Gazzetta n. 39 del 15 febbraio 2008 (vai al sommario) |
CONFERENZA UNIFICATA |
PROVVEDIMENTO 24 gennaio 2008 |
Accordo, ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali sul documento «Piano italiano d'azione sulle droghe». (Rep. atti n. 4/CU). |
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LA CONFERENZA UNIFICATA Nella odierna seduta del 24 gennaio 2008: Visto l'art. 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che disciplina le funzioni di questa Conferenza; Visto il Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 «testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza» e successive modificazioni, il quale prevede una serie di adempimenti finalizzati alla prevenzione, cura e reinserimento sociale delle persone legate alla dipendenza o a rischio di essa, di competenza sia delle amministrazioni centrali sia delle autonomie territoriali; Vista la nota in data 4 dicembre 2007 con la quale il Ministero della solidarieta' sociale ha trasmesso, per l'esame di questa Conferenza, un documento recante il «Piano italiano d'azione sulle droghe» presentato al Consiglio dei Ministri nella seduta del 23 novembre 2007; Vista la nota in data 21 gennaio 2007 con la quale il Ministero della solidarieta' sociale ha inviato la definitiva stesura della proposta di Accordo in oggetto, che tiene conto delle osservazioni formulate dalle regioni e province autonome e dall'ANCI, nel corso della riunione tecnica svoltasi il 18 gennaio 2008; Acquisito, nel corso dell'odierna seduta, l'assenso del Governo, dei presidenti delle regioni e delle province autonome, dell'ANCI, dell'UPI e dell'UNCEM; Sancisce accordo tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali nei termini di seguito riportati: Premesso che: - quest'ultimo decennio ha visto un notevole incremento di atti normativi e programmatici di ambito nazionale e internazionale relativi alle problematiche delle dipendenze, che possono costituire una solida base per l'implementazione di adeguati interventi ai bisogni emergenti nelle varie realta' territoriali del Paese; - la legge 18 febbraio 1999, n. 45, «Disposizioni per il Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga e in materia di personale dei Servizi per le tossicodipendenze» ha previsto, tra l'altro, finanziamenti per progetti regionali e nazionali, mirati alla prevenzione, al recupero e alla cura dei soggetti legati alla dipendenza o a rischio di essa; - il decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, «Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell'art. 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419» ha, tra l'altro, inserito la dipendenza da sostanze di abuso nell'ambito delle aree cui attengono prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria, da assicurarsi da parte delle aziende sanitarie in quanto comprese nei livelli essenziali di assistenza; - l'Unione europea ha adottato Piani di azione sulle droghe fin dal 1998 e che tutti gli Stati membri hanno piani di azione o documenti analoghi, che sono rinnovati alla loro scadenza; - per la definizione del Piano italiano di azione sulle droghe si e' adottato lo stesso schema utilizzato dal PdA europeo, essendo cosi' vincolati all'esigenza di identificare azioni chiare, adottate con piena consapevolezza, sia per quanto riguarda la copertura finanziaria, sia la coerenza e la plausibilita' con le altre politiche di settore; - al fine di procedere all'elaborazione del Piano, e' stato composto un apposito Tavolo di lavoro al quale sono stati chiamati gli otto rappresentanti del Governo (solidarieta' sociale, salute, interno, pubblica istruzione, affari esteri, giustizia, giovani e sport, famiglia); sei rappresentanti regionali, di cui tre per l'area della salute e tre per l'area delle politiche sociali; l'ANCI e l'UPI; - il risultato del tavolo di lavoro si e' concretizzato in alcune tabelle che contengono, in forma sintetica, 66 azioni da svolgere nell'anno 2008; - le azioni sono suddivise in cinque macroaree identificate nel coordinamento, riduzione della domanda, riduzione dell'offerta, cooperazione internazionale e informazione che contempla anche la formazione, la ricerca e la valutazione; - per ogni azione e' definito in apposite colonne l'obiettivo generale, la descrizione dell'azione, il periodo di attuazione (per il piano presente, il solo anno 2008), le parti responsabili (che sono intese come le istituzioni che gestiranno l'azione) e gli indicatori o gli strumenti di valutazione o verifica; - il coordinamento tra tutti gli attori impegnati nell'intervento sulle droghe e' strumento essenziale per un successo dell'insieme delle azioni. L'elevata complessita' dei fenomeni relativi alle droghe richiede la partecipazione di istituzioni e organizzazioni differenti che agiscono su terreni spesso comuni. Gli obiettivi generali del coordinamento sono, essenzialmente, due: la circolazione delle informazioni ed il concerto delle azioni comuni. A carico delle azioni di coordinamento per il periodo indicato, e' posto, infine, il compito di redazione del Piano di azione pluriennale 2009/2012 che seguira' l'attuale Piano relativo al 2008; - la riduzione della domanda contempla l'implementazione delle conoscenze sul sistema di intervento, per quanto riguarda le risorse umane e materiali; il miglioramento dell'organizzazione e del funzionamento dell'intero sistema degli interventi preventivi, terapeutico-riabilitativi e della riduzione del danno; la sperimentazione di azioni innovative da trasferire, se efficaci, a regime nel sistema; la formazione e l'aggiornamento del personale impegnato. E' prevista la partecipazione proattiva e diffusa dei soggetti istituzionali, del privato sociale, del volontariato del settore e delle altre organizzazioni attive nel campo delle droghe, per raggiungere gli obiettivi di progettazione locale, di conoscenza, di implementazione e miglioramento e di sperimentazione. In particolare, per le azioni che si sviluppano a livello territoriale, e' indispensabile il pieno coinvolgimento di tutta la societa' civile anche in riferimento al dettato dell'art. 118 della Costituzione; - la riduzione dell'offerta e' strettamente connessa con il miglioramento quantificabile dell'efficacia, dell'efficienza e della base conoscitiva degli interventi repressivi diretti a contrastare la produzione e il traffico di droga, lo sviamento dei precursori, il riciclaggio dei narcoproventi, il narcotraffico collegato al finanziamento del terrorismo. Tale miglioramento verra' conseguito concentrando l'attenzione sulla criminalita' organizzata collegata alla droga, avvalendosi degli strumenti e delle strutture esistenti, optando anche per la cooperazione regionale o tematica, e cercando i possibili modi di intensificare l'azione di prevenzione della criminalita' legata alla droga; - in ambito di cooperazione internazionale, il Piano si prefigge un miglioramento quantificabile in termini di efficacia e visibilita' del coordinamento fra i vari attori nazionali delle attivita' di promozione e sviluppo di un approccio integrato ed equilibrato nei confronti del problema della droga e dei precursori sia in ambito Unione europea, sia nelle Organizzazioni e fora internazionali, nonche' nel contesto dei rapporti bilaterali con Paesi terzi. Il tutto associato all'obiettivo di ridurre l'offerta di droga in Italia e di assistere i Paesi terzi di produzione e di transito, nei settori prioritari, al fine di ridurre la domanda di droga, come parte integrante della cooperazione politica e di sviluppo. L'attivita' internazionale dell'Italia si svolgera' nel quadro delle pertinenti Convenzioni delle Nazioni Unite (Convenzione singola sulle droghe narcotiche del 1961; Convenzione sulle sostanze psicotrope del 1971 e Convenzione sul traffico illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope del 1988) e degli altri accordi multilaterali e bilaterali in vigore, in conformita' ai principi di responsabilita' condivisa fatti propri dall'ONU, ed avendo, quali criteri irrinunciabili, il rispetto dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale, nonche' della dignita' della persona che consuma droghe; - relativamente all'informazione, formazione, ricerca e valutazione, l'azione e' volta ad una migliore comprensione del fenomeno degli usi e degli abusi di droghe; una migliore diffusione delle conoscenze dei fenomeni; una maggiore conoscenza e relativo monitoraggio delle azioni di aggiornamento e di formazione rivolte agli operatori del settore; la definizione di modalita' di valutazione adeguate alle azioni previste e all'intero piano di azione; la programmazione di ricerche «long term»; il rafforzamento della presenza di ricercatori italiani nei fora europei ed internazionali; - le azioni previste e la loro realizzazione dovranno tenere conto delle programmazioni regionali in materia sanitaria o sociale gia' approvate od in avanzato processo di elaborazione; - nell'ambito delle anzidette strategie ed azioni contemplate nel Piano italiano sulle droghe, il ruolo del Ministero della solidarieta' sociale si sostanzia in interventi diversi di contatto e di cooperazione sia con le amministrazioni centrali dello Stato, sia con le regioni e le province autonome, sia con gli enti locali e sia, infine, con l'insieme dei soggetti attivi nel settore, identificando, di volta in volta, una o piu' azioni prioritarie che verranno sviluppate nei singoli territori. Si approva il documento «Piano italiano d'azione sulle droghe», di cui all'Allegato sub A, parte integrante del presente atto. Roma, 24 gennaio 2001 Il presidente: Lanzillotta Il segretario: Busia |
| Allegato A
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LEGENDA: MSS: Ministero della solidarieta' sociale MAE: Ministero degli affari esteri MINT: Ministero dell'interno MING: Ministero della giustizia MINL: Ministero del lavoro e della previdenza sociale MIAG: Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali MPI: Ministero della pubblica istruzione MUR: Ministero dell'universita' e ricerca MINS: Ministero della salute POGAS: Dipartimento per le politiche giovanili e le attivita' sportive POF: Dipartimento per le politiche della famiglia DCSA: Direzione centrale servizi antidroga DCPC: Direzione centrale polizia criminale DCPP: Direzione centrale della polizia di prevenzione. DIA: Direzione investigativa antimafia. GdF: Guardia di Finanza UCS: Ufficio centrale stupefacenti Agenzia delle Dogane ISS: Istituto superiore di sanita' OEDT: Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze E Indicatore di Esito P Indicatore di Processo O Indicatore di Output S Indicatore di Soddisfazione St Strumento di valutazione
RELAZIONI ILLUSTRATIVE
Ministero della solidarieta' sociale Il Ministero della solidarieta' sociale ha assunto il ruolo di coordinamento delle azioni del Governo nel campo delle droghe e delle dipendenze. Questo ruolo si sostanzia in interventi diversi di contatto e di cooperazione sia con le amministrazioni centrali dello Stato, sia con le regioni e le province autonome, sia con gli enti locali sia infine con l'insieme dei soggetti attivi nel settore. Di particolare rilevanza si individua l'impegno per il coordinamento della cooperazione a livello di Unione europea ed internazionale. Presso il Ministero si riunisce il Tavolo di coordinamento delle attivita' comunitarie ed internazionali, che esamina tutte le questioni, raccoglie e divulga la documentazione, stabilisce ed orienta gli interventi nel settore specifico. Il Ministero rappresenta l'Italia nel Gruppo orizzontale droghe dell'Unione europea e nel cosiddetto «Gruppo di Dublino»; partecipa al «Pompidou Group», organizzazione che fa capo al Consiglio d'Europa. L'Osservatorio italiano sulle droghe e le tossicodipendenze (OEDT) e' un altro settore di intervento e di presenza, che include il Punto focale italiano, parte e soggetto della rete dei Punti focali nazionali che fanno riferimento all'Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze. Il Ministero ha costituito il Comitato scientifico dell'osservatorio italiano, che elabora documenti e pareri su diversi temi. A livello nazionale, il Ministero ha attivato la Consulta degli operatori e degli esperti delle tossicodipendenze, l'organismo chiamato ad esprimere pareri e valutazioni sui diversi livelli delle azioni nel campo delle droghe. Il Ministero ha il compito di elaborare la relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Frequentemente, di concerto con altri Ministeri, gestisce una serie di progetti diversi che coprono le esigenze di innovazione anche su temi diversi dalle dipendenze da sostanze propriamente dette, come il doping ed il gioco d'azzardo patologico. E' compito del Ministero predisporre e monitorare il piano d'azione nazionale, coordinandosi con i Dicasteri interessati, le regioni e le province autonome. Ministero degli affari esteri L'Italia svolge un ruolo particolarmente significativo nella cooperazione internazionale in materia di lotta alla droga, che obiettivi e relative azioni della sezione «cooperazione internazionale» intendono consolidare e sviluppare. Il nostro Paese partecipa attivamente ai maggiori fora multilaterali di settore (le Nazioni Unite, ove l'Italia e' stata rieletta lo scorso aprile alla Commissione sugli stupefacenti per il quadriennio 2008-2012; il Gruppo di Dublino, al quale intervengono i maggiori donatori ed in cui all'Italia e' affidata la Presidenza regionale per l'Asia centrale; il Patto di Parigi, che riunisce i Paesi interessati da produzione, transito e consumo dell'eroina afgana; il Gruppo Pompidou del Consiglio d'Europa), nonche' al dibattito in ambito comunitario. A quest'ultimo proposito, per affrontare il problema con un approccio globale, l'Unione europea ha adottato una strategia integrata ed equilibrata, che, nel riaffermare la priorita' della lotta alla droga all'interno dell'Unione come nell'azione esterna, fissa quali obiettivi principali la riduzione della domanda e dell'offerta e raccomanda lo scambio di dati attendibili ed il rafforzamento della cooperazione internazionale. L'azione italiana si ispira quindi, sia nei sopra citati consessi multilaterali, sia nei rapporti bilaterali, al principio di approccio integrato e bilanciato e a quello di responsabilita' condivisa, fatti propri dalle Nazioni Unite. La cornice normativa di riferimento e' costituita dalle pertinenti Convenzioni delle Nazioni Unite (Convenzione singola sulle droghe narcotiche del 1961, Convenzione sulle sostanze psicotrope del 1971 e Convenzione sul traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope del 1988). Il rispetto dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale, nonche' della dignita' della persona che consuma droghe costituiscono criteri irrinunciabili. Nel piu' generale contesto dell'azione italiana, le attivita' di cooperazione allo sviluppo nel settore anti-droga si rivolgono sia al sostengo delle Agenzie multilaterali specializzate (a partire dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine), sia al finanziamento di progetti finalizzati da un lato alla riduzione della domanda (anche attraverso la formazione ed il rafforzamento della capacita' amministrativa), dall'altro a quella dell'offerta (in particolare attraverso lo sviluppo sostenibile alternativo), in coerenza con i principi sopra richiamati. Specifica attenzione viene dedicata, nel contesto attuale, alle dinamiche del narcotraffico dall'Afghanistan, che, come e' noto, costituisce di gran lunga il maggiore produttore mondiale di eroina, a quelle della cocaina sud-americana, anche con riferimento agli effetti destabilizzanti dei traffici illeciti sull'Africa occidentale, nonche' a quelle della cannabis. Per quanto concerne il contrasto globale alla droga in ambito Nazioni Unite, l'Italia e' in questa fase impegnata, in particolare, a contribuire al processo di valutazione decennale dei risultati della ventesima sessione speciale dell'Assemblea generale dedicata agli stupefacenti (XX UNGASS), che vedra' il suo primo momento in una sessione tematica della Commissione sugli stupefacenti del 2008 e si concludera' con un segmento di alto livello nella sessione successiva della medesima Commissione (2009). Ministero dell'interno Nel quadro dell'attuazione delle attivita' rivolta alla riduzione dell'offerta di sostanze stupefacenti, ancorche' l'Italia nel corso degli ultimi anni abbia sempre ricoperto il ruolo di principale attore nell'azione di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, a livello europeo occorre incentivare gli sforzi investigativi attraverso azioni sinergiche condivise con tutte le forze di polizia. Le positive risultanze statistiche dimostrano che l'azione quotidiana di contrasto, operata dalla Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, nonche', per la parte di competenza, dall'Agenzia delle dogane e' quanto mai efficace, tenuto conto delle difficolta' degli scenari operativi, oramai caratterizzati dalla globalizzazione dei traffici di stupefacenti e da una rete criminale transnazionale. In tale contesto assume quindi rilievo l'attivita' di intelligence, di coordinamento e di condivisione dei dati riguardanti il traffico di droghe e i gruppi criminali che li gestiscono, grazie anche all'opera che la Direzione centrale per i servizi antidroga puo' svolgere in virtu' degli strumenti normativi ed operativi di cui e' titolare. Si tratta quindi di migliorare ulteriormente l'azione di coordinamento, che non attiene solamente al campo specifico dello spaccio e del traffico degli stupefacenti, ma coinvolge anche altri aspetti correlati, quali il riciclaggio del denaro, provento di detti traffici illeciti, e del finanziamento del terrorismo. Esistono allo stato forti potenzialita' investigative, ma soprattutto progettuali, in un quadro di assieme che necessariamente investe gli interessi di altri Paesi dell'Unione europea e non, in conseguenza della sopra esposta globalizzazione del fenomeno, che troveranno piena attuazione all'interno del piano di azione. Cio' rendera' possibile quella visione di insieme del fenomeno criminale italiano e di importazione, senza la quale le investigazioni prodotte correrebbero il rischio di arenarsi e di vanificare gli sforzi operati sul piano del contrasto al narcotraffico. Il Ministero dell'interno - Dipartimento della pubblica sicurezza, nelle sue varie articolazioni, e' dunque fortemente impegnato in maniera sinergica con le altre forze di polizia nel perseguire gli obiettivi prefissati anche dalle varie istituzioni europee ed internazionali, preposte alla lotta contro il crimine organizzato, nella sua piu' vasta accezione. Ministero della giustizia Si stima in circa 30.000 il numero di persone detenute con problemi di dipendenza da sostanze, che transitano negli istituti penitenziari Italiani. Per quanto concerne le diverse tipologie d'abuso di sostanze, il fenomeno si ripropone con la medesima distribuzione osservata nella societa' esterna, a riprova di una situazione che connota il carcere come «contenitore» e possibile «amplificatore» di problematiche sociali, a causa dei cronici problemi di sovraffollamento delle strutture e di scarsita' di risorse. Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha perseguito negli anni una politica volta a trasformare la detenzione in un'occasione di recupero e di trattamento attraverso il circuito degli istituti e delle sezioni a custodia attenuata, rivolte ad assuntori disposti ad intraprendere un percorso riabilitativo. Al tempo stesso ha posto in essere, sia in autonomia sia attraverso la creazione di partnership con regioni, province, comuni, universita', enti di ricerca, organizzazioni del terzo settore, programmi e progetti di intervento volti ad affrontare il problema della tossicodipendenza in carcere. In particolare si e' favorito il completamento della presa in carico da parte dei SERT della popolazione detenuta tossicodipendente, mettendo a disposizione della stessa le necessarie strutture e incentivando un clima di collaborazione con il personale sanitario, ancora in carico all'amministrazione penitenziaria, con il personale amministrativo e i restanti operatori della sicurezza. Mediante uno specifico progetto, denominato «DAP Prima», svolto in collaborazione con i tribunali e le ASL di alcune grandi citta' italiane, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria si e' fatto promotore di un'azione preventiva finalizzata ad individuare, gia' in fase di giudizio, percorsi alternativi al carcere - quali le comunita' terapeutiche - per i tossicodipendenti autori di reati minori. Contemporaneamente con il progetto «Iceberg: far emergere il sommerso» si sono sviluppate ricerche indirizzate a conoscere l'entita' delle patologie virali croniche - HIV, HCV, HBV - correlate alla tossicodipendenza; si sono incrementate le iniziative volte a sensibilizzare la popolazione detenuta sui rischi di carattere infettivo collegati all'abuso di sostanze psicoattive e si sono moltiplicate le iniziative di formazione rivolte ai professionisti sanitari e agli altri operatori penitenziari. Parallelamente con un apposito finanziamento si sono favoriti interventi ed iniziative locali, secondo un progetto di «bottom-up» nel quale ogni istituto penitenziario ha potuto sviluppare un proprio piano d'azione nel modo piu' consono alla specificita' e alla realta' del territorio. Si ritiene di richiamare l'attenzione anche sulle recentissime «Nuove regole di accoglienza in carcere» che, mediante una equipe di esperti qualificati e la messa a disposizione di strutture ad hoc, aiutano il detenuto alla prima carcerazione, all'impatto psico-fisico con il carcere. Per il 2008 gli obiettivi principali delle azioni di competenza del Ministero della giustizia per il contrasto al fenomeno delle dipendenze patologiche negli istituti penitenziari sono: implementare il sistema di raccolta dati informatici sul fenomeno della tossicodipendenza in carcere nella sua molteplicita' di forme e di sviluppo; favorire una maggiore presa in carico da parte dei SERT attraverso interventi di stimolo e di coinvolgimento delle ASl; aumentare le occasioni di informazioni sull'argomento tossicodipendenza sia per la popolazione detenuta sia per il personale amministrativo e di polizia; incrementare le iniziative formative direttamente e in collaborazione con universita', enti ed associazioni; dare ampia diffusione alle buone prassi in tema di prevenzione e cura delle patologie correlate alla tossicodipendenza; rafforzare l'approccio multidisciplinare e pluriprofessionale alle problematiche presentate in carcere dalla persona detenuta tossicodipendente; realizzare legami piu' stretti tra carcere e territorio per favorire il reinserimento nel tessuto produttivo locale del detenuto tossicodipendente al fine di prevenire il reiterarsi di comportamenti antisociali; sviluppare azioni sinergiche di contrasto al fenomeno delle dipendenze patologiche con altri Dicasteri, regioni, stati esteri e agenzie internazionali. Ministero della pubblica istruzione Nel quadro di attuazione delle attivita' rivolte alla «Riduzione della domanda» sono da ritenersi particolarmente efficaci le azioni finalizzate a corretti stili di vita, attraverso la collaborazione e la sinergia di tutti quei soggetti a vario titolo impegnati nella prevenzione e nella promozione della salute. La scuola costituisce la sede privilegiata per interventi educativi che accrescano la capacita' di promuovere e difendere la salute dei ragazzi, attraverso una stretta collaborazione con le famiglie e il territorio. Nel mondo della scuola gli interventi di prevenzione e di promozione della salute comprendono non solo le attivita' di informazione, ma anche l'elaborazione degli strumenti necessari per assimilare quelle motivazioni che portano a preferire alcuni comportamenti piuttosto che altri. L'educazione alla salute e', in questo senso, una delle componenti essenziali dell'accompagnamento alla crescita e allo sviluppo integrale della persona. Nella scuola dell'autonomia essa assume una dimensione trasversale rispetto allo svolgimento delle attivita' didattiche, dando luogo all'esigenza di adottare specifiche iniziative e linee di indirizzo-azione a livello nazionale. Le iniziative di prevenzione si configurano come elementi qualificanti e strutturali dell'attivita' scolastica anche attraverso una fattiva collaborazione interistituzionale, che si e' concretizzata in varie proposte operative realizzate d'intesa con altri partner istituzionali, nonche' attraverso l'azione concertata e condivisa con gli Enti locali, con le agenzie sociosanitarie del territorio, con Associazioni pubbliche e private e con la cooperazione dei genitori. Il complesso delle azioni che sara' avviato dal M.P.I dovra' essere orientato al superamento della cultura dell'emergenza a favore di quella che si puo' definire la cultura della prevenzione. In tal senso, risulta fondamentale creare le condizioni culturali e materiali per costruire un ambiente positivo fin da quando gli alunni iniziano il proprio percorso all'interno del sistema formativo, al fine di sostenere la loro capacita' di progettazione, di azione diretta, di verifica, di esplorazione e di riflessione. La scuola, infatti, rappresenta il luogo in cui gli studenti quotidianamente sperimentano i processi di apprendimento, vivendo straordinarie opportunita' di crescita intellettuale, di maturazione, di acquisizione di consapevolezza critica e di responsabilita' ma, al tempo stesso, in cui si misurano anche le difficolta', la fatica, gli errori ed i momentanei insuccessi. Ne consegue che la qualita' delle relazioni, il clima scolastico e le diverse modalita' con cui si vive la scuola influenzano, piu' o meno direttamente, la qualita' della vita, nonche' la percezione del benessere e della salute. Il benessere fisico, come noto, non e' determinato solo dall'assenza di malattia o di comportamenti a rischio, ma dipende, anche, da variabili soggettive quali l'autostima, la visione che l'individuo ha di se', la soddisfazione per la propria vita, le relazioni sociali, soprattutto con i coetanei con i quali gli studenti condividono la maggior parte delle esperienze che fanno a scuola. Al fine di realizzare percorsi sperimentali, ricerche e programmi operativi per diffondere la cultura della salute, del benessere, migliorare la qualita' della vita all'interno del sistema scolastico e prevenire qualsiasi forma di dipendenza, il Ministero della pubblica istruzione, in collaborazione con gli altri dicasteri competenti e in sinergia con i diversi soggetti presenti sul territorio, ha promosso il Piano triennale per il benessere dello studente anche attraverso l'utilizzo del sito www.benesserestudente.it, articolato in dieci azioni, con particolare riferimento al tema delle dipendenze. Il Ministero della pubblica istruzione e', inoltre, impegnato sia nella formazione dei referenti regionali e provinciali alla salute e al benessere sia in quella dei dirigenti scolastici, dei docenti e del personale ATA, da coinvolgere, questi ultimi, in particolare su prevenzione e strategie di contrasto al fenomeno delle dipendenze. Ministero della salute Le direttrici entro cui il Ministero ha sviluppato le linee di intervento nel campo specifico, derivano dalle indicazioni contenute nel programma di governo, dal Piano sanitario nazionale, dalle raccomandazioni, suggerimenti ed indirizzi dell'Unione europea e dell'OMS, dalle evidenze cliniche, dalle buone pratiche, dalle esperienze piu' significative promosse, valutate e validate dall'Amministrazione della salute. L'impegno del Ministero in materia di dipendenze si basa sui valori del rispetto della dignita' umana, della liberta' di scelta, dell'uguaglianza, della solidarieta'. Si prefigge di tutelare e rafforzare il benessere della societa' e dell'individuo, proteggere la salute pubblica, offrire un elevato livello di sicurezza per la popolazione e adottare un approccio equilibrato e integrato nei confronti del problema della droga. Un problema che deve essere percepito, a livello locale e nazionale, in primo luogo come questione di sanita' pubblica volta a ridurre gli effetti nocivi per la salute umana derivanti dall'uso di stupefacenti. Come ogni problematica complessa di salute, l'universo dipendenze puo' essere affrontato sotto varie prospettive: da quella politica a quella sanitaria, dalla ricerca alle evidenze scientifiche, dalla pratica quotidiana all'organizzazione dei servizi. Le nostre politiche di settore ed i nostri programmi vogliono tenere conto di tutte queste angolature e riunirle in proposte coerenti e logiche. Il fenomeno e' non solo multidimensionale, ma anche in continua e rapida mutazione. Aumentano i consumi ma l'incidenza degli effetti nocivi delle droghe per la salute e la mortalita' legata alla droga si sono stabilizzate e addirittura ridotte. Sono state potenziate le misure per il trattamento dei tossicodipendenti e si sono diversificati i servizi. Con le azioni precisate nel Piano, ci si prefigge di apportare valore aggiunto alle strategie nazionali e locali, rispettando competenze e ruoli delle altre amministrazioni e dei soggetti non istituzionali, dando spazio alle dinamiche e potenzialita' di ognuno e perseguendo un uso ottimale delle risorse disponibili. Le competenze generali in materia di droga e dipendenze sono tutte fortemente legate alla tutela e promozione della salute: la prevenzione, (in particolare secondaria e terziaria); l'educazione alla salute; la definizione dei livelli di assistenza che il SSN deve garantire per le dipendenze patologiche; le linee di indirizzo, in collaborazione ed accordo con le regioni, sulla organizzazione dei servizi; il monitoraggio continuo del fenomeno con la costruzione di un sistema informativo ed epidemiologico informatizzato; la formazione degli operatori sanitari; la ricerca sanitaria finalizzata. Al centro dell'attenzione del Ministero ci sono: le misure di contenimento della domanda; l'attenzione ai problemi per la salute causati dall'uso di sostanze psicoattive illegali e legali e dalla poliassunzione in combinazione delle stesse; i comportamenti compulsavi ed additivi. Un obiettivo, quello del contenimento della domanda, che deve far ricorso a tutte le opzioni disponibili in base alle conoscenze scientifiche piu' avanzate e che si deve prefiggere risultati concreti e accertabili. Le azioni sono finalizzate a: prevenire l'inizio dell'assunzione di droghe, anche attraverso la promozione di stili di vita salutari ed il rafforzamento delle «competenze» psicologiche e relazionali; impedire che l'assunzione motivata dal desiderio di nuove esperienze si trasformi in uso abituale; intervenire tempestivamente sui modelli di comportamento a rischio; ridurre i danni per la salute e la societa' connessi alla droga; tenere conto dei diversi livelli di rischio per la salute connessi con periodi della vita e situazioni specifiche (quali la prima adolescenza, la gravidanza, la guida sotto l'effetto di alcol e stupefacenti, ecc.); potenziare l'accesso e l'efficacia dei programmi di prevenzione (dall'impatto iniziale alla sostenibilita' a lungo termine); sensibilizzare ai rischi collegati con l'uso di sostanze psicoattive e relative conseguenze (per questi obiettivi le misure di prevenzione dovrebbero contemplare i fattori di rischio precoce, l'individuazione, la prevenzione mirata e la prevenzione basata sulla famiglia e la comunita); potenziare l'accesso ai programmi di intervento tempestivo diretti soprattutto ai giovani che assumono sostanze psicoattive per il desiderio di nuove esperienze; potenziare l'accesso a programmi di trattamento mirato e diversificato che comprendano cure psicosociali e farmacologiche; valutare costantemente il livello standard di efficacia dei programmi di trattamento; potenziare l'accesso ai servizi di prevenzione e trattamento dell'HIV/AID, dell'epatite e di altre infezioni; sviluppare la ricerca sanitaria finalizzata al monitorare la rapida evoluzione del fenomeno della droga; incentivare gli scambi e la diffusione dei risultati della ricerca, le esperienze e le buone pratiche a livello territoriale; incrementare le iniziative di formazione rivolte ai professionisti ed agli addetti del settore (sia del pubblico che del privato sociale); investire fortemente sulla valutazione. Tutte misure complementari che vanno poste in essere in modo integrato, continuativo e competente per ottenere quel valore aggiunto che solo una strategia globale puo' dare. Gli obiettivi principali delle azioni di competenza del Ministero per il 2008, all'interno della piu' ampia strategia governativa, sono: rimettere in moto il sistema dei servizi, sia pubblici che privati, che stanno attraversando un periodo di grande difficolta' ed affanno, anche per l'abbandono in cui sono stati lasciati negli anni precedenti; ripensare e rilanciare le strategie della prevenzione, assumendo il progetto «Guadagnare in salute» come cornice quadro entro cui sviluppare le iniziative specifiche; puntare ad una forte integrazione tra soggetti istituzionali (governo, regioni, enti locali) e, tra questi, il privato sociale; assumere tutto il tema delle dipendenze sia da sostanze illegali e legali, sia da comportamenti compulsivi come terreno di azione globale sia per quanto riguarda l'organizzazione dei servizi (i dipartimenti per le dipendenze patologiche) sia per gli interventi di prevenzione; porre la tutela della salute dei tossicodipendenti (riduzione dei rischi) come intervento ordinario di politica sanitaria; aprire una stagione di una mobilitazione culturale per accompagnare un approccio al tema delle droghe illegali e delle tossicodipendenze verso politiche di accoglienza, inclusione, responsabilizzazione. Dipartimento per le politiche giovanili e le attivita' sportive Dalla relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze presentata dal Ministro della solidarieta' sociale il 12 luglio 2007, e' emerso un incremento esponenziale dell'uso di cocaina, soprattutto fra i giovani; in particolare, il consumo di cocaina e' aumentato del 62% per i ragazzi fra i 25 e i 34 anni e del 50% per le ragazze tra i 15 e i 24 anni. In crescita e' anche il consumo di cannabis: nel 2001, hanno dichiarato di aver fatto uso di tale sostanza almeno una volta nella vita il 22% degli intervistati, percentuale salita a 32% nel 2005. L'uso della cannabis e' particolarmente diffusa nella fascia di eta' tra i 15 e i 24 anni (il 22% dei ragazzi e il 18% delle ragazze dichiarano di averne hanno fatto uso una o piu' volte negli ultimi dodici mesi) mentre la percentuale decresce nella fascia di eta' tra i 25 e i 35 anni (16% dei ragazzi e l'11% delle ragazze). Stabile, invece, e' il consumo di eroina: nel 2006, in Italia, gli utilizzatori di eroina sono stati stimati in circa 210.000, dato simile a quello dell'anno precedente. L'eroina viene infatti percepita da tutti gli adolescenti come la sostanza piu' dannosa mentre la cocaina e' considerata rischiosa dal 95% degli intervistati. La cannabis e' invece - a torto - reputata dannosa per la salute da un numero sempre minore di soggetti. Il fenomeno piu' preoccupante e diffuso tra le giovani generazioni resta comunque quello del policonsumo, ovvero l'uso concomitante di bevande alcooliche, di tabacco e di sostanze stupefacenti. Anche recenti fatti di cronaca hanno dimostrato che l'uso smodato di sostanze stupefacenti e il cocktail tra queste e l'alcool possono degenerare in fenomeni di violenza e sopruso tra adolescenti, collegati all'attenuazione se non all'eliminazione dei freni inibitori. Occorre prendere atto della attuale potenzialita' epidemica di questo trend negativo nelle abitudini giovanili, che rischia di propagarsi come un modello distruttivo difficilmente controllabile. Appare inoltre opportuno interrogarsi sul significato profondo di questa manifestazione di disagio giovanile, contestualizzandola nell'ambiente sociale e culturale nel quale si origina. Il consumo di droghe e' e resta un comportamento antisociale e dannoso sia per se' sia per gli altri, che deve essere disincentivato con campagne educative che informino i giovani sui gravi rischi per la loro salute, responsabilizzandoli in ordine agli effetti nocivi nei confronti di terzi a seguito di condotte pericolose conseguenti all'uso di sostanze stupefacenti nonche' ai costi sociali connessi alla dipendenza. E' necessario quindi aumentare le azioni di prevenzione e di informazione sul fenomeno della tossicodipendenza, coinvolgendo la scuola, le famiglie e le reti sociali ed utilizzando strumenti di comunicazione particolarmente efficaci per le giovani generazioni quali Internet, rafforzando altresi' le pratiche di «peer education», certamente piu' incisive delle azioni di prevenzioni provenienti dal mondo adulto o da chi non ha mai sperimentato in prima persona il fenomeno della tossicodipendenza. Occorre, inoltre, prevedere una maggiore e piu' specifica tutela dei minori contro la diffusione dei comportamenti a rischio derivanti dall'uso di sostanze stupefacenti. Infatti, la condizione di maggiore debolezza e vulnerabilita' psichica in cui versa un minore, la diminuzione della sua capacita' di astenersi dall'assumere comportamenti devianti, ancorche' percepiti come tali, rischiano di esporlo al pericolo di comportamenti emulativi assunti da altre persone. Prima di tutto, quindi, il Dipartimento per le politiche giovanili (POGAS) si pone come il luogo elettivo dell'ascolto e del monitoraggio di questo fenomeno, inserendosi nell'organico e collegiale lavoro delle altre istituzioni coinvolte, a livello locale, nazionale ed europeo, nella promozione delle potenzialita' del mondo giovanile, dall'eta' scolare a quella universitaria e post-universitaria. La promozione dei valori dello sport costituisce una delle principali iniziative per combattere il disagio giovanile che cerca rifugio nella droga e che spesso affonda le proprie radici nell'abbandono dei ragazzi alla strada in assenza di valide alternative di aggregazione. Occorre partire dal principio incontestabile che lo sport, o meglio la valorizzazione e la diffusione della pratica e, prim'ancora, della cultura sportiva, costituiscono un efficace antidoto per prevenire comportamenti devianti, troppo spesso rilevati nei minori e negli adolescenti. La cultura sportiva porta con se' l'educazione al rispetto della regola, al rispetto dell'altro, alla tolleranza, alla competizione, al confronto leale, all'autostima e propone un modello comportamentale positivo, comunque vincente, che e' del tutto antinomico e contrapposto all'esempio negativo della dipendenza da sostanze stupefacenti. Basti pensare agli sport di squadra, che responsabilizzano i ragazzi nei confronti dei loro compagni poiche' la disattenzione o la diserzione di ciascuno di loro compromettono il risultato generale. In questa ottica intende muoversi il Ministro per le politiche giovanili e le attivita' sportive, che ha di recente concluso con il Ministro della salute il Protocollo d'intesa «Guadagnare salute» del 19 settembre 2007, finalizzato a favorire l'assunzione di abitudini salutari e a promuovere la diffusione dell'attivita' motoria e della pratica sportiva, quali fattori fondamentali per accompagnare la crescita dei giovani, per favorire l'inclusione e l'integrazione sociale e per migliorare la qualita' della vita dei cittadini. Le iniziative di informazione e di comunicazione volte a sensibilizzare i giovani sull'importanza di uno stile di vita attivo, a combattere comportamenti connessi all'abuso di bevande alcoliche o al «doping involontario» dovuto all'uso di integratori alimentari e a rafforzare la funzione educativa e sociale dello sport appaiono un efficace strumento di contrasto al fenomeno della tossicodipendenza e di integrazione dei soggetti in condizioni di disagio o marginalita' sociale. Per quanto riguarda il settore del doping, il POGAS intende estendere il contrasto a tale fenomeno andando oltre il mero controllo sull'uso delle sostanze dopanti. Appare infatti prioritaria l'azione di prevenzione e quindi di maggiore informazione dei riflessi nocivi sulla salute derivanti dall'uso delle predette sostanze. Altrettanto importante e' la sensibilizzazione di giovani ed adulti sui valori etici dello sport, in particolare quello della lealta' sportiva e della parita' di condizioni tra gli atleti, che presuppongono che l'esito della competizione non venga alterato dall'uso di sostanze vietate, idonee ad incidere sulla prestazione agonistica e sulle naturali potenzialita' fisiche dell'atleta. Le campagne potranno essere avviate in sinergia con il Ministero della Salute ed il CONI, in attuazione del protocollo d'intesa sottoscritto a luglio del 2007, ma anche con le altre Amministrazioni. La via educativa e' riconosciuta, anche a livello internazionale, il migliore mezzo di contrasto al doping tanto da essere tenuta in particolare considerazione, al pari dei controlli analitici, sia dal Codice Mondiale Anti-Doping sia dalla Convenzione internazionale UNESCO contro il doping nello sport adottata a Parigi il 19 ottobre 2005, in corso di ratifica da parte dell'Italia a seguito dell'approvazione del relativo disegno di legge da parte del Governo il 23 maggio 2007 e, successivamente, dai due rami del Parlamento il 14 novembre 2007. A tale fine gli Stati Parte sono stati sensibilizzati ad ampliare l'attivita' di contrasto attraverso campagne informative ed educative e non solo mediante azioni repressive. L'iter di ratifica della Convenzione e' stato piuttosto laborioso in quanto il Codice Mondiale Antidoping riconosce un solo organismo per ogni Stato contraente quale National Anti-Doping Organization, per l'Italia il CONI, il che ha comportato alcune difficolta' nella ripartizione di competenze con la Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping, istituita dall'art. 3 della legge n. 367/2000 ed operante presso il Ministero della Salute, per quanto concerne l'effettuazione dei controlli, lo svolgimento delle attivita' di contrasto al doping e la redazione della lista delle sostanze e pratiche vietate. Un accordo per la ripartizione delle competenze e' stato raggiunto con la sottoscrizione del Protocollo d'Intesa tra il POGAS, il CONI e il Ministero della salute in data 5 settembre 2007. A questo proposito, il POGAS guarda con favore all'istituzione di un «numero verde» che possa orientare gli atleti ed i genitori verso un corretto uso dei farmaci, degli integratori e delle pratiche mediche. Il 15 novembre 2007, si e' tenuta a Madrid la III Conferenza mondiale antidoping, cui hanno partecipato 1500 delegati di 152 Paesi e 28 Ministri dello Sport, per l'adozione del nuovo Codice mondiale Anti-Doping e la nomina del nuovo Presidente della World Anti-Doping Agency (WADA), allo scopo di rafforzare la cooperazione internazionale per la lotta al doping, sul presupposto della radicale incompatibilita' tra sport e doping. Nell'ambito della prevenzione si inquadra anche il progetto di responsabilizzazione dei gestori delle palestre nel combattere la diffusione di sostanze dopanti mediante l'attribuzione di un «bollino blu» per le palestre certificate che garantiscano il contrasto all'uso di sostanze nocive. Tra le iniziative concrete gia' assunte per arginare l'abuso di bevande alcoliche tra i giovani, va ricordata la sottoscrizione, in data 15 marzo 2007, del codice di autoregolamentazione per la sicurezza stradale, promosso dal Ministro per le politiche giovanili e dal Ministro dell'interno, con il coinvolgimento dei rappresentanti dei produttori di alcolici e quelli dei locali di ritrovo e da ballo, al fine di orientare i giovani alla cultura della responsabilita' e della legalita' in tema di sicurezza stradale. Al fine di contrastare le «stragi del sabato sera» all'uscita delle discoteche, che colpiscono sempre piu' frequentemente giovani e giovanissimi, che si mettono alla guida in stato di ebbrezza dovuto all'eccessivo uso di alcol o di sostanze stupefacenti, e' stata favorita l'identificazione del «guidatore designato», ossia di colui che, in un gruppo di giovani che si recano insieme in un locale notturno, si impegna a non bere alcolici, beneficiando, a titolo di incentivo, di biglietti omaggio o ridotti per l'ingresso nel locale o di sconti sulle consumazioni analcoliche. Nel complesso, la fascia di eta' piu' colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali e' quella tra i 25 e i 29 anni. Gli incidenti stradali, infatti, sono la prima causa di morte per i giovani ricompresi nella predetta fascia di eta'. Peraltro, gli incidenti che presentano il piu' alto tasso di mortalita' avvengono di notte; in particolare gli incidenti del venerdi' e sabato notte sono pari a quasi la meta' del totale degli incidenti notturni. Nella stessa direzione e' la campagna di comunicazione sulla sicurezza stradale «la vita non e' un optional», promossa il 2 agosto 2007 dal Ministro per le politiche giovanili, il Ministro dell'interno, la Fondazione ANIA per la sicurezza stradale e i gestori di telefonia mobile TIM, Vodafone, WIND e Tre, che prevede l'invio di diversi milioni di sms ai giovani tra i 18 e i 35 anni con il messaggio «chi beve non guida, chi guida non beve». Per i ragazzi che conservano il messaggio e che, a seguito di un controllo da parte delle forze di polizia, risultano avere un tasso alcolico pari a zero, e' prevista la possibilita' di partecipare all'estrazione di alcuni premi, tra i quali, i biglietti per assistere a grandi eventi sportivi. Dipartimento per le politiche della famiglia Il Dipartimento per le politiche della famiglia e' la struttura deputata alla promozione ed al coordinamento dell'azione del Governo volta a tutelare i diritti della famiglia in tutte le sue componenti e le sue problematiche generazionali, nonche' ad assicurare l'attuazione delle politiche in favore della famiglia in ogni ambito. In particolare il Dipartimento cura, avvalendosi dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, la redazione del Piano nazionale per la famiglia, che costituisce il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all'attuazione dei diritti della famiglia. Inoltre il Dipartimento fornisce supporto all'attivita' dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia, che ha, tra l'altro, il compito di predisporre il Piano nazionale d'azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva. Per quanto concerne in particolare il fenomeno delle tossicodipendenze, si rileva come la fascia di eta' in cui si entra in rapporto con le sostanze sia quella dell'adolescenza, in cui i giovani vivono all'interno di nuclei familiari, e che il problema, secondo le piu' recenti statistiche, non riguarda poche famiglie svantaggiate, ma attraversa, con diversa pesantezza, gran parte delle famiglie italiane. Rientrano quindi a pieno titolo tra gli interventi a favore delle famiglie quelli intesi alla prevenzione e al recupero delle tossicodipendenze, attraverso l'integrazione e la messa a sistema di tutte le azioni orientate in questo senso dei diversi soggetti protagonisti: famiglie, scuola, servizi. In questo senso si segnala l'intesa, stipulata in Conferenza Unificata ai sensi dell'art. 1, comma 1251, lettera b) della legge 27 dicembre 2006, n. 296, finalizzata alla riorganizzazione dei consultori familiari, potenziandone il ruolo sociale - di ascolto, prossimita', presa in carico precoce delle situazioni di disagio - nei confronti delle famiglie. regioni e province autonome e Enti locali Dopo la riforma del titolo V della Costituzione, le regioni hanno assunto ampie e articolate competenze in tema di organizzazione dei servizi sociosanitari. E' del tutto evidente, che il contrasto al consumo e all'abuso di sostanze e il trattamento delle dipendenze richiedono un impegno sinergico e una leale collaborazione tra Stato e regioni. Tale impegno, che parte dall'accordo nella definizione dei livelli essenziali di assistenza che devono essere assicurati su tutto il territorio nazionale, si allarga a temi quali la promozione della salute e del benessere, il reinserimento sociale e lavorativo e il contrasto all'esclusione sociale. In questo primo Piano nazionale d'azione contro le droghe, le regioni si impegnano, assieme alle istituzioni centrali a: creare luoghi di coordinamento stabile, in particolare in accordo con gli enti locali; contribuire fattivamente alla mappatura delle risorse dedicate al settore; costruire strumenti regionali di programmazione pluriennale, dando attuazione alle linee progettuali di carattere preventivo, trattamentale-riabilitativo e di riduzione del danno, condivise all'interno del piano stesso; contribuire ad una migliore comprensione del fenomeno attraverso l'implementazione dei flussi informativi e a valutare adeguatamente le azioni intraprese. promuovere e valorizzare reti locali impegnate nel contrasto al traffico e spaccio e nell'azione verso gli abusi di droghe Questo primo piano nazionale, di durata annuale, pone le basi per una programmazione di piu' ampia portata, con l'obiettivo di migliorare il funzionamento e la qualita' della rete dei servizi e degli interventi nel settore. |
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