Gazzetta n. 111 del 15 maggio 2015 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 aprile 2015
Scioglimento dell'organo di direzione generale dell'Azienda ospedaliera S. Anna e San Sebastiano di Caserta e nomina di una commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che dall'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, cui e' seguita l'esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal tribunale di Napoli il 7 gennaio 2015, nei confronti di numerose persone ritenute organiche o contigue alla criminalita' organizzata, sono emerse forme di ingerenza della camorra nell'amministrazione dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta;
Considerato, altresi', che tali ingerenze pregiudicano interessi primari della collettivita' ed espongono l'Azienda ospedaliera a pesanti condizionamenti, compromettendone la libera determinazione e il buon andamento;
Rilevato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della camorra arreca grave pregiudizio al regolare funzionamento dei servizi e costituisce pericolo per lo stato della sicurezza pubblica;
Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento della gestione si rende necessario lo scioglimento dell'organo di direzione generale e la nomina di una commissione straordinaria per l'amministrazione dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano;
Visti gli articoli 143 e 146 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 21 aprile 2015;

Decreta:

Art. 1

L'organo di direzione generale dell'Azienda ospedaliera S. Anna e San Sebastiano e' sciolto, per la durata di diciotto mesi, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

L'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta e' inserita in un contesto socio ambientale caratterizzato dalla presenza della criminalita' organizzata che mira ad ingerirsi nelle attivita' economiche e nella gestione della cosa pubblica.
Il 21 gennaio 2015, in base alle risultanze di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, e' stata data esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal tribunale di Napoli il 7 gennaio 2015, che ha portato all'arresto di ventiquattro persone ritenute organiche o contigue alla criminalita' organizzata - tra cui figurano dirigenti e dipendenti dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano - accusate di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d'asta, abuso d'ufficio, con l'aggravante del metodo mafioso.
In particolare, ai predetti soggetti e' stata contestata la circostanza di aver commesso il fatto allo scopo di favorire l'organizzazione camorristica cosiddetta dei casalesi e, nello specifico, la fazione facente capo ad un noto esponente camorrista operante nel territorio di Caserta e in quelli limitrofi.
Sulla base del quadro indiziario sopra delineato, il prefetto di Caserta, sentito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza del Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di S. Maria Capua Vetere, del Procuratore aggiunto pro-tempore presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli delegato per Caserta e del Capo Centro della Direzione investigativa antimafia della regione Campania, ha redatto la relazione datata 2 marzo 2015, che forma parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti univoci e rilevanti elementi su collegamenti con la criminalita' organizzata di tipo mafioso di amministratori e dirigenti dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione della misura di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Contestualmente, ritenendo presenti nel caso di specie i motivi di urgente necessita' di cui al comma 12 dell'art. 143 citato, il prefetto - con decreto del 2 marzo 2015 - ha sospeso l'organo di direzione della predetta Azienda ospedaliera, nominando tre commissari prefettizi per la provvisoria amministrazione della struttura, con gli stessi poteri attribuiti all'organo sospeso.
La menzionata inchiesta costituisce un segmento di un piu' ampio filone di indagini svolte dai ROS dei Carabinieri di Napoli - che, gia' in passato, avevano comportato l'emanazione di misure restrittive della liberta' personale nei confronti di centoventi persone - a seguito dell'ingerenza della camorra casalese nelle attivita' imprenditoriali casertane.
Nel corso delle indagini dei ROS, il 27 marzo 2013, l'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta e' risultata destinataria di un provvedimento emesso dalla Direzione investigativa antimafia di Caserta, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, finalizzato al rilascio di copie di atti concernenti affidamenti di gare, incarichi ed appalti. Le investigazioni riguardavano i delitti di cui agli articoli 110, 513-bis, e 513 c.p., aggravati dal metodo mafioso, in relazione a condotte di turbativa di incanti e di affidamenti di lavori ad un cartello di imprese gestito dal clan dei casalesi.
Le predette investigazioni hanno anche portato all'esecuzione, nel novembre 2013, di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti alcuni soggetti che sono stati poi coinvolti nell'ultima indagine della Direzione distrettuale antimafia, terminata con l'emanazione delle recenti misure restrittive della libera' personale del gennaio 2015.
Si tratta dell'allora direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Caserta, del direttore amministrativo della ASL di Caserta e di un consigliere regionale, cui sono state contestate le ipotesi di reato di abuso di ufficio, turbativa d'asta, corruzione, con l'aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203.
L'Azienda ospedaliera e' stata anche oggetto di un accesso ispettivo, disposto dal prefetto di Caserta il 4 luglio 2013, le cui risultanze non avevano dato luogo all'adozione del decreto presidenziale di cui all'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, atteso che - all'epoca - la fattispecie non presentava i requisiti di concretezza, univocita' e rilevanza richiesti dal comma 1 dello stesso art. 143, a riprova dei collegamenti diretti o indiretti con la criminalita' organizzata ovvero delle forme di condizionamento dei vertici dell'Azienda ospedaliera.
Conseguentemente, con decreto ministeriale dell'11 marzo 2014, il procedimento avviato nei confronti dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano ai sensi del richiamato art. 143, e' stato dichiarato concluso.
Sull'attivita' amministrativa dell'Azienda e' stato comunque disposto dal prefetto di Caserta un attento monitoraggio, con particolare riguardo all'operato dei nuovi organi dirigenziali dell'amministrazione, che si sono insediati il 1° luglio 2014, ai quali e' stata raccomandata la sollecita adozione di ogni strumento utile a prevenire forme di corruzione.
E' stata suggerita la necessita' di provvedere alla rotazione degli incarichi interni, all'adozione del piano anticorruzione, all'adesione alla stazione unica appaltante e al protocollo di legalita', nonche' al monitoraggio sistematico delle gare di appalto e degli affidamenti, attraverso i sistemi informativi dedicati. A tal riguardo, all'epoca era gia' in via di sperimentazione da parte delle prefetture campane e dei comuni gestiti da commissioni straordinarie, un protocollo d'intesa anticorruzione, proposto dalla prefettura di Napoli, con l'adesione dell'ANCI, che anche la regione Campania aveva manifestato l'intenzione di sottoscrivere.
In esito alle raccomandazioni, a fronte di una situazione nota che avrebbe richiesto interventi urgenti di risanamento dell'amministrazione, il nuovo direttore generale dell'Azienda ospedaliera ha sottoscritto soltanto il protocollo di legalita', il 10 dicembre 2014.
Con l'emanazione della citata ordinanza di custodia cautelare del 7 gennaio 2015, attraverso intercettazioni, sia telefoniche che ambientali, e con registrazioni audio e video, e' stata ampiamente documentata l'ingerenza del clan all'interno della struttura ospedaliera, con la creazione di una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni, sotto la regia della camorra casalese, per assicurare al clan stesso il controllo degli appalti pubblici garantendo, nel contempo, al sodalizio la fruizione di uno strumento di sostentamento stabile e di apparente provenienza lecita.
In tale ambito, sono state sottoposte ad indagine tre gare di appalto relative all'affidamento dei servizi di gestione, presidio e manutenzione degli impianti elevatori dell'Azienda ospedaliera Caserta, di manutenzione degli immobili, con l'esecuzione di lavori edili ed affini presso il nosocomio di Caserta, nonche' di mantenimento degli immobili, attraverso interventi di tinteggiatura e lavorazioni affini.
E' emersa la responsabilita' del dirigente del Dipartimento di ingegneria ospedaliera del nosocomio, indicato dal prefetto di Caserta quale stabile coadiutore nell'illecito affidamento di lavori e servizi in favore del gruppo camorrista egemone. Peraltro, il dirigente in questione ha ricoperto lo stesso incarico dal giugno 2006 al dicembre 2014, confermato da ultimo dal nuovo direttore generale con delibera del 6 agosto 2014.
Analoghe responsabilita' risultano a carico di alcuni dipendenti e di componenti di una delle commissioni aggiudicatrici delle gare.
Secondo l'ipotesi accusatoria, sostanzialmente confermata dal tribunale del riesame, i predetti - in concorso tra loro e, in un caso, anche in concorso con un soggetto che interveniva per conto del clan - con piu' azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, tramite collusioni e mezzi fraudolenti, abusando i pubblici ufficiali dei loro poteri, in violazione dei loro doveri, turbavano il regolare svolgimento della gara di cui sopra al fine di garantire l'aggiudicazione dell'appalto ad imprese contigue alla criminalita' organizzata.
Due di queste ditte sono state sottoposte a sequestro preventivo.
Le vicende che hanno interessato l'Azienda ospedaliera sono state oggetto di esame anche dell'Autorita' nazionale anticorruzione che, a seguito di un accesso ispettivo presso gli uffici aziendali, ha riscontrato un perdurante stato di inadempimento nell'adozione di reali misure anticorruzione e di tutela della trasparenza, che sono risultate carenti, con specifico riguardo al conferimento degli incarichi e agli acquisti di beni e servizi compiuti nel corso del 2014.
In particolare, dette carenze, secondo la predetta Autorita' nazionale sono sintomatiche di una costante sottovalutazione del rischio, i cui effetti si trovano ora ad essere amplificati in misura esponenziale ab externo, per come emerge diffusamente dall'ordinanza emessa dal GIP presso il tribunale di Napoli, da una consolidata penetrazione della criminalita' organizzata in tutti i meccanismi di gestione politico amministrativa dell'ente.
Quanto alla gara per l'affidamento della gestione, del presidio e della manutenzione degli impianti elevatori, la stessa Autorita' nazionale ha chiesto al prefetto di Caserta di adottare la misura di cui all'art. 32, comma 1, lettera b) del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, provvedendo direttamente alla straordinaria e temporanea gestione dell'impresa appaltatrice, limitatamente alla completa esecuzione del contratto.
Il prefetto ha quindi adottato apposito decreto in data 11 febbraio 2015, nominando tre amministratori straordinari, con l'incarico di completare l'appalto, in via provvisoria e straordinaria.
Le indagini della magistratura hanno riguardato anche gli affidamenti in favore di un ristretto numero di ditte che, dal 2006, si sono aggiudicate molti degli interventi disposti dall'Azienda ospedaliera e che sono state qualificate come contigue alla criminalita' organizzata.
Le predette imprese sono risultate beneficiarie del 70% dell'intero importo dei lavori eseguiti dall'ente, peraltro di rilevante importo, commissionati nel periodo 2008-2013.
Emblematica e' la circostanza che - come evidenziato dal prefetto di Caserta - l'Azienda sia ricorsa al frazionamento delle opere di propria competenza, affidando gli interventi in via diretta ed evitando in tal modo di procedere a gara pubblica.
Gli elementi posti a sostegno dell'ordinanza di custodia cautelare comprovano la sussistenza di un sistema di controllo capillare degli appalti da parte del clan camorrista egemone che, infiltrandosi all'interno dell'Azienda ospedaliera, ha tratto vantaggio da una rete di connivenze e collusioni tra la politica, l'imprenditoria e l'amministrazione.
Rileva, in tal senso, nella rappresentazione complessiva fornita dal provvedimento cautelare, la presenza all'interno della struttura aziendale di due persone che hanno svolto un ruolo di intermediazione con la locale criminalita' organizzata, collocati a capo di uffici nevralgici dell'amministrazione aziendale.
Gli indizi di ingerenza camorristica nella gestione amministrativa della struttura ospedaliera, analiticamente e dettagliatamente esaminati nella relazione del prefetto di Caserta, portano a ritenere sussistenti i presupposti previsti dalla legge per l'intervento dello Stato mirato a prevenire ed a contrastare il fenomeno dell'infiltrazione della criminalita' organizzata a livello locale, a ripristinare la legalita' ed a recuperare la struttura pubblica ai propri fini istituzionali.
La compromissione delle legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei servizi relativi a diritti fondamentali, da un lato, nonche' la finalita' della misura di rigore sotto il duplice profilo della repressione del fenomeno inquinante e del recupero dell'ente ad una gestione ordinaria delle proprie attivita', con il miglioramento dell'offerta all'utenza, rappresentano gli ambiti entro i quali si articola la previsione recata dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, applicabile, in virtu' del rinvio operato dal successivo art. 146, anche agli organi delle aziende ospedaliere.
Per le considerazioni suesposte si ritiene necessario provvedere ad eliminare, attraverso lo scioglimento dell'organo di direzione generale e la nomina di una commissione straordinaria cui affidare le funzioni da questo esercitate, ogni motivo ulteriore di deterioramento ed inquinamento della vita amministrativa dell'ente, a salvaguardia degli interessi delle comunita' comprese nell'ambito territoriale di utenza dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano.
La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza ed all'estensione del fenomeno inquinante, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 16 aprile 2015

Il Ministro dell'interno: Alfano
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PREFETTURA
UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI CASERTA
Prot. n. 478/ O.E.S.

Caserta, 2 marzo 2015

Al sig. Ministro dell'interno
Roma
OGGETTO: Azienda ospedaliera «Sant'Anna e San Sebastiano» di Caserta
- Proposta di scioglimento ai sensi dell'art. 143, decreto
legislativo n. 267/2000.

Di seguito alla relazione prot. n. 367/O.E.S. del 15 febbraio 2014, a suo tempo trasmessa a codesto Ministero, concernente le risultanze dell'accesso ispettivo, effettuato nel corso del secondo semestre del 2013, presso l'Azienda ospedaliera in oggetto, si formula proposta di scioglimento ai sensi dell'art. 143 decreto legislativo n. 267/2000, in forza delle seguenti argomentazioni.
Si ritiene utile, per una piu' esaustiva ed organica esposizione, fornire una rappresentazione completa delle tappe salienti della vicenda, a partire da marzo 2013, quando la Direzione investigativa antimafia, su delega della D.D.A. di Napoli, dava esecuzione ad un provvedimento di acquisizione di atti presso la citata Azienda, nell'ambito di indagini concernenti affidamenti di gare, incarichi ed appalti.
In proposito, interessata l'A.G. procedente ai fini dell'acquisizione di ogni utile elemento informativo e di valutazione, si apprendeva che le indagini, coperte da segreto istruttorio, riguardavano i delitti ex articoli 110, 513-bis e 513 c.p. aggravati ai sensi dell'art. 7, legge n. 203/1991, in relazione a condotte di turbativa degli incanti e di affidamenti di lavori ad un cartello di imprese gestito dal «clan dei casalesi».
Tale situazione, esaminata in sede di riunione tecnica di coordinamento delle Forze di Polizia del 22 maggio 2013, veniva ritenuta meritevole di approfondimento, in quanto potenzialmente sintomatica di interferenze di sodalizi malavitosi nell'attivita' gestionale della suddetta Azienda ospedaliera e, pertanto, sulla scorta delle conformi indicazioni emerse in seno alla predetta riunione tecnica, in data 24 maggio 2013, veniva formulata richiesta di delega di accesso ispettivo.
La commissione di indagine, all'uopo costituita, faceva pervenire la sua relazione in data 2 gennaio 2014.
Gli esiti dei lavori svolti dalla citata commissione hanno, quindi, costituito oggetto di esame in due distinte riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutesi il 5 e il 13 febbraio 2014, cui hanno partecipato, oltre ai vertici delle Forze dell'ordine provinciali, il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di S. Maria Capua Vetere, il Procuratore aggiunto pro-tempore della DDA di Napoli delegato per Caserta, il Capo Centro DIA della regione Campania e i componenti della commissione di indagine.
Invero, il quadro delineato dalla commissione di indagine, che si era concentrato sugli atti di gara e sul conferimento di incarichi dirigenziali nel periodo 2008/2013, si presentava estremamente critico sotto il profilo della legittimita' e correttezza della gestione, in quanto l'attivita' svolta negli anni di riferimento appariva condotta in diffuso spregio della normativa vigente in materia di appalti nonche' delle norme in materia di trasparenza e imparzialita' della P.A., risultando, tra l'altro, che un numero ristretto di sole dieci ditte era stata beneficiaria del 70% dell'intero importo corrisposto nello stesso periodo (pari a oltre 60 milioni di euro); la situazione, peraltro, appariva suscettibile di ulteriori sviluppi, stante l'indagine penale in corso sui cui esiti, ancora parziali, la stessa magistratura distrettuale, nell'ambito delle sue prerogative salvaguardate dal citato art. 143 TUEL, riteneva in quel momento di opporre il segreto istruttorio per non comprometterne l'esito.
Come noto, la normativa vigente in materia, e l'ormai consolidata giurisprudenza amministrativa, ai fini della legittimita' del provvedimento di scioglimento ex art. 143 TUEL, richiedono espressamente l'individuazione di elementi concreti, univoci e rilevanti in ordine all'ipotesi di ingerenza della criminalita' organizzata in contesti pubblici, per condizionarne l'azione, pur non dovendosi raggiungere la certezza della prova richiesta dal giudizio penale, trattandosi di misura che opera nel campo della prevenzione.
Tenuto conto, in particolare, del fatto che l'art. 143 TUEL, terzo comma, prevede che «... Nella relazione sono, altresi', indicati gli appalti, i contratti e i servizi interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalita' organizzata o comunque connotati da condizionamenti o da una condotta antigiuridica ...», il CPOSP, integrato come sopra, nel quadro di forte criticita' amministrativa sopradescritta, suscettibile di apprezzamento sotto diversi profili, ha tenuto le due distinte riunioni con lo scopo precipuo di promuovere ogni ulteriore approfondimento in ordine alla sussistenza dei predetti indizi concreti, univoci e rilevanti di condizionamento della criminalita' organizzata su specifici appalti, disponendo integrazioni istruttorie con particolare riferimento ai soggetti titolari del numero ristretto di ditte beneficiarie della gran parte degli affidamenti, che erano state evidenziate nella relazione rassegnata dalla commissione di indagine.
Infatti, nel corso della prima delle due riunioni suindicate del CPOSP sono stati disposti ulteriori accertamenti sul conto dei titolari delle ditte in questione, sia sulla base di eventuali ulteriori risultanze agli atti delle Forze dell'ordine e di atti comunque in possesso della magistratura, per quanto ostensibili, nonche' di mirati approfondimenti con altre prefetture per i profili della documentazione antimafia.
Nella successiva riunione del 13 febbraio, il Comitato, esaminati gli elementi raccolti, invero di non rilevante e univoca significativita', all'unanimita', ha espresso il parere che, allo stato, non sussistessero i «concreti, univoci e rilevanti indizi» di condizionamento della criminalita' organizzata sull'Azienda ospedaliera in questione, tali da poter giustificare la proposta di un provvedimento di rigore ex art. 143 TUEL, ferma restando la possibilita' di reiterazione dell'accesso, in presenza di nuovi spunti, ovvero di diretta assunzione di provvedimenti di rigore sulla base di gravi, nuovi elementi sopravvenuti, desumibili anche da sviluppi delle indagini in corso.
Copia della citata relazione di accesso e' stata intanto inviata, a richiesta, in data 27 febbraio 2014, alla Corte dei conti.
Nella proposta de qua il CPOSP non manco', inoltre, di sottolineare la necessita' anche di uno stretto monitoraggio dell'attivita' amministrativa dell'Azienda ospedaliera, esigenza rappresentata, quindi, nelle sedi competenti e, in particolare, alla nuova dirigenza dell'Azienda ospedaliera, insediatasi il 1° luglio 2014, cui fu suggerita, tra l'altro, la sollecita adozione di tutti gli strumenti di prevenzione anticorruzione (Piano triennale anticorruzione, rotazione degli incarichi, ecc. ...) e fu rappresentata la possibilita' di adesione alla SUA (Stazione unica appaltante) e al connesso protocollo di legalita', nonche' al monitoraggio sistematico delle gare e degli affidamenti, preferibilmente attraverso l'utilizzazione di sistemi infrantativi dedicati; era, infatti, allora gia' in sperimentazione da parte delle prefetture della Campania, coni quattordici comuni all'epoca retti da commissioni straordinarie a seguito di scioglimento intervenuto ex art. 143 TUEL, il protocollo di intesa anticorruzione sottoscritto il 26 giugno 2013, su input della Prefettura di Napoli, cui aveva aderito anche l'ANCI e cui la regione Campania aveva manifestato al Prefetto di Napoli la volonta' di aderire.
Il 28 agosto 2014, il nuovo Direttore generale dell'Azienda ospedaliera ha manifestato alla Prefettura l'intento di aderire al solo Protocollo di legalita', formalizzando la relativa deliberazione di adesione il successivo 21 novembre e procedendo alla sottoscrizione il 10 dicembre 2014.
Nel frattempo, gli sviluppi dell'indagine della DDA di Napoli hanno comportato, da ultimo, l'adozione dell'ordinanza di custodia cautelare n. 9/15 (allegato 1), emessa dal Tribunale di Napoli in data 7 gennaio 2015 ed eseguita il 21 gennaio 2015, relativa a ventiquattro ordini di custodia cautelare (dieci in carcere e quattordici ai domiciliari) di altrettanti indagati, ritenuti organici o contigui alla criminalita' organizzata, con accuse che vanno dall'associazione mafiosa, alla corruzione, turbativa d'asta, abuso ufficio, questi ultimi reati con l'aggravante ex art. 7, legge n. 203/1991, per aver commesso il fatto allo scopo di favorire l'organizzazione camorristica cosiddetta dei casalesi ed in particolare la fazione facente capo a Michele Zagaria, operante nel territorio di Caserta e comuni limitrofi.
L'inchiesta, denominata «Sogno», si inserisce in un piu' ampio filone di indagini - cd. «Normandia 2» - svolte dal ROS CC di Napoli su ingerenze dell'associazione camorristica dei casalesi, nelle attivita' imprenditoriali, che ha gia' comportato l'adozione di due distinti provvedimenti cautelari, con l'arresto di circa centoventi persone (tra cui omissis, gia' consigliere regionale dell'UDEUR nel 2005).
Nell'ambito dello stesso filone investigativo, piu' di recente (novembre 2013), era stata, inoltre, adottata altra OCC, emessa anche nei confronti di alcuni dei soggetti ora indagati nell'ambito dell'operazione «Sogno», ovvero omissis, omissis e omissis, rispettivamente, all'epoca, Direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Caserta, Direttore amministrativo ASL Caserta e consigliere regionale PDL, cui erano contestate ipotesi di reato quali abuso di ufficio, turbativa d'asta, corruzione, con l'aggravante ex art. 7, legge n. 203/1991.
Ebbene, tale complessa attivita' di indagine - come gia' detto - e', da ultimo, sfociata nell'ordinanza di custodia cautelare n. 9/15, in cui l'ingerenza del clan, particolarmente del gruppo Zagaria, nella struttura ospedaliera e' stata ricostruita e ampiamente documentata con gli strumenti tipici dell'investigazione penale, quali testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali, registrazioni audio e video, che forniscono una solida base ad un'interpretazione univoca della documentazione a suo tempo acquisita.
Sulla scorta di tali riscontri, infatti, nella motivazione dell'OCC, che si intende qui integralmente richiamata, viene sottolineato che nell'Azienda ospedaliera in questione vi era una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casalese, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell'imprenditoria. In particolare, il GIP ha puntualmente evidenziato come nell'Ospedale in questione si era instaurato un «sistema» di controllo capillare degli appalti da parte del gruppo «Zagaria». Sulla base di tali elementi, tra l'altro, con decreto in data 23 gennaio 2015 e' stata dichiarata dalla scrivente ai sensi degli articoli 10 e 11 della legge Severino, la sussistenza della causa di sospensione dalla carica elettiva del consigliere provinciale omissis, colpito da provvedimento di custodia cautelare in carcere il 21 gennaio u.s., confermato in sede di riesame nella camera di consiglio seguita all'udienza del 9 febbraio 2015, in quanto gli viene contestato il reato di cui all'art. 416-bis, commi 1 e 3, «per avere partecipato, nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto, ad un'associazione di tipo mafioso denominata clan dei casalesi ...».
Al centro dell'inchiesta sono tre gare di appalto e affidamenti di lavori assegnati, a partire dal 2006, sempre alle stesse ditte, che l'indagine ha qualificato come contigue alla criminalita' organizzata, ricorrendo talvolta all'artificioso frazionamento delle opere da eseguire, cosi' da evitare la gara pubblica e procedere, per contro, all'affidamento diretto dei lavori.
Emblematiche, come gia' sopra evidenziato, sono le vicende relative a tre gare di appalto:
gara di appalto indetta dall'Azienda ospedaliera con delibera n. 8 del 7 gennaio 2013, relativa all'affidamento del servizio di gestione, presidio e manutenzione degli impianti elevatori ubicati presso l'Azienda ospedaliera di Caserta, aggiudicata nel luglio 2014, dopo che i lavori della commissione di gara si sono protratti per ben quattordici mesi, per un importo complessivo di euro 1.015.200,00 (oltre IVA), cosi' suddiviso: euro 828.200,00, per presidio, manutenzione ordinaria e straordinaria, pronto intervento e gestione; euro 187.000,00 per interventi di riparazione, riqualificazione tecnologica ed adeguamento normativo. Per detta gara e' stato contestato al dirigente omissis, ai dipendenti omissis e omissis e a omissis, rappresentante della omissis, ditta aggiudicataria, il reato di cui agli articoli 81 cpv, 110, 61, n. 9, 353-bis cp, 7 legge n. 203/1991 perche' «in concorso tra loro, con piu' azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, tramite collusioni e mezzi fraudolenti, abusando i pubblici ufficiali dei loro poteri, in violazione dei loro doveri, turbavano il regolare svolgimento della gara di cui sopra al fine di garantire l'aggiudicazione dell'appalto alla societa' omissis di omissis « [cfr pagg. 4-5 OCC 9/153]. La ditta in questione non figura tra quelle sottoposte a sequestro preventivo. L'Autorita' nazionale anticorruzione, con nota in data 5 febbraio u.s., ha richiesto a questa Prefettura l'adozione della misura prevista dall'art. 32, comma 1, lettera b) della legge n. 114/2014, cui si e' provveduto con decreto prefettizio n. 7752/2015 in data 11 febbraio 2015; il Tribunale del riesame ha sostanzialmente confermato l'impianto accusatorio;
gara di appalto indetta dall'Azienda ospedaliera con delibera n. 30 del 15 gennaio 2013, relativa all'affidamento delle manutenzioni degli immobili, consistenti in lavori edili e lavori affini presso l'Ospedale di Caserta del valore di 150.000,00 euro, oltre IVA. Per detta gara e' stato contestato al dirigente omissis e ai dipendenti omissis, omissis, omissis, omissis, a omissis e omissis, componenti della commissione esaminatrice, a omissis, omissis e omissis, soci della omissis, omissis, amministratore unico della predetta societa', il reato di cui agli articoli 81 cpv, 110, 112, n. 1, 61, n. 9, 353-bis e 353, commi 1 e 2 cp, 7 legge n. 203/1991 perche' «in concorso tra loro, con piu' azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, tramite collusioni e mezzi fraudolenti, abusando i pubblici ufficiali dei loro poteri, in violazione dei loro doveri, turbavano il regolare svolgimento della gara di cui sopra al fine di garantire l'aggiudicazione dell'appalto alla societa' omissis» [cfr pag. 4 OCC 9/15]. La ditta in questione figura tra quelle sottoposte a sequestro preventivo; il Tribunale del riesame ha sostanzialmente confermato l'impianto accusatorio;
gara di appalto indetta dall'Azienda ospedaliera con delibera n. 31 del 15 gennaio 2013, relativa all'affidamento delle manutenzioni degli immobili, consistenti in lavori di tinteggiatura e lavorazioni affini del valore di 450.000,00 euro, oltre IVA, relativa a tre annualita'. Per detta gara e' stato contestato al dirigente omissis e ai dipendenti omissis, omissis e omissis il reato di cui agli articoli 81 cpv, 110, 112, n. 1, 61, n. 9, 353-bis cp, 7 legge n. 203/1991 perche' «in concorso fra loro, e con omissis, che interveniva per conto del clan Zagaria, con piu' azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, tramite collusioni e mezzi fraudolenti, abusando i pubblici ufficiali dei loro poteri, in violazione dei loro doveri, turbavano il regolare svolgimento della gara di cui sopra al fine di garantire l'aggiudicazione dell'appalto all'impresa di omissis» [cfr pagg. 3-4 OCC 9/15]. La ditta in questione figura tra quelle sottoposte a sequestro preventivo; il Tribunale del riesame ha sostanzialmente confermato l'impianto accusatorio.
In tale contesto, assume particolare rilievo la contestazione del reato di cui all'art. 416-bis, commi 1 e 3, c.p., mossa nei confronti, tra gli altri, di omissis (deceduto) e omissis, nelle qualita', rispettivamente, di Direttore generale dell'Azienda sanitaria Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta e dirigente del Dipartimento di ingegneria ospedaliera dello stesso nosocomio, ritenuti stabili coadiutori nell'illecito affidamento di lavori e servizi in favore del gruppo «Zagaria». Lo stesso omissis ha ricoperto il suddetto incarico dal giugno 2006, con contratto triennale a tempo determinato, rinnovato nel marzo 2009 per un quinquennio; in ultimo, essendo in scadenza nell'agosto 2014, il contratto gli e' stato prorogato fino al dicembre 2014 dall'attuale Direttore generale dell'Azienda con deliberazione n. 146 in data 6 agosto 2014.
Non meno rilevanti le posizioni degli altri dipendenti dell'Azienda ospedaliera de qua omissis, omissis, omissis, omissis, omissis e dei gia' citati omissis e omissis, che hanno concorso, a vario titolo, in reati che vanno dalla corruzione (art. 319 c.p.), abuso d'ufficio (323 c.p.), turbata liberta' degli incanti (art. 353 c.p.) alla turbata liberta' del procedimento di scelta del contraente (art. 353-bis c.p.), nella maggior parte dei casi aggravati ai sensi dell'art. 7, legge n. 203/1991.
Gli elementi e i riscontri ora forniti dagli inquirenti e positivamente valutati dal GIP vanno solidamente a connotare, dunque, come forme di documentata ingerenza da parte della criminalita' organizzata nella vita amministrativa dell'Ente in esame, tutte quelle rilevanti anomalie procedurali riscontrate anche dalla commissione di accesso, fornendo gli indizi concreti, univoci e rilevanti non potuti identificare in quella sede.
Acquista, altresi', piu' significativa valenza anche la presenza, nell'ambito del personale dipendente - come a suo tempo segnalato dalla DDA di Napoli e confermato dalla commissione di indagine - di omissis , a capo della Direzione medica di presidio e riorganizzazione logistico funzionali per l'accreditamento delle strutture (cfr. pagg. 74, 76, 144, 205, 281, 311 dell'OCC n. 9/15) e di omissis, Direttore amministrativo dell'Azienda ospedaliera [cfr pag. 46 della citata OCC].
Trattasi, invero, di uno scenario investigativo [il cui impianto e' stato sostanzialmente confermato dal giudice del riesame; cfr i dispositivi costituenti l'allegato n. 4], che ha evidenziato come il sodalizio criminoso casalese si fosse infiltrato all'interno dell'apparato amministrativo del predetto nosocomio, mettendo in luce concordanti ed inequivoci elementi probanti del condizionamento mafioso, tali da compromettere la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
La vicenda, peraltro, e' stata anche all'esame del Presidente dell'ANAC, che, in data 26 gennaio 2015, ha effettuato un accesso ispettivo presso gli uffici interessati, al fine di acquisire elementi utili, per i profili di sua competenza.
Quanto all'attualita' del condizionamento, va considerato che, in sede di scambio informativo avuto nella stessa giornata del 26 gennaio con la scrivente, che ne ha puntualmente riferito in sede di riunione di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica svoltasi il 29 gennaio 2015, il citato Presidente ANAC ha anticipato di aver riscontrato un perdurante stato di inadempimento nell'adozione di reali misure anticorruzione e di tutela della trasparenza, con particolare riferimento ad acquisti di beni e servizi nell'arco del 2014 e al conferimento di incarichi. Successivamente, in data 5 febbraio u.s., il Presidente ANAC ha fatto pervenire la memoria che si allega (allegato 2), in cui dette considerazioni sono formalizzate e documentate.
In particolare, il Presidente Cantone annota «In considerazione degli elementi sopra esposti, il livello di compliance dell'Azienda ospedaliera di Caserta rispetto alle misure per la trasparenza e per la prevenzione della corruzione non appare qualitativamente e quantitativamente adeguato, soprattutto in materia di acquisti di beni e servizi compiuti nel corso del 2014. Le carenze sembrano, in realta', sintomatiche di una costante sottovalutazione del rischio, i cui effetti si trovano ora ad essere amplificati in misura esponenziale ab externo, per come emerge diffusamente dall'ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, da una consolidata penetrazione della criminalita' organizzata in tutti i meccanismi di gestione politico amministrativa dell'Ente».
Nella riunione tenutasi in data 29 gennaio 2015, il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato dal Procuratore della Repubblica f.f. presso il tribunale di S. Maria Capua Vetere, dal Procuratore aggiunto pro-tempore presso la DDA di Napoli delegato per Caserta e dal Capo Centro DIA della regione Campania, ha espresso il parere che le risultanze dell'indagine DDA, esposte nell'OCC n. 9/15, e le valutazioni dell'Autorita' nazionale anticorruzione, consentono ora, ad integrazione degli elementi forniti dalla relazione dell'accesso condotto nel secondo semestre del 2013, di attestare la sussistenza di «concreti», «univoci» e «rilevanti» elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori e dirigenti dell'Ente de quo con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, protrattisi nel 2014, riscontrandosi, pertanto, i presupposti per avanzare la proposta di scioglimento dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Nel contempo, ricorrendo nella fattispecie i presupposti della grave ed urgente necessita' prevista dal comma 12 del richiamato art. 143, con decreto in pari data (allegato 3), viene sospeso l'organo di Direzione dell'Azienda ospedaliera con la contestuale nomina di commissari prefettizi per la provvisoria gestione dell'Ente, in persona del Prefetto, dott.ssa Cinzia Guercio, responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza presso il Dipartimento per le politiche del personale dell'Amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie del Ministero dell'interno, del dott. Michele Ametta, designato dal MEF - Ragioneria generale dello Stato e dell'ing. Leonardo Pace, designato dal provveditorato interregionale alle OO.PP. della Campania, Puglia, Basilicata e Molise, dotati di adeguata professionalita', come da curricula allegati (allegato 5).
I documenti, non classificati, indicati come allegati e precisamente:
allegato 1 - OCC n. 9/2015, eseguita il 21 gennaio 2015;
allegato 2 - nota informativa trasmessa dal Presidente ANAC in data 5 febbraio 2015;
allegato 3 - decreto prefettizio di sospensione dell'organo di Direzione aziendale in data 2 marzo 2015;
allegato 4 - ordinanze emesse dal tribunale del riesame di Napoli, X sezione, collegio E;
allegato 5 - curricula commissari prefettizi nominati per la provvisoria gestione dell'ente ospedaliero Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta vengono trasmessi con separata nota non classificata, agli indirizzi PEC:
gabinetto.ministro@pec.interno.it;
utgautonomie@pec.interno.it

Il Prefetto: Pagano
 
Art. 2

Le funzioni dell'organo di direzione generale dell'Azienda ospedaliera S. Anna e San Sebastiano di Caserta sono affidate ad una commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Cinzia Guercio, prefetto;
dott. Michele Ametta, dirigente del Ministero dell'economia e delle finanze - Ragioneria generale dello Stato;
ing. Leonardo Pace, coordinatore tecnico del Ministero infrastrutture e trasporti - Provveditorato interregionale Campania-Puglia-Basilicata e Molise.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'amministrazione esercita le funzioni dell'organo di direzione generale dell'Azienda ospedaliera S. Anna e San Sebastiano di Caserta fino all'insediamento dell'organo ordinario a norma di legge nonche' ogni altro potere o incarico connesso.
Dato a Roma, addi' 23 aprile 2015

MATTARELLA
Renzi, Presidente del Consiglio dei ministri

Alfano, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 30 aprile 2015 Interno, foglio n. 933
 
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