Gazzetta n. 241 del 14 ottobre 2013 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
COMUNICATO
Proposta di riconoscimento della denominazione di origine protetta «Patata novella di Galatina»


Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali esaminata la domanda intesa ad ottenere la protezione della denominazione «Patata novella di Galatina» come denominazione di origine protetta ai sensi del Regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012, presentata dall'Associazione produttori patate di Galatina, presso dott. Aldo Maria Reho, via Lo Re n. 6 - 73100 Lecce, e acquisito inoltre il parere della regione Puglia, esprime parere favorevole sulla stessa e sulla proposta di disciplinare di produzione nel testo di seguito riportato.
Successivamente alla riunione di pubblico accertamento tenutasi a Racale (Lecce) il 17 luglio 2013, l'Associazione produttori patate di Galatina ha richiesto le seguenti modifiche al disciplinare di produzione letto nella predetta riunione:
all'art. 5 viene eliminato il paragrafo relativo ai tipi di terreni;
all'art. 8 viene modificato il logo.
Le eventuali osservazioni, adeguatamente motivate, relative alla presente proposta, dovranno essere presentate, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle politiche competitive della qualita' agroalimentare e della pesca - Direzione generale per la promozione della qualita' agroalimentare - PQA III - via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma - entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente proposta, dai soggetti interessati e costituiranno oggetto di opportuna valutazione da parte del predetto Ministero, prima della trasmissione della suddetta proposta di riconoscimento alla Commissione europea.
Decorso tale termine, in assenza delle suddette osservazioni o dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara' notificata, per la registrazione ai sensi ai sensi dell'art. 49 del Regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012, ai competenti organi comunitari.
 
Allegato

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE
«PATATA NOVELLA DI GALATINA»
D.O.P.

Art. 1
Denominazione

La denominazione di origine protetta «Patata novella di Galatina» e' riservata esclusivamente ai tuberi che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

Art. 2
Caratteristiche del prodotto

La denominazione di origine protetta «Patata novella di Galatina» designa esclusivamente i tuberi della specie Solanum tuberosum, var. Sieglinde, ottenuti nell'area delimitata al successivo art. 3.
Le caratteristiche del prodotto all'atto dell'immissione al consumo sono le seguenti: Fisiche
epidermide (corteccia o buccia), di colore giallo intenso, brillante; anche per la presenza di residui terrosi derivanti dalla coltivazione nelle terre rosse, assume un colore ruggine «cioccolato»;
forma lungo - ovale, di media grandezza;
buccia non completamente differenziata, facile allo sfaldamento, priva di screpolature;
tuberi interi, non germinati, di forma regolare ed esenti da malformazioni, da sapori ed odori anomali;
tuberi asciutti, privi di «inverdimento», spaccature, ammaccature, rosure, macchie ed alterazioni patologiche; Chimiche
basso contenuto in amido (massimo 17%) e sostanza secca (massimo 21%); Organolettiche
tessitura della pasta cotta caratterizzata da:
assenza di sfioritura;
consistenza elevata;
assenza di farinosita';
grana da molto fine a fine;
sapore molto delicato, omogeneo e costante con assenza di particolari gusti e retrogusti;
un colore giallo chiaro uniforme;
assenza di imbrunimento.

Art. 3
Zona di produzione

L'area di produzione della denominazione di origine protetta «Patata novella di Galatina» e' costituita dal territorio amministrativo dei seguenti comuni in provincia di Lecce: Acquarica del Capo, Alliste, Casarano, Castrignano del Capo, Galatina, Galatone, Gallipoli, Matino, Melissano, Morciano Di Leuca, Nardo', Parabita, Patu', Presicce, Racale, Salve, Sannicola, Taviano, Ugento.

Art. 4
Prova dell'origine

Ogni fase del processo produttivo deve essere monitorata documentando per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dall'organismo di controllo, dei produttori, delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione, dei condizionatori, nonche' attraverso la dichiarazione tempestiva alla struttura di controllo delle quantita' prodotte, e' garantita la tracciabilita' del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte dell'organismo di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.

Art. 5
Metodo di ottenimento

Le condizioni tecniche di coltura dei terreni destinati alla produzione della «Patata novella di Galatina» devono essere quelle tradizionali della zona e comunque atte a conferire al prodotto le specifiche caratteristiche di qualita', cosi' come individuate all'art. 2.
A tal fine si individuano le seguenti tecniche colturali:
avvicendamento colturale. E' obbligatorio l'avvicendamento colturale, da eseguire attraverso la rotazione biennale con frumento, leguminose da granella (fava, pisello) o con piante orticole (zucchino, finocchio). E' comunque vietato l'impiego delle altre solanacee (peperone, pomodoro, melanzana), sia in rotazione con la patata, che come colture intercalari;
preparazione del terreno. Entro il periodo che va dal primo di agosto e fino al 30 settembre si effettua una lavorazione del terreno in profondita', alla quale segue, poco prima dell'impianto, un'accurata fresatura;
l'impianto deve essere effettuato nel periodo compreso fra il 20 novembre fino a tutto febbraio. E' obbligatorio l'utilizzo di tuberi seme certificati; e' obbligo del produttore conservare i cartellini che accompagnano le partite dei tuberi seme impiegati. I tuberi seme, oltre che certificati, devono essere privi di lesioni e/o ammaccature e di germogli lunghi e filati.
I tuberi possono essere piantati interi o tagliati; e' ammesso anche l'impiego di tuberi pre germogliati. I tuberi seme vengono posti ad una distanza sulla fila pari a 20 - 30 cm e fra le file ad una distanza compresa fra 60 e 80 cm;
il piano di fertilizzazione terra' conto delle caratteristiche fisiche dei terreni e della loro dotazione in elementi nutritivi; di seguito si riportano gli importi massimi consentiti per i principali macroelementi:
Azoto (N): gli apporti massimi consentiti in azoto (N), in relazione alla dotazione del terreno sono pari a 170 Kg/ha; non e' ammesso in pre-semina un apporto di azoto superiore a 60 Kg/ha; il resto della concimazione azotata deve essere frazionato in due interventi: subito dopo l'emergenza e ad inizio tuberificazione;
Fosforo (P2O5): gli apporti massimi consentiti in fosforo (P2O5), in relazione alla dotazione del terreno sono pari a 130 Kg/ha;
Potassio (K2O): gli apporti massimi consentiti in potassio (K2O), in relazione alla dotazione del terreno sono pari a 200 Kg/ha.
Non sono consentite distribuzioni di fosforo e potassio in copertura, limitandone la distribuzione solo in pre-semina, al momento della preparazione del terreno. E' consentito l'apporto di letame.
Il controllo di crittogame, fitofagi ed erbe infestanti deve essere effettuato attraverso il ricorso alla lotta integrata secondo le normative vigenti.
Irrigazione. I volumi irrigui stagionali non devono superare i 2000 m3/ha, distribuiti in un massimo di 10 interventi irrigui. Le adacquate verranno sospese 7 giorni prima della raccolta.
La raccolta iniziera' a partire dalla prima decade di marzo e non si potra' prolungare oltre il 30 giugno.
E' vietato il ricorso all'impiego di prodotti chimici dissecanti. Le rese unitarie possono arrivare fino ad un massimo di 400 q/ha.
In tutte le fasi della lavorazione del prodotto devono essere adottate tutte le precauzioni atte ad evitare contusioni, ferite e fenomeni di inverdimento. Una eventuale conservazione del prodotto non potra' superare un periodo di 30 giorni.

Art. 6
Legame con l'ambiente

La patata novella di Galatina deve la sua peculiarita' al fatto di essere universalmente apprezzata e riconosciuta, specie dai mercati del Nord Europa (Germania in primis):
a) in virtu' della sua marcata precocita';
b) in virtu' delle particolari caratteristiche estetiche, rappresentate da un colore giallo intenso e brillante dell'epidermide dei tuberi, generalmente ricoperta di residui terrosi, che fanno assumere alla stessa un tipico colore ruggine, particolarmente apprezzato su quei mercati - come testimoniato anche da alcuni articoli di stampa - da cui anche il nome di «patata cioccolato» attribuitole dalla gente germanica. Questa e' considerata a pieno titolo una caratteristica riconosciuta chiaramente ed apprezzata dal consumatore al momento dell'acquisto;
c) in virtu' delle particolari caratteristiche organolettiche e qualitative (rappresentate principalmente da valori della tessitura della pasta decisamente superiori rispetto ad analoghe tipologie di prodotto), determinate essenzialmente da un basso contenuto in sostanza secca. La patata novella di Galatina e' particolarmente adatta ad essere utilizzata come «patata da insalata o da fetta e da arrosto», presentando quindi una tipologia di utilizzazione che la colloca nella Categoria A, (classificazione EAPR, Associazione europea di ricerca sulla patata), dal momento che i tuberi non scuociono, rimangono sodi, non sono farinosi, hanno una grana estremamente fine, non si sbriciolano al taglio, ma, come si dice in gergo, «tengono la fetta».
L'anticipazione per quanto possibile spinta di un raccolto che normalmente e' da considerarsi primaverile - autunnale, e' dovuta, oltre alle caratteristiche di tipo genetico e di tipo agrotecnico, anche e soprattutto alle particolari e specifiche condizioni agro pedologiche e climatiche. La principale caratteristica dei terreni che ospitano la coltura e' rappresentata infatti dalle «terre rosse», presenti lungo tutta la fascia che costeggia la costa ionica, tanto da caratterizzare in modo esclusivo quest'area; di natura sabbiosa e a reazione sub acida o prossime alla neutralita', queste si presentano molto ricche in fosforo assimilabile, ferro assimilabile e potassio scambiabile, ma mediamente dotate in sostanza organica e povere in azoto totale. Le terre rosse rappresentano un tipico esempio di "terreni zonali o climatici", di quei terreni, cioe', le cui proprieta' sono fortemente influenzate dalle condizioni climatiche in cui si sono formati.
La temperatura media mensile del mese piu' freddo (gennaio) oscilla fra 9,50 e 10°C, quella del mese piu' caldo (agosto) da 25,60 a 26 °C, con valori massimi assoluti non di rado superiori ai 40°C; non si riscontrano, inoltre, forti escursioni termiche giornaliere (differenza fra temperatura massima e minima nelle 24 ore).
Piu' in dettaglio, nei riguardi della temperatura, risultano pienamente soddisfatte le condizioni termiche ottimali per lo sviluppo delle diverse fasi fenologiche:
se, come accade, la temperatura del suolo non scende al di sotto dei 3 - 4°C, i tuberi si mantengono in stasi vegetativa senza alcun danno per l'integrita' del tubero-seme; quando la temperatura sale a circa 8°C, comincia la germogliazione, la quale procede rapidamente a temperatura superiore, con un optimum intorno ai 15°C; temperature elevate determinano stasi o blocco vegetativo. Eseguendo pertanto, cosi' come avviene nella realta', l'impianto dei tuberi - seme nel periodo che va da fine novembre fino a tutto febbraio, si permette al tubero di superare indenne un breve periodo di stasi vegetativa fino al momento in cui l'aumento delle temperature che si registra verso la fine del mese di febbraio - primi di marzo non e' tale da consentire alla coltura una rapida germogliazione ed emergenza. Cio' e' tanto piu' vero quanto piu' ci si sposti verso le zone costiere dell'area individuata, allorche' le minori escursioni termiche che li' si registrano per via dell'effetto mitigante esercitato dal mare, consentono di anticipare ulteriormente l'epoca di impianto allo scopo di ottenere un maggiore anticipo nell'epoca di raccolta;
il differenziamento dei tuberi inizia 15 - 20 giorni dopo l'emergenza; temperature superiori a 20°C all'epoca della formazione dei tuberi possono provocare una riduzione produttiva;
anche l'accrescimento della parte aerea, oltre che dalla fertilita' e dalle tecniche colturali (concimazione azotata in primis) e' condizionata ovviamente dalla temperatura, che non dovrebbe superare in questa fase i 25 - 27°C.
Con riferimento al comportamento della coltura in relazione alla durata del periodo di illuminazione giornaliero (fotoperiodo), la patata, considerata specie longidiurna a tutti gli effetti, trova in questo ambiente e in questo periodo di coltivazione le migliori condizioni di sviluppo: le condizioni di fotoperiodo breve che caratterizzano l'ambiente in esame, consentono infatti alla specie di ritardare o impedire la fioritura a vantaggio di una migliore e piu' precoce produzione di tuberi.
Anche le caratteristiche pedo - agronomiche dei terreni che ospitano la coltura determinano una specifica influenza sulla precocita', su alcune caratteristiche chimico - fisiche dei tuberi e sullo stato di maturazione del periderma: esigendo la patata terreni che non siano di ostacolo allo sviluppo delle parti ipogee, sulle quali si forma il prodotto, nei terreni sciolti (purche' non aridi) che caratterizzano l'intera area di coltivazione, il tubero si sviluppa infatti regolarmente conservando la propria forma e la buccia puo' maturare mantenendo un aspetto liscio e lucido, assumendo il tipico «color ruggine o cioccolato» per effetto della coltivazione sulle tipiche terre rosse. Ad accentuare ulteriormente quest'aspetto, particolarmente apprezzato sui mercati di consumo, contribuisce in maniera determinante anche la circostanza secondo la quale alla raccolta del prodotto si provvede con semplici attrezzi meccanici che non vengono direttamente a contatto con i tuberi e, ancor di piu' al fatto che le patate, appena raccolte, vengono immediatamente destinate alle operazioni di commercializzazione senza che queste siano precedute o accompagnate da operazioni di lavaggio dei tuberi.
Alle proprieta' dei terreni di coltivazione, si deve inoltre attribuire l'influenza diretta su talune altre caratteristiche chimiche e fisiche del prodotto; i tuberi, infatti, non trovando ostacoli nel corso del loro ciclo colturale, grazie alla natura sabbiosa ed al contenuto in sostanza organica dei terreni che li ospitano, esprimono a pieno le loro potenzialita' di sviluppo, raggiungendo volumi decisamente superiori se messi a confronto con quelli dei tuberi di analoghe coltivazioni effettuate su terreni diversi. Per effetto di cio', decisamente inferiori risultano di conseguenza i valori del peso specifico, e quindi quelli della sostanza secca, parametro quest'ultimo ritenuto fondamentale nella determinazione delle caratteristiche organolettiche della patata novella di Galatina.
La patata e' particolarmente sensibile all'influenza del terreno anche per quanto riguarda l'anticipazione dello sviluppo della pianta: nonostante la lunghezza del ciclo vegetativo debba considerarsi un carattere genetico, e' indubbio che i terreni facilmente riscaldabili, come sono appunto quelli sabbiosi, si dimostrino particolarmente favorevoli ad una pronta partenza del ciclo vegetativo e quindi ad un maggiore anticipo della maturazione.
Numerose ricerche evidenziano la preminenza della patata novella di Galatina coltivata nell'arco ionico salentino e sui terreni sabbiosi rispetto alle altre aree di produzione e agli altri tipi di terreno, dal momento che in presenza di queste condizioni pedologiche e climatiche, corrispondono i migliori indici di tessitura della pasta ed il migliore giudizio complessivo (punteggio) relativo a tutte le caratteristiche organolettiche in generale.
Si puo' quindi affermare che l'omogeneita' delle caratteristiche qualitative del prodotto in tutta l'area di produzione individuata come tipica e' riconducibile alla perfetta integrazione fra le caratteristiche genetiche della coltura e le tipiche ed irriproducibili condizioni agrometeorologiche della zona di coltivazione, le quali condizionano i vari stadi fenologici e di sviluppo della pianta. Le peculiari caratteristiche pedologiche, climatiche ed agronomiche, che trovano nelle terre rosse la loro massima espressione, fanno si' che la patata novella di Galatina coltivata in questo ambiente si caratterizzi in modo originale e speciale nel panorama pataticolo europeo e che si diversifichi in modo sostanziale dalle altre produzioni di patate novelle prodotte in altre aree, pure vicine.
Risale agli anni immediatamente successivi al secondo evento bellico mondiale l'introduzione nel Salento della patata novella di Galatina.
Il nome, e quindi l'attribuzione e l'accostamento ad un luogo ben determinato - Galatina, appunto - con il quale la patata e' universalmente riconosciuta come garanzia di qualita' organolettiche superiori, sta a testimoniare la storica presenza nel territorio della coltura, la quale, dopo una iniziale diffusione in questo comune del Leccese, si e' poi spostata soprattutto verso i comuni immediatamente a ridosso della costa ionica.
Quella della patata rappresenta senz'altro la coltivazione fondamentale per gli equilibri agricoli ed economici di diversi comuni localizzati lungo la fascia costiera dell'arco Ionico Salentino; la scelta di ricorrere, fra le colture ortive, soprattutto alla patata e non ad altre, pure abbastanza rappresentate nell'intero comprensorio, come anguria, peperone, e' dovuta, oltre che alle concrete potenzialita' produttive espresse dalle favorevoli condizioni pedoclimatiche, anche al fatto che la patata richiede una tecnica colturale relativamente piu' semplice rispetto alle altre ortive, oltre ad un piu' basso impegno di mezzi tecnici e capitali. A tutto questo aggiungasi che la coltivazione della patata, rispetto alle altre specie prima citate, ben si presta ad essere effettuata in consociazione con quella dell'olivo - sistemato a sesto ampio negli impianti di tipo tradizionale -, come di fatto e' sempre avvenuto e tuttora avviene nella stragrande maggioranza delle situazioni. In tale contesto produttivo, e' ormai generalizzata da decenni la consuetudine di raccogliere anticipatamente (entro il mese di ottobre) le olive direttamente dall'albero: se questo consente di ottenere un olio dalle caratteristiche qualitative di gran lunga superiori rispetto a quello proveniente dalle olive raccolte da terra - impegnando peraltro, in quest'ultimo caso, i terreni per periodi di tempo piu' lunghi - rappresenta senz'altro il mezzo piu' efficace per consentire di preparare con largo anticipo il terreno destinato ad accogliere i tuberi seme. L'influenza di una semina precoce sull'anticipo della maturazione dei tuberi e quindi sulla loro raccolta e' del tutto evidente ed esalta ulteriormente la precocita' della coltura.
Il mercato della patata novella di Galatina e' totalmente orientato all'esportazione verso i paesi del Centro e del Nord Europa; sono del tutto trascurabili le quantita' che vengono avviate verso i mercati nazionali; in particolare l'esportazione trova il suo principale e fondamentale sbocco presso i principali mercati di Germania (oltre l'80% del mercato all'esportazione), Paese in cui il prodotto ha da sempre raggiunto le maggiori quotazioni rispetto ad altre varieta' di patate novelle prodotte in altre zone del Meridione d'Italia, come ampiamente testimoniato dalla documentazione relativa alla iniziativa promossa dalla camera di commercio di Lecce negli anni '70, in collaborazione con l'istituto per il commercio estero, tesa a garantire una maggiore trasparenza nelle contrattazioni e nei prezzi praticati ai produttori: l'ente si occupava di comunicare giornalmente e per l'intero periodo di commercializzazione a tutti i sindaci dei comuni interessati alla produzione della patata novella, la quotazione delle patate novelle italiane sui principali mercati tedeschi (Monaco di Baviera, Colonia, Amburgo, Francoforte).
Presso i principali mercati di questo paese, la patata novella di Galatina viene universalmente apprezzata in ragione delle particolari caratteristiche estetiche, organolettiche e qualitative ed in ragione del fatto che su tutti questi mercati, essa trova la sua massima collocazione in un periodo di tempo (da aprile a giugno) in cui sono esaurite o in via di esaurimento le scorte di patate del vecchio raccolto e non e' ancora disponibile il nuovo prodotto locale.
Elemento caratterizzante l'importanza del prodotto nel costume locale e' testimoniato dalla tradizione delle sagre: fra le principali si ricordano quella di Parabita, inaugurata nei primi anni 80, con il patrocinio della regione Puglia, della Camera di commercio di Lecce, dell'Azienda speciale per i servizi alle imprese - , e quella di Felline di Alliste, che si tiene ininterrottamente ogni anno nel mese di luglio a partire dai primi anni 90. Tali eventi, che coinvolgono direttamente gran parte della popolazione locale nell'allestimento delle manifestazioni, esercitano ogni anno un forte richiamo nei tantissimi turisti che d'estate affollano le localita' turistiche salentine ed hanno un significato che va al di la' di una semplice festa di paese, ma dimostrano il legame che nel tempo si e' creato fra cultura locale e coltura.
Il legame culturale e' sottolineato, inoltre, anche dal largo impiego della patata in numerose ricette tipiche della gastronomia locale, da tempo immemore entrate nella quotidianita' della vita della gente del posto, come «l'insalata di patate alla salentina», la «pitta di patate (focaccia di patate) alla salentina», «i panzerotti di patate».

Art. 7
Controlli

Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e' svolto, da una struttura di controllo, conformemente a quanto stabilito dall'art. 37 del Regolamento (UE) n. 1151/2012. Tale struttura e' l'autorita' pubblica designata Camera di commercio, industria, artigianato, agricoltura di Lecce, viale Gallipoli n. 39 - 73100 Lecce - Tel. 0832 68411; fax: 0832 684260 e-mail: cameradicommercio@le.camcom.it.

Art. 8
Etichettatura

Le confezioni di patata novella di Galatina immesse al consumo potranno essere confezionate in cartone, tele, juta, vertbag e tutti quei contenitori consentiti dalla normativa vigente distinte per calibro secondo le due classi 28 - 40 mm o 32 - 65 mm.
L'etichetta riportata sulle confezioni conterra' le seguenti informazioni:
il logo e la dicitura «Patata novella di Galatina», in caratteri superiori ad ogni altra dicitura;
l'origine (zona di produzione e di confezionamento);
il nome, la sede e la ragione sociale del confezionatore;
il peso netto all'origine;
il calibro;
il numero di identificazione del lotto;
l'epoca di raccolta e la data di confezionamento;
il simbolo dell'Unione europea.
Altre informazioni potranno essere apposte a parte su uno specifico pieghevole o etichetta riportante:
indicazioni che facciano riferimento a frazioni, localita' o aziende comprese nei territori dei Comuni di cui all'art. 3 e dai quali effettivamente provengono le patate con la denominazione di origine protetta;
informazioni sulle qualita' nutrizionali della patata;
informazioni sull'uso culinario;
informazioni sulle modalita' di conservazione consigliate.
Alla denominazione di cui all'art. 1 e' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione diversa da quella prevista nel presente disciplinare.
Il logo, di forma circolare, e' inframezzato da uno spazio di forma ondulare di colore bianco; e' caratterizzato dalla presenza di un cerchio di colore verde - riportante la dicitura, in colore bianco, «D.O.P. patata novella» - nella parte superiore, e di colore giallo in quella inferiore - riportante la dicitura, in colore rosso, «di Galatina» -.
Nella parte superiore del logo, all'interno, si osservano:
in primo piano, la rappresentazione grafica della pianta di patata nel corso della sua attivita' vegetativa con in risalto il colore verde del fogliame; lo sfondo, di colore azzurro, richiama il colore del mare Ionio, lungo la fascia costiera del quale si svolge la coltivazione della patata novella.
Nella parte inferiore del logo si osservano:
in primo piano, la rappresentazione dei tuberi, di colore giallo, a ricordare la solarita' degli ambienti di coltivazione, nonche' il colore della buccia e della polpa; lo sfondo, invece, di colore rosso, richiama nella mente il colore tipico dei terreni di produzione; l'associazione del colore giallo e di quello rosso riporta infine ai colori dello stemma della provincia di Lecce.
Parte di provvedimento in formato grafico


 
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