Gazzetta n. 11 del 15 gennaio 2007 (vai al sommario)
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
DECRETO 12 dicembre 2006, n. 306
Regolamento recante: «Disciplina del trattamento dei dati sensibili e giudiziari da parte del Ministero della giustizia, adottato ai sensi degli articoli 20 e 21 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali")».

IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

Visto l'articolo 81, comma 4, della Costituzione;
Visto l'articolo 17, commi 3 e 4, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 2001, n. 55, recante «Regolamento di organizzazione del Ministero della giustizia»;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 25 luglio 2001, n. 315, recante «Regolamento di organizzazione degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro della giustizia»;
Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante il «Codice in materia di protezione dei dati personali», di seguito denominato piu' brevemente «Codice»;
Visto l'articolo 4, comma 1, lettera d), del Codice, il quale individua i dati sensibili;
Visto l'articolo 4, comma 1, lettera e), del Codice, il quale individua i dati giudiziari;
Visti gli articoli 20, comma 2, e 21, comma 2, del Codice, i quali stabiliscono che nei casi in cui una disposizione di legge specifichi la finalita' di rilevante interesse pubblico, ma non i tipi di dati sensibili e giudiziari trattabili ed i tipi di operazioni su questi eseguibili, il trattamento e' consentito solo in riferimento a quei tipi di dati e di operazioni identificati e resi pubblici a cura dei soggetti che ne effettuano il trattamento, in relazione alle specifiche finalita' perseguite nei singoli casi;
Visto il medesimo articolo 20, comma 2, del Codice, il quale prevede che detta identificazione debba essere effettuata nel rispetto dei principi di cui all'articolo 22 del citato Codice, assicurando in particolare che i soggetti pubblici:
a) trattino i soli dati sensibili e giudiziari indispensabili per le relative attivita' istituzionali che non possono essere adempiute, caso per caso, mediante il trattamento di dati anonimi o di dati personali di natura diversa;
b) raccolgano detti dati, di regola, presso l'interessato;
c) verifichino periodicamente l'esattezza, l'aggiornamento dei dati sensibili e giudiziari, nonche' la loro pertinenza, completezza, non eccedenza ed indispensabilita' rispetto alle finalita' perseguite nei singoli casi;
d) trattino i dati sensibili e giudiziari contenuti in elenchi, registri o banche di dati, tenuti con l'ausilio di strumenti elettronici, con tecniche di cifratura o mediante l'utilizzazione di codici identificativi o di altre soluzioni che li rendano temporaneamente inintelligibili anche a chi e' autorizzato ad accedervi;
e) conservino i dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale separatamente da altri dati personali trattati per finalita' che non richiedono il loro utilizzo;
Rilevato che ai sensi dell'articolo 20, comma 2, del Codice, detta identificazione deve avvenire con atto di natura regolamentare adottato in conformita' al parere espresso dal Garante, ai sensi dell'articolo 154, comma 1, lettera g), del Codice medesimo;
Rilevato che, ai sensi dell'articolo 47 del Codice, l'articolo 20 citato del Codice non trova applicazione con riferimento al trattamento di dati personali effettuato presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado, presso il Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di autogoverno e il Ministero della giustizia, se il trattamento e' effettuato per ragioni di giustizia, ritenendosi effettuati per ragioni di giustizia i trattamenti di dati personali direttamente correlati alla trattazione giudiziaria di affari e di controversie, o che, in materia di trattamento giuridico ed economico del personale di magistratura, hanno una diretta incidenza sulla funzione giurisdizionale, nonche' le attivita' ispettive su uffici giudiziari;
Ritenuto che il dettato di cui all'articolo 47, comma 2, del Codice debba estendersi anche alle attivita' ispettive sui singoli magistrati, posta la natura giurisdizionale del contenzioso disciplinare a carico dei magistrati e la diretta incidenza sulla funzione giurisdizionale delle ispezioni medesime;
Rilevato altresi' che, ai sensi dell'articolo 47, comma 2, secondo periodo, del Codice, le medesime ragioni di giustizia non ricorrono per l'ordinaria attivita' amministrativo-gestionale di personale, mezzi o strutture, quando non e' pregiudicata la segretezza di atti direttamente connessi alla predetta trattazione giudiziaria di affari e di controversie;
Rilevato altresi' che l'articolo 20 citato del Codice non trova applicazione, ai sensi dell'articolo 53 del Codice medesimo, con riferimento al trattamento di dati personali effettuato da soggetti pubblici per finalita' di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, prevenzione, accertamento o repressione dei reati, effettuati in base ad espressa disposizione di legge che preveda specificamente il trattamento;
Visto l'articolo 181, comma 1, lettera a), del Codice, il quale prevede che la suddetta identificazione con atto di natura regolamentare dei tipi di dati e di operazioni ai sensi degli articoli 20, commi 2 e 3, e 21, comma 2, e' effettuata, ove mancante, entro il 31 dicembre 2006 (termine da ultimo prorogato dall'articolo 1 del decreto legge 12 maggio 2006, n. 173, convertito, con modificazioni, nella legge 12 luglio 2006, n. 228, pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 12 luglio 2006, n. 160;
Visto l'articolo 20, comma 4, del Codice, il quale prevede che l'identificazione di cui sopra venga aggiornata e integrata periodicamente;
Considerato che possono spiegare effetti maggiormente significativi per l'interessato le operazioni svolte, in particolare, pressoche' interamente mediante siti web, o volte a definire in forma completamente automatizzata profili o personalita' di interessati, le interconnessioni e i raffronti tra banche di dati gestite da diversi titolari, oppure con altre informazioni sensibili e giudiziarie detenute dal medesimo titolare del trattamento, nonche' la comunicazione dei dati a terzi, il trasferimento dei dati all'estero e la diffusione;
Ritenuto di individuare analiticamente negli allegati al presente decreto, con riferimento alle predette operazioni che possono spiegare effetti maggiormente significativi per l'interessato, quelle effettuate da questo Ministero, in particolare le operazioni di comunicazione a terzi nonche' di trasferimento dei dati personali e sensibili all'estero ai sensi dell'articolo 43 del Codice, e di diffusione;
Ritenuto, altresi', di indicare sinteticamente anche le operazioni ordinarie che questo Ministero deve necessariamente svolgere per perseguire le finalita' di rilevante interesse pubblico individuate per legge (operazioni di raccolta, registrazione, organizzazione, conservazione, consultazione, elaborazione, modificazione, selezione, estrazione, utilizzo, blocco, cancellazione e distruzione);
Ritenuto di dover altresi' indicare sinteticamente le operazioni di trattamento di dati sensibili e giudiziari eseguibili da parte degli uffici giudiziari in materia di accesso alle professioni forensi e in materia elettorale, nonche' la raccolta, da parte del tribunale di Bolzano e delle relative sezioni staccate, della dichiarazione individuale nominativa di appartenenza a gruppo linguistico prevista dall'articolo 20-ter del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, cosi' come introdotto dall'articolo 2 del decreto legislativo 23 maggio 2005, n. 99, recante «Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige, concernenti modifiche e integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, in materia di dichiarazioni di appartenenza o aggregazione al gruppo linguistico, in provincia di Bolzano», nonche' di modifica o revoca della dichiarazione stessa, trattandosi di attivita' sostanzialmente amministrative svolte da uffici giudiziari;
Considerato che per quanto concerne tutti i trattamenti di cui sopra e' stato verificato il rispetto dei principi e delle garanzie previste dall'articolo 22 del Codice, con particolare riferimento alla pertinenza, non eccedenza e indispensabilita' dei dati sensibili e giudiziari utilizzati rispetto alle finalita' perseguite; all'indispensabilita' delle predette operazioni per il perseguimento delle finalita' di rilevante interesse pubblico individuate per legge, nonche' all'esistenza di fonti normative idonee a rendere lecite le medesime operazioni o, ove richiesta, all'indicazione scritta dei motivi;
Visto il provvedimento generale del Garante della protezione dei dati personali del 30 giugno 2005 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 170 del 23 luglio 2005);
Vista l'autorizzazione generale n. 7/2005 contenuta nel provvedimento del Garante della protezione dei dati personali del 21 dicembre 2005, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2006 e in particolare quanto disposto al capo IV, punto 2, lettere a) e b), relativamente al trattamento dei dati a carattere giudiziario da parte di privati, di enti pubblici economici e di soggetti pubblici;
Rilevato che il presente atto non comporta impegno di spesa a carico del bilancio dello Stato e pertanto non ha rilevanza sotto il profilo contabile;
Visto il parere del Garante per la protezione dei dati personali ai sensi dell'articolo 154, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, reso in data 18 maggio 2006;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 26 giugno 2006;
Ritenuto, quanto al parere del Consiglio di Stato, di non poter aderire al rilievo secondo cui i procedimenti disciplinari a carico di singoli magistrati non dovrebbero ritenersi coperti dall'esclusione di cui all'articolo 47, comma 2, e cio' in ragione della natura contenziosa del procedimento disciplinare a carico dei magistrati e dell'incidenza del medesimo sull'esercizio delle funzioni giurisdizionali;
Rilevato, analogamente, che la mancata indicazione dell'«interconnessione» tra le forme di trattamento dei dati, segnalata dal Consiglio di Stato, deriva dalla assenza di tale tipo di trattamento tra le operazioni allo stato eseguite da parte del Ministero della giustizia nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali;
Vista la comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 8 settembre 2006, e successiva nota esplicativa del 1° dicembre 2006;

Adotta

il seguente regolamento:

Art. 1.
Oggetto del regolamento

1. Il presente regolamento, in attuazione degli articoli 20 e 21 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante il «Codice in materia di protezione dei dati personali», di seguito denominato «Codice», identifica i tipi di dati sensibili e giudiziari e le operazioni eseguibili da parte del Ministero della giustizia nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali.
2. Il presente regolamento identifica altresi' i tipi di dati sensibili e giudiziari e le operazioni eseguibili da parte degli uffici giudiziari in materia di accesso alle professioni forensi e in materia elettorale, nonche' la raccolta, da parte del tribunale di Bolzano e delle relative sezioni staccate, della dichiarazione individuale nominativa di appartenenza a gruppo linguistico prevista dall'articolo 20-ter del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, cosi' come introdotto dall'articolo 2 del decreto legislativo 23 maggio 2005, n. 99, recante «Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige, concernenti modifiche e integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, in materia di dichiarazioni di appartenenza o aggregazione al gruppo linguistico, in provincia di Bolzano», nonche' di modifica o revoca della dichiarazione stessa.
3. I trattamenti di dati sensibili e giudiziari effettuati per ragioni di giustizia, direttamente correlati alla trattazione giudiziaria di affari e controversie o che in materia di trattamento giuridico ed economico del personale di magistratura hanno una diretta incidenza sulla funzione giurisdizionale, nonche' le attivita' ispettive su uffici giudiziari e magistrati, sono esclusi dal presente regolamento, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 47 del Codice. Ai sensi dell'articolo 47, comma 2, del Codice, le predette ragioni di giustizia non ricorrono per l'ordinaria attivita' amministrativo-gestionale di personale, mezzi o strutture, quando non e' pregiudicata la segretezza di atti direttamente connessi alla suddetta trattazione.
4. I trattamenti di dati sensibili e giudiziari effettuati per finalita' di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, prevenzione, accertamento o repressione dei reati, in base ad espressa disposizione di legge che preveda specificamente il trattamento, sono esclusi dal presente regolamento ai sensi e per gli effetti dell'articolo 53, comma 1, lettera a), del Codice.



Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
(Dati sensibili e giudiziari)

Note alle premesse:

- Si riporta il testo dell'art. 81 della Costituzione:
«Art. 81. - Le Camere approvano ogni anno i bilanci e
il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
L'esercizio provvisorio del bilancio non puo' essere
concesso se non per legge e per periodi non superiori
complessivamente a quattro mesi.
Con la legge di approvazione del bilancio non si
possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.
Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese
deve indicare i mezzi per farvi fronte.».
- Si riporta il testo dell'art. 17 della legge
23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
«Art. 17 (Regolamenti). - 1. Con decreto del Presidente
della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve
pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono
essere emanati regolamenti per disciplinare:
a) l'esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi, nonche' dei regolamenti comunitari;
b) l'attuazione e l'integrazione delle leggi e dei
decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi
quelli relativi a materie riservate alla competenza
regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di
leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si
tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l'organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate
dalla legge;
e).
2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la
disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta
di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta'
regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle
norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle
norme regolamentari.
3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del ministro o di
autorita' sottordinate al ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei ministri prima della loro emanazione.
4. I regolamenti di cui al comma 1 ed i regolamenti
ministeriali ed interministeriali, che devono recare la
denominazione di «regolamento», sono adottati previo parere
del Consiglio di Stato, sottoposti al visto ed alla
registrazione della Corte dei conti e pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale.
4-bis. L'organizzazione e la disciplina degli uffici
dei Ministeri sono determinate, con regolamenti emanati ai
sensi del comma 2, su proposta del Ministro competente
d'intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri e con
il Ministro del tesoro, nel rispetto dei principi posti dal
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, con i contenuti e con l'osservanza dei
criteri che seguono:
a) riordino degli uffici di diretta collaborazione
con i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, stabilendo che
tali uffici hanno esclusive competenze di supporto
dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo
e l'amministrazione;
b) individuazione degli uffici di livello
dirigenziale generale, centrali e periferici, mediante
diversificazione tra strutture con funzioni finali e con
funzioni strumentali e loro organizzazione per funzioni
omogenee e secondo criteri di flessibilita' eliminando le
duplicazioni funzionali;
c) previsione di strumenti di verifica periodica
dell'organizzazione e dei risultati;
d) indicazione e revisione periodica della
consistenza delle piante organiche;
e) previsione di decreti ministeriali di natura non
regolamentare per la definizione dei compiti delle unita'
dirigenziali nell'ambito degli uffici dirigenziali
generali.».
- Il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, reca:
«Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze
delle amministrazioni pubbliche.».
- Si riporta il testo delle lettere d) ed e) del
comma 1, dell'art. 4 del decreto legislativo 30 giugno
2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati
personali):
«1. Ai fini del presente codice si intende per:
da a) a c) (Omissis);
d) "dati sensibili", i dati personali idonei a
rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni
religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni
politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od
organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico
o sindacale, nonche' i dati personali idonei a rivelare lo
stato di salute e la vita sessuale;
e) "dati giudiziari", i dati personali idonei a
rivelare provvedimenti di cui all'art. 3, comma 1, lettere
da a) a o) e da r) a u), del decreto del Presidente della
Repubblica 14 novembre 2002, n. 313, in materia di
casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni
amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi
pendenti, o la qualita' di imputato o di indagato ai sensi
degli articoli 60 e 61 del codice di procedura penale;
da f) a q) (Omissis);
2. 3. (Omissis)».
- Si riporta il testo degli articoli 20, 21, 22, 43,
47, 53, 154, 181, del citato decreto legislativo 30 giugno
2003, n. 196:
«Art. 20 (Principi applicabili al trattamento di dati
sensibili). - 1. Il trattamento dei dati sensibili da parte
di soggetti pubblici e' consentito solo se autorizzato da
espressa disposizione di legge nella quale sono specificati
i tipi di dati che possono essere trattati e di operazioni
eseguibili e le finalita' di rilevante interesse pubblico
perseguite.
2. Nei casi in cui una disposizione di legge specifica
la finalita' di rilevante interesse pubblico, ma non i tipi
di dati sensibili e di operazioni eseguibili, il
trattamento e' consentito solo in riferimento ai tipi di
dati e di operazioni identificati e resi pubblici a cura
dei soggetti che ne effettuano il trattamento, in relazione
alle specifiche finalita' perseguite nei singoli casi e nel
rispetto dei principi di cui all'art. 22, con atto di
natura regolamentare adottato in conformita' al parere
espresso dal Garante ai sensi dell'art. 154, comma 1,
lettera g), anche su schemi tipo.
3. Se il trattamento non e' previsto espressamente da
una disposizione di legge i soggetti pubblici possono
richiedere al Garante l'individuazione delle attivita', tra
quelle demandate ai medesimi soggetti dalla legge, che
perseguono finalita' di rilevante interesse pubblico e per
le quali e' conseguentemente autorizzato, ai sensi
dell'art. 26, comma 2, il trattamento dei dati sensibili.
Il trattamento e' consentito solo se il soggetto pubblico
provvede altresi' a identificare e rendere pubblici i tipi
di dati e di operazioni nei modi di cui al comma 2.
4. L'identificazione dei tipi di dati e di operazioni
di cui ai commi 2 e 3 e' aggiornata e integrata
periodicamente.».
«Art. 21 (Principi applicabili al trattamento di dati
giudiziari). - 1. Il trattamento di dati giudiziari da
parte di soggetti pubblici e' consentito solo se
autorizzato da espressa disposizione di legge o
provvedimento del Garante che specifichino le finalita' di
rilevante interesse pubblico del trattamento, i tipi di
dati trattati e di operazioni eseguibili.
2. Le disposizioni di cui all'art. 20, commi 2 e 4, si
applicano anche al trattamento dei dati giudiziari.».
«Art. 22 (Principi applicabili al trattamento di dati
sensibili e giudiziari). - 1. I soggetti pubblici
conformano il trattamento dei dati sensibili e giudiziari
secondo modalita' volte a prevenire violazioni dei diritti,
delle liberta' fondamentali e della dignita'
dell'interessato.
2. Nel fornire l'informativa di cui all'art. 13 i
soggetti pubblici fanno espresso riferimento alla normativa
che prevede gli obblighi o i compiti in base alla quale e'
effettuato il trattamento dei dati sensibili e giudiziari.
3. I soggetti pubblici possono trattare solo i dati
sensibili e giudiziari indispensabili per svolgere
attivita' istituzionali che non possono essere adempiute,
caso per caso, mediante il trattamento di dati anonimi o di
dati personali di natura diversa.
4. I dati sensibili e giudiziari sono raccolti, di
regola, presso l'interessato.
5. In applicazione dell'art. 11, comma 1,
lettere c), d) ed e), i soggetti pubblici verificano
periodicamente l'esattezza e l'aggiornamento dei dati
sensibili e giudiziari, nonche' la loro pertinenza,
completezza, non eccedenza e indispensabilita' rispetto
alle finalita' perseguite nei singoli casi, anche con
riferimento ai dati che l'interessato fornisce di propria
iniziativa. Al fine di assicurare che i dati sensibili e
giudiziari siano indispensabili rispetto agli obblighi e ai
compiti loro attribuiti, i soggetti pubblici valutano
specificamente il rapporto tra i dati e gli adempimenti. I
dati che, anche a seguito delle verifiche, risultano
eccedenti o non pertinenti o non indispensabili non possono
essere utilizzati, salvo che per l'eventuale conservazione,
a norma di legge, dell'atto o del documento che li
contiene. Specifica attenzione e' prestata per la verifica
dell'indispensabilita' dei dati sensibili e giudiziari
riferiti a soggetti diversi da quelli cui si riferiscono
direttamente le prestazioni o gli adempimenti.
6. I dati sensibili e giudiziari contenuti in elenchi,
registri o banche di dati, tenuti con l'ausilio di
strumenti elettronici, sono trattati con tecniche di
cifratura o mediante l'utilizzazione di codici
identificativi o di altre soluzioni che, considerato il
numero e la natura dei dati trattati, li rendono
temporaneamente inintelligibili anche a chi e' autorizzato
ad accedervi e permettono di identificare gli interessati
solo in caso di necessita'.
7. I dati idonei a rivelare lo stato di salute e la
vita sessuale sono conservati separatamente da altri dati
personali trattati per finalita' che non richiedono il loro
utilizzo. I medesimi dati sono trattati con le modalita' di
cui al comma 6 anche quando sono tenuti in elenchi,
registri o banche di dati senza l'ausilio di strumenti
elettronici.
8. I dati idonei a rivelare lo stato di salute non
possono essere diffusi.
9. Rispetto ai dati sensibili e giudiziari
indispensabili ai sensi del comma 3, i soggetti pubblici
sono autorizzati ad effettuare unicamente le operazioni di
trattamento indispensabili per il perseguimento delle
finalita' per le quali il trattamento e' consentito, anche
quando i dati sono raccolti nello svolgimento di compiti di
vigilanza, di controllo o ispettivi.
10. I dati sensibili e giudiziari non possono essere
trattati nell'ambito di test psico-attitudinali volti a
definire il profilo o la personalita' dell'interessato. Le
operazioni di raffronto tra dati sensibili e giudiziari,
nonche' i trattamenti di dati sensibili e giudiziari ai
sensi dell'art. 14, sono effettuati solo previa annotazione
scritta dei motivi.
11. In ogni caso, le operazioni e i trattamenti di cui
al comma 10, se effettuati utilizzando banche di dati di
diversi titolari, nonche' la diffusione dei dati sensibili
e giudiziari, sono ammessi solo se previsti da espressa
disposizione di legge.
12. Le disposizioni di cui al presente articolo recano
principi applicabili, in conformita' ai rispettivi
ordinamenti, ai trattamenti disciplinati dalla Presidenza
della Repubblica, dalla Camera dei deputati, dal Senato
della Repubblica e dalla Corte costituzionale.».
«Art. 43 (Trasferimenti consentiti in Paesi
terzi). - 1. Il trasferimento anche temporaneo fuori del
territorio dello Stato, con qualsiasi forma o mezzo, di
dati personali oggetto di trattamento, se diretto verso un
paese non appartenente all'Unione europea e' consentito
quando:
a) l'interessato ha manifestato il proprio consenso
espresso o, se si tratta di dati sensibili, in forma
scritta;
b) e' necessario per l'esecuzione di obblighi
derivanti da un contratto del quale e' parte l'interessato
o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a
specifiche richieste dell'interessato, ovvero per la
conclusione o per l'esecuzione di un contratto stipulato a
favore dell'interessato;
c) e' necessario per la salvaguardia di un interesse
pubblico rilevante individuato con legge o con regolamento
o, se il trasferimento riguarda dati sensibili o
giudiziari, specificato o individuato ai sensi degli
articoli 20 e 21;
d) e' necessario per la salvaguardia della vita o
dell'incolumita' fisica di un terzo. Se la medesima
finalita' riguarda l'interessato e quest'ultimo non puo'
prestare il proprio consenso per impossibilita' fisica, per
incapacita' di agire o per incapacita' di intendere o di
volere, il consenso e' manifestato da chi esercita
legalmente la potesta', ovvero da un prossimo congiunto, da
un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal
responsabile della struttura presso cui dimora
l'interessato. Si applica la disposizione di cui all'art.
82, comma 2;
e) e' necessario ai fini dello svolgimento delle
investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000,
n. 397, o, comunque, per far valere o difendere un diritto
in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trasferiti
esclusivamente per tali finalita' e per il periodo
strettamente necessario al loro perseguimento, nel rispetto
della vigente normativa in materia di segreto aziendale e
industriale;
f) e' effettuato in accoglimento di una richiesta di
accesso ai documenti amministrativi, ovvero di una
richiesta di informazioni estraibili da un pubblico
registro, elenco, atto o documento conoscibile da chiunque,
con l'osservanza delle norme che regolano la materia;
g) e' necessario, in conformita' ai rispettivi codici
di deontologia di cui all'allegato A), per esclusivi scopi
scientifici o statistici, ovvero per esclusivi scopi
storici presso archivi privati dichiarati di notevole
interesse storico ai sensi dell'art. 6, comma 2, del
decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, di
approvazione del testo unico in materia di beni culturali e
ambientali o, secondo quanto previsto dai medesimi codici,
presso altri archivi privati;
h) il trattamento concerne dati riguardanti persone
giuridiche, enti o associazioni.».
«Art. 47 (Trattamenti per ragioni di giustizia). - 1.
In caso di trattamento di dati personali effettuato presso
uffici giudiziari di ogni ordine e grado, presso il
Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di
autogoverno e il Ministero della giustizia, non si
applicano, se il trattamento e' effettuato per ragioni di
giustizia, le seguenti disposizioni del codice:
a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38,
commi da 1 a 5, e da 39 a 45;
b) articoli da 145 a 151.
2. Agli effetti del presente codice si intendono
effettuati per ragioni di giustizia i trattamenti di dati
personali direttamente correlati alla trattazione
giudiziaria di affari e di controversie, o che, in materia
di trattamento giuridico ed economico del personale di
magistratura, hanno una diretta incidenza sulla funzione
giurisdizionale, nonche' le attivita' ispettive su uffici
giudiziari. Le medesime ragioni di giustizia non ricorrono
per l'ordinaria attivita' amministrativo-gestionale di
personale, mezzi o strutture, quando non e' pregiudicata la
segretezza di atti direttamente connessi alla predetta
trattazione.».
«Art. 53 (Ambito applicativo e titolari dei
trattamenti). - 1. Al trattamento di dati personali
effettuato dal Centro elaborazione dati del Dipartimento di
pubblica sicurezza o da forze di polizia sui dati destinati
a confluirvi in base alla legge, ovvero da organi di
pubblica sicurezza o altri soggetti pubblici per finalita'
di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica,
prevenzione, accertamento o repressione dei reati,
effettuati in base ad espressa disposizione di legge che
preveda specificamente il trattamento, non si applicano le
seguenti disposizioni del codice:
a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38,
commi da 1 a 5, e da 39 a 45;
b) articoli da 145 a 151.
2. Con decreto del Ministro dell'interno sono
individuati, nell'allegato C) al presente codice, i
trattamenti non occasionali di cui al comma 1 effettuati
con strumenti elettronici, e i relativi titolari.».
«Art. 154 (Compiti). - 1. Oltre a quanto previsto da
specifiche disposizioni, il Garante, anche avvalendosi
dell'ufficio e in conformita' al presente codice, ha il
compito di:
a) controllare se i trattamenti sono effettuati nel
rispetto della disciplina applicabile e in conformita' alla
notificazione, anche in caso di loro cessazione;
b) esaminare i reclami e le segnalazioni e provvedere
sui ricorsi presentati dagli interessati o dalle
associazioni che li rappresentano;
c) prescrivere anche d'ufficio ai titolari del
trattamento le misure necessarie o opportune al fine di
rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti,
ai sensi dell'art. 143;
d) vietare anche d'ufficio, in tutto o in parte, il
trattamento illecito o non corretto dei dati o disporne il
blocco ai sensi dell'art. 143, e di adottare gli altri
provvedimenti previsti dalla disciplina applicabile al
trattamento dei dati personali;
e) promuovere la sottoscrizione di codici ai sensi
dell'art. 12 e dell'art. 139;
f) segnalare al Parlamento e al Governo
l'opportunita' di interventi normativi richiesti dalla
necessita' di tutelare i diritti di cui all'art. 2 anche a
seguito dell'evoluzione del settore;
g) esprimere pareri nei casi previsti;
h) curare la conoscenza tra il pubblico della
disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati
personali e delle relative finalita', nonche' delle misure
di sicurezza dei dati;
i) denunciare i fatti configurabili come reati
perseguibili d'ufficio, dei quali viene a conoscenza
nell'esercizio o a causa delle funzioni;
l) tenere il registro dei trattamenti formato sulla
base delle notificazioni di cui all'art. 37;
m) predisporre annualmente una relazione
sull'attivita' svolta e sullo stato di attuazione del
presente codice, che e' trasmessa al Parlamento e al
Governo entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello
cui si riferisce.
2. Il Garante svolge altresi', ai sensi del comma 1, la
funzione di controllo o assistenza in materia di
trattamento dei dati personali prevista da leggi di
ratifica di accordi o convenzioni internazionali o da
regolamenti comunitari e, in particolare:
a) dalla legge 30 settembre 1993, n. 388, e
successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione dei
protocolli e degli accordi di adesione all'accordo di
Schengen e alla relativa convenzione di applicazione;
b) dalla legge 23 marzo 1998, n. 93, e successive
modificazioni, di ratifica ed esecuzione della convenzione
istitutiva dell'Ufficio europeo di polizia (Europol);
c) dal regolamento (CE) n. 515/97 del 13 marzo 1997,
del Consiglio, e dalla legge 30 luglio 1998, n. 291, e
successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione della
convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale;
d) dal regolamento (CE) n. 2725/2000 dell'11 dicembre
2000, del Consiglio, che istituisce l'«Eurodac» per il
confronto delle impronte digitali e per l'efficace
applicazione della convenzione di Dublino;
e) nel capitolo IV della convenzione n. 108 sulla
protezione delle persone rispetto al trattamento
automatizzato di dati di carattere personale, adottata a
Strasburgo il 28 gennaio 1981 e resa esecutiva con legge
21 febbraio 1989, n. 98, quale autorita' designata ai fini
della cooperazione tra Stati ai sensi dell'art. 13 della
convenzione medesima.
3. Il Garante coopera con altre autorita'
amministrative indipendenti nello svolgimento dei
rispettivi compiti. A tale fine, il Garante puo' anche
invitare rappresentanti di un'altra autorita' a partecipare
alle proprie riunioni, o essere invitato alle riunioni di
altra autorita', prendendo parte alla discussione di
argomenti di comune interesse; puo' richiedere, altresi',
la collaborazione di personale specializzato addetto ad
altra autorita'.
4. Il Presidente del Consiglio dei ministri e ciascun
ministro consultano il Garante all'atto della
predisposizione delle norme regolamentari e degli atti
amministrativi suscettibili di incidere sulle materie
disciplinate dal presente codice.
5. Fatti salvi i termini piu' brevi previsti per legge,
il parere del Garante e' reso nei casi previsti nel termine
di quarantacinque giorni dal ricevimento della richiesta.
Decorso il termine, l'amministrazione puo' procedere
indipendentemente dall'acquisizione del parere. Quando, per
esigenze istruttorie, non puo' essere rispettato il termine
di cui al presente comma, tale termine puo' essere
interrotto per una sola volta e il parere deve essere reso
definitivamente entro venti giorni dal ricevimento degli
elementi istruttori da parte delle amministrazioni
interessate.
6. Copia dei provvedimenti emessi dall'autorita'
giudiziaria in relazione a quanto previsto dal presente
codice o in materia di criminalita' informatica e'
trasmessa, a cura della cancelleria, al Garante.».
«Art. 181 (Altre disposizioni transitorie). - 1. Per i
trattamenti di dati personali iniziati prima del 1° gennaio
2004, in sede di prima applicazione del presente codice:
a) l'identificazione con atto di natura regolamentare
dei tipi di dati e di operazioni ai sensi degli
articoli 20, commi 2 e 3, e 21, comma 2, e' effettuata, ove
mancante, entro il 31 dicembre 2006;
b) la determinazione da rendere nota agli interessati
ai sensi dell'art. 26, commi 3, lettera a), e 4,
lettera a), e' adottata, ove mancante, entro il 30 giugno
2004;
c) le notificazioni previste dall'art. 37 sono
effettuate entro il 30 aprile 2004;
d) le comunicazioni previste dall'art. 39 sono
effettuate entro il 30 giugno 2004;
e);
f) l'utilizzazione dei modelli di cui all'art. 87,
comma 2, e' obbligatoria a decorrere dal 1° gennaio 2005.
2. Le disposizioni di cui all'art. 21-bis del decreto
del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409,
introdotto dall'art. 9 del decreto legislativo 30 luglio
1999, n. 281, restano in vigore fino alla data di entrata
in vigore del presente codice.
3. L'individuazione dei trattamenti e dei titolari di
cui agli articoli 46 e 53, da riportare nell'allegato C),
e' effettuata in sede di prima applicazione del presente
codice entro il 30 giugno 2004.
4. Il materiale informativo eventualmente trasferito al
Garante ai sensi dell'art. 43, comma 1, della legge
31 dicembre 1996, n. 675, utilizzato per le opportune
verifiche, continua ad essere successivamente archiviato o
distrutto in base alla normativa vigente.
5. L'omissione delle generalita' e degli altri dati
identificativi dell'interessato ai sensi dell'art. 52,
comma 4, e' effettuata sulle sentenze o decisioni
pronunciate o adottate prima dell'entrata in vigore del
presente codice solo su diretta richiesta dell'interessato
e limitatamente ai documenti pubblicati mediante rete di
comunicazione elettronica o sui nuovi prodotti su supporto
cartaceo o elettronico. I sistemi informativi utilizzati ai
sensi dell'art. 51, comma 1, sono adeguati alla medesima
disposizione entro dodici mesi dalla data di entrata in
vigore del presente codice.
6. Le confessioni religiose che, prima dell'adozione
del presente codice, abbiano determinato e adottato
nell'ambito del rispettivo ordinamento le garanzie di cui
all'art. 26, comma 3, lettera a), possono proseguire
l'attivita' di trattamento nel rispetto delle medesime.
6-bis. Fino alla data in cui divengono efficaci le
misure e gli accorgimenti prescritti ai sensi dell'art.
132, comma 5, per la conservazione del traffico telefonico
si osserva il termine di cui all'art. 4, comma 2, del
decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171.».
- Si riporta il testo del decreto-legge 12 maggio 2006,
n. 173, convertito con modificazioni nella legge 12 luglio
2006, n. 228 (Proroga di termini per l'emanazione di atti
di natura regolamentare e legislativa).
- Si riporta il testo dell'art. 20-ter del decreto del
Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752 (Norme
di attuazione dello statuto speciale della regione
Trentino-Alto Adige in materia di proporzione negli uffici
statali siti nella provincia di Bolzano e di conoscenza
delle due lingue nel pubblico impiego).
«Art. 20-ter. - 1. Qualora intenda beneficiare, nei
casi previsti, degli effetti giuridici derivanti
dall'appartenenza o dall'aggregazione al gruppo
linguistico, ogni cittadino residente nella provincia, di
eta' superiore agli anni diciotto e non interdetto per
infermita' di mente, ha facolta' di rendere in ogni momento
una dichiarazione individuale nominativa di appartenenza ad
uno dei tre gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino.
Coloro che ritengono di non appartenere ad alcuno di tali
gruppi, lo dichiarano e rendono soltanto dichiarazione
nominativa di aggregazione ad uno di essi.
2. Le dichiarazioni di cui al comma 1 sono rese sul
foglio contrassegnato A/1, conforme al fac-simile allegato
al presente decreto, disponibile presso ogni cancelleria
del tribunale di Bolzano e delle relative sezioni
distaccate.
3. Il foglio A/1, sottoscritto dal dichiarante, e'
collocato dal medesimo in apposita busta gialla, chiusa,
nominativa e consegnata personalmente e direttamente al
tribunale, ovvero alla sezione distaccata in relazione al
luogo di residenza. La busta e' sigillata all'atto della
consegna presso il tribunale o la sezione distaccata. La
sezione distaccata inoltra al tribunale le buste ad essa
consegnate. Il cancelliere del tribunale conserva le buste
sigillate e certifica con immediatezza, in carta libera e
senza spese, l'appartenenza o l'aggregazione al gruppo
linguistico soltanto a richiesta del dichiarante, ovvero
dell'autorita' giudiziaria per esigenze di giustizia,
sigillando nuovamente la busta. La richiesta di
certificazione di appartenenza o di aggregazione puo'
essere inoltrata anche per il tramite della sezione
distaccata. In tale caso, il tribunale provvede agli
adempimenti successivi e alla consegna in plico chiuso
della certificazione per il tramite della sezione
distaccata. Il personale del tribunale e della relativa
sezione distaccata e' tenuto al segreto d'ufficio. Presso i
medesimi uffici non e' consentita alcuna annotazione o
registrazione anche informatica relativa al contenuto delle
dichiarazioni o delle certificazioni. E' vietato richiedere
al dichiarante di produrre detta certificazione fuori dei
casi e per finalita' diverse da quelli tassativamente
previsti dalla legge. Ai fini dell'appartenenza o
dell'aggregazione al gruppo linguistico il dichiarante
produce esclusivamente la predetta certificazione, in plico
chiuso, nel momento in cui dichiara il possesso dei
requisiti per i benefici previsti. Tale plico chiuso puo'
essere aperto solo nel momento in cui l'autorita'
competente verifica il possesso dei requisiti predetti. Ai
dichiaranti non beneficiari la certificazione e' restituita
in plico chiuso.
4. Le dichiarazioni di cui al comma 1 spiegano effetti
decorsi diciotto mesi dal momento della loro consegna ed
hanno durata indeterminata fino al momento in cui
un'eventuale dichiarazione di modifica acquista efficacia.
Trascorsi almeno cinque anni dal momento della sua consegna
la dichiarazione puo' essere modificata dal dichiarante in
qualsiasi momento, nei modi di cui al comma 3. La
dichiarazione di modifica di cui al presente comma acquista
efficacia decorsi due anni dalla sua consegna. La
precedente dichiarazione e' conservata per un periodo non
superiore a 30 mesi dalla data della consegna della
dichiarazione di modifica. La dichiarazione e' altresi'
revocabile in ogni tempo. In caso di revoca il tribunale
consegna al dichiarante la busta gialla in plico chiuso
contenente il foglio A/1 e annota la data delle
restituzione senza registrazione anche informatica relativa
al contenuto delle precedenti dichiarazioni o
certificazioni. Un'eventuale altra dichiarazione puo'
essere presentata decorsi almeno tre anni dalla data in cui
il tribunale consegna la busta recante la dichiarazione
revocata e ha effetto decorsi ulteriori due anni.
5. I comuni informano i cittadini che hanno compiuto la
maggiore eta', o che hanno trasferito la propria residenza
in un comune della provincia di Bolzano da comuni situati
fuori provincia, e i cittadini interdetti che abbiano
riacquistato la capacita', della facolta' di rendere la
dichiarazione, dei suoi effetti e circa le eventuali
modifiche. Le dichiarazioni rese entro un anno dalla data
di comunicazione spiegano effetto immediato.
6. Le dichiarazioni di cui al comma 1 possono essere
rese anche dai cittadini di eta' compresa tra i quattordici
e i diciotto anni e sono immediatamente efficaci.
7. Le dichiarazioni di appartenenza o di aggregazione
ad uno dei tre gruppi linguistici producono identici
effetti giuridici e sono provate dal foglio A/1. Le
dichiarazioni attestano l'appartenenza o l'aggregazione a
tutti gli effetti di legge. Le dichiarazioni di
appartenenza o di aggregazione necessarie ai fini della
partecipazione alle elezioni comunali o provinciali nel
territorio della Provincia di Bolzano sono rese secondo le
modalita' stabilite dalla legge regionale o provinciale.».
- Il provvedimento generale del Garante della
protezione dei dati personali del 30 giugno 2005 e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 170 del 23 luglio
2005.
- L'autorizzazione generale n. 7/2005 e' contenuta nel
provvedimento del Garante della protezione dei dati
personali del 21 dicembre 2005 pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2006.
Note all'art. 1:
- Per gli articoli 20, 21, 47 e 53 del citato decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196, vedi note alle
premesse.
- Per l'art. 20-ter del citato decreto del Presidente
della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, vedi note alle
premesse.



 
Art. 2.
Individuazione dei tipi di dati e di operazioni eseguibili

1. Gli allegati contraddistinti dai numeri da 1 a 20, che formano parte integrante del presente regolamento, identificano i tipi di dati sensibili e giudiziari per cui e' consentito il relativo trattamento, nonche' le operazioni eseguibili in riferimento alle specifiche finalita' di rilevante interesse pubblico perseguite nei singoli casi ed individuate nel Codice stesso agli articoli 62, 65, 66, 67, 68, 69, 71, 72, 73, 86, 85 e 112.
2. I dati sensibili e giudiziari individuati dal presente regolamento sono trattati previa verifica della loro pertinenza, completezza e indispensabilita' rispetto alle finalita' perseguite nei singoli casi, specie nel caso in cui la raccolta non avvenga presso l'interessato.
3. Le operazioni di comunicazione, trasferimento dei dati all'estero e diffusione individuate nel presente regolamento sono ammesse soltanto se indispensabili allo svolgimento degli obblighi o compiti di volta in volta indicati, per il perseguimento delle rilevanti finalita' di interesse pubblico specificate e nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali, nonche' degli altri limiti stabiliti dalla legge e dai regolamenti.
4. La diffusione di dati sensibili e giudiziari e' ammessa esclusivamente previa verifica della sua stretta indispensabilita' nei singoli casi e nel rispetto dei limiti e con le modalita' stabiliti dalle disposizioni legislative che le prevedono, ai sensi dell'articolo 22 del Codice.
5. Sono inutilizzabili i dati trattati in violazione della disciplina in materia di trattamento dei dati personali, ai sensi degli articoli 11 e 22, comma 5, del Codice.



Note all'art. 2:
- Si riporta il testo degli articoli 11, 62, 65, 66,
67, 68, 69, 71, 72, 73, 85, 86 e 112 del citato decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196:
«Art. 11 (Modalita' del trattamento e requisiti dei
dati). - 1. I dati personali oggetto di trattamento sono:
a) trattati in modo lecito e secondo correttezza;
b) raccolti e registrati per scopi determinati,
espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni
del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
c) esatti e, se necessario, aggiornati;
d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle
finalita' per le quali sono raccolti o successivamente
trattati;
e) conservati in una forma che consenta
l'identificazione dell'interessato per un periodo di tempo
non superiore a quello necessario agli scopi per i quali
essi sono stati raccolti o successivamente trattati.
2. I dati personali trattati in violazione della
disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati
personali non possono essere utilizzati.».
«Art. 62 (Dati sensibili e giudiziari). - 1. Si
considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli
articoli 20 e 21, le finalita' relative alla tenuta degli
atti e dei registri dello stato civile, delle anagrafi
della popolazione residente in Italia e dei cittadini
italiani residenti all'estero, e delle liste elettorali,
nonche' al rilascio di documenti di riconoscimento o al
cambiamento delle generalita'.».
«Art. 65 (Diritti politici e pubblicita' dell'attivita'
di organi). - 1. Si considerano di rilevante interesse
pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalita' di
applicazione della disciplina in materia di:
a) elettorato attivo e passivo e di esercizio di
altri diritti politici, nel rispetto della segretezza del
voto, nonche' di esercizio del mandato degli organi
rappresentativi o di tenuta degli elenchi dei giudici
popolari;
b) documentazione dell'attivita' istituzionale di
organi pubblici.
2. I trattamenti dei dati sensibili e giudiziari per le
finalita' di cui al comma 1 sono consentiti per eseguire
specifici compiti previsti da leggi o da regolamenti fra i
quali, in particolare, quelli concernenti:
a) lo svolgimento di consultazioni elettorali e la
verifica della relativa regolarita';
b) le richieste di referendum, le relative
consultazioni e la verifica delle relative regolarita';
c) l'accertamento delle cause di ineleggibilita',
incompatibilita' o di decadenza, o di rimozione o
sospensione da cariche pubbliche, ovvero di sospensione o
di scioglimento degli organi;
d) l'esame di segnalazioni, petizioni, appelli e di
proposte di legge di iniziativa popolare, l'attivita' di
commissioni di inchiesta, il rapporto con gruppi politici;
e) la designazione e la nomina di rappresentanti in
commissioni, enti e uffici.
3. Ai fini del presente articolo, e' consentita la
diffusione dei dati sensibili e giudiziari per le finalita'
di cui al comma 1, lettera a), in particolare con riguardo
alle sottoscrizioni di liste, alla presentazione delle
candidature, agli incarichi in organizzazioni o
associazioni politiche, alle cariche istituzionali e agli
organi eletti.
4. Ai fini del presente articolo, in particolare, e'
consentito il trattamento di dati sensibili e giudiziari
indispensabili:
a) per la redazione di verbali e resoconti
dell'attivita' di assemblee rappresentative, commissioni e
di altri organi collegiali o assembleari;
b) per l'esclusivo svolgimento di una funzione di
controllo, di indirizzo politico o di sindacato ispettivo e
per l'accesso a documenti riconosciuto dalla legge e dai
regolamenti degli organi interessati per esclusive
finalita' direttamente connesse all'espletamento di un
mandato elettivo.
5. I dati sensibili e giudiziari trattati per le
finalita' di cui al comma 1 possono essere comunicati e
diffusi nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti.
Non e' comunque consentita la divulgazione dei dati
sensibili e giudiziari che non risultano indispensabili per
assicurare il rispetto del principio di pubblicita'
dell'attivita' istituzionale, fermo restando il divieto di
diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute.».
«Art. 66 (Materia tributaria e doganale). - 1. Si
considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli
articoli 20 e 21, le attivita' dei soggetti pubblici
dirette all'applicazione, anche tramite i loro
concessionari, delle disposizioni in materia di tributi, in
relazione ai contribuenti, ai sostituti e ai responsabili
di imposta, nonche' in materia di deduzioni e detrazioni e
per l'applicazione delle disposizioni la cui esecuzione e'
affidata alle dogane.
2. Si considerano inoltre di rilevante interesse
pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le attivita'
dirette, in materia di imposte, alla prevenzione e
repressione delle violazioni degli obblighi e alla adozione
dei provvedimenti previsti da leggi, regolamenti o dalla
normativa comunitaria, nonche' al controllo e alla
esecuzione forzata dell'esatto adempimento di tali
obblighi, alla effettuazione dei rimborsi, alla
destinazione di quote d'imposta, e quelle dirette alla
gestione ed alienazione di immobili statali, all'inventario
e alla qualificazione degli immobili e alla conservazione
dei registri immobiliari.».
«Art. 67 (Attivita' di controllo e ispettive). - 1. Si
considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli
articoli 20 e 21, le finalita' di:
a) verifica della legittimita', del buon andamento,
dell'imparzialita' dell'attivita' amministrativa, nonche'
della rispondenza di detta attivita' a requisiti di
razionalita', economicita', efficienza ed efficacia per le
quali sono, comunque, attribuite dalla legge a soggetti
pubblici funzioni di controllo, di riscontro ed ispettive
nei confronti di altri soggetti;
b) accertamento, nei limiti delle finalita'
istituzionali, con riferimento a dati sensibili e
giudiziari relativi ad esposti e petizioni, ovvero ad atti
di controllo o di sindacato ispettivo di cui all'art. 65,
comma 4.».
«Art. 68 (Benefici economici ed abilitazioni). - 1. Si
considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli
articoli 20 e 21, le finalita' di applicazione della
disciplina in materia di concessione, liquidazione,
modifica e revoca di benefici economici, agevolazioni,
elargizioni, altri emolumenti e abilitazioni.
2. Si intendono ricompresi fra i trattamenti regolati
dal presente articolo anche quelli indispensabili in
relazione:
a) alle comunicazioni, certificazioni ed informazioni
previste dalla normativa antimafia;
b) alle elargizioni di contributi previsti dalla
normativa in materia di usura e di vittime di richieste
estorsive;
c) alla corresponsione delle pensioni di guerra o al
riconoscimento di benefici in favore di perseguitati
politici e di internati in campo di sterminio e di loro
congiunti;
d) al riconoscimento di benefici connessi
all'invalidita' civile;
e) alla concessione di contributi in materia di
formazione professionale;
f) alla concessione di contributi, finanziamenti,
elargizioni ed altri benefici previsti dalla legge, dai
regolamenti o dalla normativa comunitaria, anche in favore
di associazioni, fondazioni ed enti;
g) al riconoscimento di esoneri, agevolazioni o
riduzioni tariffarie o economiche, franchigie, o al
rilascio di concessioni anche radiotelevisive, licenze,
autorizzazioni, iscrizioni ed altri titoli abilitativi
previsti dalla legge, da un regolamento o dalla normativa
comunitaria.
3. Il trattamento puo' comprendere la diffusione nei
soli casi in cui cio' e' indispensabile per la trasparenza
delle attivita' indicate nel presente articolo, in
conformita' alle leggi, e per finalita' di vigilanza e di
controllo conseguenti alle attivita' medesime, fermo
restando il divieto di diffusione dei dati idonei a
rivelare lo stato di salute.».
«Art. 69 (Onorificenze, ricompense e
riconoscimenti). - 1. Si considerano di rilevante interesse
pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalita' di
applicazione della disciplina in materia di conferimento di
onorificenze e ricompense, di riconoscimento della
personalita' giuridica di associazioni, fondazioni ed enti,
anche di culto, di accertamento dei requisiti di
onorabilita' e di professionalita' per le nomine, per i
profili di competenza del soggetto pubblico, ad uffici
anche di culto e a cariche direttive di persone giuridiche,
imprese e di istituzioni scolastiche non statali, nonche'
di rilascio e revoca di autorizzazioni o abilitazioni, di
concessione di patrocini, patronati e premi di
rappresentanza, di adesione a comitati d'onore e di
ammissione a cerimonie ed incontri istituzionali.».
«Art. 71 (Attivita' sanzionatorie e di tutela). - 1. Si
considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli
articoli 20 e 21, le finalita':
a) di applicazione delle norme in materia di sanzioni
amministrative e ricorsi;
b) volte a far valere il diritto di difesa in sede
amministrativa o giudiziaria, anche da parte di un terzo,
anche ai sensi dell'art. 391-quater del codice di procedura
penale, o direttamente connesse alla riparazione di un
errore giudiziario o in caso di violazione del termine
ragionevole del processo o di un'ingiusta restrizione della
liberta' personale.
2. Quando il trattamento concerne dati idonei a
rivelare lo stato di salute o la vita sessuale, il
trattamento e' consentito se il diritto da far valere o
difendere, di cui alla lettera b) del comma 1, e' di rango
almeno pari a quello dell'interessato, ovvero consiste in
un diritto della personalita' o in un altro diritto o
liberta' fondamentale e inviolabile.».
«Art. 72 (Rapporti con enti di culto). - 1. Si
considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli
articoli 20 e 21, le finalita' relative allo svolgimento
dei rapporti istituzionali con enti di culto, confessioni
religiose e comunita' religiose.».
«Art. 73 (Altre finalita' in ambito amministrativo e
sociale). - 1. Si considerano di rilevante interesse
pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, nell'ambito
delle attivita' che la legge demanda ad un soggetto
pubblico, le finalita' socio-assistenziali, con particolare
riferimento a:
a) interventi di sostegno psico-sociale e di
formazione in favore di giovani o di altri soggetti che
versano in condizioni di disagio sociale, economico o
familiare;
b) interventi anche di rilievo sanitario in favore di
soggetti bisognosi o non autosufficienti o incapaci, ivi
compresi i servizi di assistenza economica o domiciliare,
di telesoccorso, accompagnamento e trasporto;
c) assistenza nei confronti di minori, anche in
relazione a vicende giudiziarie;
d) indagini psico-sociali relative a provvedimenti di
adozione anche internazionale;
e) compiti di vigilanza per affidamenti temporanei;
f) iniziative di vigilanza e di sostegno in
riferimento al soggiorno di nomadi;
g) interventi in tema di barriere architettoniche.
2. Si considerano, altresi', di rilevante interesse
pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, nell'ambito
delle attivita' che la legge demanda ad un soggetto
pubblico, le finalita':
a) di gestione di asili nido;
b) concernenti la gestione di mense scolastiche o la
fornitura di sussidi, contributi e materiale didattico;
c) ricreative o di promozione della cultura e dello
sport, con particolare riferimento all'organizzazione di
soggiorni, mostre, conferenze e manifestazioni sportive o
all'uso di beni immobili o all'occupazione di suolo
pubblico;
d) di assegnazione di alloggi di edilizia
residenziale pubblica;
e) relative alla leva militare;
f) di polizia amministrativa anche locale, salvo
quanto previsto dall'art. 53, con particolare riferimento
ai servizi di igiene, di polizia mortuaria e ai controlli
in materia di ambiente, tutela delle risorse idriche e
difesa del suolo;
g) degli uffici per le relazioni con il pubblico;
h) in materia di protezione civile;
i) di supporto al collocamento e all'avviamento al
lavoro, in particolare a cura di centri di iniziativa
locale per l'occupazione e di sportelli-lavoro;
l) dei difensori civici regionali e locali.».
«Art. 85 (Compiti del Servizio sanitario
nazionale). - 1. Fuori dei casi di cui al comma 2, si
considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli
articoli 20 e 21, le finalita' che rientrano nei compiti
del Servizio sanitario nazionale e degli altri organismi
sanitari pubblici relative alle seguenti attivita':
a) attivita' amministrative correlate a quelle di
prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei soggetti
assistiti dal Servizio sanitario nazionale, ivi compresa
l'assistenza degli stranieri in Italia e dei cittadini
italiani all'estero, nonche' di assistenza sanitaria
erogata al personale navigante ed aeroportuale;
b) programmazione, gestione, controllo e valutazione
dell'assistenza sanitaria;
c) vigilanza sulle sperimentazioni, farmacovigilanza,
autorizzazione all'immissione in commercio e
all'importazione di medicinali e di altri prodotti di
rilevanza sanitaria;
d) attivita' certificatorie;
e) l'applicazione della normativa in materia di
igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e di sicurezza e
salute della popolazione;
f) le attivita' amministrative correlate ai trapianti
d'organo e di tessuti, nonche' alle trasfusioni di sangue
umano, anche in applicazione della legge 4 maggio 1990, n.
107;
g) instaurazione, gestione, pianificazione e
controllo dei rapporti tra l'amministrazione ed i soggetti
accreditati o convenzionati del Servizio sanitario
nazionale.
2. Il comma 1 non si applica ai trattamenti di dati
idonei a rivelare lo stato di salute effettuati da
esercenti le professioni sanitarie o da organismi sanitari
pubblici per finalita' di tutela della salute o
dell'incolumita' fisica dell'interessato, di un terzo o
della collettivita', per i quali si osservano le
disposizioni relative al consenso dell'interessato o
all'autorizzazione del Garante ai sensi dell'art. 76.
3. All'identificazione dei tipi di dati idonei a
rivelare lo stato di salute e di operazioni su essi
eseguibili e' assicurata ampia pubblicita', anche tramite
affissione di una copia o di una guida illustrativa presso
ciascuna azienda sanitaria e presso gli studi dei medici di
medicina generale e dei pediatri di libera scelta.
4. Il trattamento di dati identificativi
dell'interessato e' lecito da parte dei soli soggetti che
perseguono direttamente le finalita' di cui al comma 1.
L'utilizzazione delle diverse tipologie di dati e'
consentita ai soli incaricati, preposti, caso per caso,
alle specifiche fasi delle attivita' di cui al medesimo
comma, secondo il principio dell'indispensabilita' dei dati
di volta in volta trattati.».
«Art. 86 (Altre finalita' di rilevante interesse
pubblico). - 1. Fuori dei casi di cui agli articoli 76 e
85, si considerano di rilevante interesse pubblico, ai
sensi degli articoli 20 e 21, le finalita', perseguite
mediante trattamento di dati sensibili e giudiziari,
relative alle attivita' amministrative correlate
all'applicazione della disciplina in materia di:
a) tutela sociale della maternita' e di interruzione
volontaria della gravidanza, con particolare riferimento a
quelle svolte per la gestione di consultori familiari e
istituzioni analoghe, per l'informazione, la cura e la
degenza delle madri, nonche' per gli interventi di
interruzione della gravidanza;
b) stupefacenti e sostanze psicotrope, con
particolare riferimento a quelle svolte al fine di
assicurare, anche avvalendosi di enti ed associazioni senza
fine di lucro, i servizi pubblici necessari per
l'assistenza socio-sanitaria ai tossicodipendenti, gli
interventi anche di tipo preventivo previsti dalle leggi e
l'applicazione delle misure amministrative previste;
c) assistenza, integrazione sociale e diritti delle
persone handicappate effettuati, in particolare, al fine
di:
1) accertare l'handicap ed assicurare la
funzionalita' dei servizi terapeutici e riabilitativi, di
aiuto personale e familiare, nonche' interventi economici
integrativi ed altre agevolazioni;
2) curare l'integrazione sociale, l'educazione,
l'istruzione e l'informazione alla famiglia del portatore
di handicap, nonche' il collocamento obbligatorio nei casi
previsti dalla legge;
3) realizzare comunita-alloggio e centri socio
riabilitativi;
4) curare la tenuta degli albi degli enti e delle
associazioni ed organizzazioni di volontariato impegnati
nel settore.
2. Ai trattamenti di cui al presente articolo si
applicano le disposizioni di cui all'art. 85, comma 4.».
«Art. 112 (Finalita' di rilevante interesse
pubblico). - 1. Si considerano di rilevante interesse
pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalita' di
instaurazione e gestione da parte di soggetti pubblici di
rapporti di lavoro di qualunque tipo, dipendente o
autonomo, anche non retribuito o onorario o a tempo
parziale o temporaneo, e di altre forme di impiego che non
comportano la costituzione di un rapporto di lavoro
subordinato.
2. Tra i trattamenti effettuati per le finalita' di cui
al comma 1, si intendono ricompresi, in particolare, quelli
effettuati al fine di:
a) applicare la normativa in materia di collocamento
obbligatorio e assumere personale anche appartenente a
categorie protette;
b) garantire le pari opportunita';
c) accertare il possesso di particolari requisiti
previsti per l'accesso a specifici impieghi, anche in
materia di tutela delle minoranze linguistiche, ovvero la
sussistenza dei presupposti per la sospensione o la
cessazione dall'impiego o dal servizio, il trasferimento di
sede per incompatibilita' e il conferimento di speciali
abilitazioni;
d) adempiere ad obblighi connessi alla definizione
dello stato giuridico ed economico, ivi compreso il
riconoscimento della causa di servizio o dell'equo
indennizzo, nonche' ad obblighi retributivi, fiscali o
contabili, relativamente al personale in servizio o in
quiescenza, ivi compresa la corresponsione di premi e
benefici assistenziali;
e) adempiere a specifici obblighi o svolgere compiti
previsti dalla normativa in materia di igiene e sicurezza
del lavoro o di sicurezza o salute della popolazione,
nonche' in materia sindacale;
f) applicare, anche da parte di enti previdenziali ed
assistenziali, la normativa in materia di previdenza ed
assistenza ivi compresa quella integrativa, anche in
applicazione del decreto legislativo 29 luglio 1947, n.
804, del Capo provvisorio dello Stato, riguardo alla
comunicazione di dati, anche mediante reti di comunicazione
elettronica, agli istituti di patronato e di assistenza
sociale, alle associazioni di categoria e agli ordini
professionali che abbiano ottenuto il consenso
dell'interessato ai sensi dell'art. 23 in relazione a tipi
di dati individuati specificamente;
g) svolgere attivita' dirette all'accertamento della
responsabilita' civile, disciplinare e contabile ed
esaminare i ricorsi amministrativi in conformita' alle
norme che regolano le rispettive materie;
h) comparire in giudizio a mezzo di propri
rappresentanti o partecipare alle procedure di arbitrato o
di conciliazione nei casi previsti dalla legge o dai
contratti collettivi di lavoro;
i) salvaguardare la vita o l'incolumita' fisica
dell'interessato o di terzi;
l) gestire l'anagrafe dei pubblici dipendenti e
applicare la normativa in materia di assunzione di
incarichi da parte di dipendenti pubblici, collaboratori e
consulenti;
m) applicare la normativa in materia di
incompatibilita' e rapporti di lavoro a tempo parziale;
n) svolgere l'attivita' di indagine e ispezione
presso soggetti pubblici;
o) valutare la qualita' dei servizi resi e dei
risultati conseguiti.
3. La diffusione dei dati di cui alle lettere m), n)
ed o) del comma 2 e' consentita in forma anonima e,
comunque, tale da non consentire l'individuazione
dell'interessato.».
- Per l'art. 22 del citato decreto legislativo
30 giugno 2003, n. 196, vedi note alle premesse.



 
Art. 3.
Riferimenti normativi

1. Onde consentire una piu' agevole lettura del presente regolamento, le disposizioni di legge citate nella parte descrittiva delle «fonti normative» degli allegati, si intendono riferite anche alle successive modifiche e integrazioni.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.
Roma, 12 dicembre 2006

Il Ministro: Mastella

Visto, il Guardasigilli: Mastella Registrato alla Corte dei conti il 5 gennaio 2007

Ministeri istituzionali, registro n. 1, foglio n. 20
 
----> Vedere Allegati da pag. 8 a pag. 31 <----
 
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