieri, un rappresentante degli Uffici locali
dell'Agenzia delle entrate presenti sul territorio
provinciale ed il presidente della Commissione provinciale
per la emersione del lavoro non regolare di cui all'art.
78, comma 4, della legge 23 dicembre 1998, n. 448,
forniscono, in conformita' con gli indirizzi espressi dalla
Commissione centrale di cui all'art. 3, indicazioni utili
ai fini dell'orientamento dell'attivita' di vigilanza. Alle
sedute del CLES puo', su questioni di carattere generale
attinenti alla problematica del lavoro illegale, essere
invitato il Questore.
3. Il CLES redige, con periodicita' trimestrale una
relazione sullo stato del mercato del lavoro e sui
risultati della attivita' ispettiva nella provincia di
competenza, anche avvalendosi degli esiti delle attivita'
di analisi e ricerca delle citate Commissioni provinciali
per l'emersione del lavoro. Al termine di ogni anno il CLES
redige una relazione annuale di sintesi.
4. Ai componenti dei CLES, ed ai soggetti che
eventualmente li integrano ai sensi del comma 2, non spetta
alcun compenso, rimborso spese o indennita' di missione. Al
funzionamento dei CLES si provvede con le risorse assegnate
a normativa vigente sui pertinenti capitoli di bilancio».
Riferimenti normativi al comma 114:
- Si riporta il testo dell'art. 11 del decreto
legislativo 23 febbraio 2000, n. 38 (Disposizioni in
materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e
le malattie professionali, a norma dell'art. 55, comma 1,
della legge 17 maggio 1999, n. 144.), cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 11 (Rivalutazione delle rendite). - 1. Con
effetto dall'anno 2000 e a decorrere dal 1° luglio di
ciascun anno la retribuzione di riferimento per la
liquidazione delle rendite corrisposte dall'INAIL ai
mutilati e agli invalidi del lavoro relativamente a tutte
le gestioni di appartenenza dei medesimi, e' rivalutata
annualmente, su delibera del consiglio di amministrazione
dell'INAIL, con decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, previa conferenza dei servizi con il
Ministero dell'economia e delle finanze e, nei casi
previsti dalla legge, con il Ministero della salute, sulla
base della variazione effettiva dei prezzi al consumo per
le famiglie di operai e impiegati intervenuta rispetto
all'anno precedente. Gli incrementi annuali, come sopra
determinati, verranno riassorbiti nell'anno in cui
scattera' la variazione retributiva minima non inferiore al
10 per cento fissata all'art. 20, commi 3 e 4, della legge
28 febbraio 1986, n. 41, rispetto alla retribuzione presa a
base per l'ultima rivalutazione effettuata ai sensi del
medesimo art. 20.
2. I principi di cui al comma 1 si applicano anche alle
rendite corrisposte da altri enti gestori
dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul
lavoro previsti dal testo unico.».
Riferimenti normativi al comma 115:
- Si riporta il testo del comma 105 dell'art. 1 della
legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato)
(legge finanziaria 2006), cosi' come modificato dalla
presente legge:
«105. Per gli interventi previsti dall'art. 2, comma 2,
del decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 451, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1999, n. 40, come
prorogati dall'art. 45, comma 1, lettera b), della legge
23 dicembre 1999, n. 488, relativi all'anno 2005, e'
autorizzata una ulteriore spesa di 170 milioni di euro.».
- Si riporta il testo del comma 107 dell'art. 1 della
sopra citata legge266/2005:
«107. Relativamente all'anno 2005, alle imprese di
autotrasporto, per i lavoratori dipendenti con qualifica di
autisti di livello 3 e 3 super, e' riconosciuto l'esonero
dal versamento dei contributi previdenziali ed
assistenziali dovuti all'INPS, per la quota a carico dei
datori di lavoro, nel limite di ore mensili individuali di
orario ordinario, comunque non superiori a 20, determinato
con decreto dirigenziale del Ministero delle infrastrutture
e dei trasporti, di concerto con il Ministero dell'economia
e delle finanze, sentito l'INPS, nel limite di spesa di 120
milioni di euro.».
Riferimenti normativi al comma 116:
- Si riporta il testo del comma 3-bis dell'art. 5 del
decreto-legge 1° ottobre 2005, n. 202 (Misure urgenti per
la prevenzione dell'influenza aviaria) convertito con
modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244, e
successive modificazioni:
«3-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2006, e fino al
31 ottobre 2006, a favore degli allevatori avicoli, delle
imprese di macellazione e trasformazione di carne avicola
nonche' mangimistiche operanti nella filiera e degli
esercenti attivita' di commercio all'ingrosso di carni
avicole sono sospesi i termini relativi agli adempimenti e
ai versamenti tributari, nonche' il pagamento di ogni
contributo o premio di previdenza e assistenza sociale, ivi
compresa la quota a carico dei dipendenti, senza aggravio
di sanzioni, interessi o altri oneri. Non si fa luogo al
rimborso di quanto gia' versato. Sono altresi' sospesi per
il predetto periodo i pagamenti delle rate delle operazioni
creditizie e di finanziamento, ivi comprese quelle poste in
essere dall'Istituto di servizi per il mercato agricolo
alimentare (ISMEA).»
Riferimenti normativi al comma 117:
- Si riporta il testo del comma 2 dell'art. 17 della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
«2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la
disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta
di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta'
regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle
norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle
norme regolamentari.».
- Si riporta il testo dei commi 1 e 2 dell'art. 20 del
decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 (Disposizioni urgenti
per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e
la razionalizzazione della spesa pubblica, nonche'
interventi in materia di entrate e di contrasto
all'evasione fiscale), convertito con modificazioni dalla
legge 4 agosto 2006, n. 248:
«Art. 20 (Presidenza del Consiglio dei Ministri). - 1.
L'autorizzazione di spesa di cui alla legge 25 febbraio
1987, n. 67, come determinata dalla tabella C della legge
23 dicembre 2005, n. 266, e' ridotta di 1 milione di euro
per l'anno 2006 e di 50 milioni di euro a decorrere
dall'anno 2007.
2. In relazione a quanto disposto dal comma 1, con
apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
sono rideterminati i contributi e le provvidenze per
l'editoria di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.».
Riferimenti normativi al comma 119:
- Si riporta il testo dell'art. 2 della legge 8
febbraio1948, n. 47 (Disposizioni sulla stampa):
«Art. 2. (Indicazioni obbligatorie sugli stampati). -
Ogni stampato deve indicare il luogo e l'anno della
pubblicazione, nonche' il nome e il domicilio dello
stampatore e, se esiste, dell'editore.
I giornali, le pubblicazioni delle agenzie
d'informazioni e i periodici di qualsiasi altro genere
devono recare la indicazione:
del luogo e della data della pubblicazione;
del nome e del domicilio dello stampatore;
del nome del proprietario e del direttore o vice
direttore responsabile.
All'identita' delle indicazioni, obbligatorie e non
obbligatorie, che contrassegnano gli stampati, deve
corrispondere identita' di contenuto in tutti gli
esemplari.».
- La legge 7 agosto 1990, n. 250 reca «Provvidenze per
l'editoria e riapertura dei termini, a favore delle imprese
radiofoniche, per la dichiarazione di rinuncia agli utili
di cui all'art. 9, comma 2, della L. 25 febbraio 1987, n.
67, per l'accesso ai benefici di cui all'art. 11 della
legge stessa.». (Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
27 agosto 1990, n. 199).
Riferimenti normativi al comma 120:
- Si riporta il testo dell'art. 11 della legge
25 febbraio 1987, n. 67 (Rinnovo della legge 5 agosto 1981,
n. 416, recante disciplina delle imprese editrici e
provvidenze per l'editoria), cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Art. 11 (Contributi ad imprese radiofoniche di
informazione). - 1. Le imprese di radiodiffusione sonora
che abbiano registrato la testata radiofonica giornalistica
trasmessa presso il competente tribunale e che trasmettano
quotidianamente propri programmi informativi su avvenimenti
politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o
letterari, per non meno del 25 per cento delle ore di
trasmissione comprese tra le ore 7 e le ore 20, hanno
diritto a decorrere dal 1° gennaio 2007:
a) alle riduzioni tariffarie di cui all'art. 28,
legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni,
applicate con le stesse modalita' anche ai consumi di
energia elettrica, ai canoni di noleggio e di abbonamento
ai servizi di telecomunicazione di qualsiasi tipo, ivi
compresi i sistemi via satellite;
b) al rimborso del 60 per cento delle spese per
l'abbonamento ai servizi di tre agenzie di informazione a
diffusione nazionale o regionale.».
Riferimenti normativi al comma 121:
- Si riporta il testo dell'art. 8 della gia' citata
legge 250/1990, cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 8. - 1. Le imprese di radiodiffusione sonora a
carattere locale che abbiano registrato la testata
radiofonica giornalistica trasmessa presso il competente
tribunale, trasmettano quotidianamente propri programmi
informativi su avvenimenti politici, religiosi, economici,
sociali, sindacali o letterari, per non meno del 15 per
cento delle ore di trasmissione comprese tra le ore 7 e le
ore 20, hanno diritto a decorrere dal 1° gennaio 2007:
a) alle riduzioni tariffarie di cui all'art. 28 della
legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni,
applicate con le stesse modalita' anche ai consumi di
energia elettrica;
b) al rimborso del 60 per cento delle spese per
l'abbonamento ai servizi di due agenzie di informazione a
diffusione nazionale o regionale.».
Riferimenti normativi al comma 122:
- Si riporta il testo dell'art. 27 della legge 5 agosto
1981, n. 416 (Disciplina delle imprese editrici e
provvidenze per l'editoria), con il comma 2 sostituito
dalla presente legge:
«Art. 27 (Contributi alle agenzie di stampa). - Per il
quinquennio decorrente dal 1° gennaio 1981 e' autorizzata
la corresponsione di contributi per l'importo complessivo
di lire quattro miliardi, in ragione di anno, in favore
delle agenzie di stampa a diffusione nazionale, che
possiedano i requisiti di cui al comma seguente da almeno
tre anni.
Sono considerate a diffusione nazionale le agenzie di
stampa i cui notiziari siano distribuiti in abbonamento a
titolo oneroso, qualunque sia il mezzo di trasmissione
utilizzato, ad almeno quindici testate quotidiane in cinque
regioni, che abbiano alle loro dipendenze a norma del
contratto nazionale di lavoro piu' di dieci giornalisti
professionisti con rapporto a tempo pieno, indeterminato ed
esclusivo, ed effettuino un minimo di dodici ore di
trasmissione al giorno per almeno cinque giorni alla
settimana.
Le agenzie di stampa a diffusione nazionale sono
considerate imprese manifatturiere ai sensi dell'art. 1,
decreto-legge 7 febbraio 1977, n. 15, convertito in legge,
con modificazioni, dalla legge 7 aprile 1977, n. 102,
dell'art. 1, legge 8 agosto 1977, n. 573, nel testo
modificato dall'art. 2, legge 5 agosto 1978, n. 502, degli
articoli 1 e 2, decreto-legge 6 luglio 1978, n. 353,
convertito in legge, con modificazioni, dalla citata legge
5 agosto 1978, n. 502, dell'art. 1, decreto-legge
30 gennaio 1979, n. 20, convertito in legge, con
modificazioni, dalla legge 31 marzo 1979, n. 92 e dell'art.
1, legge 13 agosto 1979, n. 375, e successivi
provvedimenti.
L'erogazione dei contributi alle agenzie di stampa a
diffusione nazionale e' effettuata ripartendo un terzo
dell'importo complessivo in parti uguali tra gli aventi
diritto e i restanti due terzi proporzionalmente al numero
dei giornali collegati a ciascuna azienda, al numero delle
reti utilizzate e delle ore di trasmissione.
Per il quinquennio decorrente dal 1° gennaio 1981 e'
autorizzata la corresponsione di contributi dell'importo
complessivo di lire 500 milioni, in ragione d'anno, alle
agenzie di stampa che, non essendo provviste dei requisiti
di cui al secondo comma, abbiano alle proprie dipendenze
almeno tre redattori a tempo pieno ed esclusivo a norma del
contratto nazionale di lavoro, abbiano contratto
abbonamenti regolarmente contabilizzati con non meno di
quindici quotidiani, abbiano registrato la testata presso
la cancelleria del tribunale competente per territorio con
la qualifica «agenzia di informazioni per la stampa» o
analoga, da almeno cinque anni, ed abbiano pubblicato
almeno mille notiziari con cinquemila notizie, ovvero che
abbiano registrato la testata cosi' come sopra indicato da
almeno un anno ed abbiano emesso almeno duecentocinquanta
notiziari recanti non meno di cinquemila notizie nell'anno
precedente.
L'erogazione di contributi alle agenzie di stampa di
cui al presente art. e' effettuata ripartendo il contributo
in parti uguali fra gli aventi diritto, fino alla
concorrenza di lire 200 milioni. Le residue lire 300
milioni sono ripartite fra le stesse agenzie tenendo conto:
a) del numero dei collegamenti per telescriventi ed
altri analoghi;
b) dell'eventuale emissione di piu' bollettini
giornalieri;
c) del numero dei redattori fissi a tempo pieno ed
esclusivo.
Con le disposizioni di attuazione della presente legge
sono stabiliti i criteri per l'erogazione dei contributi di
cui al presente articolo.
Nessuna agenzia di stampa puo' comunque ricevere un
contributo globale che superi il cinquanta per cento delle
spese documentate, sostenute per il personale e per le
strutture. Le somme che in ciascun esercizio risultino
eventualmente dalla differenza fra la ripartizione di cui
ai precedenti commi e le erogazioni a norma del presente
comma sono utilizzate negli anni successivi per
l'incremento degli stanziamenti in favore delle agenzie di
stampa.».
Riferimenti normativi al comma 123:
- Si riporta il testo del comma 1 dell'art. 11 della
legge 25 febbraio 1987, n. 67 (Rinnovo della legge 5 agosto
1981, n. 416, recante disciplina delle imprese editrici e
provvidenze per l'editoria):
«Art. 11 (Contributi ad imprese radiofoniche di
informazione). - 1. Le imprese di radiodiffusione sonora
che abbiano registrato la testata radiofonica giornalistica
trasmessa presso il competente tribunale e che trasmettano
quotidianamente propri programmi informativi su avvenimenti
politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o
letterari, per non meno del 25 per cento delle ore di
trasmissione comprese tra le ore 7 e le ore 20, hanno
diritto a decorrere dal 1° gennaio 2007:
a) alle riduzioni tariffarie di cui all'art. 28,
legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni,
applicate con le stesse modalita' anche ai consumi di
energia elettrica, ai canoni di noleggio e di abbonamento
ai servizi di telecomunicazione di qualsiasi tipo, ivi
compresi i sistemi via satellite;
b) al rimborso del 60 per cento delle spese per
l'abbonamento ai servizi di tre agenzie di informazione a
diffusione nazionale o regionale.».
Riferimenti normativi ai commi 124, 125 e 126:
- Si riporta il testo dell'art. 3 della legge 7 agosto
1990, n. 250 (Provvidenze per l'editoria e riapertura dei
termini, a favore delle imprese radiofoniche, per la
dichiarazione di rinuncia agli utili di cui all'art. 9,
comma 2, della legge 25 febbraio 1987, n. 67, per l'accesso
ai benefici di cui all'art. 11 della legge stessa), e
successive modificazioni, cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Art. 3. - 1. Per l'anno 1990 alle imprese editrici di
quotidiani o periodici di cui al comma 6 dell'art. 9 della
legge 25 febbraio 1987, n. 67, e alle imprese radiofoniche
di cui al comma 2 dell'art. 11 della medesima legge, sono
concessi ulteriori contributi integrativi pari a quelli
risultanti dai predetti commi degli articoli 9 e 11 della
citata legge n. 67 del 1987, sempre che tutte le entrate
pubblicitarie non raggiungano il 40 per cento dei costi
complessivi dell'esercizio relativo all'anno 1990, compresi
gli ammortamenti risultanti a bilancio.
2. A decorrere dal 1° gennaio 2002, i contributi di cui
al comma 8 e al comma 11 del presente articolo, il cui
ammontare non puo' comunque superare il 50 per cento dei
costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti
dal bilancio dell'impresa stessa, sono concessi,
limitatamente ad una sola testata, alle imprese editrici di
giornali quotidiani che, con esclusione di quanto previsto
dalle lettere a) e b) per le cooperative editrici
costituite ai sensi e per gli effetti dell'art. 153,
comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, possiedano i
seguenti requisiti:
a) siano costituite come cooperative giornalistiche
da almeno tre anni;
b) editino la testata stessa da almeno tre anni;
c) abbiano acquisito, nell'anno di riferimento dei
contributi, entrate pubblicitarie che non superino il 30
per cento dei costi complessivi dell'impresa risultanti dal
bilancio dell'anno medesimo;
d) abbiano adottato con norma statutaria il divieto
di distribuzione degli utili nell'esercizio di riscossione
dei contributi e nei dieci esercizi successivi;
e) la testata edita abbia diffusione formalmente
certificata pari ad almeno il 25 per cento della tiratura
complessiva per le testate nazionali e ad almeno il 40 per
cento per quelle locali. Ai fini del presente articolo, si
intende per diffusione l'insieme delle vendite e degli
abbonamenti e per testata locale quella cui almeno l'80 per
cento della diffusione complessiva e' concentrata in una
sola regione;
f) [le testate nazionali che usufruiscono di
contributi di cui al presente art. non siano poste in
vendita congiuntamente con altre testate];
g) abbiano sottoposto l'intero bilancio di esercizio
cui si riferiscono i contributi alla certificazione di una
societa' di revisione scelta tra quelle di cui all'elenco
apposito previsto dalla CONSOB;
2-bis. I contributi previsti dalla presente legge e in
misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi
complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal
bilancio dell'impresa stessa, sono concessi anche alle
imprese editrici di giornali quotidiani la cui maggioranza
del capitale sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti
morali non aventi scopo di lucro che possiedano i requisiti
di cui alle lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2 del
presente articolo.
2-ter. I contributi previsti dalla presente legge, con
esclusione di quelli previsti dal comma 11, e in misura,
comunque, non superiore al 50 per cento dei costi
complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal
bilancio dell'impresa stessa, sono concessi alle imprese
editrici, comunque costituite, che editino giornali
quotidiani in lingua francese, ladina, slovena e tedesca
nelle regioni autonome Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia
e Trentino-Alto Adige, a condizione che le imprese
beneficiarie non editino altri giornali quotidiani e
possiedano i requisiti di cui alle
lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2 del presente
articolo. A decorrere dal 1° gennaio 2002 i contributi di
cui ai commi 8 e 11 e in misura, comunque, non superiore al
50 per cento dei costi complessivi, compresi gli
ammortamenti, risultanti dal bilancio dell'impresa stessa,
sono concessi ai giornali quotidiani italiani editi e
diffusi all'estero a condizione che le imprese editrici
beneficiarie possiedano i requisiti di cui alle
lettere b), c), d) e g) del comma 2 del presente articolo.
Tali imprese devono allegare alla domanda i bilanci
corredati da una relazione di certificazione da parte di
societa' abilitate secondo la normativa dello Stato in cui
ha sede l'impresa.
2-quater. Le norme previste dal presente art. per i
quotidiani per quanto attiene ai requisiti e ai contributi
si applicano anche ai periodici editi da cooperative
giornalistiche ivi comprese quelle di cui all'art. 52 della
legge 5 agosto 1981, n. 416, con il limite di 310.000 euro
e di 207.000 euro rispettivamente per il contributo fisso e
per il contributo variabile di cui al comma 10; a tali
periodici non si applica l'aumento previsto dal comma 11.
3. A decorrere dal 1° gennaio 1991, alle imprese
editrici di periodici che risultino esercitate da
cooperative, fondazioni o enti morali, ovvero da societa'
la maggioranza del capitale sociale delle quali sia
detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali che non
abbiano scopo di lucro, sono corrisposte annualmente 0,2
euro per copia stampata fino a 30.000 copie di tiratura
media, indipendentemente dal numero delle testate. Le
imprese di cui al presente comma devono essere costituite
da almeno tre anni ovvero editare testate diffuse da almeno
cinque anni. I contributi di cui al presente comma sono
corrisposti a condizione che le imprese editrici:
a) non abbiano acquisito, nell'anno precedente
introiti pubblicitari superiori complessivamente al 40 per
cento dei costi, compresi gli ammortamenti, dell'impresa
per l'anno medesimo, risultanti dal bilancio;
b) editino periodici a contenuto prevalentemente
informativo;
c) abbiano pubblicato nei due anni antecedenti
l'entrata in vigore della presente legge e nell'anno di
riferimento dei contributi, non meno di 45 numeri ogni anno
per ciascuna testata per i plurisettimanali e settimanali,
18 per i quindicinali e 9 per i mensili.
3-bis. Qualora le societa' di cui al comma 3 siano
costituite da persone fisiche e giuridiche, ciascuna delle
quali possieda quote di capitale inferiori al 3 per cento,
e' sufficiente che la cooperativa, fondazione o ente morale
detenga la maggioranza relativa del capitale sociale.
4. La commissione di cui all'art. 54 della legge
5 agosto 1981, n. 416, come modificato dall'art. 11 della
legge 30 aprile 1983, n. 137, esprime parere
sull'accertamento della tiratura e sull'accertamento dei
requisiti di ammissione ai contributi disposti dal comma 3.
5. Le imprese editrici in possesso dei requisiti di cui
ai commi 2 e 3 devono trasmettere alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'informazione e
l'editoria, lo statuto della societa' che escluda
esplicitamente la distribuzione degli utili fino allo
scioglimento della societa' stessa. Le disposizioni di cui
all'art. 2 della presente legge si applicano anche alle
imprese editrici di giornali quotidiani e periodici che
gia' abbiano presentato domanda per accedere ai contributi
di cui agli articoli 9 e 10 della citata legge n. 67 del
1987. Non possono percepire i contributi di cui al comma 8
le imprese editrici che siano collegate con imprese
editrici di altri giornali quotidiani o periodici ovvero
con imprese che raccolgono pubblicita' per la testata
stessa o per altri giornali quotidiani o periodici. Non
possono percepire i suddetti contributi le imprese
editoriali collegate con altre imprese titolari di rapporti
contrattuali con l'impresa editoriale stessa, il cui
importo ecceda il 10 per cento dei costi complessivi
dell'impresa editrice, compresi gli ammortamenti, ovvero
nel caso in cui tra i soci e gli amministratori
dell'impresa editoriale figurino persone fisiche nella
medesima condizione contrattuale.
6. Ove nei dieci anni dalla riscossione dell'ultimo
contributo la societa' proceda ad operazioni di riduzione
del capitale per esuberanza, ovvero la societa' deliberi la
fusione o comunque operi il conferimento di azienda in
societa' il cui statuto non contempli l'esclusione di cui
al comma 5, la societa' dovra' versare in conto entrate al
Ministero del tesoro una somma pari ai contributi disposti,
aumentati degli interessi calcolati al tasso doppio del
tasso di riferimento di cui all'art. 20 del decreto del
Presidente della Repubblica 9 novembre 1976, n. 902, e
successive modificazioni, a partire dalla data di ogni
riscossione, e capitalizzati annualmente; ove nello stesso
periodo la societa' sia posta in liquidazione, dovra'
versare in conto entrate al Ministero del tesoro una somma
parimenti calcolata nei limiti del risultato netto della
liquidazione, prima di qualunque distribuzione od
assegnazione. Una somma parimenti calcolata dovra' essere
versata dalla societa' quando, nei dieci anni dalla
riscossione dell'ultimo contributo, dai bilanci annuali o
da altra documentazione idonea, risulti violata
l'esclusione della distribuzione degli utili.
7. I contributi di cui al comma 8 sono corrisposti a
condizione che gli introiti pubblicitari di ciascuna
impresa editoriale, acquisiti nell'anno precedente, non
superino il 40 per cento dei costi complessivi dell'impresa
risultanti dal bilancio per l'anno medesimo, compresi gli
ammortamenti. Se le entrate pubblicitarie sono comprese tra
il 35 per cento ed il 40 per cento dei costi, i contributi
di cui al comma 8, lettera b), sono ridotti del 50 per
cento.
8. I contributi alle imprese editrici di cui al comma 2
sono determinati nella seguente misura:
a) un contributo fisso annuo di importo pari al 30
per cento dei costi risultanti dal bilancio, inclusi gli
ammortamenti, e comunque non superiore a lire 2 miliardi
per ciascuna impresa;
b) contributi variabili nelle seguenti misure:
1) lire 500 milioni all'anno da 10.000 a 30.000
copie di tiratura media giornaliera e lire 300 milioni
all'anno, ogni 10.000 copie di tiratura media giornaliera,
dalle 30.000 alle 150.000 copie;
2) lire 200 milioni all'anno, ogni 10.000 copie di
tiratura media giornaliera, oltre le 150.000 copie e fino
alle 250.000 copie;
3) lire 100 milioni all'anno, ogni 10.000 copie di
tiratura media giornaliera, oltre le 250.000 copie.
9. L'ammontare totale dei contributi previsti dal
comma 8 non puo' comunque superare il 60 per cento dei
costi risultanti dal bilancio, dei costi come determinati
dal medesimo comma 8.
10. Fatta salva l'applicazione a regime della normativa
in vigore al 31 dicembre 1997 a favore delle imprese
editrici di quotidiani o periodici a quella data organi di
movimenti politici i quali organi siano in possesso dei
requisiti per l'accesso ai contributi previsti, nonche' a
favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici
pubblicati per la prima volta in data successiva al
31 dicembre 1997 e fino al 30 giugno 1998 quali organi di
partiti o movimenti ammessi al finanziamento pubblico, a
decorrere dal 1° gennaio 1998 alle imprese editrici di
quotidiani o periodici che, oltre che attraverso esplicita
menzione riportata in testata, risultino essere organi o
giornali di forze politiche che abbiano il proprio gruppo
parlamentare in una delle Camere o nel Parlamento europeo
avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento
italiano, nell'anno di riferimento dei contributi nei
limiti delle disponibilita' dello stanziamento di bilancio,
e' corrisposto:
a) un contributo fisso annuo di importo pari al 40
per cento dei costi risultanti dal bilancio, inclusi gli
ammortamenti, e comunque non superiore a lire 2 miliardi e
500 milioni per i quotidiani e lire 600 milioni per i
periodici;
b) un contributo variabile, calcolato secondo i
parametri previsti dal comma 8, per i quotidiani, ridotto
ad un sesto, un dodicesimo od un ventiquattresimo
rispettivamente per i periodici settimanali, quindicinali o
mensili; per i suddetti periodici viene comunque
corrisposto un contributo fisso di lire 400 milioni nel
caso di tirature medie superiori alle 10.000 copie.
11. A decorrere dall'anno 1991, ove le entrate
pubblicitarie siano inferiori al 30 per cento dei costi
d'esercizio annuali, compresi gli ammortamenti, sono
concessi, per ogni esercizio, ulteriori contributi
integrativi pari al 50 per cento di quanto determinato
dalle lettere a) e b) del comma 10.
11-bis. [Ai fini dell'applicazione dei commi 10 e 11,
il requisito della rappresentanza parlamentare della forza
politica, la cui impresa editrice dell'organo o giornale
aspiri alla concessione dei contributi di cui ai predetti
commi, e' soddisfatto, in assenza di specifico collegamento
elettorale, anche da una dichiarazione di appartenenza e
rappresentanza di tale forza politica da parte dei
parlamentari interessati, certificata dalla Camera di cui
sono componenti].
11-ter. A decorrere dall'anno 1991 sono abrogati gli
ultimi due periodi del comma 5. Dal medesimo anno i
contributi previsti dal comma 2 sono concessi a condizione
che non fruiscono dei contributi previsti dal predetto
comma imprese collegate con l'impresa richiedente, o
controllate da essa, o che la controllano, o che siano
controllate dalle stesse imprese, o dagli stessi soggetti
che la controllano.
12. La somma dei contributi previsti dai commi 10 e 11
non puo' comunque superare il 70 per cento dei costi, come
determinati dai medesimi commi 10 e 11.
13. I contributi di cui ai commi 10 e 11 e di cui
all'art. 4 sono concessi a condizione che le imprese non
fruiscano, ne' direttamente ne' indirettamente, di quelli
di cui ai commi 2, 5, 6, 7 e 8, ed a condizione che i
contributi di cui ai commi stessi non siano percepiti da
imprese da esse controllate o che le controllano ovvero che
siano controllate dalle stesse imprese o dagli stessi
soggetti che le controllano.
14. I contributi di cui ai commi 10 e 11 e di cui
all'art. 4 sono corrisposti alternativamente per un
quotidiano o un periodico o una impresa radiofonica,
qualora siano espressione dello stesso partito politico.
15. Le imprese editrici di cui al presente articolo, ad
eccezione di quelle previste dal comma 3, sono comunque
soggette agli obblighi di cui al quinto comma dell'art. 7,
legge 5 agosto 1981, n. 416, come modificato dall'art. 4,
legge 30 aprile 1983, n. 137, a prescindere dall'ammontare
dei ricavi delle vendite. Sono soggette agli obblighi
medesimi, a prescindere dall'ammontare dei ricavati delle
vendite, anche le imprese di cui al comma 2 dell'art. 11,
legge 25 febbraio 1987, n. 67.
15-bis. A decorrere dall'anno 1998 entro il 31 marzo di
ogni anno e purche' sia stata inoltrata domanda valida ai
sensi delle vigenti disposizioni, e' corrisposto un importo
pari al 50 per cento dei contributi di cui ai commi 2, 8,
10 e 11 spettanti per l'anno precedente. La liquidazione
del contributo residuo verra' effettuata entro tre mesi
dalla presentazione del bilancio dell'impresa editoriale e
della necessaria certificazione nonche' della
documentazione richiesta all'editore dalle norme vigenti.
La certificazione, eseguita a cura di una societa' di
revisione, e' limitata alla verifica ed al riscontro dei
soli costi a cui si fa riferimento per il conteggio del
contributo complessivo relativo ad ogni esercizio».
Riferimenti normativi ai commi 128, 129 e 130:
- Si riporta il testo dei commi 461, 455 (modificato
dalla presente legge) e 458 dell'art. 1 della legge
23 dicembre 2005, n. 266 recante «Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(legge finanziaria 2006):
«461. Le imprese richiedenti i contributi di cui agli
articoli 3, 4, 7 e 8 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e
successive modificazioni, nonche' all'art. 23, comma 3,
della legge 6 agosto 1990, n. 223, e successive
modificazioni, e all'art. 7, comma 13, della legge 3 maggio
2004, n. 112, decadono dal diritto alla percezione delle
provvidenze qualora non trasmettano l'intera documentazione
entro un anno dalla richiesta.».
«455. A decorrere dal 1° gennaio 2005, ai fini del
calcolo dei contributi previsti dai commi 2, 8, 10 e 11
dell'art. 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive
modificazioni, i costi sostenuti per collaborazioni, ivi
comprese quelle giornalistiche, sono ammessi fino ad un
ammontare pari al 10 per cento degli altri costi in base ai
quali e' calcolato il contributo».
«458. A decorrere dal 1° gennaio 2006, per l'accesso
alle provvidenze di cui all'art. 3, commi 2 e 2-quater,
della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive
modificazioni, le cooperative editrici devono essere
composte esclusivamente da giornalisti professionisti,
pubblicisti o poligrafici.».
Riferimenti normativi al comma 131:
- Si riporta il testo degli articoli 19 e 20 della
legge 14 aprile 1975, n. 103 (Nuove norme in materia di
diffusione radiofonica e televisiva):
«19. La societa' concessionaria, oltre che alla
gestione dei servizi in concessione, e' tenuta alle
seguenti prestazioni:
a) a sistemare, secondo piani tecnici approvati dal
Ministero delle poste e delle telecomunicazioni, le reti
trasmittenti televisive nelle zone di confine bilingui, per
renderle idonee a ritrasmettere programmi di organismi
esteri confinanti; ad attuare la ristrutturazione ed
assumere la gestione degli impianti di terzi eventualmente
ad essa affidati, esistenti in dette zone alla data di
entrata in vigore della presente legge;
b) a predisporre annualmente, sulla base delle
direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
sentita la Commissione parlamentare per l'indennizzo
generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
programmi televisivi e radiofonici destinati a stazioni
radiofoniche e televisive di altri Paesi per la diffusione
e la conoscenza della lingua e della cultura italiana nel
mondo e ad effettuare, sentita la stessa Commissione
parlamentare, trasmissioni radiofoniche speciali;
c) ad effettuare trasmissioni radiofoniche e
televisive in lingua tedesca e ladina per la provincia di
Bolzano, in lingua francese per la regione autonoma Valle
d'Aosta ed in lingua slovena per la regione autonoma
Friuli-Venezia Giulia.».
«Art. 20. I corrispettivi dovuti alla societa' per gli
adempimenti di cui al precedente art. sono stabiliti come
segue.
Per quanto previsto al punto a) si provvede mediante
separate pattuizioni da effettuarsi d'intesa con i
rappresentanti degli enti locali delle zone di confine
interessate.
Per quanto previsto al punto b), i programmi televisivi
e radiofonici destinati a stazioni radiofoniche e
televisive di altri Paesi sono regolati mediante
convenzioni aggiuntive da stipularsi con le competenti
amministrazioni dello Stato entro novanta giorni dalla
stipula della convenzione di cui al successivo art. 46.
Per gli adempimenti di cui al punto c), le trasmissioni
in lingua tedesca per la provincia di Bolzano sono regolate
mediante convenzione aggiuntiva da stipularsi con le
competenti amministrazioni dello Stato entro lo stesso
termine di cui al precedente comma, mentre le trasmissioni
in lingua slovena da radio Trieste sono regolate secondo le
modalita' previste dalla legge 14 aprile 1956, n. 308.
L'ammontare dei rimborsi della spesa per le
trasmissioni in lingua tedesca effettuate dalla sede di
Bolzano, nel periodo 7 febbraio 1966-31 dicembre 1972, e'
forfettariamente stabilito in lire 6.710 milioni oltre
all'imposta sul valore aggiunto.
La misura del rimborso forfettario annuo, previsto per
le trasmissioni radiofoniche da radio Trieste dalla legge
14 aprile 1956, n. 308,in considerazione dell'intervenuto
aumento del numero di trasmissioni con l'inclusione nei
programmi de «l'Ora della Venezia Giulia», viene elevata a
lire 250 milioni l'anno oltre all'imposta sul valore
aggiunto, a partire dal 1968 e puo' essere soggetta a
revisione triennale su richiesta di ciascuna parte
contraente a far tempo dal 1° gennaio 1977.
L'ammontare dei rimborsi della spesa sostenuta per le
trasmissioni in lingua francese per la regione autonoma
Valle d'Aosta e per le trasmissioni televisive in lingua
slovena per la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e'
regolato con apposite convenzioni con le competenti
amministrazioni dello Stato.
La somma di 8.300 milioni, iscritta al capitolo 2554
dello stato di previsione della spesa del Ministero del
tesoro dell'anno finanziario 1973 e di cui al capitolo
aggiunto 7480 dell'anno finanziario 1974, resta destinata
ed impegnata per la liquidazione degli oneri di cui al
precedente quinto comma nonche' a quello di cui al sesto
comma per il periodo 1968-1972. All'onere derivante
dall'applicazione dello stesso sesto comma per il periodo
successivo al 1972, si provvede a carico dello stanziamento
del capitolo 2549 dello stato di previsione della spesa del
Ministero del tesoro per l'anno finanziario 1974 e
corrispondenti capitoli degli anni successivi.
Ai nuovi o maggiori oneri derivanti dalle altre
convenzioni da stipulare ai sensi dei precedenti commi, si
provvede con utilizzo dei proventi del canone dovuto dalla
concessionaria allo Stato e da determinare, ai sensi del
precedente art. 16 con la convenzione di cui al successivo
art. 46. Il Ministro per il tesoro e' autorizzato ad
apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di
bilancio.
Per i servizi speciali radiotelevisivi, non compresi
fra quelli suindicati, le amministrazioni dello Stato
richiedenti concordano, attraverso apposite convenzioni,
con la societa' concessionaria le modalita' delle
prestazioni e l'entita' dei relativi rimborsi, sentito il
parere obbligatorio della Commissione parlamentare.».
- Si riporta il testo del comma 2 dell'art. 24 del
contratto di servizio di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 14 febbraio 2003 (Approvazione del
contratto di servizio tra il Ministero delle comunicazioni
e la RAI - Radiotelevisione italiana S.p.a. per il triennio
2003-2005), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del
12 marzo 2003:
«2. La RAI si impegna ad implementare il progetto di
audiovideoteca sviluppato ai sensi del contratto di
servizio per il triennio 2000-2002 ed a realizzare la
catalogazione digitale dell'archivio storico registrato su
nastro magnetico analogico. L'archivio storico
radiotelevisivo sara' progressivamente aperto al pubblico,
per la consultazione presso sedi della RAI, secondo
modalita' e tempi da definire d'intesa con il Ministero.».
Riferimenti normativi al comma 132:
- Si riporta il titolo della direttiva 92/100/CEE del
Consiglio del 19 novembre 1992: «Direttiva del Consiglio
concernente il diritto di noleggio, il diritto di prestito
e taluni diritti connessi al diritto di autore in materia
di proprieta' intellettuale» (Pubblicata nella G.U.C.E.
27 novembre 1992, n. L 346. Entrata in vigore il
30 novembre 1992).
- Si riporta il testo del comma 1 dell'art. 69 della
legge 22 aprile 1941, n. 633 (Protezione del diritto
d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio), e
successive modificazioni, cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Art. 69. - 1. Il prestito eseguito dalle biblioteche e
discoteche dello Stato e degli enti pubblici, ai fini
esclusivi di promozione culturale e studio personale, non
e' soggetto ad autorizzazione da parte del titolare del
relativo diritto, e ha ad oggetto esclusivamente:
a) gli esemplari a stampa delle opere, eccettuati gli
spartiti e le partiture musicali;
b) i fonogrammi ed i videogrammi contenenti opere
cinematografiche o audiovisive o sequenze d'immagini in
movimento, siano esse sonore o meno, decorsi almeno
diciotto mesi dal primo atto di esercizio del diritto di
distribuzione, ovvero, non essendo stato esercitato il
diritto di distribuzione, decorsi almeno ventiquattro mesi
dalla realizzazione delle dette opere e sequenze di
immagini.».
Riferimenti normativi al comma 135:
- Si riporta il testo del comma 1 dell'art. 3 del
decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353 (Disposizioni
urgenti in materia di tariffe postali agevolate per i
prodotti editoriali.), convertito con modificazioni, dalla
legge 27 febbraio 2004, n. 46:
«1. Il Dipartimento per l'informazione e l'editoria
della Presidenza del Consiglio dei Ministri provvede al
rimborso in favore della societa' Poste italiane S.p.a.
della somma corrispondente all'ammontare delle riduzioni
complessivamente applicate, nei limiti dei fondi stanziati
sugli appositi capitoli del bilancio autonomo della
Presidenza del Consiglio dei Ministri. I rimborsi sono
effettuati sulla base di una dichiarazione sostitutiva
dell'atto di notorieta', rilasciata dalla societa' Poste
italiane S.p.a., attestante l'avvenuta puntuale
applicazione delle riduzioni effettuate sulla base del
presente decreto e corredata da un dettagliato elenco delle
riduzioni applicate a favore di ogni soggetto avente
titolo.».
Riferimenti normativi al comma 136:
- Si riporta il testo dell'art. 98 del codice delle
comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo
1° agosto 2003, n. 259, cosi' come modificato dalla
presente legge:
«Art. 98 (Sanzioni). - 1. Le disposizioni del presente
art. si applicano alle reti e servizi di comunicazione
elettronica ad uso pubblico.
2. In caso di installazione e fornitura di reti di
comunicazione elettronica od offerta di servizi di
comunicazione elettronica ad uso pubblico senza la relativa
autorizzazione generale, il Ministero commina, se il fatto
non costituisce reato, una sanzione amministrativa
pecuniaria da euro 15.000,00 ad euro 2.500.000,00, da
stabilirsi in equo rapporto alla gravita' del fatto. Se il
 
fatto riguarda la installazione o l'esercizio di impianti
radioelettrici, la sanzione minima e' di euro 50.000,00.
3. Se il fatto riguarda la installazione o l'esercizio
di impianti di radiodiffusione sonora o televisiva, si
applica la pena della reclusione da uno a tre anni. La pena
e' ridotta alla meta' se trattasi di impianti per la
radiodiffusione sonora o televisiva in ambito locale.
4. Chiunque realizza trasmissioni, anche simultanee o
parallele, contravvenendo ai limiti territoriali o
temporali previsti dal titolo abilitativo e' punito con la
reclusione da sei mesi a due anni.
5. Oltre alla sanzione amministrativa di cui al
comma 2, il trasgressore e' tenuto, in ogni caso, al
pagamento di una somma pari a venti volte i diritti
amministrativi e dei contributi, di cui rispettivamente
agli articoli 34 e 35, commisurati al periodo di esercizio
abusivo accertato e comunque per un periodo non inferiore
all'anno.
6. Indipendentemente dai provvedimenti assunti
dall'Autorita' giudiziaria e fermo restando quanto disposto
dai commi 2 e 3, il Ministero, ove il trasgressore non
provveda, puo' provvedere direttamente, a spese del
possessore, a suggellare, rimuovere o sequestrare
l'impianto ritenuto abusivo.
7. Nel caso di reiterazione degli illeciti di cui al
comma 2 per piu' di due volte in un quinquennio, il
Ministero irroga la sanzione amministrativa pecuniaria
nella misura massima stabilita dallo stesso comma 2.
8. In caso di installazione e fornitura di reti di
comunicazione elettronica od offerta di servizi di
comunicazione elettronica ad uso pubblico in difformita' a
quanto dichiarato ai sensi dell'art. 25, comma 4, il
Ministero irroga una sanzione amministrativa pecuniaria da
euro 30.000,00 ad euro 580.000,00.
9. Fermo restando quanto stabilito dall'art. 32, ai
soggetti che commettono violazioni gravi o reiterate piu'
di due volte nel quinquennio delle condizioni poste
dall'autorizzazione generale, il Ministero commina una
sanzione amministrativa pecuniaria da euro 30.000,00 ad
euro 600.000,00; ai soggetti che non provvedono, nei
termini e con le modalita' prescritti, alla comunicazione
dei documenti, dei dati e delle notizie richiesti dal
Ministero o dall'Autorita', gli stessi, secondo le
rispettive competenze, comminano una sanzione
amministrativa pecuniaria da euro 15.000,00 ad euro
1.150.000,00.
10. Ai soggetti che nelle comunicazioni richieste dal
Ministero e dall'Autorita', nell'ambito delle rispettive
competenze, espongono dati contabili o fatti concernenti
l'esercizio delle proprie attivita' non corrispondenti al
vero, si applicano le pene previste dall'art. 2621 del
codice civile.
11. Ai soggetti che non ottemperano agli ordini ed alle
diffide, impartiti ai sensi del Codice dal Ministero o
dall'Autorita', gli stessi, secondo le rispettive
competenze, comminano una sanzione amministrativa
pecuniaria da euro 120.000,00 ad euro 2.500.000,00. Se
l'inottemperanza riguarda provvedimenti adottati
dall'Autorita' in ordine alla violazione delle disposizioni
relative ad imprese aventi significativo potere di mercato,
si applica a ciascun soggetto interessato una sanzione
amministrativa pecuniaria non inferiore al 2 per cento e
non superiore al 5 per cento del fatturato realizzato dallo
stesso soggetto nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente
alla notificazione della contestazione, relativo al mercato
al quale l'inottemperanza si riferisce.
12. Nei casi previsti dai commi 6, 7, 8 e 9, e nelle
ipotesi di mancato pagamento dei diritti amministrativi e
dei contributi di cui agli articoli 34 e 35, nei termini
previsti dall'allegato n. 10, se la violazione e' di
particolare gravita', o reiterata per piu' di due volte in
un quinquennio, il Ministero o l'Autorita', secondo le
rispettive competenze e previa contestazione, possono
disporre la sospensione dell'attivita' per un periodo non
superiore a sei mesi, o la revoca dell'autorizzazione
generale e degli eventuali diritti di uso. Nei predetti
casi, il Ministero o l'Autorita', rimangono esonerati da
ogni altra responsabilita' nei riguardi di terzi e non sono
tenuti ad alcun indennizzo nei confronti dell'impresa.
13. In caso di violazione delle disposizioni contenute
nel Capo III del presente Titolo, nonche' nell'art. 80, il
Ministero o l'Autorita', secondo le rispettive competenze,
comminano una sanzione amministrativa pecuniaria da euro
170.000,00 ad euro 2.500.000,00.
14. In caso di violazione degli obblighi gravanti sugli
operatori di cui all'art. 96, il Ministero commina una
sanzione amministrativa pecuniaria da euro 170.000,00 ad
euro 2.500.000,00. Se la violazione degli anzidetti
obblighi e' di particolare gravita' o reiterata per piu' di
due volte in un quinquennio, il Ministero puo' disporre la
sospensione dell'attivita' per un periodo non superiore a
due mesi o la revoca dell'autorizzazione generale. In caso
di integrale inosservanza della condizione n. 11 della
parte A dell'allegato n. 1, il Ministero dispone la revoca
dell'autorizzazione generale.
15. In caso di inosservanza delle disposizioni di cui
ai commi 1, 4, 5 e 8 dell'art. 95, indipendentemente dalla
sospensione dell'esercizio e salvo il promuovimento
dell'azione penale per eventuali reati, il trasgressore e'
punito con la sanzione amministrativa da euro 1.500,00 a
euro 5.000,00.
16. In caso di inosservanza delle disposizioni di cui
agli articoli 60, 61, 70, 71, 72 e 79 il Ministero o
l'Autorita', secondo le rispettive competenze, comminano
una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 58.000,00 ad
euro 580.000,00.
17. Restano ferme, per le materie non disciplinate dal
Codice, le sanzioni di cui all'art. 1, commi 29, 30, 31 e
32 della legge 31 luglio 1997, n. 249.
17-bis. Alle sanzioni amministrative irrogabili
dall'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni non si
applicano le disposizioni sul pagamento in misura ridotta
di cui all'art. 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e
successive modificazioni .».
Riferimenti normativi al comma 137:
- Si riporta il testo del comma 8 dell'art. 1 del
decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181 (Disposizioni urgenti
in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza
del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri), cosi' come
modificato dalla presente legge:
«8. E' istituito il Ministero dell'universita' e della
ricerca. A detto Ministero sono trasferite, con le inerenti
risorse finanziarie, strumentali e di personale, le
funzioni attribuite al Ministero dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca dall'art. 50, comma 1,
lettera b), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300,
nonche' quelle in materia di alta formazione artistica,
musicale e coreutica. Il Ministero si articola in un
Segretariato generale ed in sei uffici di livello
dirigenziale generale, nonche' un incarico dirigenziale ai
sensi dell'art. 19, comma 10, del decreto legislativo
31 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni.»
- Si riporta il testo del comma 8-bis dell'art. 1 del
decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181 (Disposizioni urgenti
in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza
del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri), cosi' come
modificato dalla presente legge:
«8-bis. Il Ministero dello sviluppo economico, il
Ministero delle infrastrutture, il Ministero dei trasporti,
il Ministero della pubblica istruzione, il Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si
articolano in dipartimenti. Le direzioni generali
costituiscono le strutture di primo livello del Ministero
della solidarieta' sociale e del Ministero del commercio
internazionale.».
Riferimenti normativi al comma 140:
- Si riporta il testo del comma 2 dell'art. 17 della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
«2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la
disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta
di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta'
regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle
norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle
norme regolamentari.».
Riferimenti normativi al comma 141:
- Si riporta il testo dell'art. 5 del decreto
legislativo 5 giugno 1998, n. 204 (Disposizioni per il
coordinamento, la programmazione e la valutazione della
politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e
tecnologica, a norma dell'art. 11, comma 1, lettera d),
della legge 15 marzo 1997, n. 59):
«Art. 5 (Comitato di indirizzo per la valutazione della
ricerca). - 1. E' istituito, presso il MURST, il comitato
di indirizzo per la valutazione della ricerca (CIVR),
composto da non piu' di 7 membri, anche stranieri, di
comprovata qualificazione ed esperienza, scelti in una
pluralita' di ambiti metodologici e disciplinari. Il
comitato, sulla base di un programma annuale da esso
approvato:
a) svolge attivita' per il sostegno alla qualita' e
alla migliore utilizzazione della ricerca scientifica e
tecnologica nazionale. A tal fine promuove la
sperimentazione, l'applicazione e la diffusione di
metodologie, tecniche e pratiche di valutazione della
ricerca;
b) determina i criteri generali per le attivita' di
valutazione svolte dagli enti di ricerca, dalle istituzioni
scientifiche e di ricerca e dell'ASI, verificandone
l'applicazione;
c) d'intesa con le pubbliche amministrazioni,
progetta ed effettua attivita' di valutazione esterna di
enti di ricerca da esse vigilati o finanziati, nonche' di
progetti e programmi di ricerca da esse coordinati o
finanziati;
d) predispone rapporti periodici sulle attivita'
svolte e una relazione annuale in materia di valutazione
della ricerca, che trasmette al Ministero dell'universita'
e della ricerca scientifica e tecnologica, ai Ministri
interessati e al CIPE;
e) determina criteri e modalita' per la costituzione,
da parte di enti di ricerca e dell'ASI, ove cio' sia
previsto dalla normativa vigente, di un apposito comitato
incaricato della valutazione dei risultati scientifici e
tecnologici dell'attivita' complessiva dell'ente e, ove
ricorrano, degli istituti in cui si articola.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, sentito il Consiglio dei Ministri, su proposta
del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e
tecnologica, sono nominati i componenti del comitato e ne
e' determinata la durata del mandato. I dipendenti pubblici
possono essere collocati in aspettativa per la durata del
mandato. Il comitato elegge nel suo seno il presidente.
3. ....
4. Le indennita' spettanti ai membri del comitato sono
determinate con decreto del Ministro dell'universita' e
della ricerca scientifica e tecnologica, a valere sullo
stato di previsione del MURST.
5. ....
6. Le competenze di indirizzo e di promozione del
comitato non possono essere delegate ad altri soggetti. Il
comitato si avvale della segreteria tecnica di cui all'art.
2, comma 3, del presente decreto e puo' ricorrere,
limitatamente a specifici adempimenti strumentali, a
societa' od enti prescelti ai sensi del decreto legislativo
17 marzo 1995, n. 157 e successive modificazioni ed
integrazioni, in materia di appalti di servizi.».
- Si riporta il testo dell'art. 2 della legge
19 ottobre 1999, n. 370 (Disposizioni in materia di
universita' e di ricerca scientifica e tecnologica):
«Art. 2 (Comitato nazionale per la valutazione del
sistema universitario). - 1. E' istituito il Comitato
nazionale per la valutazione del sistema universitario,
costituito da nove membri, anche stranieri, di comprovata
qualificazione ed esperienza nel campo della valutazione,
scelti in una pluralita' di settori metodologici e
disciplinari, anche in ambito non accademico e nominati con
decreto del Ministro dell'universita' e della ricerca
scientifica e tecnologica, previo parere delle competenti
Commissioni parlamentari. Con distinto decreto dello stesso
Ministro, previo parere delle competenti Commissioni
parlamentari, sono disciplinati il funzionamento del
Comitato e la durata in carica dei suoi componenti secondo
principi di autonomia operativa e di pubblicita' degli
atti. Il Comitato:
a) fissa i criteri generali per la valutazione delle
attivita' delle universita' previa consultazione della
Conferenza dei rettori delle universita' italiane (CRUI),
del Consiglio universitario nazionale (CUN) e del Consiglio
nazionale degli studenti universitari (CNSU), ove
costituito;
b) promuove la sperimentazione, l'applicazione e la
diffusione di metodologie e pratiche di valutazione;
c) determina ogni triennio la natura delle
informazioni e i dati che i nuclei di valutazione degli
atenei sono tenuti a comunicare annualmente;
d) predispone ed attua, sulla base delle relazioni
dei nuclei di valutazione degli atenei e delle altre
informazioni acquisite, un programma annuale di valutazioni
esterne delle universita' o di singole strutture
didattiche, approvato dal Ministro dell'universita' e della
ricerca scientifica e tecnologica, con particolare
riferimento alla qualita' delle attivita' universitarie,
sulla base di standard riconosciuti a livello
internazionale, nonche' della raccomandazione 98/561/CE del
Consiglio, del 24 settembre 1998, sulla cooperazione in
materia di garanzia della qualita' nell'istruzione
superiore;
e) predispone annualmente una relazione sulle
attivita' di valutazione svolte;
f) svolge i compiti assegnati dalla normativa
vigente, alla data di entrata in vigore della presente
legge, all'Osservatorio per la valutazione del sistema
universitario di cui al decreto del Ministro
dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica
5 maggio 1999, n. 229;
g) svolge, su richiesta del Ministro dell'universita'
e della ricerca scientifica e tecnologica, ulteriori
attivita' consultive, istruttorie, di valutazione, di
definizione di standard, di parametri e di normativa
tecnica, anche in relazione alle distinte attivita' delle
universita', nonche' ai progetti e alle proposte presentati
dalle medesime.
2. A decorrere dall'anno 2000 il Ministro
dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica,
sentiti il CUN, il CNSU e la CRUI, riserva, con proprio
decreto, unitamente alla quota di riequilibrio di cui
all'art. 5, commi 3 e 8, della legge 24 dicembre 1993, n.
537, e successive modificazioni, un'ulteriore quota del
fondo per il finanziamento ordinario delle universita' per
l'attribuzione agli atenei di appositi incentivi, sulla
base di obiettivi predeterminati ed in relazione agli esiti
dell'attivita' di valutazione di cui all'art. 1 e al
presente articolo.
3. Alla data di insediamento del Comitato nazionale per
la valutazione del sistema universitario e' soppresso
l'Osservatorio per la valutazione del sistema
universitario. Al Comitato nazionale per la valutazione del
sistema universitario si applicano le disposizioni di cui
all'art. 1, comma 88, della legge 23 dicembre 1996, n. 662;
la relativa autorizzazione di spesa, da intendere riferita
alle attivita' del Comitato, e' integrata di lire 2
miliardi a decorrere dal 1° gennaio 1999.
4. Alla data di cui al comma 3, primo periodo, sono
abrogati il secondo e il terzo periodo del comma 23
dell'art. 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537.».
- Si riporta il testo dell'art. 10 del decreto
legislativo 4 giugno 2003, n. 127 (Riordino del Consiglio
nazionale delle ricerche - C.N.R.):
«Art. 10 (Comitato di valutazione). - 1. Il comitato di
valutazione valuta periodicamente i risultati
dell'attivita' di ricerca dell'ente, anche in relazione
agli obiettivi definiti nel piano triennale, sulla base dei
criteri di valutazione e dei parametri di qualita'
definiti, in deroga a quanto previsto dall'art. 5, comma 1,
lettera b), del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204,
dal Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della
ricerca, previo parere del Comitato di indirizzo per la
valutazione della ricerca (CIVR).
2. Il comitato di valutazione e' composto da otto
membri esterni all'ente, scelti tra esperti anche
stranieri, nominati dal consiglio di amministrazione, di
cui tre, tra i quali il presidente, designati dal Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, due
dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome, uno dall'Unione italiana
delle camere di commercio, due dalla Conferenza dei rettori
delle universita' italiane. Il presidente e i componenti
del comitato durano in carica quattro anni e possono essere
confermati una sola volta.
3. Il comitato di valutazione svolge i propri compiti
in piena autonomia. Il comitato presenta al presidente ed
al consiglio di amministrazione una relazione di
valutazione annuale dei risultati dell'attivita' di ricerca
dell'ente.».
- Si riporta il testo dell'art. 10 del decreto
legislativo 4 giugno 2003, n. 128 (Riordino dell'Agenzia
spaziale italiana - A.S.I.):
«Art. 10 (Comitato di valutazione). - 1. Il comitato di
valutazione valuta periodicamente i risultati dei programmi
e dei progetti di ricerca dell'Agenzia, anche in relazione
agli obiettivi definiti nel piano aerospaziale nazionale,
in accordo con i criteri di valutazione definiti, in deroga
a quanto previsto dall'art. 5, comma 1, lettera b), del
decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, dal Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, sentito
il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca
(CIVR).
2. Il comitato di valutazione e' composto da cinque
membri esterni all'Agenzia, ivi compreso il presidente,
nominati dal consiglio di amministrazione, di cui due, tra
i quali il presidente, designati dal Ministro
dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, uno
designato dal Ministro delle attivita' produttive, uno
designato dal Ministro della difesa ed uno designato dalla
Conferenza dei rettori delle universita' italiane. Il
presidente e i componenti del comitato durano in carica
quattro anni e possono essere confermati una sola volta.
3. Il comitato di valutazione svolge i propri compiti
in piena autonomia. Il comitato presenta al presidente ed
al consiglio di amministrazione dell'Agenzia una relazione
di valutazione annuale dei risultati dell'attivita' di
ricerca.»
Riferimenti normativi al comma 142:
- Si riporta il testo del comma 1, lettera a),
dell'art. 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537
(Interventi correttivi di finanza pubblica):
«1. A decorrere dall'esercizio finanziario 1994 i mezzi
finanziari destinati dallo Stato alle universita', sono
iscritti in tre distinti capitoli dello stato di previsione
del Ministero dell'univerista' e della ricerca scientifica
e tecnologica, denominati:
a) fondo per il finanziamento ordinario delle
universita', relativo alla quota a carico del bilancio
statale delle spese per il funzionamento e le attivita'
istituzionali delle universita', ivi comprese le spese per
il personale docente, ricercatore e non docente, per
l'ordinaria manutenzione delle strutture universitarie e
per la ricerca scientifica, ad eccezione della quota
destinata ai progetti di ricerca di interesse nazionale di
cui all'art. 65 del decreto del Presidente della Repubblica
11 luglio 1980, n. 382, e della spesa per le attivita'
previste dalla legge 28 giugno 1977, n. 394.».
Riferimenti normativi al comma 143:
- Si riporta il testo del comma 2 dell'art. 17 della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
«2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la
disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta
di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta'
regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle
norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle
norme regolamentari.».
- Si riporta il testo dell'art. 11, comma 1, lettera d)
della legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il
conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti
locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per
la semplificazione amministrativa):
«1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro il 31
gennaio 1999, uno o piu' decreti legislativi diretti a:
a)-c). (omissis).
d) riordinare e razionalizzare gli interventi diretti
a promuovere e sostenere il settore della ricerca
scientifica e tecnologica nonche' gli organismi operanti
nel settore stesso.».
- Si riporta il testo dell'art. 14 della legge 15 marzo
1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la
riforma della Pubblica Amministrazione e per la
semplificazione amministrativa):
«Art. 14. - 1. Nell'attuazione della delega di cui alla
lettera b) del comma 1, dell'art. 11, il Governo
perseguira' l'obiettivo di una complessiva riduzione dei
costi amministrativi e si atterra', oltreche' ai principi
generali desumibili dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e
successive modificazioni, dal decreto legislativo
3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni,
dall'art. 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20,
ai seguenti principi e criteri direttivi:
a) fusione o soppressione di enti con finalita'
omologhe o complementari, trasformazione di enti per i
quali l'autonomia non sia necessaria o funzionalmente utile
in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica,
ovvero in struttura di universita', con il consenso della
medesima, ovvero liquidazione degli enti inutili; per i
casi di cui alla presente lettera il Governo e' tenuto a
presentare contestuale piano di utilizzo del personale ai
sensi dell'art. 12, comma 1, lettera s), in carico ai
suddetti enti;
b) trasformazione in associazioni o in persone
giuridiche di diritto privato degli enti che non svolgono
funzioni o servizi di rilevante interesse pubblico nonche'
di altri enti per il cui funzionamento non e' necessaria la
personalita' di diritto pubblico; trasformazione in ente
pubblico economico o in societa' di diritto privato di enti
ad alto indice di autonomia finanziaria; per i casi di cui
alla presente lettera il Governo e' tenuto a presentare
contestuale piano di utilizzo del personale ai sensi
dell'art. 12, comma 1, lettera s), in carico ai suddetti
enti;
c) omogeneita' di organizzazione per enti omologhi di
comparabile rilevanza, anche sotto il profilo delle
procedure di nomina degli organi statutari, e riduzione
funzionale del numero di componenti degli organi
collegiali;
d) razionalizzazione ed omogeneizzazione dei poteri
di vigilanza ministeriale, con esclusione, di norma, di
rappresentanti ministeriali negli organi di
amministrazione, e nuova disciplina del commissariamento
degli enti;
e) contenimento delle spese di funzionamento, anche
attraverso ricorso obbligatorio a forme di comune utilizzo
di contraenti ovvero di organi, in analogia a quanto
previsto dall'art. 20, comma 7, del decreto legislativo
3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni;
f) programmazione atta a favorire la mobilita' e
l'ottimale utilizzo delle strutture impiantistiche.».
- Si riporta il testo dell'art. 18 della legge 15 marzo
1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la
riforma della Pubblica Amministrazione e per la
semplificazione amministrativa):
«Art. 18. - 1. Nell'attuazione della delega di cui
all'art. 11, comma 1, lettera d), il Governo, oltre a
quanto previsto dall'art. 14 della presente legge, si
attiene ai seguenti ulteriori principi e criteri direttivi:
a) individuazione di una sede di indirizzo strategico
e di coordinamento della politica nazionale della ricerca,
anche con riferimento alla dimensione europea e
internazionale della ricerca;
b) riordino, secondo criteri di programmazione, degli
enti operanti nel settore, della loro struttura, del loro
funzionamento e delle procedure di assunzione del
personale, nell'intento di evitare duplicazioni per i
medesimi obiettivi, di promuovere e di collegare realta'
operative di eccellenza, di assicurare il massimo livello
di flessibilita', di autonomia e di efficienza, nonche' una
piu' agevole stipula di intese, accordi di programma e
consorzi;
c) ridefinire la disciplina e lo snellimento delle
procedure per il sostegno della ricerca scientifica,
tecnologica e spaziale e per la promozione del
trasferimento e della diffusione della tecnologia
nell'industria, in particolare piccola e media,
individuando un momento decisionale unitario al fine di
evitare, anche con il riordino degli organi consultivi
esistenti, sovrapposizioni di interventi da parte delle
amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, del
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, riordinando gli
enti operanti nel settore secondo criteri di programmazione
e di valutazione, in aggiunta a quelli previsti dall'art.
14 della presente legge, favorendo inoltre la mobilita' del
personale e prevedendo anche forme di partecipazione dello
Stato ad organismi costituiti dalle organizzazioni
imprenditoriali e dagli enti di settore o di
convenzionamento con essi;
d) previsione di organismi, strumenti e procedure per
la valutazione dei risultati dell'attivita' di ricerca e
dell'impatto dell'innovazione tecnologica sulla vita
economica e sociale;
e) riordino degli organi consultivi, assicurando una
rappresentanza, oltre che alle componenti universitarie e
degli enti di ricerca, anche al mondo della produzione e
dei servizi;
f) programmazione e coordinamento dei flussi
finanziari in ordine agli obiettivi generali della politica
di ricerca;
g) adozione di misure che valorizzino la
professionalita' e l'autonomia dei ricercatori e ne
favoriscano la mobilita' interna ed esterna tra enti di
ricerca, universita', scuola e imprese.
2. In sede di prima attuazione e ai fini
dell'adeguamento alla vigente normativa comunitaria in
materia, il Ministro dell'universita' e della ricerca
scientifica e tecnologica e' autorizzato ad aggiornare, con
propri decreti, i limiti, le forme e le modalita' di
intervento e di finanziamento previsti dalle disposizioni
di cui al n. 41 dell'allegato 1, previsto dall'art. 20,
comma 8, della presente legge, ferma restando
l'applicazione dell'art. 11, secondo comma, della legge
17 febbraio 1982, n. 46, ai programmi di ricerca finanziati
a totale carico dello Stato.
3. Il Ministro dell'universita' e della ricerca
scientifica e tecnologica, entro quattro mesi dalla data di
entrata in vigore della presente legge, trasmette alle
Camere una relazione sulle linee di riordino del sistema
della ricerca, nella quale:
a) siano censiti e individuati i soggetti gia'
operanti nel settore o da istituire, articolati per
tipologie e funzioni;
b) sia indicata la natura della loro autonomia e dei
rispettivi meccanismi di governo e di funzionamento;
c) sia delineata la tipologia degli interventi per la
programmazione e la valutazione, nonche' di quelli
riguardanti la professionalita' e la mobilita' dei
ricercatori.
- Si riporta il testo dell'art. 20 della legge 15 marzo
1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la
riforma della Pubblica Amministrazione e per la
semplificazione amministrativa):
«Art. 20. - 1. Il Governo, sulla base di un programma
di priorita' di interventi, definito, con deliberazione del
Consiglio dei Ministri, in relazione alle proposte
formulate dai Ministri competenti, sentita la Conferenza
unificata di cui all'art. 8 del decreto legislativo
28 agosto 1997, n. 281, entro la data del 30 aprile,
presenta al Parlamento, entro il 31 maggio di ogni anno, un
disegno di legge per la semplificazione e il riassetto
normativo, volto a definire, per l'anno successivo, gli
indirizzi, i criteri, le modalita' e le materie di
intervento, anche ai fini della ridefinizione dell'area di
incidenza delle pubbliche funzioni con particolare riguardo
all'assetto delle competenze dello Stato, delle regioni e
degli enti locali. In allegato al disegno di legge e'
presentata una relazione sullo stato di attuazione della
semplificazione e del riassetto.
2. Il disegno di legge di cui al comma 1 prevede
l'emanazione di decreti legislativi, relativamente alle
norme legislative sostanziali e procedimentali, nonche' di
regolamenti ai sensi dell'art. 17, commi 1 e 2, della legge
23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, per le
norme regolamentari di competenza dello Stato.
3. Salvi i principi e i criteri direttivi specifici per
le singole materie, stabiliti con la legge annuale di
semplificazione e riassetto normativo, l'esercizio delle
deleghe legislative di cui ai commi 1 e 2 si attiene ai
seguenti principi e criteri direttivi:
a) definizione del riassetto normativo e
codificazione della normativa primaria regolante la
materia, previa acquisizione del parere del Consiglio di
Stato, reso nel termine di novanta giorni dal ricevimento
della richiesta, con determinazione dei principi
fondamentali nelle materie di legislazione concorrente;
a-bis) coordinamento formale e sostanziale del testo
delle disposizioni vigenti, apportando le modifiche
necessarie per garantire la coerenza giuridica, logica e
sistematica della normativa e per adeguare, aggiornare e
semplificare il linguaggio normativo;
b) indicazione esplicita delle norme abrogate, fatta
salva l'applicazione dell'art. 15 delle disposizioni sulla
legge in generale premesse al codice civile;
c) indicazione dei principi generali, in particolare
per quanto attiene alla informazione, alla partecipazione,
al contraddittorio, alla trasparenza e pubblicita' che
regolano i procedimenti amministrativi ai quali si
attengono i regolamenti previsti dal comma 2 del presente
articolo, nell'ambito dei principi stabiliti dalla legge
7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni;
d) eliminazione degli interventi amministrativi
autorizzatori e delle misure di condizionamento della
liberta' contrattuale, ove non vi contrastino gli interessi
pubblici alla difesa nazionale, all'ordine e alla sicurezza
pubblica, all'amministrazione della giustizia, alla
regolazione dei mercati e alla tutela della concorrenza,
alla salvaguardia del patrimonio culturale e dell'ambiente,
all'ordinato assetto del territorio, alla tutela
dell'igiene e della salute pubblica;
e) sostituzione degli atti di autorizzazione,
licenza, concessione, nulla osta, permesso e di consenso
comunque denominati che non implichino esercizio di
discrezionalita' amministrativa e il cui rilascio dipenda
dall'accertamento dei requisiti e presupposti di legge, con
una denuncia di inizio di attivita' da presentare da parte
dell'interessato all'amministrazione competente corredata
dalle attestazioni e dalle certificazioni eventualmente
richieste;
f) determinazione dei casi in cui le domande di
rilascio di un atto di consenso, comunque denominato, che
non implichi esercizio di discrezionalita' amministrativa,
corredate dalla documentazione e dalle certificazioni
relative alle caratteristiche tecniche o produttive
dell'attivita' da svolgere, eventualmente richieste, si
considerano accolte qualora non venga comunicato apposito
provvedimento di diniego entro il termine fissato per
categorie di atti in relazione alla complessita' del
procedimento, con esclusione, in ogni caso,
dell'equivalenza tra silenzio e diniego o rifiuto;
g) revisione e riduzione delle funzioni
amministrative non direttamente rivolte:
1) alla regolazione ai fini dell'incentivazione
della concorrenza;
2) alla eliminazione delle rendite e dei diritti di
esclusivita', anche alla luce della normativa comunitaria;
3) alla eliminazione dei limiti all'accesso e
all'esercizio delle attivita' economiche e lavorative;
4) alla protezione di interessi primari,
costituzionalmente rilevanti, per la realizzazione della
solidarieta' sociale;
5) alla tutela dell'identita' e della qualita'
della produzione tipica e tradizionale e della
professionalita';
h) promozione degli interventi di autoregolazione per
standard qualitativi e delle certificazioni di conformita'
da parte delle categorie produttive, sotto la vigilanza
pubblica o di organismi indipendenti, anche privati, che
accertino e garantiscano la qualita' delle fasi delle
attivita' economiche e professionali, nonche' dei processi
produttivi e dei prodotti o dei servizi;
i) per le ipotesi per le quali sono soppressi i
poteri amministrativi autorizzatori o ridotte le funzioni
pubbliche condizionanti l'esercizio delle attivita'
private, previsione dell'autoconformazione degli
interessati a modelli di regolazione, nonche' di adeguati
strumenti di verifica e controllo successivi. I modelli di
regolazione vengono definiti dalle amministrazioni
competenti in relazione all'incentivazione della
concorrenzialita', alla riduzione dei costi privati per il
rispetto dei parametri di pubblico interesse, alla
flessibilita' dell'adeguamento dei parametri stessi alle
esigenze manifestatesi nel settore regolato;
l) attribuzione delle funzioni amministrative ai
comuni, salvo il conferimento di funzioni a province,
citta' metropolitane, regioni e Stato al fine di
assicurarne l'esercizio unitario in base ai principi di
sussidiarieta', differenziazione e adeguatezza;
determinazione dei principi fondamentali di attribuzione
delle funzioni secondo gli stessi criteri da parte delle
regioni nelle materie di competenza legislativa
concorrente;
m) definizione dei criteri di adeguamento
dell'organizzazione amministrativa alle modalita' di
esercizio delle funzioni di cui al presente comma;
n) indicazione esplicita dell'autorita' competente a
ricevere il rapporto relativo alle sanzioni amministrative,
ai sensi dell'art. 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689.
3-bis. Il Governo, nelle materie di competenza
esclusiva dello Stato, completa il processo di
codificazione di ciascuna materia emanando, anche
contestualmente al decreto legislativo di riassetto, una
raccolta organica delle norme regolamentari regolanti la
medesima materia, se del caso adeguandole alla nuova
disciplina di livello primario e semplificandole secondo i
criteri di cui ai successivi commi.
4. I decreti legislativi e i regolamenti di cui al
comma 2, emanati sulla base della legge di semplificazione
e riassetto normativo annuale, per quanto concerne le
funzioni amministrative mantenute, si attengono ai seguenti
principi:
a) semplificazione dei procedimenti amministrativi, e
di quelli che agli stessi risultano strettamente connessi o
strumentali, in modo da ridurre il numero delle fasi
procedimentali e delle amministrazioni intervenienti, anche
riordinando le competenze degli uffici, accorpando le
funzioni per settori omogenei, sopprimendo gli organi che
risultino superflui e costituendo centri interservizi dove
ricollocare il personale degli organi soppressi e
raggruppare competenze diverse ma confluenti in un'unica
procedura, nel rispetto dei principi generali indicati ai
sensi del comma 3, lettera c), e delle competenze riservate
alle regioni;
b) riduzione dei termini per la conclusione dei
procedimenti e uniformazione dei tempi di conclusione
previsti per procedimenti tra loro analoghi;
c) regolazione uniforme dei procedimenti dello stesso
tipo che si svolgono presso diverse amministrazioni o
presso diversi uffici della medesima amministrazione;
d) riduzione del numero di procedimenti
amministrativi e accorpamento dei procedimenti che si
riferiscono alla medesima attivita';
e) semplificazione e accelerazione delle procedure di
spesa e contabili, anche mediante l'adozione di
disposizioni che prevedano termini perentori, prorogabili
per una sola volta, per le fasi di integrazione
dell'efficacia e di controllo degli atti, decorsi i quali i
provvedimenti si intendono adottati;
f) aggiornamento delle procedure, prevedendo la piu'
estesa e ottimale utilizzazione delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione, anche nei rapporti
con i destinatari dell'azione amministrativa;
f-bis) generale possibilita' di utilizzare, da parte
delle amministrazioni e dei soggetti a queste equiparati,
strumenti di diritto privato, salvo che nelle materie o
nelle fattispecie nelle quali l'interesse pubblico non puo'
essere perseguito senza l'esercizio di poteri autoritativi;
f-ter) conformazione ai principi di sussidiarieta',
differenziazione e adeguatezza, nella ripartizione delle
attribuzioni e competenze tra i diversi soggetti
istituzionali, nella istituzione di sedi stabili di
concertazione e nei rapporti tra i soggetti istituzionali
ed i soggetti interessati, secondo i criteri
dell'autonomia, della leale collaborazione, della
responsabilita' e della tutela dell'affidamento;
f-quater) riconduzione delle intese, degli accordi e
degli atti equiparabili comunque denominati, nonche' delle
conferenze di servizi, previste dalle normative vigenti,
aventi il carattere della ripetitivita', ad uno o piu'
schemi base o modelli di riferimento nei quali, ai sensi
degli articoli da 14 a 14-quater della legge 7 agosto 1990,
n. 241, e successive modificazioni, siano stabilite le
responsabilita', le modalita' di attuazione e le
conseguenze degli eventuali inadempimenti;
f-quinquies) avvalimento di uffici e strutture
tecniche e amministrative pubbliche da parte di altre
pubbliche amministrazioni, sulla base di accordi conclusi
ai sensi dell'art. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e
successive modificazioni.
5. I decreti legislativi di cui al comma 2 sono emanati
su proposta del Ministro competente, di concerto con il
Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per la
funzione pubblica, con i Ministri interessati e con il
Ministro dell'economia e delle finanze, previa acquisizione
del parere della Conferenza unificata di cui all'art. 8 del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e,
successivamente, dei pareri delle Commissioni parlamentari
competenti che sono resi entro il termine di sessanta
giorni dal ricevimento della richiesta.
6. I regolamenti di cui al comma 2 sono emanati con
decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del
Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro per la
funzione pubblica, di concerto con il Ministro competente,
previa acquisizione del parere della Conferenza unificata
di cui all'art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997,
n. 281, quando siano coinvolti interessi delle regioni e
delle autonomie locali, del parere del Consiglio di Stato
nonche' delle competenti Commissioni parlamentari. I pareri
della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato sono
resi entro novanta giorni dalla richiesta; quello delle
Commissioni parlamentari e' reso, successivamente ai
precedenti, entro sessanta giorni dalla richiesta. Per la
predisposizione degli schemi di regolamento la Presidenza
del Consiglio dei Ministri, ove necessario, promuove, anche
su richiesta del Ministro competente, riunioni tra le
amministrazioni interessate. Decorsi sessanta giorni dalla
richiesta di parere alle Commissioni parlamentari, i
regolamenti possono essere comunque emanati.
7. I regolamenti di cui al comma 2, ove non
diversamente previsto dai decreti legislativi, entrano in
vigore il quindicesimo giorno successivo alla data della
loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Con effetto
dalla stessa data sono abrogate le norme, anche di legge,
regolatrici dei procedimenti.
8. I regolamenti di cui al comma 2 si conformano, oltre
ai principi di cui al comma 4, ai seguenti criteri e
principi:
a) trasferimento ad organi monocratici o ai dirigenti
amministrativi di funzioni anche decisionali, che non
richiedono, in ragione della loro specificita', l'esercizio
in forma collegiale, e sostituzione degli organi collegiali
con conferenze di servizi o con interventi, nei relativi
procedimenti, dei soggetti portatori di interessi diffusi;
b) individuazione delle responsabilita' e delle
procedure di verifica e controllo;
c) soppressione dei procedimenti che risultino non
piu' rispondenti alle finalita' e agli obiettivi
fondamentali definiti dalla legislazione di settore o che
risultino in contrasto con i principi generali
dell'ordinamento giuridico nazionale o comunitario;
d) soppressione dei procedimenti che comportino, per
l'amministrazione e per i cittadini, costi piu' elevati dei
benefici conseguibili, anche attraverso la sostituzione
dell'attivita' amministrativa diretta con forme di
autoregolamentazione da parte degli interessati,
prevedendone comunque forme di controllo;
e) adeguamento della disciplina sostanziale e
procedimentale dell'attivita' e degli atti amministrativi
ai principi della normativa comunitaria, anche sostituendo
al regime concessorio quello autorizzatorio;
f) soppressione dei procedimenti che derogano alla
normativa procedimentale di carattere generale, qualora non
sussistano piu' le ragioni che giustifichino una difforme
disciplina settoriale;
g) regolazione, ove possibile, di tutti gli aspetti
organizzativi e di tutte le fasi del procedimento.
8-bis. Il Governo verifica la coerenza degli obiettivi
di semplificazione e di qualita' della regolazione con la
definizione della posizione italiana da sostenere in sede
di Unione europea nella fase di predisposizione della
normativa comunitaria, ai sensi dell'art. 3 del decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 303. Assicura la
partecipazione italiana ai programmi di semplificazione e
di miglioramento della qualita' della regolazione interna e
a livello europeo.
9. I Ministeri sono titolari del potere di iniziativa
della semplificazione e del riassetto normativo nelle
materie di loro competenza, fatti salvi i poteri di
indirizzo e coordinamento della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, che garantisce anche l'uniformita' e
l'omogeneita' degli interventi di riassetto e
semplificazione. La Presidenza del Consiglio dei Ministri
garantisce, in caso di inerzia delle amministrazioni
competenti, l'attivazione di specifiche iniziative di
semplificazione e di riassetto normativo.
10. Gli organi responsabili di direzione politica e di
amministrazione attiva individuano forme stabili di
consultazione e di partecipazione delle organizzazioni di
rappresentanza delle categorie economiche e produttive e di
rilevanza sociale, interessate ai processi di regolazione e
di semplificazione.
11. I servizi di controllo interno compiono
accertamenti sugli effetti prodotti dalle norme contenute
nei regolamenti di semplificazione e di accelerazione dei
procedimenti amministrativi e possono formulare
osservazioni e proporre suggerimenti per la modifica delle
norme stesse e per il miglioramento dell'azione
amministrativa.».
Riferimenti normativi al comma 147:
- Si riporta il testo del comma 13 dell'art. 22 della
legge 28 dicembre 2001, n. 448 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato -
legge finanziaria 2002) cosi come modificato dalla presente
legge:
«13. Al personale delle amministrazioni pubbliche che
abbia superato il previsto ciclo di studi presso le
rispettive scuole di formazione, ivi compresi gli istituti
di formazione delle Forze di polizia ad ordinamento
militare e civile e delle Forze armate, l'Istituto di
perfezionamento della Polizia di Stato, la Scuola di
polizia tributaria della Guardia di finanza e la Scuola
superiore dell'economia e delle finanze, puo' essere
riconosciuto un credito formativo per il conseguimento dei
titoli di studio di cui all'art. 3 del regolamento di cui
al decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509 del
Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e
tecnologica. Le modalita' di riconoscimento dei crediti
formativi sono individuate con apposite convenzioni
stipulate tra le amministrazioni interessate e le
universita'.».
Riferimenti normativi al comma 148:
- Si riporta il testo del comma 5 dell'art. 26 della
legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato -
legge finanziaria 2003):
«5. Con decreto del Ministro dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca, adottato di concerto con
il Ministro per l'innovazione e le tecnologie, sono
determinati i criteri e le procedure di accreditamento dei
corsi universitari a distanza e delle istituzioni
universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici, ai
sensi del regolamento di cui al decreto ministeriale
3 novembre 1999, n. 509 del Ministro dell'universita' e
della ricerca scientifica e tecnologica, al termine dei
corsi stessi, senza oneri a carico del bilancio dello Stato
fatto salvo quanto previsto dalla legge 29 luglio 1991, n.
243, e dall'art. 2, comma 5, lettera c), del decreto del
Presidente della Repubblica 27 gennaio 1998, n. 25. Ai fini
dell'acquisizione dell'autorizzazione al rilascio dei
titoli accademici, le istituzioni devono disporre di
adeguate risorse organizzative e gestionali in grado di:
a) presentare un'architettura di sistema flessibile e
capace di utilizzare in modo mirato le diverse tecnologie
per la gestione dell'interattivita', salvaguardando il
principio della loro usabilita';
b) favorire l'integrazione coerente e didatticamente
valida della gamma di servizi di supporto alla didattica
distribuita;
c) garantire la selezione, progettazione e redazione
di adeguate risorse di apprendimento per ciascun
courseware;
d) garantire adeguati contesti di interazione per la
somministrazione e la gestione del flusso dei contenuti di
apprendimento, anche attraverso l'offerta di un articolato
servizio di teletutoring;
e) garantire adeguate procedure di accertamento delle
conoscenze in funzione della certificazione delle
competenze acquisite; provvedere alla ricerca e allo
sviluppo di architetture innovative di sistemi e-learning
in grado di supportare il flusso di dati multimediali
relativi alla gamma di prodotti di apprendimento offerti.».
- Si riporta il testo del comma 3 dell'art. 17 della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
«3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del ministro o di
autorita' sottordinate al ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei ministri prima della loro emanazione.».
Riferimenti normativi al comma 151.
- Si riporta il testo dell'art. 2, primo paragrafo,
lettera b) del Regolamento (CE) n. 1338/2001 del Consiglio,
del 28 giugno 2001 (Regolamento del Consiglio che definisce
talune misure necessarie alla protezione dell'euro contro
la falsificazione):
«b) «autorita' nazionali competenti», le autorita'
designate dagli Stati membri al fine di:
individuare le banconote false e le monete false,
raccogliere e analizzare i dati tecnici e
statistici relativi alle banconote false, segnatamente le
banche centrali nazionali o gli altri organismi
autorizzati,
raccogliere e analizzare i dati tecnici e
statistici relativi alle monete false, segnatamente le
Zecche nazionali, le banche centrali nazionali o gli altri
organismi autorizzati,
raccogliere i dati sulla falsificazione dell'euro e
analizzarli, in particolar modo gli Uffici centrali
nazionali di cui all'art. 12 della convenzione di
Ginevra.».
- Si riporta il testo degli articoli 7 e 8 del
decreto-legge 25 settembre 2001, n. 350 (Disposizioni
urgenti in vista dell'introduzione dell'euro in materia di
tassazione dei redditi di natura finanziaria, di emersione
di attivita' detenute all'estero, di cartolarizzazione e di
altre operazioni finanziarie):
«Art. 7 (Trasmissione dei dati e delle informazioni
sulla falsificazione dei mezzi di pagamento). - 1. Per le
finalita' di cui al regolamento (CE) n. 1338/2001 del
Consiglio, del 28 giugno 2001, e per le valutazioni
sull'impatto economico-finanziario delle falsificazioni
delle banconote e delle monete metalliche denominate in
euro, nonche' degli altri mezzi di pagamento, le autorita'
nazionali competenti ad individuare, raccogliere ed
analizzare i dati tecnici e statistici, nonche' le altre
informazioni sui casi di falsificazione, trasmettono al
Ministero dell'economia e delle finanze i dati e le
informazioni di cui dispongono, secondo le modalita' e i
termini stabiliti dallo stesso Ministero, di concerto con
il Ministero dell'interno.
2. Per dati tecnici e statistici si intendono i dati
che consentono di identificare i mezzi di pagamento falsi
cosi' come i dati relativi al numero e alla provenienza
geografica degli stessi.
3. Per informazioni si intendono tutte le altre notizie
relative ai casi di falsificazione, ad esclusione dei dati
personali.
4. Il Ministero dell'economia e delle finanze e la
Banca d'Italia stabiliscono, d'intesa, le modalita' e i
termini per lo scambio dei dati e delle informazioni di cui
ai commi 1, 2 e 3.
Art. 8 (Obbligo di ritiro dalla circolazione e di
trasmissione delle banconote e delle monete in euro
sospette di falsita). - 1. Le banche e gli altri soggetti
che gestiscono o distribuiscono a titolo professionale
banconote e monete metalliche in euro hanno l'obbligo di
ritirare dalla circolazione le banconote e le monete
metalliche in euro sospette di falsita' e di trasmetterle
senza indugio, rispettivamente, alla Banca d'Italia e
all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
2. La Banca d'Italia e il Ministero dell'economia e
delle finanze, nell'ambito delle rispettive competenze,
possono emanare disposizioni applicative del comma 1, anche
con riguardo alle misure organizzative occorrenti per il
rispetto degli obblighi di ritiro e di trasmissione delle
banconote e delle monete metalliche in euro sospette di
falsita'.
3. Nei confronti dei soggetti di cui al comma 1 che
violano le disposizioni emanate dalla Banca d'Italia o dal
Ministero dell'economia e delle finanze, o che comunque non
ritirano dalla circolazione ovvero non trasmettono alla
Banca d'Italia e all'Istituto Poligrafico e Zecca dello
Stato le banconote o monete metalliche in euro sospette di
falsita', e' applicabile la sanzione amministrativa
pecuniaria da tremila a quindicimila euro. Si applicano, in
quanto compatibili, le disposizioni dell'art. 145 del testo
unico di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n.
385. La competenza ad applicare la sanzione spetta al
Ministro dell'economia e delle finanze nei casi riguardanti
le monete metalliche in euro e al Governatore della Banca
d'Italia nei casi riguardanti le banconote in euro.».
Riferimenti normativi al comma 154:
- Si riporta il testo dell'art. 8 della legge 17 agosto
2005, n. 166 (Istituzione di un sistema di prevenzione
delle frodi sulle carte di pagamento):
«Art. 8 (Modifica all'art. 24 del decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 300). - 1. All'art. 24, comma 1,
lettera a), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300,
e successive modificazioni, dopo le parole: «diversi dalla
moneta» sono inserite le seguenti: «nonche' sugli strumenti
attraverso i quali viene erogato il credito al consumo».».
Riferimenti normativi al comma 155:
- Si riporta il testo dell'art. 7 del decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 303 (Ordinamento della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell'art. 11
della legge 15 marzo 1997, n. 59), cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 7 (Autonomia organizzativa). - 1. Per lo
svolgimento delle funzioni istituzionali di cui all'art. 2,
e per i compiti di organizzazione e gestione delle
occorrenti risorse umane e strumentali, il Presidente
individua con propri decreti le aree funzionali omogenee da
affidare alle strutture in cui si articola il Segretariato
generale.
2. Con propri decreti, il Presidente determina le
strutture della cui attivita' si avvalgono i Ministri o
Sottosegretari da lui delegati.
3. I decreti di cui ai commi 1 e 2 indicano il numero
massimo degli uffici in cui si articola ogni Dipartimento e
dei servizi in cui si articola ciascun ufficio. Alla
organizzazione interna delle strutture medesime provvedono,
nell'ambito delle rispettive competenze, il Segretario
generale ovvero il Ministro o Sottosegretario delegato.
4. Per lo svolgimento di particolari compiti per il
raggiungimento di risultati determinati o per la
realizzazione di specifici programmi, il Presidente
istituisce, con proprio decreto, apposite strutture di
missione, la cui durata temporanea, comunque non superiore
a quella del Governo che le ha istituite, e' specificata
dall'atto istitutivo. Entro trenta giorni dalla data di
entrata in vigore della presente disposizione, il
Presidente puo' ridefinire le finalita' delle strutture di
missione gia' operanti: in tale caso si applica l'art. 18,
comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive
modificazioni. Sentiti il Comitato nazionale per la
bioetica e gli altri organi collegiali che operano presso
la Presidenza, il Presidente, con propri decreti, ne
disciplina le strutture di supporto.
4-bis. Per le attribuzioni che implicano l'azione
unitaria di piu' dipartimenti o uffici a questi
equiparabili, il Presidente puo' istituire con proprio
decreto apposite unita' di coordinamento
interdipartimentale, il cui responsabile e' nominato ai
sensi dell'art. 18, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n.
400. Dall'attuazione del presente comma non devono in ogni
caso derivare nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello
Stato.
5. Il Segretario generale e' responsabile del
funzionamento del Segretariato generale e della gestione
delle risorse umane e strumentali della Presidenza. Il
Segretario generale puo' essere coadiuvato da uno o piu'
Vicesegretari generali. Per le strutture affidate a
Ministri o Sottosegretari, le responsabilita' di gestione
competono ai funzionari preposti alle strutture medesime,
ovvero, nelle more della preposizione, a dirigenti
temporaneamente delegati dal Segretario generale, su
indicazione del Ministro o Sottosegretario competente.
6. Le disposizioni che disciplinano i poteri e le
responsabilita' dirigenziali nelle pubbliche
amministrazioni, con particolare riferimento alla
valutazione dei risultati, si applicano alla Presidenza nei
limiti e con le modalita' da definirsi con decreto del
Presidente, sentite le organizzazioni sindacali, tenuto
conto della peculiarita' dei compiti della Presidenza. Il
Segretario generale e, per le strutture ad essi affidate, i
Ministri o Sottosegretari delegati, indicano i parametri
organizzativi e funzionali, nonche' gli obiettivi di
gestione e di risultato cui sono tenuti i dirigenti
generali preposti alle strutture individuate dal
Presidente.
7. Il Presidente, con propri decreti, individua gli
uffici di diretta collaborazione propri e, sulla base delle
relative proposte, quelli dei Ministri senza portafoglio o
sottosegretari della Presidenza, e ne determina la
composizione.
8. La razionalita' dell'ordinamento e
dell'organizzazione della Presidenza e' sottoposta a
periodica verifica triennale, anche mediante ricorso a
strutture specializzate pubbliche o private. Il Presidente
informa le Camere dei risultati della verifica. In sede di
prima applicazione del presente decreto, la verifica e'
effettuata dopo due anni.».
Riferimenti normativi al comma 156:
- Si riporta il comma 22-bis dell'art. 1 del gia'
citato decreto-legge n. 181 del 2006, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«22-bis. La Commissione e la segreteria tecnica di' cui
all'art. 3, commi da 6-duodecies a 6-quaterdecies, del
decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con
modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, e
successive modificazioni, sono soppresse. Presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri e' costituita, con
decreto del Presidente del Consiglio, una Unita' per la
semplificazione e la qualita' della regolazione, con
relativa segreteria tecnica. L'Unita' per la
semplificazione e la qualita' della regolazione opera in
posizione di autonomia funzionale e svolge, tra l'atro,
compiti di supporto tecnico di elevata qualificazione per
il Comitato interministeriale per l'indirizzo e la guida
strategica delle politiche di semplificazione e di qualita'
della regolazione di cui all'art. 1 del decreto-legge
10 gennaio 2006, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla
legge 9 marzo 2006, n. 80. Non trova conseguentemente
applicazione l'art. 24, comma 3, del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165. Della Unita' per la semplificazione
e la qualita' della regolazione fa parte il capo del
dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e i componenti sono
scelti tra professori universitari, magistrati
amministrativi, contabili ed ordinari, avvocati dello
Stato, funzionari parlamentari, avvocati del libero foro
con almeno quindici anni di iscrizione all'albo
professionale, dirigenti delle amministrazioni pubbliche ed
esperti di elevata professionalita'. Se appartenenti ai
ruoli delle pubbliche amministrazioni, gli esperti e i
componenti della segreteria tecnica possono essere
collocati in aspettativa o fuori ruolo, secondo le norme e
i criteri dei rispettivi ordinamenti. Per il funzionamento
dell'Unita' si utilizza lo stanziamento di cui all'art. 3,
comma 6-quaterdecies, del decreto-legge 14 marzo 2005, n.
35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio
2005, n. 80, ridotto del venticinque per cento. Con decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri si provvede,
altresi', al riordino delle funzioni e delle strutture
della Presidenza del Consiglio dei Ministri relative
all'esercizio delle funzioni di cui al presente comma e
alla riallocazione delle relative risorse. A decorrere
dalla data di entrata in vigore del suddetto decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri, e' abrogato l'art.
11, comma 2, della legge 6 luglio 2002, n. 137.».
Riferimenti normativi al comma 157:
- Si riporta il testo del comma 261 dell'art. 1 della
gia' citata legge n. 311 del 2004:
«261. Per le attivita' di monitoraggio delle politiche
pubbliche adottate dal Governo, di analisi del loro impatto
sul Sistema-Paese, di informazione e comunicazione
istituzionale sulle riforme attuate, il Presidente del
Consiglio dei ministri, ovvero il Ministro a cio' delegato,
puo' avvalersi di enti o istituti di ricerca, pubblici o
privati, di istituti demoscopici nonche' di consulenti
dotati di specifica professionalita'. A tal fine e'
autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2005 e 2006.».
Riferimenti normativi al comma 158:
- Si riporta il testo dell'art. 16 della legge
27 febbraio 1967, n. 48 (Attribuzioni e ordinamento del
Ministero del bilancio e della programmazione economica e
istituzione del Comitato dei Ministri per la programmazione
economica), cosi' come modificato dalla presente legge:
«Art. 16. (Costituzione ed attribuzioni del Comitato
interministeriale per la programmazione economica). - E'
costituito il «Comitato interministeriale per la
programmazione economica».
Il Comitato e' presieduto dal Presidente del Consiglio
dei Ministri ed e' costituito in via permanente dal
Ministro per il bilancio e per la programmazione economica,
che ne e' Vice-presidente, e dai Ministri per gli affari
esteri, per il tesoro, per le finanze, per l'industria e
commercio, per l'agricoltura e foreste, per il commercio
con l'estero, per le partecipazioni statali, per i lavori
pubblici, per il lavoro e la previdenza sociale, per i
trasporti e l'aviazione civile, per la marina mercantile e
per il turismo o lo spettacolo nonche' dal Ministro per gli
interventi straordinari nel Mezzogiorno e nelle zone
depresse del Centro-Nord e dai Ministri dell'universita' e
della ricerca e della pubblica istruzione.
Ferme restando le competenze del Consiglio dei ministri
e subordinatamente ad esse, il Comitato interministeriale
per la programmazione economica predispone gli indirizzi
della politica economica nazionale; indica, su relazione
del Ministro per il bilancio e la programmazione economica,
le linee generali per la elaborazione del programma
economico nazionale, su relazione del Ministro per il
tesoro, le linee generali per la impostazione dei progetti
di bilancio annuali e pluriennali di previsione dello
Stato, nonche' le direttive generali intese all'attuazione
del programma economico nazionale ed a promuovere e
coordinare a tale scopo l'attivita' della pubblica
amministrazione e degli enti pubblici; esamina la
situazione economica generale ai fini dell'adozione di
provvedimenti congiunturali.
Entro il mese di luglio il Ministro del tesoro, di
concerto con il Ministro del bilancio e della
programmazione economica, presenta al CIPE lo schema delle
linee di impostazione dei progetti di bilancio annuale e
pluriennale allegandovi le relazioni programmatiche di
settore, riunite e coordinate in un unico documento e i
relativi allegati. [Entro lo stesso termine gli schemi
anzidetti devono essere trasmessi alle regioni; su di essi
la commissione interregionale prevista dall'art. 13 della
legge 16 marzo 1970, n. 281, esprime il proprio parere
entro il mese di agosto].
Entro il 15 settembre il CIPE approva la relazione
previsionale e programmatica, le relazioni programmatiche
di settore e le linee di impostazione dei progetti di
bilancio annuale e pluriennale.
Le regioni, con il concorso degli enti locali
territoriali, determinano gli obiettivi programmatici dei
propri bilanci pluriennali in riferimento ai programmi
regionali di sviluppo e in armonia con gli obiettivi
programmatici risultanti dal bilancio pluriennale dello
Stato.
Qualora il Governo riscontri la mancata attuazione
della armonizzazione prevista dal precedente comma, puo'
promuovere la questione di merito per contrasto di
interessi ai sensi del quarto comma dell'art. 127 della
Costituzione.
Promuove, altresi', l'azione necessaria per
l'armonizzazione della politica economica nazionale con le
politiche economiche degli altri Paesi della Comunita'
europea del carbone e dell'acciaio (C.E.C.A.), della
Comunita' economica europea (C.E.E.) e della Comunita'
europea della energia atomica (C.E.C.A.), secondo le
disposizioni degli Accordi di Parigi del 18 aprile 1951,
ratificati con legge 25 giugno 1952, n. 766, e degli
Accordi di Roma del 25 marzo 1957 ratificati con legge
14 ottobre 1957, n. 1203.
Sono chiamati a partecipare alle riunioni del Comitato
altri Ministri, quando vengano trattate questioni
riguardanti i settori di rispettiva competenza. Sono
altresi' chiamati i Presidenti delle Giunte regionali, i
Presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano,
quando vengano trattati problemi che interessino i
rispettivi Enti.
Partecipa alle riunioni del Comitato, con funzioni di
segretario, un Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, nominato con decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri.
Alle sedute del Comitato interministeriale per la
programmazione economica possono essere invitati ad
intervenire il Governatore della banca d'Italia, il
Presidente dell'Istituto centrale di statistica, il
segretario della programmazione.
Per l'esame dei problemi specifici il Comitato puo'
costituire nel suo seno Sottocomitati.
I servizi di segreteria del Comitato sono affidati alla
Direzione generale per l'attuazione della programmazione
economica del Ministero del bilancio e della programmazione
economica. Per tali servizi possono essere addetti presso
il Ministero funzionari di altra Amministrazione a
richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.».
Riferimenti normativi al comma 159:
- Si riporta il testo del comma 8 dell'art. 19 del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali
sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche), cosi' come modificato dalla
presente legge:
«8. Gli incarichi di funzione dirigenziale di cui al
comma 3, al comma 5-bis, limitatamente al personale non
appartenente ai ruoli di cui all'art. 23, e al comma 6,
cessano decorsi novanta giorni dal voto sulla fiducia al
Governo.».
Riferimenti normativi al comma 161:
- Si riporta il testo del comma 8 dell'art. 24 del gia'
citato decreto legislativo n. 165 del 2001:
«8. Ai fini della determinazione del trattamento
economico accessorio le risorse che si rendono disponibili
ai sensi del comma 7 confluiscono in appositi fondi
istituiti presso ciascuna amministrazione, unitamente agli
altri compensi previsti dal presente articolo.».
Riferimenti normativi al comma 162:
- Si riporta il testo dell'art. 2 del decreto
legislativo 31 marzo 1998, n. 115 e successive
modificazioni (Completamento del riordino dell'Agenzia per
i servizi sanitari regionali, a norma degli articoli 1 e 3,
comma 1, lettera c), della legge 15 marzo 1997, n. 59):
«Art. 2 (Organi). - 1. Sono organi dell'Agenzia il
presidente del consiglio di amministrazione, il consiglio
di amministrazione, il direttore ed il collegio dei
revisori dei conti. I componenti degli organi dell'Agenzia
durano in carica cinque anni e sono rinnovabili una sola
volta.
2. Il presidente del consiglio di amministrazione, che
assume la rappresentanza dell'Agenzia, convoca e presiede
il consiglio di amministrazione.
3. Il consiglio di amministrazione e' composto dal
presidente e da quattro membri. Il presidente e' nominato
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su
proposta del Ministro della sanita', d'intesa con la
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome. I membri del consiglio di
amministrazione sono nominati con decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della
sanita'; due di essi sono designati dalla Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome, unificati con la Conferenza Stato-Citta'
ed autonomie locali. Tutti i componenti del consiglio di
amministrazione sono scelti tra esperti di riconosciuta
competenza in materia di organizzazione e programmazione
dei servizi sanitari, anche estranei alla pubblica
amministrazione, e possono essere confermati, con le stesse
modalita', una sola volta.
4. Il direttore e' nominato con decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della
sanita', d'intesa con la Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome,
tra esperti di riconosciuta competenza in materia di
organizzazione e programmazione dei servizi sanitari, anche
estranei all'amministrazione. Il rapporto di lavoro del
direttore e' regolato da contratto di diritto privato e non
e' immediatamente rinnovabile; alla scadenza del triennio
la nomina puo' essere rinnovata per una sola volta, su
proposta del consiglio di amministrazione dell'Agenzia,
motivata con riferimento all'eccellenza dei risultati
raggiunti.
5. Il direttore esercita tutti i poteri di gestione
dell'Agenzia, salvo quelli attribuiti ad altri organi della
medesima.».
Riferimenti normativi al comma 163:
- Si riporta il testo del comma 3 dell'art. 11 del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286 (Riordino e
potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e
valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati
dell'attivita' svolta dalle amministrazioni pubbliche, a
norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59):
«3. Le iniziative di coordinamento, supporto operativo
alle amministrazioni interessate e monitoraggio
sull'attuazione del presente art. sono adottate dal
Presidente del Consiglio dei Ministri, supportato da
apposita struttura della Presidenza del Consiglio dei
Ministri. E' ammesso il ricorso a un soggetto privato, da
scegliersi con gara europea di assistenza tecnica, sulla
base di criteri oggettivi e trasparenti.».
Riferimenti normativi al comma 164:
- Si riporta il testo del comma 2 dell'art. 126-bis del
decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive
modificazioni (Nuovo codice della strada), cosi' come
modificato dalla presente legge:
«2. L'organo da cui dipende l'agente che ha accertato
la violazione che comporta la perdita di punteggio, ne da'
notizia, entro trenta giorni dalla definizione della
contestazione effettuata, all'anagrafe nazionale degli
abilitati alla guida. La contestazione si intende definita
quando sia avvenuto il pagamento della sanzione
amministrativa pecuniaria o siano conclusi i procedimenti
dei ricorsi amministrativi e giurisdizionali ammessi ovvero
siano decorsi i termini per la proposizione dei medesimi.
Il predetto termine di trenta giorni decorre dalla
conoscenza da parte dell'organo di polizia dell'avvenuto
pagamento della sanzione, della scadenza del termine per la
proposizione dei ricorsi, ovvero dalla conoscenza
dell'esito dei ricorsi medesimi. La comunicazione deve
essere effettuata a carico del conducente quale
responsabile della violazione; nel caso di mancata
identificazione di questi, il proprietario del veicolo,
ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell'art. 196,
deve fornire all'organo di polizia che procede, entro
sessanta giorni dalla data di notifica del verbale di
contestazione, i dati personali e della patente del
conducente al momento della commessa violazione. Se il
proprietario del veicolo risulta una persona giuridica, il
suo legale rappresentante o un suo delegato e' tenuto a
fornire gli stessi dati, entro lo stesso termine,
all'organo di polizia che procede. Il proprietario del
veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi
dell'art. 196, sia esso persona fisica o giuridica, che
omette, senza giustificato e documentato motivo, di
fornirli e' soggetto alla sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 250 a euro 1.000. La
comunicazione al Dipartimento per i trasporti terrestri
avviene per via telematica.».
Riferimenti normativi al comma 166:
- Si riporta il testo dell'art. 97 del gia' citato
decreto legislativo n. 285 del 1992, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 97 (Circolazione dei ciclomotori). - 1. I
ciclomotori, per circolare, devono essere muniti di:
a) un certificato di circolazione, contenente i dati
di identificazione e costruttivi del veicolo, nonche'
quelli della targa e dell'intestatario, rilasciato dal
Dipartimento per i trasporti terrestri, ovvero da uno dei
soggetti di cui alla legge 8 agosto 1991, n. 264, con le
modalita' stabilite con decreto dirigenziale del Ministero
delle infrastrutture e dei trasporti, a seguito di
aggiornamento dell'Archivio nazionale dei veicoli di cui
agli articoli 225 e 226;
b) una targa, che identifica l'intestatario del
certificato di circolazione.
2. La targa e' personale e abbinata a un solo veicolo.
Il titolare la trattiene in caso di vendita. La
fabbricazione e la vendita delle targhe sono riservate allo
Stato, che puo' affidarle con le modalita' previste dal
regolamento ai soggetti di cui alla legge 8 agosto 1991, n.
264.
3. Ciascun ciclomotore e' individuato nell'Archivio
nazionale dei veicoli di cui agli articoli 225 e 226, da
una scheda elettronica, contenente il numero di targa, il
nominativo del suo titolare, i dati costruttivi e di
identificazione di tutti i veicoli di cui, nel tempo, il
titolare della targa sia risultato intestatario, con
l'indicazione della data e dell'ora di ciascuna variazione
d'intestazione. I dati relativi alla proprieta' del veicolo
sono inseriti nel sistema informatico del Dipartimento per
i trasporti terrestri a fini di sola notizia, per
l'individuazione del responsabile della circolazione.
4. Le procedure e la documentazione occorrente per il
rilascio del certificato di circolazione e per la
produzione delle targhe sono stabilite con decreto
dirigenziale del Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti, secondo criteri di economicita' e di massima
semplificazione.
5. Chiunque fabbrica, produce, pone in commercio o
vende ciclomotori che sviluppino una velocita' superiore a
quella prevista dall'art. 52 e' soggetto alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da euro 71 a euro
286. Alla stessa sanzione soggiace chi effettua sui
ciclomotori modifiche idonee ad aumentarne la velocita'
oltre i limiti previsti dall'art. 52.
6. Chiunque circola con un ciclomotore non rispondente
ad una o piu' delle caratteristiche o prescrizioni indicate
nell'art. 52 o nel certificato di circolazione, ovvero che
sviluppi una velocita' superiore a quella prevista dallo
stesso art. 52, e' soggetto alla sanzione amministrativa
del pagamento di una somma da euro 35 a euro 143.
7. Chiunque circola con un ciclomotore per il quale non
e' stato rilasciato il certificato di circolazione, quando
previsto, e' soggetto alla sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 137,55 a euro 550,20.
8. Chiunque circola con un ciclomotore sprovvisto di
targa e' soggetto alla sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 68,25 a euro 275,10.
9. Chiunque circola con un ciclomotore munito di targa
non propria e' soggetto alla sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 1.626,45 a euro 6.506,85.
10. Chiunque circola con un ciclomotore munito di una
targa i cui dati non siano chiaramente visibili e' soggetto
alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da
euro 21 a euro 85.
11. Chiunque fabbrica o vende targhe con
caratteristiche difformi da quelle indicate dal
regolamento, ovvero circola con un ciclomotore munito delle
suddette targhe e' soggetto alla sanzione amministrativa
del pagamento di una somma da euro 1.626,45 a euro
6.506,85.
12. Chiunque circola con un ciclomotore per il quale
non e' stato richiesto l'aggiornamento del certificato di
circolazione per trasferimento della proprieta' secondo le
modalita' previste dal regolamento, e' soggetto alla
sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro
343,35 a euro 1.376,55. Alla medesima sanzione e'
sottoposto chi non comunica la cessazione della
circolazione. Il certificato di circolazione e' ritirato
immediatamente da chi accerta la violazione ed e' inviato
al competente ufficio del Dipartimento per i trasporti
terrestri, che provvede agli aggiornamenti previsti dopo
l'adempimento delle prescrizioni omesse.
13. L'intestatario che in caso di smarrimento,
sottrazione o distruzione del certificato di circolazione o
della targa non provvede, entro quarantotto ore, a farne
denuncia agli organi di polizia e' soggetto alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da euro 68,25 a
euro 275,10. Alla medesima sanzione e' soggetto chi non
provvede a chiedere il duplicato del certificato di
circolazione entro tre giorni dalla suddetta denuncia.
14. Alle violazioni previste dai commi 5 e 7 consegue
la sanzione amministrativa accessoria della confisca del
ciclomotore, secondo le norme di cui al capo I, sezione II,
del titolo VI; nei casi previsti dal comma 5 si procede
alla distruzione del ciclomotore, fatta salva la facolta'
degli enti da cui dipende il personale di polizia stradale
che ha accertato la violazione di chiedere tempestivamente
che sia assegnato il ciclomotore confiscato, previo
ripristino delle caratteristiche costruttive, per lo
svolgimento dei compiti istituzionali e fatto salvo
l'eventuale risarcimento del danno in caso di accertata
illegittimita' della confisca e distruzione. Alla
violazione prevista dal comma 6 consegue la sanzione
amministrativa accessoria del fermo amministrativo del
veicolo per un periodo di sessanta giorni; in caso di
reiterazione della violazione, nel corso di un biennio, il
fermo amministrativo del veicolo e' disposto per novanta
giorni. Alla violazione prevista dai commi 8 e 9 consegue
la sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo
per un periodo di un mese o, in caso di reiterazione delle
violazioni nel biennio, la sanzione accessoria della
confisca amministrativa del veicolo, secondo le norme di
cui al capo I, sezione II, del titolo VI.».
Riferimenti normativi al comma 167.
- Si riporta il testo dell'art. 170 del gia' citato
decreto legislativo n. 285 del 1992, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 170 (Trasporto di persone e di oggetti sui
veicoli a motore a due ruote). - 1. Sui motocicli e sui
ciclomotori a due ruote il conducente deve avere libero uso
delle braccia, delle mani e delle gambe, deve stare seduto
in posizione corretta e deve reggere il manubrio con
ambedue le mani, ovvero con una mano in caso di necessita'
per le opportune manovre o segnalazioni. Non deve procedere
sollevando la ruota anteriore.
2. Sui ciclomotori e' vietato il trasporto di altre
persone oltre al conducente, salvo che il posto per il
passeggero sia espressamente indicato nel certificato di
circolazione e che il conducente abbia un'eta' superiore a
diciotto anni. Con regolamento emanato con decreto del
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono
stabiliti le modalita' e i tempi per l'aggiornamento, ai
fini del presente comma, della carta di circolazione dei
ciclomotori omologati anteriormente alla data di entrata in
vigore della legge di conversione del decreto-legge
27 giugno 2003, n. 151.
3. Sui veicoli di cui al comma 1 l'eventuale passeggero
deve essere seduto in modo stabile ed equilibrato, nella
posizione determinata dalle apposite attrezzature del
veicolo.
4. E' vietato ai conducenti dei veicoli di cui al
comma 1 di trainare o farsi trainare da altri veicoli.
5. Sui veicoli di cui al comma 1 e' vietato trasportare
oggetti che non siano solidamente assicurati, che sporgano
lateralmente rispetto all'asse del veicolo o
longitudinalmente rispetto alla sagoma di esso oltre i
cinquanta centimetri, ovvero impediscano o limitino la
visibilita' al conducente. Entro i predetti limiti, e'
consentito il trasporto di animali purche' custoditi in
apposita gabbia o contenitore.
6. Chiunque viola le disposizioni di cui al presente
art. e' soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento
di una somma da euro 68,25 a euro 275,10.
7. Alle violazioni previste dal comma 1 e, se commesse
da conducente minorenne, dal comma 2, alla sanzione
pecuniaria amministrativa, consegue il fermo amministrativo
del veicolo per sessanta giorni, ai sensi del capo I,
sezione II del titolo VI; quando, nel corso di un biennio,
con un ciclomotore o un motociclo sia stata commessa, per
almeno due volte, una delle violazioni previste dai commi 1
e 2, il fermo amministrativo del veicolo e' disposto per
novanta giorni.»
Riferimenti normativi al comma 168:
- Si riporta il testo dell'art. 171 del gia' citato
decreto legislativo n. 285 del 1992, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 171 (Uso del casco protettivo per gli utenti di
veicoli a due ruote). - 1. Durante la marcia, ai conducenti
e agli eventuali passeggeri di ciclomotori e motoveicoli e'
fatto obbligo di indossare e di tenere regolarmente
allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati,
secondo la normativa stabilita dal Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti.
1-bis. Sono esenti dall'obbligo di cui al comma 1 i
conducenti e i passeggeri:
a) di ciclomotori e motoveicoli a tre o a quattro
ruote dotati di carrozzeria chiusa;
b) di ciclomotori e motocicli a due o a tre ruote
dotati di cellula di sicurezza a prova di crash, nonche' di
sistemi di ritenuta e di dispositivi atti a garantire
l'utilizzo del veicolo in condizioni di sicurezza, secondo
le disposizioni del regolamento.
2. Chiunque viola le presenti norme e' soggetto alla
sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro
68,25 a euro 275,10. Quando il mancato uso del casco
riguarda un minore trasportato, della violazione risponde
il conducente.
3. Alla sanzione pecuniaria amministrativa prevista dal
comma 2 consegue il fermo amministrativo del veicolo per
sessanta giorni ai sensi del capo I, sezione II, del titolo
VI. Quando, nel corso di un biennio, con un ciclomotore o
un motociclo sia stata commessa, per almeno due volte, una
delle violazioni previste dal comma 1, il fermo del veicolo
e' disposto per novanta giorni. La custodia del veicolo e'
affidata al proprietario dello stesso.
4. Chiunque importa o produce per la
commercializzazione sul territorio nazionale e chi
commercializza caschi protettivi per motocicli,
motocarrozzette o ciclomotori di tipo non omologato e'
soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una
somma da euro 716 a euro 2.867.
5. I caschi di cui al comma 4, ancorche' utilizzati,
sono soggetti al sequestro ed alla relativa confisca, ai
sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo
VI.».
Riferimenti normativi al comma 169:
- Si riporta il testo dell'art. 213 del gia' citato
decreto legislativo n. 285 del 1992, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«Art. 213 (Misura cautelare del sequestro e sanzione
accessoria della confisca amministrativa). - 1.
Nell'ipotesi in cui il presente codice prevede la sanzione
accessoria della confisca amministrativa, l'organo di
polizia che accerta la violazione provvede al sequestro del
veicolo o delle altre cose oggetto della violazione
facendone menzione nel verbale di contestazione della
violazione.
2. Salvo quanto previsto dal comma 2-quinquies, nelle
ipotesi di cui al comma 1, il proprietario ovvero, in caso
di sua assenza, il conducente del veicolo o altro soggetto
obbligato in solido, e' nominato custode con l'obbligo di
depositare il veicolo in un luogo di cui abbia la
disponibilita' o di custodirlo, a proprie spese, in un
luogo non sottoposto a pubblico passaggio, provvedendo al
trasporto in condizioni di sicurezza per la circolazione
stradale. Il documento di circolazione e' trattenuto presso
l'ufficio di appartenenza dell'organo di polizia che ha
accertato la violazione. Il veicolo deve recare
segnalazione visibile dello stato di sequestro con le
modalita' stabilite nel regolamento. Di cio' e' fatta
menzione nel verbale di contestazione della violazione.
2-bis. Entro i trenta giorni successivi alla data in
cui, esauriti i ricorsi anche giurisdizionali proposti
dall'interessato o decorsi inutilmente i termini per la
loro proposizione, e' divenuto definitivo il provvedimento
di confisca, il custode del veicolo trasferisce il mezzo, a
proprie spese e in condizioni di sicurezza per la
circolazione stradale, presso il luogo individuato dal
prefetto ai sensi delle disposizioni dell'art. 214-bis.
Decorso inutilmente il suddetto termine, il trasferimento
del veicolo e' effettuato a cura dell'organo accertatore e
a spese del custode, fatta salva l'eventuale denuncia di
quest'ultimo all'autorita' giudiziaria qualora si
configurino a suo carico estremi di reato. Le cose
confiscate sono contrassegnate dal sigillo dell'ufficio cui
appartiene il pubblico ufficiale che ha proceduto al
sequestro. Con decreto dirigenziale, di concerto fra il
Ministero dell'interno e l'Agenzia del demanio, sono
stabilite le modalita' di comunicazione, tra gli uffici
interessati, dei dati necessari all'espletamento delle
procedure di cui al presente articolo.
2-ter. All'autore della violazione o ad uno dei
soggetti con il medesimo solidalmente obbligati che
rifiutino di trasportare o custodire, a proprie spese, il
veicolo, secondo le prescrizioni fornite dall'organo di
polizia, si applica la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 1.549,37 a euro 6.197,48,
nonche' la sanzione amministrativa accessoria della
sospensione della patente di guida da uno a tre mesi. In
questo caso l'organo di polizia indica nel verbale di
sequestro i motivi che non hanno consentito l'affidamento
in custodia del veicolo e ne dispone la rimozione ed il
trasporto in un apposito luogo di custodia individuato ai
sensi delle disposizioni dell'art. 214-bis. La liquidazione
delle somme dovute alla depositeria spetta alla prefettura
- ufficio territoriale del Governo. Divenuto definitivo il
provvedimento di confisca, la liquidazione degli importi
spetta all'Agenzia del demanio, a decorrere dalla data di
trasmissione del provvedimento da parte del prefetto.
2-quater. Nelle ipotesi di cui al comma 2-ter, l'organo
di polizia provvede con il verbale di sequestro a dare
avviso scritto che, decorsi dieci giorni, la mancata
assunzione della custodia del veicolo da parte del
proprietario o, in sua vece, di altro dei soggetti indicati
nell'art. 196 o dell'autore della violazione, determinera'
l'immediato trasferimento in proprieta' al custode, anche
ai soli fini della rottamazione nel caso di grave
danneggiamento o deterioramento. L'avviso e' notificato
dall'organo di polizia che procede al sequestro
contestualmente al verbale di sequestro. Il termine di
dieci giorni decorre dalla data della notificazione del
verbale di sequestro al proprietario del veicolo o ad uno
dei soggetti indicati nell'art. 196. Decorso inutilmente il
predetto termine, l'organo accertatore trasmette gli atti
al prefetto, il quale entro i successivi 10 giorni,
verificata la correttezza degli atti, dichiara il
trasferimento in proprieta', senza oneri, del veicolo al
custode, con conseguente cessazione di qualunque onere e
spesa di custodia a carico dello Stato. L'individuazione
del custode-acquirente avviene secondo le disposizioni
dell'art. 214-bis. La somma ricavata dall'alienazione e'
depositata, sino alla definizione del procedimento in
relazione al quale e' stato disposto il sequestro, in un
autonomo conto fruttifero presso la tesoreria dello Stato.
In caso di confisca, questa ha ad oggetto la somma
depositata; in ogni altro caso la medesima somma e'
restituita all'avente diritto. Per le altre cose oggetto
del sequestro in luogo della vendita e' disposta la
distruzione. Per le modalita' ed il luogo della
notificazione si applicano le disposizioni di cui all'art.
201, comma 3. Ove risulti impossibile, per comprovate
difficolta' oggettive, procedere alla notifica del verbale
di sequestro integrato dall'avviso scritto di cui al
presente comma, la notifica si ha per eseguita nel
ventesimo giorno successivo a quello di affissione
dell'atto nell'albo del comune dov'e' situata la
depositeria.
2-quinquies. Quando oggetto della sanzione accessoria
del sequestro amministrativo del veicolo e' un ciclomotore
o un motociclo, l'organo di polizia che procede dispone la
rimozione del veicolo ed il suo trasporto, secondo le
modalita' previste dal regolamento, in un apposito luogo di
custodia, individuato ai sensi dell'art. 214-bis, dove e'
custodito per trenta giorni. Di cio' e' fatta menzione nel
verbale di contestazione della violazione. Decorsi trenta
giorni dal momento in cui il veicolo e' fatto trasportare
nel luogo di custodia individuato ai sensi dell'art.
214-bis, il proprietario del veicolo puo' chiederne
l'affidamento in custodia secondo le disposizioni del
comma 2. Si applicano, in quanto compatibili, le
disposizioni del comma 2-bis. Le disposizioni del
comma 2-quater si applicano decorsi trenta giorni dal
momento in cui il veicolo e' stato sottoposto a sequestro
amministrativo.
2-sexies. E' sempre disposta la confisca del veicolo in
tutti i casi in cui un ciclomotore o un motoveicolo sia
stato adoperato per commettere un reato, sia che il reato
sia stato commesso da un conducente maggiorenne, sia che
sia stato commesso da un conducente minorenne.
3. Avverso il provvedimento di sequestro e' ammesso
ricorso al prefetto ai sensi dell'art. 203. Nel caso di
rigetto del ricorso, il sequestro e' confermato. La
declaratoria di infondatezza dell'accertamento si estende
alla misura cautelare ed importa il dissequestro del
veicolo. Quando ne ricorrono i presupposti, il prefetto
dispone la confisca con l'ordinanza-ingiunzione di cui
all'art. 204, ovvero con distinta ordinanza, stabilendo, in
ogni caso, le necessarie prescrizioni relative alla
sanzione accessoria. Il prefetto dispone la confisca del
veicolo ovvero, nel caso in cui questo sia stato alienato,
della somma ricavata dall'alienazione. Il provvedimento di
confisca costituisce titolo esecutivo anche per il recupero
delle spese di trasporto e di custodia del veicolo. Nel
caso in cui nei confronti del verbale di accertamento o
dell'ordinanza-ingiunzione o dell'ordinanza che dispone la
sola confisca sia proposta opposizione innanzi
all'autorita' giudiziaria, la cancelleria del giudice
competente da' comunicazione al prefetto, entro dieci
giorni, della proposizione dell'opposizione e dell'esito
del relativo giudizio.
4. Chiunque, durante il periodo in cui il veicolo e'
sottoposto al sequestro, circola abusivamente con il
veicolo stesso e' punito con la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 1.693 a euro 6.774. Si
applica la sanzione amministrativa accessoria della
sospensione della patente da uno a tre mesi.
5.
6. La sanzione stabilita nel comma 1 non si applica se
il veicolo appartiene a persone estranee alla violazione
amministrativa e l'uso puo' essere consentito mediante
autorizzazione amministrativa.
7. Il provvedimento con il quale e' stata disposta la
confisca del veicolo e' comunicato dal prefetto al P.R.A.
per l'annotazione nei propri registri.».
Riferimenti normativi al comma 171:
- Si riporta il testo dell'art. 10 del decreto del
Presidente della Repubblica 24 marzo 2003, n. 136
(Regolamento concernente l'organizzazione, i compiti ed il
funzionamento del Registro italiano dighe - RID, a norma
dell'art. 91 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.
112):
«Art. 10 (Compiti ed attribuzioni del RID). - 1. Il
RID, ai sensi dell'art. 91, comma 1, del decreto
legislativo 31 marzo 1998, n. 112, assolve a tutti i
compiti attribuiti dalle disposizioni vigenti al Servizio
nazionale dighe;
2. Con il regolamento per la disciplina del
procedimento di approvazione dei progetti e del controllo
sulla costruzione e l'esercizio delle dighe, previsto
dall'art. 2 del decreto-legge 8 agosto 1994, n. 507,
convertito, con modificazioni, dalla legge 21 ottobre 1994,
n. 584, saranno definite, ai sensi dell'art. 91, comma 3,
del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, le modalita'
di espletamento dei compiti del RID, concernenti, fra
l'altro, gli aspetti ambientali e di sicurezza idraulica
derivanti dalla gestione del sistema costituito
dall'invaso, dal relativo sbarramento e da tutte le opere
complementari e accessorie, nonche' la vigilanza sulle
condotte forzate con dighe a monte di cui all'art. 6,
comma 4, della legge 1° agosto 2002, n. 166.
3. Il RID fornisce consulenza tecnica specialistica per
l'emanazione della normativa tecnica in materia di dighe,
nonche' dati e assistenza tecnica agli organi competenti in
materia di protezione civile, per situazioni nelle quali
siano coinvolte dighe.
4. Il RID altresi', sulla base di apposite convenzioni:
a) organizza corsi di formazione ed aggiornamento su
argomenti interessanti il campo delle dighe;
b) svolge, per opere non soggette alla successiva
approvazione da parte del RID, e su richiesta di
amministrazioni, enti pubblici, o privati, funzioni di
assistenza tecnica, consulenza o di perizia tecnica in
materia, valutazioni di congruita' economica, avanzamento
qualitativo e quantitativo ai fini di certificazione di
spesa, nonche' compiti di certificazione di qualita' ed
accreditamento, anche associandosi con altri organismi, per
quanto attiene alla progettazione, costruzione e
all'esercizio delle dighe ed altri settori tecnologicamente
affini;
c) partecipa con propri rappresentanti ad organismi
associativi, nazionali ed internazionali, aventi come scopo
l'avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecniche
nelle discipline correlate alle dighe;
d) promuove studi e conferenze di esperti e stipula
accordi con organismi, anche esteri, nelle materie di
proprio interesse.
5. Il RID emana direttive nelle materie di competenza,
nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa generale,
con particolare riferimento ai seguenti aspetti:
a) suddivisione delle dighe in classi di rischio, al
fine di una diversificazione delle modalita' di redazione e
presentazione dei progetti e delle condizioni imposte nelle
fasi di costruzione e di esercizio delle opere;
b) individuazione dei codici di calcolo automatico di
verificata affidabilita' per la definizione e lo sviluppo
dei progetti e indicazione delle modalita' di
rappresentazione dei relativi risultati;
c) determinazione e standardizzazione dei metodi e
delle prove necessarie per garantire i controlli
qualitativi e quantitativi nel corso dei lavori;
d) definizione dei requisiti tecnici, costruttivi e
funzionali per l'omologazione della strumentazione per il
controllo delle dighe;
e) individuazione delle modalita' di trattamento e
archiviazione informatica dei dati strumentali e della loro
teletrasmissione alla banca dati del RID.».
- Si riporta il testo del comma 23 dell'art. 1 del gia'
citato decreto-legge n. 181 del 2006:
«23. In attuazione delle disposizioni previste dal
presente decreto e limitatamente alle amministrazioni
interessate dal riordino, con regolamenti adottati ai sensi
dell'art. 4 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300,
sono definiti gli assetti organizzativi e il numero massimo
delle strutture di primo livello, in modo da assicurare che
al termine del processo di riorganizzazione non sia
superato, dalle nuove strutture, il limite di spesa
previsto per i Ministeri di origine e si resti altresi'
entro il limite complessivo della spesa sostenuta, alla
data di entrata in vigore del presente decreto, per la
totalita' delle strutture di cui al presente comma.».
- Si riporta il testo dell'art. 11 del gia' citato
decreto del Presidente della Repubblica n. 136 del 2003:
«Art. 11 (Organizzazione del RID). - 1.
L'organizzazione del RID e', in fase transitoria,
strutturata sulla base del soppresso Servizio nazionale
dighe in funzione degli ulteriori compiti e della
personalita' giuridica attribuiti dal decreto legislativo
31 marzo 1998, n. 112. Territorialmente il RID e'
articolato in una sede centrale ed in uffici periferici.
L'organico del servizio e' determinato secondo l'allegata
tabella A).
2. Gli uffici periferici in prima applicazione hanno
sede in Torino, Milano, Venezia, Firenze, Perugia, Napoli,
Catanzaro, Cagliari e Palermo. In successiva applicazione,
sentite le regioni interessate, gli uffici possono avere
ubicazione diversa o aggiuntiva, in relazione al numero di
dighe presenti sul territorio ed alle eventuali situazioni
di rischio, ovvero a sopravvenute esigenze, con
determinazione del consiglio di amministrazione.».
Riferimenti normativi al comma 172:
- Si riporta il testo del comma 1 dell'art. 12 del gia'
citato decreto del presidente della repubblica n. 136 del
2003:
«Art. 12 (Entrate del RID). - 1. Costituiscono entrate
del RID:
a) le somme iscritte annualmente in apposito capitolo
dello stato di previsione della spesa del Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti, in misura pari alle somme
destinate nel corrente esercizio finanziario al
funzionamento del soppresso Servizio nazionale dighe,
comprese nelle risorse iscritte nell'ambito delle unita'
previsionali di base di parte corrente e di conto capitale
di pertinenza del centro di responsabilita' «servizi
tecnici nazionali» nello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze;
b) le entrate derivanti dalle prestazioni o
convenzioni di cui all'art. 10;
c) le quote annue di iscrizione per le dighe di cui
all'art. 13, comma 1, dovute quale compartecipazione alle
spese da parte degli utenti dei servizi, nei modi previsti
dalla legge, fermo restando quanto previsto dall'art. 6,
commi 2 e 3, della legge 1° agosto 2002, n. 166, nel
rispetto del criterio della proporzionalita' e dei vantaggi
conseguiti; per le dighe in costruzione l'iscrizione
avviene all'atto dell'autorizzazione al primo invaso e
prima dell'inizio dello stesso.»
Riferimenti normativi al comma 173:
- Si riporta il testo del comma 1, dell'art. 6 della
legge 1° agosto 2002, n. 166 (Disposizioni in materia di
infrastrutture e trasporti):
«Art. 6 (Disposizioni relative al Registro italiano
dighe). - 1. Nei trenta giorni successivi alla data di
entrata in vigore del provvedimento attuativo del Registro
italiano dighe (RID) di cui all'art. 91 del decreto
legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e successive
modificazioni, i concessionari delle dighe di cui all'art.
1 del decreto-legge 8 agosto 1994, n. 507, convertito, con
modificazioni, dalla legge 21 ottobre 1994, n. 584, sono
tenuti ad iscriversi al RID e a corrispondere al medesimo
un contributo annuo per le attivita' di vigilanza e
controllo svolte dallo stesso. Nel caso in cui i soggetti
concessionari di cui al primo periodo non ottemperino nei
termini prescritti all'obbligo d'iscrizione al RID e al
versamento del contributo, nei loro confronti e' applicata
una sanzione amministrativa pari a cinque volte il
contributo in questione. Se non ottemperano alla iscrizione
e contestualmente al versamento del contributo e della
sanzione, decadono dalla concessione. Per le altre
attivita' che il RID e' tenuto ad espletare nelle fasi di
progettazione e costruzione delle predette dighe, e'
stabilito altresi', a carico dei richiedenti, un diritto di
istruttoria.».
Riferimenti normativi al comma 174:
- Il decreto-legge 29 marzo 2004, n. 79, convertito,
con modificazioni, dalla legge 28 maggio 2004, n. 139
(Disposizioni urgenti in materia di sicurezza di grandi
dighe e di edifici istituzionali), e' stato pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 30 marzo 2004, n. 75.
Riferimenti normativi al comma 176:
- Si riporta il testo dell'art. 8 del gia' citato
decreto del presidente della repubblica n. 136 del 2003:
«Art. 8 (Consulta degli iscritti). - «1. E' istituita
la consulta degli iscritti con funzioni consultive e
propositive relativamente a questioni di prioritario
interesse per gli iscritti di cui all'art. 13, comma 1;
dura in carica 5 anni e risiede presso la sede centrale del
RID, che provvede alle esigenze di segreteria.
2. Gli iscritti al RID eleggono i propri rappresentanti
nella consulta ed approvano un proprio regolamento.
3. La consulta viene convocata almeno una volta l'anno
dal direttore generale del RID, nonche' su richiesta di
almeno la meta' dei componenti la consulta medesima nella
quale sono specificati gli argomenti da porre all'ordine
del giorno. I pareri della consulta sono trasmessi dal
direttore generale al consiglio di amministrazione, anche
per le determinazioni di sua competenza, da adottarsi ai
sensi del comma 8.
4. La consulta e' costituita da:
a) cinque rappresentanti degli iscritti che
eserciscono serbatoi ad uso idroelettrico;
b) tre rappresentanti degli iscritti che eserciscono
serbatoi ad uso irriguo;
c) tre rappresentanti degli iscritti che eserciscono
serbatoi ad uso potabile;
d) un rappresentante degli iscritti che eserciscono
serbatoi adibiti ad altro uso. Ai fini della predetta
costituzione, per i serbatoi ad uso promiscuo si fa
riferimento all'uso prevalente.
5. Sono considerate comunque, ai sensi del comma 1, di
prioritario interesse le questioni relative alle materie di
cui all'art. 4, comma 5, lettere: d), prima parte, f) e g).
L'acquisizione del parere della consulta avviene altresi'
sulle determinazioni concernenti le entrate di cui all'art.
12, comma 1, lettera c).
6. La consulta elegge tra i propri membri il
coordinatore.
7. Alle riunioni partecipa, senza diritto di voto, il
direttore generale del RID, o un suo delegato; puo'
altresi' parteciparvi un membro del collegio dei revisori
dei conti.
8. La consulta esprime i pareri entro il termine di
trenta giorni dalla data di ricezione della relativa
documentazione trasmessa a cura del direttore generale del
RID. In caso di mancata espressione dei pareri entro il
predetto termine, il consiglio di amministrazione adotta
comunque le relative determinazioni.
9. Le spese per la partecipazione alle sedute della
consulta non possono far carico al bilancio del RID».
Riferimenti normativi al comma 177:
- Si riporta il testo del comma 4 dell'art. 29 del
decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, cosi' come modificato
dalla presente legge:
«4. Gli organismi non individuati dai provvedimenti
previsti dai commi 2 e 3 entro centottanta giorni dalla
data di entrata in vigore del presente decreto sono
soppressi».
Riferimenti normativi al comma 179:
- Si riporta il testo del comma 5 dell'art. 10, del
decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307
(disposizioni urgenti in materia fiscale e di finanza
pubblica).
«Art. 10 (Proroga di termini in materia di definizione
di illeciti edilizi). - 1. Al decreto-legge 30 settembre
2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge
24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni, sono
apportate le seguenti ulteriori modifiche:
a) nell'allegato 1, le parole: «20 dicembre 2004» e
«30 dicembre 2004», indicate dopo le parole: «seconda rata»
e: «terza rata», sono sostituite, rispettivamente, dalle
seguenti: «31 maggio 2005» e «30 settembre 2005»;
b) nell'allegato 1, ultimo periodo, le parole:
«30 giugno 2005», inserite dopo le parole: «deve essere
integrata entro il», sono sostituite dalle seguenti:
«31 ottobre 2005»;
c) al comma 37 dell'art. 32 le parole: «30 giugno
2005» sono sostituite dalle seguenti: «31 ottobre 2005».
2. La proroga al 31 maggio 2005 ed al 30 settembre 2005
dei termini stabiliti per il versamento, rispettivamente,
della seconda e della terza rata dell'anticipazione degli
oneri concessori opera a condizione che le regioni, prima
della data di entrata in vigore del presente decreto, non
abbiano dettato una diversa disciplina.
3. Il comma 2-quater dell'art. 5 del decreto-legge
12 luglio 2004, n. 168, convertito, con modificazioni,
dalla legge 30 luglio 2004, n. 191, e successive
modificazioni, e' abrogato.
4. Alle minori entrate derivanti dal comma 1, valutate
per l'anno 2004 in 2.215,5 milioni di euro, si provvede con
quota parte delle maggiori entrate derivanti dalle altre
disposizioni contenute nel presente decreto.
5. Al fine di agevolare il perseguimento degli
obiettivi di finanza pubblica, anche mediante interventi
volti alla riduzione della pressione fiscale, nello stato
di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze
e' istituito un apposito «Fondo per interventi strutturali
di politica economica», alla cui costituzione concorrono le
maggiori entrate, valutate in 2.215,5 milioni di euro per
l'anno 2005, derivanti dal comma 1.».
 
Art. 3 - 47 (soppressi).
 
Art. 48.
Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.
 
«Tabella 1
(prevista dall'art. 2, comma 63)

===================================================================== Motocicli con cilindrata maggiore |
ai 50 cc, con le seguenti |
caratteristiche: | Tariffe: ===================================================================== a) Euro 0 |fino a 11 kw euro 26; ---------------------------------------------------------------------
|per i motocicli con potenza
|superiore a 11 kw, oltre
|all'importo anzidetto, sono dovuti
|euro 1,70 per ogni kw di potenza; --------------------------------------------------------------------- b) Euro 1 |fino a 11 kw euro 23; ---------------------------------------------------------------------
|per i motocicli con potenza
|superiore a 11 kw, oltre
|all'importo anzidetto, sono dovuti
|euro 1,30 per ogni kw di potenza; --------------------------------------------------------------------- c) Euro 2 |fino a 11 kw euro 21; ---------------------------------------------------------------------
|per i motocicli con potenza
|superiore a 11 kw, oltre
|all'importo anzidetto, sono dovuti
|euro 1,00 per ogni kw di potenza; --------------------------------------------------------------------- d) Euro 3 |fino a 11 kw euro 19,11; ---------------------------------------------------------------------
|per i motocicli con potenza
|superiore a 11 kw, oltre
|all'importo anzidetto, sono dovuti
|euro 0,88 per ogni kw di potenza.
 
Tabella 2
(prevista dall'art. 2, comma 67)
TRIBUTI SPECIALI CATASTALI

===================================================================== N. d'ordine| OGGETTO |Tariffa in Euro| Note =====================================================================
|Certificati, copie | |
|ed estratti delle | |
|risultanze degli | |
|atti e degli | |
|elaborati catastali | |
|conservati presso | | 1 |gli uffici: | | ---------------------------------------------------------------------
| | |Per i certificati
| | |richiesti dai
| | |privati per
| | |comprovare la
| | |situazione generale
| | |reddituale e
| | |patrimoniale ai fini
| | |della legislazione
| | |sul lavoro, di
| | |quella previdenziale
| | |e di quella sulla
|per ogni | |pubblica istruzione,
|certificato, copia o| |e' dovuto il diritto 1.1 |estratto. |16,00 |fisso di euro 4. ---------------------------------------------------------------------
|Oltre all'importo | |
|dovuto ai sensi del | |
|precedente | |
|punto 1.1, per ogni | |
|quattro elementi | |
|unitari richiesti, o| |
|frazioni di quattro,| |
|presenti nei | |
|rispettivi | |
|elaborati: | |
|- particella, per | |
|gli estratti e le | |
|copie autentiche | |
|dalle mappe e dagli | |
|abbozzi; - foglio di| |
|mappa, per la copia | |
|dei quadri di | |
|unione; - vertice o | |
|caposaldo, per le | |
|copie di monografia;| |
|- punto, per il | |
|quale si determinano| |
|le coordinate; | |
|- unita' | |
|immobiliare, per gli| |
|estratti storici e | |
|per soggetto; | |
|- unita' immobiliare| |Il tributo non si
|urbana per il | |applica ai primi
|rilascio di copia di| |quattro elementi ed
|planimetrie ed | |alle fattispecie
|elaborati | |diverse da quelle 1.1.1 |planimetrici. | 4,00 |elencate. ---------------------------------------------------------------------
| | |L'estratto e'
| | |utilizzabile
| | |esclusivamente per
|Per ogni estratto di| |la redazione di tipi
|mappa rilasciato in | |di aggiornamento 1.2 |formato digitale. |16,00 |geometrico. ---------------------------------------------------------------------
|Oltre all'importo | |
|dovuto ai sensi del | |
|precedente | |
|punto 1.2, per ogni | |
|quattro particelle | |Il tributo non si
|richieste, o | |applica alle prime 1.2.1 |frazioni di quattro.| 4,00 |quattro particelle. ---------------------------------------------------------------------
|Definizione ed | |
|introduzione delle | |
|volture, delle | |
|dichiarazioni di | |
|nuova costruzione e | |
|di variazione, dei | |
|tipi mappali, | |
|particellari e di | |
|frazionamento, ai | |
|fini | |
|dell'aggiornamento | |
|delle iscrizioni nei| |
|catasti e | |
|all'anagrafe | | 2 |tributaria: | | ---------------------------------------------------------------------
| | |Nei territori ove
| | |vige il sistema del
| | |libro fondiario, il
| | |tributo e' dovuto
| | |per ogni comune cui
| | |si riferiscono le
| | |particelle rurali,
|per ogni domanda di | |menzionate nel 2.1 |voltura; |55,00 |decreto tavolare. ---------------------------------------------------------------------
|per ogni unita' di | |
|nuova costruzione | |
|ovvero derivata da | |
|dichiarazione di | | 2.2 |variazione; |50,00 | ---------------------------------------------------------------------
|per ogni tipo, fino | |
|ad un massimo di 10 | |
|particelle edificate| | 2.3 |o derivate; |65,00 | ---------------------------------------------------------------------
|per ogni particella | | 2.3.1 |eccedente. | 3,00 | ---------------------------------------------------------------------
|Attestazione di | |
|conformita' degli | |
|estratti di mappa | |
|per tipi di | |
|aggiornamento | | 3 |geometrico: | | ---------------------------------------------------------------------
|per ogni estratto di| | 3.1 |mappa. |10,00 | ---------------------------------------------------------------------
|Oltre all'importo | |
|dovuto ai sensi del | |
|precedente punto | |
|3.1, per ogni | |
|quattro particelle | |Il tributo non si
|richieste, o | |applica alle prime 3.1.1 |frazioni di quattro.| 4,00 |quattro particelle.

L'esenzione dal pagamento dei tributi speciali di cui alla presente tabella viene applicata nei soli casi in cui essa e' prevista da specifiche disposizioni di legge.
Per unita' immobiliare e' da intendersi, sia la particella dei terreni, sia l'unita' immobiliare urbana».
 
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