Gazzetta n. 43 del 21 febbraio 2017 (vai al sommario)
TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 23 dicembre 2016, n. 237
Testo del decreto-legge 23 dicembre 2016, n. 237 (in Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 299 del 23 dicembre 2016), coordinato con la legge di conversione 17 febbraio 2017, n. 15 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 1), recante: "Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio.".

Avvertenza:
Il testo coordinato qui pubblicato e' stato redatto dal Ministero della giustizia ai sensi dell'art. 11, comma 1, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, nonche' dell'art. 10, comma 3, del medesimo testo unico, al solo fine di facilitare la lettura sia delle disposizioni del decreto-legge, integrate con le modifiche apportate dalla legge di conversione, che di quelle richiamate nel decreto, trascritte nelle note. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui riportati.
Le modifiche apportate dalla legge di conversione sono stampate con caratteri corsivi.
Tali modifiche sono riportate in video tra i segni (( ... )).
A norma dell'art. 15, comma 5, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri), le modifiche apportate dalla legge di conversione hanno efficacia dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

Art. 1
Garanzia dello Stato su passivita' di nuova emissione

1. Al fine di evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell'economia e preservare la stabilita' finanziaria, ai sensi dell'articolo 18 del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, e dell'articolo 18, paragrafo 4, lettera d), del regolamento (UE) n. 806/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 luglio 2014, il Ministero dell'economia e delle finanze e' autorizzato, fino al 30 giugno 2017, a concedere la garanzia dello Stato su passivita' delle banche italiane in conformita' di quanto previsto dal presente capo I, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato.
2. Per banche italiane si intendono le banche aventi sede legale in Italia.
3. La garanzia puo' essere concessa solo dopo la positiva decisione della Commissione europea sul regime di concessione della garanzia o, nel caso previsto dall'articolo 4, commi 2 e 3, sulla notifica individuale.
4. Il Ministro dell'economia e delle finanze puo' con proprio decreto estendere il periodo di cui al comma 1 e all'articolo 10, comma 1, fino a un massimo di ulteriori sei mesi previa approvazione da parte della Commissione europea.
5. Nel presente capo I per autorita' competente si intende la Banca d'Italia o la Banca centrale europea secondo le modalita' e nei casi previsti dal regolamento (UE) del Consiglio n. 1024/2013 del 15 ottobre 2013.


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente dell'art. 18 del decreto
legislativo 16 novembre 2015, n. 180 (Attuazione della
direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di
risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle
imprese di investimento e che modifica la direttiva
82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE,
2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE,
2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE), n. 1093/2010
e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del
Consiglio):
«Art. 18. (Sostegno finanziario pubblico
straordinario). - 1. Ai fini dell'art. 17, comma 2, lettera
f), una banca non e' considerata in dissesto o a rischio di
dissesto nei casi in cui, per evitare o porre rimedio a una
grave perturbazione dell'economia e preservare la
stabilita' finanziaria, il sostegno finanziario pubblico
straordinario viene concesso:
a) in una delle seguenti forme:
i) una garanzia dello Stato a sostegno degli
strumenti di liquidita' forniti dalla banca centrale alle
condizioni da essa applicate;
ii) una garanzia dello Stato sulle passivita' di
nuova emissione;
iii) la sottoscrizione di fondi propri o l'acquisto
di strumenti di capitale effettuati a prezzi e condizioni
che non conferiscono un vantaggio alla banca, se al momento
della sottoscrizione o dell'acquisto questa non versa in
una delle situazioni di cui all'art. 17, comma 2, lettere
a), b), c), d) o e), ne' ricorrono i presupposti per la
riduzione o la conversione ai sensi del Capo II;
b) nonche' a condizione che il sostegno finanziario
pubblico straordinario:
i) sia erogato previa approvazione ai sensi della
disciplina sugli aiuti di Stato e, nei casi di cui alla
lettera a), punti i) e ii), sia riservato a banche con
patrimonio netto positivo;
ii) sia adottato su base cautelativa e temporanea,
in misura proporzionale alla perturbazione dell'economia; e
iii) non venga utilizzato per coprire perdite ha
registrato o verosimilmente registrera' nel prossimo
futuro.
2. Nel caso di cui alla lettera a), punto iii), la
sottoscrizione e' effettuata unicamente per far fronte a
carenze di capitale evidenziate nell'ambito di prove di
stress condotte a livello nazionale, dell'Unione europea, o
del Meccanismo di Vigilanza Unico, o nell'ambito delle
verifiche della qualita' degli attivi o di analoghi
esercizi condotti dalla Banca Centrale Europea, dall'ABE o
da autorita' nazionali.".
- Il regolamento (UE) n. 806/2014 del Parlamento
europeo e del Consiglio del 15 luglio 2014 che fissa norme
e una procedura uniformi per la risoluzione degli enti
creditizi e di talune imprese di investimento nel quadro
del meccanismo di risoluzione unico e del Fondo di
risoluzione unico e che modifica il regolamento (UE) n.
1093/2010 e' pubblicato nella G.U.U.E. 30 luglio 2014, n. L
225.
- Il regolamento (UE) del Consiglio n. 1024/2013 del 15
ottobre 2013 che attribuisce alla Banca centrale europea
compiti specifici in merito alle politiche in materia di
vigilanza prudenziale degli enti creditizi e' pubblicato
nella G.U.U.E. 29 ottobre 2013, n. L 287.

 
«Allegato



METODOLOGIE DI CALCOLO

In caso di applicazione della misura di ripartizione degli oneri prevista dall'articolo 22, comma 2

A) Numero di azioni attribuite ai portatori degli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1, degli elementi di classe 2 e degli altri strumenti e prestiti subordinati Il numero di azioni ordinarie attribuite ai portatori degli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1), degli elementi di classe 2 e degli altri strumenti e prestiti subordinati (T2), in caso di conversione, e' determinato secondo le seguenti formule:

VSAT1 NAZNSAT1 = -----
PAZN

VET2 NAZNET2 = ----
PAZN
NAZV * PAZV - (NAZV * PAZV + VCSAT1 + VCET2 + AUCAPMEF) * K PAZN = -----------------------------------------------------------
NAZV dove: NAZNSAT1 = numero nuove azioni ordinarie assegnate ai portatori di strumenti AT1 NAZNET2 = numero nuove azioni ordinarie assegnate ai portatori di strumenti T2 VSAT1 = valore degli strumenti AT1 da convertire determinato secondo quanto previsto dall'articolo 15, commi 1, lettera c), e 2, lettera a), del decreto legge VET2 = valore degli strumenti T2 da convertire determinato secondo quanto previsto dall'articolo 15, commi 1, lettera c), e 2,lettera a), del decreto legge VCSAT1 = valore contabile degli strumenti AT1 da convertire fornito dall'Emittente ai sensi dell'articolo 15, comma 1, lettera c), del decreto legge VCET2 = valore contabile degli strumenti T2 da convertire fornito dall'Emittente ai sensi dell'articolo 15, comma 1, lettera c), del decreto legge AUCAPMEF = aumento di capitale sottoscritto dal Ministero PAZN = prezzo delle azioni ordinarie di nuova emissione NAZV = numero delle azioni ordinarie in circolazione prima dell'aumento di capitale previsto dall'articolo 18 del decreto legge PAZV = valore delle azioni ordinarie determinato secondo quanto previsto dagli articoli 15, comma 2, lettera c) e 18, comma 4 K = 15% Se per effetto dell'applicazione del fattore di sconto il valore di PAZN e' negativo, PAZN 50%*PAZV

B) Numero delle azioni di nuova emissione attribuite al Ministero

Il numero di azioni ordinarie di nuova emissione attribuite al MInistero e il prezzo di sottoscrizione sono determinati secondo le seguenti formule:
AUCAPMEF NAZNMEF = --------
PAZNMEF

PAZNMEF=PAZN*(1-W)

dove: NAZNMEF = numero nuove azioni ordinarie assegnate al Ministero

PAZNMEF = prezzo delle azioni di nuova emissione sottoscritte dal Ministero

W=25%

In caso di disapplicazione della misura di ripartizione degli oneri prevista dall'articolo 22, comma 2 (cfr. articolo 22, comma 7 del decreto legge)

Numero e prezzo di sottoscrizione delle azioni di nuova emissione attribuite al Ministero

Il numero di azioni ordinarie di nuova emissione attribuite al Ministero e il prezzo di sottoscrizione sono determinati secondo le seguenti formule:

AUCAPMEF NAZNMEF = --------
PAZNMEF
NAZV * PAZV - (NAZV * PAZV + AUCAPMEF) * Z PAZNMEF = ------------------------------------------ * (1-W)
NAZV

dove: NAZNMEF = numero nuove azioni ordinarie assegnate al Ministero

AUCAPMEF = aumento di capitale sottoscritto dal Ministero

PAZNMEF = prezzo delle azioni ordinarie di nuova emissione assegnate al Ministero

NAZV = numero delle azioni ordinarie in circolazione prima dell'aumento di capitale previsto dall'articolo 18 del decreto legge

PAZV = valore delle azioni ordinarie determinato secondo quanto previsto dagli articoli 15, comma 2, lettera c) e 18, comma 4

Z = 15%

W = 25%

Se per effetto dell'applicazione del fattore di sconto Z il valore di PAZNMEF e' negativo, PAZNMEF = 37,5%*PAZV


».


 
Art. 2
Caratteristiche degli strumenti finanziari

1. La garanzia dello Stato puo' essere concessa su strumenti finanziari di debito emessi da banche italiane che presentino congiuntamente le seguenti caratteristiche:
a) sono emessi successivamente all'entrata in vigore del presente decreto-legge, anche nell'ambito di programmi di emissione preesistenti, e hanno durata residua non inferiore a tre mesi e non superiore a cinque anni o a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite di cui all'articolo 7-bis della legge 30 aprile 1999, n. 130;
b) prevedono il rimborso del capitale in un'unica soluzione a scadenza;
c) sono a tasso fisso;
d) sono denominati in euro;
e) non presentano clausole di subordinazione nel rimborso del capitale e nel pagamento degli interessi;
f) non sono titoli strutturati o prodotti complessi ne' incorporano una componente derivata.


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente dell'art. 7-bis della
legge 30 aprile 1999, n. 130 (Disposizioni sulla
cartolarizzazione dei crediti):
«Art. 7-bis. (Obbligazioni bancarie garantite). - 1. Le
disposizioni di cui all'art. 3, commi 2, 2-bis, 2-ter e 3,
all'art. 4 e all'art. 6, comma 2, si applicano, salvo
quanto specificato ai commi 2 e 3 del presente articolo,
alle operazioni aventi ad oggetto le cessioni di crediti
fondiari e ipotecari, di crediti nei confronti delle
pubbliche amministrazioni o garantiti dalle medesime, anche
individuabili in blocco, nonche' di titoli emessi
nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione aventi ad
oggetto crediti della medesima natura, effettuate da banche
in favore di societa' il cui oggetto esclusivo sia
l'acquisto di tali crediti e titoli, mediante l'assunzione
di finanziamenti concessi o garantiti anche dalle banche
cedenti, e la prestazione di garanzia per le obbligazioni
emesse dalle stesse banche ovvero da altre.
2. I crediti ed i titoli acquistati dalla societa' di
cui al comma 1 e le somme corrisposte dai relativi debitori
sono destinati al soddisfacimento dei diritti, anche ai
sensi dell'art. 1180 del codice civile, dei portatori delle
obbligazioni di cui al comma 1 e delle controparti dei
contratti derivati con finalita' di copertura dei rischi
insiti nei crediti e nei titoli ceduti e degli altri
contratti accessori, nonche' al pagamento degli altri costi
dell'operazione, in via prioritaria rispetto al rimborso
dei finanziamenti di cui al comma 1.
3. Le disposizioni di cui agli articoli 3, comma 2, e
4, comma 2, si applicano a beneficio dei soggetti di cui al
comma 2 del presente articolo. A tali fini, per portatori
di titoli devono intendersi i portatori delle obbligazioni
di cui al comma 1.
4. Alle cessioni di cui al comma 1 non si applicano gli
articoli 69 e 70 del regio decreto 18 novembre 1923, n.
2440. Dell'affidamento o trasferimento delle funzioni di
cui all'art. 2, comma 3, lettera c), a soggetti diversi
dalla banca cedente, e' dato avviso mediante pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale nonche' comunicazione mediante
lettera raccomandata con avviso di ricevimento alle
pubbliche amministrazioni debitrici. Ai finanziamenti
concessi alle societa' di cui al comma 1 e alla garanzia
prestata dalle medesime societa' si applica l'art. 67,
quarto comma, del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e
successive modificazioni.
5. Il Ministro dell'economia e delle finanze, con
regolamento emanato ai sensi della legge 23 agosto 1988, n.
400, sentita la Banca d'Italia, adotta disposizioni di
attuazione del presente articolo aventi ad oggetto, in
particolare, il rapporto massimo tra le obbligazioni
oggetto di garanzia e le attivita' cedute, la tipologia di
tali attivita' e di quelle, dagli equivalenti profili di
rischio, utilizzabili per la loro successiva integrazione,
nonche' le caratteristiche della garanzia di cui al comma
1.
6. Ai sensi dell'art. 53 del testo unico delle leggi in
materia bancaria e creditizia, di cui al decreto
legislativo 1º settembre 1993, n. 385, e successive
modificazioni, sono emanate disposizioni di attuazione del
presente articolo. Tali disposizioni disciplinano anche i
requisiti delle banche emittenti, i criteri che le banche
cedenti adottano per la valutazione dei crediti e dei
titoli ceduti e le relative modalita' di integrazione,
nonche' i controlli che le banche effettuano per il
rispetto degli obblighi previsti dal presente articolo,
anche per il tramite di societa' di revisione allo scopo
incaricate.
7. Ogni imposta e tassa e' dovuta considerando le
operazioni di cui al comma 1 come non effettuate e i
crediti e i titoli che hanno formato oggetto di cessione
come iscritti nel bilancio della banca cedente, se per le
cessioni e' pagato un corrispettivo pari all'ultimo valore
di iscrizione in bilancio dei crediti e dei titoli, e il
finanziamento di cui al comma 1 e' concesso o garantito
dalla medesima banca cedente.».

 
Art. 3
Limiti

1. L'ammontare delle garanzie concesse e' limitato a quanto strettamente necessario per ripristinare la capacita' di finanziamento a medio-lungo termine delle banche beneficiarie.
2. Per singola banca, l'ammontare massimo complessivo delle operazioni di cui al presente articolo non puo' eccedere, di norma, i fondi propri a fini di vigilanza.


 
Art. 4
Condizioni

1. La concessione della garanzia di cui all'articolo 1 e' effettuata sulla base della valutazione caso per caso da parte dell'autorita' competente:
a) del rispetto dei requisiti di fondi propri di cui all'articolo 92 del regolamento (UE) n. 575/2013 (( del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013 )), su base individuale e consolidata, alla data dell'ultima segnalazione di vigilanza disponibile;
b) dell'inesistenza di carenze di capitale evidenziate nell'ambito di prove di stress condotte a livello nazionale, dell'Unione europea o del meccanismo di vigilanza unico, o nell'ambito delle verifiche della qualita' degli attivi o di analoghi esercizi condotti dall'autorita' competente o dall'Autorita' bancaria europea; per carenza di capitale si intende l'inadeguatezza attuale o prospettica dei fondi propri rispetto alla somma dei requisiti di cui alla lettera a) e degli eventuali requisiti specifici di carattere inderogabile stabiliti dall'autorita' competente.
2. La garanzia di cui all'articolo 1 puo' essere concessa anche a favore di una banca che non rispetta i requisiti di cui al comma 1, lettera a) o lettera b), ma avente comunque patrimonio netto positivo, se la banca ha urgente bisogno di sostegno della liquidita', a seguito della positiva decisione della Commissione europea sulla compatibilita' dell'intervento con il quadro normativo dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato applicabile alle misure di sostegno alla liquidita' nel contesto della crisi finanziaria.
3. La garanzia di cui all'articolo 1 puo' essere concessa (( anche )) a favore di una banca in risoluzione o di un ente-ponte di cui al decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180. In questi casi, nessun supporto di liquidita' garantito dallo Stato puo' essere fornito prima della positiva decisione della Commissione europea sulla notifica individuale.
4. Le banche che ricorrono agli interventi previsti dal presente articolo devono svolgere la propria attivita' in modo da non abusare del sostegno ricevuto ne' conseguire indebiti vantaggi per il tramite dello stesso, in particolare nelle comunicazioni commerciali rivolte al pubblico.


Riferimenti normativi

- Il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013 relativo ai
requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese
di investimento e che modifica il regolamento (UE) n.
648/2012 e' pubblicato nella G.U.U.E. 30 novembre 2013, n.
L 321.
- Per gli estremi di pubblicazione decreto legislativo
16 novembre 2015, n. 180, si veda nei riferimenti normativi
all'art. 1.

 
Art. 5
Garanzia dello Stato

1. La garanzia dello Stato e' onerosa, incondizionata, irrevocabile e a prima richiesta.
2. La garanzia copre il capitale e gli interessi.
3. Per ciascuna banca, il valore nominale degli strumenti finanziari di cui all'articolo 2 con durata superiore ai tre anni sui quali puo' essere prestata la garanzia dello Stato, non puo' eccedere un terzo del valore nominale totale degli strumenti finanziari emessi dalla banca stessa e garantiti dallo Stato ai sensi dell'articolo 1.
4. Non possono in alcun caso essere assistite da garanzia dello Stato le passivita' computabili nei fondi propri a fini di vigilanza.


 
Art. 6
Corrispettivo della garanzia dello Stato

1. Gli oneri economici a carico delle banche beneficiarie della garanzia sono determinati caso per caso sulla base della valutazione del rischio di ciascuna operazione con le seguenti modalita':
a) per passivita' con durata originaria di almeno dodici mesi, e' applicata una commissione pari alla somma dei seguenti elementi:
1) una commissione di base di 0,40 punti percentuali; e
2) una commissione basata sul rischio eguale al prodotto di 0,40 punti percentuali per una metrica di rischio composta come segue: la meta' del rapporto fra la mediana degli spread sui contratti di Credit Default Swap (CDS) senior a cinque anni relativi alla banca o alla capogruppo nei tre anni che terminano il mese precedente la data di emissione della garanzia e la mediana dell'indice iTraxx Europe Senior Financial a cinque anni nello stesso periodo di tre anni, piu' la meta' del rapporto fra la mediana degli spread sui contratti CDS senior a cinque anni di tutti gli Stati membri dell'Unione europea e la mediana degli spread sui contratti CDS senior a cinque anni dello Stato italiano nel medesimo periodo di tre anni;
b) per le obbligazioni bancarie garantite di cui all'articolo 7-bis della legge 30 aprile 1999, n. 130, la Commissione, (( di cui al numero 2) )) della lettera a), e' computata per la meta';
c) per passivita' con durata originaria inferiore a dodici mesi, e' applicata una commissione pari alla somma dei seguenti elementi:
1) una commissione di base di 0,50 punti percentuali; e
2) una commissione basata sul rischio eguale a 0,20 punti percentuali nel caso di banche aventi un rating del debito senior unsecured di A+ o A ed equivalenti, a 0,30 punti percentuali nel caso di banche aventi un rating di A- o equivalente, a 0,40 punti percentuali per banche aventi un rating inferiore a A- o prive di rating.
2. Per le banche per le quali non sono negoziati contratti di CDS o comunque non sono disponibili dati rappresentativi, la mediana degli spread di cui al comma 1), lettera a), (( numero 2), )) e' calcolata nel modo seguente:
a) per banche che abbiano un rating rilasciato da agenzie esterne di valutazione del merito di credito (ECAI) riconosciute: la mediana degli spread sui contratti di CDS a cinque anni nei tre anni che terminano il mese precedente la data di emissione della garanzia registrati per un campione di grandi banche, definito dalla Commissione europea, insediate in paesi dell'area euro appartenenti alla medesima classe di rating del debito senior unsecured;
b) per banche prive di rating: la mediana degli spread sui contratti CDS registrati nel medesimo periodo per un campione di grandi banche, definito dalla Commissione europea, insediate in paesi dell'area dell'euro e appartenenti alla piu' bassa categoria di rating disponibile.
3. In caso di difformita' delle valutazioni di rating, il rating rilevante per il calcolo della commissione e' quello piu' elevato. Nel caso in cui le valutazioni di rating disponibili siano piu' di tre, il rating rilevante e' il secondo piu' elevato.
4. I rating di cui al presente articolo sono quelli assegnati al momento della concessione della garanzia.
5. La commissione e' applicata in ragione d'anno all'ammontare nominale degli strumenti finanziari emessi dalla banca per i quali e' concessa la garanzia. Le commissioni dovute dalle banche interessate sono versate, in rate trimestrali posticipate, con le modalita' indicate dall'articolo 24, (( comma 3 )). Le relative quietanze sono trasmesse dalla banca interessata al Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento del tesoro, di seguito denominato: «Dipartimento del tesoro».
6. Il Ministro dell'economia e delle finanze, con decreto adottato sentita la Banca d'Italia, puo' variare, tenuto conto delle condizioni di mercato, i criteri di calcolo e la misura delle commissioni del presente articolo in conformita' delle decisioni della Commissione europea. Le variazioni non hanno effetto sulle operazioni gia' in essere.


Riferimenti normativi

- Per il testo dell'art. 7-bis della citata legge n.
130 del 1999 si veda nei riferimenti normativi all'art. 2.

 
Art. 7
Procedura

1. Le richieste di ammissione alla garanzia sono presentate dalle banche interessate nel medesimo giorno alla Banca d'Italia e al Dipartimento del tesoro con modalita' che assicurano la rapidita' e la riservatezza della comunicazione.
2. La richiesta e' presentata secondo un modello uniforme predisposto dal Dipartimento del tesoro entro quindici giorni dall'entrata in vigore del presente decreto-legge, pubblicato sul sito internet del Dipartimento del tesoro e della Banca d'Italia, indicando, tra l'altro, il fabbisogno di liquidita', anche prospettico, della banca, le operazioni di garanzia a cui la banca chiede di essere ammessa e quelle alle quali eventualmente sia gia' stata ammessa o per le quali abbia gia' fatto richiesta di ammissione.
3. La Banca d'Italia comunica tempestivamente al Dipartimento del tesoro, di norma entro tre giorni dalla presentazione della richiesta:
a) le valutazioni dell'autorita' competente sulla sussistenza delle condizioni di cui all'articolo 4, comma 1;
b) nel caso di valutazione positiva della condizione sub a):
1) la congruita' delle condizioni e dei volumi dell'intervento di liquidita' richiesto, alla luce delle dimensioni della banca e della sua patrimonializzazione;
2) l'ammontare dei fondi propri a fini di vigilanza;
3) l'ammontare della garanzia;
4) la misura della commissione dovuta secondo quanto previsto dall'articolo 6.
4. Sulla base degli elementi comunicati dalla Banca d'Italia, il Dipartimento del tesoro provvede tempestivamente e di norma entro cinque giorni dalla ricezione della comunicazione della Banca d'Italia, in merito alla richiesta presentata dalla banca. Il Dipartimento del tesoro comunica la decisione alla banca richiedente e alla Banca d'Italia, con modalita' che assicurano la rapidita' e la riservatezza della comunicazione.
5. (( Nei casi previsti dall'articolo 4, commi 2 e 3 )), ovvero qualora il valore nominale degli strumenti finanziari sui quali e' concessa la garanzia sia superiore a 500 milioni di euro e sia superiore al 5 per cento del totale passivo della banca richiedente, la banca e' tenuta a presentare, entro due mesi dalla concessione della garanzia, un piano di ristrutturazione per confermare la redditivita' e la capacita' di raccolta della banca a lungo termine senza ricorso al sostegno pubblico. Il piano entro due mesi dalla concessione della garanzia e' sottoposto alla Commissione europea ai fini della valutazione della compatibilita' della misura con il quadro normativo dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato. (( Non e' in ogni caso richiesta la presentazione del piano di ristrutturazione quando le passivita' garantite sono rimborsate entro due mesi dalla concessione della garanzia. ))
6. Nei casi indicati all'articolo 4, commi 2 e 3, e salvo quanto previsto dal comma 7, la banca richiedente non puo', per tutto il tempo in cui beneficia della garanzia:
a) distribuire dividendi;
b) effettuare pagamenti discrezionali su strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 ai sensi del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 575 del 26 giugno 2013 o coperti da clausola di grandfathering delle relative disposizioni transitorie;
c) riacquistare propri strumenti di capitale primario di classe 1 o strumenti di cui alla lettera b), anche a seguito dell'esercizio di opzioni call, senza preventiva autorizzazione della Commissione europea;
d) acquisire nuove partecipazioni, fatte salve le acquisizioni compatibili con la normativa europea in materia di aiuti di Stato, ivi comprese le acquisizioni per finalita' di recupero dei crediti e di temporanea assistenza finanziaria a imprese in difficolta'.
(( 7. Nei casi previsti dall'articolo 4, commi 2 e 3, la garanzia puo' essere concessa, in deroga al limite minimo di durata di tre mesi previsto dall'articolo 2, comma 1, lettera a), su strumenti finanziari con scadenza non superiore a due mesi. ))


Riferimenti normativi

- Per gli estremi di pubblicazione del Regolamento (UE)
del Parlamento europeo e del Consiglio n. 575 del 2013 si
veda nei riferimenti normativi all'art. 1.

 
Art. 8
Escussione della garanzia su passivita'
di nuova emissione

1. La banca che non sia in grado di adempiere all'obbligazione garantita presenta richiesta motivata di attivazione della garanzia al Dipartimento del tesoro e alla Banca d'Italia, allegando la relativa documentazione e indicando gli strumenti finanziari o le obbligazioni contrattuali per i quali richiede l'attivazione e i relativi importi dovuti. La richiesta e' presentata, di norma, almeno trenta giorni prima della scadenza della passivita' garantita, salvo casi di motivata urgenza.
2. Il Dipartimento del tesoro accertata, sulla base delle valutazioni della Banca d'Italia, la fondatezza della richiesta, provvede tempestivamente e comunque entro il giorno antecedente alla scadenza dell'obbligazione alla corresponsione dell'importo dovuto dalla banca.
3. A seguito dell'attivazione della garanzia dello Stato, la banca e' tenuta a rimborsare all'erario le somme pagate dallo Stato maggiorate degli interessi al tasso legale fino al giorno del rimborso. La banca e' altresi' tenuta a presentare, entro e non oltre due mesi dalla richiesta di cui al comma 1, un piano di ristrutturazione da sottoporre alla Commissione europea ai fini della valutazione della compatibilita' della misura con il quadro normativo dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato.
(( 3-bis. Le somme corrisposte dal Tesoro agli istituti di credito per onorare la garanzia prevista dal presente decreto sono vincolate per destinazione e non aggredibili da altri creditori della banca a diverso titolo. ))
4. Il presente articolo non pregiudica la facolta' dei detentori delle passivita' garantite e dei titolari di diritti reali di garanzia sulle medesime di escutere la garanzia dello Stato ai sensi dell'articolo 5, comma 1.


 
Art. 9
(( Relazioni alla Commissione europea e alle Camere ))

1. Il Ministero dell'economia e delle finanze, sulla base degli elementi forniti dalla Banca d'Italia, presenta alla Commissione europea (( e alle Camere )) una relazione trimestrale sul funzionamento del regime, con cui sono fornite informazioni riguardo ciascuna emissione di strumenti garantiti ai sensi del presente capo, l'ammontare della commissione effettivamente applicata con riferimento a ciascuna emissione, le caratteristiche degli strumenti finanziari di debito non garantiti emessi dalle banche beneficiarie.


 
Art. 10
Erogazione di liquidita' di emergenza

1. Il Ministro dell'economia e delle finanze puo' rilasciare, entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente decreto-legge, la garanzia statale per integrare il collaterale, o il suo valore di realizzo, stanziato da banche italiane a garanzia di finanziamenti erogati dalla Banca d'Italia per fronteggiare gravi crisi di liquidita' (erogazione di liquidita' di emergenza((-ELA)) ), in conformita' con gli schemi previsti dalla Banca centrale europea.
2. La garanzia statale e' irrevocabile e assistita dal beneficio di preventiva escussione, da parte della Banca d'Italia, delle garanzie stanziate dalla banca per accedere al finanziamento ELA.
3. La garanzia di cui al comma 1 puo' essere rilasciata per operazioni di erogazione di liquidita' di emergenza in favore di banche che rispettano, secondo la valutazione dell'autorita' competente, le condizioni di cui all'articolo 4, commi 1, 2 e 3, del presente decreto.
4. La banca che riceve l'intervento di cui al comma 1 deve presentare un piano di ristrutturazione per confermare la redditivita' e la capacita' di raccolta a lungo termine senza ricorso al sostegno pubblico, in particolare per limitare l'affidamento sulla liquidita' fornita dalla Banca centrale.
5. Per quanto non diversamente previsto dal presente articolo, alla garanzia statale di cui al comma 1 si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 1, 3, 4, 5, comma 2, 6, 7, 8, commi 3 e 4.


 
Art. 11
Escussione della garanzia statale
sull'erogazione di liquidita' di emergenza

1. In caso di inadempimento della banca alle proprie obbligazioni di pagamento nei confronti della Banca d'Italia rivenienti dal contratto di finanziamento ELA, la Banca d'Italia, in esito all'escussione del collaterale stanziato a copertura del finanziamento e nei limiti dell'importo garantito, presenta richiesta di attivazione della garanzia statale al Dipartimento del tesoro, allegando la documentazione relativa all'escussione del collaterale e indicando gli importi residuali dovuti.
2. Il Dipartimento del tesoro, accertata la fondatezza della richiesta, provvede tempestivamente e comunque entro trenta giorni alla corresponsione dell'importo dovuto dalla banca.


 
Art. 12
Disposizioni di attuazione

1. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, (( possono essere adottate )) misure di attuazione del presente capo I.


 
Art. 13
Intervento dello Stato

1. Il presente capo II disciplina modalita' e condizioni dell'intervento dello Stato a sostegno delle banche e dei gruppi bancari italiani.
2. Al fine di evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell'economia e preservare la stabilita' finanziaria, ai sensi dell'articolo 18 del decreto legislativo16 novembre 2015, n. 180, e dell'articolo 18, paragrafo 4, lettera d), del regolamento (UE) n. 806/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 luglio 2014, il Ministero dell'economia e delle finanze (di seguito il «Ministero») e' autorizzato a sottoscrivere o acquistare, entro il 31 dicembre 2017, anche in deroga alle norme di contabilita' di Stato, azioni emesse da banche italiane, appartenenti o meno a un gruppo bancario, o da societa' italiane capogruppo di gruppi bancari (di seguito l'«emittente»), secondo le modalita' e alle condizioni stabilite dal presente capo II.
3. Nel presente capo II per autorita' competente si intende la Banca d'Italia o la Banca centrale europea secondo le modalita' e nei casi previsti dal regolamento (UE) del Consiglio n. 1024 del 15 ottobre 2013.


Riferimenti normativi

- Il testo dell'art. 18 del citato decreto legislativo
n. 180 del 2015 e' riportato nei riferimenti normativi
all'art. 1.
- Il riferimento agli estremi di pubblicazione del
citato regolamento (UE) n. 806/2014 e' riportato nei
riferimenti normativi all'art. 1.
- Per i riferimenti al regolamento (UE) del Consiglio
n. 1024 del 15 ottobre 2013 si veda nei riferimenti
normativi all'art. 1.

 
Art. 14
Programma di rafforzamento patrimoniale

1. L'intervento dello Stato ai sensi dell'articolo 13 puo' essere richiesto da un emittente che - in relazione a una prova di stress basata su uno scenario avverso condotta a livello nazionale, dell'Unione europea o del meccanismo di vigilanza unico - ha esigenza di rafforzare il proprio patrimonio.
2. Per poter chiedere l'intervento dello Stato ai sensi dell'articolo 13 l'emittente deve aver precedentemente sottoposto all'autorita' competente un programma di rafforzamento patrimoniale (il «programma»), indicante l'entita' del fabbisogno di capitale necessario, le misure che l'emittente intende intraprendere per conseguire il rafforzamento, nonche' il termine per la realizzazione del programma.
3. L'autorita' competente valuta l'adeguatezza del programma a conseguire, anche su base consolidata, l'obiettivo di rafforzamento patrimoniale di cui al comma 1 e ne informa l'emittente e il Ministero.
4. L'emittente informa al piu' presto l'autorita' competente sugli esiti delle misure adottate. L'autorita' competente ne informa il Ministero.
5. Se l'attuazione del programma risulta insufficiente a conseguire l'obiettivo di rafforzamento patrimoniale di cui al comma 1, l'emittente puo' presentare la richiesta di intervento dello Stato secondo la procedura stabilita dall'articolo 15. Tale richiesta puo' essere presentata dall'emittente gia' ad esito della valutazione del programma svolta ai sensi del comma 3, quando l'autorita' competente abbia ritenuto che lo stesso non sia sufficiente a conseguire gli obiettivi di rafforzamento patrimoniale, ovvero durante l'attuazione del programma stesso, se questa risulta inidonea ad assicurare il conseguimento degli obiettivi di rafforzamento patrimoniale.


 
Art. 15
Richiesta di intervento dello Stato

1. L'emittente che intende fare ricorso all'intervento dello Stato trasmette al Ministero e all'autorita' competente, e alla Banca d'Italia qualora non sia l'autorita' competente, una richiesta contenente:
a) l'indicazione dell'importo della sottoscrizione delle azioni dell'emittente chiesta al Ministero;
b) l'indicazione dell'entita' del patrimonio netto contabile, individuale o consolidato a seconda dei casi, alla data della richiesta e l'entita' del fabbisogno di capitale regolamentare che residua, se del caso, tenendo conto dell'attuazione del programma;
c) l'indicazione degli strumenti e prestiti di cui all'articolo 22, comma 2, e del loro valore contabile, accompagnata dalla valutazione, predisposta da un esperto indipendente, del valore economico ad essi attribuibile al fine della determinazione del tasso di conversione, in ipotesi di continuita' aziendale;
d) una relazione di stima, predisposta da un esperto indipendente, dell'effettivo valore delle attivita' e passivita' dell'emittente senza considerare alcuna forma di supporto pubblico e ipotizzando che l'emittente sia sottoposto a liquidazione alla data di presentazione della richiesta di intervento dello Stato, nonche' di quanto in tale caso verrebbe corrisposto pro quota ai titolari degli strumenti e prestiti di cui all'articolo 22, comma 2;
e) l'attestazione di impegni di cui all'articolo 17;
f) il piano di ristrutturazione (il «piano»), predisposto in conformita' con la disciplina dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato applicabile alle misure di ricapitalizzazione delle banche nel contesto della crisi finanziaria.
2. La Banca d'Italia acquisisce l'asseverazione, da parte di esperti indipendenti da essa nominati, a spese dell'emittente:
a) del valore economico risultante dalla valutazione trasmessa dall'emittente ai sensi del comma 1, lettera c);
b) della stima trasmessa ai sensi del comma 1, lettera d);
c) della valutazione di cui all'articolo 18, comma 4.
3. Gli esperti indipendenti previsti dai commi 1, lettere c) e d), e 2, non devono avere in corso ne' devono avere intrattenuto negli ultimi (( tre anni )) relazioni di affari, professionali o finanziarie con l'emittente tali da comprometterne l'indipendenza.


 
Art. 16
Valutazioni dell'autorita' competente

1. Entro sessanta giorni dalla ricezione della richiesta di cui all'articolo 15, l'autorita' competente comunica al Ministero e all'emittente il fabbisogno di capitale regolamentare dell'emittente.
2. L'autorita' competente puo' chiedere all'emittente chiarimenti e integrazioni ed effettuare accertamenti. In tali casi il termine di cui al comma 1 e' sospeso.


 
Art. 17
Rispetto della disciplina in materia di aiuti di Stato

1. La richiesta di cui all'articolo 15 e' corredata della dichiarazione con cui l'emittente assume, dal momento della domanda e fino a quando la sottoscrizione delle azioni da parte del Ministero non sia stata perfezionata, gli impegni previsti dal paragrafo 47 della comunicazione sul settore bancario della Commissione europea.
(( 2. Fermi restando i poteri dell'autorita' competente, la sottoscrizione puo' essere subordinata, in conformita' alla decisione della Commissione europea sulla compatibilita' dell'intervento con il quadro normativo dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato applicabile alle misure di ricapitalizzazione delle banche nel contesto della crisi finanziaria, alle seguenti condizioni:
a) revoca o sostituzione dei consiglieri esecutivi e del direttore generale dell'emittente;
b) limitazione della retribuzione complessiva dei membri del consiglio di amministrazione e dell'alta dirigenza dell'emittente. ))



 
Art. 18
Realizzazione dell'intervento

1. A seguito della comunicazione ai sensi dell'articolo 16 da parte dell'autorita' competente, il piano e le sue eventuali successive variazioni sono notificati alla Commissione europea.
2. A seguito della positiva decisione della Commissione europea sulla compatibilita' dell'intervento con il quadro normativo dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato applicabile alle misure di ricapitalizzazione delle banche nel contesto della crisi finanziaria, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, adottato su proposta della Banca d'Italia, si dispone l'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri in conformita' con quanto previsto dall'articolo 22.
3. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato sentita la Banca d'Italia, si dispone altresi':
a) ove necessario, l'aumento del capitale dell'emittente a servizio della sottoscrizione delle azioni da parte del Ministero, derogando anche all'articolo 2441 del codice civile e sempre che esso non sia stato deliberato dall'emittente;
b) il prezzo di sottoscrizione o di acquisto nonche' ogni altro elemento necessario alla gestione della sottoscrizione o dell'acquisto, comprese le fasi successive;
c) la sottoscrizione o l'acquisto delle azioni dell'emittente.
(( 4. Ai fini delle determinazioni previste dal comma 2, su richiesta del Ministero e nel termine da esso indicato, l'emittente trasmette al Ministero e alla Banca d'Italia l'indicazione del valore delle azioni necessario per calcolare, in conformita' con l'Allegato, il prezzo delle azioni da attribuire ai titolari degli strumenti e prestiti indicati all'articolo 22, comma 2. Il valore delle azioni e' calcolato da un soggetto in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dall'articolo 15, comma 3, secondo i seguenti criteri:
a) nel caso in cui la banca non sia quotata, il valore e' calcolato in base alla consistenza patrimoniale della societa', alle sue prospettive reddituali, all'andamento del rapporto tra valore di mercato e valore contabile delle banche quotate e tenuto conto delle perdite connesse a eventuali operazioni straordinarie, ivi incluse quelle di cessione di attivi, da perfezionare in connessione con l'intervento dello Stato di cui al presente capo;
b) nel caso in cui la banca sia quotata, il valore delle azioni e' determinato in base all'andamento delle quotazioni dei trenta giorni di mercato antecedenti la data indicata dal Ministero avendo riguardo alla data di prevista emanazione del decreto di cui al comma 3; nel caso di sospensione della quotazione per periodi complessivamente superiori a quindici giorni nel periodo di riferimento, il valore delle azioni e' il minore tra il prezzo di riferimento medio degli ultimi trenta giorni di mercato nei quali l'azione e' stata negoziata e quello determinato ai sensi della lettera a). ))

5. I decreti indicati ai commi 2 e 3 sono adottati se:
a) l'emittente non versa in una delle situazioni di cui all'articolo 17, comma 2, lettere a), b), c), d) o e), del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, o di cui all'articolo 18, paragrafo 4, lettere a), b) o c), del regolamento (UE) n. 806/2014; e
b) non ricorrono i presupposti per la riduzione o la conversione ai sensi del capo II del titolo IV del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, ne' quelli previsti dall'articolo 21, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 806/2014.
6. Le situazioni e i presupposti indicati al comma 5 si assumono non sussistenti quando non consti un accertamento in tal senso dell'autorita' competente.
7. I decreti di cui ai commi 2 e 3 sono sottoposti al controllo preventivo di legittimita' della Corte dei conti e sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
8. Il consiglio di amministrazione o il consiglio di gestione provvedono ad adeguare conseguentemente lo statuto dell'emittente. Si applica l'articolo 2443, comma 3, del codice civile.


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente dell'art. 2441 del codice
civile:
«Art. 2441. (Diritto di opzione). - Le azioni di nuova
emissione e le obbligazioni convertibili in azioni devono
essere offerte in opzione ai soci in proporzione al numero
delle azioni possedute. Se vi sono obbligazioni
convertibili il diritto di opzione spetta anche ai
possessori di queste, in concorso con i soci, sulla base
del rapporto di cambio.
L'offerta di opzione deve essere depositata presso
l'ufficio del registro delle imprese e contestualmente resa
nota mediante un avviso pubblicato sul sito internet della
societa', con modalita' atte a garantire la sicurezza del
sito medesimo, l'autenticita' dei documenti e la certezza
della data di pubblicazione, o, in mancanza, mediante
deposito presso la sede della societa'. Per l'esercizio del
diritto di opzione deve essere concesso un termine non
inferiore a quindici giorni dalla pubblicazione
dell'offerta.
Coloro che esercitano il diritto di opzione, purche' ne
facciano contestuale richiesta, hanno diritto di prelazione
nell'acquisto delle azioni e delle obbligazioni
convertibili in azioni che siano rimaste non optate. Se le
azioni sono quotate in mercati regolamentati, i diritti di
opzione non esercitati devono essere offerti nel mercato
regolamentato dagli amministratori, per conto della
societa', entro il mese successivo alla scadenza del
termine stabilito a norma del secondo comma, per almeno
cinque sedute, salvo che i diritti di opzione siano gia'
stati integralmente venduti.
Il diritto di opzione non spetta per le azioni di nuova
emissione che, secondo la deliberazione di aumento del
capitale, devono essere liberate mediante conferimenti in
natura. Nelle societa' con azioni quotate in mercati
regolamentati lo statuto puo' altresi' escludere il diritto
di opzione nei limiti del dieci per cento del capitale
sociale preesistente, a condizione che il prezzo di
emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e
cio' sia confermato in apposita relazione da un revisore
legale o da una societa' di revisione legale.
Quando l'interesse della societa' lo esige, il diritto
di opzione puo' essere escluso o limitato con la
deliberazione di aumento di capitale.
Le proposte di aumento di capitale sociale con
esclusione o limitazione del diritto di opzione, ai sensi
del primo periodo del quarto comma o del quinto comma del
presente articolo, devono essere illustrate dagli
amministratori con apposita relazione, dalla quale devono
risultare le ragioni dell'esclusione o della limitazione,
ovvero, qualora l'esclusione derivi da un conferimento in
natura, le ragioni di questo e in ogni caso i criteri
adottati per la determinazione del prezzo di emissione. La
relazione deve essere comunicata dagli amministratori al
collegio sindacale o al consiglio di sorveglianza e al
soggetto incaricato della revisione legale dei conti almeno
trenta giorni prima di quello fissato per l'assemblea.
Entro quindici giorni il collegio sindacale deve esprimere
il proprio parere sulla congruita' del prezzo di emissione
delle azioni. Il parere del collegio sindacale e,
nell'ipotesi prevista dal quarto comma, la relazione
giurata dell'esperto designato dal Tribunale ovvero la
documentazione indicata dall'art. 2343-ter, terzo comma,
devono restare depositati nella sede della societa' durante
i quindici giorni che precedono l'assemblea e finche'
questa non abbia deliberato; i soci possono prenderne
visione. La deliberazione determina il prezzo di emissione
delle azioni in base al valore del patrimonio netto,
tenendo conto, per le azioni quotate in mercati
regolamentati, anche dell'andamento delle quotazioni
nell'ultimo semestre.
Non si considera escluso ne' limitato il diritto di
opzione qualora la deliberazione di aumento di capitale
preveda che le azioni di nuova emissione siano sottoscritte
da banche, da enti o societa' finanziarie soggetti al
controllo della Commissione nazionale per le societa' e la
borsa ovvero da altri soggetti autorizzati all'esercizio
dell'attivita' di collocamento di strumenti finanziari, con
obbligo di offrirle agli azionisti della societa', con
operazioni di qualsiasi tipo, in conformita' con i primi
tre commi del presente articolo. Nel periodo di detenzione
delle azioni offerte agli azionisti e comunque fino a
quando non sia stato esercitato il diritto di opzione, i
medesimi soggetti non possono esercitare il diritto di
voto. Le spese dell'operazione sono a carico della societa'
e la deliberazione di aumento del capitale deve indicarne
l'ammontare.
Con deliberazione dell'assemblea presa con la
maggioranza richiesta per le assemblee straordinarie puo'
essere escluso il diritto di opzione per le azioni di nuova
emissione, se queste sono offerte in sottoscrizione ai
dipendenti della societa' o di societa' che la controllano
o che sono da essa controllate.».
- Si riporta il testo vigente del comma 2 dell'art. 17
del citato decreto legislativo n. 180 del 2015:
«Art. 17. (Presupposti comuni alla risoluzione e alle
altre procedure di gestione delle crisi). - (Omissis).
2. La banca e' considerata in dissesto o a rischio di
dissesto in una o piu' delle seguenti situazioni:
a) risultano irregolarita' nell'amministrazione o
violazioni di disposizioni legislative, regolamentarie o
statutarie che regolano l'attivita' della banca di gravita'
tale che giustificherebbero la revoca dell'autorizzazione
all'esercizio dell'attivita';
b) risultano perdite patrimoniali di eccezionale
gravita', tali da privare la banca dell'intero patrimonio o
di un importo significativo del patrimonio;
c) le sue attivita' sono inferiori alle passivita';
d) essa non e' in grado di pagare i propri debiti
alla scadenza;
e) elementi oggettivi indicano che una o piu' delle
situazioni indicate nelle lettere a), b), c) e d) si
realizzeranno nel prossimo futuro;
f) e' prevista l'erogazione di un sostegno
finanziario pubblico straordinario a suo favore, fatto
salvo quanto previsto dall'art. 18.
3. (Omissis).».
- Per gli estremi di pubblicazione del citato
regolamento (UE) n. 806/2014 si veda nei riferimenti
normativi all'art. 1.
- Si riporta il testo vigente degli articoli da 27 a 31
del citato decreto legislativo n. 180 del 2015:
«Art. 27. (Presupposti). - 1. Le azioni, le altre
partecipazioni e gli strumenti di capitale emessi da un
soggetto indicato nell'art. 2 sono ridotti o convertiti,
secondo quanto previsto dal presente Capo:
a) indipendentemente dall'avvio della risoluzione o
della liquidazione coatta amministrativa, nei casi previsti
dall'art. 20, comma 1, lettera a), anche in combinazione
con l'intervento di uno o piu' soggetti terzi, incluso un
sistema di garanzia dei depositanti; o
b) in combinazione con un'azione di risoluzione,
quando il programma di risoluzione di cui all'art. 32
prevede misure che comportano per azionisti e creditori la
riduzione di valore dei loro diritti o la conversione in
capitale; in questo caso, essa e' disposta immediatamente
prima o contestualmente all'applicazione di tali misure.».
«Art. 28. (Strumenti soggetti a riduzione o
conversione). - 1. La riduzione o la conversione e'
disposta con riferimento alle riserve, alle azioni, alle
altre partecipazioni e gli strumenti di capitale emessi da
una banca avente sede legale in Italia computabili nei
fondi propri su base individuale, quando si realizzano per
la banca i presupposti indicati nell'art. 20, comma 1,
lettera a).
2. Quando i presupposti indicati nell'art. 20, comma 1,
lettera a), si realizzano per il gruppo, la riduzione o la
conversione e' disposta con riferimento a:
a) le riserve, le azioni, le altre partecipazioni e
gli strumenti di capitale emessi dalla capogruppo,
computabili nei fondi propri su base individuale o
consolidata;
b) le riserve, le azioni, le altre partecipazioni e
gli strumenti di capitale emessi da un soggetto indicato
all'art. 2 diverso dalla capogruppo e computabili nei fondi
propri su base sia individuale sia consolidata; se del
gruppo fa parte una societa' avente sede legale in un altro
Stato membro, la misura e' disposta in conformita'
dell'art. 30.
3. La riduzione o la conversione e' disposta
nell'ordine indicato dall'art. 52, comma 1, lettera a),
punti i), ii) e iii), e lettere b) e c). Si applica inoltre
l'art. 52, commi 2, 3, 5 e 6.».
«Art. 29. (Riduzione o conversione). - 1. La riduzione
o la conversione e' disposta dalla Banca d'Italia.
2. Si applicano gli articoli 55, 57, e 59 e, anche ai
fini della realizzazione di operazioni di capitalizzazione
con l'intervento di soggetti terzi, 58.
3. L'importo della riduzione o della conversione e'
determinato nella misura necessaria per coprire le perdite
e assicurare il rispetto dei requisiti prudenziali, come
quantificata nella valutazione effettuata ai sensi del Capo
I, Sezione II. Se la valutazione e' provvisoria e gli
importi della riduzione o della conversione in essa
indicati risultano superiori a quelli risultanti dalla
valutazione definitiva, l'importo della riduzione o della
conversione puo' essere ripristinato per la differenza.
4. Nei casi previsti dall'art. 28, comma 2, il valore
delle azioni, delle altre partecipazioni e degli strumenti
di capitale emessi da una societa' controllata e
computabili nei fondi propri su base consolidata non puo'
essere ridotto in misura maggiore o essere convertito a
condizioni meno favorevoli per il suo titolare rispetto
alla misura della riduzione di valore o alle condizioni di
conversione degli strumenti dello stesso rango emessi dalla
capogruppo o dalla societa' posta al vertice del gruppo
soggetto a vigilanza consolidata e computabili nei fondi
propri su base consolidata.».
«Art. 30. (Cooperazione fra autorita'). - 1. La Banca
d'Italia collabora con le autorita' degli altri Stati
membri per l'adozione della decisione congiunta prevista
dall'art. 62 della direttiva 2014/59/UE sulla sussistenza
dei presupposti per la riduzione o la conversione quando
gli strumenti su cui applicare queste misure sono computati
nei fondi propri su base individuale e consolidata e
ricorre una delle seguenti circostanze:
a) il gruppo bancario soggetto alla vigilanza
consolidata della Banca d'Italia comprende un soggetto di
cui all'art. 2 con sede legale in un altro Stato membro;
b) un soggetto di cui all'art. 2 avente sede legale
in Italia e' sottoposto a vigilanza consolidata in un altro
Stato membro.
2. La Banca d'Italia attua senza ritardo le decisioni
congiunte di riduzione del valore o di conversione degli
strumenti di capitale nei confronti di societa' aventi sede
in Italia.
3. Se non e' raggiunta una decisione congiunta, la
Banca d'Italia assume le determinazioni di propria
competenza circa la sussistenza dei presupposti per la
riduzione o la conversione in relazione a:
a) gli strumenti computabili nei fondi propri su base
individuale emessi da banche italiane, ancorche' soggette a
vigilanza consolidata in un altro Stato membro;
b) gli strumenti computabili nei fondi propri su base
consolidata emessi da soggetti di cui all'art. 2, lettere
b) e c), aventi sede legale in uno Stato membro e inclusi
nella vigilanza consolidata della Banca d'Italia.
4. Nell'assumere le determinazioni di propria
competenza, la Banca d'Italia tiene conto del potenziale
impatto della misura di riduzione o di conversione in tutti
gli Stati membri in cui operano la banca o il gruppo
interessati.».
«Art. 31. (Ulteriori previsioni in caso di
conversione). - 1. Ai titolari degli strumenti soggetti a
conversione possono essere attribuite azioni computabili
nel capitale primario di classe 1 emesse, oltre che dalla
societa' nei cui confronti e' stata disposta la riduzione o
la conversione, anche da altre componenti del gruppo,
inclusa la societa' posta al vertice del gruppo. Se queste
hanno sede legale in un altro Stato membro, l'attribuzione
degli strumenti e' disposta previo accordo con l'autorita'
di risoluzione dello Stato membro interessato.
2. Ai titolari degli strumenti soggetti a conversione
non possono essere attribuiti strumenti di capitale
primario di classe 1 che siano stati emessi dopo un apporto
di fondi propri da parte dello Stato o di societa'
controllate dallo Stato.
3. All'assunzione di partecipazioni conseguente alla
conversione si applica l'art. 53.».
- Si riporta il testo vigente del comma 3 dell'art.
2443 del codice civile:
«Art. 2443. (Delega agli amministratori). - (Omissis).
Il verbale della deliberazione degli amministratori di
aumentare il capitale deve essere redatto da un notaio e
deve essere depositato e iscritto a norma dall'art. 2436.
(Omissis).».

 
Art. 19
Caratteristiche delle azioni

1. Salvo quanto previsto dal comma 2, il Ministero sottoscrive azioni di nuova emissione. Le azioni emesse dall'emittente per la sottoscrizione da parte del Ministero sono azioni ordinarie che attribuiscono il diritto di voto non limitato ne' condizionato nell'assemblea ordinaria e nell'assemblea straordinaria, non privilegiate nella distribuzione degli utili ne' postergate nell'attribuzione delle perdite.
2. Entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del decreto previsto dall'articolo 18, comma 2, il Ministero, in caso di transazione tra l'emittente o una societa' del suo gruppo e gli azionisti divenuti tali a seguito dell'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri di cui all'articolo 22, comma 2, puo' acquistare le azioni rivenienti dall'applicazione di dette misure, se ricorrono cumulativamente le seguenti condizioni:
a) la transazione e' volta a porre fine o prevenire una lite avente a oggetto la commercializzazione degli strumenti coinvolti nell'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri di cui all'articolo 22, comma 2, limitatamente a quelli per la cui offerta sussisteva obbligo di pubblicare un prospetto e con esclusione di quelli acquistati da controparti qualificate ai sensi dell'articolo 6, comma 2-quater, lettera d), del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, o clienti professionali ai sensi dell'articolo 6, commi 2-quinquies e 2-sexies, del medesimo decreto legislativo, diversi dall'emittente o societa' del suo gruppo, in assenza di prestazione di servizi o attivita' di investimento da parte dell'emittente o da societa' del suo gruppo;
(( a-bis) gli strumenti oggetto di conversione sono stati sottoscritti o acquistati prima del 1° gennaio 2016; in caso di acquisto a titolo gratuito si fa riferimento al momento in cui lo strumento e' stato acquistato dal dante causa; ))
b) gli azionisti non sono controparti qualificate ai sensi dell'articolo 6, comma 2-quater, lettera d), del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, ne' clienti professionali ai sensi dell'articolo 6, commi 2-quinquies e 2-sexies, del medesimo decreto legislativo;
c) la transazione prevede che l'emittente acquisti dagli azionisti in nome e per conto del Ministero le azioni rivenienti dall'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri di cui all'articolo 22, comma 2, e che questi ricevano dall'emittente, come corrispettivo, obbligazioni non subordinate emesse alla pari dall'emittente o da societa' del suo gruppo, per un valore nominale pari al prezzo corrisposto dal Ministero ai sensi della lettera d); tali obbligazioni avranno durata comparabile alla vita residua degli strumenti e prestiti oggetto di conversione e rendimento in linea con quello delle obbligazioni non subordinate emesse dall'emittente aventi analoghe caratteristiche rilevato sul mercato secondario nel periodo intercorrente tra la data di pubblicazione del decreto di cui all'articolo 18, comma 2, e quella di acquisto delle azioni ai sensi del presente comma;
(( d) il prezzo per l'acquisto da parte del Ministero delle azioni rivenienti dall'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri e' corrisposto all'emittente in relazione alle obbligazioni da questo assegnate agli azionisti; il prezzo per l'acquisto di dette azioni e' il minore tra quello utilizzato per determinare il numero di azioni da attribuire in sede di conversione ai sensi dell'articolo 22, comma 5, lettera d), e quello che determina un corrispettivo corrispondente al corrispettivo pagato dall'azionista per la sottoscrizione o l'acquisto degli strumenti oggetto di conversione ai sensi dell'articolo 22, comma 2, o, nel caso di acquisto a titolo gratuito, al corrispettivo pagato dal dante causa; ))
e) la transazione prevede la rinuncia dell'azionista a far valere ogni altra pretesa relativa alla commercializzazione degli strumenti finanziari convertiti, in applicazione delle misure di ripartizione degli oneri di cui all'articolo (( 22, comma 2 )), nelle azioni acquistate dal Ministero ai sensi del presente comma.
3. Le azioni dell'emittente offerte in sottoscrizione al Ministero rispettano le condizioni previste dall'articolo 31 del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 575 del 26 giugno 2013.
4. Il prezzo delle azioni offerte in sottoscrizione al Ministero e' determinato secondo i criteri e la metodologia indicati nell'allegato.
5. Le spese di sottoscrizione e acquisto delle azioni da parte del Ministero sono interamente a carico dell'emittente.


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente dei commi 2-quater,
2-quinquies e 2-sexies dell'art. 6 del decreto legislativo
24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in
materia di intermediazione finanziaria, ai sensi degli
articoli 8 e 21 della legge 6 febbraio 1996, n. 52):
«Art. 6. (Vigilanza regolamentare). - (Omissis).
2-quater. La Consob, sentita la Banca d'Italia,
individua con regolamento:
a) le norme di condotta che non si applicano ai
rapporti fra gestori di sistemi multilaterali di
negoziazione e i partecipanti ai medesimi;
b) le condizioni alle quali i soggetti abilitati non
sono obbligati a osservare le disposizioni regolamentari di
cui al comma 2, lettera b), numero 1), quando prestano i
servizi di cui all'art. 1, comma 5, lettere b) ed e);
c) la disciplina specifica di condotta applicabile ai
rapporti tra soggetti abilitati e clienti professionali;
d) le norme di condotta che non si applicano ai
rapporti fra soggetti abilitati che prestano i servizi di
cui all'art. 1, comma 5, lettere a), b) ed e), e
controparti qualificate, intendendosi per tali:
1) le imprese di investimento, le banche, le
imprese di assicurazioni, gli Oicr, i gestori, i fondi
pensione, gli intermediari finanziari iscritti negli
elenchi previsti dagli articoli 106 e 113 del testo unico
bancario, le societa' di cui all'art. 18 del testo unico
bancario, gli istituti di moneta elettronica, le fondazioni
bancarie, i Governi nazionali e i loro corrispondenti
uffici, compresi gli organismi pubblici incaricati di
gestire il debito pubblico, le banche centrali e le
organizzazioni sovranazionali a carattere pubblico;
2) le imprese la cui attivita' principale consista
nel negoziare per conto proprio merci e strumenti
finanziari derivati su merci;
3) le imprese la cui attivita' esclusiva consista
nel negoziare per conto proprio nei mercati di strumenti
finanziari derivati e, per meri fini di copertura, nei
mercati a pronti, purche' esse siano garantite da membri
che aderiscono alle controparti centrali di tali mercati,
quando la responsabilita' del buon fine dei contratti
stipulati da dette imprese spetta a membri che aderiscono
alle controparti centrali di tali mercati;
4) le altre categorie di soggetti privati
individuati con regolamento dalla Consob, sentita Banca
d'Italia, nel rispetto dei criteri di cui alla direttiva
2004/39/CE e alle relative misure di esecuzione;
5) le categorie corrispondenti a quelle dei numeri
precedenti di soggetti di Paesi non appartenenti all'Unione
europea.
2-quinquies. La Consob, sentita la Banca d'Italia,
individua con regolamento i clienti professionali privati
nonche' i criteri di identificazione dei soggetti privati
che su richiesta possono essere trattati come clienti
professionali e la relativa procedura di richiesta.
2-sexies. Il Ministro dell'economia e delle finanze,
sentite la Banca d'Italia e la Consob, individua con
regolamento i clienti professionali pubblici nonche' i
criteri di identificazione dei soggetti pubblici che su
richiesta possono essere trattati come clienti
professionali e la relativa procedura di richiesta.
(Omissis).».
- Per gli estremi di pubblicazione del citato
regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n.
575 del 2013, si veda nei riferimenti normativi all'art. 1.

 
Art. 20
Effetti della sottoscrizione

1. All'assunzione di partecipazioni nell'emittente da parte del Ministero, conseguente alla sottoscrizione o all'acquisto di azioni disposta ai sensi del presente capo, non si applicano:
a) gli articoli 2527 e 2528 del codice civile;
b) gli articoli 106, comma 1, e 109, comma 1, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58;
c) eventuali limiti di possesso azionario previsti da disposizioni legislative o statutarie, ivi compresi i limiti previsti dall'articolo 30 del Testo unico bancario.


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente degli articoli 2527 e
2528 del codice civile:
«Art. 2527. (Requisiti dei soci). - L'atto costitutivo
stabilisce i requisiti per l'ammissione dei nuovi soci e la
relativa procedura, secondo criteri non discriminatori
coerenti con lo scopo mutualistico e l'attivita' economica
svolta.
Non possono in ogni caso divenire soci quanti
esercitano in proprio imprese in concorrenza con quella
della cooperativa.
L'atto costitutivo puo' prevedere, determinandone i
diritti e gli obblighi, l'ammissione del nuovo socio
cooperatore in una categoria speciale in ragione
dell'interesse alla sua formazione ovvero del suo
inserimento nell'impresa. I soci ammessi alla categoria
speciale non possono in ogni caso superare un terzo del
numero totale dei soci cooperatori. Al termine di un
periodo comunque non superiore a cinque anni il nuovo socio
e' ammesso a godere i diritti che spettano agli altri soci
cooperatori.».
«Art. 2528. (Procedura di ammissione e carattere aperto
della societa'). - L'ammissione di un nuovo socio e' fatta
con deliberazione degli amministratori su domanda
dell'interessato. La deliberazione di ammissione deve
essere comunicata all'interessato e annotata a cura degli
amministratori nel libro dei soci.
Il nuovo socio deve versare, oltre l'importo della
quota o delle azioni, il soprapprezzo eventualmente
determinato dall'assemblea in sede di approvazione del
bilancio su proposta dagli amministratori.
Il consiglio di amministrazione deve entro sessanta
giorni motivare la deliberazione di rigetto della domanda
di ammissione e comunicarla agli interessati.
Qualora la domanda di ammissione non sia accolta dagli
amministratori, chi l'ha proposta puo' entro sessanta
giorni dalla comunicazione del diniego chiedere che
sull'istanza si pronunci l'assemblea, la quale delibera
sulle domande non accolte, se non appositamente convocata,
in occasione della sua prossima successiva convocazione.
Gli amministratori nella relazione al bilancio
illustrano le ragioni delle determinazioni assunte con
riguardo all'ammissione dei nuovi soci.».
- Si riporta il testo vigente del comma 1 dell'art.
106, e del comma 1 dell'art. 109 del decreto legislativo 24
febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in
materia di intermediazione finanziaria, ai sensi degli
articoli 8 e 21 della legge 6 febbraio 1996, n. 52):
«Art. 106. (Offerta pubblica di acquisto totalitaria).
- 1. Chiunque, a seguito di acquisti ovvero di
maggiorazione dei diritti di voto, venga a detenere una
partecipazione superiore alla soglia del trenta per cento
ovvero a disporre di diritti di voto in misura superiore al
trenta per cento dei medesimi promuove un'offerta pubblica
di acquisto rivolta a tutti i possessori di titoli sulla
totalita' dei titoli ammessi alla negoziazione in un
mercato regolamentato in loro possesso.
(Omissis).».
«Art. 109. (Acquisto di concerto). - 1. Sono
solidalmente tenuti agli obblighi previsti dagli articoli
106 e 108 le persone che agiscono di concerto quando
vengano a detenere, a seguito di acquisti effettuati anche
da uno solo di essi, una partecipazione complessiva
superiore alle percentuali indicate nei predetti articoli.
I medesimi obblighi sussistono in capo a coloro che
agiscono di concerto, a seguito di maggiorazione, anche a
favore di uno solo di essi, dei diritti di voto, qualora
essi vengano a disporre di diritti di voto in misura
superiore alle percentuali indicate nell'art. 106.
(Omissis).».

 
Art. 21
Banche costituite in forma cooperativa

1. Nelle assemblee delle banche costituite in forma cooperativa, in cui il Ministero esercita il diritto di voto inerente alle azioni sottoscritte a seguito delle operazioni previste dal presente decreto-legge, si applicano gli articoli 2351, comma 1, 2368, 2369 e 2372 del codice civile, in luogo degli articoli 2538, commi 2 e 5, e 2539 del codice civile, nonche' degli articoli 30, comma 1, e (( 31, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 1º settembre 1993, n. 385 )). Le quote di capitale sociale richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea sono quelle previste dalla legge e non si applica l'articolo 137, comma 4, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
(( 1-bis. All'articolo 37-bis, comma 1-bis, del testo unico di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, dopo le parole: «nella medesima provincia autonoma» sono inserite le seguenti: «e che comunque non abbiano piu' di due sportelli siti in province limitrofe.». ))


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente degli articoli 2351,
comma 1, 2368, 2369 e 2372 del codice civile:
«Art. 2351. (Diritto di voto). - Ogni azione
attribuisce il diritto di voto.
(Omissis).».
«Art. 2368. (Costituzione dell'assemblea e validita'
delle deliberazioni). - L'assemblea ordinaria e'
regolarmente costituita quando e' rappresentata almeno la
meta' del capitale sociale, escluse dal computo le azioni
prive del diritto di voto nell'assemblea medesima. Essa
delibera a maggioranza assoluta, salvo che lo statuto
richieda una maggioranza piu' elevata. Per la nomina alle
cariche sociali lo statuto puo' stabilire norme
particolari.
L'assemblea straordinaria delibera con il voto
favorevole di piu' della meta' del capitale sociale, se lo
statuto non richiede una maggioranza piu' elevata. Nelle
societa' che fanno ricorso al mercato del capitale di
rischio l'assemblea straordinaria e' regolarmente
costituita quando e' rappresentata almeno la meta' del
capitale sociale o la maggiore percentuale prevista dallo
statuto e delibera con il voto favorevole di almeno i due
terzi del capitale rappresentato in assemblea.
Salvo diversa disposizione di legge le azioni per le
quali non puo' essere esercitato il diritto di voto sono
computate ai fini della regolare costituzione
dell'assemblea. Le medesime azioni e quelle per le quali il
diritto di voto non e' stato esercitato a seguito della
dichiarazione del soggetto al quale spetta il diritto di
voto di astenersi per conflitto di interessi non sono
computate ai fini del calcolo della maggioranza e della
quota di capitale richiesta per l'approvazione della
deliberazione.».
«Art. 2369. (Seconda convocazione e convocazioni
successive). - Se all'assemblea non e' complessivamente
rappresentata la parte di capitale richiesta dall'articolo
precedente, l'assemblea deve essere nuovamente convocata.
Salvo che lo statuto disponga diversamente, le assemblee
delle societa', diverse dalle societa' cooperative, che
fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, si
tengono in unica convocazione alla quale si applicano, per
l'assemblea ordinaria, le maggioranze indicate dal terzo e
quarto comma, nonche' dell'art. 2368, primo comma, secondo
periodo, e per l'assemblea straordinaria, le maggioranze
previste dal settimo comma del presente articolo. Restano
salve le disposizioni di legge o dello statuto che
richiedono maggioranze piu' elevate per l'approvazione di
talune deliberazioni.
Nell'avviso di convocazione dell'assemblea puo' essere
fissato il giorno per la seconda convocazione. Questa non
puo' aver luogo nello stesso giorno fissato per la prima.
Se il giorno per la seconda convocazione non e' indicato
nell'avviso, l'assemblea deve essere riconvocata entro
trenta giorni dalla data della prima, e il termine
stabilito dal secondo comma dell'art. 2366 e' ridotto ad
otto giorni.
In seconda convocazione l'assemblea ordinaria delibera
sugli oggetti che avrebbero dovuto essere trattati nella
prima, qualunque sia la parte di capitale rappresentata, e
l'assemblea straordinaria e' regolarmente costituita con la
partecipazione di oltre un terzo del capitale sociale e
delibera con il voto favorevole di almeno i due terzi del
capitale rappresentato in assemblea.
Lo statuto puo' richiedere maggioranze piu' elevate,
tranne che per l'approvazione del bilancio e per la nomina
e la revoca delle cariche sociali.
Nelle societa' che non fanno ricorso al mercato del
capitale di rischio e' necessario, anche in seconda
convocazione, il voto favorevole di piu' di un terzo del
capitale sociale per le deliberazioni concernenti il
cambiamento dell'oggetto sociale, la trasformazione della
societa', lo scioglimento anticipato, la proroga della
societa', la revoca dello stato di liquidazione, il
trasferimento della sede sociale all'estero e l'emissione
delle azioni di cui al secondo comma dell'art. 2351.
Lo statuto puo' prevedere eventuali ulteriori
convocazioni dell'assemblea, alle quali si applicano le
disposizioni del terzo, quarto e quinto comma.
Nelle societa' che fanno ricorso al mercato del
capitale di rischio l'assemblea straordinaria e'
costituita, nelle convocazioni successive alla seconda,
quando e' rappresentato almeno un quinto del capitale
sociale, salvo che lo statuto richieda una quota di
capitale piu' elevata, e delibera con il voto favorevole di
almeno i due terzi del capitale rappresentato in
assemblea.».
«Art. 2372. (Rappresentanza nell'assemblea). - Coloro
ai quali spetta il diritto di voto possono farsi
rappresentare nell'assemblea salvo che, nelle societa' che
non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio e
nelle societa' cooperative, lo statuto disponga
diversamente. La rappresentanza deve essere conferita per
iscritto e i documenti relativi devono essere conservati
dalla societa'.
Nelle societa' che fanno ricorso al mercato del
capitale di rischio la rappresentanza puo' essere conferita
solo per singole assemblee, con effetto anche per le
successive convocazioni, salvo che si tratti di procura
generale o di procura conferita da una societa',
associazione, fondazione o altro ente collettivo o
istituzione ad un proprio dipendente.
La delega non puo' essere rilasciata con il nome del
rappresentante in bianco ed e' sempre revocabile nonostante
ogni patto contrario. Il rappresentante puo' farsi
sostituire solo da chi sia espressamente indicato nella
delega.
Se la rappresentanza e' conferita ad una societa',
associazione, fondazione od altro ente collettivo o
istituzione, questi possono delegare soltanto un proprio
dipendente o collaboratore.
La rappresentanza non puo' essere conferita ne' ai
membri degli organi amministrativi o di controllo o ai
dipendenti della societa', ne' alle societa' da essa
controllate o ai membri degli organi amministrativi o di
controllo o ai dipendenti di queste.
La stessa persona non puo' rappresentare in assemblea
piu' di venti soci o, se si tratta di societa' previste nel
secondo comma di questo articolo, piu' di cinquanta soci se
la societa' ha capitale non superiore a cinque milioni di
euro, piu' di cento soci se la societa' ha capitale
superiore a cinque milioni di euro e non superiore a
venticinque milioni di euro, e piu' di duecento soci se la
societa' ha capitale superiore a venticinque milioni di
euro.
Le disposizioni del quinto e del sesto comma di questo
articolo si applicano anche nel caso di girata delle azioni
per procura.
Le disposizioni del quinto e del sesto comma non si
applicano alle societa' con azioni quotate nei mercati
regolamentati diverse dalle societa' cooperative. Resta
fermo quanto previsto dall'art. 2539.».
- Si riporta il testo vigente degli articoli 2538,
commi 2 e 5, e 2539 del codice civile:
«Art. 2538. (Assemblea). - 1. (Omissis).
Ciascun socio cooperatore ha un voto, qualunque sia il
valore della quota o il numero delle azioni possedute.
L'atto costitutivo determina i limiti al diritto di voto
degli strumenti finanziari offerti in sottoscrizione ai
soci cooperatori.
(Omissis).
Le maggioranze richieste per la costituzione delle
assemblee e per la validita' delle deliberazioni sono
determinate dall'atto costitutivo e sono calcolate secondo
il numero dei voti spettanti ai soci.
(Omissis).».
«Art. 2539. (Rappresentanza nell'assemblea). - Nelle
cooperative disciplinate dalle norme sulla societa' per
azioni ciascun socio puo' rappresentare sino ad un massimo
di dieci soci.
Il socio imprenditore individuale puo' farsi
rappresentare nell'assemblea anche dal coniuge, dai parenti
entro il terzo grado e dagli affini entro il secondo che
collaborano all'impresa.».u'
- Si riporta il testo vigente degli articoli 30, comma
1, e 31, comma 1, del decreto legislativo 1° settembre
1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e
creditizia):
«Art. 30. (Soci). - 1. Ogni socio ha un voto, qualunque
sia il numero delle azioni possedute.
(Omissis).».
«Art. 31. (Trasformazioni e fusioni). - 1. Le
trasformazioni di banche popolari in societa' per azioni o
le fusioni a cui prendano parte banche popolari e da cui
risultino societa' per azioni, le relative modifiche
statutarie nonche' le diverse determinazioni di cui
all'art. 29, comma 2-ter, sono deliberate:
a) in prima convocazione, con la maggioranza dei due
terzi dei voti espressi, purche' all'assemblea sia
rappresentato almeno un decimo dei soci della banca;
b) in seconda convocazione, con la maggioranza di due
terzi dei voti espressi, qualunque sia il numero dei soci
intervenuti all'assemblea.
(Omissis).».
- Si riporta il testo vigente del comma 4 dell'art. 137
del citato decreto legislativo n. 58 del 1998:
«Art. 137. (Disposizioni generali). - (Omissis).
4. Le disposizioni della presente sezione non si
applicano alle societa' cooperative.
(Omissis).».
- Si riporta il testo del comma 1-bis dell'art. 37-bis
del citato decreto legislativo n. 385 del 1993, come
modificato dalla presente legge:
«Art. 37-bis. (Gruppo Bancario Cooperativo). -
(Omissis).
1-bis. Le banche di credito cooperativo aventi sede
legale nelle province autonome di Trento e di Bolzano
possono rispettivamente costituire autonomi gruppi bancari
cooperativi composti solo da banche aventi sede e operanti
esclusivamente nella medesima provincia autonoma e che
comunque non abbiano piu' di due sportelli siti in province
limitrofe, tra cui la corrispondente banca capogruppo, la
quale adotta una delle forme di cui all'art. 14, comma 1,
lettera a); il requisito minimo di patrimonio netto e'
stabilito dalla Banca d'Italia ai sensi del comma 7-bis.
(Omissis).».

 
Art. 22
Ripartizione degli oneri fra i creditori

1. Salvo quanto previsto al comma 7, la sottoscrizione delle azioni dell'emittente ai sensi (( dell'articolo 18 )) e' effettuata dal Ministro dell'economia e delle finanze dopo l'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri secondo quanto previsto dal presente articolo, con l'obiettivo di contenere il ricorso ai fondi pubblici.
2. Con il decreto indicato dall'articolo 18, comma 2, sono disposte le misure di ripartizione degli oneri (( di seguito indicate )) e l'aumento del capitale dell'emittente a servizio delle misure stesse:
a) conversione, in tutto o in parte, in azioni ordinarie di nuova emissione computabili nel capitale primario di classe 1 dell'emittente aventi le caratteristiche indicate nell'articolo (( 19, comma 1 )), degli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 ai sensi del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 575 del 26 giugno 2013 (Additional Tier1), inclusi gli strumenti qualificati come strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 ai sensi della clausola di grandfathering del citato regolamento e relative disposizioni di attuazione, nonche' delle altre passivita' dell'emittente aventi un grado di subordinazione nella gerarchia concorsuale uguale o superiore;
b) ove la misura di cui alla lettera a) non sia sufficiente, conversione, in tutto o in parte, in azioni ordinarie di nuova emissione computabili nel capitale primario di classe 1 dell'emittente aventi le caratteristiche indicate nell'articolo (( 19, comma 1 )), degli strumenti e prestiti computabili come elementi di classe 2 ai sensi del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 575 del 26 giugno 2013 (Tier2), inclusi gli strumenti e i prestiti qualificati come elementi di classe 2 ai sensi della clausola di grandfathering del citato regolamento e relative disposizioni di attuazione, nonche' degli altri strumenti e prestiti aventi lo stesso grado di subordinazione nella gerarchia concorsuale;
c) ove la misura di cui alla lettera b) non sia sufficiente, conversione, in tutto o in parte, in azioni ordinarie di nuova emissione computabili nel capitale primario di classe 1 dell'emittente aventi le caratteristiche indicate nell'articolo 19, comma 1, degli strumenti e dei prestiti, diversi da quelli indicati dalle lettere a) e b), il cui diritto al rimborso del capitale e' contrattualmente subordinato al soddisfacimento dei diritti di tutti i creditori non subordinati dell'emittente.
(( c-bis) quando necessario per assicurare l'efficacia delle misure di ripartizione degli oneri, il decreto di cui all'articolo 18, comma 2, puo' disporre, in luogo della conversione, l'azzeramento del valore nominale degli strumenti e prestiti di cui alle precedenti lettere e l'attribuzione di azioni ordinarie di nuova emissione computabili nel capitale primario di classe 1 dell'emittente aventi le caratteristiche indicate nell'articolo 19, comma 1. ))
(( 2-bis. I maggiori o minori valori che derivano dall'applicazione del comma 2 alle banche emittenti di cui all'articolo 13, comma 2, del presente decreto non concorrono alla formazione del reddito complessivo ai fini delle imposte sul reddito e alla determinazione del valore della produzione netta. ))
3. L'adozione delle misure previste dal comma 2 comporta l'inefficacia delle garanzie rilasciate dall'emittente se ricorrono cumulativamente le seguenti condizioni:
a) la garanzia ha a oggetto passivita' emesse da soggetti direttamente o indirettamente controllati dall'emittente;
b) le passivita' garantite indicate alla lettera a) sono state emesse nell'ambito di un'operazione unitaria di finanziamento dell'emittente che include un finanziamento all'emittente da parte di un soggetto da questo controllato;
c) alle passivita' dell'emittente derivanti dal finanziamento concessogli di cui alla lettera b), e' applicata la misura di cui al comma 2.
(( 4. L'adozione delle misure previste dal comma 2 comporta, altresi', l'inefficacia delle clausole contrattuali o di altro tipo stipulate dall'emittente aventi ad oggetto proprie azioni o strumenti di capitale di cui allo stesso comma 2 e relative ai diritti patrimoniali spettanti sugli stessi, che ne impediscono o limitano la piena computabilita' nel capitale primario di classe 1. ))
5. Le misure di cui al comma 2 sono disposte:
a) nei confronti di tutte le passivita' indicate al comma 2, ove possibile in base alla legge a esse applicabile, secondo la gerarchia applicabile in sede concorsuale;
b) in modo uniforme nei confronti di tutti i creditori dell'emittente che siano titolari di passivita' assoggettabili alle misure del comma 2 in base alla legge loro applicabile e appartenenti alla stessa categoria, salvo quanto previsto al comma 7, e proporzionalmente al valore nominale dei rispettivi strumenti finanziari o crediti;
c) in misura tale da assicurare che nessun titolare degli strumenti e prestiti di cui al comma 2, riceva, tenuto conto dell'incremento patrimoniale conseguito dall'emittente per effetto dell'intervento dello Stato, un trattamento peggiore rispetto a quello che riceverebbe in caso di liquidazione dell'emittente, assumendo che essa avvenga senza supporto pubblico;
d) determinando il numero di azioni da attribuire in sede di conversione sulla base della metodologia indicata nell'allegato, (( lettera A), )) fermo restando il rispetto di quanto previsto dalle lettere a), b) e c);
e) a condizione che l'emittente abbia provveduto a convertire in azioni o altri strumenti di capitale primario di classe 1 gli strumenti finanziari convertibili eventualmente emessi, nel rispetto delle condizioni previste dai relativi contratti; a tal fine, l'emittente include nella richiesta di cui (( all'articolo 15 )) l'attestazione di aver provveduto a convertire in azioni o altri strumenti di capitale primario di classe 1 gli strumenti finanziari convertibili eventualmente emessi, nel rispetto delle condizioni previste dai relativi contratti.
6. La condizione di cui al comma 5, lettera c), e' verificata quando, tenuto conto della stima prevista dall'articolo 15, comma 1, lettera d), il valore delle azioni assegnate in conversione e' almeno pari a quanto verrebbe corrisposto ai titolari degli strumenti di capitale aggiuntivo, degli elementi di classe 2 e degli altri strumenti e prestiti subordinati di cui al comma 2 nel caso in cui l'emittente venisse sottoposto a liquidazione alla data di presentazione della richiesta di intervento dello Stato.
7. Non si da' luogo, del tutto o in parte, all'applicazione delle misure previste nel presente articolo quando la Commissione europea con la decisione di cui all'articolo 18, comma 2, abbia stabilito che la loro adozione puo' mettere in pericolo la stabilita' finanziaria o determinare risultati sproporzionati. In caso di esclusione parziale dall'applicazione delle misure previste nel presente articolo, il decreto di cui all'articolo 18, comma 2, indica gli strumenti o le classi di strumenti esclusi, fermo il rispetto dei criteri di cui al comma 5, lettere a), c) e d). La valutazione sull'applicabilita' delle ipotesi di esclusione indicate nel presente comma e' compiuta, per ciascun intervento, dalla Commissione europea.
8. All'assunzione di partecipazioni nell'emittente conseguente alle misure disposte ai sensi del comma 2 si applicano gli articoli 53 e 58, comma 2, del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, e non si applicano gli articoli 2359-bis, 2359-ter, 2359-quinquies e 2360 del codice civile e l'articolo 121 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
9. La tutela giurisdizionale avverso le misure indicate dal presente articolo e' disciplinata dall'articolo 95 del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180. In caso di violazione della condizione indicata dal comma 5, lettera c), si applica l'articolo 89, comma 1, del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180; il relativo indennizzo e' corrisposto dall'emittente mediante l'attribuzione di nuove azioni.
10. In caso di adozione di una misura di cui al presente articolo o (( all'articolo 18 )), ai contratti stipulati dall'emittente, da una componente del gruppo bancario a cui esso appartiene o da un soggetto da esso controllato si applica l'articolo 65 del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180. Sono in ogni caso inefficaci le pattuizioni contenute in contratti stipulati con l'emittente o con una componente del gruppo a cui esso appartiene, che, in caso di adozione di una misura di cui al presente articolo o di un evento direttamente legato all'applicazione di tali misure prevedono la risoluzione del contratto o attribuiscono al contraente il diritto di recedere dal contratto, di sospendere, modificare o compensare i propri obblighi, di escutere una garanzia, di esigere immediatamente la prestazione pattuita con decadenza dal termine o di pretendere una penale a carico dell'emittente o di altra componente del gruppo a cui esso appartiene. Relativamente ai contratti stipulati dall'emittente o da una componente del gruppo a cui esso appartiene, l'adozione di una misura di cui al presente articolo o il verificarsi di un evento direttamente connesso all'applicazione di tali misure non costituisce di per se' un inadempimento di un obbligo contrattuale, un evento determinante l'escussione della garanzia ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 170, una procedura di insolvenza ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera p), del decreto legislativo 12 aprile 2001, n. 210, o un evento che determina la decadenza dal termine ai sensi dell'articolo 1186 del codice civile.
11. Le disposizioni contenute nel presente articolo sono di applicazione necessaria ai sensi dell'articolo 9 del regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 593 del 17 giugno 2008 e dell'articolo 17 della legge 31 maggio 1995, n. 218. Esse costituiscono provvedimenti di risanamento ai sensi della direttiva (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 24 del 4 aprile 2001 e si applicano e producono i loro effetti negli altri Stati comunitari secondo quanto previsto nel titolo IV, sezione III-bis, del Testo unico bancario.


Riferimenti normativi

- Per gli estremi di pubblicazione del regolamento (UE)
del Parlamento europeo e del Consiglio n. 575 del 2013, si
veda nei riferimenti normativi all'art. 4.
- Si riporta il testo vigente degli articoli 53 e 58,
comma 2, del citato decreto legislativo n. 180 del 2015:
«Art. 53. (Autorizzazioni). - 1. In deroga a quanto
previsto dalle disposizioni in materia di autorizzazioni e
comunicazioni relative all'acquisto o all'incremento di
partecipazioni qualificate, se l'applicazione del bail-in
determina l'acquisizione o l'incremento di una
partecipazione qualificataai sensi dell'art. 19 del Testo
Unico Bancario, le valutazioni ivi previste sono effettuate
tempestivamente in modo da non ritardare l'applicazione
dello strumento del bail-in, ne' impedire il conseguimento
degli obiettivi della risoluzione. Se non sono state
completate le valutazioni previste dall'art. 19 del Testo
Unico Bancario alla data di applicazione del bail-in, si
applica l'art. 41, commi 3, 4 e 5.
2. All'assunzione di partecipazioni conseguente alla
conversione non si applicano:
a) gli articoli 2527 e 2528 del codice civile;
b) gli articoli 106, comma 1, e 109, comma 1, del
Testo Unico della Finanza;
c) eventuali limiti di possesso azionario e requisiti
di prossimita' territoriale previsti da disposizioni
legislative o statutarie, ivi compresi i limiti previsti
dagli articoli 30 e 34 del Testo Unico Bancario.
3. Se il bail-in e' stato disposto nei confronti di una
banca popolare o di una banca di credito cooperativo, la
Banca d'Italia stabilisce il termine entro il quale deve
essere ristabilito il rispetto dei limiti e dei requisiti
previsti al comma 2, lettera c), ai sensi del Testo Unico
Bancario. Se il termine decorre inutilmente, la Banca
d'Italia dispone la trasformazione in societa' per azioni
ai sensi dell'art. 48, comma 2.».
« Art. 58. (Rimozione degli ostacoli al bail-in). - 1.
(Omissis).
2. Non si applicano i limiti previsti dall'art. 2443,
commi 1 e 2 del codice civile, ne' gli articoli 2438, comma
1, e 2441 del codice civile, nonche' altre limitazioni
previste dalla legge, da contratti o dallo statuto che
possono ostacolare la conversione.
(Omissis).»,
- Si riporta il testo vigente degli articoli 2359-bis,
2359-ter, 2359-quinquies e 2360 del codice civile:
«Art. 2359-bis. (Acquisto di azioni o quote da parte di
societa' controllate). - La societa' controllata non puo'
acquistare azioni o quote della societa' controllante se
non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve
disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente
approvato. Possono essere acquistate soltanto azioni
interamente liberate.
L'acquisto deve essere autorizzato dall'assemblea a
norma del secondo comma dell'art. 2357.
In nessun caso il valore nominale delle azioni
acquistate a norma dei commi primo e secondo puo' eccedere
la quinta parte del capitale della societa' controllante
qualora questa sia una societa' che faccia ricorso al
mercato del capitale di rischio, tenendosi conto a tal fine
delle azioni possedute dalla medesima societa' controllante
o dalle societa' da essa controllate.
Una riserva indisponibile, pari all'importo delle
azioni o quote della societa' controllante iscritto
all'attivo del bilancio deve essere costituita e mantenuta
finche' le azioni o quote non siano trasferite.
La societa' controllata da altra societa' non puo'
esercitare il diritto di voto nelle assemblee di questa.
Le disposizioni di questo articolo si applicano anche
agli acquisti fatti per il tramite di societa' fiduciaria o
per interposta persona.».
«Art. 2359-ter. (Alienazione o annullamento delle
azioni o quote della societa' controllante). - Le azioni o
quote acquistate in violazione dell'art. 2359-bis devono
essere alienate secondo modalita' da determinarsi
dall'assemblea entro un anno dal loro acquisto.
In mancanza, la societa' controllante deve procedere
senza indugio al loro annullamento e alla corrispondente
riduzione del capitale, con rimborso secondo i criteri
indicati dagli articoli 2437-ter e 2437-quater. Qualora
l'assemblea non provveda, gli amministratori e i sindaci
devono chiedere che la riduzione sia disposta dal tribunale
secondo il procedimento previsto dall'art. 2446, secondo
comma.».
«Art. 2359-quinquies. (Sottoscrizione di azioni o quote
della societa' controllante). - La societa' controllata non
puo' sottoscrivere azioni o quote della societa'
controllante.
Le azioni o quote sottoscritte in violazione del comma
precedente si intendono sottoscritte e devono essere
liberate dagli amministratori, che non dimostrino di essere
esenti da colpa.
Chiunque abbia sottoscritto in nome proprio, ma per
conto della societa' controllata, azioni o quote della
societa' controllante e' considerato a tutti gli effetti
sottoscrittore per conto proprio. Della liberazione delle
azioni o quote rispondono solidalmente gli amministratori
della societa' controllata che non dimostrino di essere
esenti da colpa.».
«Art. 2360. (Divieto di sottoscrizione reciproca di
azioni). - E' vietato alle societa' di costituire o di
aumentare il capitale mediante sottoscrizione reciproca di
azioni, anche per tramite di societa' fiduciaria o per
interposta persona.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 121 del citato
decreto legislativo n. 58 del 1998:
«Art. 121. (Disciplina delle partecipazioni
reciproche). - 1. Fuori dai casi previsti dall'art.
2359-bis del codice civile, in caso di partecipazioni
reciproche eccedenti il limite indicato nell'art. 120,
comma 2, la societa' che ha superato il limite
successivamente non puo' esercitare il diritto di voto
inerente alle azioni eccedenti e deve alienarle entro
dodici mesi dalla data in cui ha superato il limite. In
caso di mancata alienazione entro il termine previsto la
sospensione del diritto di voto si estende all'intera
partecipazione. Se non e' possibile accertare quale delle
due societa' ha superato il limite successivamente, la
sospensione del diritto di voto e l'obbligo di alienazione
di applicano a entrambe, salvo loro diverso accordo.
2. Il limite richiamato nel comma 1 e' elevato al
cinque per cento, ovvero, nei casi previsti dall'art. 120,
comma 2, secondo periodo, al dieci per cento, a condizione
che il superamento della soglia da parte di entrambe le
societa' abbia luogo a seguito di un accordo
preventivamente autorizzato dall'assemblea ordinaria delle
societa' interessate.
3. Se un soggetto detiene una partecipazione in misura
superiore alla soglia indicata nel comma 2 in una societa'
con azioni quotate, questa o il soggetto che la controlla
non possono acquisire una partecipazione superiore a tale
limite in una societa' con azioni quotate controllata dal
primo. In caso di inosservanza, il diritto di voto inerente
alle azioni eccedenti il limite indicato e' sospeso. Se non
e' possibile accertare quale dei due soggetti ha superato
il limite successivamente, la sospensione del diritto di
voto si applica a entrambi, salvo loro diverso accordo.
4. Per il calcolo delle partecipazioni si applicano i
criteri stabiliti ai sensi dell'art. 120, comma 4, lettera
b).
5. I commi 1, 2 e 3 non si applicano quando i limiti
ivi indicati sono superati a seguito di un'offerta pubblica
di acquisto o di scambio diretta a conseguire almeno il
sessanta per cento delle azioni ordinarie.
6. In caso di inosservanza dei divieti di esercizio del
voto previsti dai commi 1 e 3, si applica l'art. 14, comma
5. L'impugnazione puo' essere proposta anche dalla CONSOB
entro il termine indicato nell'art. 14, comma 6.».
- Si riporta il testo vigente degli articoli 95 e 89,
comma 1, del citato decreto legislativo n. 180 del 2015:
«Art. 95. (Tutela giurisdizionale). - 1. La tutela
giurisdizionale davanti al giudice amministrativo e'
disciplinata dal Codice del processo amministrativo. Alle
controversie aventi ad oggetto i provvedimenti adottati ai
sensi del presente decreto si applicano gli articoli 119,
128, 133 e 135 del medesimo Codice.
2. Nei giudizi avverso le misure di gestione della
crisi si presume fino a prova contraria che la sospensione
dei provvedimenti della Banca d'Italia o del Ministro
dell'economia e delle finanze sarebbe contraria
all'interesse pubblico; nei medesimi giudizi non si
applicano gli articoli 19 e 63, comma 4, del Codice del
processo amministrativo.
3. Quando il giudice lo ritiene necessario per tutelare
gli interessi dei terzi in buona fede che hanno acquistato
azioni, altre partecipazioni, diritti, attivita' o
passivita' di un ente sottoposto a risoluzione a seguito
del ricorso agli strumenti di risoluzione o dell'esercizio
dei poteri di risoluzione, l'annullamento del provvedimento
lascia impregiudicati gli atti amministrativi adottati o i
negozi posti in essere dalla Banca d'Italia o dai
commissari speciali, sulla base del provvedimento
annullato. Resta fermo il diritto al risarcimento del danno
subito e provato, nei limiti stabiliti dalle norme vigenti.
4. Fermo restando il potere di cui all'art. 67, il
giudice presso il quale pende un qualsiasi giudizio del
quale sia parte un ente sottoposto a risoluzione ne dispone
la sospensione su istanza della Banca d'Italia per un
periodo congruo al perseguimento degli obiettivi di cui
all'art. 21.».
«Art. 89. (Salvaguardia per azionisti e creditori). -
1. Ciascun azionista o creditore, incluso il sistema di
garanzia dei depositanti, che sulla base della valutazione
di cui all'art. 88 risulti aver subito perdite maggiori di
quelle che avrebbe subito in una liquidazione coatta
amministrativa o altra analoga procedura concorsuale
applicabile, ha diritto a ricevere, a titolo di indennizzo,
esclusivamente una somma equivalente alla differenza
determinata ai sensi dell'art. 88.
(Omissis).».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 65 del citato
decreto legislativo n. 180 del 2015:
«Art. 65. (Esclusione di talune disposizioni
contrattuali in caso di risoluzione). - 1. L'adozione di
una misura di prevenzione o di gestione della crisi, anche
in presenza di una dichiarazione dello stato di insolvenza
ai sensi dell'art. 36, o il verificarsi di un evento
direttamente connesso all'applicazione di queste misure non
costituisce, relativamente ai contratti stipulati dall'ente
sottoposto alle misure, un evento determinante l'escussione
della garanzia ai fini del decreto legislativo 21 maggio
2004, n. 170, ne' una procedura di insolvenza ai fini del
decreto legislativo 12 aprile 2001, n. 210, se gli obblighi
previsti dal contratto, compresi quelli di pagamento, di
consegna nonche' di prestazione della garanzia, non sono
stati oggetto di inadempimento ai sensi dell'art. 1455 del
codice civile.
2. Alle stesse condizioni indicate dal comma 1,
l'adozione di una misura di prevenzione o di gestione della
crisi, anche in presenza di una dichiarazione dello stato
di insolvenza ai sensi dell'art. 36, non costituisce un
evento determinante l'escussione della garanzia ai fini del
decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 170, ne' una
procedura di insolvenza ai sensi del decreto legislativo 12
aprile 2001, n. 210, relativamente ai contratti stipulati
con terzi da una componente del gruppo di cui fa parte un
ente sottoposto alla misura, se:
a) i contratti prevedono obblighi che sono garantiti
dall'ente, o gravanti su di esso;
b) i contratti comprendono clausole in base alle
quali rilevano, per l'ente parte del contratto, eventi
relativi a un'altra componente del gruppo.
3. Fintantoche' gli obblighi previsti dal contratto,
compresi quelli di pagamento e di consegna, nonche' di
prestazione della garanzia, non sono stati oggetto di
inadempimento ai sensi dell'art. 1455 del codice civile,
l'adozione di una misura di prevenzione o di gestione della
crisi, anche in presenza di una dichiarazione dello stato
di insolvenza ai sensi dell'art. 36, o il verificarsi di un
evento direttamente connesso all'applicazione di una di
queste misure non da' di per se' titolo a:
a) esercitare un diritto di recesso, sospensione,
modifica, compensazione o attivare una clausola di
close-out relativamente ai contratti stipulati dall'ente
sottoposto a tali misure o da una componente del gruppo di
cui fa parte un ente sottoposto alla misura, se:
i) i contratti prevedono obblighi che sono
garantiti da una componente del gruppo, o gravanti su di
essa;
ii) i contratti comprendono clausole in base alle
quali rilevano, per l'ente parte del contratto, eventi
relativi a un'altra componente del gruppo;
b) acquisire il possesso o il controllo di beni di un
ente sottoposto a tali misure o di una componente del
gruppo ai sensi di un contratto comprendente clausole in
base alle quali rilevano, per il soggetto parte del
contratto, eventi relativi a un'altra componente del
gruppo, o ad escutere un diritto di garanzia su detti beni;
c) non adempiere gli obblighi a favore di un ente
sottoposto a tali misure o di una componente del gruppo di
appartenenza spettanti in relazione a un contratto
comprendente clausole in base alle quali rilevano, per il
soggetto parte del contratto, eventi relativi a un'altra
componente del gruppo.
4. Ai fini del presente articolo, una risoluzione
disposta in uno Stato terzo costituisce una misura di
gestione della crisi quando e' riconosciuta ai sensi
dell'art. 74 o se la Banca d'Italia o altra autorita' di
risoluzione di uno Stato membro ha disposto in tal senso.
5. Ai fini dei commi 1, 2 e 4, una sospensione degli
obblighi di pagamento o consegna, una limitazione
dell'escussione di garanzia o una sospensione temporanea di
meccanismi terminativi ai sensi degli articoli 66, 67 e 68
non costituiscono inadempimento di un obbligo contrattuale
ne' stato di insolvenza.
6. Le disposizioni del presente articolo sono norme di
applicazione necessaria ai sensi dell'art. 9 del
Regolamento (UE) n. 593/2008.».
- Si riporta il testo vigente del comma 1 dell'art. 1
del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 170 (Attuazione
della direttiva 2002/47/CE, in materia di contratti di
garanzia finanziaria):
«Art. 1. (Definizioni). - 1. Nel presente decreto
legislativo si intendono per:
a) testo unico bancario: il decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni;
b) testo unico della finanza: il decreto legislativo
24 febbraio 1998, n. 58, e successive modificazioni;
c) attivita' finanziarie: il contante, gli strumenti
finanziari, i crediti e con riferimento alle operazioni
connesse con le funzioni del sistema delle banche centrali
europee e dei sistemi di cui all'art. 1, comma 1, lettera
r), del decreto legislativo 12 aprile 2001, n. 210, le
altre attivita' accettate a garanzia di tali operazioni;
c-bis) crediti: crediti in denaro derivanti da un
contratto con il quale un ente creditizio, secondo la
definizione dell'art. 4, punto 1), della direttiva
2006/48/CE, compresi gli enti elencati all'art. 2 della
stessa direttiva, concede un credito in forma di prestito;
d) contratto di garanzia finanziaria: il contratto di
pegno o il contratto di cessione del credito o di
trasferimento della proprieta' di attivita' finanziarie con
funzione di garanzia, ivi compreso il contratto di pronti
contro termine, e qualsiasi altro contratto di garanzia
reale avente ad oggetto attivita' finanziarie e volto a
garantire l'adempimento di obbligazioni finanziarie,
allorche' le parti contraenti rientrino in una delle
seguenti categorie:
1) autorita' pubbliche, inclusi gli organismi del
settore pubblico degli Stati membri incaricati della
gestione del debito pubblico o che intervengano in tale
gestione o che siano autorizzati a detenere conti dei
clienti, con l'esclusione delle imprese assistite da
garanzia pubblica;
2) banche centrali, la Banca centrale europea, la
Banca dei regolamenti internazionali, le banche
multilaterali di sviluppo, come definite dall'allegato VI,
parte 1, sezione 4, della direttiva 2006/48/CE, il Fondo
monetario internazionale e la Banca europea per gli
investimenti;
3) enti finanziari sottoposti a vigilanza
prudenziale, inclusi:
a) enti creditizi, come definiti dall'art. 4,
punto 1), della direttiva 2006/48/CE, inclusi gli enti
elencati all'art. 2, della medesima direttiva;
b) imprese di investimento, come definite
dall'art. 4, paragrafo 1, punto 1), della direttiva
2004/39/CE;
c) enti finanziari, come definiti dall'art. 4,
punto 5), della direttiva 2006/48/CE;
d) imprese di assicurazione, come definite
dall'art. 1, lettera a), della direttiva 92/49/CEE del
Consiglio, del 18 giugno 1992, e dall'art. 1, paragrafo 1,
lettera a), della direttiva 2002/83/CE;
e) organismi di investimento collettivo in valori
mobiliari, quali definiti dall'art. 1, paragrafo 2, della
direttiva 85/611/CEE del Consiglio, del 20 dicembre 1985;
f) societa' di gestione, quali definite dall'art.
1-bis, paragrafo 2, della direttiva 85/611/CEE del
Consiglio, del 20 dicembre 1985;
4) controparti centrali, agenti di regolamento o
stanze di compensazione, quali definiti dalla direttiva
98/26/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
maggio 1998, art. 2, rispettivamente alle lettere c), d) ed
e), inclusi enti analoghi che operano sui mercati dei
contratti futures, come definiti dall'art. 1, comma 2,
lettera f), del testo unico della finanza, delle opzioni e
dei prodotti finanziari derivati non sottoposti a tale
direttiva;
5) persone diverse dalle persone fisiche, incluse
imprese e associazioni prive di personalita' giuridica,
purche' la controparte sia un ente definito ai numeri da 1)
a 4);
e) clausola di integrazione: la clausola del
contratto di garanzia finanziaria che prevede l'obbligo di
prestare una garanzia finanziaria o di integrare la
garanzia finanziaria gia' prestata:
1) in caso di variazione dell'importo
dell'obbligazione finanziaria garantita, a seguito di
variazione dei valori di mercato correnti, o del valore
della garanzia originariamente prestata;
2) in caso di variazione dell'importo
dell'obbligazione finanziaria garantita per causa diversa
da quella di cui al numero 1);
f) clausola di interruzione dei rapporti e pagamento
del saldo netto, clausola di "close-out netting": la
clausola di un contratto di garanzia finanziaria o di un
contratto che comprende un contratto di garanzia
finanziaria oppure, in mancanza di una previsione
contrattuale, una norma di legge in base alla quale, in
caso di evento determinante l'escussione della garanzia
finanziaria:
1) le obbligazioni diventano immediatamente
esigibili e vengono convertite nell'obbligazione di versare
un importo pari al loro valore corrente stimato, oppure
esse sono estinte e sostituite dall'obbligazione di versare
tale importo, ovvero
2) viene calcolato il debito di ciascuna parte nei
confronti dell'altra con riguardo alle singole obbligazioni
e viene determinata la somma netta globale risultante dal
saldo e dovuta dalla parte il cui debito e' piu' elevato,
ad estinzione dei reciproci rapporti;
g) clausola di sostituzione: la clausola del
contratto di garanzia finanziaria che prevede la
possibilita' di sostituire in tutto o in parte l'oggetto,
nei limiti di valore dei beni originariamente costituiti in
garanzia;
h) contante: denaro accreditato su un conto od
analoghi crediti alla restituzione di denaro, quali i
depositi sul mercato monetario;
i) evento determinante l'escussione della garanzia:
l'inadempimento o qualsiasi altro evento analogo convenuto
fra le parti il cui verificarsi da' diritto al beneficiario
della garanzia, in base al contratto o per effetto di
legge, di procedere all'escussione della garanzia
finanziaria o di attivare la clausola di "close-out
netting";
l) garanzia equivalente: quando la garanzia ha ad
oggetto il contante, un ammontare dello stesso importo e
nella stessa valuta; quando la garanzia ha ad oggetto
strumenti finanziari, strumenti finanziari del medesimo
emittente o debitore, appartenenti alla medesima emissione
o classe e con stesso importo nominale, stessa valuta e
stessa descrizione o, quando il contratto di garanzia
finanziaria prevede il trasferimento di altre attivita' al
verificarsi di un evento che riguardi o influenzi strumenti
finanziari forniti come garanzia finanziaria, queste altre
attivita';
m) legge fallimentare: il regio decreto 16 marzo
1942, n. 267;
n) giorno e momento di apertura di una procedura di
risanamento o di liquidazione: il giorno e il momento in
cui si producono gli effetti di sospensione dei pagamenti
delle passivita' o di restituzione dei beni ai terzi
secondo le disposizioni dell'art. 3, commi 1, 2 e 3, del
decreto legislativo 12 aprile 2001, n. 210;
o) obbligazioni finanziarie: le obbligazioni, anche
condizionali ovvero future, al pagamento di una somma di
denaro ovvero alla consegna di strumenti finanziari, anche
qualora il debitore sia persona diversa dal datore della
garanzia;
p) obbligazioni finanziarie garantite: le
obbligazioni finanziarie assistite da un contratto di
garanzia finanziaria;
q) prestazione della garanzia: l'avvenuto compimento
degli atti, quali la consegna, il trasferimento, la
registrazione delle attivita' finanziarie, in esito ai
quali le attivita' finanziarie stesse risultino nel
possesso o sotto il controllo del beneficiario della
garanzia o di persona che agisce per conto di quest'ultimo
o, nel caso di pegno o di cessione del credito, la consegna
per iscritto di un atto al beneficiario della garanzia
contenente l'individuazione del credito;
r) procedure di liquidazione: il fallimento, la
liquidazione coatta amministrativa, nonche' ogni altra
misura destinata alla liquidazione delle imprese e che
comportano l'intervento delle autorita' amministrative o
giudiziarie;
s) procedure di risanamento: l'amministrazione
controllata, il concordato preventivo, il provvedimento di
sospensione dei pagamenti delle passivita' e delle
restituzioni dei beni ai terzi ai sensi degli articoli 74,
77, comma 2, 107, comma 6, del testo unico bancario, e
dell'art. 56, comma 3, del testo unico della finanza,
nonche' ogni altra misura destinata al risanamento delle
imprese e che incide sui diritti dei terzi;
t) strumenti finanziari: gli strumenti finanziati di
cui all'art. 1, comma 2, lettere da a) ad e), del testo
unico della finanza e gli altri individuati con decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta della
Banca d'Italia e della Commissione nazionale per le
societa' e la Borsa, in relazione alle previsioni della
direttiva 2002/47/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 6 giugno 2002.».
- Si riporta il testo vigente del comma 1 dell'art. 1
del decreto legislativo 12 aprile 2001, n. 210 (Attuazione
della direttiva 98/26/CE sulla definitivita' degli ordini
immessi in un sistema di pagamento o di regolamento
titoli):
«Art. 1. (Definizioni). - 1. Nel presente decreto
legislativo si intendono per:
a) "Testo unico bancario" (T.U. bancario): il decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385, e successive
modificazioni;
b) "Testo unico finanza" (T.U. finanza): il decreto
legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e successive
modificazioni;
c) "Consob": la Commissione nazionale per le societa'
e la borsa;
c-bis) "AESFEM": Autorita' europea degli strumenti
finanziari e dei mercati, istituita con regolamento (UE) n.
1095/2010;
c-ter) "CERS": Comitato europeo per il rischio
sistemico, istituito con regolamento (UE) n. 1092/2010;
d) "agente di regolamento": il soggetto che mette a
disposizione dei partecipanti conti per il regolamento di
ordini di trasferimento all'interno del sistema e che puo'
concedere credito a tale scopo ai medesimi partecipanti;
e) "banche centrali": la Banca centrale europea e le
banche centrali nazionali degli Stati membri dell'Unione
europea;
f) "compensazione": la conversione, secondo le regole
del sistema, in un'unica posizione a credito o a debito dei
crediti e dei debiti di uno o piu' partecipanti nei
confronti di uno o piu' partecipanti e risultanti da ordini
di trasferimento;
g) "controparte centrale": il soggetto interposto tra
gli enti di un sistema che funge da controparte esclusiva
di detti enti riguardo ai loro ordini di trasferimento;
h) "ente": uno dei seguenti organismi che partecipi
ad un sistema assumendo gli obblighi derivanti da ordini di
trasferimento nell'ambito del sistema:
1) una banca italiana o comunitaria, come definite
all'art. 1, comma 2, lettere a) e b), del testo unico
bancario, un istituto di moneta elettronica, come definito
nell'art. 1, comma 2, lettera h-bis), del medesimo testo
unico, nonche' gli organismi elencati all'art. 2 della
direttiva 2006/48/CE;
2) una SIM, come definita dall'art. 1, comma 1,
lettera e), o un'impresa d'investimento comunitaria, come
definita dall'art. 1, comma 1, lettera f), del testo unico
finanza, con esclusione degli enti di cui all'art. 2,
paragrafo 1, della direttiva 2004/39/CE;
3) un'autorita' pubblica, o un'impresa pubblica
come definita all'art. 8 del regolamento n. 3603/93 del
Consiglio CE del 13 dicembre 1993, nonche' un'impresa la
cui attivita' sia assistita da garanzia pubblica;
4) qualsiasi impresa la cui sede legale non sia
situata nel territorio dell'Unione europea, e che eserciti
attivita' analoghe a quelle degli enti di cui ai punti 1) e
2);
5) qualsiasi altro organismo, individuato in
conformita' alle disposizioni comunitarie, che partecipi a
un sistema italiano o di altro Stato dell'Unione europea,
qualora la sua attivita' rilevi sotto il profilo del
rischio sistemico;
i) "garanzia": qualsiasi diritto avente ad oggetto o
relativo a valute, strumenti finanziari o altre attivita',
compresa senza limitazioni la garanzia finanziaria di cui
all'art. 1, paragrafo 4, lettera a), della direttiva
2002/47/CE, prontamente realizzabili da chiunque e in
qualunque modo e forma, costituito al fine di assicurare
l'adempimento di obblighi presenti o futuri derivanti da
ordini di trasferimento attraverso un sistema o da
operazioni effettuate con banche centrali;
l) "intermediario": uno degli organismi indicati
nella lettera h), numeri 1), 2) e 4), che non partecipi al
sistema;
m) "ordine di trasferimento": ogni istruzione
nell'ambito di un sistema da parte di un partecipante di:
1) mettere a disposizione di un beneficiario un
importo in valuta attraverso una scrittura sui conti di una
banca (italiana o comunitaria), di una banca centrale, di
una controparte centrale o di un agente di regolamento
ovvero che determini l'assunzione o l'adempimento di un
obbligo di pagamento in base alle regole del sistema,
ovvero
2) trasferire la titolarita' o altri diritti su uno
o piu' strumenti finanziari, attraverso una scrittura in un
libro contabile o in altro modo;
n) "partecipante": un ente, un agente di regolamento,
una controparte centrale, una stanza di compensazione, un
operatore del sistema partecipanti a un sistema;
o) "partecipante indiretto": un ente, una controparte
centrale, un agente di regolamento, una stanza di
compensazione o un operatore del sistema conosciuto
dall'operatore del sistema, secondo le regole dello stesso,
i cui ordini di trasferimento sono eseguiti attraverso il
sistema da un partecipante in nome proprio in base a un
vincolo contrattuale;
p) "procedura d'insolvenza": la liquidazione coatta
amministrativa, il fallimento, il provvedimento di
sospensione dei pagamenti delle passivita' e delle
restituzioni dei beni ai terzi ai sensi degli articoli 74,
77, comma 2, del testo unico bancario, e dell'art. 56,
comma 3, del testo unico finanza, nonche' ogni altra misura
prevista da una legge italiana, o, se applicabile, di uno
Stato membro dell'Unione europea o di uno Stato
extracomunitario, che ha come effetto la sospensione o la
cessazione dei pagamenti delle passivita' e delle
restituzioni dei beni ai terzi;
q) "regolamento lordo": il regolamento operazione per
operazione di ordini di trasferimento, al di fuori di una
compensazione;
r) "sistema": un insieme di disposizioni di natura
contrattuale o autoritativa, in forza del quale vengono
eseguiti con regole comuni e accordi standardizzati la
compensazione, attraverso una controparte centrale o meno,
o ordini di trasferimento fra i partecipanti, che sia
contestualmente:
1) applicabile a tre o piu' partecipanti, senza
contare l'operatore del sistema ne' un eventuale agente di
regolamento, una eventuale controparte centrale, una
eventuale stanza di compensazione o un eventuale
partecipante indiretto; ovvero applicabile a due
partecipanti, qualora cio' sia giustificato sotto il
profilo del contenimento del rischio sistemico per quanto
attiene ai sistemi italiani, o nel caso in cui altri Stati
membri dell'Unione europea abbiano esercitato la facolta'
di limitare a due il numero dei partecipanti;
2) assoggettato alla legge di uno Stato membro
dell'Unione europea, scelta dai partecipanti o prevista
dalle regole che lo disciplinano, in cui almeno uno dei
partecipanti medesimi abbia la sede legale;
3) designato come sistema e notificato all'AESFEM
dallo Stato membro dell'Unione europea di cui si applica la
legge. Un accordo concluso tra sistemi interoperabili non
costituisce un sistema;
s) "sistema italiano": uno dei sistemi indicati
nell'allegato al presente decreto legislativo, nonche' uno
dei sistemi designati ai sensi dell'art. 10;
t);
u) "stanza di compensazione": il centro responsabile
del calcolo delle posizioni nette dei partecipanti al
sistema;
v) "strumenti finanziari": gli strumenti finanziari
di cui all'art. 1, comma 2, del testo unico finanza;
w) "sistema extracomunitario": un sistema di
pagamento o di regolamento titoli di uno Stato non
appartenente all'Unione europea;
w-bis) "giorno lavorativo": comprende sia i
regolamenti diurni sia i regolamenti notturni e include
tutti gli eventi che occorrono durante il ciclo lavorativo
del sistema;
w-ter) "sistemi interoperabili": due o piu' sistemi i
cui operatori hanno concluso un accordo per l'esecuzione di
ordini di trasferimento tra sistemi;
w-quater) "operatore del sistema": il soggetto o i
soggetti giuridicamente responsabili della gestione del
sistema. L'operatore del sistema puo' anche agire come
agente di regolamento, controparte centrale o stanza di
compensazione.».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 1186 del codice
civile:
«Art. 1186. (Decadenza dal termine). - Quantunque il
termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore
puo' esigere immediatamente la prestazione se il debitore
e' divenuto insolvente o ha diminuito, per fatto proprio,
le garanzie che aveva date o non ha dato le garanzie che
aveva promesse.».
- Il regolamento (CE) del Parlamento europeo e del
Consiglio n. 593 del 17 giugno 2008 sulla legge applicabile
alle obbligazioni contrattuali (Roma I) e' pubblicato nella
G.U.U.E. 4 luglio 2008, n. L. 176.
- Si riporta il testo vigente dell'art. 17 della legge
31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di
diritto internazionale privato):
«Art. 17. (Norme di applicazione necessaria). - 1. E'
fatta salva la prevalenza sulle disposizioni che seguono
delle norme italiane che, in considerazione del loro
oggetto e del loro scopo, debbono essere applicate
nonostante il richiamo alla legge straniera.».
- La direttiva (CE) del Parlamento europeo e del
Consiglio n. 24 del 4 aprile 2001 in materia di risanamento
e liquidazione degli enti creditizi e' pubblicata nella
G.U.C.E. 5 maggio 2001, n. L 125.
- Il Titolo IV, Sezione III-bis (Banche operanti in
ambito comunitario) del citato decreto legislativo n. 385
del 1993 comprende gli articoli da 95-bis a 95-septies:
«Art. 95-bis. (Riconoscimento dei provvedimenti di
risanamento e delle procedure di liquidazione). - 1. I
provvedimenti di risanamento e le procedure di liquidazione
di banche comunitarie sono disciplinati e producono i loro
effetti, senza ulteriori formalita', nell'ordinamento
italiano secondo la normativa dello Stato d'origine.
1-bis. Le misure adottate dalla Banca d'Italia ai sensi
dell'art. 79, comma 1, cessano di avere effetto dall'avvio
della procedura di risanamento da parte dell'autorita'
competente dello Stato d'origine della banca comunitaria.
2. I provvedimenti di risanamento e di avvio della
liquidazione coatta amministrativa di banche italiane si
applicano e producono i loro effetti negli altri Stati
comunitari e, sulla base di accordi internazionali, anche
in altri Stati esteri.
2-bis. Quando e' esercitato un potere di risoluzione o
applicata una misura di risoluzione di cui al decreto
legislativo [di recepimento della direttiva 2014/59/UE], le
disposizioni della presente sezione si applicano a tutti i
soggetti indicati nell'art. 2 del decreto stesso.».
«Art. 95-ter. (Deroghe). - 1. In deroga a quanto
previsto dall'art. 95-bis, gli effetti di un provvedimento
di risanamento o dell'apertura di una procedura di
liquidazione:
a) su contratti e rapporti di lavoro, sono
disciplinati dalla legge dello Stato comunitario
applicabile al contratto di lavoro;
b) su contratti che danno diritto al godimento di un
bene immobile o al suo acquisto, sono disciplinati dalla
legge dello Stato comunitario nel cui territorio e' situato
l'immobile. Tale legge determina se un bene sia mobile o
immobile;
c) sui diritti relativi a un bene immobile, a una
nave o a un aeromobile soggetti a iscrizione in un pubblico
registro, sono disciplinati dalla legge dello Stato
comunitario sotto la cui autorita' si tiene il registro;
d) sull'esercizio dei diritti di proprieta' o altri
diritti su strumenti finanziari la cui esistenza o il cui
trasferimento presuppongano l'iscrizione in un registro, in
un conto o in un sistema di deposito accentrato, sono
disciplinati dalla legislazione dello Stato comunitario in
cui si trova il registro, il conto o il sistema di deposito
accentrato in cui sono iscritti tali diritti.
2. In deroga a quanto previsto dall'art. 95-bis, sono
disciplinati dalla legge che regola il contratto:
a) gli accordi di compensazione, di netting e di
novazione, fatto salvo quanto previsto agli articoli 65 e
68 del decreto legislativo;
b) le cessioni con patto di riacquisto e le
transazioni effettuate in un mercato regolamentato, fatto
salvo quanto previsto agli articoli 65 e 68 del decreto
legislativo, nonche' quanto previsto alla lettera d) del
comma 1.
3. Ferme restando le disposizioni dello Stato d'origine
relative alle azioni di annullamento, di nullita' o di
inopponibilita' degli atti compiuti in pregiudizio dei
creditori, l'adozione di un provvedimento di risanamento o
l'apertura di una procedura di liquidazione non pregiudica:
a) il diritto reale del creditore o del terzo sui
beni materiali o immateriali mobili o immobili, di
proprieta' della banca, che al momento dell'adozione di un
provvedimento di risanamento o dell'apertura di una
procedura di liquidazione si trovano nel territorio di uno
Stato comunitario diverso da quello di origine. Ai predetti
fini e' assimilato a un diritto reale il diritto, iscritto
in un pubblico registro e opponibile a terzi, che consente
di ottenere un diritto reale;
b) i diritti, nei confronti della banca, del
venditore, basati sulla riserva di proprieta', e del
compratore di beni che al momento dell'adozione del
provvedimento o dell'apertura della procedura si trovano
nel territorio di uno Stato comunitario diverso da quello
di origine;
c) il diritto del creditore di invocare la
compensazione del proprio credito con il credito della
banca, quando la compensazione sia consentita dalla legge
applicabile al credito della banca.
4. In deroga all'art. 95-bis, la normativa dello Stato
di origine non si applica alla nullita', all'annullamento o
all'inopponibilita' degli atti compiuti in pregiudizio dei
creditori, quando il beneficiario di tali atti prova che
l'atto pregiudizievole e' disciplinato dalla legge di uno
Stato comunitario che non consente, nella fattispecie,
alcun tipo di impugnazione.
5. Gli effetti dell'adozione di un provvedimento di
risanamento o dell'apertura di una procedura di
liquidazione sulle cause pendenti relative a un bene o a un
diritto del quale la banca e' spossessata sono disciplinati
dalla legge dello Stato comunitario in cui la causa e'
pendente.
6. Le previsioni di cui ai commi 1, 2 e 3 trovano
applicazione soltanto ai casi e nei modi ivi indicati; esse
non riguardano altri profili della disciplina delle
procedure di risanamento e liquidazione, quali le norme in
materia di ammissione allo stato passivo, anche con
riferimento al grado e alla natura delle relative pretese,
e di liquidazione e riparto dell'attivo, che restano
soggetti alla disciplina dello Stato di origine della
banca.».
«Art. 95-quater. (Collaborazione tra autorita'). - 1.
Salvo che l'informazione non vada fornita ai sensi del
decreto legislativo [di recepimento della direttiva
2014/59/UE], la Banca d'Italia informa le autorita' di
vigilanza e, se diverse, le autorita' di risoluzione degli
Stati comunitari ospitanti e la Banca centrale europea
dell'adozione dei provvedimenti di risanamento e
dell'apertura della procedura di liquidazione coatta
amministrativa, precisandone gli effetti. L'informazione e'
data, con ogni mezzo, possibilmente prima dell'adozione del
provvedimento o dell'apertura della procedura ovvero subito
dopo.
2. La Banca d'Italia, qualora ritenga necessaria
l'applicazione in Italia di un provvedimento di risanamento
nei confronti di una banca comunitaria, ne fa richiesta
all'autorita' di vigilanza o, se diversa, all'autorita' di
risoluzione dello Stato d'origine ovvero alla Banca
centrale europea.
2-bis. Resta fermo quanto previsto dagli articoli 5, 6
e 32, commi 3, 4 e 5, del decreto legislativo.».
«Art. 95-quinquies. (Pubblicita' e informazione agli
aventi diritto). - 1. I provvedimenti di risanamento e di
avvio della procedura di liquidazione coatta amministrativa
adottati nei confronti di una banca italiana che abbia
succursali o presti servizi in altri Stati comunitari sono
pubblicati per estratto anche nella Gazzetta Ufficiale
delle Comunita' europee e in due quotidiani a diffusione
nazionale di ciascuno Stato ospitante.
2. Le comunicazioni previste dall'art. 86, commi 1, 2 e
8, ai soggetti che hanno la residenza, il domicilio o la
sede legale in altro Stato comunitario devono indicare i
termini e le modalita' di presentazione dei reclami
previsti all'art. 86, comma 4, e delle opposizioni previste
dall'art. 87, comma 1, nonche' le conseguenze del mancato
rispetto dei termini.
3. Le pubblicazioni e le comunicazioni di cui ai commi
1 e 2 sono effettuate in lingua italiana e recano
un'intestazione in tutte le lingue ufficiali dell'Unione
europea volta a chiarire la natura e lo scopo delle
comunicazioni stesse.
4. I reclami e le istanze previsti dall'art. 86, commi
4 e 5, le opposizioni di cui all'art. 87 e le domande di
insinuazione tardive di cui all'art. 89, presentate da
soggetti che hanno la residenza, il domicilio o la sede
legale in altro Stato comunitario, possono essere redatti
nella lingua ufficiale di tale Stato e recano
un'intestazione in lingua italiana volta a chiarire la
natura dell'atto. I commissari possono chiedere una
traduzione in lingua italiana degli atti medesimi.
5. Per soggetti di cui al comma 2, i termini indicati
dagli articoli 86, comma 4, e 87, comma 1, sono
raddoppiati; il termine indicato nell'art. 86, comma 5,
decorre dalla data di pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale delle Comunita' europee prevista nel comma 1.».
«Art. 95-sexies. (Norme di attuazione). - 1. La Banca
d'Italia adotta disposizioni di attuazione della presente
sezione.».
«Art. 95-septies. (Applicazione). - 1. Le disposizioni
della presente sezione si applicano ai provvedimenti di
risanamento e alle procedure di liquidazione coatta
amministrativa, nonche' ai provvedimenti di risanamento e
liquidazione delle competenti autorita' degli Stati
comunitari o della Banca centrale europea adottati dopo il
5 maggio 2004.».

 
Art. 23
Disposizioni finali

1. Con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, possono essere dettate disposizioni di attuazione del presente capo II.
2. Ai fini della strutturazione degli interventi previsti dal presente capo II, nonche' della gestione dell'eventuale contenzioso, il Ministero puo' avvalersi, a spese dell'emittente, di esperti in materia finanziaria, contabile e legale, scelti fra soggetti che non abbiano in corso o non abbiano intrattenuto negli ultimi (( tre anni )) relazioni di affari, professionali o finanziarie con l'emittente tali da comprometterne l'indipendenza.
3. In sede di prima applicazione del presente capo, qualora Banca Monte dei Paschi S.p.a. presenti la richiesta di cui all'articolo 15, comma 1, il valore economico da attribuire alle passivita' (( oggetto delle misure di ripartizione degli oneri ai sensi dell'articolo 22, comma 2, )) ai fini di cui al comma 5, lettera d), del medesimo articolo, e' cosi' determinato:
a) emissione XS0122238115: 75 per cento del valore nominale;
b) emissione XS0121342827: 75 per cento del valore nominale;
c) emissione XS0131739236: 75 per cento del valore nominale;
d) emissione XS0180906439: 18 per cento del valore nominale;
e) emissione IT0004352586: 100 per cento del valore nominale;
f) emissione XS0236480322: 100 per cento del valore nominale;
g) emissione XS0238916620: 100 per cento del valore nominale;
h) emissione XS0391999801: 100 per cento del valore nominale;
i) emissione XS0415922730: 100 per cento del valore nominale;
l) emissione XS0503326083: 100 per cento del valore nominale;
m) emissione XS0540544912: 100 per cento del valore nominale.
4. In considerazione di quanto previsto dal comma 3, l'eventuale richiesta di Banca Monte dei Paschi di Siena non contiene la valutazione di cui all'articolo 15, comma 1, lettera c).


 
(( Art. 23 bis
Relazione alle Camere

1. Il Ministro dell'economia e delle finanze trasmette alle Camere una relazione quadrimestrale relativa alle istanze presentate e agli interventi effettuati, nella quale sono indicati l'ammontare delle risorse erogate e le finalita' di spesa, ai sensi del presente capo.
2. Nella relazione sono indicate, con riferimento agli interventi effettuati nel quadrimestre, le informazioni attinenti al profilo di rischio e al merito di credito, riferite alla data nella quale sono stati concessi i finanziamenti, dei soggetti nei cui confronti l'emittente vanta crediti, classificati in sofferenza, per un ammontare pari o superiore all'1 per cento del patrimonio netto. ))



 
Art. 24
Risorse finanziarie

1. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e' istituito un Fondo con una dotazione di 20 miliardi di euro per l'anno 2017, destinato alla copertura degli oneri derivanti dalle operazioni di sottoscrizione e acquisto di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale (ai sensi del capo II) e dalle garanzie concesse dallo Stato su passivita' di nuova emissione e sull'erogazione di liquidita' di emergenza (ai sensi del capo I) a favore delle banche e dei gruppi bancari italiani.
(( 2 )). Con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze e' disposta la ripartizione della dotazione del Fondo tra le finalita' di cui al comma 1 e la eventuale successiva rimodulazione in relazione alle effettive esigenze.
(( 3 )). Gli importi destinati alla copertura delle garanzie concesse ai sensi del capo I sono versati su apposito conto corrente di Tesoreria centrale.
(( 4 )). I corrispettivi delle garanzie concesse e quelli derivanti dalla successiva eventuale cessione delle azioni sono versati all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati al Fondo di cui al comma 1. Le risorse del Fondo non piu' necessarie alle finalita' di cui al comma 1, quantificate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo ammortamento titoli di Stato.


 
(( Art. 24 bis
Disposizioni generali concernenti l'educazione
finanziaria, assicurativa e previdenziale

1. Le disposizioni del presente articolo prevedono misure ed interventi intesi a sviluppare l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. Tali disposizioni assicurano l'efficacia, l'efficienza e la sistematicita' delle azioni dei soggetti pubblici e privati in tema di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale e riconoscono l'importanza dell'educazione finanziaria quale strumento per la tutela del consumatore e per un utilizzo piu' consapevole degli strumenti e dei servizi finanziari offerti dal mercato.
2. In conformita' con la definizione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), per educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale, ai fini del presente articolo, si intende il processo attraverso il quale le persone migliorano la loro comprensione degli strumenti e dei prodotti finanziari e sviluppano le competenze necessarie ad acquisire una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunita' finanziarie.
3. Il Ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, adotta, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il programma per una «Strategia nazionale per l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale». La Strategia nazionale si conforma ai seguenti principi:
a) organizzare in modo sistematico il coordinamento dei soggetti pubblici e, eventualmente su base volontaria, dei soggetti privati gia' attivi nella materia, ovvero di quelli che saranno attivati dal programma, garantendo che gli interventi siano continui nel tempo, promuovendo lo scambio di informazioni tra i soggetti e la diffusione delle relative esperienze, competenze e buone pratiche, e definendo le modalita' con cui le iniziative di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale possano entrare in sinergia e collegarsi con le attivita' proprie del sistema nazionale dell'istruzione;
b) definire le politiche nazionali in materia di comunicazione e di diffusione di informazioni volte a promuovere l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale;
c) prevedere la possibilita' di stipulare convenzioni atte a promuovere interventi di formazione con associazioni rappresentative di categorie produttive, ordini professionali, associazioni dei consumatori, organizzazioni senza fini di lucro e universita', anche con la partecipazione degli enti territoriali.
4. Lo schema del programma di cui al comma 3 e' trasmesso alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri delle commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che sono resi entro il termine di trenta giorni dalla data di trasmissione. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente lo schema del programma alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. I pareri definitivi delle commissioni competenti per materia e per i profili finanziari sono espressi entro trenta giorni dalla data della nuova trasmissione. Decorso tale termine il programma puo' comunque essere adottato.
5. Il Governo trasmette annualmente alle Camere entro il 31 luglio una relazione sullo stato di attuazione della Strategia nazionale per l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. La relazione puo' contenere le eventuali proposte di modifica e di aggiornamento del programma di cui al comma 3, da adottare con le medesime procedure previste al comma 4.
6. Per l'attuazione della Strategia nazionale di cui al comma 3, con decreto da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca e con il Ministro dello sviluppo economico, istituisce il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attivita' di educazione finanziaria, con il compito di promuovere e programmare iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria.
7. Dall'istituzione del Comitato di cui al comma 6 non devono derivare oneri a carico della finanza pubblica.
8. Il Comitato, composto da undici membri, e' presieduto da un direttore, nominato dal Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, scelto fra personalita' con comprovate competenze ed esperienza nel settore. I membri diversi dal direttore, anch'essi scelti fra personalita' con comprovate competenze ed esperienza nel settore, sono designati: uno dal Ministro dell'economia e delle finanze, uno dal Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, uno dal Ministro dello sviluppo economico, uno dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, uno dalla Banca d'Italia, uno dalla Commissione nazionale per le societa' e la borsa (CONSOB), uno dall'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), uno dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), uno dal Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, uno dall'Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo unico dei consulenti finanziari (OCF). I membri del Comitato, nonche' il direttore, durano in carica tre anni e l'incarico puo' essere rinnovato una sola volta.
9. Il Comitato opera attraverso riunioni periodiche, prevedendo, ove necessario, la costituzione di specifici gruppi di ricerca cui possono partecipare accademici e esperti nella materia. La partecipazione al Comitato non da' titolo ad alcun emolumento o compenso o gettone di presenza.
10. Il Comitato ha il compito di individuare obiettivi misurabili, programmi e azioni da porre in essere, valorizzando le esperienze, le competenze e le iniziative maturate dai soggetti attivi sul territorio nazionale e favorendo la collaborazione tra i soggetti pubblici e privati.
11. Agli oneri derivanti dalle attivita' del Comitato, nel limite di un milione di euro annui a decorrere dall'anno 2017, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. ))



 
Art. 25
Contribuzioni al Fondo di risoluzione nazionale

1. Le contribuzioni addizionali di cui all'articolo 1, comma 848, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, sono versate per la copertura di qualsiasi obbligazione, perdita, costo e qualsivoglia onere o passivita' a carico del Fondo di risoluzione nazionale comunque derivanti o connesse con l'esecuzione dei provvedimenti di avvio delle risoluzione e con l'esigenza di assicurarne l'efficacia, anche in conseguenza delle eventuali modifiche ad essi apportate.
2. La Banca d'Italia puo' determinare l'importo delle contribuzioni addizionali da versare al Fondo di risoluzione nazionale ai fini di cui al comma 1, al netto delle contribuzioni richiamate dal Fondo di risoluzione unico ai sensi degli articoli 70 e 71 del regolamento (UE) n. 806/2014, non oltre i due anni successivi a quello di riferimento delle contribuzioni addizionali medesime e puo' stabilire che dette contribuzioni siano dovute in un arco temporale dalla stessa definito, non superiore a cinque anni; la Banca d'Italia comunica annualmente l'importo dovuto per ciascun anno del suddetto periodo.
3. Per ogni anno del periodo di cui al comma precedente, l'importo delle contribuzioni addizionali e' dovuto dalle banche aventi sede legale in Italia e dalle succursali italiane di banche extracomunitarie considerate dal Comitato di risoluzione unico, alla data di riferimento individuata dal Comitato stesso, ai fini della contribuzione annuale al Fondo di risoluzione unico per il medesimo anno; i criteri di ripartizione delle contribuzioni addizionali sono quelli stabiliti dal Comitato di risoluzione unico per le contribuzioni al Fondo di risoluzione unico per il medesimo anno.


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente del comma 848 dell'art. 1
della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato -
legge di stabilita' 2016):
«848. Dopo l'avvio del Meccanismo di risoluzione unico
ai sensi dell'art. 99 del regolamento (UE) n. 806/2014 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 luglio 2014,
fermi restando gli obblighi di contribuzione al Fondo di
risoluzione unico previsti dagli articoli 70 e 71 del
medesimo regolamento (UE) n. 806/2014, le banche aventi
sede legale in Italia e le succursali italiane di banche
extracomunitarie, qualora i contributi ordinari e
straordinari gia' versati al Fondo di risoluzione
nazionale, al netto dei recuperi derivanti da operazioni di
dismissione poste in essere dal Fondo, non siano
sufficienti alla copertura delle obbligazioni, perdite,
costi e altre spese a carico del Fondo di risoluzione
nazionale in relazione alle misure previste dai
Provvedimenti di avvio della risoluzione, versano
contribuzioni addizionali al Fondo di risoluzione nazionale
nella misura determinata dalla Banca d'Italia, comunque
entro il limite complessivo, inclusivo delle contribuzioni
versate al Fondo di risoluzione unico, previsto dagli
articoli 70 e 71 del regolamento (UE) n. 806/2014. Solo per
l'anno 2016, tale limite complessivo e' incrementato di due
volte l'importo annuale dei contributi determinati in
conformita' all'art. 70 del regolamento (UE) n. 806/2014 e
al relativo regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/81 del
Consiglio, del 19 dicembre 2014.».
- Per gli estremi di pubblicazione del citato
regolamento (UE) n. 806/2014, si veda nei riferimenti
normativi all'art. 1.

 
Art. 26
Modifiche all'articolo 3 del decreto legislativo
21 maggio 2004, n. 170

1. All'articolo 3 del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 170 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il secondo periodo del comma 1-bis, e' sostituto dal seguente «Salvo quanto previsto dal comma seguente, ai fini dell'opponibilita' ai terzi e al debitore ceduto o debitore del credito dato in pegno restano fermi i requisiti di notificazione al debitore o di accettazione da parte del debitore previsti dal codice civile.»;
b) dopo il comma 1-bis sono inseriti i seguenti:
«1-ter. Qualora, al fine di soddisfare anche in modo indiretto esigenze di liquidita', la Banca d'Italia effettui operazioni di finanziamento o di altra natura che siano garantite mediante pegno o cessione di credito, la garanzia ha effetto nei confronti dei terzi dal momento della sua prestazione, ai sensi degli articoli 1, comma 1, lettera q), e 2, comma 1, lettera b), e in deroga agli articoli 1265, 2800 e 2914, n. 2), del codice civile. In deroga agli articoli 1248 e 2805 del codice civile, il debitore ceduto o il debitore del credito dato in pegno non possono opporre in compensazione alla Banca d'Italia eventuali crediti vantati nei confronti del soggetto rispettivamente cedente o datore di pegno, indipendentemente dal fatto che tali crediti siano sorti, acquisiti o divenuti esigibili prima della prestazione della garanzia a favore della Banca d'Italia o dopo la stessa. Agli altri effetti di legge, ai fini dell'opponibilita' della garanzia al debitore ceduto o al debitore del credito dato in pegno restano fermi i requisiti di notificazione o di accettazione previsti dal codice civile.
1-quater. Quando le garanzie indicate nel comma 1-ter sono costituite da crediti ipotecari, non e' richiesta l'annotazione prevista dall'articolo 2843 del codice civile. Alle operazioni della Banca d'Italia indicate al comma 1-ter si applica l'articolo 67, comma 4, del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267.».


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo dell'art. 3 del citato decreto
legislativo n. 170 del 2004, come modificato dalla presente
legge:
«Art. 3. (Efficacia della garanzia finanziaria). - 1.
L'attribuzione dei diritti previsti dal presente decreto
legislativo al beneficiario della garanzia e la loro
opponibilita' ai terzi non richiedono requisiti ulteriori
rispetto a quelli indicati nell'art. 2, anche se previsti
da vigenti disposizioni di legge.
1-bis. Nel caso di pegno o di cessione del credito la
garanzia che rispetti i requisiti di cui all'art. 2 e'
efficace fra le parti del contratto di garanzia
finanziaria. Salvo quanto previsto dal comma seguente, ai
fini dell'opponibilita' ai terzi e al debitore ceduto o
debitore del credito dato in pegno restano fermi i
requisiti di notificazione al debitore o di accettazione da
parte del debitore previsti dal codice civile.
1-ter. Qualora, al fine di soddisfare anche in modo
indiretto esigenze di liquidita', la Banca d'Italia
effettui operazioni di finanziamento o di altra natura che
siano garantite mediante pegno o cessione di credito, la
garanzia ha effetto nei confronti dei terzi dal momento
della sua prestazione, ai sensi degli articoli 1, comma 1
lettera q), e 2, comma 1, lettera b), e in deroga agli
articoli 1265, 2800 e 2914 n. 2), del codice civile. In
deroga articoli 1248 e 2805 del codice civile, il debitore
ceduto o il debitore del credito dato in pegno non possono
opporre in compensazione alla Banca d'Italia eventuali
crediti vantati nei confronti del soggetto rispettivamente
cedente o datore di pegno, indipendentemente dal fatto che
tali crediti siano sorti, acquisiti o divenuti esigibili
prima della prestazione della garanzia a favore della Banca
d'Italia o dopo la stessa. Agli altri effetti di legge, ai
fini dell'opponibilita' della garanzia al debitore ceduto o
al debitore del credito dato in pegno restano fermi i
requisiti di notificazione o di accettazione previsti dal
codice civile.
1-quater. Quando le garanzie indicate nel comma 1-ter
sono costituite da crediti ipotecari, non e' richiesta
l'annotazione prevista dall'art. 2843 del codice civile.
Alle operazioni della Banca d'Italia indicate al comma
1-ter si applica l'art. 67, comma 4, del regio decreto 16
marzo 1942, n. 267.».

 
(( Art. 26 bis
Modifiche al decreto-legge n. 59 del 2016

1. All'articolo 8, comma 1, lettera a), del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «; il coniuge, il convivente more uxorio, i parenti entro il secondo grado in possesso dei predetti strumenti finanziari, a seguito di trasferimento con atto tra vivi».
2. All'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119, la lettera b) e' abrogata.
3. All'articolo 9, comma 6, del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119, le parole: «entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 31 maggio 2017» e sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Il servizio di assistenza agli investitori nella compilazione e nella presentazione dell'istanza di erogazione dell'indennizzo forfetario e' gratuito. Le banche non possono richiedere, all'investitore che faccia domanda di presentazione dell'istanza, il pagamento o l'addebito di oneri o commissioni, sotto qualsiasi forma».
4. All'articolo 11 del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, il secondo periodo e' sostituito dal seguente: «L'opzione e' esercitata con efficacia a valere dal 1º gennaio 2016 con il primo versamento di cui al comma 7, e' irrevocabile e comporta l'applicazione della disciplina di cui al presente articolo a decorrere dall'esercizio in corso al 31 dicembre 2016 fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2030, con l'obbligo del pagamento di un canone annuo»;
b) al comma 2, la parola: «annualmente» e' sostituita dalle seguenti: «per ciascun esercizio di applicazione della disciplina» e dopo le parole: «e le imposte versate» sono aggiunte le seguenti: «come risultante alla data di chiusura dell'esercizio precedente»;
c) al comma 7, il primo e il secondo periodo sono sostituiti dal seguente: «Il versamento del canone e' effettuato per ciascun esercizio entro il termine per il versamento a saldo delle imposte sui redditi relativo al periodo d'imposta precedente; per il primo periodo di applicazione della disciplina di cui al presente articolo, il versamento e' invece effettuato, in ogni caso, entro il 31 luglio 2016 senza l'applicazione dell'articolo 17, comma 2, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2001, n. 435». ))



Riferimenti normativi

- Si riporta il testo del comma 1 dell'art. 8 del
decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119
(Disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e
concorsuali, nonche' a favore degli investitori in banche
in liquidazione), come modificato dalla presente legge:
«Art. 8. (Definizioni). - 1. Ai fini del presente capo
si intendono per:
a) "investitore": la persona fisica, l'imprenditore
individuale, anche agricolo, e il coltivatore diretto, o il
suo successore mortis causa, che ha acquistato gli
strumenti finanziari subordinati indicati nell'art. 1,
comma 855, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (di
seguito: "Legge di stabilita' per il 2016"), nell'ambito di
un rapporto negoziale diretto con la Banca in liquidazione
che li ha emessi; il coniuge, il convivente more uxorio, i
parenti entro il secondo grado in possesso dei predetti
strumenti finanziari, a seguito di trasferimento con atto
tra vivi;
b) "Banca in liquidazione" o "Banca": la Cassa di
Risparmio di Ferrara S.p.a. in liquidazione coatta
amministrativa, la Banca delle Marche S.p.a. in
liquidazione coatta amministrativa, la Banca popolare
dell'Etruria e del Lazio S.p.a. in liquidazione coatta
amministrativa, la Cassa di risparmio di Chieti S.p.a. in
liquidazione coatta amministrativa;
c) "Nuova Banca": la Nuova Cassa di Risparmio di
Ferrara S.p.a., la Nuova Banca delle Marche S.p.a., la
Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio S.p.a., la Nuova Cassa
di risparmio di Chieti S.p.a., istituite dall'art. 1 del
decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183;
d) "Fondo di solidarieta'": il Fondo istituito
dall'art. 1, comma 855, della legge di stabilita' per il
2016;
e) "Fondo": il Fondo Interbancario di Tutela dei
Depositi quale gestore del Fondo di solidarieta' di cui
alla lettera d);
f) "prestazione dei servizi e delle attivita' di
investimento relativi alla sottoscrizione o al collocamento
degli strumenti finanziari subordinati": la prestazione di
ciascuno dei servizi ed attivita' di cui all'art. 1, comma
5, e all'art. 25-bis del testo unico delle disposizioni in
materia di intermediazione finanziaria di cui al decreto
legislativo del 24 febbraio 1998, n. 58, ove nella
prestazione di tale servizi o attivita' sono stati in
qualsiasi forma e con qualsiasi modalita' acquistati o
sottoscritti dall'investitore i suddetti strumenti
finanziari subordinati, nell'ambito di un rapporto
negoziale con la Banca in liquidazione;
g) "MTS": il Mercato telematico all'ingrosso dei
titoli di Stato (MTS) gestito dalla Societa' per il Mercato
dei Titoli di Stato - MTS S.p.A.».
- Si riporta il testo dell'art. 9 del citato
decreto-legge n. 59 del 2016, come modificato dalla
presente legge:
«Art. 9. (Accesso al Fondo di solidarieta' con
erogazione diretta). - 1. Gli investitori che hanno
acquistato gli strumenti finanziari di cui all'art. 8,
comma 1, lettera a) entro la data del 12 giugno 2014 e che
li detenevano alla data della risoluzione delle Banche in
liquidazione possono chiedere al Fondo l'erogazione di un
indennizzo forfettario dell'ammontare determinato ai sensi
del comma 3, al ricorrere di una delle seguenti condizioni:
a) patrimonio mobiliare di proprieta'
dell'investitore di valore inferiore a 100.000 euro;
b).
2. Il valore del patrimonio mobiliare di cui al comma
1, lettera a), risulta dalla somma di:
a) patrimonio mobiliare posseduto al 31 dicembre
2015, esclusi gli strumenti finanziari di cui all'art. 8,
comma 1, lettera a), calcolato secondo i criteri e le
istruzioni approvati con decreto del Ministero del lavoro e
delle politiche sociali, Direzione generale per
l'inclusione e le politiche sociali di concerto con il
Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento delle
finanze 29 dicembre 2015, n. 363, recante approvazione del
modello tipo di dichiarazione sostitutiva unica (DSU),
nonche' delle relative istruzioni per la compilazione, ai
sensi dell'art. 10, comma 3, del decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159;
b) il corrispettivo pagato per l'acquisto degli
strumenti finanziari di cui all'art. 8, comma 1, lettera
a), detenuti alla data della risoluzione delle Banche in
liquidazione, al netto degli oneri e spese direttamente
connessi all'operazione di acquisto.
3. L'importo dell'indennizzo forfetario e' pari all'80
per cento del corrispettivo pagato per l'acquisto degli
strumenti finanziari di cui all'art. 8, comma 1, lettera
a), acquistati entro il 12 giugno 2014 e detenuti alla data
della risoluzione delle Banche in liquidazione, al netto
di:
a) oneri e spese direttamente connessi all'operazione
di acquisto;
b) la differenza, se positiva, tra il rendimento
degli strumenti finanziari subordinati e il rendimento di
mercato di un Buono del Tesoro poliennale in corso di
emissione di durata finanziaria equivalente oppure il
rendimento ricavato tramite interpolazione lineare di Buoni
del Tesoro Poliennali in corso di emissione aventi durata
finanziaria piu' vicina.
4. Ai fini del calcolo della differenza di cui al comma
3, lettera b), il rendimento degli strumenti finanziari
subordinati e' rilevato alla data di acquisto o di
sottoscrizione, mentre il rendimento del Buono del Tesoro
Poliennale di durata finanziaria equivalente o dei BTP
usati per l'interpolazione e' determinato sulla base della
loro quotazione di chiusura, alla medesima data, nel
mercato regolamentato dei titoli di Stato MTS.
5. L'importo di cui al comma 3, lettera b), e'
calcolato moltiplicando tra loro:
a) la differenza tra i rendimenti di cui al comma 4;
b) gli anni e la frazione d'anno trascorsi dalla data
di acquisto o di sottoscrizione degli strumenti finanziari
subordinati e la data del provvedimento di risoluzione
delle Banche in liquidazione;
c) il corrispettivo pagato per l'acquisto degli
strumenti finanziari subordinati al netto di oneri e spese
direttamente connessi all'operazione di acquisto.
6. L'istanza di erogazione dell'indennizzo forfetario
deve essere presentata, a pena di decadenza, entro il 31
maggio 2017. La presentazione di tale istanza non consente
il ricorso alla procedura arbitrale di cui all'art. 1,
commi da 857 a 860 della legge 28 dicembre 2015, n. 208. Il
servizio di assistenza agli investitori nella compilazione
e nella presentazione dell'istanza di erogazione
dell'indennizzo forfetario e' gratuito. Le banche non
possono richiedere, all'investitore che faccia domanda di
presentazione dell'istanza, il pagamento o l'addebito di
oneri o commissioni, sotto qualsiasi forma.
7. L'istanza di erogazione dell'indennizzo forfetario
e' indirizzata al Fondo. Nell'istanza sono indicati:
a) il nome, l'indirizzo e l'elezione di un domicilio,
anche digitale;
b) la Banca in liquidazione presso la quale
l'investitore ha acquistato gli strumenti finanziari
subordinati;
c) gli strumenti finanziari subordinati acquistati,
con indicazione della quantita', del controvalore, della
data di acquisto, del corrispettivo pagato, degli oneri e
spese direttamente connessi all'operazione di acquisto e,
ove disponibile, del codice ISIN.
8. L'investitore allega all'istanza i seguenti
documenti:
a) il contratto di acquisto degli strumenti
finanziari subordinati;
b) i moduli di sottoscrizione o d'ordine di acquisto;
c) attestazione degli ordini eseguiti;
d);
e) una dichiarazione sulla consistenza del patrimonio
mobiliare, calcolato ai sensi del comma 2, ovvero
sull'ammontare del reddito di cui al comma 1, lettera b),
resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,
contenente espressa dichiarazione di consapevolezza delle
sanzioni penali previste in caso di dichiarazioni non
veritiere e falsita' negli atti a norma dell'art. 76 del
citato decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del
2000.
8-bis. Ai fini del reperimento dei documenti, anche in
copia, di cui alle lettere a), b), e c) del comma 8, le
banche di cui all'art. 8, comma 1, lettere b) e c), sono
tenute a consegnarne copia all'investitore, entro quindici
giorni dalla data della sua richiesta.
9. Il Fondo verifica la completezza della
documentazione e, sulla base di questa, la sussistenza
delle condizioni di cui al comma 1, calcola l'importo
dell'indennizzo ai sensi del comma 3 e procede alla
liquidazione entro il termine di sessanta giorni dalla
richiesta.
10. Gli investitori che intendono accedere alle risorse
del Fondo di solidarieta' e che non hanno presentato
l'istanza di erogazione dell'indennizzo forfetario di cui
ai commi da 1 a 9, possono esperire, in via alternativa a
tale istanza, la procedura arbitrale di cui all'art. 1,
commi da 857 a 860 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
L'attivazione della procedura arbitrale preclude la
possibilita' di esperire la procedura di cui ai commi da 1
a 9. Ove questa sia stata gia' attivata la relativa istanza
e' improcedibile. L'istanza di erogazione dell'indennizzo
forfetario di cui ai commi da 1 a 9 in relazione a
strumenti finanziari acquistati entro la data del 12 giugno
2014 non preclude l'accesso, da parte dei medesimi
investitori, alla procedura arbitrale in relazione a
strumenti finanziari acquistati oltre la suddetta data.».
- Si riporta il testo dell'art. 11 del citato
decreto-legge n. 59 del 2016, come modificato dalla
presente legge:
«Art. 11. (Attivita' per imposte anticipate). - 1. Le
imprese interessate dalle disposizioni di cui all'art. 2,
commi da 55 a 57, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n.
225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio
2011, n. 10, come successivamente integrato dal
decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214,
possono optare, con riferimento all'ammontare di attivita'
per imposte anticipate pari alla differenza di cui al
successivo comma 2, per il mantenimento dell'applicazione
delle predette disposizioni al ricorrere delle condizioni
ivi previste. L'opzione e' esercitata con efficacia a
valere dal 1° gennaio 2016 con il primo versamento di cui
al comma 7, e' irrevocabile e comporta l'applicazione della
disciplina di cui al presente articolo a decorrere
dall'esercizio in corso al 31 dicembre 2016 fino
all'esercizio in corso al 31 dicembre 2030, con l'obbligo
del pagamento di un canone annuo. Il canone e' deducibile
ai fini delle imposte sui redditi e dell'IRAP
nell'esercizio in cui avviene il pagamento.
2. Il canone e' determinato per ciascun esercizio di
applicazione della disciplina applicando l'aliquota
dell'1,5 per cento alla differenza tra l'ammontare delle
attivita' per imposte anticipate e le imposte versate come
risultante alla data di chiusura dell'esercizio precedente.
3. L'ammontare delle attivita' per imposte anticipate
di cui al comma 2 e' determinato ogni anno sommando
algebricamente:
a) la differenza, positiva o negativa, tra le
attivita' per imposte anticipate cui si applicano i commi
da 55 a 57 del citato art. 2 del decreto-legge n. 225 del
2010, iscritte in bilancio alla fine dell'esercizio e
quelle iscritte alla fine dell'esercizio in corso al 31
dicembre 2007;
b) le attivita' per imposte anticipate trasformate in
credito d'imposta ai sensi delle disposizioni di cui ai
predetti commi da 55 a 57 dell'art. 2 del citato
decreto-legge n. 225 del 2010.
4. Ai fini della determinazione delle imposte versate
di cui al comma 2 si tiene conto dell'IRES, comprese le
relative addizionali, versata con riferimento al periodo
d'imposta in corso al 31 dicembre 2008 e ai successivi, e
dell'IRAP versata con riferimento ai periodi d'imposta in
corso al 31 dicembre 2013 e ai successivi. Si tiene
altresi' conto dell'imposta sostitutiva di cui all'art. 15,
commi 10, 10-bis e 10-ter del decreto-legge 29 novembre
2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
gennaio 2009, n. 2, e dell'imposta sostitutiva di cui
all'art. 176, comma 2-ter, del testo unico delle imposte
sui redditi, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, versate con
riferimento al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre
2008 e successivi, fino al periodo d'imposta in corso al 31
dicembre 2014.
5. Se le imposte versate di cui al comma 4 superano le
attivita' per imposte anticipate di cui al comma 3, il
canone non e' dovuto.
6. In caso di partecipazione delle imprese di cui al
comma 1 al consolidato nazionale di cui agli articoli 117 e
seguenti del predetto testo unico delle imposte sui
redditi, ai fini della determinazione della differenza di
cui al comma 2, per imposte versate si intendono l'IRES
versata in proprio o in qualita' di consolidanti, le
addizionali all'IRES, l'IRAP e le imposte sostitutive di
cui al comma 4 versate dai soggetti partecipanti al
consolidato che rientrano tra le imprese di cui al comma 1;
l'ammontare delle attivita' per imposte anticipate di cui
al comma 3 e' dato dalla somma dell'ammontare delle
attivita' per imposte anticipate di cui al comma 3 delle
singole imprese di cui al comma 1 partecipanti al
consolidato.
7. Il versamento del canone e' effettuato per ciascun
esercizio entro il termine per il versamento a saldo delle
imposte sui redditi relativo al periodo d'imposta
precedente; per il primo periodo di applicazione della
disciplina di cui al presente articolo, il versamento e'
invece effettuato, in ogni caso, entro il 31 luglio 2016
senza l'applicazione dell'art. 17, comma 2, del regolamento
di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7
dicembre 2001, n. 435. In caso di partecipazione delle
imprese di cui al comma 1 al consolidato nazionale di cui
agli articoli 117 e seguenti del citato testo unico delle
imposte sui redditi, il versamento e' effettuato dalla
consolidante.
8. Qualora a partire dall'esercizio in corso al 31
dicembre 2008 le imprese di cui al comma 1 abbiano
incrementato le attivita' per imposte anticipate cui si
applicano i commi da 55 a 57 dell'art. 2 del citato
decreto-legge n. 225 del 2010, in qualita' di societa'
incorporante o risultante da una o piu' fusioni o in
qualita' di beneficiaria di una o piu' scissioni, ai fini
della determinazione dell'ammontare delle attivita' per
imposte anticipate di cui al comma 3, si tiene conto anche
delle attivita' per imposte anticipate iscritte alla fine
dell'esercizio in corso al 31 dicembre 2007 nei bilanci
delle societa' incorporate, fuse o scisse e delle attivita'
per imposte anticipate trasformate in credito d'imposta
dalle societa' incorporate, fuse o scisse; ai fini della
determinazione delle imposte versate di cui al comma 4 si
tiene conto anche delle imposte versate dalle societa'
incorporate, fuse o scisse.
9. A partire dall'esercizio successivo a quello in
corso al 31 dicembre 2015, le imprese interessate dalle
disposizioni di cui all'art. 2, commi da 55 a 57, del
citato decreto-legge n. 225 del 2010, che non abbiano
esercitato l'opzione entro i termini di cui al comma 7 e
che incorporino o risultino da una o piu' fusioni di altre
imprese, oppure siano beneficiarie di una o piu' scissioni
possono esercitare l'opzione di cui al medesimo comma 1
entro un mese dalla chiusura dell'esercizio in corso alla
data in cui ha effetto la fusione o la scissione.
10. Se non e' effettuata l'opzione di cui al comma 1, i
commi da 55 a 57 dell'art. 2 del citato decreto-legge n.
225 del 2010, si applicano all'ammontare delle attivita'
per imposte anticipate iscritte in bilancio diminuite della
differenza, se positiva, di cui al comma 2. In caso di
partecipazione al consolidato fiscale, la predetta
differenza viene attribuita alle societa' partecipanti in
proporzione alle attivita' per imposte anticipate di cui ai
citati commi da 55 a 57 detenute da ciascuna di esse.
11. Ai fini dell'accertamento, delle sanzioni e della
riscossione del canone di cui al comma 1, nonche' per il
relativo contenzioso, si applicano le disposizioni in
materia di imposte sui redditi.
12. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle
entrate sono stabilite le disposizioni attuative del
presente articolo.
13. Le maggiori entrate derivanti dal presente articolo
valutate in 224,3 milioni di euro per l'anno 2016, in 101,7
milioni di euro per l'anno 2017, in 128 milioni di euro per
l'anno 2018, in 104,8 milioni di euro per l'anno 2019, in
80,7 milioni di euro per l'anno 2020, in 58,6 milioni di
euro per l'anno 2021, in 39,1 milioni di euro per l'anno
2022, in 32,2 milioni di euro per l'anno 2023, in 22
milioni di euro per l'anno 2024, in 17,6 milioni di euro
per l'anno 2025, in 15,8 milioni di euro per l'anno 2026,
in 14,8 milioni di euro per l'anno 2027 e in 3,8 milioni di
euro per l'anno 2028, sono destinate:
a) quanto a 124,3 milioni di euro per l'anno 2016, al
Fondo di cui all'art. 1, comma 1240, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni;
b) quanto a 100 milioni di euro per l'anno 2016, al
Fondo di cui all'art. 1, comma 200, della legge 23 dicembre
2014, n. 190, come rifinanziato ai sensi dell'art. 1, comma
639, della legge 28 dicembre 2015, n. 208;
c) quanto a 101,7 milioni di euro per l'anno 2017, in
128 milioni di euro per l'anno 2018, in 104,8 milioni di
euro per l'anno 2019, in 80,7 milioni di euro per l'anno
2020, in 58,6 milioni di euro per l'anno 2021, in 39,1
milioni di euro per l'anno 2022, in 32,2 milioni di euro
per l'anno 2023, in 22 milioni di euro per l'anno 2024, in
17,6 milioni di euro per l'anno 2025, in 15,8 milioni di
euro per l'anno 2026, in 14,8 milioni di euro per l'anno
2027 e in 3,8 milioni di euro per l'anno 2028, al Fondo per
interventi strutturali di politica economica di cui
all'art. 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004,
n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
dicembre 2004, n. 307.
14. Il Ministro dell'economia e delle finanze e'
autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti
variazioni di bilancio.».

 
(( Art. 26 ter
Temporanea irrilevanza dei limiti di cui al secondo periodo del comma
1 dell'articolo 84 del decreto del Presidente della Repubblica n.
917 del 1986, ai fini del diritto alla trasformazione delle
attivita' per imposte anticipate

1. Per i periodi d'imposta per i quali trova applicazione il comma 4 dell'articolo 16 del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, ai fini del riporto delle perdite, per i soggetti di cui all'articolo 33 del testo unico di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, non si applicano i limiti di cui al secondo periodo del comma 1 dell'articolo 84 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, alla quota di perdita derivante dalla deduzione dei componenti negativi di reddito di cui al comma 55 dell'articolo 2 del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10; a tali fini la perdita si presume prioritariamente derivante dalla deduzione di detti componenti negativi.
2. All'onere derivante dall'attuazione del comma 1, valutato in 14,7 milioni di euro per l'anno 2017, in 10,9 milioni di euro per l'anno 2018, in 21,3 milioni di euro per l'anno 2019, in 29,7 milioni di euro per l'anno 2020, in 25,3 milioni di euro per l'anno 2021, in 21,5 milioni di euro per l'anno 2022, in 19,6 milioni di euro per l'anno 2023 e in 5,5 milioni di euro per l'anno 2024, si provvede mediante riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero per 14,7 milioni di euro per l'anno 2017, per 10,9 milioni di euro per l'anno 2018 e per 29,7 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. ))



Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente del comma 4 dell'art. 16
del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 132 (Misure
urgenti in materia fallimentare, civile e processuale
civile e di organizzazione e funzionamento
dell'amministrazione giudiziaria):
«Art. 16. (Deducibilita' delle svalutazioni e perdite
su crediti enti creditizi e finanziari e imprese di
assicurazione). - (Omissis).
4. L'eccedenza di cui al comma 3 e le svalutazioni e le
perdite su crediti di cui al comma 1 iscritte in bilancio
fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2014 e non
ancora dedotte ai sensi del comma 3 dell'art. 106 del testo
unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel
testo in vigore anteriormente alle modifiche operate dal
comma 1 sono deducibili per il 5 per cento del loro
ammontare nel periodo d'imposta in corso al 31 dicembre
2016, per l'8 per cento nel periodo d'imposta in corso al
31 dicembre 2017, per il 10 per cento nel periodo d'imposta
in corso al 31 dicembre 2018, per il 12 per cento nel
periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2019 e fino al
periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2024, e per il 5
per cento nel periodo d'imposta in corso al 31 dicembre
2025.
(Omissis).».
- Si riporta il testo vigente dell'art. 33 del citato
decreto legislativo n. 385 del 1993:
«Art. 33. (Norme generali). - 1. Le banche di credito
cooperativo sono costituite in forma di societa'
cooperativa per azioni a responsabilita' limitata.
1-bis. L'adesione a un gruppo bancario cooperativo e'
condizione per il rilascio dell'autorizzazione
all'esercizio dell'attivita' bancaria in forma di banca di
credito cooperativo.
1-ter. Non si puo' dare corso al procedimento per
l'iscrizione nell'albo delle societa' cooperative di cui
all'art. 2512, secondo comma, del codice civile se non
consti l'autorizzazione prevista dal comma 1-bis.
2. La denominazione deve contenere l'espressione
"credito cooperativo".
3. La nomina dei membri degli organi di amministrazione
e controllo spetta ai competenti organi sociali fatte salve
le previsioni degli articoli 150-ter e 37-bis, comma 3.
4. Il valore nominale di ciascuna azione non puo'
essere inferiore a venticinque euro ne' superiore a
cinquecento euro.».
- Si riporta il testo vigente del comma 1 dell'art. 84
del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917 (Approvazione del testo unico delle imposte
sui redditi):
«Art. 84. (Riporto delle perdite). - 1. La perdita di
un periodo d'imposta, determinata con le stesse norme
valevoli per la determinazione del reddito, puo' essere
computata in diminuzione del reddito dei periodi d'imposta
successivi in misura non superiore all'ottanta per cento
del reddito imponibile di ciascuno di essi e per l'intero
importo che trova capienza in tale ammontare. Per i
soggetti che fruiscono di un regime di esenzione dell'utile
la perdita e' riportabile per l'ammontare che eccede
l'utile che non ha concorso alla formazione del reddito
negli esercizi precedenti. La perdita e' diminuita dei
proventi esenti dall'imposta diversi da quelli di cui
all'art. 87, per la parte del loro ammontare che eccede i
componenti negativi non dedotti ai sensi dell'art. 109,
comma 5. Detta differenza potra' tuttavia essere computata
in diminuzione del reddito complessivo in misura tale che
l'imposta corrispondente al reddito imponibile risulti
compensata da eventuali crediti di imposta, ritenute alla
fonte a titolo di acconto, versamenti in acconto, e dalle
eccedenze di cui all'art. 80.
(Omissis).».
- Si riporta il testo vigente del comma 55 dell'art. 2
del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con
modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10 (Proroga
di termini previsti da disposizioni legislative e di
interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle
imprese e alle famiglie):
«Art. 2. (Proroghe onerose di termini). - (Omissis).
55. In funzione anche della prossima entrata in vigore
del nuovo accordo di Basilea, le attivita' per imposte
anticipate iscritte in bilancio, relative a svalutazioni e
perdite su crediti non ancora dedotte dal reddito
imponibile ai sensi del comma 3 dell'art. 106 del testo
unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,
ovvero alle rettifiche di valore nette per deterioramento
dei crediti non ancora dedotte dalla base imponibile
dell'imposta regionale sulle attivita' produttive ai sensi
degli articoli 6, comma 1, lettera c-bis), e 7, comma 1,
lettera b-bis), del decreto legislativo 15 dicembre 1997,
n. 446, nonche' quelle relative al valore dell'avviamento e
delle altre attivita' immateriali, i cui componenti
negativi sono deducibili in piu' periodi d'imposta ai fini
delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle
attivita' produttive, sono trasformate in crediti d'imposta
qualora nel bilancio individuale della societa' venga
rilevata una perdita d'esercizio.
(Omissis).».

 
Art. 27
Disposizioni finanziarie

1. Per l'anno 2017, il livello massimo del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e il livello massimo del ricorso al mercato finanziario, di competenza e di cassa, di cui all'allegato 1, articolo 1, comma 1, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, nonche' l'importo massimo di emissione di titoli pubblici, in Italia e all'estero, di cui all'articolo 3, comma 2, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, sono rispettivamente incrementati di 20 miliardi di euro.
2. All'onere derivante dalle maggiori emissioni nette di titoli pubblici di cui al comma 1, nell'importo massimo di 60 milioni di euro per l'anno 2017, di 232 milioni di euro per l'anno 2018 e di 290 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019, che aumentano a 148 milioni di euro per l'anno 2017, a 359 milioni di euro per l'anno 2018 e a 426 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019, ai fini della compensazione degli effetti in termini di indebitamento netto, si provvede:
a) quanto a 14 milioni per l'anno 2017, 51 milioni per l'anno 2018, 129 milioni di euro per l'anno 2019 e a 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020, mediante corrispondente utilizzo del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307;
b) quanto a 30 milioni di euro per l'anno 2017, a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019, e a 129 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020, mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190;
c) quanto a 16 milioni di euro (( per l'anno 2017 )), a 81 milioni di euro per l'anno 2018 e a 61 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero per 10 milioni di euro per l'anno 2017, 70 milioni di euro per l'anno 2018 e a 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019, l'accantonamento relativo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per 2 milioni di euro per l'anno 2017 e per 4 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2018, l'accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per 2 milioni di euro per l'anno 2017 e per 3 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2018 e l'accantonamento relativo al Ministero della salute per 2 milioni di euro per l'anno 2017 e per 4 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2018;
d) quanto a 88 milioni di euro per l'anno 2017, a 127 milioni di euro per l'anno 2018 e a 136 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019, mediante corrispondente utilizzo del Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi pluriennali, di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008 n. 189.
3. Le risorse di cui al precedente comma 2, lettere b) e c), sono iscritte sul fondo di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307 e, unitamente a quelle di cui alla lettera a) e d), sono accantonate e rese indisponibili in termini di competenza e di cassa.
4. Con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, da comunicare al Parlamento, sulla base delle effettive emissioni di titoli del debito pubblico realizzate nel 2017 in relazione alle disposizioni di cui al presente decreto-legge, si provvede alla riduzione degli stanziamenti accantonati di cui al (( comma 3 )) in misura corrispondente al finanziamento dei maggiori interessi passivi, ovvero al disaccantonamento delle risorse che si prevede di non utilizzare per le finalita' di cui al presente decreto.
5. Ai fini dell'immediata attuazione delle disposizioni recate dal presente decreto, ove necessario, il Ministero dell'economia e delle finanze puo' disporre il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, la cui regolarizzazione avviene tempestivamente con l'emissione di ordini di pagamento sui pertinenti capitoli di spesa.


Riferimenti normativi

- Si riporta il testo vigente del comma 1 dell'art. 1
dell'Allegato 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232
(Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario
2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019):

«Allegato 1
(Articolo 1, comma 1)

(importi in milioni di euro)


+-------------------------------------------------------------------+ | RISULTATI DIFFERENZIALI | +-------------------------------------------------------------------+ | - COMPETENZA - | +-------------------------------------------------------------------+ | Descrizione del risultato | | | | | differenziale | 2017 | 2018 | 2019 | +-------------------------------+-----------+-----------+-----------+ |Livello massimo del saldo netto| | | | |da finanziare, tenuto conto | | | | |degli effetti derivanti dalla | | | | |presente legge (*) | - 38.601| - 27.249| - 8.628| +-------------------------------+-----------+-----------+-----------+ |Livello massimo del ricorso al | | | | |mercato finanziario, tenuto | | | | |conto degli effetti derivanti | | | | |dalla presente legge (**) | 293.097| 254.485| 249.527| +-------------------------------------------------------------------+ | - CASSA - | +-------------------------------------------------------------------+ | Descrizione del risultato | | | | | differenziale | 2017 | 2018 | 2019 | +===============================+===========+===========+===========+ |Livello massimo del saldo netto| | | | |da finanziare, tenuto conto | | | | |degli effetti derivanti dalla | | | | |presente legge (*) | - 102.627| - 77.490| - 57.246| +-------------------------------+-----------+-----------+-----------+ |Livello massimo del ricorso al | | | | |mercato finanziario, tenuto | | | | |conto degli effetti derivanti | | | | |dalla presente legge (**) | 356.551| 304.132| 297.551| +-------------------------------------------------------------------+ | (*) Il saldo netto da finanziare e' coerente con un livello di| |indebitamento netto pari a - 2,3% del prodotto interno lordo nel| |2017. | | (**) Al netto delle operazioni effettuate al fine di rimborsare| |prima della scadenza o di ristrutturare passivita' preesistenti con| |ammortamento a carico dello Stato. | +-------------------------------------------------------------------+



».
- Si riporta il testo vigente del comma 2 dell'art. 3
della citata legge n. 232 del 2016:
«Art. 3. (Stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze e disposizioni relative). -
(Omissis).
2. L'importo massimo di emissione di titoli pubblici,
in Italia e all'estero, al netto di quelli da rimborsare e
di quelli per regolazioni debitorie, e' stabilito, per
l'anno 2017, in 59.500 milioni di euro.
(Omissis).».
- Si riporta il testo vigente del comma 5 dell'art. 10
del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307
(Disposizioni urgenti in materia fiscale e di finanza
pubblica):
«Art. 10. (Proroga di termini in materia di definizione
di illeciti edilizi). - (Omissis).
5. Al fine di agevolare il perseguimento degli
obiettivi di finanza pubblica, anche mediante interventi
volti alla riduzione della pressione fiscale, nello stato
di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze
e' istituito un apposito "Fondo per interventi strutturali
di politica economica", alla cui costituzione concorrono le
maggiori entrate, valutate in 2.215,5 milioni di euro per
l'anno 2005, derivanti dal comma 1.».
- Si riporta il testo vigente del comma 200 dell'art. 1
della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato -
legge di stabilita' 2015):
«200. Nello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze e' istituito un Fondo per far
fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel
corso della gestione, con la dotazione di 27 milioni di
euro per l'anno 2015 e di 25 milioni di euro annui a
decorrere dall'anno 2016. Il Fondo e' ripartito annualmente
con uno o piu' decreti del Presidente del Consiglio dei
ministri su proposta del Ministro dell'economia e delle
finanze. Il Ministro dell'economia e delle finanze e'
autorizzato ad apportare le occorrenti variazioni di
bilancio.».
- Si riporta il testo vigente del comma 2 dell'art. 6
del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189
(Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa
sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le
autonomie locali):
«Art. 6.(Disposizioni finanziarie e finali). -
(Omissis).
2. Nello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze e' istituito, con una
dotazione, in termini di sola cassa, di 435 milioni di euro
per l'anno 2010 e di 175 milioni di euro per l'anno 2011,
un Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non
previsti a legislazione vigente conseguenti
all'attualizzazione di contributi pluriennali, ai sensi del
comma 177-bis dell'art. 4 della legge 24 dicembre 2003, n.
350, introdotto dall'art. 1, comma 512, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, e, fino al 31 dicembre 2012, per le
finalita' previste dall'art. 5-bis, comma 1, del
decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con
modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148,
limitatamente alle risorse del Fondo per lo sviluppo e la
coesione, di cui all'art. 4 del decreto legislativo 31
maggio 2011, n. 88. All'utilizzo del Fondo per le finalita'
di cui al primo periodo si provvede con decreto del
Ministro dell'economia e delle finanze, da trasmettere al
Parlamento, per il parere delle Commissioni parlamentari
competenti per materia e per i profili finanziari, nonche'
alla Corte dei conti.».

 
Art. 28
Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.


 
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