Gazzetta n. 37 del 14 febbraio 2017 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 gennaio 2017 |
Scioglimento del consiglio comunale di Crispano e nomina della commissione straordinaria. |
|
|
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel comune di Crispano (Napoli) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015; Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di pone rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Crispano, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 20 gennaio 2017;
Decreta:
Art. 1
II consiglio comunale di Crispano (Napoli) e' sciolto.
|
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il comune di Crispano (Napoli), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica. A seguito di alcuni esposti e segnalazioni sul possibile sviamento dell'attivita' dell'ente ed atteso che il sindaco all'atto dell'investitura era stato pubblicamente salutato con favore da esponenti della criminalita' organizzata, veniva avviata, da parte delle forze di polizia, un'attivita' di osservazione del comune dalla quale emergevano profili di irregolarita' nelle procedure di competenza dei diversi settori amministrativi. In relazione a tali vicende ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nell'amministrazione comunale, il Prefetto di Napoli, con decreto del 29 marzo 2016, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. All'esito dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Napoli, sentito nella seduta del 20 ottobre 2016 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica e direzione distrettuale antimafia di Napoli e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nord, ha inviato, in data 26 ottobre 2016 l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale, ai sensi dell'art. 143 citato. I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ove si colloca l'ente locale, gia' interessato dal provvedimento di scioglimento per infiltrazioni mafiose nell'anno 2005, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e la locale consorteria. Il territorio del comune e' caratterizzato dalla radicata presenza di potenti organizzazioni criminali - dedite alle attivita' illecite ed in grado di incidere, con metodi tipicamente mafiosi, sul contesto sociale, economico ed istituzionale - che non mancano di ostentare la propria forza prevaricatrice in pubbliche occasioni a larga partecipazione popolare nel corso delle quali, come meglio precisato in seguito, appare in tutta la sua gravita' il coinvolgimento degli amministratori locali. Gli accertamenti effettuati dall'organo ispettivo hanno consentito di appurare, tra le amministrazioni succedutesi nel tempo a decorrere dall'anno 2002 e con la sola interruzione del periodo di gestione commissariale, una continuita' amministrativa caratterizzata dall'uso distorto dei pubblici poteri in favore degli interessi della locale criminalita'. La ricostruzione del quadro politico degli ultimi 15 anni ha posto in rilievo, ai diversi livelli di governo, la costante presenza di soggetti collegati alla criminalita' organizzata che hanno determinato le scelte e gli indirizzi dell'ente locale con particolare riguardo alle figure di un consigliere di minoranza e dell'attuale sindaco. Il primo e' stato sindaco del comune di Crispano per due mandati consecutivi dal 1998 fino allo scioglimento del consiglio comunale nel 2005 per condizionamento di tipo mafioso ed e' stato nuovamente eletto primo cittadino nel 2010. L'attuale sindaco ha invece diretto l'amministrazione comunale nel periodo 2009-2010 in quanto, a seguito del decesso dell'allora sindaco subentro' quale vice sindaco alla guida dell'ente locale, mentre nella successiva consiliatura, eletta nel 2010, ricopri la carica di assessore all'ecologia e all'ambiente. L'organo di gestione straordinaria, ponendo l'accento sulla continuita' di azione, in particolare da parte delle due figure piu' carismatiche rappresentate dai due menzionati amministratori che nel tempo si sono succeduti, ha inoltre evidenziato come molti componenti dell'attuale compagine amministrativa o loro parenti fossero gia' presenti nell'amministrazione destinataria nel 2005 del provvedimento di rigore. La relazione del prefetto di Napoli evidenzia, altresi', il ruolo attivo svolto dalle organizzazioni criminali nel corso delle elezioni amministrative che hanno interessato, nella primavera 2015, il comune di Crispano sia nella fase di composizione delle liste elettorali sia, successivamente, nel corso dei festeggiamenti per la vittoria dell'attuale sindaco. Viene al riguardo segnalato che la lista civica di colui che all'esito della competizione elettorale sara' eletto sindaco e' stata sottoscritta da soggetti, per la quasi totalita', gravati da precedenti penali; in particolare ventuno di essi sono parenti di soggetti controindicati o affiliati dell'organizzazione criminale egemone. Nel corso della campagna elettorale, connotata sin dall'inizio da gravi episodi di violenza e intimidazione posti in essere dalla locale criminalita'. due candidati che avevano ricevuto chiari messaggi di tino mafioso hanno rinunciato a partecipare alla competizione elettorale. Elementi univoci del condizionamento dell'attivita' amministrativa sono emersi anche dall'analisi svolta nel settore urbanistica. Il comune di Crispano utilizza ancora un vecchio piano regolatore del 1978 la cui applicazione lascia amplissimi margini di discrezionalita' nel rilascio dei titoli edilizi. Tale stato di cose ha favorito ripetute speculazioni edilizie con il rilascio di titoli concessori illegittimi in un settore di primario interesse per le organizzazioni criminali. Nel 2012 la redazione di un nuovo strumento urbanistico era stata affidata ad un professionista individuato dall'attuale primo cittadino ed assunto a tempo determinato con il compito di predispone gli atti preliminari al piano urbanistico comunale, nonostante la presenza nell'organico dell'ente di tecnici qualificati. Tali atti vennero approvati pochi giorni prima del termine dell'incarico conferito al professionista, la relativa procedura, tuttavia, anche in ragione profili di contrasto del regolamento con la legge regionale, evidenziati dai tecnici subentrati alla guida dell'ufficio, e' tuttora ferma sicche' lo strumento per lo sviluppo del territorio comunale e' ancora il menzionato documento del 1978. L'organo ispettivo evidenzia al riguardo il totale «stallo» tecnico-amministrativo dell'ufficio ed i conseguenti rilevanti ritardi riscontrati anche per quanto riguarda le attivita' di controllo. La relazione del prefetto si sofferma su alcune pratiche edilizie concessone di cui, in alcuni casi, hanno beneficiato soggetti riconducibili alla criminalita' organizzata. Emblematico a tal riguardo, nell'ambito degli interventi straordinari del piano casa, il permesso rilasciato nel corso della precedente consiliatura - in favore del coniuge di un amministratore locale e di un altro soggetto riconducibile, per legami parentali, ad altro amministratore legato ad ambienti camorristici - in aperto contrasto con la normativa di settore che consente solamente, entro parametri ben determinati, l'ampliamento di edifici gia' esistenti e non, come nel caso di specie, la realizzazione di nuove edificazioni. I concessionari, peraltro, pur non avendo realizzato le opere nei tempi stabiliti, hanno beneficiato di un'arbitraria proroga di' due anni concessa dall'amministrazione per l'inizio dei lavori. L'attuale amministrazione peraltro, sebbene sulla questione in argomento penda un procedimento penale presso il Tribunale di Napoli nord, non ha provveduto a dichiarare decaduti i concessionari dall'illegittimo permesso ricevuto. Significativa e' inoltre la circostanza che l'amministrazione abbia rilasciato permessi di costruire in sanatoria, relativi a progetti che presentano numerose anomalie e illegittimita' oltreche' carenza di' documentazione e che sono stati sottoscritti da tecnici dipendenti dello studio professionale del sindaco. Il condizionamento dell'attivita' amministrativa da parte di ambienti controindicati e' emerso anche dall'esame delle procedure di affidamento concernenti il piano di insediamento produttivo. Viene posto in rilievo come le istruttorie dei diversi procedimenti siano inficiate da numerose irregolarita' e violazioni di legge a beneficio di soggetti appartenenti alla locale criminalita' organizzata. Le assegnazioni dei lotti, disposte a far data dall'ottobre 2014, i cui relativi contratti sono ancora in corso di sottoscrizione, sono infatti avvenute con modalita' assolutamente non trasparenti, sulla base di semplici richieste, in palese violazione delle disposizioni regolamentari che prevedevano il sorteggio tra le societa' assegnatarie. Tra le ditte assegnatarie figura quella di un soggetto riconducibile per stretti rapporti parentali alla locale organizzazione criminale che, in deroga alle disposizioni di settore, pur non avendo ottemperato alla corresponsione delle spese sostenute dall'ente locale per espropriare l'area assegnata, non e' stata dichiarata decaduta dal beneficio. La relazione del prefetto evidenzia altresi' come l'impostazione e l'intero assetto del piano di insediamento produttivo sia in linea con gli interessi della famiglia del primo cittadino che, solo pochi anni prima dell'avvio dell'intervento edilizio, aveva acquistato numerose aree ricadenti nella zona interessata. Gravi irregolarita' sono emerse anche dalla verifica della procedura di assegnazione dell'impianto sportivo. Il responsabile dell'ufficio politiche sociali e dello sport, attuale comandante della polizia municipale, riconducibile per vincoli di parentela al clan egemone, ha affidato la gestione dell'impianto sportivo polifunzionale, in via diretta e gratuita, ad una societa' il cui legale rappresentante e' il fratello di un esponente apicale del clan camorrista egemone. La determina con la quale e' stata affidata la struttura presenta evidenti profili di illegittimita' atteso che tale assegnazione e' stata qualificata come «concessione», sebbene tale non sia, in quanto non e' prevista la corresponsione di alcun corrispettivo; si tratta invero di un comodato d'uso gratuito, tipologia di provvedimento non consentita e quindi illegittima in relazione alla tipologia di bene. La societa' concessionaria utilizza da oltre due anni l'impianto, circostanza che costituisce un grave danno per le casse comunali senza che l'attuale amministrazione abbia assunto iniziative per rimediare a tale situazione. La relazione del prefetto evidenzia che analoga circostanza si verifico' negli anni 2002-2005 allorquando la gestione di tale impianto venne affidata ad un consorzio nel cui assetto societario era presente un affiliato della locale cosca. Tale vicenda, allora rilevata in sede di accesso ispettivo, rappresento' uno dei motivi che nel 2005 portarono allo scioglimento dell'ente per infiltrazioni mafiose. Circostanze emblematiche connotano anche le modalita' di gestione del servizio di tesoreria comunale affidato ad un societa' destinataria di provvedimenti cautelari personali e reali emessi dalla Procura della Repubblica di Benevento nei confronti dell'impresa che svolgeva il servizio di tesoreria per conto del comune. Ulteriori significativi elementi sono attestati dalla partecipazione di esponenti di spicco di locali famiglie camorristiche al corteo di festeggiamenti per la vittoria conseguita dall'attuale sindaco e dalle fotografie pubblicate su un social network ove alcuni affiliati al clan camorrista egemone mostrano il logo del neo eletto sindaco. A tali aspetti si aggiungono le illiceita' riscontrate in relazione alle modalita' di svolgimento delle votazioni: il giorno del voto due elettori che avevano espresso la preferenza per colui che risultera' eletto primo cittadino sono stati denunciati perche' sorpresi all'interno della cabina elettorale mentre telefonavano o mentre fotografavano la scheda elettorale votata. La relazione del prefetto si sofferma sulla figura del primo cittadino, geometra professionista, per mettere in luce elementi e circostanze che ne delineano il collegamento con la criminalita' organizzata. La verifica delle autorizzazioni rilasciate dal comune di Crispano in materia urbanistica ha evidenziato che all'attuale sindaco, in qualita' di libero professionista, o a tecnici del suo studio, sono state assentite circa il 38% delle dichiarazioni di inizio attivita' nel periodo 2008-2015, circa il 32% delle SCIA nel periodo 2011- 2015, e circa il 48% dei permessi a costruire nel periodo 2008-2015. E' quindi emerso che il primo cittadino ha firmato e presentato, quale tecnico istruttore privato, numerosissime pratiche di edilizia privata, anche in periodi in cui ricopriva le cariche di vice sindaco, sindaco reggente, assessore e consigliere comunale, procedure che, indipendentemente dai profili di violazione di legge a seguito del mancato rispetto del dovere di astensione previsto dalla normativa di settore, in molteplici casi si sono rivolte in favore di soggetti legati alla criminalita' organizzata. Viene inoltre segnalato che anche altri componenti della giunta e della maggioranza e minoranza governativa vantano rapporti di stretta parentela con il locale clan camorrista o sono riconducibili a componenti dell'amministrazione sciolta nel 2005; due di essi hanno riportato, da soli su quarantotto candidati, il 32% delle preferenze. L'attivita' della compagine politica e' caratterizzata da un'indebita ingerenza sull'operato della struttura burocratica, in contrasto con il principio di separazione tra i poteri di indirizzo degli organi politici e quelli di gestione dell'apparato dirigente mentre l'apparato burocratico si e' connotato per la permeabilita' alle logiche clientelari che ha prodotto uno sviamento dell'attivita' amministrativa. In particolare nell'ambito degli uffici tecnici e del locale comando di polizia sono stati disposti, nel tempo, avvicendamenti di dirigenti ogni volta che questi ultimi non si sono mostrati inclini a condividere metodi e finalita' di gestione. La relazione del prefetto di Napoli pone in rilievo che, dal momento in cui l'attuale sindaco ha assunto incarichi di governo, dapprima come vice sindaco e poi come sindaco facente funzioni, l'area tecnica e' stata interessata da una diversa organizzazione e da una serie di avvicendamenti culminati con il conferimento dell'incarico ad un tecnico esterno, persona di fiducia dell'attuale primo cittadino, assunto a tempo determinato e posto a capo dello strategico ufficio urbanistica. Vicenda in parte analoga viene evidenziata con riguardo all'avvicendamento che ha interessato, nell'ottobre 2015, il comando di polizia municipale ove e' stato preposto un funzionario riconducibile, per affinita', ad un esponente di spicco della locale organizzazione criminale, fino a quel momento responsabile pro tempore del settore politiche sociali e sport. L'avvicendamento, e' stato disposto dal primo cittadino in stretta connessione con il comportamento assunto dal comandante nei confronti di esponenti della locale cosca in occasione di una manifestazione legata alla tradizionale «Festa dei gigli». La commissione d'indagine, come meglio evidenziato in seguito, pone in rilievo il concreto condizionamento del sindaco che con determinazione tempestiva, al fine di rimuovere ogni possibile ostacolo alle logiche di ambienti controindicati, ha prontamente rimosso il comandante dei vigili urbani minacciato da soggetti collegati alla criminalita' organizzata per non aver tutelato gli interessi della stessa. La relazione del prefetto evidenzia, peraltro, come molti tra i dipendenti comunali annoverino precedenti penali anche per reati associativi ovvero risultino, a vario titolo, contigui con soggetti gravitanti in ambienti camorristici. Ulteriori concreti elementi che rivelano una gestione dell'ente avulsa dal rispetto delle regole sono attestati dalla carenza, in tutti i settori di attivita', di strumenti regolamentari che sono volti a garantire trasparenza e la cui attuazione assicura la concreta articolazione dell'architettura degli uffici pubblici, fungendo da cornice e guida rispetto alla micro organizzazione delle strutture dell'amministrazione. Tali carenze determinano, nel loro insieme, le condizioni prodromiche al condizionamento mafioso, atteso che l'ingerenza criminale e' agevolata dall'inosservanza delle procedure amministrative. Tale modus operandi e' stato riscontrato, nell'attivita' svolta da alcuni uffici strategici, quali l'ufficio appalti di lavori e servizi pubblici o l'ufficio urbanistica, nella gestione dei beni comunali o nella gestione del servizio di tesoreria. In particolare, per quanto attiene al settore appalti di lavori e servizi pubblici, l'amministrazione in carica dal 2015 ad oggi, come emerso anche nel corso della riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, non ha posto in essere alcuna significativa attivita' gestionale. Le caratteristiche socio-economiche del comune di Crispano avrebbero dovuto indurre coloro che rivestono cariche pubbliche ad adottare prudenziali e tempestive scelte politico-amministrative mentre, a tutt'oggi, l'evidenziata assenza di atti regolamentari preordinati ad una corretta e uniforme gestione delle procedure, unitamente alla mancata adesione alla stazione unica appaltante, danno luogo ad una non consentita discrezionalita' dell'apparato burocratico e ad un conseguente incremento di interferenze esterne. Inoltre, la commissione d'acceso ha riscontrato un amiamo di cassa per oltre 620.000 euro, per il quale l'amministrazione non aveva sporto alcuna denuncia all'autorita' giudiziaria ne' aveva avviato alcuna iniziativa per il recupero delle somme; solo successivamente all'insediamento della commissione d'indagine l'ente ha presentato istanza di insinuazione al passivo del fallimento della societa' gia' concessionaria del servizio. Viene sottolineato come anche l'attuale amministrazione, omettendo le dovute verifiche e controlli, abbia prodotto gravi danni al bilancio dell'amministrazione comunale peraltro connotato da flussi finanziari di ridotta portata. Ad ulteriore conferma del quadro di condizionamento gia' delineato, la relazione del prefetto evidenzia come l'amministrazione in carica, anche in occasione della «Festa dei gigli» del 2016, avvenuta in costanza dell'accesso ispettivo, abbia mantenuto un atteggiamento di favore nei confronti della «paranza» riconducibile all'organizzazione criminale egemone. Viene rappresentato, anche in questo caso, che uno dei motivi alla base dello scioglimento dell'ente nel 2005 fu proprio il rilevato rapporto collusivo tra l'allora sindaco e la menzionata organizzazione criminale per l'organizzazione dell'evento. Il comune non ha effettuato alcun controllo, nemmeno a campione, sulle istanze di partecipazione dei rappresentanti dei comitati partecipanti e sulle autodichiarazioni, rese dagli stessi, attestanti l'insussistenza di procedimenti penali; solo dopo l'insediamento della commissione d'indagine sono stati effettuati parziali controlli per consentire lo svolgimento della tradizionale manifestazione. Emblematico e', poi, l'atteggiamento assunto dal primo cittadino in occasione di un episodio posto in essere dai componenti della «paranza» riconducibile all'organizzazione criminale egemone ed espressione della forza prevaricatrice della stessa, che ha dato luogo anche ad una situazione di pericolo per la pubblica incolumita'. In particolare in quell'occasione il figlio del locale capo consorteria infastidito dalla bravura della «paranza» rivale ha pubblicamente invitato i componenti della stessa ad abbandonare la manifestazione ingenerando in tal modo grande confusione e panico tra il pubblico presente. Ristabilito l'ordine, la manifestazione proseguiva - senza la «paranza» rivale - con la sola «paranza» sostenuta dall'organizzazione criminale, i cui rappresentanti rivolgevano parole di ringraziamento al sindaco. In quell'occasione il primo cittadino, anziche' condannare il comportamento poc'anzi descritto, nel tentativo di prendere apparentemente le distanze dalla locale criminalita' organizzata e nell'evidente tentativo di prendere tempo, ha sospeso lo svolgimento della prossima manifestazione prevista per la primavera 2017. Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti, nell'amministrazione comunale di Crispano, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Crispano (Napoli), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 19 gennaio 2017
Il Ministro dell'interno: Minniti
--------
Allegato
PREFETTURA - UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI NAPOLI
Napoli, data del protocollo Al Sig. Ministro dell'interno
Roma OGGETTO: Comune di Crispano (Na) (12.368 abitanti). Relazione sull'esito degli accertamenti ispettivi volti a verificare la sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. L'attuale amministrazione comunale di Crispano insediatasi a seguito delle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015 - connotate da un clima di accesa competizione - che hanno visto l'elezione del Omissis, alla guida della coalizione di centro destra e lista civica, e' succeduta alla consiliatura capeggiata dal Omissis - sostenuto da liste di centro sinistra - che ha retto l'Ente dal marzo 2010 al maggio 2015. Quest'ultimo era, altresi', sindaco nel 2005 allorquando il Consiglio comunale e' stato sciolto, ai sensi dell'art. 143 TUEL, per infiltrazione di tipo mafioso. Anche in ragione delle pregresse vicende che lo hanno interessato, oltre che per l'acclarata storica presenza di consorterie camorristiche operanti su quel territorio, il comune di Crispano e' stato oggetto, nel tempo, di un'attenta attivita' di osservazione e di approfondimento, disposta dalla Prefettura, volta ad acquisire, elementi e informazioni riguardanti fenomeni di condizionamento e compromissione sia degli organi elettivi che degli apparati burocratici. Il monitoraggio, e' stato poi intensificato in relazione agli accertamenti condotti sui nuovi amministratori eletti nelle consultazioni del maggio 2015, ai sensi della d.lgs. 235/2012, che hanno fatto emergere frequentazioni e parentele dei neo eletti con soggetti gravitanti nell'ambito dei locali gruppi camorristici, indicative della possibile influenza degli interessi criminali sull'esercizio di pubbliche funzioni. Inoltre, sono pervenuti a questa prefettura esposti anche da parte di consiglieri comunali di minoranza di Crispano e di alcuni parlamentari che hanno denunciato l'ingerenza della criminalita' organizzata che si sarebbe avvalsa anche di atti intimidatori per influenzare sia la fase della composizione delle liste che lo svolgimento della campagna elettorale. Le risultanze acquisite hanno disvelato legami di parentele e frequentazioni, oltre che di amministratori, di dipendenti comunali con soggetti gravitanti nell'ambito della locale criminalita' organizzata nonche' con riferimento alla campagna elettorale, circostanziati elementi in ordine ad atti intimidatori verificatisi nei confronti di candidati di entrambi gli schieramenti politici in competizione per il rinnovo del consiglio comunale di Crispano. Anche alla luce della prima attivita' gestionale avviata dall'Ente il cui Omissis, e' stato pubblicamente salutato con favore da esponenti di rilievo della criminalita' organizzata, cosi' come rappresentata dalle Forze di Polizia che hanno evidenziato profili di irregolarita' in diverse procedure dei settori amministrativi piu' sensibili, previo conforme avviso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, e' stato chiesto alla On. S.V. la delega all'esercizio dei poteri d'accesso, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del D.L. 629/1982, conferita con successivo provvedimento Ministeriale del 24 marzo 2016. In conseguenza, con decreto prefettizio n. 52083/Area II/EE.LL. del 29 marzo 2016 (all.1) e' stata costituita apposita Commissione d'indagine, composta dal Omissis per verificare la sussistenza di elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento delle amministrazioni comunali e provinciali, nonche' il regolare funzionamento dei servizi alle stesse affidati ovvero che risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica, ai fini dell'eventuale adozione del provvedimento sanzionatorio previsto dall'art. 143 del D. Lgs. n. 267/2000. L'attivita' ispettiva L'Organo ispettivo, insediatosi presso l'Ente il 30 marzo 2016 (all. 2), dopo un iniziale periodo di tre mesi, ai sensi dell'art 143 del TUOEL, ha, poi, chiesto la proroga dell'incarico (all. 3) , concessa , ai sensi del 2° comma del citato art 143 - con provvedimento prefettizio n. 107058, in data 13 giugno 2016 - per ulteriori tre mesi, in relazione alla complessita' delle verifiche in corso (a11.4). Gli accertamenti svolti dalla commissione d'accesso, confluiti nella relazione conclusiva della procedura depositata in data 29 settembre 2016 ( all. 5), cui si rinvia integralmente, nell'avvalorare l'ipotesi della sussistenza di fattori di inquinamento dell'azione amministrativa dell'ente locale a causa dell'influenza della criminalita' organizzata fortemente radicata sul territorio, hanno posto in risalto come, nel tempo, si sia riscontrata una precisa linea di continuita' tra le amministrazioni che hanno retto le sorti del comune di Crispano dal 2002 ad oggi, con la sola interruzione del periodo di gestione commissariale, caratterizzata dall'uso distorto dei pubblici poteri per favorire soggetti collegati direttamente o indirettamente con gli ambienti malavitosi. Partendo dai riscontrati rapporti di parentele e frequentazioni tra componenti dell'Amministrazione comunale ed appartenenti a sodalizi criminali, I' attenta e puntuale attivita' d'indagine ha ricostruito il quadro politico degli ultimi 14 anni del comune di Crispano evidenziando, la costante presenza nell'amministrazione di soggetti collegati alla criminalita' organizzata, con ruoli diversi sia in giunta che in consiglio sia nella componente di maggioranza che in quella di minoranza alternate nel tempo, che hanno determinato le scelte e gli indirizzi dell'Ente locale. Nel contesto e' stato evidenziato il profilo di Omissis, attuale consigliere di minoranza e gia' Omissis in carica ininterrottamente per due mandati consecutivi Omissis fino allo scioglimento del Consiglio comunale del 2005, determinato dalla accertata rete di parentele e legami tra amministratori e dipendenti con esponenti dei locali clan camorristici, che aveva condizionato l'attivita' dell'Ente locale, risultata compromessa dall'ingerenza criminale in diversi settori amministrativi. Al turno elettorale del 2008, successivo alla conclusione della gestione straordinaria, Omissis non ha potuto candidarsi per il limite del terzo mandato consecutivo previsto dall'art. 51 del TUOEL, pur restando figura di rilevante riferimento politico del territorio ed affatto avulso dalle dinamiche elettive dell'Ente comunale. L'Organo ispettivo, infatti, ha potuto verificare come, in questo periodo, Omissis che all'epoca ricopriva l'incarico di Omissis, si fosse attribuito il merito, in ogni pubblica occasione, di aver composto la lista vincente delle elezioni 2008 ed, in particolar modo, di aver individuato sia il Omissis sia Omissis, che militavano nell'area del suo partito politico. Le elezioni del 2008, vedevano la vittoria della coalizione di liste civiche di centro sinistra, guidata da Omissis, rimasto in carica per poco piu' di un anno essendo deceduto nel 2009. Quale Omissis, subentrava l'allora Omissis, che rimaneva alla guida dell'Ente fino al rinnovo degli organi elettivi nel 2010. Nell'occasione, Omissis, superata la fase della incandidabilita', concorreva alla competizione elettorale risultandone vincitore e, quindi, amministrava il comune fino al maggio dello scorso anno, mentre Omissis veniva eletto consigliere di maggioranza rivestendo anche, per un periodo di due anni, l'incarico di Omissis. Alla scadenza naturale della consiliatura il 31 maggio 2015, gli scenari cambiano: l'ex Omissis e l'ex Omissis, si sono presentati alla nuova competizione quali candidati Omissis sostenuti da coalizioni contrapposte, in un clima di acceso contrasto che ha contraddistinto tutta la campagna elettorale e si e' protratto anche dopo l'insediamento della vincente amministrazione Barra, che ha riportato il 51,42 % dei suffragi. La Commissione, ha evidenziato come anche l'attuale compagine amministrativa guidata dal Omissis faccia registrare al proprio interno componenti o loro parenti, presenti nell'amministrazione del 2005, destinataria del provvedimento di rigore, ponendo anche l'accento sulla continuita' di azione di carismatiche figure politiche: da un lato, l'ex Omissis politico di estrazione, ma incapace di evitare la compromissione con la criminalita' organizzata nel 2005, dall'altro, il Omissis, legato ad ambienti della consorteria criminale e i cui comportamenti si sono caratterizzati per le gravi illegittimita' finalizzate al soddisfacimento di interessi diversi da quelli pubblici di natura personale o a favore di appartenenti al clan locale. In relazione a cio' e tenuto anche conto del breve periodo di attivita' dell'attuale compagine, ha ritenuto opportuno analizzare a tutto campo le scelte gestionali e le azioni gia' avviate che, comunque, continuano ad esser portate avanti nell'attuale consiliatura, nello stesso solco e nella stessa linea di contiguita', oltre che evidenziare gli aspetti dei piu' recenti interventi della nuova amministrazione, assolutamente coerente con un governo dell'Ente distante dal soddisfare le finalita' del pubblico interesse ed orientata a favorire gli affari delle locali consorterie criminali. La stessa struttura organizzativa dell'Ente, risultata inadeguata ad assicurare l'efficacia e l'efficienza dell'azione amministrativa, per altro, in assenza di indirizzi politici improntati a principi di legalita' e di regolamenti disciplinanti le procedure dei settori piu' sensibili e' apparsa strumentale alle ingerenze della criminalita'. Invero, i frequenti avvicendamenti tra funzionari a volte assunti senza alcuna selezione, con incarichi a tempo determinato, rivelatisi poi piu' malleabili a condotte di sviamento hanno portato gli uffici comunali a conformare le procedure amministrative, in tutti i settori di attivita', a insufficienti e lacunose istruttorie, ritardi a danno degli utenti e delle casse del comune, nonche' a reiterate violazioni di legge che hanno mortificato le giuste aspettative della collettivita' amministrata. E' appena il caso di rilevare che il collegio ispettivo, al fine di acquisire le informazioni di interesse, ha dovuto ricorrere a frequenti audizioni dei responsabili dei servizi non potendo desumerle dagli atti d'ufficio stante il generale stato di disordine nella conservazione degli stessi, peraltro gia' di difficile comprensione anche per la carenza di motivazione e la superficialita' delle valutazioni. In questo quadro e' maturata la convinzione della Commissione di un attuale e concreto rischio di penetrazione degli interessi criminali in un consolidato sistema di connivenze ed interferenze di fattori esterni riferibili alle cosche locali risalente negli anni, al quale anche l'attuale amministrazione non solo non ha saputo porre argini ma si e' pienamente conformata con azioni, condotte ed omissioni. Beneficiaria del sistema e' la criminalita' organizzata fortemente radicata e dotata di grande capacita' di infiltrazione all'interno delle pubbliche amministrazioni. E' significativo, in proposito, che diversi civici consessi di comuni limitrofi a Crispano sono stati sciolti, anche reiteratamente, per forme di condizionamento di tipo mafioso. Anche in tal senso appare utile focalizzare il contesto territoriale e le dinamiche criminali che interessano l'area in cui si colloca Crispano, prima di analizzare, nel dettaglio gli esiti ispettivi, con riferimento alle posizioni degli amministratori, dei dipendenti comunali e alle principali procedure amministrative Inquadramento territoriale e contesto criminale Il Comune di Crispano, conta una popolazione di 12.359 abitanti e si estende su una superficie di 2,25 kmq, a nord della provincia di Napoli ed al confine con quella di Caserta, con un'economia che sebbene attualmente abbia una vocazione mediamente industriale, resta comunque legata ai settori originari trainanti del terziario e dell' agricoltura. Nel piu' ampio comprensorio in cui si colloca il Comune, si registra la radicata presenza di potenti organizzazioni criminali dedite alle attivita' illecite e capaci di incidere sul contesto sociale economico ed istituzionale con il predominio del clan Omissis che agisce tramite gruppi camorristici dislocati nei diversi territori. A Crispano, il referente dei Omissis e' Omissis sul quale gravano precedenti per associazione a delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione e reati in materia di armi, che sebbene sia da tempo detenuto lontano dalla Campania, non ha mai visto mutare la sua posizione apicale nel gruppo criminale attualmente retto dai Omissis nonche' dal cognato Omissis. Il controllo criminale del clan Omissis sul territorio di Crispano, esercitato con metodo tipicamente mafioso, e' fortemente percepito dalla popolazione che subisce la pressione dei clan in forma di totale assoggettamento e con comportamenti omertosi. Parallelamente, il gruppo, a mezzo dei suoi massimi esponenti, non manca di ostentare la propria forza in pubbliche occasioni a larga partecipazione popolare, come ha sottolineato la Commissione riferendosi all'annuale svolgimento della Festa dei Gigli, di cui si dira' piu' avanti, ove appare, in tutta la sua gravita', anche il coinvolgimento degli amministratori comunali. Gli Amministratori La ricostruzione del quadro politico degli ultimi quattordici anni del comune di Crispano, come gia' accennato, si incentra su due figure principali che ne hanno condizionato il corso e le attivita': l'ex Omissis e Omissis. I due ex amministratori si presentano alla competizione del maggio 2015 alla guida di opposti schieramenti e danno vita ad una campagna elettorale dai toni aspri e conflittuali, connotata da gravi episodi di violenza e intimidazione che vedono, come protagonista, la locale criminalita' organizzata scesa in campo per garantire i propri affari anche con l'amministrazione che andra' ad eleggersi. Il ruolo attivo delle organizzazioni criminali, a dimostrazione del forte interesse, si e' rivelato fin dalla fase preparatoria della composizione e preparazione delle liste elettorali, ed e' proseguito con l'attenzione allo svolgimento delle operazioni di voto ed, infine, con l'aperta partecipazione ai festeggiamenti per la vittoria del primo cittadino quasi a rivendicarne il merito o comunque la riferibilita'. In tale contesto emergono : l'aggressione ai danni dell'attuale Omissis, all'epoca della sua candidatura alla carica di consigliere per la lista civica «Adesso progetto per Crispano» di sostegno al Omissis, che ha riportato fratture e plurimi traumi, giudicati guaribili in quaranta giorni, per essersi opposto alla candidatura, nella stessa lista, del figlio di un affiliato al clan Omissis. Gli aggressori sono stati destinatari di un ordinanza del GIP del Tribunale di Napoli Nord applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari; le intimidazioni a due candidati Omissis che, dopo aver rinvenuto, nei pressi delle proprie abitazioni, animali morti o agonizzanti - chiari simboli in codice mafioso - avvolti in fogli di carta su cui erano riportate frasi minacciose, hanno rinunciato a partecipare alla competizione elettorale; la sottoscrizione, rilevata dall'Organo ispettivo, per la presentazione della lista civica del candidato Omissis «Adesso progetto per Crispano» da parte di soggetti per la quasi totalita' con precedenti penali e, in particolare, di 21 - su poco piu' di 100 sottoscrittori - parenti, contigui o affiliati al clan Omissis egemone sul territorio; le denunce durante le operazioni di voto, di due elettori sorpresi all'interno della cabina elettorale, l'uno a chiedere, a mezzo telefono, istruzioni circa la preferenza da esprimere, l'altro a fotografare la scheda elettorale votata. In entrambi i casi, la preferenza era stata espressa a favore di candidati della lista civica del Omissis; la partecipazione di esponenti di spicco delle famiglie camorristiche locali al corteo di festeggiamento per la vittoria del Omissis; ed infine, la pubblicazione sul profilo facebook dei sostenitori del Omissis di una fotografia ritraente un gruppo di affiliati al clan Omissis, tra i quali anche Omissis, figlio del capo clan e attuale reggente, che mostrano il logo del neo eletto Omissis. Proprio sulla figura del Omissis, l'accesso ispettivo ha messo in luce elementi e circostanze che ne delineano la riferibilita', oltre a quanto gia' evidenziato, alla criminalita' organizzata. Omissis sin dall'anno 1991, appena diplomato, ha iniziato a svolgere l'attivita' professionale quale collaboratore e praticante dello studio del Omissis gravitando" sempre intorno all'ente che poi andra' a guidare, e collaborando «di fatto» con gli uffici urbanistica e ed edilizia del comune che gli hanno riservato nel tempo un costante trattamento di favore. Da un puntuale screening degli elenchi delle autorizzazioni rilasciate dal Comune di Crispano in materia urbanistica, e' emerso che al Omissis, nella qualita' di libero professionista, o comunque a tecnici del suo studio, sono state assentite, circa il 38% delle dichiarazioni di inizio attivita' ( DIA) nel periodo 2008-2015, circa il 32% delle SCIA nel periodo 2011-2015 e rilasciati circa il 48% dei Permessi a Costruire nel periodo 2008-2015. Sostanzialmente Omissis ha firmato e presentato, quale tecnico istruttore privato, numerosissime pratiche di edilizia privata anche in periodi in cui lo stesso ricopriva cariche di governo dell'Ente in qualita' di Omissis molte delle quali per conto di soggetti legati alla criminalita' organizzata. A titolo esemplificativo si citano: il permesso di costruire rilasciato nel 2006 a Omissis cognata del capo clan Omissis, il cui progetto e grafici sono a firma del Omissis; il permesso di costruire in sanatoria nel 2013 rilasciato a Omissis, padre di Omissis esponente del Clan Omissis, i cui grafici risultano sottoscritti da un tecnico praticante presso lo studio del Barra; il permesso di costruire rilasciato nel 2013, tra gli altri, a Omissis, moglie dello stesso Omissis all'epoca consigliere di maggioranza. Tali procedimenti come piu' dettagliatamente si dira', sono stati connotati da gravi profili di illegittimita', con evidenze, anche di carattere penale oggi al vaglio dell'Autorita' Giudiziaria. La Commissione ha potuto rilevare come la riferibilita' della nuova compagine elettiva alla criminalita' organizzata non si limiti solo al coinvolgimento del Omissis ma anche di altri consiglieri che vantano rapporti di parentela con il clan Omissis e che, tra l'altro, sono risultati eletti con un ragguardevole numero di preferenze. Nello specifico il riferimento e' Omissis nipote di Omissis, ex Presidente del Consiglio comunale di Crispano sciolto nell'anno 2005 per infiltrazione di stampo mafioso, Omissis, eletta con 952 voti di preferenza; al Omissis, gravato da pregiudizi di polizia e cugino di 2° grado del capo clan Omissis, eletto con 825 voti di preferenza (di rilievo e' il risultato elettorale Omissis e Omissis - abbinati per la doppia preferenza di genere - che hanno ottenuto 1.777 voti di preferenza su un totale di 5.529 ottenute da tutti i 48 candidati partecipanti alle elezioni, ossia il 30,2% del totale). Per altro verso non puo' non evidenziarsi che anche tra le fila di minoranza vi sia un legame parentale con la criminalita' organizzata nella persona del Omissis nipote di Omissis affiliato al clan V. Completa lo scenario la considerazione che diversi componenti dell'attuale consiliatura, anche in differenti posizioni, erano presenti direttamente o per il tramite di parenti nell'amministrazione del 2005 sciolta per infiltrazioni camorristiche. Oltre all'attuale consigliere Omissis, figurano il consigliere Omissis, l'attuale Omissis, gia' consigliere di maggioranza nel 2005 ed infine il consigliere Omissis, figlia di Omissis, consigliere di minoranza della compagine del 2005. L'apparato burocratico L'Organo Politico, caratterizzatosi, come gia' accennato, per una forte e illegittima commistione tra scelte di governo e gestione diretta delle procedure amministrative, nel perseguimento, di finalita' di tipo affaristico, ha potuto contare su un apparato permeabile a logiche clientelari ed accondiscendente all'uso distorto delle pubbliche funzioni. Cio', in particolare, nell'ambito degli Uffici Tecnici (dell'urbanistica, dell'edilizia e degli appalti) e del Comando di polizia locale, settori chiave dello sviluppo e del controllo del territorio ove l'amministrazione, pur di giungere ad illeciti compromessi, ha avvicendato, nel tempo, i dirigenti ogni qualvolta gli stessi non si sono mostrati adeguatamente inclini a condividere metodi e finalita' di gestione. Cosi', sulla base della ricostruzione cronologica degli incarichi risulta che Omissis e Omissis che dirigevano sin dal 1999 rispettivamente, l'Ufficio Lavori Pubblici e l'Ufficio Urbanistica, dal momento in cui il Omissis fa il suo ingresso nella vita politica, prima come Omissis e poi come Omissis, iniziano a cambiare ufficio, dapprima alternandosi, e poi cedendo il posto ad un esterno, Omissis, tecnico di fiducia del Omissis, assunto a tempo determinato, senza alcuna selezione, e messo a capo del nevralgico ufficio Urbanistica. Lo stesso Omissis nel corso dell'audizione resa alla Commissione d'indagine ha espressamente dichiarato che la rimozione dall'incarico era stata determinata dalla sua opposizione alle pressioni esercitate dal Omissis affinche' inserisse nel redigendo regolamento edilizio disposizioni in contrasto con la normativa regionale che avrebbero reso possibile ogni sorta di speculazione edilizia. Nella stessa linea, ma molto piu' chiaro e significativo in quanto vede il Barra nella sua funzione attuale di Omissis, e' l'avvicendamento, nell'ottobre 2015, del Omissis, con Omissis (cognato di Omissis, esponente di spicco del Clan Omissis deceduto in un agguato di camorra nel gennaio 2014) che fino allora aveva svolto l'incarico di Omissis L'Organo ispettivo ha inquadrato la determinazione del Omissis in stretta connessione con il comportamento del Omissis «colpevole di non aver tutelato gli interessi del Clan Omissis» durante una manifestazione legata alla «Festa dei Gigli». L'evento autorizzato come spettacolo musicale, si e' trasformato in una sorta di passerella dei componenti della famigerata Omissis espressione del Clan Omissis, che venivano annunciati dallo speaker al folto pubblico da un palco, peraltro, installato abusivamente. I Vigili urbani presenti non sono intervenuti consentendo che la manifestazione proseguisse fino all'arrivo dei Carabinieri, che hanno richiesto la presenza del Omissis per avere chiarimenti circa la mancata comunicazione dell'evento al locale Comando stazione dei Carabinieri. Il Omissis ha confermato che la richiesta pervenuta all'Ente riguardava esclusivamente una manifestazione canora facendo rilevare quindi che le modalita' di effettivo svolgimento erano del tutto illegittime. La conversazione e' stata ascoltata da alcuni partecipanti, tra i quali il reggente del clan Omissis, che inveivano contro il Omissis minacciandolo di morte ed invocando l'intervento del Omissis, a loro dire, a piena conoscenza della manifestazione, rammaricandosi per l'assenza dello stesso che durante la campagna elettorale si era presentato presso l'abitazione di ciascuno di loro per chiedere il voto. Il Omissis, mentre da un lato ha affermato di non essere a conoscenza dell'evento nel tentativo di smentire le affermazioni degli esponenti criminali, il giorno successivo, con provvedimento d'urgenza, ha revocato l'incarico al Omissis per affidarlo, poi, al Omissis in rapporto di parentela con il Clan Omissis. In merito la Commissione di indagine sottolinea il concreto assoggettamento del Omissis al Clan Omissis che, con una determinazione e tempestivita' non usuale, ha rimosso ogni ostacolo alle logiche di affermazione del predominio criminale. A completamento dell'analisi sull'apparato burocratico l'Organo di indagine evidenzia quale denominatore comune dell'attivita' gestionale, l'assenza di regole e controlli, aggravata, come gia' accennato, dalla carenza di strumenti regolamentari di rilievo in tutti i settori di attivita' dando vita a un sistema che ha lasciato spazio ad alterate interpretazioni delle norme per piegarle agli specifici interessi privati degli amici, mantenendo invece, per il resto della collettivita', la piu' rigida applicazione. E la situazione assume connotazioni preoccupanti laddove si consideri la presenza tra i dipendenti di persone con precedenti penali ovvero a vario titolo contigue con soggetti gravitanti in ambienti mafiosi. Gli elementi informativi di maggiore interesse riguardano: Omissis, coniugato con Omissis, cugina di Omissis gia' reggente del clan Omissis , deceduto a seguito di un agguato camorristico; Omissis, con precedenti penali per associazione di tipo mafioso, favoreggiamento personale e associazione finalizzata alla produzione e al traffico di stupefacenti, ritenuto collegato alla criminalita' organizzata crispanese degli anni 80; Omissis assegnato Omissis, padre del consigliere Omissis e fratello del Omissis, elemento apicale del clan Omissis; Omissis; assegnato alla Polizia Municipale, zio di Omissis, attualmente detenuto, elemento apicale del clan Omissis ; Omissis, con precedenti per concorso in falsita' ideologica commessa da P.U. in atti pubblici, minacce ed omissione in atti d'ufficio, cognato di Omissis, esponente di spicco del Clan Omissis deceduto in un agguato di camorra nel gennaio 2014. Nel rinviare agli approfondimenti riportati nell'unita relazione, si ritiene utile soffermare l'attenzione su talune attivita' dell'ente che appaiono significative e strumentali dell'intento di favorire la criminalita'. Le attivita' dell'Ente Si ritiene utile premettere che l'amministrazione in carica dal 2015 ad oggi non ha posto in essere significative azioni gestionali il che, come emerso in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, e' apparso anche in conseguenza dell'avvio delle attivita' ispettive che hanno indotto sia gli amministratori che i responsabili degli uffici ad un atteggiamento di massima cautela e prudenza, peraltro in un contesto in cui anche l'utenza sembra avvezza al ricorso all'amico piuttosto che a pretendere il rispetto dei propri diritti . Pur tuttavia, non puo' non essere stigmatizzato l'atteggiamento di inerzia che, ponendosi in piena sintonia con le passate criticita', ne amplifica gli effetti estendendone le responsabilita'. E' cosi' nel settore degli appalti laddove la rilevata mancanza di atti regolamentari a portata generale, preordinati ad una corretta e uniforme gestione delle procedure, ha ampliato gli spazi di discrezionalita' dell'apparato burocratico e la protratta mancata adesione del Comune alla Stazione Unica Appaltante, in dissonanza peraltro con la sottoscrizione del protocollo di legalita' con la Prefettura, ha alimentato il livello delle interferenze esterne. L' Urbanistica Nell'Urbanistica rileva, in maniera determinante, la mancanza di un adeguato strumento di pianificazione generale. Il comune di Crispano utilizza ancora un vecchio piano regolatore adottato nel 1978, assolutamente inidoneo per governare il territorio e la cui applicazione lascia amplissimi margini di incertezza, determinando condizioni di forzatura e discrezionalita' nel rilascio dei titoli edilizi. L'inerzia nell'ambito della programmazione territoriale ha precostituito una voluta condizione favorevole alle speculazioni edilizie, attraverso il rilascio di illegittimi titoli concessori, in un settore di primario interesse per le organizzazioni criminali, favorendo nel contempo indiscriminati aumenti dei volumi edificabili sul territorio. Solo nel 2012 e' stata avviata la procedura per la redazione del nuovo strumento urbanistico, affidando la responsabilita' del procedimento all' Omissis, legato al Omissis e assunto da quest'ultimo, a tempo determinato, quale responsabile del Omissis, nonostante la presenza, nell'organico del comune di tecnici qualificati a svolgere tale incarico. Il predetto Omissis ha predisposto gli atti preliminari del PUC, poi approvato pochi giorni prima che cessasse dall'incarico a termine, la cui procedura, anche in ragione della non condivisione dell Omissis, subentrato nella titolarita' del settore d Omissis in sostituzione dell' Omissis, a tutt'oggi e' ferma alla «fase delle consultazioni», sicche' l'unico strumento vigente per lo sviluppo del territorio comunale resta il documento redatto ben 38 anni fa. Allo scopo di rappresentare compiutamente l'alterazione dell'attivita' decisionale per il controllo e la gestione del territorio, la Commissione di indagine ha ritenuto di soffermarsi su talune pratiche edilizie concessorie , viziate da illegittimita' di cui hanno beneficiato soggetti legati con la criminalita' organizzata e familiari del Omissis. Nel 2013, nell'ambito dell'intervento straordinario del «Piano Casa», e' stato rilasciato un permesso a favore di Omissis, (fratello di Omissis gia' piu' volte assessore nelle precedenti consiliature e indagato nel procedimento penale riguardante legami con il boss della camorra Omissis) e di Omissis (moglie di Omissis, all' epoca consigliere di maggioranza), che e' risultato essere in aperto contrasto con la normativa di settore che consente solo l'ampliamento di edifici gia' esistenti, e non la realizzazione di nuove edificazioni. Peraltro i due concessionari pur non avendo realizzato le opere nei tempi previsti hanno beneficiato comunque di un comportamento di favore, loro riservato dall'amministrazione, avendo ottenuto in violazione delle disposizioni di legge una arbitraria proroga di due anni per l'inizio dei lavori. Si rileva in merito la reiterata e consapevole condotta dell'amministrazione tesa ad avvantaggiare amici, potenti e criminali anche quando, come nel caso di specie , sulla stessa pende procedimento penale presso il Tribunale di Napoli - Nord. L'amministrazione Omissis non si e' diversamente comportata nella circostanza, laddove avrebbe dovuto dichiarare decaduti il Omissis e la Omissis dall'illegittimo permesso ricevuto. D'altra parte la Commissione ha potuto rilevare come durante gli anni passati allorquando il Omissis agiva in qualita' di tecnico privato, abbia prodotto grafici e documenti non conformi allo stato dei luoghi riuscendo comunque a conseguire autorizzazioni ad edificare anche in sanatoria, gravate, quindi, da palesi profili di illegittimita', ed in molti casi riferite a soggetti con legami di parentela o appartenenza con esponenti del clan locale. Nelle stesse linee di convergenza si inquadrano le condotte del Omissis professionista e del Omissis pubblico amministratore. Il Piano di insediamento produttivo Anche con riguardo alla procedura di affidamento del PIP la Commissione di accesso ha ritenuto di sottolineare come, da un lato l'ente comunale abbia posto in essere iter amministrativi inficiati da palesi e gravi illegittimita', dall'altro, proprio in conseguenza di cio', come si siano realizzate posizioni di vantaggio a beneficio di appartenenti al clan locale. Le assegnazioni dei lotti, avvenute a far data dall'ottobre 2014 ed i cui contratti sono tuttora in corso sottoscrizione, sono state disposte solo sulla base di semplici richieste, in palese violazione del Regolamento che prevede, invece, il sorteggio fra le ditte assegnatarie. La procedura lungi dall'essere stata una semplificazione dell'attivita' amministrativa cosi' come indicato negli stessi atti adottati, in realta' e' stata finalizzata a favorire interessi privati e della camorra. Invero tra le ditte assegnatarie figura, la societa' Omissis di proprieta' di Omissis - fratello del pregiudicato Omissis associato al clan Omissis - che, in deroga alla regolamentazione di settore, pur non avendo mai ottemperato alla corresponsione delle spese sostenute dal comune per espropriare l'area assegnata, non e' stato dichiarato decaduto dal beneficio - a distanza di ben 2 anni - ma solo destinatario di tre solleciti inoltrati dall'amministrazione Omissis, a distanza di mesi ed in palese contrasto con le severe sanzioni regolamentari inerenti la previsione di decadenza in caso di insolvenza nei trenta giorni dall'assegnazione. A corollario la Commissione rileva come il Piano di insediamento Produttivo che sembra essere stato redatto su misura per gli interessi della famiglia del sindaco che, solo pochi anni prima dell'avvio dell'intervento edilizio, aveva acquistato molte aree ricadenti nella zona interessata cosi' realizzando un progetto di spregiudicata speculazione economica. L'Impianto sportivo Il Responsabile Omissis (attuale Omissis di cui sono stati gia' evidenziati vincoli di parentela con il clan egemone) a fine 2014, ha affidato la gestione dell'impianto sportivo polifunzionale comunale, in via diretta e gratuita, alla societa' Omissis il cui legale rappresentante e' Omissis, fratello di Omissis, esponente apicale del clan Omissis. Il Omissis ha affidato la struttura mediante un atto qualificato come «concessione» ma che in realta' concessione non era per la carenza di previsione del necessario corrispettivo, concretizzando, in realta', un vero e proprio comodato d'uso gratuito, illegittimo in relazione alla tipologia del bene . Pertanto, la societa' Omissis utilizza, ancora oggi da oltre due anni, la struttura a titolo gratuito, con il pieno benestare dell'Amministrazione Omissis e del Omissis, in danno delle casse comunali per il mancato introito del canone previsto dalla legge. Una inquietante coincidenza ha riguardato il medesimo impianto sportivo negli anni 2002 - 2005 allorche' il Omissis affido' direttamente la gestione dello stesso impianto ad un consorzio nel cui assetto societario figurava anche un affiliato alla cosca locale. Il caso rilevato in occasione dell'accesso, ha rappresentato uno dei motivi che nel 2005 hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. I servizi di tesoreria comunale Sino al 2014 il servizio di tesoreria comunale e' stato affidato alla societa' Omissis, coinvolta in un'attivita' d'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, sfociata nell'emissione di provvedimenti cautelari, personali e reali, per tutta una serie di ammanchi di somme di denaro dalle casse di numerosi enti pubblici, per i quali l'impresa esperiva il servizio di tesoreria. La Commissione di accesso, verificando la documentazione agli atti dell'Ente, ha riscontrato anche presso il comune di Crispano, un ingente ammanco di cassa dalla gestione del tesoriere, attestato in circa 624 mila euro, per il quale l'amministrazione non aveva sporto alcuna denuncia all'Autorita' Giudiziaria ne' aveva adottato alcuna iniziativa tesa al recupero delle somme. Solo nel marzo 2016 l'ente ha presentato istanza di insinuazione al passivo nel fallimento della societa' Omissis, richiesta che, per il ritardo con cui e' stata inoltrata, comunque appare di difficile soddisfacimento. L'Organo ispettivo - che ha provveduto a segnalare l'ammanco alla competente Procura della Repubblica - ha sottolineato come l'ente comunale, anche sotto la guida dell'amministratore Omissis, omettendo controlli e verifiche di cassa, abbia prodotto un gravissimo danno a carico di un bilancio come quello del comune di Crispano, dai flussi finanziari di ridotta portata. Ha evidenziato altresi' che i locali nei quali la societa' Omissis aveva gli uffici e che, attualmente sono condotti in locazione dalla subentrata societa' Omissis, sono di proprieta' della Omissis rilevando quale costante elemento di connotazione della gestione politica di Crispano, una insana commistione tra procedimenti amministrativi ed interessi privati tale da legittimare dubbi sullo scrupoloso e tempestivo svolgimento delle obbligatorie verifiche di cassa da parte della burocrazia comunale. La Festa dei Gigli A definire il quadro gia' delineato appare utile evidenziare come l'amministrazione Omissis, anche per la nuova manifestazione del 2016 della «festa dei Gigli», avvenuta in costanza di accesso della Commissione ispettiva, abbia mantenuto l'atteggiamento di favore , di cui si e' gia' detto , nei confronti del Clan Omissis, storico dominus della festa ( uno dei motivi a base dello scioglimento del comune di Crispano nel 2005 era stato, proprio, il rilevato rapporto collusivo amministrazione Clan Omissis per l'organizzazione e lo svolgimento della manifestazione). Il Comune in aperta violazione delle disposizioni regolamentari, non ha effettuato alcun controllo, neppure a campione, sulla documentazione a corredo delle istanze di partecipazione, sulle autocertificazioni rese dai Presidenti e dai collaboratori dei due Comitati partecipanti Omissis, attestanti l'insussistenza di procedimenti penali pendenti o sentenze di condanna. I predetti controlli sono stati parzialmente avviati soltanto a seguito dell'insediamento della Commissione di indagine, con il rilascio delle relative autorizzazioni a firma del Omissis, per consentire ai comitati di effettuare la tradizionale «Ballata dei Gigli» programmata per il 12 giugno 2016. Anche nella manifestazione di quest'anno, cosi' come nel 2004, si sono verificati episodi che palesano la tracotante prepotenza della «Omissis», espressione del Clan Omissis, e la loro vicinanza al Omissis. Nell'occasione il figlio del boss Omissis, attuale referente del clan, infastidito dalla bravura della rivale paranza, ha pubblicamente invitato i componenti della stessa a lasciare la manifestazione. L'ordine e' stato immediatamente rispettato generando grande confusione tra il pubblico presente e la paranza Omissis ha potuto proseguire il percorso, mentre Omissis, attraverso il microfono, ha rivolto parole di ringraziamento al Omissis. Singolare l'atteggiamento del Sindaco che, lungi dal condannare il comportamento dei Omissis", nel tentativo di prendere apparente distanza dalla locale criminalita' organizzata, ha riunito il Comitato di vigilanza della Festa dei gigli che, con una lungimirante posizione, ha stabilito di sospendere l'intera manifestazione per l'anno 2017, con l'evidente intento di prendere tempo. Quale segno di protesta avverso tale decisione, sono stati affissi nelle strade cittadine, nei giorni successivi, manifesti dal titolo «La Festa dei gigli non deve morire», a firma del Comitato Omissis", nei quali, facendo riferimento all'appoggio dato nell'ultima campagna elettorale al Omissis, veniva stigmatizzata la decisione dell'amministrazione comunale.
---------
La Festa dei gigli del giugno scorso ha, ancor piu' evidenziato come il dominio della potente organizzazione criminale del clan Omissis, sia avvertito e riconosciuto dalla popolazione, subito e accettato dall'amministrazione comunale. Cio' si inserisce perfettamente nelle generali valutazioni della commissione che ha convenuto sulla rappresentazione di un vero e proprio sistema nel quale convergono e trovano composizione gli interessi criminali con quelli pubblici a danno della collettivita'. L'amministrazione, invero, pur nel breve periodo di governo, caratterizzato, tra l'altro, dalla «prudente» sospensione di ogni iniziativa, nelle more degli accertamenti, prima dell'Arma dei Carabinieri e poi della commissione di accesso, si e' posta in logica continuita', nonostante si sia presentata agli elettori quale forza alternativa, con le modalita' gestionali che avevano contrassegnato la compagine elettiva destinataria del provvedimento di scioglimento. L'accertata protratta inerzia dell'amministrazione, non ostacolata in sede consiliare neanche dalla minoranza, quasi ad avallare di fatto le scelte di fondo, aldila' di sterili schermaglie politiche, da un lato ha leso i diritti fondamentali dei cittadini e le loro legittime aspettative di buon governo e, dall'altro, ha posto l'ente pubblico al servizio della criminalita' organizzata che ne aveva gia' ipotecato l'asservimento con l'aperta discesa in campo del clan Omissis nella campagna elettorale a favore del Omissis. E l'amministrazione Omissis non sembra aver deluso le aspettative della malavita organizzata. Il complesso delle situazioni su evidenziate, con tutti gli elementi acquisiti dalla relazione ispettiva, corroborati dagli accertamenti delle Forze di Polizia, e' stato oggetto di attenta analisi in sede di Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica riunitosi il 20 ottobre 2016, allargato, nella circostanza, alla partecipazione del Procuratore della Repubblica e Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Omissis e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nord Omissis ed al quale sono intervenuti anche i componenti della Commissione di Accesso che hanno fornito un quadro di azione dell'ente locale in rapporto alle dinamiche criminali di contesto. Sia i vertici provinciali delle forze di polizia che i Magistrati, in relazione agli esiti dei mirati accertamenti ispettivi, rappresentati negli aspetti piu' salienti dal coordinatore della Commissione, hanno convenuto sulla permeabilita' dell'amministrazione alle infiltrazioni della malavita organizzata che ne ha condizionato l'attivita'. Il Omissis, nel generale quadro di compromissione dell'ente, ha ritenuto di sottolineare il ruolo del Omissis ed il corrispondente appoggio fornito allo stesso dalla criminalita' organizzata. In particolare, ha rilevato come per un verso Omissis sia stato un costante riferimento degli interessi della criminalita' organizzata - sia nella veste di tecnico privilegiato dell'ente prima, che di amministratore poi, nelle diverse posizioni di Omissis - ponendo in essere attivita' caratterizzate da vizi e irregolarita' strumentali a soddisfare gli affari della camorra, e dall'altro, come la stessa camorra si sia adoperata in maniera evidente e fattiva per sostenerne l'elezione e pretenderne poi il favore. In proposito ha inteso evidenziare la caratura criminale, oltre che del clan Omissis, anche della famiglia Omissis che sta estendendo la propria sfera di influenza sul territorio, ed i cui componenti, in particolare, sono risultati tra i sottoscrittori per la presentazione della lista civica del Omissis alle consultazioni amministrative del giugno 2015, nonche' beneficiari di attivita' autorizzative e concessorie poste in essere dal Comune di Crispano. Pertanto, in presenza delle chiare, concrete ed univoche circostanze di devianza riscontrate reputa utile lo scioglimento dell'ente quale misura per ricondurne l'azione alla libera determinazione, alla imparzialita' ed al perseguimento del pubblico interesse, a tutto vantaggio della comunita'. Di analogo avviso Omissis che ha voluto rimarcare come il non fare, che ha caratterizzato l'amministrazione Omissis, oltre alla generale inosservanza della legge, in specie nel settore urbanistico, costituisca la modalita' piu' tipica ed efficace per favorire gli interessi della criminalita' organizzata, che si appropria in tal modo dell'ente locale condizionandone le scelte. In relazione agli esiti degli accertamenti espletati e delle analisi svolte in sede di Comitato, si conviene sulla gravita' della gestione dell'ente locale, caratterizzata da significative e sintomatiche condotte, palesemente subordinate al volere delle consorterie locali che anche platealmente hanno potuto affermare il proprio dominio sul territorio e sull'istituzione locale. Pertanto, nel rimettere tutta la documentazione alle valutazioni della On. le S.V. , si rappresenta, per le motivazioni espresse, che appaiono sussistere - anche alla luce della piu' recente e consolidata giurisprudenza amministrativa - le condizioni atte a supportare l'adozione del provvedimento di scioglimento degli organi elettivi ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 267/00.
Il Prefetto: Pantalone
|
| Art. 2
La gestione del comune di Crispano (Napoli) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott.ssa Maria Pia De Rosa - viceprefetto; dott.ssa Germana Falcone - viceprefetto aggiunto; sig.ra Elda Karim Danielli - funzionario economico finanziario.
|
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 24 gennaio 2017
MATTARELLA
Gentiloni Silveri, Presidente del Consiglio dei ministri
Minniti, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 31 gennaio 2017 Interno, foglio n. 192
|
|
|
|