Gazzetta n. 98 del 27 aprile 2013 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 aprile 2013 |
Scioglimento del consiglio comunale di Polizzi Generosa e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel comune di Polizzi Generosa (Palermo) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 giugno 2008; Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Polizzi Generosa, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e dispone il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Ritenuto, inoltre, di dare adeguata informazione al Presidente della Regione Siciliana; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 27 marzo 2013, alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Polizzi Generosa (Palermo) e' sciolto.
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| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel comune di Polizzi Generosa (Palermo) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 giugno 2008, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Gli esiti di una specifica attivita' informativa, disposta dalla prefettura di Palermo, e le risultanze di operazioni di polizia giudiziaria hanno evidenziato significativi elementi relativi ad indebite ingerenze da parte di soggetti inseriti organicamente nelle articolazioni territoriali dell'associazione mafiosa "cosa nostra" o, comunque ricollegabili, anche in virtu' di peculiari metodiche criminali, a contesti delinquenziali di stampo affaristico-mafioso. Sulla base di tali presupposti, il prefetto di Palermo, con decreto dell'8 ottobre 2012, ha disposto l'accesso presso il comune, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito. All'esito dell'accesso ispettivo il prefetto, su conforme parere del comitato provinciale per l'ordine e sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese e del Procuratore Distrettuale Antimafia di Palermo, ha redatto l'allegata relazione in data 11 gennaio 2013, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione della misura prevista dall'art. 143 del citato decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, il contesto ambientale ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le cosche locali ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi. Il territorio ove insiste il comune di Polizzi Generosa si connota per la pervicace e radicata presenza dell'organizzazione mafiosa "cosa nostra", prevalentemente rappresentata da due esponenti criminali che hanno raccolto l'eredita' del loro defunto padre, vecchio capo mafia della zona. Secondo puntuali riscontri giudiziari, i predetti hanno costituito un punto di riferimento sul territorio per l'imposizione del "pizzo" nel settore dei lavori pubblici. In tale contesto, risulta significativo il forte legame tra i predetti esponenti malavitosi ed alcuni loro congiunti, titolari di una impresa di autotrasporti di materiali edili, raggiunti anch'essi da una misura cautelare nell'aprile del 2010, per aver fatto parte di "cosa nostra", con l'intento di commettere delitti di ogni genere, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omerta' da esso derivante, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione, o comunque il controllo, di attivita' economiche, quali le forniture per la realizzazione di opere pubbliche e private, concessioni, appalti di opere pubbliche, nonche' per assicurare ingiusti vantaggi per il sodalizio e per procurare voti in occasioni di consultazioni elettorali. Il loro ruolo, secondo quanto attestano le indagini di polizia giudiziaria, e' stato quello di garantire, attraverso la forza di intimidazione dell'associazione, il mantenimento della posizione di preminenza di una ditta operante nel settore delle forniture di calcestruzzo, nonche' di favorirne l'ulteriore espansione, per assumere una posizione di esclusivita' nel settore delle forniture e trasporto di inerti. La capacita' pervasiva della predetta organizzazione malavitosa, come evidenziato dal prefetto di Palermo, si e' concretizzata nella scelta del sindaco di nominare, in seno alla giunta, soggetti vicini alle predette famiglie e di mantenere inalterata la struttura burocratico-amministrativa, anche in quei settori dove si era manifestato il legame con "cosa nostra". Questi comportamenti hanno determinato un innegabile privilegio nei confronti di singoli imprenditori o gruppi familiari, vicini alle cosche, di cui si trattera' nel prosieguo. La tangibile presenza della criminalita' organizzata sul territorio ed il peculiare contesto ambientale in cui opera l'amministrazione comunale si e' anche disvelata, ultimamente, per alcuni eventi delittuosi di presumibile matrice mafiosa, che si sono concretizzati in minacce a persone ed in atti intimidatori in danno di proprieta' privata. La commissione d'accesso ha constatato una sostanziale continuita' tra la consiliatura eletta il 25 e 26 maggio 2003 e quella che ha guidato l'amministrazione a far data dalle elezioni del 15 e 16 giugno 2008. Il sindaco ed il vicesindaco eletti nelle consultazioni amministrative del 2008 erano consiglieri di minoranza nella precedente amministrazione. Su quindici consiglieri e cinque assessori della compagine del 2008, cinque consiglieri e un assessore avevano rivestito cariche all'interno dell'amministrazione eletta nel 2003. Nel 2006, a seguito delle dimissioni dell'intero consiglio comunale al tempo in carica, con d.P.R.S. in data 30 giugno 2006, era stato disposto, ai sensi delle specifiche disposizioni normative regionali, l'affidamento delle funzioni consiliari ad un commissario, rimasto in carica fino al rinnovo degli organi ordinari, nelle consultazioni, elettorali del 2008. L'amministrazione in carica si e' caratterizzata per la fitta rete di parentele e per le documentate frequentazioni tra gli amministratori al governo dell'ente ed i componenti delle suddette principali famiglie mafiose della zona o con soggetti ad esse collegati. Gli organi investigativi hanno evidenziato la circostanza che uno stretto congiunto di un assessore e' dipendente presso la ditta di autotrasporti riconducibile, come sopra citato, alla locale famiglia mafiosa e che un altro assessore ha legami familiari con un dipendente comunale il quale, in passato, aveva lavorato presso ditte vicine alle due famiglie mafiose polizzane. Rileva, per la comprensione del contesto di riferimento, l'arresto di un consigliere comunale, avvenuto nel 2009 a seguito di un'operazione di polizia giudiziaria, in relazione a lavori di ristrutturazione di un complessa agrituristico finanziati dalla Regione siciliana. Il predetto consigliere, direttore dei lavori, si era reso responsabile, in concorso con altri e con piu' azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, della falsa contabilizzazione degli importi dei lavori, effettuati con il finanziamento della regione siciliana, attraverso l'indicazione nella documentazione contabile di un maggiore importo (superiore al 35%) rispetto ai lavori effettivamente eseguiti, avvalendosi dell'intermediazione di' esponenti mafiosi. Le indagini svolte in relazione ad una vicenda processuale su appalti pubblici aggiudicati in altra regione italiana, che hanno coinvolto una ditta di proprieta' del figlio di uno dei titolari dell'impresa di autotrasporti di cui si e' trattato in precedenza, hanno consentito agli organi investigativi di ricostruire la metodologia utilizzata dalla mafia per garantire alle ditte di loro fiducia l'aggiudicazione dei lavori da parte del comune di Polizzi Generosa. Gli appalti rientravano in un sistema di accordi preliminari e di scambi di favori tra le ditte cosiddette "vincenti" e quelle cosiddette "perdenti", per la partecipazione a gare pubbliche. Secondo la logica spartitoria dei lavori tra le imprese vicine alla criminalita' organizzata, la ditta risultata perdente in una determinata gara veniva compensata dal comune con l'aggiudicazione di altri interventi. Nel caso di specie, la ditta "perdente" aveva assunto i lavori per la realizzazione del predetto complesso agrituristico per un rilevante importo. In base agli elementi investigativi raccolti, e' emerso che l'accordo tra le ditte per la realizzazione dell'opera, con l'avallo finale della famiglia mafiosa di Polizzi Generosa, era stato mediato dal responsabile dell'area tecnica comunale, nei cui confronti sono emersi importanti elementi, indicativi di illecite ingerenze nel sistema degli appalti nel comune. E' significativa la circostanza che il predetto consigliere comunale sia ancora in carica e che il responsabile dell'area tecnica svolga ancora le sue funzioni presso l'ente. Dall'accesso ispettivo emergono anche vincoli parentali e frequentazioni tra dipendenti dell'ente e soggetti controindicati, indicativi del clima in cui ha operato l'amministrazione comunale di Polizzi Generosa. Cio' con riferimento alle due figure centrali nella gestione degli appalti del comune, individuate nelle persone dei responsabili delle due aree tecniche comunali. Ad essi e' affidata la maggior parte dei procedimenti relativi agli affidamenti disposti dall'ente, ruolo che hanno svolto in totale autonomia, senza alcun sindacato sul loro operato da parte della compagine amministrativa. Il comune ha istituito, con delibera di giunta del 2003, un albo delle ditte fiduciarie che, attraverso l'acquisizione in via preventiva delle informazioni sulle ditte, consente al comune, in applicazione dei principi di libera concorrenza, trasparenza, rotazione e parita' di trattamento, di selezionare, anche in caso di emergenza, le imprese in possesso dei requisiti soggettivi, quali la capacita' economica o la titolarita' del nulla osta antimafia ed oggettivi, come la regolare applicazione della normativa a tutela dei lavoratori. Nonostante cio', e pur in presenza di un regolamento per i lavori, le forniture e i servizi in economia, deliberato il 20 aprile 2008 dal commissario straordinario che, all'epoca, esercitava le funzioni consiliari, la procedura per l'aggiornamento dell'elenco delle ditte fiduciarie verra' avviata solo nel 2010. Il lungo lasso di tempo intercorso tra l'istituzione e l'aggiornamento dell'albo ha consentito il mantenimento di una sorta di monopolio da parte delle ditte originariamente inserite nell'elenco. Assume un decisivo rilievo proprio la circostanza che tra le imprese di cui il comune si e' avvalso siano presenti ditte che hanno legami, diretti o indiretti, con i gruppi familiari mafiosi polizzani o che intrattengono rapporti con ditte di esponenti malavitosi, con le quali condividono interessi ed affari. Tra le nuove ditte, inserite a seguito dell'aggiornamento dell'elenco, e' presente anche una impresa di costruzioni il cui principale gestore e' stato coinvolto, nell'ambito di un procedimento penale istaurato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, per il reato di associazione per delinquere e turbativa d'asta, aggravata dalla finalita' mafiosa. La commissione d'accesso ha analizzato le procedure di affidamento degli appalti da parte del comune, evidenziandone analiticamente le anomalie e rilevando come la gestione del settore abbia disatteso i principi di legalita' e di buon governo. La mancanza di adeguati interventi di controllo da parte degli organi politici, a cio' deputati per legge, ha rafforzato in capo a taluni soggetti, appartenenti a gruppi imprenditoriali, a struttura familiare, vicini alla criminalita' organizzata, evidenti posizioni di privilegio, che si sono rivelate strumentali al perseguimento degli interessi di "cosa nostra". Le modalita' operative utilizzate dall'amministrazione, che talora hanno avuto origine nel corso del precedente consesso e sono proseguite, consolidandosi, negli anni successivi, hanno di regola favorito le predette imprese controindicate. E' il caso dell'affidamento, a cottimo, dei lavori interni presso una casa di riposo per anziani. Una delle ditte partecipanti alla gara, che peraltro aveva offerto un migliore ribasso d'asta, e' stata esclusa sulla base di una inesistente anomalia formale. Nello specifico, assume un evidente rilievo la circostanza che i titolari della ditta "vincente" e quelli della "perdente" sono stretti congiunti, appartenenti ad un gruppo imprenditoriale vicino alla locale cosca mafiosa polizzana sopra citata e che il proprietario della ditta aggiudicataria dell'appalto, con numerosi precedenti di polizia, e' parente anche di un dipendente comunale che riveste ruoli di responsabilita' all'interno dell'ente. Negli anni 2008, 2009 e 2011, altre ditte appartenenti allo stesso gruppo imprenditoriale, facente capo ad un'unica famiglia, otterranno l'affidamento di lavori dal comune di Polizzi Generosa. Un'altra ditta destinataria di appalti comunali per la fornitura di materiale vario inerente la viabilita', riconducibile a diverso gruppo imprenditoriale a struttura familiare, presenta tra i vertici un soggetto, fratello di un affiliato alla famiglia mafiosa locale, proposto, nell'ottobre 2012 dalla Procura della Repubblica di Palermo, per l'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per mafia. Nel 2009, il predetto era stato destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere per il reato di favoreggiamento personale aggravato dalla finalita' mafiosa. Elementi indicativi della penetrante forza prevaricatrice delle locali organizzazioni criminali sono emersi in relazione alla procedura relativa alla stipula dei contratti per la fornitura e il trasporto del materiale necessario ai quattro cantieri regionali, istituiti in ambito comunale sulla base dell'autorizzazione della regione siciliana, di cui al decreto presidenziale del 24 novembre 2010. Il procedimento per l'affidamento del suddetto servizio da parte del responsabile dell'area lavori pubblici del comune si e' risolto, ancora una volta, in favore di due ditte appartenenti allo stesso gruppo imprenditoriale a struttura familiare, collegate alla criminalita' organizzata. Infatti, una delle due ditte e' in stretti rapporti commerciali con le imprese delle famiglie che rappresentano "cosa nostra" a Polizzi Generosa e dalle quali dipende per la fornitura di materiale inerte. L'altra ditta individuale e' connotata dalla parentela del proprietario con un dipendente comunale in servizio presso l'area tecnica. Anche il servizio di gestione e manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione e degli impianti elettrici negli edifici comunali e' stato affidato dal 2006 al 2012, alternativamente, a due ditte che, pur apparentemente diverse, presentano una perfetta identita' sia nella sede legale che nei soggetti titolari di cariche societarie. Entrambe le societa' si sono comunque assicurate, negli anni, l'esercizio dell'attivita', con il semplice espediente dell'avvalimento, ossia dichiarando vicendevolmente di volersi avvalere l'una dell'altra nell'espletamento del servizio. Emblematico e' stato il comportamento del presidente della gara, responsabile di area tecnica, il quale, di fronte a giustificate rimostranze di una ditta che era stata esclusa dalla gara relativa all'affidamento del servizio per il biennio 2008-2010, pur in presenza di idonea documentazione agli atti dell'ufficio che suffragava le ragioni della ditta esclusa, procedeva alla stipula del contratto. Sulla vicenda, il 29 dicembre 2008, il legale della ditta esclusa faceva tenere al sindaco formale ricorso, riscontrato, non dal primo cittadino, ma dallo stesso presidente della gara. E' il caso di evidenziare che il titolare di una delle due ditte ha precedenti di polizia per il reato di turbata liberta' degli incanti relativamente a diverse gare di appalto. Il comune dispone anche di un elenco di professionisti, da utilizzare per l'affidamento di incarichi, di importo stimato inferiore a € 100.000, istituito con delibera di giunta il 12 ottobre 2007, secondo specifiche disposizioni impartite dall'Assessorato regionale dei lavori pubblici. Sebbene l'ente abbia provveduto a rivedere annualmente l'elenco, l'aggiornamento dei nominativi dei professionisti da selezionare si e' basato sul semplice invio di un curriculum vitae, poiche' il comune non ha approfondito, anche in occasione della successiva fase di affidamento dell'incarico, l'effettivo possesso dei requisiti soggettivi ed oggettivi per l'espletamento dell'incarico. Come e' accaduto per l'elenco delle ditte fiduciarie, anche tra i professionisti destinatari di diversi incarichi si individuano soggetti vicini alle due famiglie mafiose, per vincoli di parentela o perche' partecipi degli interessi economici di imprese vicine alle cosche. Un diverso modus operandi dell'amministrazione si rinviene nell'assegnazione di un incarico professionale per la redazione di uno studio agricolo forestale, propedeutico all'aggiornamento del Piano regolatore generale ed alla redazione del Catasto incendi, considerato strumento fondamentale ed essenziale ai fini della migliore gestione del territorio, nonche' alla corrispondenza dello strumento normativo alla realta' autentica dei luoghi. Con delibera di giunta adottata pochi giorni prima delle elezioni del 2008, l'amministrazione uscente individuava il professionista in grado di svolgere l'incarico, senza avvalersi dell'apposito albo comunale, sulla base del presupposto, rivelatosi poi infondato, dell'inesistenza di agronomi abilitati nell'elenco comunale. Infatti, in quell'occasione, l'amministrazione comunale aveva utilizzato un precedente elenco che non teneva conto degli aggiornamenti periodici, a differenza dell'albo vigente che recava le professionalita' richieste, peraltro particolarmente qualificate, per pregresse esperienze maturate nel settore, come ha avuto modo di accertare successivamente la commissione di indagine. Sulla vicenda, a seguito di contestazioni da parte di un gruppo consiliare, sono stati disposti accertamenti da parte della Regione siciliana, il cui esito e' stato segnalato alla Procura generale della Corte dei Conti. Ciononostante, la nuova giunta, il 22 luglio 2008, ha sottoscritto il disciplinare con il quale e' stato assegnato definitivamente l'incarico al predetto professionista, nei cui confronti risultano frequentazioni con i membri della famiglia mafiosa polizzana, con persone vicine al vicesindaco e con una ditta che ha lavorato per il comune. Le due amministrazioni che si sono avvicendate nel governo del comune di Polizzi Generosa hanno operato in assoluta continuita': ben poteva, infatti, l'amministrazione subentrante rivedere la scelta effettuata, alla luce degli accertamenti disposti dalla Regione. Quanto premesso attesta il mancato esercizio del potere di vigilanza e controllo da parte degli organi elettivi che, come evidenziato anche dal prefetto di Palermo, non sono intervenuti sulle strutture gestionali, anche nei casi in cui, a seguito di esposti e/o reclami, le autorita' politiche sono state sensibilizzate direttamente da soggetti terzi, esterni all'amministrazione. Ne', d'altro canto, e' possibile ipotizzare che l'ente non ne fosse a conoscenza, atteso che, fin dal dicembre 2006, l'organo di vertice della struttura burocratica aveva gia' sottoposto all'ente, con relazione rinvenuta agli atti dalla commissione d'indagine, le numerose irregolarita' riscontrate all'interno delle aree tecniche, con particolare riguardo al settore degli appalti. Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Polizzi Generosa, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Polizzi Generosa (Palermo), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 26 marzo 2013
Il Ministro dell'interno: Cancellieri
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| Allegato Parte di provvedimento in formato grafico
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| Art. 2
La gestione del comune di Polizzi Generosa (Palermo) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dr Baldassarre Ingoglia, viceprefetto; dr. Salvatore Giuseppe Ciarcia', viceprefetto aggiunto; dr. Salvatore Di Marca, dirigente di II fascia a.r.
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| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 9 aprile 2013
NAPOLITANO Monti, Presidente del Consiglio
Cancellieri, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 15 aprile 2013 Interno, registro n. 2, foglio n. 305
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