Gazzetta n. 159 del 11 luglio 2007 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 maggio 2007, n. 91
Regolamento per il riordino degli organismi operanti nel Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie, a norma dell'articolo 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l'articolo 87 della Costituzione;
Visto l'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, ed in particolare l'articolo 29;
Visto il decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2007, n. 17, ed in particolare l'articolo 4, comma 1;
Vista la legge 16 aprile 1987, n. 183, ed in particolare l'articolo 19 che autorizza la costituzione della «Commissione per il recepimento delle normative comunitarie»;
Visti gli articoli 12 e 76 della legge 19 febbraio 1992, n. 142, che rispettivamente prevedono il «Comitato tecnico-consultivo per la riparazione delle violazioni comunitarie in materia di appalti e forniture» e il «Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie»;
Visto l'articolo 2, comma 4, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, che prevede l'istituzione del «Comitato tecnico permanente» presso il Dipartimento per le politiche comunitarie;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 9 gennaio 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 28 del 3 febbraio 2006, recante regolamento per il funzionamento del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Visto l'articolo 58 della legge 22 febbraio 1994, n. 146, che istituisce il «Comitato per lo sviluppo della formazione comunitaria»;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 16 marzo 2007;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva sugli atti normativi nell'adunanza del 16 aprile 2007;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 4 maggio 2007;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per le politiche europee, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, per l'attuazione del programma di Governo, per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie locali e delle politiche agricole alimentari e forestali;

E m a n a

il seguente regolamento:

Art. 1.

Individuazione degli organismi

1. Nell'ambito del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie sono confermati e continuano ad operare:
a) la Commissione per il recepimento delle normative comunitarie, istituita ai sensi dell'articolo 19 della legge 16 aprile 1987, n. 183;
b) il Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie, istituito ai sensi dell'articolo 76, comma 2, della legge 19 febbraio 1992, n. 142;
c) il Comitato tecnico permanente istituito, ai sensi dell'articolo 2, comma 4, della legge 4 febbraio 2005, n. 11.



Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo
fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge
alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il
valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita'
europee (GUCE).

Note alle premesse:

- L'art. 87 della Costituzione conferisce, tra l'altro,
al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le
leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge ed i
regolamenti.
- L'art. 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, recante
«Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della
Presidenza del Consiglio dei Ministri», pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale 12 settembre 1988, n. 214, supplemento
ordinario, cosi' recita:
«Art. 17 (Regolamenti). - 1. Con decreto del Presidente
della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve
pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono
essere emanati regolamenti per disciplinare:
a) l'esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi, nonche' dei regolamenti comunitari;
b) l'attuazione e l'integrazione delle leggi e dei
decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi
quelli relativi a materie riservate alla competenza
regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di
leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si
tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l'organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate
dalla legge.
2. Con decreto del Presidente della Repubblica,
previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il
Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la
disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta
di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi
della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta'
regolamentare del Governo, determinano le norme generali
regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle
norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle
norme regolamentari.
3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di
autorita' sottordinate al Ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' Ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione.
4. I regolamenti di cui al comma 1 ed i regolamenti
ministeriali ed interministeriali, che devono recare la
denominazione di «regolamento», sono adottati previo parere
del Consiglio di Stato, sottoposti al visto ed alla
registrazione della Corte dei conti e pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale.
4-bis. L'organizzazione e la disciplina degli uffici
dei Ministeri sono determinate, con regolamenti emanati ai
sensi del comma 2, su proposta del Ministro competente
d'intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con
il Ministro del tesoro, nel rispetto dei principi posti dal
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, con i contenuti e con l'osservanza dei
criteri che seguono:
a) riordino degli uffici di diretta collaborazione
con i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, stabilendo che
tali uffici hanno esclusive competenze di supporto
dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo
e l'amministrazione;
b) individuazione degli uffici di livello
dirigenziale generale, centrali e periferici, mediante
diversificazione tra strutture con funzioni finali e con
funzioni strumentali e loro organizzazione per funzioni
omogenee e secondo criteri di flessibilita' eliminando le
duplicazioni funzionali;
c) previsione di strumenti di verifica periodica
dell'organizzazione e dei risultati;
d) indicazione e revisione periodica della
consistenza delle piante organiche;
e) previsione di decreti ministeriali di natura non
regolamentare per la definizione dei compiti delle unita'
dirigenziali nell'ambito degli uffici dirigenziali
generali.».
- L'art. 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223,
convertito con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n.
248, recante «Disposizioni urgenti per il rilancio
economico e sociale, per il contenimento e la
razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi
in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale»,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 luglio 2006, n. 153,
cosi' recita:
«Art. 29 (Contenimento spesa per commissioni comitati
ed altri organismi). - 1. Fermo restando il divieto
previsto dall'art. 18, comma 1, della legge 28 dicembre
2001, n. 448, la spesa complessiva sostenuta dalle
amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive
modificazioni, per organi collegiali e altri organismi,
anche monocratici, comunque denominati, operanti nelle
predette amministrazioni, e' ridotta del trenta per cento
rispetto a quella sostenuta nell'anno 2005. Ai suddetti
fini le amministrazioni adottano con immediatezza, e
comunque entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore
del presente decreto, le necessarie misure di adeguamento
ai nuovi limiti di spesa. Tale riduzione si aggiunge a
quella prevista dall'art. 1, comma 58, della legge
23 dicembre 2005, n. 266.
2. Per realizzare le finalita' di contenimento delle
spese di cui al comma 1, per le amministrazioni statali si
procede, entro centoventi giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto, al riordino degli organismi,
anche mediante soppressione o accorpamento delle strutture,
con regolamenti da emanare ai sensi dell'art. 17, comma 2,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, per gli organismi
previsti dalla legge o da regolamento e, per i restanti,
con decreto del Presidente dei Consiglio dei Ministri, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, su
proposta dei Ministro competente. I provvedimenti tengono
conto dei seguenti criteri:
a) eliminazione delle duplicazioni organizzative e
funzionali;
b) razionalizzazione delle competenze delle strutture
che svolgono funzioni omogenee;
c) limitazione del numero delle strutture di supporto
a quelle strettamente indispensabili al funzionamento degli
organismi;
d) diminuzione del numero dei componenti degli
organismi;
e) riduzione dei compensi spettanti ai componenti
degli organismi;
e-bis) indicazione di un termine di durata, non
superiore a tre anni, con la previsione che alla scadenza
l'organismo e' da intendersi automaticamente soppresso;
e-ter) previsione di una relazione di fine mandato
sugli obiettivi realizzati dagli organismi, da presentare
all'amministrazione competente e alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
2-bis. La Presidenza del Consiglio dei Ministri valuta,
prima della scadenza del termine di durata degli organismi
individuati dai provvedimenti previsti dai commi 2 e 3, di
concerto con l'amministrazione di settore competente, la
perdurante utilita' dell'organismo proponendo le
conseguenti iniziative per l'eventuale proroga della durata
dello stesso.
3. Le amministrazioni non statali sono tenute a
provvedere, entro lo stesso termine e sulla base degli
stessi criteri di cui al comma 2, con atti di natura
regolamentare previsti dai rispettivi ordinamenti, da
sottoporre alla verifica degli organi interni di controllo
e all'approvazione dell'amministrazione vigilante, ove
prevista. Nelle more dell'adozione dei predetti regolamenti
le stesse amministrazioni assicurano il rispetto del limite
di spesa di cui al comma 1 entro il termine ivi previsto.
4. Ferma restando la realizzazione degli obiettivi di
risparmio di spesa di cui al comma 1, gli organismi non
individuati dai provvedimenti previsti dai commi 2 e 3
entro il 15 maggio 2007 sono soppressi. A tale fine, i
regolamenti ed i decreti di cui al comma 2, nonche' gli
atti di natura regolamentare di cui al comma 3, devono
essere trasmessi per l'acquisizione dei prescritti pareri,
ovvero per la verifica da parte degli organi interni di
controllo e per l'approvazione da parte
dell'amministrazione vigilante, ove prevista, entro il
28 febbraio 2007.
5. Scaduti i termini di cui ai commi 1, 2 e 3 senza che
si sia provveduto agli adempimenti ivi previsti e' fatto
divieto alle amministrazioni di corrispondere compensi ai
componenti degli organismi di cui al comma 1.
6. Le disposizioni del presente articolo non trovano
diretta applicazione alle regioni, alle province autonome,
agli enti locali e agli enti del Servizio sanitario
nazionale, per i quali costituiscono disposizioni di
principio al fini del coordinamento della finanza pubblica.
7. Le disposizioni del presente articolo non si
applicano ai commissari straordinari del Governo di cui
all'art. 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e agli
organi di direzione, amministrazione e controllo.».
- L'art. 4, comma 1, del decreto-legge 28 dicembre
2006, n. 300, convertito, con modificazioni, dalla legge
26 febbraio 2007, n. 17, recante «Proroga di termini
previsti da disposizioni legislative e disposizioni
diverse», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 28 dicembre
2006, n. 300, cosi' recita:
«Art. 4 (Disposizioni in tema di enti ed organismi
pubblici, nonche' di attivita' produttive). - 1. All'art.
29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, il
comma 4 e' sostituito dal seguente:
«4. Ferma restando la realizzazione degli obiettivi di
risparmio di spesa di cui al comma 1, gli organismi non
individuati dai provvedimenti previsti dai commi 2 e 3
entro il 15 maggio 2007 sono soppressi. A tale fine, i
regolamenti ed i decreti di cui al comma 2, nonche' gli
atti di natura regolamentare di cui al comma 3, devono
essere trasmessi per l'acquisizione dei prescritti pareri,
ovvero per la verifica da parte degli organi interni di
controllo e per l'approvazione da parte
dell'amministrazione vigilante, ove prevista, entro il
28 febbraio 2007.».
- L'art. 19 della legge 16 aprile 1987, n. 183, recante
«Coordinamento delle politiche riguardanti l'appartenenza
dell'Italia alle Comunita' europee ed adeguamento
dell'ordinamento interno agli atti normativi comunitari»,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 13 maggio 1987, n. 109,
supplemento ordinario, cosi' recita:
«Art. 19 (Commissione per il recepimento delle
normative comunitarie). - 1. Al fine di favorire il
sollecito recepimento delle normative comunitarie e'
autorizzata la costituzione di una commissione, presso il
Dipartimento per il coordinamento delle politiche
comunitarie, formata da funzionari del Dipartimento stesso
e delle Amministrazioni dello Stato interessate e da un
magistrato del Consiglio di Stato, nominati con decreto del
Ministro per il coordinamento delle politiche
comunitarie.».
- Gli articoli 12 e 76 della legge 19 febbraio 1992, n.
142, recante «Disposizioni per l'adempimento di obblighi
derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita'
europee (legge comunitaria per il 1991)», pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale 20 febbraio 1992, n. 42, supplemento
ordinario, cosi' recitano:
«Art. 12 (Procedura per la riparazione delle violazioni
comunitarie in materia di appalti e forniture). - 1. Nei
casi in cui la Commissione delle Comunita' europee si
avvale della procedura prevista dall'art. 3 della direttiva
del Consiglio 89/665/CE per la correzione di una violazione
chiara e manifesta delle disposizioni comunitarie in
materia di appalti o di forniture commessa in una procedura
di aggiudicazione disciplinata dalle direttive del
Consiglio 71/305/CEE e 77/62/CEE, si applicano le
disposizioni di cui ai commi seguenti.
2. La contestazione della Commissione, non appena
notificata allo Stato, e' sottoposta all'esame di un
Comitato tecnico-consultivo da istituirsi, nell'ambito
della Commissione di cui all'art. 19 della legge 16 aprile
1987, n. 183, con decreto del Ministro per il coordinamento
delle politiche comunitarie, composto da rappresentanti del
Dipartimento per il coordinamento delle politiche
comunitarie e dei Ministeri del tesoro, dei lavori
pubblici, dell'industria, del commercio e dell'artigianato,
nonche' del Ministero interessato in relazione all'oggetto
dell'affare.
3. Il soggetto aggiudicatore, entro cinque giorni dalla
ricevuta notificazione, trasmette al Comitato gli elementi
utili per la valutazione e partecipa con un proprio
rappresentante alle sedute del Comitato.
4. Il Comitato tecnico-consultivo riferisce al Ministro
per il coordinamento delle politiche comunitarie, che
provvede alla formulazione della risposta da trasmettere
alla Commissione, d'intesa con il Ministro competente se
l'autorita' aggiudicatrice e' una amministrazione centrale
dello Stato.
5. Se la risposta prevede la necessita' di adottare
misure correttive e l'autorita' aggiudicatrice e' un ente
pubblico diverso dallo Stato, il Ministro per il
coordinamento delle politiche comunitarie la trasmette
preventivamente al Presidente del Consiglio dei Ministri
con valore di proposta ai sensi dell'art. 12 della legge
9 marzo 1989, n. 86.».
«Art. 76 - (Organismi di coordinamento operanti presso
il Dipartimento per il coordinamento delle politiche
comunitarie). - 1. Nell'ambito della Commissione di cui
all'art. 19 della legge 16 aprile 1987, n. 183, il Ministro
per il coordinamento delle politiche comunitarie puo'
istituire, in aggiunta alle sottocommissioni per
l'attuazione delle direttive comunitarie, anche
sottocommissioni per specifici problemi comunque attinenti
all'adempimento di obblighi comunitari, nonche' per
predisporre la relazione di cui all'art. 7 della legge
9 marzo 1989, n. 86.
2. Presso il Dipartimento per il coordinamento delle
politiche comunitarie e' istituito il Comitato per la lotta
contro le frodi comunitarie. Il Comitato e' costituito con
decreto del Ministro per il coordinamento delle politiche
comunitarie ed e' formato da funzionari designati dalle
amministrazioni interessate alla lotta contro le frodi
comunitarie con particolare riferimento alle frodi fiscali,
agricole ed alla corretta utilizzazione dei fondi
comunitari.
3. Il compenso previsto dall'art. 19, comma 2, della
legge 16 aprile 1987, n. 183, e' erogato anche ai
componenti del Comitato consultivo di cui all'art. 4 della
medesima legge, nonche' a quelli del Comitato istituito ai
sensi del comma 2 del presente articolo e del Comitato
tecnico-consultivo previsto dall'art. 12, comma 2, della
presente legge.
4. Al relativo onere, valutato complessivamente in lire
100 milioni annui, si provvede mediante riduzione dello
stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale
1991-1993, al capitolo 6856 dello stato di previsione del
Ministero del tesoro per l'anno 1991, all'uopo utilizzando
parte dell'accantonamento "Iniziative di enti ed organismi
pubblici e privati per l'attuazione di interventi di
promozione della cultura dell'innovazione tecnologica di
qualita'".
5. Il Ministro del tesoro e' autorizzato ad apportare,
con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.».
- L'art. 2, comma 4, della legge 4 febbraio 2005, n.
11, recante «Norme generali sulla partecipazione
dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e
sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari»,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 15 febbraio 2005, n.
37, cosi' recita:
«Art. 2 (Comitato interministeriale per gli affari
comunitari europei). - 1. - 2. - 3. (Omissis).
4. Per la preparazione delle proprie riunioni, il CIACE
si avvale di un comitato tecnico permanente istituito
presso il Dipartimento per le politiche comunitarie,
coordinato e presieduto dal Ministro per le politiche
comunitarie o da un suo delegato. Di tale comitato tecnico
fanno parte direttori generali o alti funzionari con
qualificata specializzazione in materia, designati da
ognuna delle amministrazioni del Governo. Quando si
trattano questioni che interessano anche le regioni e le
province autonome, il comitato tecnico, integrato dagli
assessori regionali competenti per le materie in
trattazione o loro delegati, e' convocato e presieduto dal
Ministro per le politiche comunitarie, in accordo con il
Ministro per gli affari regionali, presso la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano. Il funzionamento
del CIACE e del comitato tecnico permanente sono
disciplinati, rispettivamente, con decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri e con decreto del Ministro per
le politiche comunitarie.».
- L'art. 58 della legge 22 febbraio 1994, n. 146,
recante «Disposizioni per l'adempimento di obblighi
derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita'
europee - legge comunitaria 1993», pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale 4 marzo 1994, n. 52, supplemento
ordinario, recita:
«Art. 58 (Sviluppo della formazione comunitaria). - 1.
Presso il Dipartimento per il coordinamento delle politiche
comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri e'
istituito il Comitato per lo sviluppo della formazione
comunitaria, con lo scopo di assumere iniziative dirette a
diffondere e incrementare, nel personale pubblico e nel
settore privato, la conoscenza e l'esperienza delle
attivita' delle Comunita' europee, anche con riguardo alla
loro incidenza sulla funzione pubblica e sull'economia
nazionale.
2. Il Comitato e' assistito dalle strutture del
Dipartimento e puo' valersi di risorse ordinarie di
bilancio del Dipartimento medesimo, oltre che di contributi
di altri organismi pubblici e privati e di istituzioni
comunitarie.
3. I contributi privati di cui al comma 2, da versarsi
all'entrata del bilancio statale, sono riassegnati, con
decreto del Ministro del tesoro, ad apposito capitolo dello
stato di previsione della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, per essere destinati al funzionamento del
predetto Comitato.
4. Con decreto del Ministro per il coordinamento delle
politiche comunitarie, da emanare ai sensi dell'art. 17
della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono regolati la
composizione, l'organizzazione e il funzionamento del
Comitato, prevedendo la partecipazione di Amministrazioni
dello Stato e di altri soggetti pubblici o privati, con
particolare riguardo alle organizzazioni imprenditoriali
dell'industria, del commercio, dell'artigianato nonche'
alle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative
a livello nazionale ed aderenti ad unioni europee, che
contribuiscano alle attivita' del Comitato.».
Note all'art. 1:
- Per l'art. 19 della legge 16 aprile 1987, n. 183, si
vedano le note alle premesse.
- Per l'art. 76 della legge 19 febbraio 1992, n. 142,
si vedano le note alle premesse.
- Per l'art. 2 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, si
vedano le note alle premesse.



 
Art. 2.

Commissione per l'attuazione della normativa comunitaria e relativi
gruppi di lavoro

1. La Commissione per il recepimento delle normative comunitarie e relative sottocommissioni sono ridenominate: Commissione per l'attuazione della normativa comunitaria e relativi gruppi di lavoro.
2. La Commissione per l'attuazione della normativa comunitaria svolge funzioni di proposta e consulenza per il coordinamento delle iniziative e delle attivita' governative volte alla sollecita attuazione della normativa comunitaria nell'ordinamento nazionale.
3. La Commissione, presieduta dal Ministro per le politiche europee o da un suo delegato, e' composta dal Capo dell'ufficio legislativo del Ministro per le politiche europee, nonche' dai Capi degli uffici legislativi degli altri Ministeri e dei Dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alle riunioni della Commissione partecipa anche il Capo del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie.
4. Il Ministro per le politiche europee convoca la Commissione con cadenza almeno semestrale e stabilisce l'ordine del giorno delle sedute.
5. La Commissione e' assistita dalla segreteria dell'Ufficio legislativo del Ministro per le politiche europee.
6. Nell'ambito della Commissione operano i gruppi di lavoro, i quali collaborano principalmente alla elaborazione o alla redazione dei provvedimenti normativi di attuazione delle direttive o di altri atti comunitari. A tale fine l'amministrazione con competenza prevalente nella materia predispone lo schema del provvedimento di attuazione e lo trasmette, almeno sei mesi prima della scadenza del termine di recepimento, al Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per le politiche europee, il quale provvede alla convocazione del gruppo di lavoro.
7. I gruppi di lavoro sono composti:
a) da funzionari del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie e dei Ministeri degli affari esteri, dell'economia e delle finanze e della giustizia, nonche' da funzionari delle amministrazioni di volta in volta interessate in relazione alle materie trattate;
b) eventualmente da uno o piu' componenti, scelti all'interno di un elenco di quindici esperti di elevata qualificazione giuridico-amministrativa o tecnico-scientifica, nominati con decreto del Ministro per le politiche europee, su proposta del Capo dell'Ufficio legislativo; l'incarico di esperto ha durata triennale.
8. I gruppi di lavoro sono presieduti dal Capo dell'Ufficio legislativo del Ministro per le politiche europee o da un suo delegato.
9. La partecipazione alla Commissione e ai gruppi di lavoro non comporta alcun onere economico a carico dell'amministrazione, neanche derivante dal funzionamento degli stessi organismi.
 
Art. 3.

Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie

1. Il Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie ha funzioni consultive e di indirizzo per il coordinamento delle attivita' di contrasto delle frodi e delle irregolarita' attinenti in particolare al settore fiscale e a quello della politica agricola comune e dei fondi strutturali; tratta altresi' le questioni connesse al flusso delle comunicazioni in materia di indebite percezioni di finanziamenti comunitari ed ai recuperi degli importi indebitamente pagati, di cui al regolamento (CE) 1828/06 della Commissione, dell'8 dicembre 2006, e al regolamento (CE) 1848/06 della Commissione, del 14 dicembre 2006, e successive modificazioni, nonche' quelle relative all'elaborazione dei questionari inerenti alle relazioni annuali, da trasmettere alla Commissione europea in base all'articolo 280 del Trattato che istituisce la Comunita' europea.
2. Il Comitato, presieduto dal Ministro per le politiche europee o da un suo delegato, e' composto:
a) dal Capo del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie;
b) dal Comandante del Nucleo della Guardia di finanza per la repressione delle frodi comunitarie istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 11 gennaio 1995;
c) dai dirigenti generali degli uffici del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie;
d) dai dirigenti generali designati dalle amministrazioni interessate al contrasto delle frodi fiscali, agricole ed alla corretta utilizzazione dei fondi comunitari, che sono nominati dal Ministro per le politiche europee;
e) dai componenti designati dalla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
3. Alle riunioni del Comitato sara' di volta in volta richiesta, a seconda degli argomenti all'ordine del giorno, la partecipazione dei membri designati dalle amministrazioni interessate e dalla Conferenza unificata.
4. Il Comitato si avvale di una segreteria tecnica composta da personale del Dipartimento e del citato Nucleo della Guardia di finanza.
5. La partecipazione al Comitato non comporta alcun onere economico a carico dell'amministrazione, neanche derivante dal funzionamento dello stesso Comitato.



Note all'art. 3:
- Il regolamento (CE) 1828/06 della Commissione,
dell'8 dicembre 2006, che stabilisce modalita' di
applicazione del regolamento (CE) n. 1083/2006 del
Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo
di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul
Fondo di coesione e del regolamento (CE) n. 1080/2006 del
Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo
europeo di sviluppo regionale, e' pubblicato nella G.U.U.E.
27 dicembre 2006, n. L 371.
- Il regolamento (CE) 1848/2006 della Commissione, del
14 dicembre 2006, relativo alle irregolarita' e al recupero
delle somme indebitamente pagate nell'ambito dei
finanziamento della politica agricola comune nonche'
all'instaurazione di un sistema d'informazione in questo
settore e che abroga il regolamento (CEE) n. 595/91 del
Consiglio, e' pubblicato nella G.U.U.E. 15 dicembre 2006,
n. L 355.
- Il Trattato che istituisce la Comunita' europea,
nella versione consolidata, e' pubblicato nella G.U.C.E.
24 dicembre 2002, n. c 325.



 
Art. 4.

Comitato tecnico permanente istituito ai sensi dell'articolo 2,
comma 4, della legge 4 febbraio 2005, n. 11

1. Restano ferme le disposizioni relative al Comitato tecnico permanente istituito ai sensi dell'articolo 2, comma 4, della legge 4 febbraio 2005, n. 11.
2. La partecipazione al Comitato tecnico permanente non comporta alcun onere economico a carico dell'amministrazione, neanche derivante dal funzionamento dello stesso Comitato.



Nota all'art. 4:
- Per l'art. 2 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, si
vedano le note alle premesse.



 
Art. 5.

Durata e proroga degli organismi

1. Gli organismi di cui al presente regolamento durano in carica tre anni, decorrenti dalla data della sua entrata in vigore.
2. Tre mesi prima della scadenza del termine di durata indicato al comma 1, ciascuno degli organismi suddetti presenta una relazione sull'attivita' svolta al Ministro per le politiche europee, che la trasmette alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai fini della valutazione, di cui all'articolo 29, comma 2-bis, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, circa la perdurante utilita' degli organismi stessi e della conseguente proroga della loro durata, comunque non superiore a tre anni, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le politiche europee. Gli eventuali successivi decreti di proroga sono adottati secondo la medesima procedura. I componenti di ciascun organismo restano in carica sino alla scadenza del termine di durata dell'organismo stesso.



Nota all'art. 5:
- Per l'art. 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n.
223, si vedano le note alle premesse.



 
Art. 6.

Pari opportunita' tra uomini e donne

1. I componenti degli organismi di cui al presente decreto sono nominati nel rispetto del principio di pari opportunita' tra donne e uomini.
 
Art. 7.

Abrogazioni

1. Sono o restano abrogate le seguenti disposizioni:
a) articolo 19 della legge 16 aprile 1987, n. 183, che prevede la «Commissione per il recepimento delle normative comunitarie»;
b) articoli 12 e 76 della legge 19 febbraio 1992, n. 142, nella parte in cui prevedono rispettivamente l'istituzione del «Comitato tecnico-consultivo per la riparazione delle violazioni comunitarie in materia di appalti e forniture» e del «Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie».
2. Le disposizioni vigenti relative alla Commissione per il recepimento delle normative comunitarie e al Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie sono sostituite dalle disposizioni del presente decreto.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 14 maggio 2007

NAPOLITANO

Prodi, Presidente del Consiglio dei
Ministri

Bonino, Ministro per le politiche
europee

Padoa Schioppa, Ministro dell'economia
e delle finanze

Santagata, Ministro per l'attuazione
del programma di Governo

Nicolais, Ministro per le riforme e le
innovazioni nella pubblica
amministrazione

Lanzillotta, Ministro per gli affari
regionali e le autonomie locali

De Castro, Ministro delle politiche
agricole alimentari e forestali

Visto, il Guardasigilli: Mastella

Registrato alla Corte dei conti il 25 giugno 2007 Ministeri istituzionali, registro n. 8, foglio n. 79



Note all'art. 7.
- Per l'art. 19 della legge 16 aprile 1987, n. 183, si
vedano le note alle premesse.
- Per gli articoli 12 e 76 della legge 19 febbraio
1992, n. 142, si vedano le note alle premesse.



 
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