Gazzetta n. 52 del 4 marzo 2014 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 febbraio 2014
Scioglimento del consiglio comunale di Joppolo e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Joppolo (Vibo Valentia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Joppolo, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 6 febbraio 2014;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio cemunale di Joppolo (Vibo Valentia) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel comune di Joppolo (Vibo Valentia) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011 nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi.
Nel mese di marzo del 2013, all'esito di un'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha portato all'arresto di 38 persone, tra cui noti soggetti appartenenti ad una locale consorteria criminale, sono emersi tentativi di condizionamenti da parte della citata organizzazione criminale in occasione delle elezioni amministrative svolte nel 2011 che hanno interessato il comune di Joppolo.
In relazione a tali vicende e a seguito di alcuni esposti con i quali venivano denunciate forme di infiltrazione e ingerenze delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il prefetto di Vibo Valentia, con decreto del 5 aprile 2013, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, per gli accertamenti di rito.
All'esito dell'accesso ispettivo il prefetto di Vibo Valentia, su conforme parere espresso nella seduta del 31 ottobre 2013 dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, ha redatto l'allegata relazione in data 14 novembre 2013, che costituisce parte integrante della presente proposta. Con la citata relazione il prefetto di Vibo Valentia da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione della misura prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Recentemente, il 22 gennaio 2014, a seguito di ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, il sindaco e' stato sottoposto agli arresti domiciliari in quanto indagato per il reato di associazione di tipo mafioso per avere, nell'ambito dell'attivita' professionale espletata all'interno della propria farmacia, unitamente ad altri, commesso un numero indeterminato di delitti di falso ideologico in certificazioni amministrative, strumentali alla realizzazione di altrettante truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale.
Il contenuto dell'ordinanza cautelare, sebbene come evidenziato faccia riferimento a condotte di natura penale commesse nell'ambito della propria attivita' professionale, delinea chiaramente la propensione del primo cittadino a comportamenti non conformi alle leggi.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali cosche ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali o a soggetti ad esse contigui.
Il comune di Joppolo e' ricompreso in un ambito territoriale notoriamente caratterizzato dalla radicata e pervasiva presenza di locali organizzazioni criminali, con un raggio di azione che si estende anche ad altri comuni della provincia tra i quali quelli di Mongiana, Mileto, Briatico, Nardodipace, Nicotera, Sant'Onofrio e San Calogero, i cui consigli sono stati recentemente interessati dal provvedimento di cui all'art. 143 del citato decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Piu' in particolare il territorio comunale ha, negli ultimi decenni, costantemente sofferto la presenza di una locale cosca che, secondo la ricostruzione formulata nel corso delle indagini giudiziarie, opera in via principale nel settore del traffico internazionale di stupefacenti e nel controllo degli appalti pubblici attraverso una struttura di tipo manageriale.
Gli accertamenti effettuati dall'organo ispettivo hanno consentito di appurare una pluralita' di rapporti di parentela e frequentazioni degli organi di vertice dell'amministrazione comunale in carica con soggetti gravati da diversi precedenti penali e di polizia, nonche' con noti esponenti delle organizzazioni criminali, dettagliatamente descritti che, consolidatisi nel tempo, hanno prodotto uno sviamento dell'attivita' amministrativa dell'ente in funzione degli interessi e delle regole della criminalita' organizzata.
La limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta dimensione demografica, elementi che favoriscono una capillare conoscenza delle dinamiche territoriali, avrebbero dovuto suggerire a coloro che rivestono cariche pubbliche di esercitare un positivo controllo sociale sui fatti cittadini e favorire l'adozione di prudenziali scelte politico amministrative mentre, soprattutto per quanto attiene alla sfera relazionale, i diversi personaggi politici non hanno in alcun modo posto in essere una effettiva presa di distanza dalle locali, organizzazioni criminali.
L'organo ispettivo, avvalendosi anche delle risultanze dell'attivita' svolta dall'autorita' giudiziaria, ha posto in rilievo la sussistenza di circostanziate e oggettive forme di condizionamento nei confronti dell'amministrazione comunale riconducibili alle mire delle consorterie criminali gravitanti sul territorio, forme di condizionamento che si sono manifestate gia' in occasione delle consultazioni elettorali.
Fonti di prova hanno infatti posto in rilievo il fattivo interessamento della locale organizzazione criminale in occasione delle elezioni amministrative del 2011, con l'inserimento nella lista di colui che sara' poi eletto sindaco di soggetti riconducibili, a vario titolo, alla locale organizzazione criminale e come gli esponenti dell'organizzazione stessa si siano adoperati al fine di favorire l'elezione dei propri candidati.
Gli elementi raccolti dalla commissione d'indagine hanno fatto emergere come i risultati elettorali abbiano poi condizionato le scelte operate dagli organi amministrativi favorendo la cosca locale, interessata a consolidare la propria posizione di potere attraverso il controllo delle istituzioni locali.
Rileva, infatti, l'organo ispettivo come molte delle attivita' svolte dall'amministrazione locale non siano state in linea con i principi di trasparenza e del buon andamento che devono connotare l'azione amministrativa.
La relazione redatta dalla commissione d'indagine ha posto in evidenza un diffuso quadro di illegalita', in diversi settori dell'ente locale che, unitamente ad un generale disordine amministrativo, si sono rivelati funzionali al mantenimento di assetti predeterminati con soggetti organici o contigui all'organizzazione criminale egemone.
In particolare, l'estrema confusione amministrativa riscontrata in sede di accesso si e' rivelata utile per mascherare una gestione svincolata dal rispetto delle diverse disposizioni di legge e dalle normative di settore.
Tali modalita' operative, che hanno avuto origine nel corso di precedenti consessi e sono proseguite, consolidandosi negli anni successivi, risultano evidenti in una serie di procedure anomale e irregolari che hanno interessato la programmazione, lo sviluppo e la gestione del territorio effettuata sulla base di logiche in contrasto con la tutela degli interessi pubblici; le procedure seguite per l'assunzione di personale, il ripetuto e forzato ricorso alle disposizioni sull'affidamento diretto per l'esecuzione di opere e servizi.
Per quanto attiene al primo degli aspetti evidenziati, un elemento rilevante che attesta l'indiretto controllo operato dalla locale organizzazione criminale e' rappresentato dalla circostanza che il consigliere eletto con il maggior numero di voti, nominato subito dopo le elezioni del maggio 2011 assessore all'urbanistica e dimessosi nel marzo 2013, e' risultato avere rapporti di parentela con soggetti coinvolti nella citata operazione di polizia giudiziaria che ha portato all'arresto di 38 persone.
Viene posto in rilievo come l'amministrazione eletta, a pochi mesi dal suo insediamento, abbia dato luogo ad una anomala e ripetuta serie di delibere che hanno evidenziato la volonta', in occasione dell'elaborazione del Piano strutturale associato, di perimetrare, quali aree urbanizzate, porzioni del territorio agricolo comprese nel centro abitato. La commissione di indagine ha evidenziato come tali interventi manifestino la volonta' dell'amministrazione comunale di favorire soggetti riconducibili alla locale organizzazione criminale o anche gli interessi personali di alcuni amministratori comunali.
Un elemento rilevante che denota come l'amministrazione non abbia posto in essere le dovute cautele per astenersi da possibili forme di condizionamento e quindi assicurare il rispetto dei principi di buon andamento e' significativamente rappresentato dalla circostanza che il gruppo di lavoro preposto alla realizzazione del Piano strutturale associato e' diretto da un tecnico che risulta avere frequentazioni con esponenti di spicco della criminalita' locale e a cui carico sono stati accertati precedenti di natura penale. Motivi di opportunita' avrebbero dovuto evitare che la scelta ricadesse sul predetto tecnico, atteso che lo stesso ha anche rilevanti interessi di natura economico professionale nella zona.
Aspetti significativi di un generale contesto di illegalita' e favoritismo nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente legati alla criminalita' organizzata sono altresi' rappresentati dalle gravi carenze sotto il profilo della disciplina e della vigilanza del territorio, testimoniate da numerosi abusi accertati dalla commissione d'accesso.
L'esame della relativa documentazione ha posto in rilievo diversi provvedimenti illegittimi emessi in favore di soggetti o societa' riconducibili ad ambienti controindicati rilasciati da parte dei responsabili dell'ufficio tecnico che si sono avvicendati nell'incarico a decorrere dal novembre 2011, dopo che i precedenti responsabili tecnici avevano rinunciato all'incarico per incompatibilita' con la nuova amministrazione.
L'indagine ispettiva ha inoltre evidenziato come siano risultate carenti l'attivita' di prevenzione e quella di repressione dell'abusivismo da parte del competente settore, cosi' come sostanzialmente inesistente e' stata l'attivita' sanzionatoria posta in essere dall'ufficio della polizia municipale.
Alla rilevata inadeguatezza degli interventi da parte della struttura burocratica non ha fatto riscontro un'efficace attivita' di impulso e controllo degli organi di governo a cio' deputati.
Elementi univoci attestati da una serie di diffuse irregolarita' nelle procedure esaminate evidenziano, sintomaticamente, il condizionamento posto in essere dalla criminalita' locale nella vita amministrativa dell'ente anche per quanto attiene al settore che si occupa dei servizi e forniture in quanto, come accertato all'esito delle indagini ispettive, gli affidamenti non sono stati disposti in linea con quanto previsto dalla vigente normativa ma, atteso l'intricato insieme di rapporti e frequentazioni tra amministratori e esponenti della locale criminalita', sulla base di condizionamenti e logiche clientelari.
La mancanza di rispetto delle procedure, che non puo' essere riferita esclusivamente all'infiltrazione della criminalita' organizzata, pure riscontrata, e' pero' la condizione necessaria per favorire l'instaurarsi del condizionamento criminale. E' infatti evidente che di fronte ad un sistema rigoroso e rispettoso delle norme, la penetrazione mafiosa trova ostacolo e non puo' che essere esercitata con il ricorso a metodi coercitivi. Ben piu' agevole e' il sistema di penetrazione laddove ci si trova di fronte al disordine organizzativo, allo sviamento dell'attivita' di gestione, alla generalizzata illegittimita' delle procedure amministrative, quando si ripetono anomalie e irregolarita' gestionali. Cosi' l'illegalita' fa da schermo all'infiltrazione delle cosche locali.
Viene al riguardo posto in rilievo che sono stati disposti, abitualmente, affidamenti diretti per forniture senza effettuare alcuna indagine di mercato, al fine di reperire l'offerta piu' vantaggiosa per l'amministrazione comunale.
Tali affidamenti sono stati accordati, in buona parte dei casi, a favore di imprese locali riconducibili alla locale criminalita' organizzata.
Emblematico in tal senso risulta l'affidamento di un servizio di fornitura disposto in favore di una ditta con sede ad alcuni chilometri di distanza dal comune di Joppolo pur in presenza di altre societa' che offrono lo stesso prodotto ad una distanza considerevolmente inferiore alla sede comunale. Le indagini hanno evidenziato che il titolare della ditta e' stato tratto in arresto per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito della delineata, recente operazione di polizia giudiziaria.
Infine tipiche anomalie, significative di forme di sviamento o condizionamento dell'attivita' amministrativa hanno interessato anche la procedura per l'affidamento del servizio di mensa scolastica, affidato alla ditta che attualmente svolge lo stesso servizio in altri comuni della provincia, che ricadono nella zona d'influenza della locale cosca e che in passato sono stati interessati dal provvedimento interdittivo di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Elemento sintomatico e' che la suddetta societa', che nel comune di Joppolo cosi' come negli altri comuni limitrofi svolge lo stesso servizio, sia stata l'unica ditta partecipante alla gara di appalto.
Alle dipendenze della stessa, inoltre, lavorano ed hanno lavorato numerosi parenti e affini di esponenti della locale cosca criminale.
Aspetti in parte analoghi hanno interessato anche il settore che si occupa della gestione dei lavori di manutenzione dei beni e degli impianti.
Viene al riguardo rilevato come l'amministrazione abbia posto in essere un sistematico ricorso agli affidamenti diretti e senza alcun preventivo confronto delle offerte.
Piu' in particolare per l'esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, l'amministrazione ha fatto ricorso alle acquisizioni in economia che, nella quasi generalita' dei casi sono state disposte mediante affidamenti diretti; nei relativi provvedimenti viene spesso richiamato il relativo regolamento approvato con deliberazione consiliare, sebbene lo stesso non disciplini l'acquisizione dei lavori in economia.
Una ripetuta serie di interventi manutentivi sono stati affidati ad una ditta il cui titolare e' riconducibile ad ambienti controindicati.
Altri affidamenti sono stati disposti in favore di due ditte motivando tale scelta sulla base del presupposto, non corretto, che le stesse avessero in appalto il servizio di manutenzione dell'impianto idrico, fognario e quello degli impianti di illuminazione. Tali affidamenti, infatti, sono da considerarsi, a tutti gli effetti, contratti aggiuntivi rispetto a quelli di gestione dei servizi, tra l'altro nemmeno giustificati da ragioni di convenienza economica per l'ente, atteso che sugli stessi non viene applicato il relativo ribasso di gara.
La particolare connotazione del conteso ambientale, caratterizzato da un'elevata presenza di esponenti della criminalita' organizzata, avrebbe dovuto imporre agli amministratori ed ai vertici dell'apparato gestionale la ricerca di prudenziali criteri per l'individuazione e l'affidamento di lavori e servizi pubblici, circostanza che, come evidenziato, non si e' verificata.
Concorrono a delineare il quadro di un'amministrazione comunale lontana dal rispetto dei principi di legalita' e condizionata nell'agire dei suoi amministratori da cointeressenze con esponenti della locale criminalita' organizzata le modalita' di affidamento degli incarichi professionali, disposti senza alcuna garanzia della trasparenza dei procedimenti e delle scelte operate a favore di persone a carico delle quali sono state verificate frequentazioni con esponenti della criminalita' organizzata.
Ulteriore testimonianza di un agire amministrativo non in linea con i principi di buon andamento sono gli incarichi conferiti per il censimento dell'amianto, per il collaudo della messa in sicurezza della scuola elementare e per le procedure di accatastamento degli immobili comunali conferiti a funzionari a carico dei quali sono emerse frequentazioni con soggetti riconducibili ad ambienti controindicati o legati da rapporti con amministratori locali.
Elementi concreti che evidenziano un generale contesto di illegalita' e favoritismo nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente legati alla criminalita' organizzata sono stati rilevati nel settore del commercio.
Significativa in tal senso e' la vicenda che interessa un albergo di proprieta' comunale, affidato in concessione, ove sono' emerse alcune irregolarita' concernenti l'approvvigionamento e la fatturazione di acqua potabile, che evidenziano un anomalo atteggiamento di favore dell'amministrazione comunale nei confronti della societa', sintomatico di una permeabilita' dell'ente comunale agli interessi di ambienti controindicati.
E' indicativa, al riguardo, la circostanza che il presidente del consiglio di amministrazione, l'amministratore delegato, nonche' altri componenti della predetta societa' abbiano rapporti con soggetti appartenenti alla cosca criminale egemone.
Viene inoltre posto in rilievo che la suddetta societa' e' a sua volta partecipata da altra societa' che, nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia, e' indicata come ente di interesse della cosca criminale imperante sul territorio del comune di Joppolo.
Ulteriori criticita' che contribuiscono a definire la precaria funzionalita' dell'ente interessano il settore economico - tributario del comune che, come emerso dall'accurata indagine ispettiva, versa in condizioni di deficitarieta' strutturale in relazione al rendiconto per l'anno 2011.
Gli accertamenti effettuati hanno evidenziato la crisi finanziaria in cui versa l'ente.
L'analisi dei flussi di cassa e quella sull'esposizione debitoria dell'ente, sia con riferimento all'utilizzo dell'anticipazione di tesoreria, che alla garanzia degli equilibri di bilancio, ha posto in rilievo una serie di violazioni, quali il ripetuto ricorso alle anticipazione di cassa in violazione all'art. 195 del T.U.O.E.L., poiche' le partite vincolate impiegate per il pagamento della spesa corrente risultano essere di valore superiore all'importo massimo dell' anticipazione di cassa ottenibile.
Viene, inoltre, posta in rilievo una violazione in materia di accertamento dei residui, poiche' non sono riportate le motivazioni giuridiche obbligatorie per il mantenimento e/o eliminazione dei medesimi residui, con la conseguenza che i bilanci dell'ente, per le annualita' 2011/2012, non risulterebbero in equilibrio.
Le accertate anomalie in materia di imposizione e riscossione tributaria sono un segnale evidente dell'incapacita' o della mancanza di volonta' dell'amministrazione eletta di dettare indirizzi e attuare adeguate strategie di vigilanza e controllo in un settore di vitale importanza per la sana gestione dell'ente locale, settore nel quale invece e' stato accertato il sussistere di atteggiamenti omissivi, se non addirittura compiacenti, a tutto vantaggio di interessi riconducibili ad ambienti controindicati.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Joppolo, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Joppolo (Vibo Valentia), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 5 febbraio 2014

Il Ministro dell'interno: Alfano

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

La gestione del comune di Joppolo (Vibo Valentia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Nicola Covella, viceprefetto;
dott. Alberto Grassia, viceprefetto aggiunto;
dott. Giovan Batista Mazzei, funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 11 febbraio 2014

NAPOLITANO
Letta, Presidente del Consiglio dei ministri

Alfano, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 17 febbraio 2014 Ministero interno, foglio n. 203
 
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