Gazzetta n. 186 del 10 agosto 2012 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 luglio 2012
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Misilmeri.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Misilmeri (Palermo) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 30 e 31 maggio 2010;
Visto il decreto, in data 27 maggio 2012, con il quale il Presidente della Regione siciliana ha preso atto della decadenza del consiglio comunale, a seguito delle dimissioni della quasi totalita' dei consiglieri comunali, ed ha nominato un commissario, con i poteri del consiglio comunale;
Considerato che dall'esito di approfonditi accertamenti svolti dall'autorita' giudiziaria sono emersi collegamenti diretti ed indiretti tra componenti del consesso e la criminalita' organizzata locale;
Considerato che tali ingerenze espongono l'amministrazione stessa a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'amministrazione comunali di Misilmeri (Palermo);
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 27 lugIio 2012 alla quale e' stato debitamente invitato il presidente della Regione siciliana;

Decreta:

Art. 1

La gestione del comune di Misilmeri (Palermo) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Tommaso Mondello - viceprefetto;
dott.ssa Rosanna Mallemi - viceprefetto aggiunto;
dott. Alfio Pulvirenti - funzionario economico finanziario.
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 30 luglio 2012

NAPOLITANO

Monti, Presidente del Consiglio dei
Ministri

Cancellieri, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 2 agosto 2012 Interno, registro n. 6, foglio n. 21
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Misilmeri (Palermo), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 30 e 31 maggio 2010, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
L'ente in parola, il cui territorio e' caratterizzato dalla tentacolare struttura organizzativa delle locali cosche malavitose, e' gia' stato sciolto per condizionamenti da parte della criminalita' organizzata con decreto del Presidente della Repubblica del 9 giugno 1992 e con decreto del Presidente della Repubblica del 29 aprile 2003.
All'esito di attivita' investigativa, condotta dalla locale Direzione distrettuale antimafia, il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Palermo ha emesso, il 16 aprile 2012, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcuni soggetti ritenuti esponenti della locale organizzazione criminale «cosa nostra», tra i quali rientra anche colui che deve ritenersi il locale capo mafia; gli stessi sono indagati del reato di associazione di tipo mafioso finalizzata all'attivita' estorsiva e ad interventi nella pubblica amministrazione oltreche' per aver procurato voti in occasione della campagna elettorale.
Per lo stesso tipo di reato e' stato raggiunto da informazione di garanzia anche il presidente del consiglio comunale per avere agevolato la locale consorteria nell'aggiudicazione di alcuni appalti.
Le risultanze delle indagini hanno messo in evidenza la forza intimidatrice ed il condizionamento operato dalla locale cosca mafiosa sull'attivita' svolta dall'ente locale.
Successivamente la quasi totalita' dei consiglieri comunali ha rassegnato le dimissioni dalla carica, conseguentemente il presidente della Regione siciliana, con decreto del 28 maggio 2012, ha nominato un commissario straordinario conferendogli i poteri del consiglio.
Sulla base di tali elementi il prefetto di Palermo, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica, ha redatto l'allegata relazione in data 6 giugno 2012, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione delle misure di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Nel corso dell'ulteriore sviluppo delle indagini, il nucleo investigativo dell'Arma dei Carabinieri, in data, 5 luglio 2012, ha effettuato alcune perquisizioni che hanno interessato il sindaco, il vice presidente del consiglio comunale, il capo dell'ufficio tecnico ed il presidente di un consorzio tra comuni, alle quali ha fatto seguito, per il sindaco e per il vice presidente del consiglio comunale, l'emissione di avvisi di garanzia per concorso in associazione per delinquere di tipo mafioso.
La relazione prefettizia ha messo in rilievo la cornice criminale ed il contesto ambientale ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali cosche ed ha evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali od a soggetti ad esse contigui.
Le assidue frequentazioni del presidente e del vice presidente del consiglio comunale con esponenti delle locali consorterie hanno causato una gestione dell'ente permeabile agli interessi della criminalita' organizzata
Le indagini giudiziarie hanno messo in evidenza l'indiscusso ruolo svolto dal capo del mandamento mafioso di Misilmeri, raggiunto dalla citata ordinanza cautelare e la spiccata capacita' dello stesso di influenzare l'attivita' degli organismi politici e amministrativi del comune.
Viene rilevato come lo stesso abbia dapprima fatto convergere i voti della locale consorteria riuscendo a far eleggere soggetti a lui vicini e, successivamente, sia riuscito ad ottenere che gli stessi rivestissero incarichi istituzionali di rilevanza strategica, ponendo cosi' le basi per controllare ed indirizzare le scelte dell'amministrazione in favore degli interessi della criminalita'.
Lo stesso capo mandamento, attraverso l'opera di mediazione effettuata da un locale esponente politico, anch'esso destinatario della citata ordinanza cautelare, ha condizionato il voto dei consiglieri comunali al fine di assicurare che venissero eletti presidente e vice presidente del consiglio comunale i soggetti da lui predeterminati.
Ulteriori elementi significativi dello sviamento dell'attivita' amministrativa, come emerso dai contenuti di fonti tecniche di prova, sono rappresentati dall'attivita' svolta dal predetto uomo politico che ha indotto il presidente del consiglio a modificare l'assetto delle commissioni comunali, facendo sostituire alcuni componenti con soggetti di fiducia.
I progetti e gli interessi della criminalita' organizzata sull'attivita' amministrativa comunale si sono concentrati su diversi settori dell'ente.
Dalle indagini e' emersa l'intenzione del piu' volte citato capo mafia di influenzare la procedura, avviata da parte del comune, per l'assunzione di venticinque unita' di ausiliari del traffico, che sarebbe dovuta avvenire attraverso la pubblicazione di un apposito bando.
Poiche' le programmate assunzioni non hanno avuto seguito, in quanto i relativi fondi sono stati destinati dal comune alla gestione dei servizi sociali, l'organizzazione criminale, avvalendosi dell'attivita' svolta dal piu' volte citato uomo politico, ha pianificato la costituzione di associazioni impegnate nel settore sociale con il fine di ottenere finanziamenti pubblici ed ha addirittura programmato l'utilizzo di immobili gia' confiscati ad esponenti della locale criminalita'.
Cointeressenze tra amministratori locali ed ambienti controindicati sono risultate evidenti all'esito dell'esame della complessiva procedura concernente il ciclo dei rifiuti urbani.
In particolare sono stati analizzati i rapporti intercorsi tra l'amministrazione comunale, la ditta facente capo al locale capomafia che aveva svolto per conto dell'ente il servizio di raccolta dei rifiuti urbani fino al 2001, ed il consorzio intercomunale di cui fa parte il comune di Misilmeri, costituito per effettuare dallo stesso anno tale servizio. Le verifiche hanno fatto emergere una serie di anomalie e indebite ingerenze che hanno comportato uno sviamento dell'attivita' amministrativa in favore di ambienti controindicati.
A decorrere dal mese di febbraio 2010, il servizio igiene ambientale e' stato nuovamente amministrato in via diretta dal comune che lo ha affidato, ancora una volta, alla menzionata societa' riconducibile alla criminalita' egemone.
Solo a seguito di notizie di stampa che mettevano in luce la riferibilita' di tale ditta ai vertici alla locale criminalita' organizzata, il primo cittadino procedeva alla revoca dell'affidamento con temporanea assegnazione alla societa' che nel frattempo si era aggiudicata la gara per la fornitura di «noli a freddo» di autocompattatori.
Il disposto provvedimento di revoca ha messo ancor piu' in rilievo la pervicacia e la forza invasiva dei citati ambienti criminali che, comando sull'ausilio di propri referenti interni all'amministrazione, hanno ripetutamente tentato di sviarne l'attivita'.
Denota tale contesto la denuncia all'autorita' giudiziaria formulata dal responsabile del servizio igiene ambientale il quale rappresentava come il presidente del consiglio comunale, al fine di favorire il locale capo mafia, gli si rivolgeva asserendo che nella predetta gara per la fornitura di autocompattatori erano state commesse gravi irregolarita' e nello stesso tempo paventava possibili conseguenze di natura giudiziaria.
Analogo episodio avveniva anche in occasione della gara per l'affidamento del servizio pulizia delle caditoie stradali, al cui esito non era risultata vincitrice la ditta riconducibile al locale capo mafia; anche in questo caso il presidente del consiglio comunale si adoperava con ogni mezzo in favore del locale esponente criminale.
Ulteriori criticita', relative all'assenza di una chiara e determinata attivita' di indirizzo e controllo da parte dell'organo politico, sono rinvenibili nelle modalita' di gestione dei beni confiscati alla mafia e destinati al patrimonio comunale.
Viene infatti rilevato che numerosi immobili, gia' da tempo trasferiti al patrimonio indisponibile, sono risultati non utilizzati e in stato di abbandono.
L'amministrazione non ha mai effettuato alcuna attivita' di vigilanza o programmato l'utilizzo di tali beni, elementi sintomatici che rivelano l'esistenza di cointeressenze tra l'apparato amministrativo e le locali famiglie mafiose gia' proprietarie degli stessi; l'inerzia dell'amministrazione e' in palese contrasto con la normativa di settore ed ha vanificato le finalita' dell'istituto privando altresi' la collettivita' dell'utilizzo di tali beni per scopi sociali.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Misilmeri, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio dei principi di buon andamento, imparzialita' e trasparenza.
Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del comune di Misilmeri (Palermo), con conseguente affidamento della gestione dell'ente ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 20 luglio 2012

Il Ministro dell'interno: Cancellieri
UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI PALERMO
Prot. N900/12/R/Area Sic. 1 Bis

6 giugno 2012

Al Ministro dell'interno
ROMA

Oggetto: Amministrazione Comunale di Misilmeri - Attivita' preliminare ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 (T.U.E.L.) e successive modificazionio ed integrazioni
Premessa.
In data 16 aprile 2012, il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, concordando con le risultanze prodotte a conclusione di attivita' tecnico-investigativa condotta dal reparto operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Palermo, coordinato dalla locale Direzione distrettuale antimafia, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcuni soggetti considerati vertici di «Cosa nostra» o affiliati alla medesima, indagati per associazione di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni e ad intervenire sulle istituzioni e la pubblica amministrazione e per procurare voti a se' e ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
Tra questi, spiccano le figure di «Omissis», (nato il «Omissis») ritenuto a capo del mandamento mafioso di Misilmeri, nonche' di «Omissis» (nato il «Omissis») e «Omissis» (nato il «Omissis»), entrambi affiliati alla famiglia di Misilmeri; e ancora «Omissis» (nato il «Omissis»), ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Bolognetta e «Omissis» (nato il «Omissis»), ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Villabate.
Nello stesso contesto, per il medesimo reato, e' stata notificata un'informazione di garanzia emessa a carico del presidente del consiglio comunale di Misilmeri, «Omissis» (nato il «Omissis») per aver agevolato la locale consorteria mafiosa nell'aggiudicazione di alcuni appalti nonche' nei confronti di altri soggetti ritenuti responsabili di avere partecipato, a vario titolo, all'associazione mafiosa denominata «Cosa nostra» operando, in particolare, nel mandamento di Misilmeri, diretto dal summenzionato «Omissis».
Lo scenario investigativo ha evidenziato, di per se', la capacita' pervasiva della «cosca» riconducibile al «Omissis» nell'amministrazione comunale di Misilmeri, mettendo in luce elementi concreti, univoci e rilevanti sintomatici del condizionamento mafioso, cosi' evidenti da far ritenere inessenziale lo svolgimento di un accesso ispettivo.
Tali valutazioni sono state condivise nella seduta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica, tenutasi in data odierna. Gli organi elettivi.
Il sindaco «Omissis» e' stato eletto al termine delle consultazioni elettorali del 2010 (primo turno il 30 e 31 maggio e ballottaggio il 13 e 14 giugno), avendo ottenuto la maggioranza delle preferenze rispetto al sindaco uscente «Omissis».
Composizione della giunta comunale:
1) «Omissis», nato a Misilmeri il «Omissis», sindaco, si e' riservato le competenze in materia di urbanistica e edilizia privata, personale, turismo e spettacolo;
2) «Omissis» nato a Misilmeri il «Omissis» vice sindaco, con deleghe al patrimonio, informatizzazione, pubblica istruzione, edilizia pubblica e igiene ambientale. Si e' dimesso dalla carica di assessore e vice sindaco il 12 aprile 2012;
3) «Omissis», nato a Misilmeri il «Omissis», con deleghe alle attivita' sociali, sanita' pubblica, beni culturali e sport;
4) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis», con deleghe al bilancio, finanze e tributi, polizia municipale;
5) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis», con deleghe ai lavori pubblici, ville e giardini, protezione civile, cimiteri, agricoltura.
Composizione del consiglio comunale.
consiglieri di maggioranza:
appartenenti alla lista del partito politico «U.D.C.»:
1) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis», presidente del consiglio comunale;
2) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
3) «Omissis», nato a Misilmeri il «Omissis»;
4) «Omissis», nato a Misilmeri il «Omissis»;
appartenenti alla lista civica «Schimmenti»:
1) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
2) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
3) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
4) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
5) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
appartenenti alla lista civica «Alleanza azzurra Misilmeri»:
1) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
appartenenti alla lista civica «Per voi»:
1) «Omissis» nato a Vimercate (Milano) il «Omissis»;
2) «Omissis» nato a Misilmeri il «Omissis»;
3) «Omissis» nato a Palermo il «Omissis»;
consiglieri di minoranza:
appartenenti alla lista del partito «P.D.»:
1) «Omissis», nata a Palermo il «Omissis»;
2) «Omissis», nato a Misilmeri il «Omissis»;
3) «Omissis», nato a Mezzojuso il «Omissis»;
appartenenti alla lista civica di centro sinistra «Misilmeri democratica»:
1) «Omissis», nato a Misilmeri il «Omissis», vice presidente consiglio comunale;
2) «Omissis», nato a Misilmeri il «Omissis»;
3) «Omissis» nato a Palermo il «Omissis»;
4) «Omissis» nato a Palermo il «Omissis»;
composizione del consiglio circoscrizionale della frazione Portella di Mare:
1) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
2) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
3) «Omissis», nato a Buenos Aires (Argentina) il «Omissis»;
4) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
5) «Omissis» nato a Palermo il «Omissis»;
6) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis»;
7) «Omissis», nato a Villabate il «Omissis»;
8) «Omissis», nato a Palermo il «Omissis». Il mandamento di Misilmeri nel suo assetto attuale: la figura di
«Omissis».
Dopo l'arresto di «Omissis», e secondo le risultanze del procedimento denominato «Grande mandamento» (2005) il ruolo di capo mandamento di Misilmeri fu assunto dall'allora latitante «Omissis» detto «Omissis». In tale periodo emersero le figure di «Omissis», «Omissis» e «Omissis», che si occupavano, specificatamente, di tutelare e garantire la latitanza del predetto «Omissis». Per tale motivo, furono entrambi raggiunti da provvedimento di fermo del P.M. nel corso del suddetto procedimento, ma solo il «Omissis», fu condannato e ristretto in carcere sino all'11 luglio 2007, data del suo ritorno a Misilmeri.
Durante la sua detenzione, nella reggenza della «famiglia» di Misilmeri, il predetto «Omissis» fu sostituito da «Omissis» il quale, approfittando dell'alleanza con «Omissis» aveva consolidato il suo potere. Tuttavia, dopo l'arresto del predetto «Omissis» e l'uccisione di «Omissis» riusci' a riconquistare, non soltanto il suo originario compito di «capo famiglia» di quel comune, ma addirittura dell'intero mandamento che comprende oltre che le famiglie maliose di Belmonte Mezzagno e Misilmeri, anche quelle di Bolognetta e Villabate.
L'attivita' investigativa svolta ha messo in luce l'indiscutibile ruolo del «Omissis» al vertice del mandamento mafioso di Misilmeri, ma soprattutto ha consentito di individuare la gravissima influenza del medesimo sull'attivita' di organismi politici ed amministrativi del comune di Misilmeri.
Le indagini hanno, infatti, dimostrato, che il «Omissis», dopo avere indirizzato i voti della consorteria mafiosa e fatto eleggere persone a lui vicine, e' riuscito a far si' che le stesse ricoprissero ruoli istituzionali nevralgici creando, dunque, i giusti presupposti per controllare ed indirizzare le scelte dell'amministrazione comunale in favore degli interessi propri e dell'associazione criminale da lui stesso capeggiata.
Tale pesante ingerenza sulla vita pubblica, se da un lato dimostra ulteriormente la qualita' del «Omissis» di vertice dell'associazione mafiosa, dall'altro lato evidenzia la preoccupante permeabilita' degli organi elettivi di quell'ente locale a pressioni e richieste comunque provenienti da un soggetto che, oltre ad avere dimostrato di ricoprire un ruolo apicale in seno all'organigramma mafioso di Misilmeri, era notorio essere stato gia' condannato per favoreggiamento aggravato nei confronti del sodalizio criminale.
Le indagini hanno, peraltro, permesso di evidenziare indebite ingerenze ed interessi illeciti della «famiglia» mafiosa di Misilmeri nella gestione del ciclo dei rifiuti all'interno del COINRES (Consorzio intercomunale rifiuti energia servizi) e delle amministrazioni comunali interne al Consorzio. Cio' ha consentito al «Omissis» di ricavare ingenti somme di danaro attraverso un'impresa a lui riconducibile e fittiziamente intestata a «Omissis» operante nei settori della raccolta dei rifiuti solidi urbani nonche' della fornitura dei mezzi per la raccolta di tali rifiuti, tramite la quale garantiva e distribuiva posti di lavoro presso il succitato, «Omissis» acquisendo nel tempo commesse dal comune di Misilmeri. Permeabilita' dell'amministrazione ai condizionamenti da parte del
capo del mandamento mafioso.
La recente attivita' di indagine ha consentito di evidenziare le modalita' con cui la famiglia mafiosa di Misilmeri ha in maniera pervasiva influenzato gli assetti politici dell'attuale amministrazione comunale, agevolando, a tal fine, l'elezione a presidente del consiglio comunale di «Omissis» e condizionando la nomina a vice presidente di «Omissis».
In questa particolare circostanza emerge l'opera di mediazione, di cui si e' servito il «Omissis» per raggiungere i suoi scopi, operata da «Omissis» (gia' consigliere della terza circoscrizione di Palermo e candidato alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio al consiglio comunale di Palermo nella lista civica «Amo Palermo») vero e proprio elemento di contatto tra il «capo_mafia» e il comune. Cio' anche grazie alla frequentazione privilegiata intrattenuta con il presidente del consiglio comunale, essendo tra loro cugini di primo grado in quanto figli di fratelli.
Dalle indagini esperite, e dalle intercettazioni ambientali effettuate dagli inquirenti, appare, infatti, assolutamente palese che l'elezione alle cariche di presidente e vice presidente del consiglio comunale di Misilmeri siano state sapientemente pilotate dall'azione mafiosa del «Omissis», il quale, con l'evidente intento di trarre vantaggio dal condizionamento della Repubblica attraverso un controllo capillare sul comune di Misilmeri, ha altresi' fornito una magistrale prova della propria forza criminale.
In particolare, l'analisi degli atti processuali ha fatto emergere condizionamenti nelle diverse fasi politico-amministrative della recente storia del comune di Misilmeri, con particolare riferimento all'attuale compagine:
fase pre-elettorale;
nomina del presidente e del vice presidente del consiglio comunale;
costituzione delle commissioni comunali;
pressioni sull'apparato amministrativo.
Gia' nella fase pre-elettorale, le indagini hanno consentito di acquisire elementi da cui e' emerso che il «Omissis», e le persone a lui vicine, avevano preso le distanze dal sindaco uscente «Omissis», e che stavano invece indirizzando i loro voti verso altri soggetti quali «Omissis» e «Omissis» entrambi successivamente eletti. Nello stesso periodo, e in particolare nell'aprile 2010, dalle indagini e' emersa l'intensificazione dei contatti telefonici fra il «Omissis» e «Omissis», nonche' i molteplici incontri avvenuti fra gli stessi presso i depositi della succitata ditta «Omissis» (in effetti totalmente riconducibile al «Omissis»). In particolare, dai colloqui tra i due si appalesava la volonta' di «Omissis» di sostenere la candidatura di «Omissis» a fronte della esplicita richiesta di questi.
Elementi ancor piu' significativi circa l'influenza dell'«Omissis», della cui qualita' mafiosa l'amministrazione comunale era pienamente consapevole, sull'attivita' dell'ente civico sono stati raccolti, relativamente alla nomina del presidente e del vice presidente del consiglio comunale.
In particolare, il capo mandamento avrebbe condizionato il voto dei consiglieri comunali al fine di avere la certezza che fossero eletti, quali presidente e vice presidente del consiglio, rispettivamente «Omissis» e «Omissis». Le attivita' investigative hanno altresi' lasciato emergere la preoccupazione del capo mafia di essere intercettato; in particolare egli raccomandava a «Omissis», di non utilizzare il telefono per le comunicazioni temendo il possibile scioglimento del consiglio comunale. Tale comportamento evidenzia la conoscenza da parte di «Omissis» dello spessore criminale del suo interlocutore.
L'influenza del «Omissis» sull'andamento della cosa pubblica misilmerese si manifesta appieno quando, attraverso la mediazione di «Omissis», induce il presidente del consiglio comunale (titolare del potere di nomina) a modificare la costituzione delle commissioni comunali, facendone sostituire i componenti con soggetti vicini ai suoi «desiderata». A tal proposito significativa e' un'intercettazione telefonica dalla quale emerge l'interessamento diretto e personale del «Omissis» nella vicenda inerente le controversie sorte per la costituzione delle commissioni comunali tanto che lo stesso asseriva «domani, domani io ci vado e lo trovo al comune». Nel corso della telefonata il «Omissis» precisava, in effetti, che avrebbe concordato un incontro con il «Omissis», che doveva avvenire in maniera riservata presso un luogo poco in vista.
Il complesso delle intercettazioni relative alla composizione delle commissioni consiliari fa emergere l'esistenza di accordi pregressi sulla «spartizione» delle stesse, orchestrata, anche nella risoluzione dei contrasti sviluppatisi sulle singole nomine, dal «Omissis».
L'influenza della consorteria mafiosa misilmerese nei confronti della amministrazione comunale e' cosi' pregnante da permettere al «Omissis», grazie ai solidi riferimenti all'interno del comune, di assicurare al sodale villabatese «Omissis», (gia' condannato per associazione mafiosa con sentenza irrevocabile dell'8 marzo 2001), la capacita' di incidere attraverso il vice presidente del consiglio comunale, «Omissis» sul piano regolatore di Misilmeri, contando di acquisire terreni in zone agricole, per poi trasformarle, con la complicita' dell'apparato comunale, in edificabili, si' da rivenderli ad un prezzo maggiorato, conseguendo un maggiore profitto.
Il «Omissis», sicuro della sua capacita' di influenzare, mediante l'operato di «Omissis» e «Omissis», le scelte dell'amministrazione comunale, manifesta interesse per l'assunzione di venticinque unita' di ausiliari del traffico che sarebbe dovuta avvenire tramite un apposito bando. In particolare, le conversazioni intercettate tra i succitati «Omissis» e «Omissis» evidenziano l'intendimento di pilotare le suddette assunzioni a favore di persone a loro vicine: «allora, prendiamo il bando che glielo facciamo fare ad un poco di ragazzi amici nostri ... dai».
Tuttavia, poiche' i fondi previsti per l'assunzione del suddetto personale vengono successivamente destinati alla gestione dei servizi sociali, viene meno la possibilita' di concretizzare quanto progettato dal «Omissis» e dal «Omissis». Orbene, sfumata tale opportunita', l'organizzazione criminale, sicura di poter comunque intervenire sull'amministrazione comunale, pianifica, sempre attraverso la mediazione dei predetti, la costituzione di associazioni impegnate nell'ambito del sociale al fine di ricevere finanziamenti pubblici pensando, peraltro, come si evince da un'intercettazione telefonica, di utilizzare a tale scopo immobili gia' confiscati a «Omissis».
A tal proposito, corre l'obbligo di sottolineare che, nell'ambito del consueto monitoraggio effettuato dal competente ufficio di questa prefettura sull'utilizzazione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata, e' emerso che numerosi immobili, gia' da tempo trasferiti al patrimonio indisponibile di quel comune, ai sensi della normativa vigente in materia, risultano a tutt'oggi inutilizzati. Il ciclo dei rifiuti ed i tentativi di condizionare gli appalti del
settore igiene ambientale.
L'infiltrazione mafiosa condotta dal «Omissis» nei confronti dell'amministrazione misilmerese si appalesa chiaramente nella vicenda che ha per oggetto l'attivita' di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
A tale riguardo, e' opportuno premettere che la piu' volte citata ditta «Omissis» aveva gia' svolto il servizio di raccolta dei R.S.U. per il comune di Misilmeri sino al 2001, data nella quale la gestione del medesimo servizio viene assunta dal COINRES - Consorzio intercomunale costituitosi per svolgere l'attivita' di raccolta e trasporto di rifiuti urbani ed assimilabili. Di esso sono soci la provincia regionale di Palermo e tutti i comuni appartenenti all'ambito territoriale ottimale Palermo 4 fra cui Misilmeri. Sin dall'inizio della sua attivita', il consorzio ha adottato modalita' clientelari sia nell'affidamento dei c.d. «noli» di automezzi che nell'assunzione del personale. Cio' ha comportato un grave dissesto finanziario aggravato dalla impossibilita' per lo stesso Consorzio di operare con mezzi propri che, gia' in numero limitato, venivano costantemente incendiati dolosamente.
Sicche', la ditta «Omissis» non aveva subito alcun danno dall'istituzione del suddetto Consorzio, continuando ad operare nel comune di Misilmeri in virtu' di un'ordinanza emanata dal presidente del consiglio di amministrazione del COINRES che disponeva che la ditta in questione dovesse provvedere alla raccolta ed al trasporto dei rifiuti tramite mezzi e personale proprio.
L'emissione dell'ordinanza veniva giustificata dall'esigenza di svolgere comunque il servizio «atteso gli indubbi riflessi sulla salute pubblica» considerato che il comune di Misilmeri non aveva ancora espletato la gara d'appalto per acquisire i mezzi necessari ad assicurare l'urgente espletamento del servizio.
Pertanto, la ditta «Omissis» aveva tratto addirittura benefici dall'istituzione del Consorzio. Infatti il 23 luglio 2005 veniva stipulato un contratto di servizio tra il comune di Misilmeri e il succitato Consorzio (nel frattempo divenuto societa' d'ambito) nel quale era previsto il trasferimento al COINRES di 42 unita' lavorative di personale dipendente e precario del comune nonche' del personale delle ditte private (prima fra tutte la ditta «Omissis») che avevano svolto il servizio di raccolta rifiuti al momento del subentro del COINRES. Tutte le assunzioni (tranne una) si rivelavano illegittime.
Dal febbraio del 2010, la gestione dell'intero servizio di igiene ambientale torna in capo ai comuni, tranne per cio' che riguarda il personale che continua ad essere gestito dal suddetto Consorzio.
Nell'ottobre del 2010, a seguito di un articolo di stampa che evidenziava gli stretti rapporti tra la ditta «Omissis» e «Omissis», nel quale quest'ultimo veniva indicato come capo della famiglia di Misilmeri, l'attuale sindaco, verosimilmente per prendere le distanze dalla imbarazzante ditta «Omissis», revocava la gestione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani a quest'ultima e lo affidava, sino al giugno 2011, alla «Omissis» di Floridia (Siracusa), la quale si era frattanto aggiudicata la gara per la fornitura «a freddo» degli autocompattatori.
Il «Omissis», vero dominus della ditta estromessa, non volendo rinunziare ad offrire il lucroso servizio, chiamava in suo aiuto il presidente del consiglio comunale. «Omissis» il quale si rivolgeva alla responsabile del servizio competente evidenziandole, a suo dire nell'interesse della medesima, asserite gravi irregolarita' nella predetta gara, tali da potere causare pesanti ripercussioni dal punto di vista giudiziario.
In quella occasione, il «Omissis», esibiva il possesso di documenti agli atti dell'ufficio della succitata responsabile, in particolare copie dei libretti di circolazione degli autocompattatori forniti dalla suddetta «Omissis».
Tale circostanza, unitamente ad altre emblematiche dalla pressione esercitata dal «Omissis» sugli uffici comunali per continuare a garantire al «Omissis» la posizione di rendita di cui fino ad allora aveva goduto con l'esclusivo monopolio del servizio di raccolta dei rifiuti, veniva denunciata dal summenzionato funzionario, la quale riferiva, altresi', che anche successivamente, in occasione di un'ulteriore gara, bandita dal comune per la pulizia delle caditoie stradali nella quale non era risultata vincitrice la ditta «Omissis» che pure vi aveva preso parte, aveva subito numerosi tentativi di condizionamento da parte del presidente del consiglio comunale, lamentando come quest'ultimo avesse assunto nei suoi confronti un atteggiamento ancor piu' minaccioso.
Il funzionario, nella sua denuncia, riferiva, inoltre, che nel giugno 2011, scaduto il contratto per la fornitura di autocompattatori, il comune espletata una nuova gara, nelle more delle prescritte verifiche, aveva affidato il servizio alla ditta aggiudicataria stante che risultava essere la stessa della precedente fornitura di mezzi. In quella occasione, la ditta «Omissis» che era stata ancora una volta esclusa dalla gara per mancanza di alcuni requisiti, aveva protestato e le sue istanze erano state perorate dallo stesso presidente del consiglio comunale, «Omissis». Quest'ultimo, in particolare, in occasione dell'interruzione del servizio di raccolta dei rifiuti da parte del personale del COINRES, che lamentava il mancato pagamento degli stipendi, invitava la denunciante a predisporre un'ordinanza sindacale in cui il nolo «a caldo» veniva affidato alla ditta «Omissis», adducendo motivi inerenti alla provenienza locale di quest'ultima. Ma poiche' la gara era stata espletata per la fornitura sia «a caldo» che «a freddo», come spiegato dal funzionario, in caso di emergenza non si poteva fare ricorso ad altre ditte se non a quella aggiudicataria. Cosi', nonostante le pressioni effettuate dal «Omissis», il sindaco, confortato anche dal parere della responsabile del servizio affari legali del comune, emanava propria ordinanza in favore della succitata ditta «Omissis», che avrebbe quindi svolto con propri uomini e mezzi la raccolta dei R.S.U.
Si soggiunge che proprio la predetta responsabile dell'area affari generali istituzionali e legali, chiamata dalla denunciante a confermare i fatti esposti, riferiva che il presidente del consiglio comunale chiedeva sovente giustificazione dell'operato del responsabile del servizio di igiene ambientale in merito agli affidamenti effettuati, lasciando intendere, anche con toni velatamente minacciosi, che la stessa commetteva errori nell'escludere una ditta locale, affidando incarichi a ditte esterne al territorio misilmerese. Inoltre, in un occasione il «Omissis» veniva sentito affermare che il responsabile del servizio igiene ambientale «avrebbe potuto fare una brutta fine continuando ad operare in tal modo». Rapporti di parentela con esponenti della famiglia mafiosa locale.
Nel quadro delle dinamiche ambientali che condizionano la gestione amministrativa del comune di Misilmeri, rilevano anche i sottonotati elementi di fatto che avvalorano ulteriormente l'esistenza di collegamenti diretti e indiretti tra esponenti dell'amministrazione in carica e la criminalita' organizzata.
«Omissis» - assessore: nipote materno di «Omissis», gia' capo del mandamento mafioso di Misilmeri, ucciso il 7 settembre 1991 nel corso di faida mafiosa e di «Omissis», deceduto in data 15 febbraio 2004, anch'egli esponente della locale famiglia mafiosa capeggiata dal fratello «Omissis ";
«Omissis» - presidente del consiglio comunale: cugino di primo grado di «Omissis», esponente di spicco della famiglia mafiosa di Misilmeri;
«Omissis» - vice presidente del consiglio comunale: risulta accompagnarsi costantemente a personaggi inseriti a pieno titolo nell'organigramma mafioso di Misilmeri quali «Omissis», tratto in arresto nel 1992 per associazione di tipo mafioso, omicidio, porto illegale di armi, occultamento di cadavere e altro; per tali fatti il «Omissis» e' stato successivamente assolto, ma lo stesso, tuttavia, continua ad associarsi abitualmente a soggetti facenti parte della locale criminalita' organizzata.
Il predetto «Omissis» e' stato notato, altresi', in compagnia di «Omissis» tratto in arresto il 3 ottobre 2001 dalla DDA di Palermo per associazione di tipo mafioso e condannato in data 22 gennaio 2003 dalla Corte di appello di Palermo alla pena di anni cinque di reclusione. Il suddetto «Omissis», e' stato sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, e alla misura di sicurezza della liberta' vigilata.
Risulta inoltre, che il vice presidente del consiglio comunale di Misilmeri ha preso parte, in data 7 novembre 2011, al corteo funebre di «Omissis», genero di «Omissis», gia' sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno in quel comune e sottoposto a liberta' vigilata in quanto ritenuto elemento di spicco della famiglia mafiosa di Misilmeri.
«Omissis» - Consigliere comunale di maggioranza: il predetto consigliere e' zio paterno di «Omissis», tratto in arresto nel 2011 poiche' ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso ed altri reati connessi all'agevolazione di «Cosa nostra». Successivamente veniva scarcerato con ordinanza del G.I.P. presso il tribunale di Caltanissetta. Tuttavia, dagli atti del procedimento penale, sul suo conto si rilevano rapporti personali e interessi delle sue aziende con soggetti appartenenti alla suddetta associazione criminosa.
«Omissis» - Consigliere comunale di minoranza: il predetto consigliere e' nipote di «Omissis», ucciso in data 8 ottobre 1991 nel corso della faida mafiosa che, all'epoca, interesso' il comune di Misilmeri.
Il predetto «Omissis» e' stato notato in piu' occasioni in compagnia di «Omissis», condannato per reati di tipo mafioso e gia' sottoposto a sorveglianza speciale e liberta' vigilata, nonche' dei fratelli «Omissis» e «Omissis»; il primo tratto, in arresto in data 13 marzo 2001 per associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta nell'ambito dell'operazione «Road connection» e successivamente condannato ad anni 9 di reclusione per associazione di tipo mafioso e sottoposto a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza; il secondo, pregiudicato per turbativa d'asta, turbata liberta' degli incanti ed altro, e' stato tratto in arresto nel corso della medesima operazione e condannato ad anni 5 di reclusione per associazione di tipo mafioso.
«Omissis» - Consigliere comunale di minoranza: pur non risultando nulla a suo carico, tuttavia si rappresenta che suo cognato (marito della sorella) «Omissis» e' figlio di «Omissis» il quale, in data 12 febbraio 1996, e' stato destinatario di avviso di garanzia per associazione mafiosa. Condannato in data 29 maggio 1998 dal tribunale di Palermo alla pena della reclusione di mesi dieci per favoreggiamento personale, in particolare per avere aiutato e favorito la latitanza di «Omissis» (presunta vittima di lupara bianca e gia' capomafia di Misilmeri), fornendogli, oltre che materiale assistenza, anche la disponibilita' del suo telefono cellulare, nonche' della sua casa di campagna, ove, tra l'altro, il «Omissis» aveva realizzato un sofisticato rifugio segreto. Il predetto «Omissis» e' altresi' cugino di «Omissis», ucciso a colpi d'arma da fuoco in data 19 agosto 2000, gia' arrestato il 17 luglio 1997, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere n. «Omissis» e n. «Omissis» RG GIP (destinata anche al noto boss «Omissis», all'epoca latitante), emessa in data 14 luglio 1997 dal G.I.P. presso il tribunale di Palermo, per i delitti di cali all'art. 416 bis./1° c.p. per avere fatto parte dell'associazione mafiosa «Cosa nostra».
«Omissis» - Consigliere comunale di minoranza: nipote paterna di «Omissis», quest'ultimo cognato di «Omissis», pregiudicato, ucciso a Palermo nel 1962.
Il predetto consigliere risulta essere cugina di «Omissis», consigliere comunale nell'amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose nell'anno 1992, figlio di «Omissis», nonche' nipote di «Omissis», ucciso nel corso della guerra di mafia di Misilmeri nel 1993.
«Omissis» - Consigliere circoscrizionale della frazione Portella di Mare: nipote di «Omissis», attualmente detenuto, tratto in arresto in data 16 dicembre 2008 nell'ambito dell'operazione «Perseo» per il delitto di cui all'art. 416-bis C.P., per avere fatto parte, in concorso e unitamente ad altre persone, tra le quali «Omissis», «Omissis», «Omissis», «Omissis», «Omissis», «Omissis», «Omissis», «Omissis», «Omissis», dell' associazione mafiosa «Cosa nostra». Piu' in particolare «Omissis» risulta avere assunto fino alla data del suo arresto, il ruolo di capo della «famiglia mafiosa» di Belmonte Mezzagno, riorganizzando l'organigramma associativo belmontese, suddividendo i compiti tra i vari sodali e presiedendo al controllo illecito delle attivita' economiche del territorio (comprese le cosiddette «messe a posto» e l'imposizione delle macchine da gioco agli esercizi pubblici). Con sentenza n. «Omissis» datata «Omissis» del G.U.P. del tribunale di Palermo lo ha condannato ad anni dodici di reclusione. Apparato amministrativo del comune di Misilmeri.
«Omissis» - Responsabile dell'area «tributi» e segretario particolare del sindaco «Omissis» coniugato e convivente con «Omissis», sorella di «Omissis», coniugata con «Omissis» tratto in arresto il 17 marzo 1995 nell'ambito dell'operazione condotta dal Comando provinciale Carabinieri di Palermo, denominata «Venerdi' nero», dopo un lungo periodo di latitanza negli Stati Uniti; successivamente veniva assolto per i fatti ascrittigli.
La predetta «Omissis» e' anche prima cugina di «Omissis», attualmente libero, vissuto diversi anni negli Stati Uniti d'America, che ha partecipato attivamente alla vita politica di Villabate. Nel 2007 e' stato tratto in arresto in quanto destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Palermo poiche' indagato di associazione di tipo mafioso. Il «Omissis», infatti, era molto vicino a «Omissis», tratto in arresto nell'ambito dell'operazione «Grande mandamento» e successivamente condannato all'ergastolo (pena confermata in appello). Il collaboratore di giustizia «Omissis», ha inoltre affermato che il «Omissis» era l'unica persona della quale si fidava incondizionatamente l'amico «Omissis» (ucciso per mano mafiosa il 24 novembre 1994), figlio del capo mafia di Villabate «Omissis». Elementi di continuita' tra l'attuale amministrazione comunale di
Misilmeri e le precedenti compagini politiche decadute a seguito
dello scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni e
condizionamenti mafiosi. Scioglimento del consiglio comunale avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica del 4 giugno 1992.
Il consiglio comunale di Misilmeri, rinnovato nelle consultazioni elettorali del 6 maggio 1990, era stato sciolto per infiltrazioni mafiose con decreto del Presidente della Repubblica datato 4 giugno 1992 per la durata di diciotto mesi.
Si rileva che l'attuale sindaco «Omissis», unitamente all'assessore «Omissis» ed al consigliere «Omissis», all'epoca ricoprivano la carica di consigliere di maggioranza.
Scioglimento del consiglio comunale avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica datato 28 aprile 2003.
In seguito, il consiglio comunale di Misilmeri, rinnovato nelle consultazioni elettorali del 1998, venne sciolto per infiltrazioni mafiose con decreto del Presidente della Repubblica per la durata di diciotto mesi.
Anche in questo caso, si rileva che l'attuale vice presidente del consiglio comunale «Omissis» i consiglieri «Omissis» e «Omissis» all'epoca ricoprivano la carica di consiglieri comunali, unitamente al piu' volte citato «Omissis», tratto in arresto il 17 aprile 2012. Conclusioni e proposte.
Ad avviso dello scrivente, come esplicitato, in premessa, l'attivita' svolta dall'autorita' giudiziaria, gia' di per se', l'esistenza di elementi, soggettivi ed oggettivi, sintomatici, con carattere di univocita', concretezza e rilevanza, del condizionamento mafioso del comune di Misilmeri.
In considerazione delle circostanze sopra riferite, si ritiene che il comune di Misilmeri, rinnovato nelle consultazioni amministrative del 2010, sia sottoposto a significative forme di infiltrazione da parte della criminalita' organizzata, tali da compromettere la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica, e pertanto si propone l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del T.U.E.L., di scioglimento del consiglio comunale
Nel rassegnare quanto sopra all'attenzione, si resta in attesa di urgente riscontro.
 
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