Gazzetta n. 295 del 17 dicembre 2013 (vai al sommario)
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 11 dicembre 2013, n. 141
Regolamento recante norme per la dematerializzazione delle quietanze di versamento alla Tesoreria statale.


IL MINISTRO DELL'ECONOMIA
E DELLE FINANZE

Visto il Regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, riguardante disposizioni sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilita' generale dello Stato;
Visto il Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, che ha approvato il regolamento per l'amministrazione del patrimonio e per la contabilita' generale dello Stato e in particolare:
l'articolo 230 che stabilisce le modalita' di versamento di denaro presso la tesoreria statale;
gli articoli 241 e seguenti che regolano il rilascio delle quietanze da parte dei tesorieri per versamenti effettuati a favore dell'Erario presso la tesoreria statale;
l'articolo 596 che regola il rilascio delle quietanze da parte dei tesorieri per versamenti effettuati per la costituzione di depositi provvisori;
l'articolo 621 che regola la presentazione del conto giudiziale da parte degli agenti della riscossione;
l'articolo 633 che regola la presentazione del conto giudiziale da parte dell'istituto incaricato del servizio di tesoreria;
Visto il Codice dell'amministrazione digitale, emanato con il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni e integrazioni e in particolare:
l'articolo 23 relativo all'efficacia probatoria delle copie analogiche di documenti informatici;
l'articolo 76 che disciplina lo scambio di documenti informatici nell'ambito del Sistema Pubblico di Connettivita';
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367, e successive modificazioni, riguardante il regolamento recante la semplificazione e l'accelerazione delle procedure di spesa e contabili e, in particolare:
l'articolo 2, comma 1, che prevede che gli atti dai quali deriva un impegno a carico del bilancio dello Stato e la relativa documentazione e, in genere, gli atti e i documenti previsti dalla legge e dal regolamento sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilita' generale dello Stato, possono essere sostituiti a tutti gli effetti, anche ai fini della resa di conti amministrativi e giudiziali, da evidenze informatiche;
l'articolo 19 che prevede il ricorso a decreti del Ministro del Tesoro, sentiti l'Autorita' per l'informatica e la Banca d'Italia per quanto attiene agli adempimenti del servizio di tesoreria, al fine di emanare istruzioni per adeguare l'attuazione del regolamento sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilita' generale dello Stato alle esigenze derivanti dall'evoluzione dei sistemi informatici;
Visto il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 9 ottobre 2006, n. 293, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 20 dicembre 2006, n. 295, che ha introdotto nuove modalita' di versamento presso la tesoreria statale;
Viste le Istruzioni sul servizio di Tesoreria dello Stato, emanate con decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze 29 maggio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - Supplemento Ordinario - n. 160 del 16 luglio 2007, e in particolare il Titolo II della Parte II, relativo alle "Quietanze e altri titoli di entrata";
Visto il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 dicembre 2010, concernente la "Riallocazione delle funzioni delle direzioni territoriali dell'economia e delle finanze";
Visto il Protocollo d'intesa per la rendicontazione telematica delle entrate imputate all'Erario dello Stato, stipulato in data 13 dicembre 2000 tra il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, e la Banca d'Italia, di seguito "Protocollo d'intesa";
Visto il Protocollo d'intesa quadro per lo sviluppo del Sistema Informatizzato dei Pagamenti della Pubblica Amministrazione (S.I.P.A.), sottoscritto in data 9 gennaio 2001 tra l'Autorita' per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, la Corte dei Conti e la Banca d'Italia;
Visto l'articolo 5 della legge 28 marzo 1991, n. 104 che consente il ricorso a decreti del Ministro del tesoro, da emanare con la procedura di cui all'articolo 17, comma 3, della legge 400/1988, per adottare norme intese a semplificare le procedure relative agli incassi e ai pagamenti per conto dello Stato, anche mediante l'impiego di strumenti informatici;
Considerata la necessita' di procedere e completare la dematerializzazione delle quietanze emesse dalle tesorerie statali a fronte dei versamenti effettuati presso le stesse tesorerie, in attuazione degli obiettivi stabiliti nel citato Protocollo d'intesa quadro per lo sviluppo del S.I.P.A;
Sentita la Banca d'Italia, che ha espresso il proprio parere con nota n. 1096981/12 del 24 dicembre 2012;
Sentita l'Agenzia per l'Italia Digitale, che ha espresso il proprio parere favorevole con determina del Direttore generale del 23 gennaio 2013;
Sentita la Corte dei conti, che si e' espressa con parere n. 1/2013/Cons, reso dalle Sezioni riunite nell'adunanza del 29 marzo 2013;
Udito il parere del Consiglio di Stato espresso dalla Adunanza della Sezione consultiva per l'esame degli atti normativi del 29 agosto 2013;
Vista la comunicazione n. ACG/70/RGS/13696 del 4 novembre 2013, inviata, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge n. 400 del 1998, al Presidente del Consiglio dei Ministri;

Adotta il seguente Regolamento

Art. 1

Dematerializzazione delle quietanze di versamento alla tesoreria
statale

1. A norma dell'articolo 2, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367, e successive modificazioni, le quietanze di cui agli articoli 241 e 596 del Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827 sono ordinariamente sostituite con evidenze informatiche, che costituiscono quietanze informatiche valide ad ogni effetto, anche ai fini della resa dei conti amministrativi e giudiziali.
2. Il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato rende disponibili alle amministrazioni pubbliche istituzionalmente interessate le evidenze informatiche dei versamenti contabilizzati dalle tesorerie.
Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art.10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n.1092, al solo fine
di facilitare la lettura delle disposizioni di legge alle
quali e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e
l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

Note alle premesse:

- Il Regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440 (Nuove
disposizioni sull'amministrazione del patrimonio e sulla
contabilita' generale dello Stato), e' pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 23 novembre 1923, n. 275.
- Si riporta il testo degli articoli 230, 241, 596, 621
e 633 del Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827 (Regolamento
per l'amministrazione del patrimonio e per la contabilita'
generale dello Stato), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
3 giugno 1924, n. 130, Supplemento ordinario:
«Art. 230. I versamenti di somme nelle tesorerie
devono essere fatti in denaro effettivo.
Le somme da versarsi in denaro possono anche essere
spedite alla tesoreria col mezzo di titoli postali la cui
spesa pero' resta, di regola, a carico dei mittenti.
Le ricevute di conto corrente postale hanno potere
liberatorio nei confronti dei debitori e tengono luogo
delle quietanze di tesoreria ai fini dei conti
amministrativi e giudiziali.
Per il versamento di somme relative a particolari
servizi possono essere utilizzati, sentito il Ministro del
tesoro, conti correnti postali «dedicati» intestati ad una
sola sezione di tesoreria provinciale.
I versamenti presso la Tesoreria centrale dello Stato
possono essere effettuati anche mediante vaglia cambiari
della Banca d'Italia con esclusione di qualsiasi altro
titolo di credito.
Gli agenti della riscossione e le sezioni di
tesoreria provinciale possono accettare in versamento
vaglia cambiari della Banca d'Italia, nonche' assegni
bancari emessi da banche sui conti in essere presso la
Banca d'Italia, non trasferibili, all'ordine dei medesimi
agenti e sezioni.
Gli agenti della riscossione devono girare per
l'incasso i titoli di credito al loro ordine ricevuti in
versamento esclusivamente in favore della sezione di
tesoreria provinciale competente per territorio.
Gli agenti della riscossione, che sono autorizzati
dal direttore generale del tesoro a versare soltanto somme
in contanti in una sezione di tesoreria di provincia
diversa da quella in cui risiedono, effettuano i loro
versamenti sul conto corrente postale a nome della sezione
di tesoreria della propria provincia.
Per i titoli di credito di cui al presente articolo,
riconosciuti falsi o sospettati di falsita', si applica la
procedura di cui all'art. 233.».
«Art. 241. Le tesorerie, pei versamenti fatti nelle
loro casse tanto dai debitori diretti quanto dagli agenti
di riscossione, debbono rilasciare quietanze staccate da un
bollettario a madre e figlia e munite del bollo a secco del
ministero delle finanze.»
«Art. 596. All'atto del ricevimento dei valori,
rappresentanti depositi provvisori, i tesorieri rilasciano
quietanze staccate da bollettario a madre e figlia, avente
il suggello a secco del ministero delle finanze ed un
numero continuativo per ogni esercizio e per ogni gestione
di tesoriere e di controllore capo.
Le quietanze debbono indicare:
1° il cognome, il nome e la paternita' del
depositante o di colui per conto del quale e' fatto il
deposito; ovvero la qualita' del depositante, quando il
deposito sia fatto per conto della pubblica
amministrazione;
2° la causa del deposito;
3° la quantita' e la specie dei valori depositati, e
se questi consistono in effetti pubblici, la loro qualita',
la rendita annua dei medesimi e la decorrenza di essa ed il
capitale nominale.
Alle quietanze di deposito e al relativo bollettario
sono applicabili le disposizioni degli artt. 242 e 249 a
251.».
«Art. 621. Gli agenti della riscossione di qualsiasi
entrata debbono presentare il rispettivo conto giudiziale
all'intendenza di finanza, o agli altri uffici provinciali
e compartimentali da cui dipendono.
Il conto giudiziale di ogni agente della riscossione
deve essere di regola distinto in due parti.
La prima parte dimostra:
a) le somme rimaste da riscuotere alla fine
dell'esercizio o della gestione precedente ed il carico
successivamente dato al contabile, sia dal carico certo,
sia proveniente da somme accertate all'atto stesso della
riscossione;
b) il discarico per somme riscosse o per
annullamenti, variazioni e simili riferibili al carico
accertato;
c) i resti che per la competenza stessa risultano da
riscuotere al termine dell'esercizio o della gestione.
La parte seconda dimostra:
d) il debito o il credito dell'esercizio o della
gestione precedente, quando non si tratti di prima
gestione;
e) il debito per somme incassate;
f) le somme versate;
g) i discarichi amministrativi;
h) i resti per le somme rimaste da versare, o il
credito per quelle versate in piu' alla fine dell'esercizio
o al termine della gestione.
Il carico e il discarico ed i resti di cui alle lettere
a), b) e c) del presente articolo, sono dimostrati
distintamente secondo i capitoli iscritti nel bilancio.
Agli effetti della responsabilita' di cui agli articoli
189 e 190 del titolo V del presente regolamento, gli agenti
anzidetti debbono unire al proprio conto, se ne sia fatta
richiesta dalla Corte dei conti o dalla ragioneria
centrale, un elenco nominativo dei debitori dai quali non
abbiano riscosse le somme dovute durante l'anno, con la
indicazione delle cause della mancata riscossione e col
corredo dei documenti giustificanti le diligenze usate, gli
atti incoati e tutti gli altri mezzi adoperati, a tenore
dei relativi regolamenti ed istruzioni, per riscuotere le
dette partite.
Insieme col conto in denaro, gli agenti che hanno
ricevuto in consegna bollettari pel rilascio delle
quietanze ai debitori, debbono presentare il conto di
carico e di scarico debitamente documentato dei bollettari
ricevuti e di quelli consumati. Questo conto, quanto al
carico, dev'essere in relazione coll'uscita che per gli
stessi bollettari risulta dal conto del consegnatario
presso l'intendenza di finanza."
«Art. 633. Il conto giudiziale, tanto del tesoriere
centrale che dell'istituto incaricato del servizio di
tesoreria, deve essere corredato delle opportune
giustificazioni consistenti:
per l'entrata:
nelle matrici delle quietanze rilasciate dal
tesoriere a coloro che hanno eseguiti versamenti per somme
da essi riscosse, per acquisto di buoni o per qualsiasi
altra causa;
nelle matrici dei vaglia del tesoro;
nelle dichiarazioni di regolarita' dei pagamenti
eseguiti, nelle quietanze ricevute pei fondi somministrati,
negli altri documenti ed ordini regolari e definitivi non
che nei decreti di scarico ottenuti nei casi di furto o di
perdita per forza maggiore: salvo sempre per questi due
ultimi casi il giudizio definitivo di responsabilita' da
parte della Corte dei conti.
La documentazione a corredo dei conti giudiziali
prevista al comma 1 puo' essere sostituita da evidenze su
supporti informatici contenenti le medesime informazioni
previste sui moduli cartacei; e' comunque esclusa la
possibilita' di variare i dati dopo la resa dei conti
stessi.
La documentazione rimane in custodia presso l'istituto
incaricato del servizio di tesoreria per un periodo di
dieci anni a disposizione del Ministero del tesoro e della
Corte dei conti per i controlli di competenza. Dopo i primi
cinque anni la documentazione puo' essere sostituita da
riproduzioni ottenute con supporti ottici ovvero da altro
idoneo strumento di archiviazione.».
- Si riporta il testo degli articoli 23 e 76 del
decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice
dell'amministrazione digitale), pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 16 maggio 2005, n. 112, Supplemento ordinario:
«Art. 23. (Copie analogiche di documenti informatici).
- 1. Le copie su supporto analogico di documento
informatico, anche sottoscritto con firma elettronica
avanzata, qualificata o digitale, hanno la stessa efficacia
probatoria dell'originale da cui sono tratte se la loro
conformita' all'originale in tutte le sue componenti e'
attestata da un pubblico ufficiale a cio' autorizzato.
2. Le copie e gli estratti su supporto analogico del
documento informatico, conformi alle vigenti regole
tecniche, hanno la stessa efficacia probatoria
dell'originale se la loto conformita' non e' espressamente
disconosciuta. Resta fermo, ove previsto l'obbligo di
conservazione dell'originale informatico.».
«Art. 76. (Scambio di documenti informatici nell'ambito
del Sistema pubblico di connettivita'). - 1. Gli scambi di
documenti informatici tra le pubbliche amministrazioni
nell'ambito del SPC, realizzati attraverso la cooperazione
applicativa e nel rispetto delle relative procedure e
regole tecniche di sicurezza, costituiscono invio
documentale valido ad ogni effetto di legge.».
- Si riporta il testo degli articoli 2 e 19 del decreto
del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367
(Regolamento recante semplificazione e accelerazione delle
procedure di spesa e contabili), pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 13 giugno 1994, n. 136, Supplemento ordinario:
«Art. 2. (Documentazione) - 1. Gli atti dai quali
deriva un impegno a carico del bilancio dello Stato e la
relativa documentazione, gli elenchi, epiloghi, riassunti,
note descrittive, prospetti ed altri analoghi documenti
contabili comunque denominati, i titoli di spesa e, in
genere, gli atti e i documenti previsti dalla legge e dal
regolamento sull'amministrazione del patrimonio e sulla
contabilita' generale dello Stato, approvati
rispettivamente con regi decreti 18 novembre 1923, n. 2440
e 23 maggio 1924, n. 827 , e successive modificazioni ed
integrazioni, possono essere sostituiti a tutti gli
effetti, anche ai fini della resa di conti amministrativi o
giudiziali, da evidenze informatiche o da analoghi
strumenti di rappresentazione e di trasmissione, compresi i
supporti ottici. Si applica l'articolo 2, comma 15, della
legge 24 dicembre 1993, n. 537.
2. L'Autorita' per l'informatica nella pubblica
amministrazione di cui al decreto legislativo 12 febbraio
1993, n. 39 , definisce, entro il termine previsto
dall'articolo 2, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n.
537 per l'entrata in vigore del presente regolamento, le
regole tecniche e gli standards delle procedure da
utilizzare affinche' le evidenze informatiche possano
essere validamente impiegate a fini probatori,
amministrativi e contabili.
3. La documentazione originale rimane in custodia delle
amministrazioni e degli organi emittenti secondo quanto
previsto dall'articolo 653 aggiunto al regio decreto 23
maggio 1924, n. 827 con l'articolo 17 del presente
regolamento.
4. Allo scopo di definire i casi, le modalita' e le
procedure per l'utilizzazione a regime, nei procedimenti
amministrativi e contabili, delle evidenze informatiche di
cui al comma 1, l'Autorita' per l'informatica promuove
protocolli d'intesa fra le amministrazioni dello Stato e
gli altri organismi interessati.».
«Art. 19. (Adeguamento all'evoluzione dei sistemi
informatici) - 1. Con decreto del Ministro del tesoro,
sentiti l'Autorita' per l'informatica e la Banca d'Italia
per quanto attiene agli adempimenti del servizio di
tesoreria, possono essere emanate istruzioni per adeguare
l'attuazione del presente regolamento alle esigenze
derivanti dalla evoluzione dei sistemi informatici.».
- Il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze
9 ottobre 2006, n. 293 (Regolamento recante norme per
l'introduzione di nuove modalita' di versamento presso le
tesorerie statali), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
20 dicembre 2006, n. 295.
- Il Titolo II della Parte II delle Istruzioni sul
Servizio di tesoreria dello Stato, emanate con decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze 29 maggio 2007,
pubblicato nella Gazzetta ufficiale 16 luglio 2007, n. 160,
S.O., reca: "Quietanze e altri titoli di entrata".
- Il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze
23 dicembre 2010 (Riallocazione delle funzioni delle
direzioni territoriali dell'economia e delle finanze), e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 28 febbraio 2011, n.
48.
- Si riporta il testo dell'articolo 5 della legge 28
marzo 1991, n. 104 (Proroga della gestione del servizio di
tesoreria provinciale dello Stato), pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale 4 aprile 1991, n. 79:
«Art. 5. - 1. Con decreti del Ministro del tesoro, da
emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23
agosto 1988, n. 400, sentita la Banca d'Italia, possono
essere adottate, limitatamente alla gestione del servizio
di tesoreria, norme intese a semplificare le procedure
relative agli incassi e ai pagamenti per conto dello Stato,
nonche' alla rendicontazione da parte delle sezioni di
tesoreria, anche mediante l'impiego di strumenti
informatici.
2. Con gli stessi decreti di cui al comma 1 potranno
essere indicati i casi di esclusione dell'emissione di
titoli di spesa e di entrata di importo non superiore a L.
20.000.
3. E' abrogato l'articolo 2 della legge 16 aprile 1984,
n. 78.».
- Si riporta il testo dell'articolo 17 della legge 23
agosto 1988 n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e
ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri),
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 12 settembre 1988, n.
214, Supplemento ordinario:
«Art. 17. (Regolamenti) - 1. Con decreto del Presidente
della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve
pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono
essere emanati regolamenti per disciplinare:
a) l'esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi, nonche' dei regolamenti comunitari;
b) l'attuazione e l'integrazione delle leggi e dei
decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi
quelli relativi a materie riservate alla competenza
regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di
leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si
tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l'organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate
dalla legge;
e).
2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni
parlamentari competenti in materia, che si pronunciano
entro trenta giorni dalla richiesta, sono emanati i
regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da
riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per
le quali le leggi della Repubblica, autorizzando
l'esercizio della potesta' regolamentare del Governo,
determinano le norme generali regolatrici della materia e
dispongono l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto
dall'entrata in vigore delle norme regolamentari.
3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del ministro o di
autorita' sottordinate al ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei ministri prima della loro emanazione.
4. I regolamenti di cui al comma 1 ed i regolamenti
ministeriali ed interministeriali, che devono recare la
denominazione di «regolamento», sono adottati previo parere
del Consiglio di Stato, sottoposti al visto ed alla
registrazione della Corte dei conti e pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale.
4-bis. L'organizzazione e la disciplina degli uffici
dei Ministeri sono determinate, con regolamenti emanati ai
sensi del comma 2, su proposta del Ministro competente
d'intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri e con
il Ministro del tesoro, nel rispetto dei principi posti dal
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, con i contenuti e con l'osservanza dei
criteri che seguono:
a) riordino degli uffici di diretta collaborazione
con i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, stabilendo che
tali uffici hanno esclusive competenze di supporto
dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo
e l'amministrazione;
b) individuazione degli uffici di livello
dirigenziale generale, centrali e periferici, mediante
diversificazione tra strutture con funzioni finali e con
funzioni strumentali e loro organizzazione per funzioni
omogenee e secondo criteri di flessibilita' eliminando le
duplicazioni funzionali;
c) previsione di strumenti di verifica periodica
dell'organizzazione e dei risultati;
d) indicazione e revisione periodica della
consistenza delle piante organiche;
e) previsione di decreti ministeriali di natura non
regolamentare per la definizione dei compiti delle unita'
dirigenziali nell'ambito degli uffici dirigenziali
generali.
4-ter. Con regolamenti da emanare ai sensi del comma 1
del presente articolo, si provvede al periodico riordino
delle disposizioni regolamentari vigenti, alla ricognizione
di quelle che sono state oggetto di abrogazione implicita e
all'espressa abrogazione di quelle che hanno esaurito la
loro funzione o sono prive di effettivo contenuto normativo
o sono comunque obsolete.».

Note all'art. 1:
- Per il testo dell'articolo 2 del citato decreto del
Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367, si veda
nelle note alle premesse. Per il testo dell'articolo 241
del citato Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, si veda
nelle note alle premesse. Per il testo dell'articolo 596
del citato Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, si veda
nelle note alle premesse.
 
Art. 2
Versamenti all'Erario

1. Per i versamenti effettuati presso la tesoreria statale a favore dell'Erario, la Banca d'Italia invia al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato flussi telematici contenenti per ciascun versamento le informazioni previste dal Protocollo d'intesa, come modificato ai sensi dell'articolo 6, comma 1 del presente decreto.
2. La rendicontazione per i versamenti effettuati presso la tesoreria statale a favore dell'Erario e' resa disponibile alla Corte dei conti tramite il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.
 
Art. 3
Versamenti per la costituzione di depositi provvisori

1. Per i versamenti effettuati presso la tesoreria statale per la costituzione di depositi provvisori, la Banca d'Italia invia al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, flussi telematici, contenenti per ciascun versamento le informazioni previste dal Protocollo d'intesa, come modificato ai sensi dell'articolo 6, comma 1 del presente decreto.
2. La rendicontazione per i versamenti effettuati presso la tesoreria statale per la costituzione di depositi provvisori e' resa disponibile alla Corte dei conti tramite il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.
3. La restituzione dei depositi viene disposta dalle competenti Ragionerie Territoriali dello Stato, previa acquisizione agli atti del nulla osta dell'Amministrazione nel cui interesse e' stato costituito il deposito, mediante apposito ordine di restituzione che, nelle more della relativa dematerializzazione, e' redatto su una modulistica uniforme predisposta dalla Ragioneria generale dello Stato, sentita la Banca d'Italia. Gli ordini di restituzione sono allegati al sottoconto giudiziale per la gestione dei depositi provvisori compilato dalle Tesorerie dello Stato.
4. All'atto della costituzione presso la tesoreria statale di depositi provvisori a cauta custodia, riguardanti valori diversi o partecipazioni azionarie, la Banca d'Italia emette una ricevuta che viene rilasciata al depositante.
 
Art. 4
Documentazione di attestazione del versamento

1. Per i versamenti effettuati tramite conto corrente postale, bonifico bancario e postale e altri strumenti che utilizzano le tecnologie dell'informazione e della comunicazione la Banca d'Italia non emette documenti cartacei che attestano il versamento. Le ricevute del versamento, rilasciate da Poste italiane s.p.a., dalle banche e dagli altri istituti di pagamento che hanno intermediato il versamento, hanno effetto liberatorio nei confronti del debitore, anche ai fini della resa dei conti amministrativi e giudiziali, come previsto dall'articolo 1, comma 6 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 9 ottobre 2006, n. 293 e dall'articolo 230, comma 3 del Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827.
2. Per i versamenti effettuati tramite titoli di spesa telematici, emessi a valere sullo stanziamento di capitoli del bilancio statale o di amministrazioni autonome e sulle disponibilita' depositate su conti aperti presso la tesoreria statale, i relativi flussi di rendicontazione riportano gli estremi della quietanza informatica ad attestazione dei versamenti medesimi.
3. Esclusivamente per i versamenti effettuati presso i propri sportelli le tesorerie rilasciano al versante, ai sensi dell'articolo 23 del Codice dell'Amministrazione Digitale, una ricevuta di versamento che ha effetto liberatorio nei confronti del debitore, nella quale sono riportate le stesse informazioni presenti sulla quietanza informatica.
Note all'art. 4:
- Per il testo dell'articolo 230 del citato Regio
decreto 23 maggio 1924, n. 827, si veda nelle note alle
premesse.
- Si riporta il testo dell'articolo 1 del decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze 9 ottobre 2006, n.
293 (Regolamento recante norme per l'introduzione di nuove
modalita' di versamento presso le tesorerie statali),
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20 dicembre 2006, n.
295:
«Art. 1. (Versamenti in tesoreria mediante bonifico
bancario o postale) - 1. I versamenti di somme nelle
tesorerie statali possono essere effettuati, oltre che con
le modalita' indicate nell'articolo 230 del regio decreto
23 maggio 1924, n. 827 e successive modificazioni e
integrazioni, anche con bonifico bancario o postale a
favore della tesoreria competente.
2. La ricevuta del bonifico o diversa comunicazione
prevista dal contratto di conto corrente, rilasciata dalle
banche e da Poste Italiane S.p.A., ha efficacia liberatoria
nei confronti del debitore dalla data in cui il versamento
e' effettuato agli sportelli bancari o postali ovvero in
cui l'importo e' addebitato sul conto del debitore. Tale
data e' riportata sulla ricevuta o sulla comunicazione e
inserita tra i dati del bonifico inviato alla Banca
d'Italia.
3. Le banche e Poste Italiane S.p.A. riconoscono i
fondi alla Banca d'Italia, quale Istituto che gestisce il
servizio di tesoreria statale, entro il secondo giorno
lavorativo successivo alla data di cui al precedente comma.
Conseguentemente nella disposizione di bonifico non deve
essere indicata alcuna valuta per il beneficiario.
4. Per i pagamenti aventi scadenza il penultimo e
l'ultimo giorno lavorativo dell'anno, al fine di assicurare
l'afflusso delle somme in tesoreria entro la fine
dell'esercizio, il bonifico deve essere disposto entro il
terz'ultimo giorno lavorativo del mese di dicembre.
5. Nella medesima data di riconoscimento dei fondi, la
tesoreria competente effettua la contabilizzazione del
bonifico con le modalita' di cui al successivo articolo 3 e
riporta nei dati del versamento anche la data in cui e'
stato effettuato il versamento agli sportelli bancari o
postali o e' stato addebitato il conto del debitore.
6. La ricevuta del bonifico costituisce valido
documento anche ai fini della resa del conto giudiziale da
parte degli agenti contabili, ai sensi dell'articolo 621
del Regolamento di Contabilita' Generale dello Stato.
7. Restano ferme le speciali disposizioni riguardanti i
termini e le modalita' previsti per gli intermediari e per
i concessionari della riscossione per il riversamento in
tesoreria delle somme da loro riscosse.».
- Per il testo dell'articolo 23 del citato decreto
legislativo 7 marzo 2005, n. 82, si veda nelle note alle
premesse.
 
Art. 5
Documentazione a corredo dei conti giudiziali

1. I flussi informatici di cui agli articoli 2 e 3 costituiscono la documentazione giustificativa delle entrate prevista dall'articolo 633 del Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827 a corredo dei conti giudiziali presentati dalla Banca d'Italia, quale istituto incaricato del servizio di tesoreria.
2. I flussi informatici di cui all'articolo 2 costituiscono la documentazione giustificativa dei versamenti effettuati all'entrata del bilancio statale da parte degli agenti della riscossione, in sede di presentazione dei conti giudiziali.
Note all'art. 5:
- Per il testo dell'articolo 633 del citato Regio
decreto 23 maggio 1924, n. 827, si veda nelle note alle
premesse.
 
Art. 6
Disposizioni finali

1. Ai fini dell'attuazione del presente decreto il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e la Banca d'Italia procedono all'aggiornamento del Protocollo d'intesa, che disciplina gli aspetti operativi e tecnici della rendicontazione telematica delle entrate imputate all'Erario dello Stato e provvedono a regolare le modalita' della rendicontazione telematica dei versamenti per depositi provvisori. Nel rispetto degli accordi stabiliti nell'ambito del Sistema Informatizzato dei Pagamenti della Pubblica Amministrazione, nel Protocollo d'intesa sono definite le modalita' di firma dei flussi telematici di cui agli articoli 2 e 3. L'aggiornamento del Protocollo d'intesa e' condiviso dalla Corte dei conti. Gli aspetti tecnico-informatici del Protocollo d'intesa sono definiti sentita l'Agenzia per l'Italia Digitale.
2. Il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e la Banca d'Italia concordano la data di avvio delle procedure di cui al presente decreto, sentita la Corte dei Conti.
3. Il presente decreto sara' inviato alla Corte dei conti per la registrazione ed entrera' in vigore dopo quindici giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Roma, 11 dicembre 2013

Il Ministro: Saccomanni
Visto, il Guardasigilli: Cancellieri
Registrato alla Corte dei conti il 15 dicembre 2013 Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell'economia e delle finanze, registro n. 10, Economia e finanze, foglio n. 90
 
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