Gazzetta n. 166 del 19 luglio 2011 (vai al sommario)
LEGGE 12 luglio 2011, n. 112
Istituzione dell'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza.



La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato:

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
promulga
la seguente legge:
Art. 1
Istituzione dell'Autorita' garante
per l'infanzia e l'adolescenza

1. Al fine di assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone di minore eta', in conformita' a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, con particolare riferimento alla Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989 e resa esecutiva dalla legge 27 maggio 1991, n. 176, di seguito denominata: «Convenzione di New York», alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali (CEDU), firmata a Roma il 4 novembre 1950 e resa esecutiva dalla legge 4 agosto 1955, n. 848, e alla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a Strasburgo il 25 gennaio 1996 e resa esecutiva dalla legge 20 marzo 2003, n. 77, nonche' dal diritto dell'Unione europea e dalle norme costituzionali e legislative nazionali vigenti, e' istituita l'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza, di seguito denominata «Autorita' garante», che esercita le funzioni e i compiti ad essa assegnati dalla presente legge, con poteri autonomi di organizzazione, con indipendenza amministrativa e senza vincoli di subordinazione gerarchica.



Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge alle quali e' operato
il rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli
atti legislativi qui trascritti.
Note all'art. 1:
- Il testo della legge 27 maggio 1991, n. 176
(Ratifica ed esecuzione della convenzione sui diritti del
fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989), e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 11 giugno 1991, n. 135,
S.O.
- Il testo della legge 4 agosto 1955, n. 848 (Ratifica
ed esecuzione della Convenzione per la salvaguardia dei
diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali firmata a
Roma il 4 novembre 1950 e del Protocollo addizionale alla
Convenzione stessa, firmato a Parigi il 20 marzo 1952), e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 24 settembre 1955, n.
221.
- Il testo della legge 20 marzo 2003, n. 77 (Ratifica
ed esecuzione della Convenzione europea sull'esercizio dei
diritti dei fanciulli, fatta a Strasburgo il 25 gennaio
1996; e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 18 aprile
2003, n. 91, S.O.



 
Art. 2

Modalita' di nomina, requisiti, incompatibilita' e compenso del
titolare dell'Autorita' garante

1. L'Autorita' garante e' organo monocratico. Il titolare dell'Autorita' garante e' scelto tra persone di notoria indipendenza, di indiscussa moralita' e di specifiche e comprovate professionalita', competenza ed esperienza nel campo dei diritti delle persone di minore eta' nonche' delle problematiche familiari ed educative di promozione e tutela delle persone di minore eta', ed e' nominato con determinazione adottata d'intesa dai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
2. Il titolare dell'Autorita' garante dura in carica quattro anni e il suo mandato e' rinnovabile una sola volta.
3. Per tutta la durata dell'incarico il titolare dell'Autorita' garante non puo' esercitare, a pena di decadenza, alcuna attivita' professionale, imprenditoriale o di consulenza, non puo' essere amministratore o dipendente di enti pubblici o privati ne' ricoprire altri uffici pubblici di qualsiasi natura o rivestire cariche elettive o incarichi in associazioni, organizzazioni non lucrative di utilita' sociale, ordini professionali o comunque in organismi che svolgono attivita' nei settori dell'infanzia e dell'adolescenza. Se dipendente pubblico, secondo l'ordinamento di appartenenza, e' collocato fuori ruolo o in aspettativa senza assegni per tutta la durata del mandato. Il titolare dell'Autorita' garante non puo' ricoprire cariche o essere titolare di incarichi all'interno di partiti politici o di movimenti di ispirazione politica, per tutto il periodo del mandato.
4. Al titolare dell'Autorita' garante e' riconosciuta un'indennita' di carica pari al trattamento economico annuo spettante a un Capo di Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e comunque nei limiti della spesa autorizzata ai sensi dell'articolo 7, comma 2.
 
Art. 3
Competenze dell'Autorita' garante. Istituzione e
compiti della Conferenza nazionale per la garanzia
dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

1. All'Autorita' garante sono attribuite le seguenti competenze:
a) promuove l'attuazione della Convenzione di New York e degli altri strumenti internazionali in materia di promozione e di tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, la piena applicazione della normativa europea e nazionale vigente in materia di promozione della tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, nonche' del diritto della persona di minore eta' ad essere accolta ed educata prioritariamente nella propria famiglia e, se necessario, in un altro ambito familiare di appoggio o sostitutivo;
b) esercita le funzioni di cui all'articolo 12 della Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a Strasburgo il 25 gennaio 1996 e resa esecutiva dalla legge 20 marzo 2003, n. 77;
c) collabora all'attivita' delle reti internazionali dei Garanti delle persone di minore eta' e all'attivita' di organizzazioni e di istituti internazionali di tutela e di promozione dei loro diritti. Collabora, altresi', con organizzazioni e istituti di tutela e di promozione dei diritti delle persone di minore eta' appartenenti ad altri Paesi;
d) assicura forme idonee di consultazione, comprese quelle delle persone di minore eta' e quelle delle associazioni familiari, con particolare riferimento alle associazioni operanti nel settore dell' affido e dell'adozione, nonche' di collaborazione con tutte le organizzazioni e le reti internazionali, con gli organismi e gli istituti per la promozione e per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza operanti in Italia e negli altri Paesi, con le associazioni, con le organizzazioni non governative, con tutti gli altri soggetti privati operanti nell'ambito della tutela e della promozione dei diritti delle persone di minore eta' nonche' con tutti i soggetti comunque interessati al raggiungimento delle finalita' di tutela dei diritti e degli interessi delle persone di minore eta';
e) verifica che alle persone di minore eta' siano garantite pari opportunita' nell'accesso alle cure e nell'esercizio del loro diritto alla salute e pari opportunita' nell'accesso all'istruzione anche durante la degenza e nei periodi di cura;
f) esprime il proprio parere sul piano nazionale di azione di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, previsto dall'articolo 1 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, nei termini e con le modalita' stabiliti dall'articolo 16 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, prima della sua trasmissione alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 103 del 2007;
g) segnala al Governo, alle regioni o agli enti locali e territoriali interessati, negli ambiti di rispettiva competenza, tutte le iniziative opportune per assicurare la piena promozione e tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, con particolare riferimento al diritto alla famiglia, all'educazione, all'istruzione, alla salute;
h) segnala, in casi di emergenza, alle autorita' giudiziarie e agli organi competenti la presenza di persone di minore eta' in stato di abbandono al fine della loro presa in carico da parte delle autorita' competenti;
i) esprime il proprio parere sul rapporto che il Governo presenta periodicamente al Comitato dei diritti del fanciullo ai sensi dell'articolo 44 della Convenzione di New York, da allegare al rapporto stesso;
l) formula osservazioni e proposte sull'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali relativi alle persone di minore eta', di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, e vigila in merito al rispetto dei livelli medesimi;
m) diffonde la conoscenza dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, promuovendo a livello nazionale, in collaborazione con gli enti e con le istituzioni che si occupano di persone di minore eta', iniziative per la sensibilizzazione e la diffusione della cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, finalizzata al riconoscimento dei minori come soggetti titolari di diritti;
n) diffonde prassi o protocolli di intesa elaborati dalle amministrazioni dello Stato, dagli enti locali e territoriali, dagli ordini professionali o dalle amministrazioni delegate allo svolgimento delle attivita' socio-assistenziali, che abbiano per oggetto i diritti delle persone di minore eta', anche tramite consultazioni periodiche con le autorita' o le amministrazioni indicate; puo' altresi' diffondere buone prassi sperimentate all'estero;
o) favorisce lo sviluppo della cultura della mediazione e di ogni istituto atto a prevenire o risolvere con accordi conflitti che coinvolgano persone di minore eta', stimolando la formazione degli operatori del settore;
p) presenta alle Camere, entro il 30 aprile di ogni anno, sentita la Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza di cui al comma 7, una relazione sull'attivita' svolta con riferimento all'anno solare precedente.
2. L'Autorita' garante esercita le competenze indicate nel presente articolo nel rispetto del principio di sussidiarieta' .
3. L'Autorita' garante puo' esprimere pareri al Governo sui disegni di legge del Governo medesimo nonche' sui progetti di legge all'esame delle Camere e sugli atti normativi del Governo in materia di tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
4. L'Autorita' garante promuove, a livello nazionale, studi e ricerche sull'attuazione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, avvalendosi dei dati e delle informazioni dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, di cui all'articolo 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, previsto dagli articoli 1 e 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza, previsto dall'articolo 3 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 103 del 2007, nonche' dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, di cui all'articolo 17, comma 1-bis, della legge 3 agosto 1998, n. 269. L'Autorita' garante puo' altresi' richiedere specifiche ricerche e indagini agli organismi di cui al presente comma.
5. L'Autorita' garante, nello svolgimento delle proprie funzioni, promuove le opportune sinergie con la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451, e successive modificazioni, e si avvale delle relazioni presentate dalla medesima Commissione.
6. Nel rispetto delle competenze e dell'autonomia organizzativa delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e delle autonomie locali in materia di politiche attive di sostegno all'infanzia e all'adolescenza, l'Autorita' garante assicura idonee forme di collaborazione con i garanti regionali dell'infanzia e dell'adolescenza o con figure analoghe, che le regioni possono istituire con i medesimi requisiti di indipendenza, autonomia e competenza esclusiva in materia di infanzia e adolescenza previsti per l'Autorita' garante.
7. Ai fini di cui al comma 6 e' istituita, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, la Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, di seguito denominata «Conferenza», presieduta dall'Autorita' garante e composta dai garanti regionali dell'infanzia e dell'adolescenza, o da figure analoghe, ove istituiti. La Conferenza e' convocata su iniziativa dell'Autorita' garante o su richiesta della maggioranza dei garanti regionali dell'infanzia e dell'adolescenza, o di figure analoghe.
8. La Conferenza, nel rispetto delle competenze dello Stato e delle regioni, svolge i seguenti compiti:
a) promuove l'adozione di linee comuni di azione dei garanti regionali o di figure analoghe in materia di tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, da attuare sul piano regionale e nazionale e da promuovere e sostenere nelle sedi internazionali;
b) individua forme di costante scambio di dati e di informazioni sulla condizione delle persone di minore eta' a livello nazionale e regionale.
9. L'Autorita' garante segnala alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni situazioni di disagio delle persone di minore eta', e alla procura della Repubblica competente abusi che abbiano rilevanza penale o per i quali possano essere adottate iniziative di competenza della procura medesima.
10. L'Autorita' garante prende in esame, anche d'ufficio, situazioni generali e particolari delle quali e' venuta a conoscenza in qualsiasi modo, in cui e' possibile ravvisare la violazione, o il rischio di violazione, dei diritti delle persone di minore eta', ivi comprese quelle riferibili ai mezzi di informazione, eventualmente segnalandole agli organismi cui e' attribuito il potere di controllo o di sanzione.
11. L'Autorita' garante puo' formulare osservazioni e proposte per la prevenzione e il contrasto degli abusi sull'infanzia e sull'adolescenza in relazione alle disposizioni della legge 11 agosto 2003, n. 228, recante misure contro la tratta delle persone, e della legge 6 febbraio 2006, n. 38, recante disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet, nonche' dei rischi di espianto di organi e di mutilazione genitale femminile, in conformita' a quanto previsto dalla legge 9 gennaio 2006, n. 7, recante disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile.



Note all'art. 3:
- Per i riferimenti alla legge 20 marzo 2003, n. 77 si
vedano le note all'art. 1.
- Il testo dell'art. 1, del decreto del Presidente
della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, e' il seguente:
«Art. 1 (Osservatorio nazionale per l'infanzia e
l'adolescenza). - 1. E' confermato e continua ad operare
l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza,
istituito con la legge 23 dicembre 1997, n. 451. 2.
L'Osservatorio predispone ogni due anni il piano nazionale
di azione di interventi per la tutela dei diritti e lo
sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, di cui alla
Dichiarazione mondiale sulla sopravvivenza, la protezione e
lo sviluppo dell'infanzia, adottata a New York il 30
settembre 1990, con l'obiettivo di conferire priorita' ai
programmi riferiti ai minori e di rafforzare la
cooperazione per lo sviluppo dell'infanzia nel mondo. Il
piano e' articolato in interventi a favore dei soggetti in
eta' evolutiva quale strumento di applicazione e di
implementazione della Convenzione sui diritti del
fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989 e resa
esecutiva con legge 27 maggio 1991, n. 176. Il piano
individua, altresi', le modalita' di finanziamento degli
interventi da esso previsti, nonche' le forme di
potenziamento e di coordinamento delle azioni svolte dalle
pubbliche amministrazioni, dalle regioni e dagli enti
locali. 3. Ai fini della elaborazione del piano di cui al
comma 2 le amministrazioni centrali dello Stato, le regioni
e gli enti locali si coordinano con l'Osservatorio
affinche' venga adottata ogni misura volta a qualificare
l'impegno finanziario per perseguire le priorita' e le
azioni previste dal piano stesso. 4. Le regioni, in accordo
con le amministrazioni provinciali e le province autonome
di Trento e di Bolzano, adottano idonee misure di
coordinamento degli interventi locali di raccolta e di
elaborazione di tutti i dati relativi alla condizione
dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito regionale. In
particolare, entro il 30 aprile di ciascun anno, sono
acquisiti i dati relativi a: a) la condizione sociale,
culturale, economica, sanitaria e psicologica dell'infanzia
e dell'adolescenza; b) le risorse finanziarie e la loro
destinazione per aree di intervento nel settore; c) la
mappa dei servizi territoriali e le risorse attivate dai
privati. 5. Il piano e' proposto dal Ministro della
solidarieta' sociale e dal Ministro delle politiche per la
famiglia, sentita la Commissione parlamentare per
l'infanzia e l'adolescenza di cui all'art. 1 della legge 23
dicembre 1997, n. 451, che si esprime entro sessanta giorni
dalla presentazione. Esso e' adottato con decreto del
Presidente della Repubblica, previo parere della Conferenza
unificata e previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, entro i trenta giorni successivi alla scadenza
del termine anzidetto. 6. L'Osservatorio predispone ogni
due anni, avvalendosi del Centro nazionale di
documentazione e analisi, la relazione biennale sulla
condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia,
nonche' lo schema del rapporto previsto dall'art. 44 della
citata Convenzione di New York. 7. Il Governo predispone il
rapporto previsto dall'art. 44 della citata Convenzione di
New York sui diritti del fanciullo alle scadenze indicate
dal medesimo articolo, sulla base di uno schema predisposto
dall'Osservatorio, che si avvale anche degli elementi
forniti dalle regioni. 8. Al fine di rafforzare, ai sensi
del comma 2, la cooperazione per lo sviluppo dell'infanzia
nel mondo, il Ministero degli affari esteri predispone, per
quanto di sua competenza, un dettagliato programma di
interventi, che diviene parte integrante del piano
nazionale d'azione, indicando anche le risorse finanziarie
destinate allo scopo.».
- Il testo dell'art. 16 della legge 7 agosto 1990, n.
241, e' il seguente:
«Art. 16 (Attivita' consultiva). - 1. Gli organi
consultivi delle pubbliche amministrazioni di cui all'art.
1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29,
sono tenuti a rendere i pareri ad essi obbligatoriamente
richiesti entro venti giorni dal ricevimento della
richiesta. Qualora siano richiesti di pareri facoltativi,
sono tenuti a dare immediata comunicazione alle
amministrazioni richiedenti del termine entro il quale il
parere sara' reso, che comunque non puo' superare i venti
giorni dal ricevimento della richiesta. 2. In caso di
decorrenza del termine senza che sia stato comunicato il
parere obbligatorio o senza che l'organo adito abbia
rappresentato esigenze istruttorie, e' in facolta'
dell'amministrazione richiedente di procedere
indipendentemente dall'espressione del parere. In caso di
decorrenza del termine senza che sia stato comunicato il
parere facoltativo o senza che l'organo adito abbia
rappresentato esigenze istruttorie, l'amministrazione
richiedente procede indipendentemente dall'espressione del
parere. Salvo il caso di omessa richiesta del parere, il
responsabile del procedimento non puo' essere chiamato a
rispondere degli eventuali danni derivanti dalla mancata
espressione dei pareri di cui al presente comma. 3. Le
disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano in caso
di pareri che debbano essere rilasciati da amministrazioni
preposte alla tutela ambientale, paesaggistica,
territoriale e della salute dei cittadini. 4. Nel caso in
cui l'organo adito abbia rappresentato esigenze
istruttorie, i termini di cui al comma 1 possono essere
interrotti per una sola volta e il parere deve essere reso
definitivamente entro quindici giorni dalla ricezione degli
elementi istruttori da parte delle amministrazioni
interessate. 5. I pareri di cui al comma 1 sono trasmessi
con mezzi telematici. 6. Gli organi consultivi dello Stato
predispongono procedure di particolare urgenza per
l'adozione dei pareri loro richiesti. 6-bis. Resta fermo
quanto previsto dall'art. 127 del codice dei contratti
pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive
modificazioni.».
- Il testo dell'art. 1, comma 5, del citato decreto del
Presidente della Repubblica n. 103 del 2007, e' il
seguente:
«Art. 1 (Osservatorio nazionale per l'infanzia e
l'adolescenza). - 5. Il piano e' proposto dal Ministro
della solidarieta' sociale e dal Ministro delle politiche
per la famiglia, sentita la Commissione parlamentare per
l'infanzia e l'adolescenza di cui all'art. 1 della legge 23
dicembre 1997, n. 451, che si esprime entro sessanta giorni
dalla presentazione. Esso e' adottato con decreto del
Presidente della Repubblica, previo parere della Conferenza
unificata e previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, entro i trenta giorni successivi alla scadenza
del termine anzidetto.».
- Per i riferimenti all'art. 44 della Convenzione sui
diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989
e resa esecutiva dalla legge 27 maggio 1991, n. 176, si
vedano le note all'art. 1.
- Il testo dell'art. 117 della Costituzione e' il
seguente:
«Art. 117. La potesta' legislativa e' esercitata
dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della
Costituzione, nonche' dei vincoli derivanti
dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi
internazionali.
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti
materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello
Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto
di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non
appartenenti all'Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni
religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato;
armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari;
tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema
tributario e contabile dello Stato; perequazione delle
risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali;
referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello
Stato e degli enti pubblici nazionali;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della
polizia amministrativa locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento
civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle
prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che
devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
n) norme generali sull'istruzione;
o) previdenza sociale;
p) legislazione elettorale, organi di governo e
funzioni fondamentali di Comuni, Province e Citta'
metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e
profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo;
coordinamento informativo statistico e informatico dei dati
dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere
dell'ingegno;
s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni
culturali.
Sono materie di legislazione concorrente quelle
relative a: rapporti internazionali e con l'Unione europea
delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza
del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni
scolastiche e con esclusione della istruzione e della
formazione professionale; professioni; ricerca scientifica
e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori
produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento
sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti
e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di
navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione,
trasporto e distribuzione nazionale dell'energia;
previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei
bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e
del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e
ambientali e promozione e organizzazione di attivita'
culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di
credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e
agrario a carattere regionale. Nelle materie di
legislazione concorrente spetta alle Regioni la potesta'
legislativa, salvo che per la determinazione dei principi
fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
Spetta alle Regioni la potesta' legislativa in
riferimento ad ogni materia non espressamente riservata
alla legislazione dello Stato.
Le Regioni e le Province autonome di Trento e di
Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle
decisioni dirette alla formazione degli atti normativi
comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione
degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione
europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da
legge dello Stato, che disciplina le modalita' di esercizio
del potere sostitutivo in caso di inadempienza.
La potesta' regolamentare spetta allo Stato nelle
materie di legislazione esclusiva, salva delega alle
Regioni. La potesta' regolamentare spetta alle Regioni in
ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Citta'
metropolitane hanno potesta' regolamentare in ordine alla
disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle
funzioni loro attribuite.
Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che
impedisce la piena parita' degli uomini e delle donne nella
vita sociale, culturale ed economica e promuovono la
parita' di accesso tra donne e uomini alle cariche
elettive.
La legge regionale ratifica le intese della Regione con
altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie
funzioni, anche con individuazione di organi comuni.
Nelle materie di sua competenza la Regione puo'
concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali
interni ad altro Stato, nei casi e con le forme
disciplinati da leggi dello Stato.».
- Il testo dell'art. 1, comma 1250, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, e' il seguente:
«1250. Il Fondo per le politiche della famiglia di
cui all'art. 19, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006,
n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto
2006, n. 248, e' incrementato di 210 milioni di euro per
l'anno 2007 e di 180 milioni di euro per ciascuno degli
anni 2008 e 2009. Il Ministro delle politiche per la
famiglia utilizza il Fondo: per istituire e finanziare
l'Osservatorio nazionale sulla famiglia prevedendo la
rappresentanza paritetica delle amministrazioni statali da
un lato e delle regioni, delle province autonome di Trento
e di Bolzano e degli enti locali dall'altro, nonche' la
partecipazione dell'associazionismo e del terzo settore;
per finanziare le iniziative di conciliazione del tempo di
vita e di lavoro di cui all'art. 9 della legge 8 marzo
2000, n. 53; per sperimentare iniziative di abbattimento
dei costi dei servizi per le famiglie con numero di figli
pari o superiore a quattro; per sostenere l'attivita'
dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della
pornografia minorile di cui all'art. 17 della legge 3
agosto 1998, n. 269, e successive modificazioni,
dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e del Centro
nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia di
cui alla legge 23 dicembre 1997, n. 451; per sviluppare
iniziative che diffondano e valorizzino le migliori
iniziative in materia di politiche familiari adottate da
enti pubblici e privati, enti locali, imprese e
associazioni; per sostenere le adozioni internazionali e
garantire il pieno funzionamento della Commissione per le
adozioni internazionali.».
- Per il testo dell'art. 1 del decreto del Presidente
della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, si veda quanto
sopra riportato.
- Il testo degli articoli 2 e 3 del decreto del
Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, e' il
seguente:
«Art. 2 (Composizione dell'Osservatorio per
l'infanzia e l'adolescenza). - 1. L'Osservatorio,
presieduto dal Ministro delle politiche per la famiglia e
dal Ministro della solidarieta' sociale, e' composto da: a)
un rappresentante per ciascuna delle seguenti
amministrazioni: 1) Presidenza del Consiglio - Dipartimento
per le politiche della famiglia; 2) Presidenza del
Consiglio - Dipartimento per le politiche giovanili; 3)
Presidenza del Consiglio - Dipartimento per le pari
opportunita'; 4) Ministero della solidarieta' sociale; 5)
Ministero della pubblica istruzione; 6) Ministero della
salute; 7) Ministero degli affari esteri; 8) Ministero
dell'interno; 9) Ministero della giustizia; 10) Ministero
del lavoro e della previdenza sociale; 11) Ministero
dell'economia e delle finanze; 12) Ministero delle
comunicazioni; b) un rappresentante dell'Istituto degli
Innocenti di Firenze; c) un rappresentante dell'Istituto
nazionale di statistica (ISTAT); d) sei rappresentanti
indicati dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e
delle province autonome di Trento e di Bolzano; e) tre
rappresentanti indicati dall'Associazione nazionale comuni
d'Italia; f) un rappresentante dell'Unione province
italiane; g) un rappresentante dell'Unione nazionale delle
comunita' montane; h) un rappresentante del Comitato
italiano UNICEF; i) un rappresentante della Societa'
italiana di pediatria; l) un rappresentante per ciascuna
delle confederazioni sindacali CGIL, CISL e UIL; m) un
rappresentante dell'Associazione giudici per i minorenni;
n) un rappresentante del Sindacato unitario nazionale delle
assistenti sociali (SUNAS); o) un rappresentante
dell'Ordine nazionale degli assistenti sociali; p) un
rappresentante dell'Ordine nazionale degli psicologi; q) un
rappresentante dell'Associazione nazionale degli avvocati
per la famiglia e i minori; r) un rappresentante
dell'Ordine nazionale dei giornalisti; s) un rappresentante
dell'Associazione nazionale dei pedagogisti; t) un
rappresentante dell'Associazione nazionale degli educatori
professionali; u) rappresentanti di organizzazioni del
volontariato e del terzo settore che operano nel settore
dell'infanzia e dell'adolescenza, individuati con decreto
del Ministro della solidarieta' sociale e del Ministro
delle politiche per la famiglia, fino ad un massimo di
otto; v) esperti individuati con decreto del Ministro della
solidarieta' sociale e del Ministro delle politiche per la
famiglia, fino ad un massimo di otto; z) il responsabile
del Centro nazionale di documentazione e di analisi per
l'infanzia di cui all'art. 3, di seguito denominato:
«Centro di documentazione e analisi», ed il coordinatore
delle attivita' scientifiche di cui all'art. 7. 2. Alle
attivita' di segreteria connesse con il funzionamento
dell'Osservatorio si provvede con le ordinarie risorse
umane e strumentali del Dipartimento delle politiche per la
famiglia e del Ministero della solidarieta' sociale. 3. Ai
componenti dell'Osservatorio spetta esclusivamente il
rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno. Per i
componenti estranei alla pubblica amministrazione il
predetto rimborso e' equiparato a quello dei dirigenti di
seconda fascia dello Stato.»;
«Art. 3 (Centro nazionale di documentazione e di
analisi per l'infanzia e l'adolescenza). - 1.
L'Osservatorio di cui all'art. 1 si avvale di un Centro
nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e
l'adolescenza. Per lo svolgimento delle funzioni del
Centro, il Ministro delle politiche per la famiglia e il
Ministro della solidarieta' sociale possono stipulare
convenzioni, anche di durata pluriennale, con enti di
ricerca pubblici o privati che abbiano particolare
qualificazione nel campo dell'infanzia e dell'adolescenza.
L'Osservatorio annualmente elabora il programma di
attivita' del Centro e ne definisce le priorita'. 2. Il
Centro ha i seguenti compiti: a) raccogliere e rendere
pubblici normative statali, regionali, dell'Unione europea
ed internazionali; progetti di legge statali e regionali;
dati statistici, disaggregati per genere e per eta', anche
in raccordo con l'Istituto nazionale di statistica (ISTAT);
pubblicazioni scientifiche, anche periodiche; b)
realizzare, sulla base delle indicazioni che pervengono
dalle regioni, la mappa annualmente aggiornata dei servizi
pubblici, privati e del privato sociale, compresi quelli
assistenziali e sanitari, e delle risorse destinate
all'infanzia a livello nazionale, regionale e locale; c)
analizzare le condizioni dell'infanzia, ivi comprese quelle
relative ai soggetti in eta' evolutiva provenienti,
permanentemente o per periodi determinati, da altri Paesi,
anche attraverso l'integrazione dei dati e la valutazione
dell'attuazione dell'effettivita' e dell'impatto della
legislazione, anche non direttamente destinata ai minori;
d) predisporre, sulla base delle direttive
dell'Osservatorio, lo schema della relazione biennale e del
rapporto di cui, rispettivamente, all'art. 1, commi 6 e 7,
evidenziando gli indicatori sociali e le diverse variabili
che incidono sul benessere dell'infanzia in Italia; e)
formulare proposte, anche su richiesta delle istituzioni
locali, per la elaborazione di progetti-pilota intesi a
migliorare le condizioni di vita dei soggetti in eta'
evolutiva nonche' di interventi per l'assistenza alla madre
nel periodo perinatale; f) promuovere la conoscenza degli
interventi delle amministrazioni pubbliche, collaborando
anche con gli organismi titolari di competenze in materia
di infanzia, in particolare con istituti e associazioni
operanti per la tutela e lo sviluppo dei soggetti in eta'
evolutiva; g) raccogliere e pubblicare regolarmente il
bollettino di tutte le ricerche e le pubblicazioni, anche
periodiche, che interessano il mondo minorile. 3. Nello
svolgimento dei compiti previsti dal presente regolamento
il Centro intrattiene rapporti di scambio, di studio e di
ricerca con organismi europei ed internazionali, garantendo
ogni opportuno raccordo ed, in particolare, con il Centro
di studi e ricerche per l'assistenza all'infanzia previsto
dall'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il
Fondo delle Nazioni unite per l'infanzia, firmato a New
York il 23 settembre 1986, reso esecutivo con legge 19
luglio 1988, n. 312.».
- Il testo dell'art. 17, comma 1-bis, della legge 3
agosto 1998, n. 268, e' il seguente:
«1-bis. E' istituito presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le pari
opportunita' l'Osservatorio per il contrasto della
pedofilia e della pornografia minorile con il compito di
acquisire e monitorare i dati e le informazioni relativi
alle attivita', svolte da tutte le pubbliche
amministrazioni, per la prevenzione e la repressione della
pedofilia. A tale fine e' autorizzata l'istituzione presso
l'Osservatorio di una banca dati per raccogliere, con
l'apporto dei dati forniti dalle amministrazioni, tutte le
informazioni utili per il monitoraggio del fenomeno. Con
decreto del Ministro per le pari opportunita' sono definite
la composizione e le modalita' di funzionamento
dell'Osservatorio nonche' le modalita' di attuazione e di
organizzazione della banca dati, anche per quanto attiene
all'adozione dei dispositivi necessari per la sicurezza e
la riservatezza dei dati. Resta ferma la disciplina delle
assunzioni di cui ai commi da 95 a 103 dell'art. 1 della
legge 30 dicembre 2004, n. 311. Per l'istituzione e l'avvio
delle attivita' dell'Osservatorio e della banca dati di cui
al presente comma e' autorizzata la spesa di 1.500.000 euro
per l'anno 2006 e di 750.000 euro per ciascuno degli anni
2007 e 2008. Al relativo onere si provvede mediante
corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di
cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, come
rideterminata dalla tabella C allegata alla legge 23
dicembre 2005, n. 266. A decorrere dall'anno 2009, si
provvede ai sensi dell'art. 11-ter, comma 1, lettera d),
della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive
modificazioni. Il Ministro dell'economia e delle finanze e'
autorizzato; ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.».
- Il testo dell'art. 1 della legge 23 dicembre 1997, n.
451, e' il seguente:
«Art. 1 (Commissione parlamentare per l'infanzia e
l'adolescenza) - 1. E' istituita la Commissione
parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza con compiti di
indirizzo e controllo sulla concreta attuazione degli
accordi internazionali e della legislazione relativi ai
diritti e allo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva. 2.
La Commissione e' composta da venti senatori e da venti
deputati nominati, rispettivamente, dal Presidente del
Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei
deputati in proporzione al numero dei componenti dei gruppi
parlamentari, comunque assicurando la presenza di un
rappresentante per ciascun gruppo. 3. La Commissione elegge
al suo interno un presidente, due vicepresidenti e due
segretari. 4. La Commissione chiede informazioni, dati e
documenti sui risultati delle attivita' svolte da pubbliche
amministrazioni e da organismi che si occupano di questioni
attinenti ai diritti o allo sviluppo dei soggetti in eta'
evolutiva. 4-bis. La Commissione parlamentare per
l'infanzia e l'adolescenza, nell'esercizio dei suoi poteri
di consultazione, acquisisce dati, favorisce lo scambio di
informazioni e promuove le opportune sinergie con gli
organismi e gli istituti per la promozione e la tutela
dell'infanzia e dell'adolescenza operanti in Italia e
all'estero e con le associazioni, le organizzazioni non
governative e tutti gli altri soggetti operanti nell'ambito
della tutela e della promozione dei diritti di minori
nonche' dell'affido e dell'adozione. 5. La Commissione
riferisce alle Camere, con cadenza almeno annuale, i
risultati della propria attivita' e formula osservazioni e
proposte sugli effetti, sui limiti e sull'eventuale
necessita' di adeguamento della legislazione vigente, in
particolare per assicurarne la rispondenza alla normativa
dell'Unione europea ed in riferimento ai diritti previsti
dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New
York il 20 novembre 1989, resa esecutiva con legge 27
maggio 1991, n. 176 . 6. E' istituita la giornata italiana
per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, da
celebrare il 20 novembre di ogni anno, nella ricorrenza
della firma della citata Convenzione di New York. Il
Governo, d'intesa con la Commissione, determina le
modalita' di svolgimento della giornata, senza oneri
aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.».
- Il testo della legge 11 agosto 2003, n. 228 (Misure
contro la tratta di persone), e' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 23 agosto 2003, n. 195.
- Il testo della legge 6 febbraio 2006, n. 38
(Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento
sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo
Internet), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 15
febbraio 2006, n. 38.
- Il testo della legge 9 gennaio 2006, n. 7
(Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle
pratiche di mutilazione genitale femminile), e' pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 18 gennaio 2006, n. 14.



 
Art. 4
Informazioni, accertamenti e controlli

1. L'Autorita' garante puo' richiedere alle pubbliche amministrazioni, nonche' a qualsiasi soggetto pubblico, compresi la Commissione per le adozioni internazionali di cui all'articolo 38 della legge 4 maggio 1983, n. 184, e successive modificazioni, e il Comitato per i minori stranieri previsto dall'articolo 33 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, e a qualsiasi ente privato di fornire informazioni rilevanti ai fini della tutela delle persone di minore eta', nel rispetto delle disposizioni previste dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
2. L'Autorita' garante puo' richiedere alle amministrazioni competenti di accedere a dati e informazioni, nonche' di procedere a visite e ispezioni, nelle forme e con le modalita' concordate con le medesime amministrazioni, presso strutture pubbliche o private ove siano presenti persone di minore eta' .
3. L'Autorita' garante puo' altresi' effettuare visite nei luoghi di cui alle lettere b), c), d) ed e) del comma 1 dell'articolo 8 delle norme di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 272, previa autorizzazione del magistrato di sorveglianza per i minorenni o del giudice che procede.
4. L'Autorita' garante puo' richiedere ai soggetti e per le finalita' indicate al comma 1 di accedere a banche di dati o ad archivi, nel rispetto delle disposizioni previste dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
5. I procedimenti di competenza dell'Autorita' garante si svolgono nel rispetto dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, in materia di accesso, partecipazione e trasparenza.



Note all'art. 4:
- Il testo dell'art. 38 della legge 4 maggio 1983, n.
184 (Diritto del minore ad una famiglia), e' il seguente:
«Art. 38. - 1. Ai fini indicati dall'art. 6 della
Convenzione e' costituita presso la Presidenza del
Consiglio dei ministri la Commissione per le adozioni
internazionali. 2. La Commissione e' composta da: a) un
presidente nominato dal Presidente del Consiglio dei
Ministri nella persona di un magistrato avente esperienza
nel settore minorile ovvero di un dirigente dello Stato
avente analoga specifica esperienza; b) due rappresentanti
della Presidenza del Consiglio dei Ministri; c) un
rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali; d) un rappresentante del Ministero degli affari
esteri; e) un rappresentante del Ministero dell'interno; f)
due rappresentanti del Ministero della giustizia; g) un
rappresentante del Ministero della salute; h) un
rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze;
i) un rappresentante del Ministero dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca; l) tre rappresentanti
della Conferenza unificata di cui all'art. 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281; m) tre rappresentanti
designati, sulla base di apposito decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri, da associazioni familiari a
carattere nazionale, almeno uno dei quali designato dal
Forum delle associazioni familiari. 3. Il presidente dura
in carica quattro anni e l'incarico puo' essere rinnovato
una sola volta. 4. I componenti della Commissione rimangono
in carica quattro anni. 5. La Commissione si avvale di
personale dei ruoli della Presidenza del Consiglio dei
ministri e di altre amministrazioni pubbliche.».
- Il testo dell'art. 33 del decreto legislativo 25
luglio 1998, n. 286, e' il seguente:
«Art. 33 (Comitato per i minori stranieri). - 1. Al
fine di vigilare sulle modalita' di soggiorno dei minori
stranieri temporaneamente ammessi sul territorio dello
Stato e di coordinare le attivita' delle amministrazioni
interessate e' istituito, senza ulteriori oneri a carico
del bilancio dello Stato, un Comitato presso la Presidenza
del Consiglio dei Ministri composto da rappresentanti dei
Ministeri degli affari esteri, dell'interno e di grazia e
giustizia, del Dipartimento per gli affari sociali della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonche' da due
rappresentanti dell'Associazione nazionale dei comuni
italiani (ANCI), da un rappresentante dell'Unione province
d'Italia (UPI) e da due rappresentanti di organizzazioni
maggiormente rappresentative operanti nel settore dei
problemi della famiglia. 2. Con decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri o del Ministro da lui delegato,
sentiti i Ministri degli affari esteri, dell'interno e di
grazia e giustizia, sono definiti i compiti del Comitato di
cui al comma 1, concernenti la tutela dei diritti dei
minori stranieri in conformita' alle previsioni della
Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989,
ratificata e resa esecutiva ai sensi della legge 27 maggio
1991, n. 176. In particolare sono stabilite: a) le regole e
le modalita' per l'ingresso ed il soggiorno nel territorio
dello Stato dei minori stranieri in eta' superiore a sei
anni, che entrano in Italia nell'ambito di programmi
solidaristici di accoglienza temporanea promossi da enti,
associazioni o famiglie italiane, nonche' per l'affidamento
temporaneo e per il rimpatrio dei medesimi; b) le modalita'
di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati
presenti nel territorio dello Stato, nell'ambito delle
attivita' dei servizi sociali degli enti locali e i compiti
di impulso e di raccordo del Comitato di cui al comma 1 con
le amministrazioni interessate ai fini dell'accoglienza,
del rimpatrio assistito e del ricongiungimento del minore
con la sua famiglia nel Paese d'origine o in un Paese
terzo. 2-bis. Il provvedimento di rimpatrio del minore
straniero non accompagnato per le finalita' di cui al comma
2, e' adottato dal Comitato di cui al comma 1. Nel caso
risulti instaurato nei confronti dello stesso minore un
procedimento giurisdizionale, l'autorita' giudiziaria
rilascia il nulla osta, salvo che sussistano inderogabili
esigenze processuali. 3. Il Comitato si avvale, per
l'espletamento delle attivita' di competenza, del personale
e dei mezzi in dotazione al Dipartimento degli affari
sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha
sede presso il Dipartimento medesimo.».
- Il testo del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.
196 (Codice in materia di protezione dei dati personali),
e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 29 luglio 2003, n.
174, S.O.
- Il testo dell'art. 8 del decreto legislativo 28
luglio 1989, n. 272, e' il seguente:
«Art. 8 (Servizi dei centri per la giustizia
minorile). - 1. I servizi facenti parte dei centri per la
giustizia minorile sono:
a) gli uffici di servizio sociale per minorenni;
b) gli istituti penali per minorenni;
c) i centri di prima accoglienza;
d) le comunita';
e) gli istituti di semiliberta' con servizi diurni
per misure cautelari, sostitutive e alternative.
2. I servizi indicati nel comma 1 si avvalgono,
nell'attuazione dei loro compiti istituzionali, anche della
collaborazione di esperti in pedagogia, psicologia,
sociologia e criminologia.».
- Il testo della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove
norme in materia di procedimento amministrativo e di
diritto di accesso ai documenti amministrativi), e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 18 agosto 1990, n. 192.



 
Art. 5
Organizzazione

1. E' istituito l'Ufficio dell'Autorita' garante per l'infanzia e l'adolescenza, di seguito denominato «Ufficio dell'Autorita' garante», posto alle dipendenze dell'Autorita' garante, composto ai sensi dell'articolo 9, comma 5-ter, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, da dipendenti del comparto Ministeri o appartenenti ad altre amministrazioni pubbliche, in posizione di comando obbligatorio, nel numero massimo di dieci unita' e, comunque, nei limiti delle risorse del fondo di cui al comma 3 del presente articolo, di cui una di livello dirigenziale non generale, in possesso delle competenze e dei requisiti di professionalita' necessari in relazione alle funzioni e alle caratteristiche di indipendenza e imparzialita' dell'Autorita' garante. I funzionari dell'Ufficio dell'Autorita' garante sono vincolati dal segreto d'ufficio.
2. Le norme concernenti l'organizzazione dell'Ufficio dell'Autorita' garante e il luogo dove ha sede l'Ufficio, nonche' quelle dirette a disciplinare la gestione delle spese, sono adottate, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta dell'Autorita' garante. Ferme restando l'autonomia organizzativa e l'indipendenza amministrativa dell'Autorita' garante, la sede e i locali destinati all'Ufficio dell'Autorita' medesima sono messi a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
3. Le spese per l'espletamento delle competenze di cui all'articolo 3 e per le attivita' connesse e strumentali, nonche' per il funzionamento dell'Ufficio dell'Autorita' garante, sono poste a carico di un fondo stanziato a tale scopo nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e iscritto in apposita unita' previsionale di base dello stesso bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
4. L'Autorita' garante dispone del fondo indicato al comma 3 ed e' soggetta agli ordinari controlli contabili.



Note all'art. 5:
- Il testo dell'articolo 9, comma 5-ter, del decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e' il seguente:
«5-ter. Il personale dipendente di ogni ordine, grado
e qualifica del comparto Ministeri chiamato a prestare
servizio in posizione di comando o di fuori ruolo presso la
Presidenza, ivi incluse le strutture di supporto ai
Commissari straordinari del Governo di cui all'art. 11
della legge 23 agosto 1988, n. 400, nonche' le strutture di
missione di cui all'art. 7, comma 4, mantiene il
trattamento economico fondamentale delle amministrazioni di
appartenenza, compresa l'indennita' di amministrazione, ed
i relativi oneri rimangono a carico delle stesse. Per il
personale appartenente ad altre amministrazioni pubbliche
di cui all'art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165, chiamato a prestare servizio in analoga
posizione, la Presidenza provvede, d'intesa con
l'amministrazione di appartenenza del dipendente, alla
ripartizione dei relativi oneri, senza pregiudizio per il
trattamento economico fondamentale spettante al dipendente
medesimo.».



 
Art. 6
Forme di tutela

1. Chiunque puo' rivolgersi all'Autorita' garante, anche attraverso numeri telefonici di pubblica utilita' gratuiti, per la segnalazione di violazioni ovvero di situazioni di rischio di violazione dei diritti delle persone di minore eta'.
2. Le procedure e le modalita' di presentazione delle segnalazioni di cui al comma 1 sono stabilite con determinazione dell'Autorita' garante, fatte salve le competenze dei servizi territoriali, e assicurano la semplicita' delle forme di accesso all'Ufficio dell'Autorita' garante, anche mediante strumenti telematici.
 
Art. 7
Copertura finanziaria

1. All'onere derivante dall'attuazione dell'articolo 5 della presente legge, pari ad euro 750.000 per l'anno 2011 e ad euro 1.500.000 a decorrere dall'anno 2012, si provvede, quanto a euro 750.000 per l'anno 2011, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, come rideterminata dalla Tabella C allegata alla legge 13 dicembre 2010, n. 220, e, quanto a euro 1.500.000 a decorrere dall'anno 2012, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per gli anni 2012 e 2013 dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2011- 2013, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2011, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
2. All'onere derivante dall'attuazione dell'articolo 2, comma 4, della presente legge, pari ad euro 200.000 annui a decorrere dall'anno 2011, si provvede, per l'anno 2011, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e, a decorrere dall'anno 2012, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per gli anni 2012 e 2013 dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2011-2013, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2011, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
3. Salvo quanto disposto dai commi 1 e 2, dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
4. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addi' 12 luglio 2011

NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri

Carfagna, Ministro per le pari
opportunita'
Visto, il Guardasigilli: Alfano

LAVORI PREPARATORI

Camera dei deputati (atto n. 2008):
Presentato dal Ministro senza portafoglio per le pari opportunita' (Carfagna) l'11 dicembre 2008.
Assegnato alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali), in sede referente, il 5 gennaio 2009, con pareri delle Commissioni II, III, V, XI, XIV e Questioni regionali.
Esaminato dalle Commissioni I e XII, in sede referente, il 12 e 26 febbraio 2009, il 12 e 17 marzo 2009, il 20 maggio 2009, il 21 e 27 luglio 2009, il 23 settembre 2009, il 15 e 22 febbraio 2011, l'8 e 9 marzo 2011.
Esaminato in aula il 29 settembre 2009, il 6 e 7 ottobre 2009 ed approvato il 16 marzo 2011.
Senato della Repubblica (atto n. 2631):
Assegnato alla Commissione 1^ (Affari costituzionali), in sede referente, il 24 marzo 2011, con pareri delle Commissioni 2^, 3^, 5^, 12^, 14^ e Questioni regionali.
Esaminato dalla Commissione 1^, in sede referente, il 13 e 19 aprile 2011, il 4 e 24 maggio 2011 e il 7 giugno 2011.
Relazione scritta annunciata il 10 giugno 2011 (atto n. 2631/A) relatore on. Anna Maria Serafini.
Esaminato in Aula il 7, 14 e 15 giugno 2011 ed approvato il 22 giugno 2011.



Note all'art. 7:
- Il testo dell'art. 19, comma 3, del decreto legge 4
luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla
legge 4 agosto 2006, n. 248, e' il seguente:
«3. Al fine di promuovere le politiche relative ai
diritti e alle pari opportunita', presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri e' istituito un fondo denominato
"Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari
opportunita'", al quale e' assegnata la somma di 3 milioni
di euro per l'anno 2006 e di dieci milioni di euro a
decorrere dall'anno 2007. ».
- Il testo della legge 4 agosto 2006, n. 248
(Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge
4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il
rilancio economico e sociale, per il contenimento e la
razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi
in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale),
e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 11 agosto 2006, n.
186, S.O.
- Il testo della legge 13 dicembre 2010, n. 220
(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato - legge di stabilita' 2011), e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 21 dicembre 2010, n.
297, S.O.



 
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