Gazzetta n. 37 del 14 febbraio 2017 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 gennaio 2017
Scioglimento del consiglio comunale di Casavatore e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Casavatore (Napoli) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Casavatore, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 20 gennaio 2017;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Casavatore (Napoli) e' sciolto.


 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Casavatore (Napoli), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
All'esito di un'attivita' investigativa condotta dalla Stazione Carabinieri di Casavatore e dalla Compagnia di Casoria, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Direzione distrettuale antimafia ha emesso un avviso di conclusione delle indagini ai sensi dell'art. 415-bis c.p.. Tra gli indagati figurano l'attuale sindaco, quattro consiglieri comunali, il comandante ed un maresciallo della polizia municipale di Casavatore nonche' alcuni soggetti appartenenti alla locale criminalita' organizzata.
I fatti contestati sono voto di scambio, minaccia o violenza ad elettori, ricorso ai fini della propaganda elettorale ad un soggetto appartenente alla criminalita' organizzata e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale con l'aggravante, per tutti, ad eccezione dei funzionari della polizia municipale, del metodo mafioso di cui all'art. 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni dalla legge 12 luglio 1991, n. 203.
Le indagini hanno posto in rilievo collegamenti tra politica e criminalita' organizzata che avrebbe fornito un concreto supporto, nel corso dell'ultima tornata elettorale, alle opposte coalizioni politiche; in particolare il nucleo criminale storico avrebbe fornito sostegno a colui che, all'esito delle elezioni, sarebbe stato eletto sindaco mentre esponenti di un altro gruppo criminale avrebbero sostenuto un altro candidato sindaco.
Al primo cittadino e ad altri amministratori e' stato contestato il reato di «minaccia o violenza agli elettori» con l'aggravante di cui al citato art. 7, avendo gli stessi, nel corso della campagna elettorale, esercitato pressioni con mezzi illeciti volti a diminuire la liberta' elettorale.
Il comandante e un maresciallo della polizia municipale sono stati anche accusati di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione.
Inoltre alcuni consiglieri di minoranza e un pregiudicato sono accusati di essersi avvalsi, ai fini della propaganda elettorale, di una persona sottoposta a sorveglianza speciale per conseguire, attraverso l'intimidazione degli elettori, indubbi vantaggi.
Al fine di svolgere mirati accertamenti per verificare la sussistenza di forme di infiltrazione o condizionamento di tipo mafioso o similare da parte della criminalita' organizzata il prefetto di Napoli, con decreto del 17 marzo 2016, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
All'esito dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Napoli, sentito nella seduta del 20 ottobre 2016 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica e direzione distrettuale antimafia di Napoli e del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli nord, ha inviato, in data 26 ottobre 2016 l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Successivamente, con provvedimento del 23 novembre u.s. i pubblici ministeri incaricati hanno richiesto il rinvio a giudizio degli imputati, con l'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991 per il sindaco ed alcuni amministratori.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali cosche, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali o a soggetti ad esse contigui.
Il comune di Casavatore e' ricompreso in un ambito territoriale notoriamente caratterizzato dalla radicata e pervasiva presenza di locali organizzazioni criminali - particolarmente attive nello spaccio degli stupefacenti e nel controllo delle estorsioni - profondamente radicate nel tessuto economico, sociale e istituzionale con un raggio di azione che si estende anche ad altri comuni dell'area a nord di Napoli, alcuni dei quali sono stati recentemente sciolti ai sensi dell'art. 143 del citato decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Gli accertamenti effettuati dall'organo ispettivo hanno consentito di appurare che i componenti dell'amministrazione locale, molti dei quali coinvolti in procedimenti penali, hanno stretti rapporti di parentela o frequentazioni con soggetti gravati da diversi precedenti penali e di polizia, nonche' con noti esponenti di organizzazioni criminali, rapporti che hanno prodotto uno sviamento dell'attivita' amministrativa dell'ente in funzione degli interessi e delle regole della criminalita' organizzata.
E' inoltre significativo che molti degli amministratori nei cui confronti sono state evidenziate controindicazioni erano presenti in precedenti consiliature, compreso l'attuale sindaco che, nell'amministrazione eletta nel 2012, ha ricoperto l'incarico di vice sindaco, circostanza questa che attesta una sostanziale continuita' nella guida dell'ente locale.
Pregiudizi di natura penale vengono segnalati anche per alcuni componenti dell'apparato burocratico che, come emerge dalla relazione del prefetto di Napoli, si sono dimostrati, nel corso dell'indagine ispettiva, poco collaborativi nei confronti della commissione d'accesso.
Alcuni esponenti di rilievo della burocrazia comunale, come gia' evidenziato, sono peraltro coinvolti nei medesimi procedimenti penali che interessano alcuni amministratori.
La relazione redatta dalla commissione d'indagine ha posto in evidenza un diffuso quadro di illegalita', in diversi settori dell'ente locale che, unitamente ad un generale disordine amministrativo, si sono rivelati funzionati al mantenimento di assetti predeterminati con soggetti organici o contigui alle organizzazioni criminali egemoni.
Tale modus operandi, presente anche nelle precedenti consiliature e consolidatosi nelle gestioni successive, risulta evidente in una serie di procedure anomale e irregolari che hanno interessato lo sviluppo e la gestione del territorio, l'edilizia, gli affidamenti di servizi e lavori pubblici.
Per quanto attiene al primo degli aspetti evidenziati, viene rilevato che il comune di Casavatore ancora oggi utilizza un vecchio piano regolatore generale adottato nel 1976, assolutamente inadeguato, che consente una gestione del territorio connotata da ampi margini di discrezionalita' nel rilascio dei titoli edilizi.
Tale circostanza ha permesso all'amministrazione comunale di adottare un «piano casa» - oggetto peraltro di un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica Napoli Nord per il quale sono coinvolti i vertici dell'ente, tra cui l'attuale sindaco - dal quale sono scaturite iniziative di edilizia residenziale in violazione di leggi regionali e varianti a progetti originali. Cio' ha consentito di aumentare i volumi edificabili con la contestuale riduzione delle aree riservate all'uso pubblico.
Tali palesi irregolarita' hanno evidenziato la propensione dell'ente locale ad assecondare le richieste formulate dai costruttori, caratterizzate da numerosi profili di illegittimita', nel solo interesse degli stessi.
Significativa in tal senso e' la procedura, iniziata nel corso degli anni precedenti e relativa al rilascio di un permesso a costruire, per un intervento edilizio di trasformazione, a parita' di volume esistente, di un immobile industriale in unita' abitative.
Successivamente l'ufficio comunale, sulla base di motivazioni illogiche ed irrituali, approvava delle varianti che consentivano un cospicuo incremento delle unita' immobiliari realizzabili. La procedura si e' conclusa nel 2016 con l'approvazione di un'ulteriore richiesta di variante e con il rilascio della relativa autorizzazione.
La relazione del prefetto evidenzia che la societa' beneficiaria del provvedimento amministrativo, in passato, e' stata amministrata da un soggetto contiguo al locale clan camorristico e attualmente e' gestita da altro soggetto indagato per traffico illecito di rifiuti e riconducibile, per stretti rapporti parentali, ad ambienti camorristici.
Vengono inoltre poste in rilievo le carenze in materia di prevenzione e repressione dell'abusivismo edilizio e una sostanziale assenza di attivita' sanzionatoria da parte dell'ufficio della polizia municipale. Ancor piu' significativa e' la circostanza che anche nei casi di abusi accertati dalla magistratura, l'amministrazione comunale non si e' attivata in alcun modo per dare esecuzione alle ordinanze dell'autorita' giudiziaria.
Alla rilevata inadeguatezza degli interventi della struttura burocratica non ha fatto riscontro una necessaria attivita' di impulso e controllo.
La scarsa attitudine della compagine amministrativa al rispetto delle regole e l'assenza di iniziative per contrastare la criminalita' sono altresi' attestate dal fatto che nel programma triennale per le opere pubbliche, approvato per gli anni 2016/2018, non e' stata inserita alcuna risorsa economica per la redazione del piano urbanistico comunale e del relativo Regolamento edilizio urbanistico ne', tantomeno, e' stata inserita alcuna previsione di somme da destinare al contrasto del fenomeno dell'abusivismo edilizio ed alle relative demolizioni da eseguire in danno.
Parimenti emblematica si e' rivelata l'amministrazione dei complessi immobiliari di proprieta' comunale caratterizzata da ima gestione disordinata e inefficiente; e' in tal senso significativo che la commissione d'indagine abbia incontrato difficolta' nel reperire i dati relativi ai legittimi assegnatari, agli occupanti abusivi, alle morosita' accumulate ed alle procedure attivate per il loro recupero.
Sulla questione e' in corso indagine giudiziaria da parte della Procura regionale della Corte dei Conti di Napoli per quanto attiene al danno erariale conseguente.
Le iniziative avviate nel maggio 2015 dal commissario straordinario incaricato della gestione dell'ente, che aveva dettato puntuali direttive agli uffici per migliorare la gestione del patrimonio immobiliare, non sono state in alcun modo recepite dagli amministratori e dai dirigenti attualmente in carica alcuni dei quali, come evidenziato, sono interessati da indagini penali per i reati di voto di scambio, minaccia o violenza agli elettori.
Dall'indagine ispettiva, in particolare, e' emerso che il sindaco ed un assessore, anziche' attivarsi per il recupero della legalita', hanno esercitato indebite pressioni sull'apparato burocratico affinche' venissero ritardate le pratiche di sfratto degli occupanti abusivi e morosi ed abbandonate le azioni giudiziarie avviate. Le uniche somme che l'amministrazione ha ricavato dall'attivita' di recupero sono state quelle riscosse da persone non legate alle locali cosche mentre nessuna azione correttiva e' stata posta in essere nei confronti di soggetti legati alla criminalita' organizzata che, tuttora, continuano ad occupare gli alloggi comunali senza versare alcun corrispettivo.
Ulteriori concreti elementi che attestano l'esistenza di cointeressenze tra esponenti dell'amministrazione comunale e le locali consorterie sono emersi in occasione dello svolgimento della «festa dei gigli», manifestazione popolare di grande richiamo, che si svolge ogni anno nella seconda settimana di luglio.
Al fine di prevenire fenomeni di infiltrazione camorristica, tenuto conto del consistente flusso di denaro che l'evento produce e dei cospicui contributi erogati dall'amministrazione comunale, il commissario straordinario incaricato della gestione dell'ente, nel febbraio 2015, aveva approvato un protocollo d'intesa tra l'ente locale ed il comitato organizzatore per assicurare il regolare svolgimento della festa. In particolare era stato previsto che un comitato di controllo, presieduto dal sindaco e composto dai vertici burocratici dell'ente tra cui il comandante della polizia municipale, effettuasse, ai fini dell'ammissione all'iniziativa, preventive verifiche sui componenti dei comitati promotori della festa per accertare la sussistenza di eventuali elementi ostativi alla partecipazione.
L'amministrazione comunale, tuttavia, come e' anche evidenziato da relazioni delle Forze dell'ordine, non ha posto in essere alcuna forma di controllo lasciando cosi', di fatto, che all'organizzazione della manifestazione partecipassero i quattro comitati rionali, tre dei quali riconducibili alle locali organizzazioni camorristiche.
L'episodio che piu' attesta il disvalore ed il mancato rispetto degli amministratori comunali per le istituzioni e' emblematicamente rappresentato dalla circostanza che - a fronte delle misure che la locale Questura adottava per evitare che la manifestazione si trasformasse in un'occasione per l'affermazione del dominio della camorra sul territorio - il giorno della festa, come riportato da verbali delle forze dell'ordine, le «paranze» erano non solo composte da esponenti camorristici che avevano sostenuto l'attuale compagine amministrativa ma anche da alcuni amministratori in carica.
Ulteriori rilevanti elementi comprovanti una gestione dell'ente avulsa dal rispetto delle leggi e regolamenti sono rinvenibili nelle modalita' con le quali sono stati disposti molteplici affidamenti di servizi pubblici ricorrendo alle procedure di somma urgenza.
Le ditte cui affidare tali servizi devono invece essere individuate sulla base di una «short list» di imprese fiduciarie dell'ente che, come previsto dal codice dei contratti pubblici, deve essere numerata, aggiornata almeno annualmente e suddivisa per categorie e classifiche. Le verifiche disposte hanno accertato che l'ultimo aggiornamento dell'albo attualmente utilizzato dal comune, redatto sulla base di un regolamento del 2008, risale all'anno 2013. Peraltro le procedure esaminate nel periodo di riferimento hanno evidenziato che alcuni servizi, in particolare quelli disposti dall'Area tecnica e dall'Area vigilanza, sono stati affidati ad aziende non presenti nell'elenco.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti, nell'amministrazione comunale di Casavatore, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Casavatore (Napoli), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 19 gennaio 2017

Il Ministro dell'interno: Minniti

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PREFETTURA - UFFICIO TERRITORIALE
DEL GOVERNO DI NAPOLI

Napoli, data del protocollo
Al sig. Ministro dell'interno
Roma
Oggetto: Comune di Casavatore (Na) (18.663 abitanti). Relazione
sull'esito degli accertamenti ispettivi volti a verificare la
sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento di cui
all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.

L'amministrazione comunale di Casavatore, insediatasi a seguito delle consultazioni elettorali del giugno 2015, e' stata coinvolta, nei primi mesi del corrente anno, da una clamorosa vicenda giudiziaria, diffusamente riportata dalle cronache locali e nazionali. L'inchiesta, svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, e' stata originata dal rinvenimento, nella tasca del pregiudicato Omissis, assassinato in Giugliano il 27 aprile 2015, dell'annotazione su un foglietto del nominativo di Omissis, candidato a consigliere del comune di Casavatore nella lista facente capo al candidato sindaco di centro sinistra, Omissis.
L'attivita' investigativa e' sfociata, nel mese di febbraio 2016, nell'emissione di un avviso di conclusione di indagini per i reati di voto di scambio; minaccia o violenza ad elettori; ricorso, ai fini della propaganda elettorale, ad un soggetto appartenente alla criminalita' organizzata e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale; omessa denuncia da parte del Pubblico Ufficiale nei confronti dell'attuale Omissis nonche' di appartenenti alla locale criminalita' organizzata, con l'aggravante per tutti, ad eccezione Omissis. del metodo mafioso di cui all'art. 7 della legge 203/91.
I fatti contestati mettono in evidenza collegamenti tra politica e criminalita' organizzata che avrebbe fornito un aperto sostegno in chiave elettorale alle opposte coalizioni in competizione per la guida dell'ente comunale, dando luogo ad un insano e teso confronto politico che ha visto diverse fazioni dei clan egemoni del territorio contrapporsi e schierarsi con i candidati sindaci. Nello specifico, il nucleo storico del clan Omissis, avrebbe fornito sostegno al candidato Omissis mentre esponenti del clan Omissis degli Scissionisti riferibili ad un'ala del gruppo Omissis avrebbero appoggiato al candidato Omissis.
All'attuale Omissis (sostenuta da una coalizione di liste civiche) unitamente, tra gli altri, al Consigliere di maggioranza Omissis e' stato contestato il reato di «minaccia o violenza ad elettori». L'Autorita' Giudiziaria ha ritenuto, in relazione alle modalita' operative, sussistente l'aggravante dell'art. 7, della legge n. 203/1991, avendo la Orefice, in concorso con i menzionati candidati, durante la campagna elettorale del maggio 2015, esercitato, in via diretta o per il tramite di Omissis, pressioni con mezzi illeciti atti a diminuire la liberta' elettorale per ottenere voti in favore della lista «Un'altra Casavatore» e delle liste ad essa collegate.
Ai componenti dell'opposto schieramento e, segnatamente a Omissis viene contestato il reato di «voto di' scambio», perche' «in concorso tra loro, durante la campagna elettorale del maggio 2015, per ottenere il voto in favore della lista Omissis e di quelle ad essa collegate, promettevano beni e varie utilita'».
Alla polizia locale viene anche contestato di aver «commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o ad un pubblico servizio».
Inoltre, ai consiglieri di minoranza Omissis viene contestato di essersi avvalsi in concorso fra loro, ai fini della propaganda elettorale, di Omissis, pur consapevoli che lo stesso era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale ai sensi della normativa antimafia, quale appartenente al clan Omissis al fine di trarre vantaggio dalla forza di intimidazione sugli elettori derivante dal vincolo associativo mafioso del Omissis.
I delineati rapporti dei componenti dell'amministrazione neoeletta con personaggi di spicco della criminalita' organizzata locale, aldila' di ogni ulteriore sviluppo in sede penale, hanno indotto, in funzione di prevenzione, ad un approfondimento delle verifiche gia' in corso presso l'ente comunale.
Da tempo, infatti, questa Prefettura aveva interessato le Forze di Polizia per un attento monitoraggio sull'operato dell'amministrazione comunale di Casavatore, in relazione ad ulteriori indagini giudiziarie che nel 2015, avevano portato all'arresto dell' Omissis in carica dal 2012 al 2014, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e alla truffa aggravata, nonche' per l'ipotesi di corruzione nell'ambito dei lavori di ammodernamento del complesso sportivo comunale affidati ad una ditta «amica» senza una regolare gara.
Inoltre, dai primi riscontri sull'eventuale esistenza di cause ostative all'assunzione del mandato, all'indomani dell'insediamento della nuova Amministrazione nel giugno 2015, erano gia' emersi legami parentali e rapporti di frequentazione tra taluni amministratori, molti dei quali gia' presenti in precedenti consiliature, e soggetti riconducibili alla criminalita' organizzata.
Gli esiti delle attivita' hanno confermato collegamenti degli amministratori locali con esponenti della criminalita' organizzata evidenziando anche come la nuova amministrazione, benche' in carica da poco piu' di un anno, abbia posto in essere condotte irregolari, poco interventiste se non addirittura omissive, agevolando soggetti appartenenti o vicini ad organizzazioni camorristiche che, di fatto, hanno condizionato l'agire del nuovo ente.
In relazione a cio', con nota n. n. 563/16/ R del 10 marzo 2016, e' stato chiesto, all'on. le S.V. l'esercizio dei poteri di accesso, conferiti poi con Delega Ministeriale mediante D.M. 17102/128/51 (47) Uff. V - Affari Territoriali del 15 marzo 2016.
Conseguentemente, con decreto prefettizio n. 45018/Area II/EE.LL. del 17 marzo 2016 (all. 1) e' stata costituita apposita Commissione d'indagine, composta dal Omissis per verificare la sussistenza di elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata o su forme di condizionamento degli stessi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento delle amministrazioni comunali e provinciali, nonche' il regolare funzionamento dei servizi alle stesse affidati ovvero che risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica, ai fini dell'eventuale adozione del provvedimento sanzionatorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. L'attivita' ispettiva
L'Organo ispettivo, insediatosi presso l'Ente il 18 marzo 2016 (all. 2), allo scadere dei tre mesi previsti dal comma 2 del citato art. 143 del T.U.E.L, ha chiesto la proroga dell'incarico (all. 3), concessa con provvedimento prefettizio n. 109714 in data 17 giugno 2016 (all. 4), per ulteriori tre mesi, in relazione alla complessita' delle verifiche in corso.
La Commissione ha consegnato, il 15 settembre 2016, l'unita relazione (all. 5), nella quale, partendo dalle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto sia l'amministrazione in carica, guidata dal Omissis, che quella precedente (2012 - 2014), retta dal Omissis, ha approfondito nel suo complesso la situazione del Comune di Casavatore, avvalendosi anche delle indicazioni gia' emerse dall'attivita' di monitoraggio avviata dalla Prefettura e dal contributo informativo delle Forze di Polizia.
Gli esiti degli accertamenti hanno fatto emergere in primis un preoccupante quadro di elementi personali o di raccordo riferibili ad una significativa rappresentanza dell'ente comunale; in particolare sono state evidenziate le parentele e le frequentazioni con appartenenti ai locali clan di camorra, oltre che del sindaco, di 10 consiglieri (6 di maggioranza e 4 di minoranza) su un totale di 16 componenti del civico consesso (oltre il 60%). Inoltre ben 7 dei 10 consiglieri controindicati, risultano presenti in precedenti consiliature ponendosi con cio' in posizione di sostanziale continuita' di gestione dell'Ente locale.
La Commissione, ha, poi, svolto un' analisi a tutto campo delle attivita' poste in essere dal Comune di Casavatore per cogliere elementi e indizi, coerenti sul piano logico, attendibili, nonche' sintomatici dello sviamento dell'azione amministrativa dal pubblico interesse, per agevolare la criminalita' organizzata sotto varie forme, sia attraverso specifiche procedure adottate che, soprattutto, mediante colpevole inerzia.
In quest'ambito l'attenzione si e' inoltre localizzata sulla situazione burocratica del Comune, sulle aree di maggiore sensibilita' ritenute particolarmente vulnerabili alle infiltrazioni camorristiche, quali quelle dei lavori pubblici, dell'urbanistica, del patrimonio, del controllo del territorio.
L'Organo ispettivo ha posto in rilievo i significativi precedenti penali e la rete di relazioni e parentele con esponenti dei clan locali di Omissis e le gravi irregolarita' riscontrate in tutti gli ambiti di azione dell' Ente locale.
L'intero apparato amministrativo e' risultato guidato, in tutti i settori da una burocrazia che la Commissione ipotizza «volutamente» priva di idonea professionalita' evidenziando che, in assenza dei necessari provvedimenti da parte degli Organi politici per la copertura mediante pubblico concorso dei posti di vertice, gli incarichi dirigenziali sono stati affidati a figure, prive di adeguata qualifica e, anche per questo, piu' facilmente assoggettabili agli indebiti condizionamenti del potere politico e non in grado di opporre resistenza alle pressioni provenienti da ambienti malavitosi.
L'azione degli «improvvisati» dirigenti si e' estrinsecata per un verso in un costante ricorso ad affidamenti diretti di lavori pubblici e servizi in violazione dei principi di trasparenza e rotazione, e per altro verso nella totale omissione di attivita' obbligatorie di controllo e vigilanza, con risultati disastrosi per il territorio - basti pensare al diffuso abusivismo edilizio -, per le casse comunali - per mancati introiti di tributi e dei canoni di locazione degli alloggi popolari occupati abusivamente - e, piu' in generale, sul piano della legalita' - in considerazione della disapplicazione, in molti casi, della normativa antimafia, fiscale e in materia di contratti pubblici.
A fronte del generale atteggiamento di immobilismo, si e' registrata, invece, una sospetta intensa attivita' nel settore urbanistico per gli interventi relativi al «piano casa», dove numerose e articolate procedure autorizzative, caratterizzate spesso dall'illegittima approvazione di varianti ai progetti originari, hanno consentito lo sfruttamento edilizio del territorio avvantaggiando imprese che sono risultate spesso riconducibili a persone affiliate o contigue ai clan locali.
Il quadro complessivo che e' derivato dall'attivita' ispettiva e' lo spaccato di un'amministrazione che ha abbassato la soglia di difesa contro i sodalizi criminali, caratterizzandosi, nei fatti, per comportamenti omissivi sul piano dei controlli e per aver abdicato a ogni funzione diretta all'affermazione dei valori della legalita' e del bene comune.
Appare poco plausibile, dal complesso e dagli intrecci delle situazioni esaminate che, il generale caos amministrativo e l'illegalita' diffusa riscontrati, possano ricondursi a semplici fattori casuali, quanto piuttosto, come rilevato dalla Commissione d'indagine, si appalesino strumentali alla permeabilita' dell' Ente locale ed al suo condizionamento da parte della criminalita' organizzata. Il territorio e la criminalita' organizzata
Si reputa utile, al fine di delineare lo scenario di fondo in cui ha operato l'amministrazione locale, focalizzare il contesto territoriale e l'andamento delle fenomenologie criminali che interessano l'area in cui si colloca il Comune di Casavatore.
Posto a ridosso dei popolosi e degradati quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia, connotati da un'asfissiante presenza di alcuni tra i piu' pericolosi clan storici della camorra, il comune di Casavatore confina anche, nell'area settentrionale della Provincia, con Casoria e Arzano dove sono attivi gruppi camorristici riconducibili al potente Omissis
La capacita' di penetrazione nelle amministrazioni locali dei gruppi criminali egemoni nell'area a nord di Napoli e' forte e lo dimostrano i numerosi provvedimenti di scioglimento degli Organi elettivi, per accertate infiltrazioni camorristiche che hanno interessato negli ultimi anni i Comuni di Casoria (2005), Crispano (2005), Melito di Napoli (2005), Brusciano (2006), Casalnuovo (2007) ed Arzano (2008 e 2015 attualmente retto dalla commissione straordinaria).
Il Comune si estende su un territorio di limitate dimensioni (con una superfice di 1,5 km quadrati), a forte densita' abitativa (vi risiedono circa 18.700 abitanti). L'economia di tipo prevalentemente agricolo fino agli anni 60, ha subito un veloce processo di trasformazione con la realizzazione di importanti insediamenti industriali e numerose attivita' commerciali oggi presenti senza soluzione di continuita' anche nei limitrofi comuni di Casoria ed Arzano. La presenza di organizzazioni criminali sul territorio e' fortemente e storicamente radicata anche in relazione alla gia' accennata strategica e centrale collocazione dell'ente nella geografia criminale del comprensorio provinciale.
A Casavatore sono oggi attivi due rilevanti gruppi camorristici: quello storicamente egemone, capeggiato da Omissis, attualmente detenuto e quello dei Omissis
Il gruppo criminale Omissis, che negli anni passati e' stato particolarmente attivo nello spaccio di stupefacenti, oggi puo' ritenersi disaggregato in diverse fazioni oltre che in fase di dissoluzione a motivo dei numerosi arresti di soggetti affiliati.
L'indebolimento del clan Omissis ha alimentato le mire di aggregati criminali emergenti per il controllo delle estorsioni e dello spaccio di stupefacenti. Il clan Omissis anch'esso privato delle sue figure carismatiche, mantiene ancora il controllo di buona parte delle piazze di spaccio del territorio. Le piu' recenti analisi descrivono entrambi i clan in evidenti difficolta' ed in fase di coalizzazione per difendere il controllo delle attivita' illecite dai continui tentativi di espansione di altre consorterie mafiose del comprensorio.
Ne deriva una situazione di forte contrapposizione, da un lato per acquisire e dall'altro per mantenere il dominio sul territorio al fine di sfruttare le occasioni di illecito arricchimento (soprattutto usura, estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti). In tale ambito si sono registrati nel tempo episodi violenti, sfociati anche in omicidi (tra questi anche quello di Omissis, pregiudicato, affiliato al clan camorristico Omissis di cui si e' detto in precedenza) Gli Amministratori
Dalla primavera del 2012 la citta' e' stata retta da una coalizione di centro - sinistra, capeggiata Omissis la cui consiliatura, a causa di dissidi maturati nella maggioranza, si' e' conclusa con le dimissioni, in data 1° dicembre 2014, di piu' della meta' dei consiglieri e con la conseguente nomina di un Commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune (sino al maggio 2015).
L'attuale Amministrazione comunale guidata dal Omissis, sostenuta da una coalizione di liste civiche di orientamento di centro destra, si e' insediata a seguito delle consultazioni del 31 maggio 2015.
Sul risultato delle urne gravano, come detto, le ipotesi di reato formulate dalla DDA sull'inquinamento mafioso della campagna elettorale che ha visto il successo della Omissis al ballottaggio, con il 56,16 % dei voti, ribaltando gli esiti del primo turno, che aveva registrato un considerevole vantaggio del candidato della contrapposta coalizione Omissis con il 41,55 % dei suffragi contro il 35,30 della Omissis.
Ed e' proprio sulla figura del Omissis, con cui l'Organo ispettivo ha avuto modo di rapportarsi ed acquisire elementi di interesse, che vengono messi in luce profili e circostanze che ne delineano la riferibilita' alla criminalita' organizzata.
Il Omissis come detto, gia' vice sindaco dell'amministrazione Omissis dal 2012 al 2013, e' indagata per il reato di «minaccia o violenza ad elettori» con l'aggravante del metodo mafioso nell'ambito dell'inchiesta della D.D.A di Napoli scaturita dall'omicidio Omissis.
Sicuramente indicativo di un atteggiamento antigiuridico e' la ipotesi delittuosa contestata alla Omissis che avrebbe ricevuto il sostegno elettorale da parte di esponenti della criminalita' organizzata, di cui si sarebbe avvalsa per la propaganda elettorale «porta a porta» allo scopo di esercitare una pressione chiaramente intimidatoria sugli elettori.
Nell'ottica dell'ipotizzato pactum sceleris fondato su basi non certo a favore della collettivita', le indagini giudiziarie collocano anche l'aggressione di matrice mafiosa, avvenuta nei giorni immediatamente antecedenti il turno di ballottaggio nei pressi del comitato elettorale dell'avversario politico della Omissis, Omissis, nei confronti di un sostenitore di questi, tale Omissis, sorvegliato speciale.
La vicinanza della Omissis con esponenti della criminalita' organizzata era gia' stata riscontrata dalle Forze dell'Ordine che avevano avuto modo di accertare le frequentazioni della figlia, Omissis con Omissis, pregiudicato - nipote del capo clan Omissis - lo stesso che ha partecipato in prima persona alla campagna elettorale della Omissis ed e' stato, unitamente alla suddetta e ad alcuni consiglieri della sua compagine, destinatario del gia' citato provvedimento di conclusione di indagini emesso dall'Autorita' Giudiziaria per il reato di minaccia e violenza ad elettori, con l'aggravante del metodo mafioso.
Partendo da questo quadro che preconizza l'uso distorto della pubblica funzione del Omissis a vantaggio della criminalita' organizzata, la Commissione d'indagine ha posto in rilievo circostanze ed occasioni che disvelano l'influenza degli ambienti malavitosi sul Omissis.
E' il caso della «Festa dei Gigli 2016» manifestazione della tradizione popolare ma anche occasione per la camorra di affermare pubblicamente, attraverso la gestione dell'organizzazione e la diretta partecipazione alla festa, la capacita' di esercitare un totale controllo del territorio in aperta sfida alle Istituzioni locali.
Proprio per fermare il ripetersi della indicata «liturgia mafiosa» con il connesso disvalore simbolico, il Commissario Straordinario, in carica fino alla elezione della Omissis, aveva emanato un apposito regolamento contenente efficaci misure di prevenzione e rigorose funzioni di controllo attribuite al Omissis, quale massima espressione della rappresentanza popolare.
La Omissis, invece, per contro, non ha inteso porre in essere alcuna forma di controllo, rimettendo cosi', di fatto, ai soliti soggetti controindicati, l'organizzazione della manifestazione connotata, nel 2016,come meglio di dira' piu' innanzi, dalla partecipazione di quattro comitati rionali, 3 dei quali sono risultati, dalle verifiche compiute riconducibili ai clan «Omissis.
Analogo l'atteggiamento del Sindaco in relazione alle procedure di sgombero degli occupanti abusivi e morosi degli immobili di proprieta' comunale. Anche in questo caso, a fronte delle iniziative assunte da parte della gestione straordinaria del Comune, volte al ripristino della legalita', l'Organo ispettivo, ha riscontrato il «fattivo intervento» di segno contrario del Omissis con la conseguenza che soggetti vicini al locale clan Omissis hanno continuato a godere di illegittime posizioni di privilegio senza, peraltro, versare alcun corrispettivo economico.
Il Omissis, avvalendosi anche dell'apporto di un suo assessore, ha addirittura tentato di bloccare le procedure esecutive gia' in corso. Nella circostanza, infatti, e' intervenuta anche Omissis coniugata con Omissis, affiliato al clan Omissis arrestato per detenzione di oltre 20 Kg. di sostanze stupefacenti, e che ha partecipato all'organizzazione della festa dei Gigli 2016 con il comitato rionale Bar Umberto, risultato espressione della criminalita' organizzata locale.
Dalla denuncia che il responsabile dell'Ufficio legale del comune di Casavatore, Omissis ha presentato alla Commissione d'accesso, si rileva che sia il Omissis che Omissis giungono ad invitare Omissis, che stava curando le procedure di sfratto degli occupanti abusivi e morosi, ad avere atteggiamenti morbidi e ad abbandonare le azioni giudiziarie gia' intraprese per lo sgombero dai locali dei citati conduttori non in regola, tra i quali soggetti affiliati al clan Omissis
A definizione della deviata politica di indirizzo e di gestione della cosa pubblica da parte del primo cittadino che e' alla guida dell'Ente da poco piu' di un anno, la dubbia autorizzazione rilasciata per la costruzione del complesso immobiliare di Via Taverna Rossa di Casavatore, per la quale la Omissis e' indagata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord per i reati in concorso di abuso di ufficio, omissione di atti di ufficio, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e falsita' ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Appare utile, nel contesto, al fine di meglio delineare la compagine governativa, riportare i piu' evidenti precedenti e legami degli amministratori con la criminalita' organizzata.
Omissis, e' imparentata con esponenti di spicco del clan Omissis; il padre, Omissis gravato da numerosi pregiudizi e' affiliato, insieme al fratello ed al cugino, allo stesso clan ed ha avuto un ruolo attivo nella organizzazione della festa dei gigli 2016, partecipando come presidente del comitato «Via Liberta' 1996».
Omissis, gia' consigliere di maggioranza durante la consiliatura Omissis e' coinvolto in numerosi procedimenti penali per estorsione, associazione a delinquere e rapina.
Il consigliere Omissis e' imparentato con il noto camorrista Omissis latitante in Brasile per oltre 30 anni, arrestato nel maggio scorso ed estradato in Italia. La convivente Omissis, e' sorella di Omissis affilato al clan Omissis e pluripregiudicato con evidenze di frequentazioni, in particolare nell'anno 2015, con affiliati alle consorterie camorristiche della zona.
Il consigliere Omissis e' parente di affiliati al gruppo camorristico Omissis e al clan Omissis. E' tra i candidati alle comunali 2015 coinvolti nell'inchiesta della D.D.A. di Napoli e destinatario, insieme al Omissis, di avviso di conclusioni di indagini per i reati di minaccia e violenza ad elettori, perche' in concorso tra loro «con piu' azioni di un medesimo disegno criminoso, durante la campagna elettorale per l'elezione del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale di Casavatore del 31 maggio 2015 e successivo turno di ballottaggio del 15 giugno 2015 per ottenere il voto degli elettori in favore della lista «Un'altra Casavatore» e. delle liste ad essa collegate, capeggiate dal Omissis, che si contrapponeva, tra le altre, alla lista «PD Silvestri Sindaco» capeggiata dal Omissis esercitavano in via diretta o per il tramite di Omissis (consigliere uscente non ricandidato), Omissis e Omissis Omissis.
Il consigliere Omissis, gia' consigliere di maggioranza nella precedente consiliatura, risulta in rapporti di frequentazione con persone controindicate contigue al clan Omissis.
Anche gli attuali consiglieri di minoranza che nelle precedenti amministrazioni hanno ricoperto ruoli di governo in quanto facenti parte della maggioranza che guidava l'ente, non risultano esenti da legami con la criminalita' organizzata.
Il consigliere di minoranza, gia' candidato Omissis, come gia' riferito, e' stato destinatario dell'avviso di conclusione di indagine per i reati di voto di scambio e ricorso, ai fini della propaganda elettorale, ad un soggetto appartenente alla criminalita' organizzata con l'aggravante del metodo mafioso.
Singolare e' l'utilizzo da parte del Omissis, ai fini delle propaganda elettorale, di Omissis (fratello del consigliere di minoranza Ciro) pur nella consapevolezza che lo stesso era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale ai sensi della normativa antimafia, quale appartenente al clan Omissis, sottogruppo Omissis.
Il consigliere Omissis e' stato rinviato a giudizio per il reato di usura. Dello stesso sono state evidenziate le frequentazioni con Omissis, di cui si e' detto, ed e' oggetto delle indagini della D.D.A. di Napoli per reati in materia elettorale insieme a Omissis, il tutto con l'aggravante del metodi mafioso di cui all'art. 7 della legge 203/91.
Il consigliere Omissis, legato da vincoli parentali con la famiglia Omissis, e' coinvolto, come gia' detto, nelle indagini della D.D.A. di Napoli per reati in materia elettorale (voto di scambio) con l'aggravante di essersi avvalso ai fini della propaganda elettorale del proprio fratello Omissis, pur consapevole che lo stesso era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale ai sensi della normativa antimafia, quale appartenente al Clan Omissis. In particolare il Omissis stazionava stabilmente innanzi alla sede del comitato elettorale della lista PD facente capo al candidato Omissis e promuoveva la candidatura di quest'ultimo, del fratello Omissis, nel quartiere di Corso Europa a Casavatore dove dimorava.
Il consigliere Omissis, gia' Consigliere di minoranza nella precedente gestione Omissis, e' stato denunciato per violazione della normativa sugli assegni bancari e per abuso d'ufficio, e' imparentato con affiliati al clan Omissis, gruppo Omissis. Da quanto segnalato in un esposto anonimo, pervenuto alla Commissione d'indagine, Omissis, pur essendo di contrario schieramento, avrebbe raggiunto un accordo segreto con il Omissis alla quale avrebbe fornito il proprio sostegno in Consiglio comunale ottenendo in cambio il controllo nella gestione degli appalti pubblici dell'Ente. Lo scritto e' stato inviato alla Procura della Repubblica e alla D.D.A. per i conseguenti accertamenti. L'Organo ispettivo ha verificato, al riguardo, che il Omissis, dopo la fuoriuscita dalla maggioranza di quattro consiglieri, ha costituito il punto di equilibrio, per garantire la stabilita' dell'attuale Amministrazione, tanto che la sua assenza, quale componente della minoranza, e' risultata decisiva nella seduta del Consiglio comunale che ha deliberato l'approvazione del bilancio. L'Apparato Burocratico
Un focus specifico va dedicato all'apparato burocratico dell'ente che la Commissione descrive, oltre che poco collaborativo, anche ostruzionistico nei confronti degli accertamenti ispettivi e di cui evidenzia la inadeguatezza all'assolvimento dei compiti istituzionali quanto a competenze ed a senso del dovere, specie per quel che attiene ai livelli dirigenziali o di responsabilita' dei settori.
Situazione questa che gia' non consente di realizzare una difesa efficace dai tentativi di infiltrazione del malaffare nella gestione dell'ente, aggravata, poi, sia dalla presenza di elementi che presentano legami con esponenti di spicco della criminalita' organizzata che dalla totale assenza, come gia' detto, di controlli da parte della compagine politica che, anzi, non trova ostacolo alle diverse scelte di indirizzo operativo.
Diversi sono i casi di pregiudizi penali e di elementi di contiguita' con la criminalita' organizzata, a carico dei dipendenti comunali, tra cui si citano come piu' rilevanti:
i fratelli Omissis entrambi pregiudicati, hanno rapporti di stretta parentela con il capo del gruppo camorristico dei c.d. «Omissis;
Omissis, fratello di Omissis condannato, per associazione a delinquere di stampo camorristico ed esponente di spicco del clan Omissis;
Omissis fratello di Omissis ucciso in un agguato camorristico nel 1991;
Omissis, fratello di Omissis, pregiudicato, ritenuto esponente di rilievo del Clan Omissis ucciso nel 1995.
Vale la pena evidenziare che esponenti di rilievo della burocrazia comunale sono coinvolti nel medesimo procedimento penale per il rilascio della sopradescritta autorizzazione urbanistica, che ha interessato tra gli altri il Omissis, instaurato presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord, per i reati in concorso di' abuso di ufficio, omissione di atti di ufficio, omessa denuncia di reato da parte di' pubblico ufficiale, falsita' ideologica commessa dal privato. Si tratta di Omissis
Omissis
La Commissione si e' soffermata sulle figure di Omissis di cui meglio si dira' in seguito.
Omissis in servizio presso il Comune di Casavatore come Omissis dal giugno 2008, e' divenuto Omissis dal luglio 2011. La Commissione ispettiva ne descrive la figura, per un verso all'interno di relazioni con la politica e la criminalita' organizzata e, per l'altro, come elemento incline a comportamenti contrari ai doveri di ufficio.
L'inchiesta della DDA lo pone al centro di un intreccio politico mafioso che lo vede attivamente appoggiare con condotte penalmente rilevanti fino all'abuso dei doveri di ufficio, la candidatura a v e dei consiglieri comunali Omissis, entrambi uscenti e ricandidati. Ne evidenzia poi l'omissione, nella sua qualita' di ufficiale di polizia giudiziaria di denuncia alla Magistratura di fatti reato di cui aveva avuto notizia in ragione delle sue funzioni.
Grave appare per un operatore di polizia che dovrebbe essere il piu' prossimo referente per la collettivita' in un territorio, come Casavatore, ove spesso regna l'omerta' e la scarsa collaborazione dei cittadini con le forze di polizia, non denunciare fatti costituenti reati, cosi' come emergono dal quadro accusatorio con riferimento alle singole ipotesi omissive, concretizzatesi nella mancata denuncia ricevuta da una cittadina di minacce subite dalla stessa ad opera di' persone legate al gruppo di Omissis allo scopo di farla desistere dall'intento di votare la candidata Omissis e al non aver dato seguito alla notizia di irregolarita' nello svolgimento del primo turno elettorale riferite dalla candidata Omissis che paventava uno scambio di voti - soldi.
Anche sul piano disciplinare emergono diverse circostanze nelle quali Omissis ha dimostrato negligenza nell'esecuzione dei compiti assegnati, confluite nel deferimento dello stesso all'Ufficio Procedimenti Disciplinari dell'Ente e nella richiesta del Segretario comunale del 27 maggio 2016 al Sindaco, per il trasferimento ad altro incarico del Omissis per superare le difficolta' da questo strumentalmente frapposte relativamente alle richieste di notizie e informazioni sia della Commissione di accesso che della Procura della Corte dei Conti.
Omissis oltre a svolgere le funzioni di Omissis, negli anni ha comunque ricoperto incarichi di politica attiva nel territorio di Omissis. Infatti e' stato consigliere comunale Omissis nella lista di Alleanza Nazionale, nella componente di maggioranza dal 2002 al 2006, della coalizione di centro destra del Omissis. Alle successive consultazioni del 2007 e' stato, poi, eletto consigliere comunale di maggioranza nella lista civica di' centro sinistra a sostegno del Omissis fino alla scadenza naturale del 2012.
Lo stesso si e' presentato anche alle consultazioni del maggio 2012, sempre a sostegno del Omissis, ma e' divenuto consigliere di maggioranza solo nell'ottobre 2015 a seguito di surroga.
Proprio con riferimento a tale esperienza si ritiene utile rappresentare che, di recente, e' pervenuto a questa Prefettura, un esposto con il quale sono state segnalate anomalie sulla condotta del Omissis che avrebbe fornito appoggio elettorale al candidato Omissis il quale, in cambio dei voti, ne avrebbe agevolato la carriera presso il comune di Casavatore. Le vicende segnalate sono attualmente al vaglio dell'Autorita' Giudiziaria.
Appare il caso di ricordare in proposito il procedimento penale che pende presso il Tribunale di Napoli a carico, tra gli altri, del Omissis, per il reato di associazione a delinquere e corruzione in relazione ai lavori di metanizzazione del Comune e che ha portato all'applicazione nel marzo 2015 nei confronti dello stesso della misura cautelare degli arresti domiciliari, poi revocata nel luglio dello scorso anno.
La Commissione d'indagine ha evidenziato, inoltre come Omissis sia stato tenuto in grande considerazione dalle diverse amministrazioni succedutesi presso il Comune di Casavatore che lo hanno individuato quale proprio referente riconoscendogli fiducia e credito ed attribuendogli ulteriori incarichi anche in settori delicati quali quello di Omissis (carica cessata per dimissioni il 2 marzo 2016) ente gia' da tempo attenzionato dalle Forze di Polizia e dalla Autorita' Giudiziaria.
L'Organo Ispettivo ha, comunque, evidenziato come, a fronte della suddetta posizione di primo piano, la condotta posta in essere dal Omissis non sia apparsa conforme all'agire e ai principi di correttezza nell'agire, soprattutto nella sua qualita' di Omissis laddove non ha mai espletato la funzione fondamentale rimessa alla sua responsabilita' di Omissis del territorio finalizzato a prevenire e reprimere le diverse forme di illegalita'.
Non risulta infatti aver posto in essere alcun contrasto all' abusivismo edilizio, cosi agevolando edificazioni sine titulo e illegittime speculazioni edilizie riferite agli interventi del Piano Casa, per le quali si' e' attivato esclusivamente al fine di censire i proprietari promittenti degli alloggi popolari, ne' alcun intervento per la ricognizione e il conseguente sgombero degli occupanti abusivi gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ne' tantomeno alcuna verifica e controllo ha disposto nella veste di componente il Comitato di controllo della Festa dei Gigli 2016, per evitare la partecipazione di soggetti controindicati, avvantaggiando in tutti i casi esponenti della locale consorteria criminale.
La poliedricita' del Omissis ed il negligente attendere ai doveri del proprio ufficio lo hanno reso un collaboratore pienamente coerente con la volonta' politica di Amministrazioni non improntate alla legalita' e al soddisfacimento degli interessi collettivi quanto piuttosto a rendersi permeabile all'ingerenza del malaffare e degli interessi criminali. ATTIVITA' DELL'ENTE Urbanistica, Edilizia e Lavori Pubblici
Gli accertamenti ispettivi attraverso l'analisi degli atti relativi a numerose procedure hanno consentito di avere un quadro dell'azione amministrativa cosi' come portata avanti dai diversi uffici comunali. A fattore comune si e' disvelata una situazione preoccupante che investe le articolazioni piu' sensibili, in particolare nei settori tecnici (lavori pubblici, edilizia e urbanistica) sono emersi un disordine amministrativo e una generale inosservanza delle regole che sono apparse funzionali alle finalita' di tipo affaristico clientelare per favorire, tra gli altri, soggetti legati alla criminalita' organizzata, specie nell'ambito degli appalti e degli affidamenti dei lavori e dei servizi, laddove frequente e' stato il ricorso alla somma urgenza, all'affidamento diretto e alla proroga con elusione delle numerose direttive comunitarie e di settore.
Alla guida delle importanti articolazioni amministrative si sono alternate, nel tempo, due professionalita' tecniche: Omissis che sono stati i principali protagonisti delle diverse procedure di cui la commissione ha evidenziato le anomalie oltre che esecutori disponibili di distorte linee di pianificazione politica che hanno permesso alla criminalita' organizzata di ottenere benefici .
Oggi Omissis che ricomprende i settori dell Omissis, e' Omissis - subentrato dal 1° luglio 2013 Omissis cessato dall'incarico - sulle cui capacita' professionali l'organo ispettivo ha rilevato che, al di la' dell'esperienza e della pratica acquisita nel tempo nella materia, non ha alcuna specifica competenza.
Viene in primo luogo evidenziata la grave compromissione del territorio per lo scempio urbanistico che lo ha dilaniato a fronte del quale il comune ancora utilizza un vecchio piano regolatore generale adottato nel 1976, assolutamente inadeguato per governare il territorio che lascia amplissimi margini di incertezza e determina condizioni di forzatura e discrezionalita' nel rilascio dei titoli edilizi.
Cio' ha consentito, nei fatti, all'amministrazione comunale di Casavatore di adottare un piano casa per la riqualificazione e lo sviluppo edilizio di vaste aree, connotato da autorizzazioni illegittime e dall'indiscriminato ed eccessivo aumento dei volumi edificabili sul territorio.
In particolare, sono stati previsti e poi realizzati interventi di edilizia residenziale in Viale Michelangelo, in Via Libero Bovio ed in via Taverna Rossa, tutti contraddistinti da un'assoluta mancanza di corrispondenza ai principi fissati dalle leggi regionali, da molteplici finte varianti ai progetti originari che sono servite ad aumentare i volumi edificabili con la conseguente riduzione delle aree che da convenzione dovevano essere riservate all'uso pubblico.
Tali macroscopiche irregolarita', hanno messo in luce la disponibilita' dell'Ente locale ad assecondare le richieste dei costruttori, caratterizzate da profili di palese illegittimita', nel solo interesse degli stessi.
Esemplificativa al riguardo e' la procedura relativa all'intervento di Via Taverna Rossa, iniziata nel 2010 allorche' la Societa' Omissis ha chiesto un permesso di costruire per la trasformazione edilizia, a parita' di volume esistente, di un immobile industriale in un complesso residenziale per realizzare n. 124 unita' abitative oltre a locali commerciali e box auto.
La convenzione con cui venivano regolati i rapporti tra l'Ente e il costruttore riguardo agli standard da rispettare ed alle aree a destinazione pubblica da realizzare a compensazione degli oneri di urbanizzazione era stata stipulata dall Omissis
Successivamente, nel 2012, l'Ufficio comunale ha approvato una variante che ha portato a 138, in luogo delle 124 gia' autorizzate, il numero delle unita' immobiliari realizzabili. Per giustificare, apparentemente, tale cospicuo incremento, Omissis, con una illogica e irrituale procedura, ha calcolato, in favore del richiedente, anche la volumetria di un edificio, per il quale non era mai stata rilasciata alcuna concessione edilizia e quindi totalmente abusivo e, di contro, non ha, invece, provveduto a rideterminare in aumento il calcolo delle superfici da riservare all'uso pubblico, avvantaggiando per ben due volte il costruttore, l'una per l'aumento della volumetria disponibile, l'altra per il minore onere da sopportare in favore della collettivita'.
Nel maggio 2013, la Societa' Omissis, ha inoltrato una nuova richiesta di variante in corso d'opera per utilizzare ulteriori volumetrie ai fini edificatori. Nonostante le iniziali perplessita' evidenziate dal nuovo responsabile del settore, Omissis, ed il parere negativo espresso dall'Ufficio legale dell'Ente, il procedimento si e' comunque concluso con l'approvazione della richiesta e con la relativa autorizzazione, rilasciata, nel marzo 2016, alla societa' Omissis subentrata alla societa' Omissis.
Si ritiene utile al riguardo soffermarsi sulla societa' beneficiaria della illecita condotta dei funzionari pubblici che, in passato, e' stata amministrata da Omissis gravato da precedenti penali e contiguo al clan camorristico Omissis» ed in atto e' gestita da Omissis, indagato per traffico illecito di rifiuti, figlio del defunto Omissis fiancheggiatore della «Omissis» ed affiliato, successivamente, al clan Omissis.
Gli interventi relativi al Piano Casa, come gia' detto, sono oggetto di attenzione da parte della Procura della Repubblica - Napoli Nord, che ha instaurato procedimento penale n. 18163/2015.
Infine la Commissione ha ritenuto di evidenziare l'assoluta carenza di concrete azioni in contrasto al dilagante abusivismo edilizio in cui convergono interessi privati e criminali. Non solo l'apparato burocratico non ha esercitato alcuna funzione di controllo del territorio attraverso il rilevamento degli abusi edilizi, ma, anche quando gli stessi sono stati accertati dalla Magistratura, non ha comunque eseguito gli ordini di demolizione dell'Autorita' Giudiziaria. Edilizia Popolare
La Commissione di indagine, dopo aver preso in esame la documentazione amministrativa in possesso degli Uffici comunali, ha verificato il perdurare della totale inefficienza gestionale, collegata alla mancata ricognizione degli occupanti abusivi degli alloggi popolari di proprieta' comunale e dei conduttori morosi, nonche' al mancato avvio delle procedure di recupero dei canoni locativi.
Dalla informativa che la stazione dei Carabinieri di Casavatore ha trasmesso all'Autorita' Giudiziaria, si rileva come le uniche somme che l'amministrazione ha ricavato dall'azione di recupero, siano state solo quelle riscosse da persone non legate alle cosche locali, mentre, di contro, alcuna azione coattiva e' stata posta in essere nei riguardi di soggetti contigui alla criminalita' organizzata, che tuttora occupano abusivamente gli alloggi popolari senza versare alcun corrispettivo.
Le iniziative avviate nel maggio 2015 dalla gestione commissariale che aveva diramato precise direttive ai dipendenti uffici, non sono state coltivate dall'amministrazione Omissis, tant'e' che l'Organo ispettivo per ottenere un quadro aggiornato sugli effettivi nuclei familiari residenti, si e' dovuto rivolgere alle forze di polizia.
Le verifiche hanno fatto riscontrare numerosi casi di occupazione senza titolo di persone riferibili al clan «Omissis», nei cui riguardi a tutt'oggi, non sono stati emanati ne' provvedimenti di sgombero ne' tantomeno di recupero delle somme dovute.
Le situazioni piu' evidenti riguardano le occupazioni di immobili da parte di:
Omissis pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, padre di Omissis, detenuto, con precedenti penali per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti nonche' per reati contro il patrimonio, gravati dall'art.416 bis poiche' ritenuto affiliato al clan camorristico «Omissis»;
Omissis, moglie del citato Omissis;
Omissis con precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti affiliato al clan «Omissis», come il fratello Omissis, attualmente sottoposto alla sorveglianza speciale;
Omissis noto pluripregiudicato, anch'egli affiliato al clan «Omissis» nonche' al clan «Omissis», che peraltro, avrebbe gestito lo spaccio di sostanze stupefacenti nelle immediate adiacenze dell'alloggio popolare occupato abusivamente. Nei confronti dello stesso l'amministrazione comunale, solo dopo l'evidenza delle illiceita', nel decorso mese di giugno, ha avviato le procedure di sfratto. Festa dei Gigli
Lo svolgimento, nel luglio 2016, dell'annuale festa dei Gigli e' stata l'occasione piu' evidente che ha confermato, nell'attualita', l'atteggiamento collusivo dell'amministrazione comunale con le locali consorterie criminali.
Occorre rilevare, in via preliminare, che, per impedire fenomeni di infiltrazione camorristica nella manifestazione sostenuta con un cospicuo contributo del comune e monitorare il connesso consistente flusso finanziario, il Commissario straordinario, nel febbraio 2015, aveva approvato un protocollo d'intesa tra l'Amministrazione e il Comitato organizzatore ed un nuovo «Statuto della Festa dei Gigli». Il Comitato di controllo, presieduto dal Sindaco e costituito dal Comandante della Polizia Municipale, dal responsabile dell'Area Finanziaria, dal responsabili dell'Area Affari Generali e dal responsabile Area Servizi, aveva il compito di effettuare anticipate verifiche sui soggetti facenti parte dei comitati promotori della festa che, ai fini dell'ammissione, avrebbero, tra l'altro, dovuto fornire notizie e documentazione in ordine agli eventuali carichi e pendenze penali proprie e dei prossimi congiunti.
Si tratta di un modulo la cui applicazione ha portato a positivi risultati consentendo ad esempio quest'anno, nel quartiere Barra di Napoli, lo svolgimento di un analoga manifestazione risanata dalle ingerenze camorristiche, che ha rappresentato una decisiva inversione di tendenza rispetto ad uno stereotipo negativo purtroppo noto con conseguente emancipazione della collettivita' da ogni forma di sottomissione ai clan locali.
L'organismo di garanzia e controllo di Casavatore che avrebbe dovuto iniziare la sua attivita' dal settembre 2015, per quasi un anno, non ha invece, avviato alcun iter, ne' ha effettuato alcun controllo riunendosi, come accertato dall'Organo ispettivo, solo una volta, nell'imminenza della festa, il 27 maggio 2016, peraltro solo a seguito della richiesta di notizie da parte dell'Arma dei Carabinieri e della Commissione di accesso.
In merito si sottolinea che questa Prefettura, in una apposita Riunione tecnica di coordinamento del 22 giugno 2016, aveva esaminato i profili di sicurezza connessi allo svolgimento della manifestazione, in relazione a circostanziate informazioni prodotte dall'Arma dei Carabinieri che aveva segnalato la superficialita' ed il disinteresse dell'amministrazione comunale nelle attivita' connesse alla organizzazione della festa, alla quale si erano iscritti a partecipare soggetti con precedenti penali ed in rapporto con la criminalita' organizzata.
L'Arma, in particolare, aveva evidenziato come i quattro comitati rionali, che pure avevano aderito al protocollo di legalita', avevano fornito la documentazione richiesta, oltre che in ritardo, incompleta e difforme dalle disposizioni, sulla quale, comunque, si era registrata l'assoluta inesistenza di controlli da parte dell'amministrazione comunale che attraverso il «comitato di controllo» avrebbe, invece, dovuto escluderli dalla partecipazione alla festa.
In relazione a cio' si conveniva con le forze dell'ordine di adottare specifiche prescrizioni per lo svolgimento della manifestazione soprattutto in relazione al percorso del corteo che non avrebbe potuto subire alcuna modifica ne' effettuare soste diverse rispetto a quelle appositamente predefinite.
Il Questore, quindi, emanava, apposita ordinanza in data 7 luglio 2016, finalizzata ad evitare che la manifestazione potesse trasformarsi in un occasione di affermazione di esponenti camorristici sul territorio.
Al festeggiamento che ha avuto luogo l'11 e 12 luglio 2016, hanno partecipato quattro comitati rionali di cui tre sono risultati espressioni dei clan Omissis operanti sul territorio di Casavatore:
il Comitato Omissis che utilizza la paranza «Omissis» collegata ad Omissis, affiliato al clan Omissis e marito dell Omissis;
il Comitato Omissis che utilizza la paranza Omissis» riconducibile ad Omissis;
il Comitato Omissis che utilizza la paranza Omissis riconducibile al clan Omissis.
L'evento e' stato continuamente monitorato dalle forze dell'ordine che hanno potuto riscontrare come la manifestazione, attraverso la partecipazione di numerosi elementi di spicco dei clan, sia stata, ancora una volta, una pubblica affermazione del dominio della camorra sul territorio.
Ad accrescere il disvalore oltre alle violazioni in dispregio della prescrizioni del Questore di Napoli, la presenza in talune paranze non solo di esponenti camorristici scesi in campo a sostegno dell'attuale compagine, ma anche di rappresentanti dell'amministrazione comunale in carica.

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Il quadro delineato dall'Organo ispettivo evidenzia nella sua complessita' l'asservimento dell'ente a logiche ed interessi illeciti e condotte non proiettate a beneficio dei cittadini.
L'operato degli amministratori, con la carenza di linee di indirizzo e di precise scelte gestionali, e quello dell'apparato burocratico, assolutamente non conforme ai canoni di legge e di buona amministrazione, unitamente ad Omissis guidato da un Omissis inerte per tutte le attivita' tipiche del suo ufficio, ma carismatica figura referente dell'ente, appaiono complementari e coerenti a disegnare un'istituzione facile preda di conquista della criminalita' organizzata.
E' un costume ed un modo di agire non solo della nuova amministrazione Omissis, ma risalente anche agli anni precedenti, tant'e' che molti degli attuali componenti il civico consesso, compreso il Omissis, erano gia' presenti nelle passate consiliature con diversi ruoli e molti anche con differenti coalizioni politiche.
Questa amministrazione aveva l'opportunita' di un cambio di rotta potendo approfittare del lavoro avviato dal Commissario straordinario che nei primi sei mesi del 2015, aveva avviato azioni in settori strategici quale quello urbanistico, dell'edilizia popolare, nonche' dell'organizzazione della tradizionale Festa dei Gigli, tese al massimo rispetto delle normative e a tenere lontano gli esponenti delle organizzazioni criminali.
Invece, pur senza porre in essere atti formali di revoca, nella sostanza se ne e' completamente discostata, facendo cadere nel nulla le azioni intraprese, e cio' anche in costanza di attivita' dell'organo ispettivo che proprio nei suindicati settori stava conducendo la propria azione di indagine.
Non puo' essere considerata mera casualita' che una amministrazione «nata con il pieno appoggio della criminalita' organizzata», scesa apertamente in campo con spavalderia e con attivita' illecite per sostenere la conquista del comune, ponga in essere una gestione che attraverso omissioni, ritardi e procedure irregolari, concretizzi la propria azione in benefici per le stesse organizzazioni criminali.
In parallelo va evidenziato il forte interesse che la camorra ha manifestato nei confronti del Comune di Casavatore, tanto da fornire il proprio sostegno ad entrambi gli schieramenti politici per potere, in ogni caso, accaparrarsi una corsia preferenziale per l'ingerenza nella cosa pubblica.
Il complesso delle situazioni su evidenziate, con tutti gli elementi acquisiti dalla relazione ispettiva, corroborati dagli accertamenti delle Forze di Polizia, e' stato oggetto di attenta analisi in sede di Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica riunitosi il 20 ottobre 2016, allargato, nella circostanza, alla partecipazione del Procuratore della Repubblica e Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Omissis e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord Omissis ed al quale sono intervenuti anche i componenti della Commissione di Accesso che hanno fornito un quadro di azione dell'ente locale in rapporto alle dinamiche criminali di contesto.
Tutti i componenti del Comitato, anche in relazione all'analitica rappresentazione di fatti e circostanze evidenziati dal Coordinatore della Commissione ispettiva hanno convenuto sulla compromissione dell'amministrazione di Casavatore che benche' abbia operato per poco piu' di un anno, ha palesato, in modo chiaro e incontrovertibile, un agire di aperto favore alla criminalita' locale, che nel territorio, si presenta molto radicata e strutturata.
In particolare Omissis, ha evidenziato come, al di la' dei massicci collegamenti degli amministratori in carica con le consorterie criminali, che hanno fornito il loro appoggio per la conquista dell'ente, le condotte anche omissive dell'amministrazione comunale siano state viziate da illegalita' tese a favorire i locali clan, citando anche il procedimento penale aperto presso il suo ufficio in materia di urbanistica (di cui si e' gia' accennato nella parte espositiva)per il quale ha avuto modo di riscontrare elementi di riferibilita' alla criminalita' organizzata degni di approfondimento da parte della Direzione Distrettuale Antimafia, ritenendo, pertanto, l'attualita' e la concretezza di una preoccupante forma di condizionamento sull'ente locale.
Omissis, con riguardo alle indagini in corso per le ipotesi di reati in materia elettorale aggravate dal metodo mafioso, ha sottolineato che, a prescindere da ogni sviluppo futuro, emerge il dato pacifico dell'appoggio delle consorterie criminali all'amministrazione e che le ipotesi delittuose sono in stretto vincolo di funzionalita' con la nuova compagine elettiva di Casavatore.
Ritiene inoltre che l'attuale consiliatura abbia consapevolmente e reiteratamente uniformato la sua attivita' a comportamenti inerti, dilatori ed irregolari, ponendo in essere una tipica condotta omissiva, idonea a consentire alla malavita di penetrare nell'ente, sviandolo dalle finalita' pubbliche e che, quindi, concretizza, in maniera univoca, le condizioni per lo scioglimento del civico consesso.
In relazione agli esiti degli accertamenti espletati e delle analisi svolte in sede di Comitato si conviene con le valutazioni espresse che disegnano l'amministrazione di Casavatore fortemente condizionata da una criminalita' che ha fatto sentire il suo peso sin dal periodo preelettorale e che ha potuto trarre vantaggio dalle scelte della neo eletta compagine, grazie anche ad un apparato burocratico perfettamente allineato.
Pertanto si sottopone quanto su esposto alle valutazioni della On. le S.V. rappresentando che, per le circostanze emerse, appaiono, anche alla luce della piu' recente giurisprudenza, configurarsi le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento degli organi elettivi ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 267/00, ed inoltre per l'applicazione della misura di cui al quinto comma del citato art. 143, del trasferimento ad altro ufficio Omissis la cui ulteriore permanenza in una funzione cardine per il controllo e la sicurezza del territorio, non e' piu' compatibile con la realizzazione delle finalita' istituzionali.

Il Prefetto: Pantalone


 
Art. 2

La gestione del comune di Casavatore (Napoli) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
- dott.ssa Eugenia Valente - viceprefetto;
- dott. Massimo Izzo - viceprefetto aggiunto;
- dott. Michele Albertini - dirigente Area I.


 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 24 gennaio 2017

MATTARELLA

Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Minniti, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 31 gennaio 2017 Interno, foglio n. 189


 
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