Gazzetta n. 134 del 11 giugno 2011 (vai al sommario)
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
DIRETTIVA 4 marzo 2011
Linee guida sulle modalita' di funzionamento dei «Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunita', la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni» (articolo 21, legge 4 novembre 2010, n. 183).



Alle Amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165

IL MINISTRO
PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L'INNOVAZIONE
E
IL MINISTRO
PER LE PARI OPPORTUNITA'

Visti gli articoli 3, 4, 35, 36, 37, 97 della Costituzione della Repubblica Italiana;
Vista la legge 20 maggio 1970, n. 300 - «Norme sulla tutela della liberta' e dignita' dei lavoratori, della liberta' sindacale e dell'attivita' sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento»;
Visto l'art. 16 del decreto del Presidente della Repubblica in data 23 agosto 1988, n. 395 recante la definizione, in sede di contrattazione di comparto, delle misure e dei meccanismi atti a consentire una reale parita' uomo - donna nell'ambito del pubblico impiego;
Visti gli articoli 1, 3, 7, 40, 43 e 57 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 - «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche»;
Visto il decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 recante il «Codice delle pari opportunita' tra uomo e donna» ai sensi dell'art. 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246, in particolare gli articoli 13, 15, 36, 37, 38, 43, 46 e 48, come modificato dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 5 recante l'attuazione della direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo riguardante il principio delle pari opportunita' e della parita' di trattamento uomo - donna in materia di occupazione e impiego;
Vista la direttiva dei Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e per le pari opportunita' 23 maggio 2007 recante «Misure per attuare parita' e pari opportunita' tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche»;
Visto il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni e integrazioni recante disciplina in materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
Visto il decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106 recante disposizioni integrative e correttive in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
Visti gli articoli 1, 3, 8, 9, 13 e 14 del decreto legislativo 27 dicembre 2009, n. 150 recante attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15 in materia di ottimizzazione della produttivita' del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni;
Visto l'art. 21 della legge 4 novembre 2010, n. 183 recante semplificazioni e razionalizzazioni in tema di pari opportunita', benessere di chi lavora e assenza di discriminazioni nelle amministrazioni pubbliche;
Vista la circolare 18 novembre 2010 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali recante l'approvazione delle indicazioni necessarie alla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato di cui all'art. 28, comma 1-bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche;
Visti i contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al personale delle amministrazioni pubbliche;
Acquisito il parere favorevole della Conferenza unificata di cui all'art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 nella seduta del 3 marzo 2011;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 giugno 2008, recante delega di funzioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di pubblica amministrazione e innovazione al Ministro senza portafoglio on. Prof. Renato Brunetta;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 giugno 2008, recante delega di funzioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di pari opportunita' al Ministro senza portafoglio on. dott.ssa Maria Rosaria Carfagna;

Emanano
la seguente direttiva
Premessa.
L'ordinamento italiano ha recepito i principi veicolati dalla Unione europea in tema di pari opportunita' uomo/donna sul lavoro, contrasto ad ogni forma di discriminazione e mobbing.
L'amministrazione pubblica, che deve essere datore di lavoro esemplare, ha attuato per prima questi principi che si ritrovano, tra le altre, in disposizioni contenute nel decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, in particolare negli articoli 7 e 57, e nella contrattazione collettiva.
L'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa e la produttivita' passano necessariamente attraverso il miglioramento dell'organizzazione del lavoro. Un contesto lavorativo improntato al benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, rappresenta, infatti, un elemento imprescindibile per garantire il miglior apporto sia in termini di produttivita' che di affezione al lavoro.
E' circostanza nota che un ambiente lavorativo ove si verifichino episodi di discriminazione o mobbing si associa quasi inevitabilmente alla riduzione e al peggioramento delle prestazioni. Oltre al disagio arrecato ai lavoratori e alle lavoratrici, si hanno ripercussioni negative sia sull'immagine delle amministrazioni pubbliche, sia sulla loro efficienza.
La dirigenza pubblica deve essere chiamata a rispondere delle proprie capacita' organizzative anche in relazione alla realizzazione di ambienti di lavoro improntati al rispetto dei principi comunitari e nazionali in materia di pari opportunita', benessere organizzativo, contrasto alle discriminazioni e mobbing.
Allo stato attuale buona parte dell'attenzione sui temi delle pari opportunita' e del mobbing e' stata veicolata nelle amministrazioni pubbliche attraverso lo strumento della contrattazione collettiva che ha previsto i Comitati per le pari opportunita' e i Comitati paritetici per il contrasto al fenomeno del mobbing.
Nel quadro dei recenti interventi di razionalizzazione dell'amministrazione pubblica, fra i quali, da ultimo, il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, specificamente finalizzato all'ottimizzazione della produttivita' del lavoro pubblico, si inserisce anche l'art. 21 della legge 4 novembre 2010, n. 183 (cd «Collegato lavoro»), che e' intervenuto in tema di pari opportunita', benessere di chi lavora e assenza di discriminazioni nelle amministrazioni pubbliche.
La legge 183/2010, apportando alcune importanti modifiche agli articoli 1, 7 e 57 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 prevede, in particolare, che le pubbliche amministrazioni costituiscano «al proprio interno, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il "Comitato unico di garanzia per le pari opportunita', la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni" che sostituisce, unificando le competenze in un solo organismo, i comitati per le pari opportunita' e i comitati paritetici sul fenomeno del mobbing, costituiti in applicazione della contrattazione collettiva, dei quali assume tutte le funzioni previste dalla legge, dai contratti collettivi relativi al personale delle amministrazioni pubbliche o da altre disposizioni» (art. 57, comma 01).
La presente direttiva, emanata di concerto dal Dipartimento della funzione pubblica e dal Dipartimento per le pari opportunita' della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi del comma 04, dell'art. 57, del d.lgs 165/2001, detta linee guida per il funzionamento dei Comitati unici di garanzia (d'ora innanzi chiamati CUG).
La novita', costituita dalla previsione normativa di un organismo che assume -unificandole - tutte le funzioni che la legge, i contratti collettivi e altre disposizioni attribuiscono ai Comitati per le pari opportunita' e ai Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing da tempo operanti nella pubblica amministrazione, rende opportuna una illustrazione del contesto normativo ed applicativo sul quale la legge e' intervenuta, innovando, razionalizzando e rafforzando competenze e funzioni.
A quasi venti anni dall'introduzione nella Pubblica amministrazione dei Comitati per le pari opportunita' e' indiscutibilmente positivo, e rispondente anche alle indicazioni dell'Unione europea, l'avere previsto organismi paritetici che, come strumenti delle stesse amministrazioni nell'ambito delle quali operano, svolgono un compito importante: contribuire a fornire elementi utili per la corretta gestione del personale in un'ottica di parita' e contrasto alle discriminazioni.
Sebbene di piu' recente costituzione, anche l'esperienza dei Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing e' stata sicuramente positiva, in quanto ha introdotto nella pubblica amministrazione una sensibilizzazione al tema del benessere lavorativo e l'instaurarsi di una cultura del rispetto della dignita' del lavoratore e delle lavoratrici.
Appare quindi in linea con i tempi la previsione dell'art. 21, comma 4, della legge 183/2010, che ha previsto l'ampliamento delle garanzie, oltre che alle discriminazioni legate al genere, anche ad ogni altra forma di discriminazione, diretta ed indiretta, che possa discendere da tutti quei fattori di rischio piu' volte enunciati dalla legislazione comunitaria: eta', orientamento sessuale, razza, origine etnica, disabilita' e lingua, estendendola all'accesso, al trattamento e alle condizioni di lavoro, alla formazione, alle progressioni in carriera e alla sicurezza.
Un ambiente di lavoro in grado di garantire pari opportunita', salute e sicurezza e' elemento imprescindibile per ottenere un maggior apporto dei lavoratori e delle lavoratrici, sia in termini di produttivita', sia di appartenenza. Risponde in pieno a queste esigenze la novella legislativa, prevedendo espressamente che le amministrazioni pubbliche garantiscano pari opportunita', un ambiente improntato al benessere organizzativo e si impegnino a prevenire, rilevare, contrastare ed eliminare ogni forma di violenza sessuale, morale o psichica al proprio interno.
L'unicita' del CUG risponde all'esigenza di garantire maggiore efficacia ed efficienza nell'esercizio delle funzioni alle quali il nuovo organismo e' preposto, rappresentando, altresi', un elemento di razionalizzazione.
Si viene cosi' ad eliminare la proliferazione di comitati, affidando tutte le competenze ad un unico organismo che non va duplicato per aree funzionali e dirigenza. In questo modo i CUG risulteranno rafforzati in termini di ruolo e di funzioni.
L'art. 57 del d.lgs 165/2001 (come modificato dall'art. 21 della legge 183/2010) e' in linea, inoltre, con il quadro delineato dal d.lgs. 150/2009, che ha inteso attuare una riforma organica della disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, prevedendo la promozione delle pari opportunita' come uno strumento chiave per realizzare tale riforma.
Il riferimento alle pari opportunita', contenuto sia tra i principi generali (art. 1) sia nei successivi articoli (articoli 3, 8, 9, 13 e 14) del d.lgs. 150/2009, rappresenta un significativo elemento d'innovazione: le politiche di pari opportunita', oltre ad essere uno strumento di tutela della condizione femminile, divengono una leva importante per il miglioramento dell'efficienza organizzativa e della qualita' dei servizi resi.
Per la prima volta la questione della parita' e delle pari opportunita' entra a pieno titolo in una normativa di carattere generale tra i fattori che condizionano il funzionamento organizzativo.
Perseguire la parita' tra i generi nella pubblica amministrazione significa, dunque, agire contemporaneamente sui diversi fronti dell'innovazione dei modelli organizzativi, del rinnovamento della classe dirigente, dell'uguaglianza delle opportunita' e del riconoscimento del merito e, non ultimo, della capacita' delle amministrazioni di promuovere la parita' anche nel contesto esterno. 1. Finalita' e destinatari.
In attuazione del dettato normativo, la presente direttiva contiene linee guida per il funzionamento dei «Comitati unici di garanzia per le pari opportunita', la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni» che, nelle amministrazioni pubbliche, di cui all'art.1, comma 2, del d.lgs. 165/2001, sostituiscono -unificandoli - i «Comitati per le pari opportunita'» e i «Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing», previsti della contrattazione collettiva Nazionale.
Le linee guida hanno carattere generale e contengono le indicazioni alle quali le amministrazioni in indirizzo devono attenersi, tenuto conto delle specificita' dei rispettivi ordinamenti e dei singoli contratti collettivi.
I CUG opereranno in un'ottica di continuita' con l'attivita' e le progettualita' poste in essere dagli organismi preesistenti.
Le amministrazioni in cui operi personale in regime di diritto pubblico, ai sensi dell'art. 3 del d.lgs. 165/2001, possono conformarsi alle presenti linee guida in un'ottica di semplificazione ordinamentale ed efficienza funzionale costituendo CUG unici, sia nel senso di unificazione tra comitati (Pari opportunita' e mobbing), sia nel senso di non duplicazione per aree funzionali e dirigenza.
Le regioni e gli enti locali adottano, nell'ambito dei propri ordinamenti e dell'autonomia organizzativa ai medesimi riconosciuta, le linee di indirizzo necessarie per l'attuazione dell'art. 21 della legge 183/2001 nelle sfere di rispettiva competenza e specificita', nel rispetto dei principi dettati dalle presenti linee guida. 2. Il contesto di riferimento.
I Comitati per le pari opportunita' sono stati costituiti nella pubblica amministrazione attraverso la contrattazione collettiva, in attuazione dell'art. 16 del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 1988, n. 395 («in sede di contrattazione di comparto saranno definiti misure e meccanismi atti a consentire una reale parita' uomo-donna nell'ambito del pubblico impiego»). Per effetto della stessa contrattazione collettiva, le «misure per favorire pari opportunita' nel lavoro» sono entrate a far parte delle materie oggetto di contrattazione integrativa (ad es. i contratti collettivi degli enti pubblici non economici, regioni e autonomie locali, Ministeri).
Con la tornata contrattuale del 2002 e' stata prevista l'introduzione dei Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing, inteso come forma di violenza morale e/o psichica in occasione di lavoro, attuato dal datore di lavoro o da altri dipendenti nei confronti di un lavoratore o di una lavoratrice.
La moltiplicazione dei comitati anche all'interno di una stessa amministrazione ha causato, negli anni, una frammentazione delle competenze in quanto al CPO erano attribuite quelle relative al contrasto alle discriminazioni di genere e alle molestie sessuali, e ai Comitati antimobbing erano attribuite competenze relative alla tutela del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici e alla sfera della molestia/violenza di carattere psicologico.
La composizione dei due comitati (CPO e Comitato sul fenomeno del mobbing) - che il CUG assorbe e unifica - era del tutto simile, con analogie che si ritrovavano anche in molti tra le disposizioni dei regolamenti di funzionamento adottati: riunioni periodiche mensili, modalita' di svolgimento dei lavori mediante attivita' in sottocomitati, relazioni annuali ecc. 3. Il Comitato unico di garanzia.
Il CUG, seppure in una logica di continuita' con i Comitati per le pari opportunita' ed i Comitati per il contrasto del fenomeno del mobbing, si afferma come soggetto del tutto nuovo, attraverso il quale il legislatore, tenendo conto delle criticita' esistenti, intende raggiungere piu' obiettivi:
a) Assicurare, nell'ambito del lavoro pubblico, parita' e pari opportunita' di genere, rafforzando la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e garantendo l'assenza di qualunque forma di violenza morale o psicologica e di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all'eta', all'orientamento sessuale, alla razza, all'origine etnica, alla disabilita', alla religione e alla lingua. Senza diminuire l'attenzione nei confronti delle discriminazioni di genere, l'ampliamento ad una tutela espressa nei confronti di ulteriori fattori di rischio, sempre piu' spesso coesistenti, intende adeguare il comportamento del datore di lavoro pubblico alle indicazioni della Unione Europea.
b) Favorire l'ottimizzazione della produttivita' del lavoro pubblico, migliorando l'efficienza delle prestazioni lavorative, anche attraverso la realizzazione di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunita', di benessere organizzativo e di contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o
c) psichica nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici.
d) Razionalizzare e rendere efficiente ed efficace l'organizzazione della pubblica amministrazione anche in materia di pari opportunita', contrasto alle discriminazioni e benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, tenendo conto delle novita' introdotte dal d.lgs 150/2009 e delle indicazioni derivanti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81 (T.U. in materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), come integrato dal decreto legislativo 3 agosto 2009, n.106 (Disposizioni integrative e correttive del d.lgs. 81/2008 ) e dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 come modificato dal decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 5 (Attuazione della direttiva 2006/54/CE relativa al principio delle pari opportunita' e della parita' di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego). La razionalizzazione, ottenuta anche mediante l'unificazione di competenze, determina un aumento di incisivita' ed efficacia dell'azione, la semplificazione organizzativa e la riduzione dei costi indiretti di gestione andra' a vantaggio di attivita' piu' funzionali al perseguimento delle finalita' del CUG, anche in relazione a quanto disposto dall'art. 57 comma 1, lett.d) del d.lgs. 165/2001. 3.1 Modalita' di funzionamento.
3.1.1. Costituzione e durata del mandato.
Ogni amministrazione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, costituisce un CUG, ai sensi dell'art. 57 del d.lgs 165/2001 (come novellato dall'art. 21 della legge 183/2010).
Le amministrazioni di piccole dimensioni hanno la possibilita' di associarsi al fine di garantire maggiore efficacia ed efficienza nell'esercizio delle proprie funzioni e ottimizzare le risorse.
Come piu' volte richiamato, il CUG sostituisce, unificandoli, i Comitati per le pari opportunita' e i Comitati paritetici per il contrasto del fenomeno del mobbing, costituiti in applicazione della contrattazione collettiva e ne assume tutte le funzioni previste dalla legge, dai contratti collettivi o da altre disposizioni.
Il CUG e' unico ed esplica le proprie attivita' nei confronti di tutto il personale.
Tenuto conto della trasversalita' delle materie oggetto delle competenze del CUG, al fine di favorire il coinvolgimento di tutti/e i/le dipendenti pubblici, le amministrazioni costituiscono un unico CUG che includa rappresentanze di tutto il personale appartenente all'amministrazione (dirigente e non dirigente).
Nelle amministrazioni in cui coesista personale in regime di diritto pubblico, di cui all'art. 3 del d.lgs 165/2001, e personale contrattualizzato, e' auspicabile la creazione di CUG unici nei quali siano rappresentate entrambe le componenti.
Le universita', nell'ambito dell'autonomia e delle specificita' loro riconosciute, disciplinano nei rispettivi statuti le modalita' di costituzione e di funzionamento dei CUG, ai sensi dell'art. 57 del d.lgs. 165/2001, come novellato dall'art. 21 della legge 183/2010.
I/le componenti del CUG rimangono in carica quattro anni. Gli incarichi possono essere rinnovati una sola volta.
Il CUG si intende costituito e puo' operare ove sia stata nominata la meta' piu' uno dei/delle componenti previsti.
3.1.2. Criteri di composizione.
Il CUG ha composizione paritetica ed e' formato da componenti designati da ciascuna delle organizzazioni sindacali rappresentative, ai sensi degli articoli 40 e 43 del d.lgs 165/2001, e da un pari numero di rappresentanti dell'amministrazione, nonche' da altrettanti componenti supplenti, assicurando nel complesso la presenza paritaria di entrambi i generi.
I/le componenti supplenti possono partecipare alle riunioni del CUG solo in caso di assenza o impedimento dei rispettivi titolari.
Si auspica, ove possibile, che i/le componenti provengano dalle diverse aree geografiche e funzionali.
E' fatta salva la possibilita' di ammettere la partecipazione ai lavori del CUG, senza diritto di voto, di soggetti non facenti parte dei ruoli amministrativi e dirigenziali nonche' di esperti, con modalita' da disciplinare nei rispettivi regolamenti interni dei CUG.
3.1.3 Nomina.
Il CUG e' nominato con atto del dirigente preposto al vertice dell'amministrazione, secondo quanto previsto per i singoli ordinamenti.
Nel caso in cui al vertice dell'amministrazione siano preposti piu' dirigenti pari ordinati, la competenza e' del dirigente tra i cui compiti rientri la gestione delle risorse umane. In caso di pari ordinazione di dirigenti tra i cui compiti rientri la gestione delle risorse umane, il CUG e' nominato d'intesa tra i pari ordinati.
Il/la Presidente e' scelto/a tra gli appartenenti ai ruoli della stessa amministrazione e deve possedere tutti i requisiti indicati di seguito, oltre ad elevate capacita' organizzative e comprovata esperienza maturata anche in analoghi organismi o nell'esercizio di funzioni di organizzazione e gestione del personale.
La complessita' dei compiti demandati al CUG richiede che i/le componenti siano dotati/e di requisiti di professionalita', esperienza, attitudine, anche maturati in organismi analoghi e, pertanto, essi devono possedere:
adeguate conoscenze nelle materie di competenza del CUG;
adeguate esperienze, nell'ambito delle pari opportunita' e/o del mobbing, del contrasto alle discriminazioni, rilevabili attraverso il percorso professionale;
adeguate attitudini, intendendo per tali le caratteristiche personali, relazionali e motivazionali.
Al fine di accertare il possesso dei requisiti di cui sopra, l'amministrazione fa riferimento, in primo luogo, ai curricula degli/delle interessati/e, eventualmente presentati secondo un modello predisposto dall'amministrazione stessa. A regime, e, ove possibile anche in sede di prima costituzione del CUG, con riguardo alla quota di rappresentanti dell'amministrazione, i curricula potranno pervenire all'amministrazione a seguito di una procedura trasparente di interpello rivolta a tutto il personale. Il dirigente preposto al vertice dell'amministrazione puo', comunque, prevedere colloqui con i/le candidati/e ai quali puo' partecipare anche il/la Presidente precedentemente nominato/a.
Resta salva la possibilita', per le amministrazioni in cui e' consolidata la prassi dell'elezione dei/delle componenti, di nominare gli stessi attraverso tale procedura.
Le amministrazioni tengono conto dell'attivita' svolta dai/dalle componenti all'interno del CUG (per esempio ai fini della quantificazione dei carichi di lavoro).
L'art. 57, comma 05, del d.lgs. 165/2001, come novellato dall'art. 21 della legge 183/2010, prevede che "la mancata costituzione del CUG comporta responsabilita' dei dirigenti incaricati della gestione del personale, da valutare anche al fine del raggiungimento degli obiettivi".
3.2 Compiti.
Nell'amministrazione di appartenenza, il CUG esercita compiti propositivi, consultivi e di verifica, nell'ambito delle competenze allo stesso demandate che, ai sensi dell'art. 57, comma 01, del d.lgs. 165/2001 (cosi' come introdotto dall'art. 21 della legge 183/2010), sono quelle che la legge, i contratti collettivi o altre disposizioni in precedenza demandavano ai Comitati per le Pari Opportunita' e ai Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing oltre a quelle indicate nella norma citata.
A titolo esemplificativo, il CUG esercita i compiti di seguito seguenti indicati.
Propositivi su:
predisposizione di piani di azioni positive, per favorire l'uguaglianza sostanziale sul lavoro tra uomini e donne;
promozione e/o potenziamento di ogni iniziativa diretta ad attuare politiche di conciliazione vita privata/lavoro e quanto necessario per consentire la diffusione della cultura delle pari opportunita';
temi che rientrano nella propria competenza ai fini della contrattazione integrativa;
iniziative volte ad attuare le direttive comunitarie per l'affermazione sul lavoro della pari dignita' delle persone nonche' azioni positive al riguardo;
analisi e programmazione di genere che considerino le esigenze delle donne e quelle degli uomini (es. bilancio di genere);
diffusione delle conoscenze ed esperienze, nonche' di altri elementi informativi, documentali, tecnici e statistici sui problemi delle pari opportunita' e sulle possibili soluzioni adottate da altre amministrazioni o enti, anche in collaborazione con la Consigliera di parita' del territorio di riferimento;
azioni atte a favorire condizioni di benessere lavorativo;
azioni positive, interventi e progetti, quali indagini di clima, codici etici e di condotta, idonei a prevenire o rimuovere situazioni di discriminazioni o violenze sessuali, morali o psicologiche - mobbing - nell'amministrazione pubblica di appartenenza.
Consultivi, formulando pareri su:
progetti di riorganizzazione dell'amministrazione di appartenenza;
piani di formazione del personale;
orari di lavoro, forme di flessibilita' lavorativa e interventi di conciliazione;
criteri di valutazione del personale;
contrattazione integrativa sui temi che rientrano nelle proprie competenze.
Di verifica su:
risultati delle azioni positive, dei progetti e delle buone pratiche in materia di pari opportunita';
esiti delle azioni di promozione del benessere organizzativo e prevenzione del disagio lavorativo;
esiti delle azioni di contrasto alle violenze morali e psicologiche nei luoghi di lavoro - mobbing;
assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all'eta', all'orientamento sessuale, alla razza, all'origine etnica, alla disabilita', alla religione o alla lingua, nell'accesso, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, promozione negli avanzamenti di carriera, nella sicurezza sul lavoro.
Il CUG promuove, altresi', la cultura delle pari opportunita' ed il rispetto della dignita' della persona nel contesto lavorativo, attraverso la proposta, agli organismi competenti, di piani formativi per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, anche attraverso un continuo aggiornamento per tutte le figure dirigenziali.
Il CUG opera in stretto raccordo con il vertice amministrativo dell'ente di appartenenza ed esercita le proprie funzioni utilizzando le risorse umane e strumentali, idonee a garantire le finalita' previste dalla legge, che l'amministrazione mettera' a tal fine a disposizione, anche sulla base di quanto previsto dai contratti collettivi vigenti.
Le amministrazioni forniscono ai CUG tutti i dati e le informazioni necessarie a garantirne l'effettiva operativita'.
L'amministrazione e' invitata a consultare preventivamente il CUG, ogni qualvolta saranno adottati atti interni nelle materie di competenza (es. flessibilita' e orario di lavoro, part-time, congedi, formazione, progressione di carriera ecc.)
E' auspicabile che le modalita' di consultazione siano predeterminate dal vertice dell'amministrazione, sentito il CUG, con atti interni (circolari o direttive).
Ciascuna amministrazione provvede a realizzare sul proprio sito web un'apposita area dedicata alle attivita' del CUG, periodicamente aggiornata a cura dello stesso.
Poiche' un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo e all'assenza di ogni forma di discriminazione e' funzionale alla garanzia di condizioni di sicurezza sul lavoro, si richiama l'attenzione sulla circolare sulla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato, emanata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e sulle successive eventuali integrazioni (lettera circolare 18 novembre 2010 n. 5).
In questo contesto, e' auspicabile una collaborazione tra il CUG e l'amministrazione di appartenenza (ad esempio, con i responsabili della prevenzione e sicurezza e/o con il medico competente), per lo scambio di informazioni utili ai fini della valutazione dei rischi in ottica di genere e dell'individuazione di tutti quei fattori che possono incidere negativamente sul benessere organizzativo, in quanto derivanti da forme di discriminazione e/o da violenza morale o psichica.
3.3 Relazioni.
Il CUG redige, entro il 30 marzo di ogni anno, una dettagliata relazione sulla situazione del personale nell'amministrazione pubblica di appartenenza, riferita all'anno precedente, riguardante l'attuazione dei principi di parita', pari opportunita', benessere organizzativo e di contrasto alle discriminazioni e alle violenze morali e psicologiche nei luoghi di lavoro - mobbing. La relazione tiene conto anche dei dati e delle informazioni forniti sui predetti temi:
dall'amministrazione e dal datore di lavoro ai sensi del del d. lgs. 81/2009;
dalla relazione redatta dall'amministrazione ai sensi della direttiva 23 maggio 2007 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimenti della funzione pubblica e per le pari opportunita' recante «misure per realizzare parita' e pari opportunita' tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche»;
La relazione deve essere trasmessa ai vertici politici ed amministrativi dell'ente di appartenenza.
3.4 Regolamento interno.
Il CUG, entro 60 giorni dalla sua costituzione, adotta un regolamento per la disciplina delle modalita' di funzionamento dello stesso recante, in particolare, disposizioni relative a: convocazioni; periodicita' delle riunioni, validita' delle stesse (quorum strutturale e funzionale); verbali; rapporto/i sulle attivita'; diffusione delle informazioni; accesso ai dati; casi di dimissioni, decadenza e cessazione della/del Presidente e dei/delle componenti; audizione di esperti, modalita' di consultazione con altri organismi etc.. 4 Collaborazione con altri organismi.
4.1 Osservatorio sulla contrattazione decentrata e buone prassi per l'organizzazione del lavoro.
La collaborazione con il/la Consigliere/a nazionale di parita', prevista dall'art. 57 del d.lgs. 165/2001, (come novellato dalla legge 183/2010), si realizza anche attraverso il raccordo con «l'Osservatorio interistituzionale sulle buone prassi e la contrattazione decentrata» previsto dal Piano Italia 2020 «Programma di azioni per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro», dei Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per le pari opportunita'.
L'Osservatorio, costituito presso l'Ufficio del/la Consigliere/a nazionale di parita', la cui attivita' attiene sia al lavoro privato sia a quello pubblico, detiene una raccolta organica e aggiornata dei contratti collettivi (nazionali e decentrati), degli Accordi - anche informali - e delle prassi piu' interessanti sviluppate a livello territoriale e aziendale finalizzati sia ad incrementare le politiche attive per l'occupazione, l'ingresso e il mantenimento nel mercato del lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori e ad incoraggiare, sotto il profilo dell'organizzazione del lavoro, la flessibilita' degli orari per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
L'Osservatorio, presso il quale e' altresi' presente una Banca dati sulle sentenze nazionali e comunitarie in materia antidiscriminatoria, e' costantemente implementato grazie ad un'azione congiunta e coordinata di tutti i soggetti che operano nel mercato del lavoro. I CUG potranno alimentare l'Osservatorio trasmettendo le cd. nuove prassi.
4.2 La collaborazione con il/la Consigliere/a nazionale di parita'.
La collaborazione dei CUG con il/la Consigliere/a nazionale di parita' e' da intendersi come modalita' di lavoro trasparente e semplificata che consente un significativo scambio di informazioni circa le reciproche attivita' e funzioni svolte dai soggetti sopra indicati, e cio' anche in considerazione del ruolo centrale del/la Consigliere/a nazionale di parita', come delineato dal d.lgs.198/2006, modificato dal d.lgs. 5/2010 (si vedano, in particolare gli articoli 13-15-36-37-38-43-46-48 e le altre norme di legge che specificano le funzioni dei/le Consiglieri/e di parita').
Ogni ulteriore indicazione operativa in merito alla collaborazione dei CUG con il/la Consigliere/a nazionale di parita' sara' oggetto dell'attivita' del Gruppo di lavoro, di cui al punto 6 delle presenti linee guida, al quale il/la Consigliere/a nazionale di parita' partecipa.
Per rendere agevole lo scambio di informazioni tra i CUG e l'Ufficio del/la Consigliere/a nazionale di parita':
a) verra' predisposta «una scheda tipo», pubblicata sui siti internet del/la Consigliere/a nazionale di parita', del Dipartimento della funzione pubblica e del Dipartimento per le pari opportunita', da compilarsi per la trasmissione della documentazione che, prima della pubblicazione nell'Osservatorio, verra' sottoposta all'esame e successiva validazione da parte del/la Consigliere/a nazionale di parita';
b) verra' indicato un indirizzo di posta elettronica dedicato cui trasmettere la documentazione;
c) verranno individuate modalita' per la realizzazione di attivita' inerenti ai piu' recenti provvedimenti in materia di politiche attive del mercato del lavoro.
Ogni ulteriore informazione in ordine alla trasmissione delle «nuove prassi» sara' pubblicata sui siti internet del/la Consigliere/a nazionale di parita' - Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Dipartimento della funzione pubblica e del Dipartimento per le pari opportunita'.
Nell'ambito delle presenti linee guida, i/le Consiglieri/e di parita' territorialmente competenti e i CUG potranno valutare l'opportunita' di sottoscrivere accordi di cooperazione strategica volti a definire, concordemente e su ambiti specifici, iniziative e progetti condivisi e assicurare una collaborazione strutturale per sviluppare politiche attive e promozione delle pari opportunita' mirate alla implementazione dell'Osservatorio interministeriale di cui al punto 4.1 delle presenti linee guida.
4.3 L'UNAR.
Il CUG, per quanto di sua competenza, puo' operare in collaborazione con l'UNAR - Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, istituito presso il Dipartimento per le pari opportunita' della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per tutte le azioni ascrivibili all'ambito delle discriminazioni per razza o provenienza etnica.
4.4 Gli OIV.
Il CUG opera in collaborazione con gli Organismi indipendenti di valutazione, previsti dall'art. 14 del d.lgs. 150/2009, per rafforzare, attraverso l'introduzione dei temi delle pari opportunita' e del benessere lavorativo, la valutazione delle performance. Una amministrazione pubblica efficiente e trasparente, esigente nei confronti dei propri operatori e operatrici, ma garante al tempo stesso di condizioni di lavoro esemplari, deve programmare e valutare politiche attive di parita' di genere.
5. La direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimenti della funzione pubblica e per le pari opportunita- 23 maggio 2007 «Misure per attuare parita' e pari opportunita' tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche».
A decorrere dalla costituzione, sara' svolto dai CUG il ruolo che la direttiva dei Dipartimenti della funzione pubblica e per le pari opportunita' del 27 maggio 2007, «Misure per attuare parita' e pari opportunita' tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche» attribuisce ai comitati per le pari opportunita'.
Restano fermi gli impegni previsti dalla citata direttiva per le amministrazioni.
In particolare, i responsabili del personale per la stesura della relazione annuale prevista dalla suddetta direttiva, che richiede la compilazione del format predisposto dai Dipartimenti della funzione pubblica e per le pari opportunita', si dovranno avvalere del CUG. Ogni anno il format e' reso disponibile nei siti dei due Dipartimenti. Tale relazione deve essere firmata dal responsabile del personale e dal Presidente del CUG, cosi' come previsto dalla direttiva.
6. Gruppo di lavoro per il monitoraggio ed il supporto alla costituzione e sperimentazione dei comitati unici di garanzia.
Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica e Dipartimento per le pari opportunita' - opera un Gruppo di lavoro, in collaborazione con il/la Consigliere/a nazionale di parita', per il monitoraggio e supporto alla prima fase di avvio dell'attivita' dei CUG. Il recapito al quale far pervenire richieste di chiarimenti e quesiti sara' pubblicato sui siti internet dei due Dipartimenti. 7. Disposizioni finali.
Le presenti linee guida, al termine del primo biennio dall'entrata in vigore della legge 183/2010, potranno essere sottoposte a revisione a cura dei Dipartimenti della funzione pubblica e per le pari opportunita', anche al fine di apportare adeguati correttivi in relazione alle criticita' emerse a seguito delle segnalazioni delle amministrazioni destinatarie.

Roma, 4 marzo 2011

Il Ministro per la pubblica
amministrazione e l'innovazione
Brunetta

Il Ministro per le pari opportunita'
Carfagna
Registrato alla Corte dei conti il 12 aprile 2011 Ministeri istituzionali - Presidenza del Consiglio dei Ministri, registro n. 8, foglio n. 150
 
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