Gazzetta n. 14 del 18 gennaio 2017 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 novembre 2016
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Nicotera.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio precedente decreto in data 23 novembre 2016 con il quale il consiglio comunale di Nicotera (Vibo Valentia) e' stato sciolto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, a seguito delle dimissioni rassegnate dal sindaco eletto nelle consultazioni amministrative del 28 e 29 ottobre 2012, divenute irrevocabili a termini di legge;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo all'affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 24 novembre 2016;

Decreta:

Art. 1

La gestione del comune di Nicotera (Vibo Valentia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Adolfo Valente - viceprefetto;
dott.ssa Michela Fabio - viceprefetto aggiunto;
dott. Nicola Auricchio - funzionario economico finanziario.


 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Nicotera (Vibo Valentia), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 28 e 29 ottobre 2012, presenta forme d'ingerenza da parte della criminalita' organizzata, che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
A seguito di un attento monitoraggio posto in essere sulla scorta di numerose segnalazioni su presunte irregolarita' riguardanti l'attivita' amministrativa dell'ente, sono emersi elementi su possibili infiltrazioni della criminalita' organizzata, che hanno indotto il Prefetto di Vibo Valentia, con decreto del 28 gennaio 2016 successivamente prorogato, a disporre l'accesso presso il comune, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine delle indagini effettuate, la Commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, alla luce delle quali il Prefetto, sentito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro e del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, ha redatto l'allegata relazione in data 12 settembre 2016, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione del predetto art. 143.
Successivamente, in data 5 ottobre 2016, il sindaco ha rassegnato le dimissioni dalla carica ed essendo le stesse divenute irrevocabili a termini di legge, il consiglio comunale dell'ente e' stato sciolto, con decreto del Presidente della Repubblica 23 novembre 2016, ex art. 141, comma 1, lettera b), n. 2, del richiamato decreto legislativo n. 267 del 2000.
I lavori svolti dalla Commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e la criminalita' organizzata.
Il comune di Nicotera e' una localita' a vocazione turistica nella quale insistono numerose strutture ricettive ed esercizi specializzati nel campo della ristorazione.
Su quel territorio e' stata accertata la radicata presenza di una potente consorteria, organizzata prevalentemente sulla base del vincolo di consanguineita' tra i sodali latamente inteso. Piu' specificamente, e' emerso che la 'ndrangheta ha esteso la propria influenza sulle maggiori realta' produttive e commerciali del posto ed anche sulla gestione della cosa pubblica, tanto che per ben due volte, nel 2005 e nel 2010, si e' reso necessario procedere allo scioglimento del consiglio comunale dell'ente per infiltrazioni della criminalita' organizzata.
Da recenti provvedimenti di fermo adottati dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e convalidati dal Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale si evince che la predetta consorteria ha mantenuto specifici interessi nell'ambito del territorio comunale ed, in particolare, ha continuato ad esercitare pressioni sulle imprese ivi operanti.
In base a quanto evidenziato dalla Commissione d'indagine nelle proprie conclusioni, l'ingerenza della criminalita' organizzata ha investito i settori piu' redditizi dell'economia locale - tra cui quello degli appalti pubblici - per il tramite di ditte ad essa riconducibili.
Sono stati, in proposito, riscontrati i forti legami a diverso titolo esistenti tra amministratori e dipendenti dell'ente - alcuni dei quali con precedenti o pendenze di natura penale - con persone controindicate, che hanno prodotto uno sviamento dell'azione amministrativa a vantaggio dei sodalizi criminali.
Nei confronti di diversi componenti della compagine di governo dell'ente sono infatti emerse frequentazioni con soggetti vicini ad ambienti criminali ovvero con importanti elementi della consorteria radicata nel territorio.
In tale contesto, nella relazione del Prefetto viene segnalato come due consiglieri di maggioranza - che hanno dismesso la carica assessorile nel corso della consiliatura e di cui uno presenta rapporti di parentela con elementi della predetta consorteria - hanno partecipato ai funerali di un pluripregidicato assassinato in un agguato dalle modalita' tipicamente mafiose.
Le verifiche poste in essere hanno inoltre messo in luce che il sindaco - pur dopo essere stato eletto alla carica di primo cittadino di Nicotera - nella sua qualita' di avvocato ha prestato la propria attivita' professionale in favore di un soggetto legato da uno stretto vincolo parentale al capo indiscusso della consorteria territorialmente egemone.
Un altro stretto congiunto del menzionato capoclan e' titolare di una struttura ricettiva presso la quale si sono svolti i festeggiamenti per un'importante ricorrenza familiare dell'amministratore in parola.
Ancora, la notte del 26 giugno 2013 ignoti hanno esploso diversi colpi di arma da fuoco in direzione della porta di ingresso di un'abitazione dell'organo di vertice dell'amministrazione comunale. Nella proposta del Prefetto si evidenzia come tale azione delittuosa, per le modalita' e per la tipologia dell'arma impiegata, non lasci dubbi sulla sua matrice mafiosa.
Gli accertamenti svolti in sede di indagine hanno poi riguardato le procedure di somma urgenza e gli affidamenti diretti, oggetto di disamina da parte della Commissione di indagine sulla scorta del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e del decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207 vigenti ratione temporis.
Al riguardo, nel regolamento per l'esecuzione in economia di lavori, forniture di beni e prestazioni di servizi, approvato dal consiglio comunale nel mese di ottobre 2013, non e' stata contemplata l'utilizzazione del mercato elettronico, al quale le amministrazioni pubbliche sono tenute a fare ricorso, salve ipotesi tassative, ex art. 7, comma 2, del decreto-legge 2012, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 2012, n. 94.
Inoltre, l'esame delle determine di impegno di spesa e di liquidazione adottate dall'area tecnica ha messo in rilievo un vero e proprio modus operandi dell'amministrazione comunale, costellato di molteplici anomalie ed irregolarita' quali l'acquisizione di un unico preventivo, la presenza di preventivi privi di data certa o dei dati identificativi dell'impresa offerente, la mancanza di un'adeguata motivazione a supporto del ricorso all'affidamento diretto, la liquidazione del corrispettivo sulla scorta delle sole fatture presentate dalle imprese affidatarie, l'assenza di un atto con data certa attestante la regolare esecuzione dei lavori.
Nel complesso, dagli accertamenti esperiti e' emerso che le ditte beneficiarie di affidamenti diretti venivano individuate nell'ambito di un elenco formato da un dipendente dell'area tecnica e venivano scelte sulla mera base della loro disponibilita' a lavorare per conto del comune.
E' stato altresi' riscontrato un uso disinvolto dell'istituto della proroga, spesso non in linea con la relativa disciplina giuridica ed, in particolare, con il principio in virtu' del quale la proroga medesima costituisce uno strumento di natura eccezionale e temporanea.
Di tale modus operandi si sono avvantaggiate anche imprese vicine al contesto criminale locale.
In particolare, la Commissione di indagine ha rilevato l'assenza di ricerche di mercato con riferimento ad una procedura di somma urgenza concernente l'acquisto e la posa in opera di impianti per il sollevamento di liquami fognari. In proposito, viene segnalato che l'impresa incaricata dall'ente - riconducibile ad un soggetto che presenta diversi pregiudizi di natura penale - ha partecipato ad una gara di appalto indetta nel 2009 da un altro comune del territorio calabrese e la relativa offerta e' stata presentata, per conto dell'impresa medesima, da un esponente di spicco del gruppo criminale dominante in quel comune.
Parimenti emblematica e' la vicenda di una societa' di persone - beneficiaria di affidamenti diretti aventi ad oggetto la manutenzione ordinaria e straordinaria di alcuni istituti scolastici, nonche' lavori edili presso un fabbricato di proprieta' comunale e lavori di ripristino delle sedi stradali a seguito di un temporale - i cui titolari presentano una fitta rete di parentele e frequentazioni con esponenti apicali della consorteria territorialmente egemone. Di' recente, uno dei titolari della societa' e' stato altresi' sottoposto a fermo di indiziato di delitto per associazione a delinquere di stampo mafioso, unitamente a diversi elementi di spicco della criminalita' organizzata locale.
Dall'analisi della documentazione concernente gli affidamenti conclusi a favore della societa' in parola e' emerso che l'amministrazione comunale non ha effettuato alcuna ricerca di mercato. In un caso, inoltre, l'area tecnica ha disposto la liquidazione del corrispettivo sulla base di una fattura diversa da quella presente in atti.
Frequentazioni con persone controindicate sono state accertate anche con riferimento ai titolari di un'altra societa' di persone, assegnataria, in via diretta ed in via di somma urgenza, di numerosi lavori da parte dell'amministrazione comunale e successivamente colpita da interdittiva antimafia, nonche' da diniego di iscrizione nella white list gestita dalla Prefettura di Vibo Valentia.
Nelle conclusioni della Commissione di indagine si evidenzia che i titolari dell'impresa in argomento, con informativa dello scorso mese di aprile - unitamente al responsabile dell'ufficio tecnico comunale, quest'ultimo per i reati di abuso d'ufficio ed omissione di atti d'ufficio - sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia per il reato di falsita' ideologica in atto pubblico commessa dal privato.
Anche in questa occasione, non e' stata effettuata alcuna ricerca di mercato ed i lavori sono stati assegnati sulla scorta dell'unico preventivo presentato dalla ditta affidataria. Inoltre, relativamente a due determine aventi ad oggetto lavori di pulizia dell'area cimiteriale, di pulizia e carico di rifiuti solidi urbani, e' emerso che gli interventi sono stati eseguiti in data antecedente all'impegno di spesa diversamente da quanto indicato nelle determine medesime.
Lo stesso modus operandi ha caratterizzato gli affidamenti diretti di cui ha beneficiato il titolare di un'impresa individuale, stretto congiunto di soggetti contigui alla consorteria radicata nel territorio. Tra i lavori assegnati alla ditta in parola figurano quelli aventi ad oggetto il completamento di una struttura sportiva, in ordine ai quali la congruita' del corrispettivo e' stata valutata direttamente dalla ditta affidataria anziche' dall'amministrazione comunale.
In relazione alle procedure ad evidenza pubblica espletate dall'amministrazione comunale, significativa e' la vicenda attinente ai lavori di recupero del centro storico, inizialmente aggiudicati ad una societa' a responsabilita' limitata, alla quale - in quanto destinataria di interdittiva antimafia nel 2013 - e' subentrata un'altra societa'. Sennonche', nella relazione del Prefetto e nelle conclusioni della Commissione di indagine vengono sottolineati i collegamenti esistenti tra le due imprese. In particolare, alcuni mezzi intestati alla societa' originariamente aggiudicataria dell'appalto sono stati rinvenuti in occasione di sopralluoghi effettuati presso un cantiere allestito per lavori di riqualificazione urbana eseguiti dalla societa' subentrante. Quest'ultima ha altresi' stipulato un contratto di distacco di operai con un'altra impresa - a sua volta recentemente colpita da diniego di iscrizione nella white list gestita dalla Prefettura di Vibo Valentia - la quale non solo ha svolto lavori per conto della piu' volte menzionata societa' inizialmente assegnataria dell'appalto, ma e' altresi' risultata avere in uso, a titolo di comodato uno dei mezzi rinvenuti nel cantiere di cui sopra.
Altra societa' per la quale sono emerse controindicazioni e' quella che si e' aggiudicata i lavori di recupero e riqualificazione di una parte del territorio comunale, per i quali era stata stipulata una convenzione tra la Regione Calabria e l'ente locale. La societa' in questione e' infatti derivata, a seguito di cessione, da un'altra societa', colpita da provvedimento interdittivo antimafia nel 2011 e la cui vicinanza ad ambienti criminali e' emersa anche nell'ambito della piu' volte citata operazione di polizia giudiziaria recentemente sfociata nel fermo di importanti esponenti della 'ndrangheta locale. A seguito di un sopralluogo effettuato presso il cantiere dei lavori in parola, e' stata inoltre riscontrata la presenza di due operai legati da vincoli di parentela ed affinita' ad elementi di spicco della criminalita' organizzata, nonche' la presenza di mezzi oggetto di un contratto di locazione a caldo riconducibili ad un'altra impresa, i cui titolari risultano avere frequentazioni con soggetti controindicati.
Ancora, le opere di recupero e rifunzionalizzazione di un immobile comunale di importanza storica e culturale sono state in parte subappaltate dalla ditta aggiudicataria ad un'impresa successivamente colpita da provvedimento interdittivo antimafia.
Ulteriori anomalie sono state riscontrate con riferimento al rapporto intercorrente tra il comune ed un professionista locale, incaricato del patrocinio legale e della rappresentanza processuale dell'ente. Il predetto professionista presenta rapporti di affinita' con un soggetto, affiliato al sodalizio territorialmente egemone e di recente tratto in arresto per associazione a delinquere di stampo mafioso in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Calabria. Al riguardo, la Commissione di indagine evidenzia che la convenzione stipulata con il professionista in parola, scaduta nel mese di febbraio 2013, e' stata piu' volte prorogata dall'amministrazione comunale, ritardando l'attivazione della procedura di selezione comparativa.
Da ultimo, in sede di indagine e' stata presa in esame l'attivita' svolta dal comune in attuazione delle norme sancite a tutela dell'integrita' e della trasparenza della pubblica amministrazione, la cui osservanza risulta imprescindibile al fine di prevenire episodi di mala gestio ed indebiti condizionamenti esterni.
Sotto questo profilo, sono stati rilevati gravi ritardi ed omissioni concernenti la pubblicazione degli atti adottati dall'ente e la tenuta dell'albo pretorio online, nonche' il piano triennale della trasparenza ed integrita', il piano della performance ed il piano triennale della prevenzione della corruzione.
Successivamente all'invio della proposta di scioglimento, il Prefetto di Vibo Valentia ha segnalato un ulteriore episodio emblematico, che ha avuto ampia risonanza mediatica e si e' verificato nello scorso mese di settembre, in occasione delle nozze di un soggetto controindicato per le sue numerose frequentazioni con esponenti di spicco della consorteria locale, nonche' legato da stretti vincoli parentali ad una persona contigua alla predetta consorteria e gia' condannata per avere favorito la latitanza di un capoclan. Nello specifico, un elicottero e' stato fatto atterrare nella piazza principale del comune, che e' stata chiusa al traffico per tutta la durata dell'evento.
Le risultanze delle verifiche poste in essere hanno messo in luce che il pilota - autorizzato dal responsabile dell'ufficio tecnico dell'ente ad atterrare e decollare esclusivamente all'interno di una zona periferica del territorio comunale - ha effettuato un pericoloso ed anomalo cambio del piano di volo ed ha omesso di trasmettere alle forze dell'ordine le comunicazioni prescritte dalla normativa vigente in materia.
In proposito, il Prefetto sottolinea che il primo cittadino ed il vicesindaco, nonche' alcuni loro stretti congiunti hanno partecipato al ricevimento che ha fatto seguito alla celebrazione del matrimonio.
Per tale episodio il sindaco, il responsabile dell'area tecnica ed il comandante facente funzioni della polizia locale sono stati deferiti in stato di liberta' alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia per il reato di abuso d'ufficio.
L'insieme dei suesposti elementi attesta la sussistenza di forme di condizionamento che hanno inciso nel procedimento di formazione della volonta' degli organi comunali, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' di quell'amministrazione comunale ed una conseguente deviazione nella conduzione di settori cruciali nella gestione dell'ente.
Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata ad un commissario, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della Commissione straordinaria di cui all'art. 144 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative.
L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori, che piu' incisivamente favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del comune di Nicotera (Vibo Valentia), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una Commissione straordinaria, cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento, finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 24 novembre 2016

Il Ministro dell'interno: Alfano

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Parte di provvedimento in formato grafico



 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 24 novembre 2016

MATTARELLA

Renzi, Presidente del Consiglio
dei ministri

Alfano, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 12 dicembre 2016 Interno, foglio n. 2215


 
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