Gazzetta n. 243 del 16 ottobre 2008 (vai al sommario)
COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
DELIBERAZIONE 21 febbraio 2008
Programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443/2001). Collegamento autostradale Asti-Cuneo - Lotto 1-6 Tangenziale di Cuneo (CUP G41B04000250008). Progetto preliminare. (Deliberazione n. 22/2008).

IL COMITATO INTERMINISTERIALE
PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

Vista la legge 21 dicembre 2001, n. 443 (c.d. «legge obiettivo»), che, all'art. 1, ha stabilito che le infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti strategici e di preminente interesse nazionale, da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati dal Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando a questo Comitato di approvare, in sede di prima applicazione della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
Vista la legge 1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, reca - tra l'altro - modifiche al menzionato art. 1 della legge n. 443/2001 e prevede che gli interventi di cui al Programma delle infrastrutture strategiche siano compresi in intese generali quadro tra il Governo e ogni singola regione o provincia autonoma, al fine del congiunto coordinamento e realizzazione delle opere;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilita', come modificato - da ultimo - dal decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;
Visto l'art. 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, recante «Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo il quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento pubblico deve essere dotato di un codice unico di progetto (CUP), e viste le delibere attuative adottate da questo Comitato;
Visto il decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, intitolato «codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE», e s.m.i. e visti in particolare:
la parte II, titolo III, capo IV concernente «lavori relativi a infrastrutture strategiche e insediamenti produttivi»;
l'art. 256, che ha abrogato il decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, concernente la «attuazione della legge n. 443/2001, per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale», come modificato dal decreto legislativo 17 agosto 2005, n. 189;
Visto il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1 della legge 17 luglio 2006, n. 233, che ha modificato l'art. 2, comma 1, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, operando - tra l'altro - la scissione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in Ministero delle infrastrutture e Ministero dei trasporti;
Vista la delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002 S.O.), con la quale questo Comitato, ai sensi del richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato il 1° Programma delle opere strategiche, che nell'allegato 1 include - tra i «sistemi autostradali e stradali» del Corridoio plurimodale padano - la «Autostrada Asti-Cuneo»;
Vista la delibera 25 luglio 2003, n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003), con la quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attivita' di supporto che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e' chiamato a svolgere ai fini della vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;
Vista la delibera 6 aprile 2006, n. 130 (Gazzetta Ufficiale n. 199/2006), con la quale questo Comitato ha operato la rivisitazione del 1 Programma delle infrastrutture strategiche in cui trova conferma l'intervento «Autostrada Asti-Cuneo»;
Vista la delibera 4 ottobre 2007, n. 110 (Gazzetta Ufficiale n. 254/2007), con la quale questo Comitato ha espresso valutazione favorevole sullo schema di convenzione unica tra Anas S.p.a. e la Societa' di progetto «Autostrada Asti-Cuneo S.p.a.»;
Vista la sentenza 25 settembre 2003, n. 303, con la quale la Corte costituzionale, nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001 ed ai decreti legislativi attuativi, si richiama all'imprescindibilita' dell'intesa tra Stato e singola regione ai fini dell'attuabilita' del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa anche essere successiva ad un'individuazione effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che l'attivita' posta in essere non vincola la regione fino a quando l'intesa non venga raggiunta e che i finanziamenti concessi all'opera sono da considerare inefficaci finche' l'intesa stessa non si perfezioni;
Visto il decreto emanato dal Ministro dell'interno di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti il 14 marzo 2003, e s.mi., con il quale - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 2, del decreto legislativo n. 190/2002 (ora art. 180, comma 2, del decreto legislativo n. 163/2006) - e' stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;
Vista la nota 5 novembre 2004, n. COM/3001/1, con la quale il coordinatore del predetto Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere espone le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;
Visto il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) 2008-2012, sul quale questo Comitato ha espresso parere favorevole con delibera 28 giugno 2007, n. 45, che include nell'allegato B2, relativo agli interventi «legge obiettivo: opere in corso integralmente coperte», l'«Autostrada Asti-Cuneo»;
Visto il decreto emanato dal Ministro delle infrastrutture di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze il 21 novembre 2007, con il quale e' stata approvata la convenzione unica fra ANAS S.p.a. e la concessionaria autostradale Societa' di progetto Autostrada Asti-Cuneo S.p.a. sulla quale questo Comitato si era favorevolmente espresso con la delibera n. 110/2007 piu' innanzi citata;
Vista la nota 13 febbraio 2008, n. 62, con la quale il Ministero delle infrastrutture ha trasmesso, tra l'altro, la relazione istruttoria relativa al «Collegamento autostradale Asti-Cuneo: lotto 1-6 Tangenziale di Cuneo», proponendo l'approvazione, con prescrizioni e raccomandazioni, del relativo progetto preliminare;
Vista la nota 20 febbraio 2008, n. 1934, con la quale il Ministero delle infrastrutture ha fornito chiarimenti in merito alle osservazioni emerse nella riunione preparatoria dell'odierna seduta;
Considerato che l'intervento «Autostrada Asti-Cuneo» di cui sopra e' ricompreso nella intesa generale quadro tra Governo e regione Piemonte, sottoscritta l'11 aprile 2003, alla voce «Corridoi autostradali e stradali»;
Considerato che l'art. 1 della citata legge n. 443/2001, come modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 163 del decreto legislativo n. 163/2006 attribuiscono la responsabilita' dell'istruttoria e la funzione di supporto alle attivita' di questo Comitato all'allora Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che puo' in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;
Udita la relazione del Ministro delle infrastrutture;
Acquisita in seduta l'intesa del Ministro dell'economia e delle finanze;
Prende atto

delle risultanze dell'istruttoria svolta dal Ministero delle infrastrutture e, in particolare:
sotto l'aspetto tecnico-procedurale:
che il progetto preliminare in argomento riguarda uno dei lotti nei quali sono suddivisi i due tronchi, A e B, che costituiscono l'intero collegamento autostradale a pedaggio tra le citta' di Asti e di Cuneo oggetto della convenzione unica citata nelle premesse;
che, piu' specificamente, il lotto 1-6 in esame rientra tra gli interventi del 1 tronco «A - dalla citta' di Cuneo all'autostrada A6 Torino-Savona» ed e' identificato, nella convenzione unica di cui sopra, come «Circonvallazione di Cuneo fino alla S.S. 22», dell'estesa di 7,55 km;
che l'opera costituisce il primo lotto funzionale della tangenziale di Cuneo, tra la S.S. 22 ed il lotto 1-5 della costruenda autostrada Asti-Cuneo, in fase di progettazione definitiva, e s'inquadra nella prima fase del collegamento della viabilita' del sud del Piemonte con le direttrici internazionali verso la Francia (Nizza e S.S. 21 della Maddalena);
che l'opera in progetto, secondo la classificazione prevista dal decreto ministeriale infrastrutture e trasporti 5 novembre 2001 recante «Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade», risponde alle caratteristiche della categoria A (autostrade in ambito extra-urbano), con larghezza della piattaforma stradale di 25,00 m che comprende 2 corsie per senso di marcia, banchine laterali e spartitraffico centrale;
che l'ANAS S.p.a., quale soggetto aggiudicatore, con nota del 6 giugno 2003, prot. n. 172, ha inviato al Ministero delle infrastrutture il progetto preliminare dell'opera e lo studio di impatto ambientale per l'avvio delle procedure approvative, interessando nel contempo tutte le altre amministrazioni ed enti competenti a rilasciare i pareri;
che il soggetto aggiudicatore ha provveduto, in data 10 giugno 2003, a far pubblicare la comunicazione di avvio del procedimento di pronuncia di compatibilita' ambientale relativa al progetto preliminare in esame su due quotidiani a diffusione nazionale e locale;
che la regione Piemonte, con delibera di Giunta 1° dicembre 2003, n. 55 - 11200, ha espresso parere favorevole in merito al progetto preliminare, condizionato al recepimento di prescrizioni, e successivamente, a seguito dell'esame della documentazione integrativa prodotta dall'ANAS su richiesta della Commissione speciale V.I.A., si e' nuovamente espressa positivamente con delibera di giunta 28 dicembre 2006, n. 8 - 5000;
che nel parere espresso dalla regione Piemonte sono prescritte alcune varianti di carattere progettuale, illustrate negli elaborati grafici descrittivi A, B e C dell'allegato 2 alla relazione istruttoria, che il Ministero delle infrastrutture propone vengano disposte da questo Comitato ai sensi dell'art. 167 del decreto legislativo n. 163/2006;
che il Ministero per i beni e le attivita' culturali, con nota 23 novembre 2006, prot. n. DG/BAP/S02/34.19.04/21365, ha espresso parere favorevole sull'opera, subordinato al recepimento di prescrizioni;
che con nota 26 giugno 2007, n. GAB/2007/7320/B05, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha trasmesso la valutazione resa il 1° agosto 2006 dalla Commissione speciale V.I.A., che ha espresso parere positivo condizionato al recepimento di prescrizioni e raccomandazioni;
che il Ministero delle infrastrutture ha ritenuto accoglibili le prescrizioni e raccomandazioni formulate nei suddetti pareri, inserendole nell'apposito allegato 1 alla relazione istruttoria;
sotto l'aspetto attuativo:
che il soggetto aggiudicatore viene individuato nell'ANAS S.p.a.;
che l'opera, essendo inserita nel piano finanziario allegato alla convenzione di concessione piu' volte citata e relativa all'intero collegamento autostradale a pedaggio tra le citta' di Asti e di Cuneo, sara' realizzata dalla Societa' di progetto Asti-Cuneo S.p.a. nell'ambito del predetto rapporto convenzionale;
sotto l'aspetto finanziario:
che l'importo complessivo dell'opera, quale risulta dal quadro economico esposto nella relazione istruttoria che tiene conto dei maggiori oneri conseguenti all'accoglimento delle prescrizioni, dell'aggiornamento degli oneri espropriativi in base all'art. 2, comma 89, della legge n. 244/2007 e dell'adeguamento dell'originario quadro economico ai sensi del decreto legislativo n. 163/2006, e' pari a 118.491.358,66 euro, di cui 87.529.841 euro per lavori ed oneri da prescrizioni e 30.961.517,66 euro per somme a disposizione;
che la copertura finanziaria dell'intero costo dell'intervento risulta a carico della Societa' concessionaria Asti-Cuneo S.p.a., come esposto al punto che precede;
Delibera:

1. Approvazione progetto preliminare.
1.1 Ai sensi e per gli effetti dell'art. 165 del decreto legislativo n. 163/2006 e dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, e s.m. e' approvato, con le prescrizioni e le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture, anche ai fini dell'attestazione della compatibilita' ambientale e dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio per le aree interessate, il progetto preliminare «Collegamento autostradale Asti-Cuneo: lotto 1-6 Tangenziale di Cuneo».
E' conseguentemente perfezionata, ad ogni fine urbanistico e edilizio, l'intesa Stato-regione sulla localizzazione dell'opera.
1.2 Ai sensi del citato art. 165, comma 3, del decreto legislativo n. 163/2006, l'importo di 118.491.358,66 euro, fissato in relazione all'ammontare del costo dell'intervento come quantificato nel quadro economico sintetizzato nella precedente «presa d'atto», costituisce il limite di spesa del progetto preliminare approvato al punto 1.1.
1.3 Le prescrizioni citate al punto 1.1, cui e' subordinata l'approvazione del progetto, sono riportate nella 1ª parte dell'allegato, che forma parte integrante della presente delibera.
Le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture sono riportate nella parte 2ª del citato allegato. Il soggetto aggiudicatore, qualora ritenga di non poter dar seguito a dette raccomandazioni, fornira' al riguardo puntuale motivazione in modo da consentire al citato Ministero di esprimere le proprie valutazioni e di proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative. 2. Disposizione di varianti.
Ai sensi e per gli effetti dell'art. 167, comma 6, del decreto legislativo n. 163/2006, sono disposte le varianti al progetto preliminare «Collegamento autostradale Asti-Cuneo: lotto 1-6 Tangenziale di Cuneo» prescritte nel parere espresso dalla regione Piemonte ed illustrate negli elaborati grafici descrittivi A, B e C dell'allegato 2 alla relazione istruttoria. 3. Ulteriori clausole.
3.1 Il Ministero delle infrastrutture provvedera' ad assicurare, per conto di questo comitato, la conservazione dei documenti componenti il progetto preliminare dell'intervento «Collegamento autostradale Asti-Cuneo: lotto 1-6 Tangenziale di Cuneo» approvato con la presente delibera.
3.2 Il medesimo Ministero, in sede di approvazione della progettazione definitiva, provvedera' alla verifica di ottemperanza alle prescrizioni che, ai sensi del precedente punto 1.1, debbono essere recepite in tale fase, ferme restando le verifiche di competenza della Commissione V.I.A.
3.3 Il predetto Ministero provvedera' a svolgere le attivita' di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla richiamata delibera n. 63/2003.
3.4 In occasione della presentazione della prossima proposta di approvazione, di progetto preliminare o definitivo, relativa ad opera appartenente al «Collegamento autostradale Asti-Cuneo», il Ministero delle infrastrutture presentera' il quadro economico aggiornato dell'intero collegamento autostradale in argomento, in conformita' a quanto previsto al punto 3 della delibera n. 110/2007.
3.5 Questo comitato si riserva, in fase di approvazione del progetto definitivo dell'opera di cui alla presente delibera e in adesione a quanto richiesto con la nota del coordinatore del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza citata in premessa, di dettare prescrizioni intese a rendere piu' stringenti le verifiche antimafia, prevedendo - tra l'altro - l'acquisizione delle informazioni antimafia anche nei confronti degli eventuali sub-appaltatori e sub-affidatari, indipendentemente dall'importo.
3.6 Il CUP assegnato al progetto in argomento, ai sensi della delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004), dovra' essere evidenziato in tutta la documentazione amministrativa e contabile riguardante il progetto stesso.
Roma, 21 febbraio 2008

Il Presidente: Prodi Registrato alla Corte dei conti il 26 settembre 2008 Ufficio di controllo atti Ministeri economico-finanziari, registro n. 4 Economia e finanze, foglio n. 246
 
Allegato
COLLEGAMENTO AUTOSTRADALE ASTI-CUNEO
LOTTO 1-6 TANGENZIALE DI CUNEO

Le prescrizioni contrassegnate con asterisco incidono sulla localizzazione.
Parte 1ª - Prescrizioni

Prescrizioni di carattere generale

Si dovra' redigere il Progetto di Monitoraggio Ambientale in conformita' alle Linee Guida della Commissione Speciale V.I.A..
Si dovranno redigere gli elaborati, anche successivi al progetto definitivo, in conformita' alle specifiche del Sistema cartografico di riferimento.
Si dovra' predisporre quanto necessario per adottare, prima della data di consegna dei lavori, un Sistema di Gestione Ambientale dei cantieri secondo i criteri di cui alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE n. 761/2001).
Il progetto definitivo dell'opera dovra' tener conto della normativa sismica per le opere di interesse strategico (elenco A dell'Allegato 1 del decreto 21 ottobre 2003, n. 3685, del Capo della Protezione Civile) in zona sismica di classe «4» e dovra' essere depositato presso lo Sportello unico per l'Edilizia o presso gli Uffici tecnici comunali, secondo le procedure definite al punto 5 della circolare P.G.R. 27 aprile 2004, n. 1/DOP. Si ritiene che i terreni interessati dalle opere dovranno essere caratterizzati dal punto di vista geotecnico e del comportamento in condizioni dinamiche in base alla normativa vigente sulla base di indagini di dettaglio (sondaggi e geofisica) da eseguirsi su tutto il tracciato, valutando fin d'ora poco rappresentativi i dati di soli tre sondaggi e non idonee le prove SPT eseguite ai fini della valutazione della Vs30.
Dovra' essere preso in considerazione il progetto di raddoppio della linea ferroviaria Cuneo-Saluzzo, avanzato da RFI S.p.a., in corrispondenza dell'interferenza del tracciato autostradale in oggetto.
Nel progetto definitivo, relativamente alla fase di realizzazione dell'opera, dovranno essere indicate le modalita' di organizzazione del traffico al fine di limitare le interferenze sulla viabilita' regionale/provinciale/comunale. Si chiede pertanto lo studio delle modalita' di gestione delle predette interferenze mediante gli schemi delle piste temporanee di deviazione, degli allargamenti della sede stradale, etc.
Dovra' essere valutata la possibilita' di prevedere un asse stradale di categoria «B» anziche' «A» sulla base di quanto richiesto dal Comune di Cuneo con D.G.R. 16 settembre 2003, n. 204.
Prescrizioni di carattere progettuale

Dovranno essere studiate soluzioni e caratteristiche architettoniche per la realizzazione del viadotto, armonizzate al contesto territoriale e paesaggistico attraversato ed ai tratti autostradali gia' realizzati.
(*) Dovra' essere modificato il tracciato in corrispondenza della Cascina Leonotto, riducendo e traslando il flesso dell'asse stradale nel tratto compreso tra le sezioni 171 e 164 (elaborato T1.2) in modo da occupare marginalmente anche terreni di proprieta' del Comune di Cuneo (vedi allegati A, B, C).
(*) Dovra' essere verificata la possibilita' di introdurre una modifica al tracciato in corrispondenza del tratto compreso tra le sezioni 157 e 160 (elaborato T1.2) rendendo equidistante l'asse stradale tra l'insediamento di «Torre Allione» e i fabbricati di via Antica di Busca n. 101, in modo che venga allontanato il medesimo asse stradale dall'insediamento di Tetto S. Giacomo in corrispondenza delle sezioni nn. 153 e 155 (elaborato T1.2 - vedi allegati A, B, C).
(*) Il disegno dello svincolo con la S.P. 422 e l'attraversamento Est-Ovest della Citta' dovra' essere ristudiato al fine di ridurre il piu' possibile l'occupazione di suolo (vedi allegati A, B, C).
(*) Dovra' essere inserita una rotatoria per l'immissione della prevista bretella (collegamento tra la ex S.S. 589 e la S.P. 25) spostando leggermente detta immissione in direzione Busca-Saluzzo dove vi e' una maggiore superficie disponibile (vedi allegati A, B, C).
Prescrizioni di carattere ambientale

Carattere generale.
Le opere di sistemazione e recupero ambientale dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all'avanzamento della costruzione dell'opera, secondo un cronoprogramma che tenga conto della stagionalita' delle opere a verde e della necessita' di riposizionare, nel piu' breve tempo possibile, il materiale di scotico precedentemente abbandonato. Ambiente idrico superficiale e sotterraneo.
Si dovra' studiare, anche mediante modelli matematici e con accertamenti sperimentali, l'inserimento della galleria artificiale per prevenire gli effetti di drenaggio e di modifica del deflusso della falda ed approfondire gli effetti di possibili inquinamenti dovuti alla realizzazione della galleria stessa;
Si dovranno prevedere il dimensionamento e la localizzazione delle vasche di raccolta dei corpi recettori e le modalita' di gestione dei sistemi di trattamento delle acque di dilavamento dalla piattaforma, anche in relazione al verificarsi di condizioni accidentali di sversamento di inquinanti sulla piattaforma stradale, prevedendo specifiche procedure d'emergenza, messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica delle aree interessate.
La documentazione in fase di progetto definitivo dovra' essere integrata con uno studio idrogeologico, con particolare analisi della falda superficiale e/o dell'acquifero multifalda, con carta delle isopieze basata su misure reali effettuate sul campo (pozzi, sondaggi), in un arco di tempo significativo comprendente almeno un anno di osservazioni.
Dovranno essere predisposti, sia in fase di cantiere sia in fase di esercizio dell'opera, tutti gli opportuni accorgimenti tecnici affinche', in prossimita' dei tratti in trincea ed in galleria, siano scongiurati fenomeni anche temporanei e localizzati di emergenza della falda indotti da un effetto barriera sulla stessa, e vengano altresi' scongiurati locali depauperamenti della risorsa captata (pozzi irrigui) per azione di richiamo indotto dall'opera o da attivita' ad essa connesse (pompaggio); qualora tali fenomeni risultassero comunque inevitabili, sara' cura e onere del proponente prevedere un adeguato indennizzo per eventuali danni ad abitazioni, infrastrutture o coltivazioni interessate.
In fase di scavo dovranno essere previsti accorgimenti e soluzioni costruttive atte ad evitare inquinamenti delle acque sotterranee ed a mantenere la continuita' di flusso delle stesse. Qualora si intenda conferire alla rete idrografica superficiale eventuali acque di aggottamento derivanti dagli scavi, queste dovranno essere preventivamente decantate in vasche di sedimentazione appositamente predisposte, cosi' come dovra' essere valutata la capacita' del ricettore finale in termini di portata.
L'eventuale regimazione delle acque di dilavamento delle aree adibite a cantiere e delle eventuali acque di lavorazione non destinabili ad altri usi dovra' prevedere, a monte del recapito finale, la realizzazione di sistemi di abbattimento dei solidi sospesi (vasche di decantazione) e la loro periodica ispezione e manutenzione.
In fase di cantiere dovranno essere predisposte tutte le misure atte a scongiurare il rischio di immissione di sostanze inquinanti (oli ed idrocarburi in genere, polveri e sfridi o residui bituminosi e cementizi, etc.) nel reticolo idrografico. In particolare, in fase di progettazione definitiva, dovra' essere predisposto un piano di intervento rapido per il contenimento e l'assorbimento di eventuali versamenti accidentali, anche sul terreno, di idrocarburi o altri prodotti chimici in uso al cantiere; eventuali stoccaggi di prodotti chimici in uso al cantiere dovranno essere localizzati il piu' lontano possibile dal reticolo idrografico, su superfici pianeggianti temporaneamente impermeabilizzate.
Nella regimazione, o nell'attraversamento delle utenze irrigue preesistenti, dovranno essere salvaguardati i diritti acquisiti e garantita la possibilita' di una corretta manutenzione delle utenze medesime da parte dei legittimi fruitori, anche attraverso accordi preventivi, oltre ad individuare le soluzioni piu' idonee a risolvere le problematiche inerenti gli attraversamenti della rete irrigua, in modo da assicurare la continuita' e la funzionalita' della rete e da consentire l'effettuazione delle operazioni di manutenzione della stessa in maniera agevole e in sicurezza. Si dovranno inoltre tenere in debita considerazione, per l'esecuzione dei lavori, anche i tempi e la durata della stagione irrigua al fine di non interferire con l'erogazione del servizio da parte dei consorzi d'irrigazione.
Dovra', infine, essere posta particolare cura, sia a livello di progettazione che di realizzazione e di esercizio dell'infrastruttura viaria, onde evitare ricadute negative sulla qualita' delle acque utilizzate a scopi irrigui. Al fine di individuare e risolvere le criticita' relative a tali aspetti e di definire il cronoprogramma dei lavori, il proponente dovra' prendere contatto con l'Aggregazione di Consorzi di Irrigazione Sinistra Stura di Demonte - Corso Nizza 37 - 12100 Cuneo, operante nell'area interessata dall'intervento.
Per quanto riguarda l'intercettazione delle acque di piattaforma, nelle fasi successive di progettazione dovranno essere dettagliate le modalita' di trattamento delle acque raccolte e dovranno essere indicati i recettori finali, individuando le soluzioni adatte ad evitare che, in corrispondenza dei punti di rilascio, nel caso di portate eccezionali, si creino problemi di erosione e di esondazione ora non esistenti. Dovra' inoltre essere predisposto un piano di manutenzione dei sistema di raccolta e trattamento delle acque di piattaforma finalizzato a mantenere il sistema funzionale nel tempo. Dovra', infine, essere previsto un piano di monitoraggio volto ad accertare l'efficienza del sistema di abbattimento degli inquinanti e le condizioni di qualita' nel corpo idrico recettore. Tale piano dovra' essere concordato con ARPA Piemonte e con la Direzione Risorse Idriche.
Dovra' essere svolto uno studio idrogeologico (corredato da una carta delle isopieze) che delinei l'effettivo andamento delle falde superficiali e profonde presenti sul terrazzo in questione e dovranno essere indicate le mitigazioni da porre in atto in fase di realizzazione, al fine di portare al minimo l'impatto sulla risorsa sotterranea.
Dovra' essere svolta una ricognizione esaustiva delle fonti di approvvigionamento idrico potenzialmente interferite dall'opera in progetto, soprattutto per quanto riguarda pozzi ad uso idropotabile o irriguo.
Gli studi idraulici, inerenti corsi d'acqua a sedime demaniale, dovranno essere condotti secondo i criteri contenuti nella Direttiva del Comitato Istituzionale dell'Autorita' di Bacino emanata con deliberazione 11 maggio 1999, n. 2, concernente i «Criteri per la valutazione della compatibilita' idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all'interno delle fasce A e B» ed in particolare:
le verifiche idrauliche dovranno essere eseguite in moto permanente;
dovra' essere rispettato il franco pari a 0.5*v2/2g e comunque non inferiore a m 1 per gli attraversamenti.
Dovra' essere meglio definito il sistema di raccolta, convogliamento e smaltimento delle acque meteoriche dalla piattaforma autostradale, precisando le caratteristiche del sistema utilizzato e individuando la localizzazione puntuale degli scarichi, considerando con particolare attenzione la gestione di eventuali sversamenti accidentali; dovranno essere comunque previste vasche per le acque di prima pioggia dotate di sezioni di trattamento con separazione degli oli.
Nel caso in cui la raccolta e lo smaltimento di tali acque di piattaforma fosse delegata ad un collettore posto sotto le canalette di raccolta e fosse previsto lo scarico nello Stura di Demonte, gli studi di dettaglio dovrebbero approfondire le caratteristiche e le modalita' di funzionamento del collettore, le interazioni con i livelli idrici dello Stura e le interferenze con la falda, ricorrendo poi a tecniche di ingegneria naturalistica per la realizzazione dei fossi con funzione di biofiltro e dei bacini di biofiltrazione, in considerazione del buono stato qualitativo delle acque del torrente Stura di Demonte.
Dovra' essere tenuta in considerazione la possibilita' di mantenere la continuita' stradale degli accessi ai fondi e la continuita' del reticolo irriguo, pena l'abbandono delle colture con l'accelerazione di processi di urbanizzazione gia' in atto nel territorio.
Gli attraversamenti idraulici del reticolo irriguo dovranno essere dimensionati e progettati in funzione anche del passaggio della fauna, tramite la disposizione di banchine transitabili a lato dei sottopassi dei canali. Rumore e vibrazioni.
Si dovra' approfondire l'analisi previsionale del rumore in fase di esercizio, specificando la localizzazione, la tipologia e le modalita' di realizzazione delle opere di mitigazione acustica, assicurandone l'inserimento paesaggistico e privilegiando l'adozione di barriere acustiche integrate con barriere a verde. Inoltre occorrera' estendere le analisi previsionali alla fase post-mitigazione e alla fase di costruzione e specificare i dati di traffico inseriti nel modello.
Si dovra' approfondire l'analisi delle vibrazioni generate dal traffico stradale atteso sulla futura opera, mediante esame e valutazione puntuale in corrispondenza dei punti di criticita'; tale analisi andra' condotta prendendo come riferimento la generazione e propagazione delle vibrazioni in relazione alla conformazione geologica del sottosuolo, alle caratteristiche degli edifici, alla velocita' di transito ed al tipo di pavimentazione utilizzato nella realizzazione dell'opera, prevedendo gli interventi di mitigazione delle vibrazioni cosi' da garantire il rispetto dei limiti delle norme UNI 9614.
Si ritiene necessario l'approntamento di un accurato piano di mitigazione del rumore prodotto dal traffico automobilistico, caratterizzando nello specifico i ricettori individuati, la cui efficacia sia provata dapprima in fase progettuale attraverso simulazione, e poi in fase post operam con una adeguata campagna di misure.
Dovranno essere approfondite le problematiche inerenti l'acustica ambientale e indicate le mitigazioni, cautele e verifiche adottate al fine di ridurre al minimo l'impatto generato sia nella fase di realizzazione che in quella di esercizio, in particolare dovra' essere rivalutato il livello di pressione sonora che l'infrastruttura in progetto generera' sugli insediamenti posti nelle sue vicinanze.
Nei casi in cui si prevedano delle quinte verdi per limitare l'inquinamento acustico, queste dovranno essere previste di pronto effetto e messe a dimora gia' all'avvio dei lavori di costruzione in modo che la massa fogliare possa svolgere un qualche effetto all'avvio dell'esercizio stradale. Atmosfera e polveri.
Si dovra' approfondire lo studio della componente atmosfera estendendo le analisi a tutti i parametri di legge ed effettuare le analisi previsionali anche per la fase di costruzione.
Per quanto riguarda la fase di cantiere, la vicinanza potenziale di edifici residenziali alle aree di lavorazione suggerisce l'adozione di misure di mitigazione e di monitoraggio quali coperture impermeabili fissate sui cumuli di materiale di smarino temporaneamente stoccato e mantenimento del materiale estratto il piu' possibile umido nello strato superficiale mediante:
obbligo di lavaggio periodico della viabilita' esterna interessata e delle aree interne, per limitare il sollevamento di polvere dalle piste di cantiere;
realizzazione di cunetta lavaruote degli automezzi pesanti all'uscita di cantiere;
utilizzo di teli protettivi a chiusura del cassone degli autocarri in transito;
predisposizione di monitoraggi delle polveri nei campioni d'aria prelevati periodicamente nei pressi dei recettori maggiormente esposti e lungo la viabilita' di accesso.
Prendendo atto di quanto simulato in progetto, si ritiene necessario prevedere l'effettuazione, in fase di esercizio, di campagne di monitoraggio dei principali inquinanti emessi dal traffico veicolare, in modo da verificare quanto previsto anche in termini di mitigazione degli impatti.
Dovranno essere riconsiderati i fattori di emissione degli inquinanti in atmosfera adeguandoli a quelli previsti per una infrastruttura autostradale e dovranno essere previste le conseguenti adeguate misure di mitigazione dell'impatto. Suolo e sottosuolo.
Dovra' essere aggiornata la ricognizione dei siti di cava e discarica disponibili, anche con riferimento alle disposizioni dei Piani cave vigenti.
Dovranno essere dettagliati i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di scavo e di demolizione; per lo smaltimento di quelli in esubero dovra' essere definito il Piano di deposito temporaneo e di smaltimento, individuando le aree di stoccaggio definitivo. Dovranno essere inoltre individuate le modalita' di conservazione della coltre vegetale in attesa del reimpiego.
Poiche' le opere stradali previste si snodano in un'area di estensione significativa attualmente destinata ad usi agricoli, nel caso in cui si verifichino frazionamenti delle proprieta' delle aziende agricole, a fine di mitigare la cesura introdotta nel mosaico delle coltivazioni ed evitare il formarsi di zone residuali di abbandono e di degrado degli usi del suolo, il proponente dovra' favorire gli interventi di ricomposizione fondiaria, predisponendo contestualmente al Piano di Esproprio, un Piano di ricomposizione fondiaria, che dovra' essere presentato all'Assessorato all'Agricoltura della Provincia di Cuneo per l'approvazione, e dovra' assumersi l'onere dei costi legali ed amministrativi della ricomposizione.
Con la viabilita' secondaria ed interpoderale, in modo da assicurare l'accesso alle proprieta' e la percorribilita' della viabilita' minore ai mezzi agricoli sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio delIinfrastruttura viaria.
Il terreno agrario derivante dalle operazioni di scotico dovra' essere adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico- fisiche. Per quanto riguarda lo stoccaggio, i cumuli dovranno avere forma trapezoidale e non dovranno superare i 2 metri di altezza e i 3 metri di larghezza di base, in modo da non danneggiare la struttura e la fertilita' del suolo accantonato. I cumuli dovranno inoltre essere protetti dall'insediamento di vegetazione infestante e dall'erosione idrica superficiale, procedendo subito al rinverdimento degli stessi con la semina di un miscuglio di specie foraggere con presenza di graminacee e leguminose. Il terreno di scotico dovra' poi essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale delle aree interessate dagli interventi e gli strati terrosi prelevati in fase di cantiere dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria; tutte le operazioni di movimentazione dovranno essere eseguite con mezzi e modalita' tali da evitare eccessivi compattamenti del terreno.
Per quanto riguarda il materiale in esubero derivante dai lavori di scavo della galleria e delle trincee, dovra' essere verificata la reale disponibilita' dei siti d'indicazione provinciale per il conferimento.
Dovra' essere predisposto un piano di reperimento e gestione dei materiali inerti - ai sensi della legge regionale n. 30/1999, del decreto del Presidente della Repubblica n. 554/1999 e del Documento di programmazione dell'Attivita' estrattiva - 1° stralcio approvato con D.G.R. del 6 novembre 2000 - in cui dovra' essere definito il fabbisogno complessivo di inerti e il bilancio scavi-recupero dei materiali, evidenziando i previsti quantitativi dei materiali in esubero; relativamente ai siti di cava e di deposito definitivo dovranno essere individuati i percorsi dei mezzi d'opera e i relativi cantieri.
Dovranno essere evidenziati i volumi di materiali/rifiuti prodotti e movimentati, le modalita' operative con particolare riferimento al trasporto di tali materiali/rifiuti e la loro destinazione finale (qualora classificati come rifiuti dovranno essere chiaramente individuati gli impianti di smaltimento o gli impianti di recupero). Vegetazione flora e fauna.
Dovranno essere assicurati corridoi protetti di attraversamento della fauna in numero, forma e dimensioni adeguati.
Si dovra' prevedere, per quanto riguarda il ripristino della vegetazione, l'impiego di specie appartenenti alle serie autoctone, raccogliendo eventualmente in loco il materiale per la loro propagazione (sementi, talee, etc.), al fine di rispettare la diversita' biologica (soprattutto in prossimita' di aree protette) e di consentire la produzione di materiale vivaistico.
Nelle fasi successive di progettazione dell'opera dovra' essere quantificata la reale consistenza del taglio della vegetazione arborea, che dovra' essere limitato al minimo indispensabile. Dovra' inoltre essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere, al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti.
Dovra' essere prevista la creazione di una fascia arboreo-arbustiva continua lungo l'infrastruttura viaria in progetto, come prevista dal PRG di Cuneo, al fine di creare un corridoio ecologico lungo l'infrastruttura, recependo le indicazioni di cui agli articoli 66.02 e 66.05 delle NTA. A tale fine il proponente dovra' prevedere, in sede di progetto definitivo, l'esproprio o la disponibilita' delle aree.
Sempre per la creazione della fascia arboreo-arbustiva, si dovranno anticipare gli impianti delle essenze gia' in fase di costruzione in modo che la massa fogliare possa svolgere un effetto di filtro nei confronti di rumore e polveri verso i recettori abitati gia' all'avvio dell'esercizio stradale. Le piante dovrebbero essere previste di pronto effetto e messe a dimora gia' all'avvio dei lavori di costruzione.
Dovranno inoltre essere progettati e realizzati gli interventi di ripristino e di mitigazione ambientale funzionali alla ricucitura dei corridoi ecologici presenti nell'area di intervento. Per la loro realizzazione dovranno essere utilizzate specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone adatte alle condizioni stazionali e, per assicurarne la riuscita, gli interventi dovranno essere eseguiti nel rispetto della stagionalita' delle opere a verde. Al fine di garantire l'attecchimento del materiale vegetale utilizzato, il proponente dovra' predisporre un piano di manutenzione delle opere a verde, da svolgersi nel primo anno successivo alla realizzazione delle stesse nel caso dei soli inerbimenti o nel primo triennio nel caso di impianto di specie arboree ed arbustive, che preveda la risemina delle superfici, ove si sia verificato un mancato o un ridotto sviluppo della copertura erbacea, e la sostituzione delle fallanze nell'ambito delle formazioni arboree ed arbustive ricostituite.
Gli interventi di mitigazione relativi alla permeabilizzazione dell'infrastruttura viaria al passaggio della fauna selvatica (mammiferi, anfibi e rettili) dovranno tenere conto delle indicazioni progettuali contenute nel manuale «Fauna selvatica ed infrastrutture lineari. Indicazioni per la progettazione di misure di mitigazione degli impatti delle infrastrutture lineari di trasporto sulla fauna selvatica» (Regione Piemonte e ARPA Piemonte, 2005), concordandone la localizzazione e la definizione dei criteri costruttivi con la Direzione Territorio Rurale e con la Struttura Valutazione Ambientale (VIA/VAS) dell'ARPA Piemonte. Particolare attenzione dovra' essere posta anche nella progettazione degli inviti e della vegetazione localizzata in prossimita' dei passaggi e dovra' essere evitato il posizionamento di recinzioni perimetrali in corrispondenza del tratto in viadotto. Il progetto definitivo dovra' contenere, oltre agli elaborati progettuali dei diversi tipi di passaggi per la fauna che saranno realizzati (ponti verdi, sottopassi stradali, scatolari idraulici e tombini di drenaggio adattati per permettere il passaggio della fauna), anche un elaborato cartografico che riporti i corridoi ecologici individuati e il tracciato dell'opera stradale, ponendoli in relazione, ed indichi la localizzazione dei diversi tipi di passaggi per la fauna.
Nel caso in cui si utilizzino barriere antirumore trasparenti, queste dovranno essere dotate di idonee segnalazioni (quali sagome di rapaci o altro) in modo da risultare visibili all'avifauna e da scongiurare il pericolo di collisione contro tali strutture da parte degli uccelli. Ripristini, mitigazioni e compensazioni.
Dovranno essere sviluppati gli interventi di mitigazione, secondo le indicazioni presenti nello Studio di imparto ambientale e sue integrazioni, tenendo conto delle presenti prescrizioni, dettagliandone la localizzazione, la tipologia, le modalita' di esecuzione e i costi analitici. In riferimento agli specifici caratteri dell'ambito di interesse, si ritiene che gli interventi di mitigazione previsti nelle aree di svincolo e nelle aree intercluse debbano considerare, ove possibile, la funzione di ricucitura del tessuto agrario esistente.
Dovra' essere anticipata nel programma lavori, per quanto possibile, la realizzazione delle opere di mitigazione rispetto alla realizzazione delle opere in progetto.
Dovranno essere previsti gli interventi di riorganizzazione fondiaria, di ricomposizione della maglia viaria minore e poderale, di mitigazione e compensazione degli impatti definiti a seguito di apposito approfondimento del tema.
Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovra' essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell'opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deponia temporanea, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le piste di accesso alle aree di lavoro, nonche' ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell'esecuzione dei lavori in progetto, dovra' essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.
In sede di progettazione definitiva dell'infrastruttura autostradale, dovranno essere redatti, con lo stesso grado di definizione, anche gli interventi delle opere di compensazione e mitigazione, prevedendo l'esproprio delle aree necessarie a tali interventi e i relativi costi.
Dovra', infine, essere redatto un Piano di Monitoraggio ambientale che valuti tutte le componenti interferite e sia articolato in ante, corso e post operam. Tale documento dovra' essere concordato con regione Piemonte e ARPA Piemonte e dovranno essere computati i relativi costi in sede di progetto definitivo.
L'impatto sul reticolo di filari e siepi arboree e sulle comunita' igrofile del sistema dei canali irrigui dovra' essere compensato con un programma di impianti di formazioni analoghe a quelle esistenti, e secondo quanto gia' previsto dal PRG di Cuneo che ha in tal senso individuato le aree destinate a tali impianti che hanno anche funzione di mitigazione acustica ed atmosferica rispetto alle abitazioni.
Dovra' essere inserita nella progettazione la creazione di fasce vegetate marginali, mediante l'acquisizione di ampie fasce di terreno ai lati dell'infrastruttura, al fine di realizzare un corridoio ecologico lungo l'infrastruttura stessa. Cantierizzazione.
Per le aree di cantiere dovra' essere chiarito quali di queste rappresentino un'occupazione definitiva, anche parziale, e quali, viceversa, abbiano carattere temporaneo e quindi siano soggette a smantellamento e oggetto, conseguentemente, di ripristino. Analogamente dovranno essere acquisite le medesime informazioni in merito alla viabilita' di accesso connessa alla cantierizzazione dell'opera, sia questa di neo formazione o gia' esistente ma soggetta a modifiche, ai fini del raggiungimento di una maggiore funzionalita' nell'ambito della gestione dell'opera in fase di costruzione.
Dovra' essere esaminata la necessita' delle infrastrutture previste nei cantieri base in funzione delle tempistiche di permanenza del cantiere stesso, della vicinanza a zone urbanizzate ed alla presenza di aree di pregio naturalistico, ai fini di una minimizzazione dell'impatto ambientale dei cantieri sia sotto il profilo dell'inquinamento acustico e luminoso che della porzione di territorio da assoggettare ad opere di rinaturalizzazione ed inserimento paesaggistico. Prescrizioni di carattere archeologico.
Con il progetto definitivo dovra' prevedersi, per tutto il tracciato di progetto, un programma di Indagini archeologiche ai sensi della legge n. 109/2005, art. 2-ter. Il suddetto programma dovra' essere sottoposto all'approvazione preventiva della Soprintendenza per i Beni archeologici del Piemonte e del Museo Antichita' Egizie.
Nel Quadro economico del progetto definitivo ed esecutivo dovranno prevedersi adeguate risorse economiche per l'effettuazione di interventi di scavo archeologico per la verifica di eventuali preesistenze che dovessero emergere durante i lavori.
Ai fini della valutazione del rischio archeologico, degli accertamenti preliminari e dell'assistenza in corso d'opera, tutte le opere accessorie - anche provvisorie (cave, discariche, viabilita' e zone di cantiere) - che comporteranno scavi o scotichi all'aperto, dovranno essere sottoposte alle stesse procedure di abbattimento del rischio di ritrovamenti archeologici imprevisti definite per il tracciato viario principale.
Le ricognizioni archeologiche e gli eventuali scavi archeologici esplorativi non dovranno essere compiuti durante i periodi di massime precipitazioni atmosferiche, che potrebbero creare ostacolo ad una corretta esplorazione del sottosuolo.
In ogni caso l'intero svolgere dei lavori di realizzazione dovra' essere seguito costantemente da operatori dotati dei necessari requisiti di specializzazione archeologica al fine di identificare, documentare, rilevare e tutelare reperti di interesse archeologico che dovessero emergere neI corso di scavi ed opere connesse.
L'onere economico dei suddetti progetti, indagini e personale specializzato archeologico, sara' in carico alla societa' ANAS S.p.A. proponente.
La Soprintendenza per i Beni archeologici del Piemonte e del Museo Antichita' Egizie, in corso d'opera, potra' richiedere varianti al progetto qualora dovessero emergere testimonianze archeologiche degne di conservazione, come anche richiedere la loro documentazione e la conservazione dei reperti.
In fase di redazione del progetto definitivo dovra' essere effettuata una specifica e puntuale indagine lungo tutto il tracciato viario in progetto che consenta di verificare la presenza, lungo lo stesso e nelle sue immediate vicinanze, di beni culturali vincolati ex lege ai sensi dell'art. 10, comma 1, del decreto legislativo n. 42/2004 (visto che nella documentazione SIA nel Q.R.P. - paragrafo 3, osservazione n. 7, si dichiara unicamente che nessun fabbricato risulta «inglobato negli svincoli o isolato da contesto agricolo a causa loro»). La suddetta indagine dovra' essere realizzata da personale specializzato sotto la diretta sorveglianza della competente Soprintendenza per i Beni Archeologici e per il paesaggio del Piemonte. Si intende che la presenza di un tale bene culturale lungo il tracciato viario in analisi costituira' elemento ostativo alla realizzazione dell'opera (cfr. prescrizione del SIA, paragrafo 8.2, pagg. 73-74) e pertanto dovranno essere attivate, d'ufficio o su istanza della parte proprietaria, le relative procedure di verifica dell'interesse culturale di cui all'art. 12 del decreto legislativo n. 42/2004 e, nel caso in cui la verifica si dovesse concludere con esito positivo, si dovra' procedere a trovare soluzioni tali da garantire la salvaguardia e conservazione dello stesso bene dichiarato. La Soprintendenza per i Beni archeologici e per il paesaggio del Piemonte, nel caso in cui il tracciato di progetto si dovesse avvicinare troppo ad uno dei suddetti beni culturali e quindi ne potrebbe danneggiare le libere visuali, potra' impartire specifiche prescrizioni di dettaglio al proponente societa' ANAS S.p.A. al fine di superare tali criticita' (in particolare si segnalano fin da adesso i seguenti immobili gia' definiti «beni ambientali ed archeologici» nell'elaborato «indagini archeologiche preliminari» della documentazione integrativa al SIA: Cascina Torretta, Tetto Cordone, Rua Bernardi, Cascina Brissa, Tetto San Giacomo, Torre Attillane, Cascina Grossa).
Le eventuali aree di sosta e servizio complementari alla costruzione del nuovo asse viario dovranno essere localizzate con il progetto definitivo in ambiti territoriali privi di elementi qualificanti il paesaggio e soprattutto conformarsi all'orografia esistente senza che la loro realizzazione comporti uno stravolgimento della stessa. Inoltre le stesse aree dovranno essere oggetto di specifici progetti di inserimento paesaggistico e di mitigazione visuale. I suddetti progetti dovranno essere concordati preventivamente e approvati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio del Piemonte.
In particolare si segnala che, come rilevato dalla cartografia del SIA, la «Cascina Torretta» risulta segnalata sul Catalogo dei beni culturali del Comune di Cuneo; tale bene viene interessato dal tracciato della tangenziale in modo da sovrapporsi, in modo limitato, al tracciato stesso. Conseguentemente in tale tratto dovranno essere trovate soluzioni alternative al medesimo tali da garantire la conservazione e la salvaguardia delle libere visuali esistenti. Le soluzioni alternative al tracciato saranno studiate preventivamente con la competente Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio del Piemonte che dovra' approvare la soluzione definitiva
Per quanto attiene l'impatto specificamente apportato dai singoli segmenti dell'opera, si rileva come delicato quello del viadotto di attraversamento della linea ferroviaria Cuneo-Saluzzo, per il quale si richiede l'elaborazione di uno specifico progetto di mitigazione ambientale (da attuarsi anche con barriere vegetali e alberate) e di inserimento paesaggistico, con lo studio di soluzioni architettoniche per le pile e gli impalcati di particolare qualita' compositiva, tali da garantire esse stesse una qualificazione dell'ambito paesaggistico attraversato. Il suddetto progetto dovra' essere concordato preventivamente e approvato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio del Piemonte.
Le piantumazioni a filari di alberi previste all'esterno delle rampe di raccordo o lungo il tracciato viario saranno costituite da schermature arboree delle stesse specie previste in progetto, ma la loro messa in opera dovra' rispondere maggiormente a criteri di disposizione naturale e non di regolarita' compositiva progettuale. In ogni caso l'efficacia di tutte le opere di mitigazione vegetale previste nel progetto in esame sara' oggetto di una verifica puntuale in corso d'opera con la Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio del Piemonte la quale potra' richiedere, eventualmente, una loro modifica o integrazione.
Tutte le opere di mitigazione vegetale previste con il progetto definitivo dovranno essere realizzate con l'obbligo di una verifica triennale. Si intende che le opere di mitigazione vegetale dovranno essere realizzate il piu' possibile in contemporanea con l'avanzamento del cantiere, al fine di giungere al termine dello stesso con uno stato vegetativo il piu' avanzato possibile e vicino quindi a quello previsto a regime dal progetto.
Nella sistemazione delle scarpate, dei rilevati e di tutte le aree movimentate si dovra' privilegiare il ricorso alle tecniche costruttive dell'ingegneria naturalistica.
La tipologia e sistemazione delle «barriere acustiche» lungo il tracciato sara' verificata puntualmente e preventivamente con la Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio del Piemonte, la quale ne dovra' approvare specificatamente anche il modello.
Tutte le aree agricole temporaneamente occupate dai cantieri relativi all'intervento in argomento, come anche le piste di servizio, dovranno essere riportate al termine dei lavori ai caratteri morfologici e vegetazionali originali.
Tutte le opere d'arte dei sottovia e dei tratti in viadotto dovranno prevedere la messa in opera di gondole in cls armato a finitura dei profili laterali delle travi c.a.p. piu' esterne.
Come definito nel SIA, dovra' porsi massima attenzione nella salvaguardia, conservazione e ripristino della «componente paesaggistica rappresentata dai filari arborei» escludendo una loro radicale eliminazione, ma anzi incrementando la loro presenza in coerenza con il tessuto agricolo esistente. Per tale aspetto saranno predisposti specifici elaborati con il progetto definitivo che dimostrino il raggiungimento di tale obiettivo di tutela e conservazione.
Tutte le suddette prescrizioni dovranno essee ottemperate dal proponente e i relativi elaborati progettuali di recepimento andranno sottoposti alla verifica di ottemperanza da parte delle Soprintendenze di settore e della Direzione generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici.
Parte 2ª - Raccomandazioni

Bisognera' avvalersi, per il monitoraggio ambientale, del supporto di competenze specialistiche qualificate, anche attraverso la definizione di specifici protocolli e/o convenzioni; cio' anche allo scopo di promuovere la costituzione di centri di ricerca e formazione funzionali sia alla realizzazione dell'infrastruttura, sia all'ampliamento delle conoscenze scientifiche, sia alla creazione di nuove professionalita' nel settore.
Occorrera' acquisire, da parte del realizzatore dell'infrastruttura, per le attivita' di cantiere - anche dopo la consegna dei lavori e nel piu' breve tempo possibile - la Certificazione Ambientale 1400114001 o la registrazione ai sensi del regolamento CEE 761/2001 (EMAS).
Sara' necessario coordinare le attivita' di cantierizzazione dell'opera in esame con la realizzazione delle altre infrastrutture dei collegamenti in costruzione/progettazione Asti-Cuneo. A tal fine si dovra':
favorire lo scambio di informazioni, la cooperazione e il coordinamento reciproco;
coordinare le fasi di cantierizzazione, favorendo l'uso coordinato delle aree di cantiere, della viabilita', delle cave e dei siti di discarica;
coordinare la progettazione delle opere a verde e delle opere di mitigazione e di compensazione;
favorire l'inserimento paesaggistico-ambientale delle interferenze.
 
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