Gazzetta n. 45 del 23 febbraio 2017 (vai al sommario)
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
DECRETO 29 dicembre 2016, n. 266
Regolamento recante i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunita' di rifiuti organici ai sensi dell'articolo 180, comma 1-octies, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, cosi' come introdotto dall'articolo 38 della legge 28 dicembre 2015, n. 221.


IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

di concerto con

IL MINISTRO DELLA SALUTE

Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi;
Vista la direttiva 1999/31/CE del Consiglio dell'Unione europea del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti e, in particolare, l'articolo 5, paragrafo 2, relativo alla fissazione di obiettivi di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti biodegradabili;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, recante disposizioni legislative in materia di documentazione amministrativa;
Vista la direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e, in particolare, l'articolo 11, paragrafo 2, lettera a), che fissa uno specifico obiettivo, pari al 50% di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti provenienti dai nuclei domestici e possibilmente di altra origine, da raggiungere entro il 2020, e l'articolo 4 che individua la gerarchia dei rifiuti quale ordine di priorita' della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti e l'articolo 16 che stabilisce i principi di autosufficienza e prossimita' nella gestione dei rifiuti;
Visto il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante il Codice dell'amministrazione digitale;
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Parte quarta, recante norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati e, in particolare, l'articolo 180, comma 1-octies, secondo cui «Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro della salute, sono stabiliti i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunita' di rifiuti organici. Le attivita' di compostaggio di comunita' che, alla data di entrata in vigore del decreto di cui al presente comma, risultano gia' autorizzate ai sensi degli articoli 208 o 214 del presente decreto, possono continuare ad operare sulla base dell'autorizzazione vigente sino alla scadenza della stessa»;
Visto il decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75, recante «Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell'articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88»;
Considerato che ai sensi della decisione della Commissione europea 2011/753/UE del 18 novembre 2011, il compostaggio dei rifiuti e' conteggiato ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di riciclaggio del 50% dei rifiuti urbani di cui all'articolo 11, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2008/98/CE;
Considerato che il compostaggio di comunita' e' anch'esso conteggiato per il raggiungimento dell'obiettivo di riciclaggio dei rifiuti urbani di cui all'articolo 11, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2008/98/CE;
Considerato che il compostaggio di comunita' riduce il conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili contribuendo al raggiungimento dell'obiettivo di cui all'articolo 5, paragrafo 2, della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti;
Acquisito il formale concerto reso dal Ministro della salute reso con nota del 3 ottobre 2016;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 20 ottobre 2016;
Acquisito il parere del Dipartimento della funzione pubblica con nota del 22 dicembre 2016;
Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi della legge 23 agosto 1988, n. 400, con nota del 18 novembre 2016;

A d o t t a
il seguente regolamento:

Art. 1
Finalita', ambito di applicazione ed esclusioni

1. Il presente decreto stabilisce i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per l'attivita' di compostaggio di comunita' di quantita' non superiori a 130 tonnellate annue, di cui all'articolo 183, comma 1, lettera qq-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nel rispetto della tutela dell'ambiente e della salute umana.
2. Salvo quanto disposto dall'articolo 10, il presente decreto si applica alle attivita' di compostaggio di comunita' intraprese da un organismo collettivo al fine dell'utilizzo del compost prodotto da parte delle utenze conferenti.
3. Le disposizioni del presente decreto non si applicano alle attivita' di compostaggio di comunita' con capacita' di trattamento complessiva superiore a 130 tonnellate annue, per le quali si applicano le disposizioni di cui agli articoli 208 e 214 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
4. Le disposizioni del presente decreto non si applicano agli impianti di compostaggio aerobico di rifiuti biodegradabili di cui all'articolo 214, comma 7-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.


Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia, ai sensi
dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge alle quali e' operato
il rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli
atti legislativi qui trascritti.
Note alle premesse:
- Si riporta il testo dell'art. 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell'attivita' di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
ministri), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 12 settembre
1988, n. 214, S.O.:
"Art. 17. (Regolamenti).
(Omissis).
3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del ministro o di
autorita' sottordinate al ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei ministri prima della loro emanazione.
(Omissis).".
- La legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di
accesso ai documenti amministrativi) e' pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale 18 agosto 1990, n. 192.
- Si riporta il testo dell'art. 5, paragrafo 2, della
direttiva 1999/31/CE del 26 aprile 1999 del Consiglio
(relativa alle discariche di rifiuti), pubblicata nella
G.U.C.E. del 16 luglio 1999, n. L 182:
"Art. 5. (Rifiuti e trattamenti non ammissibili in una
discarica)
(Omissis).
2. In base a tale strategia:
a) non oltre cinque anni dopo la data prevista
nell'art. 18, paragrafo 1, i rifiuti urbani biodegradabili
da collocare a discarica devono essere ridotti al 75% del
totale (in peso) dei rifiuti urbani biodegradabili prodotti
nel 1995 o nell'ultimo anno prima del 1995 per il quale
siano disponibili dati EUROSTAT normalizzati;
b) non oltre otto anni dopo la data prevista nell'art.
18, paragrafo 1, i rifiuti urbani biodegradabili da
collocare a discarica devono essere ridotti al 50% del
totale (in peso) dei rifiuti urbani biodegradabili prodotti
nel 1995 o nell'ultimo anno prima del 1995 per il quale
siano disponibili dati EUROSTAT normalizzati;
c) non oltre quindici anni dopo la data prevista
nell'art. 18, paragrafo 1, i rifiuti urbani biodegradabili
da collocare a discarica devono essere ridotti al 35% del
totale (in peso) dei rifiuti urbani biodegradabili prodotti
nel 1995 o nell'ultimo anno prima del 1995 per il quale
siano disponibili dati EUROSTAT normalizzati.
Due anni prima della data di cui alla lettera c) il
Consiglio riesamina l'obiettivo di cui sopra in base ad una
relazione della Commissione sull'esperienza pratica
acquisita dagli Stati membri nel conseguimento degli
obiettivi di cui alle lettere a) e b), corredata, se del
caso, di una proposta intesa a confermare o a modificare
tale obiettivo, al fine di assicurare un livello elevato di
tutela ambientale.
Gli Stati membri che nel 1995 o nell'ultimo anno prima
del 1995 per il quale siano disponibili dati EUROSTAT
normalizzati collocano a discarica piu' dell'80% dei
rifiuti urbani raccolti possono rinviare la realizzazione
degli obiettivi indicati nelle lettere a), b) o c) per un
periodo non superiore a quattro anni. Gli Stati membri che
intendono far valere la presente disposizione informano in
anticipo la Commissione della loro decisione. La
Commissione informa gli Stati membri ed il Parlamento
europeo di tale decisione.
L'applicazione delle disposizioni di cui al comma
precedente non possono in alcun caso comportare la
realizzazione dell'obiettivo di cui alla lettera c) ad una
data di quattro anni successiva alla data di cui alla
lettera c).
(omissis).".
- Il decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni
legislative e regolamentari in materia di documentazione
amministrativa), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del
20 febbraio 2001, n. 42, S.O.
- Si riporta il testo dell'art. 11, paragrafo 2, della
direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008 del Parlamento
europeo e del Consiglio (relativa ai rifiuti e che abroga
alcune direttive), pubblicata nella G.U.U.E. del 22
novembre 2008, n. L 312:
"Art. 11. (Riutilizzo e riciclaggio)
(Omissis).
2. Al fine di rispettare gli obiettivi della presente
direttiva e tendere verso una societa' europea del
riciclaggio con un alto livello di efficienza delle
risorse, gli Stati membri adottano le misure necessarie per
conseguire i seguenti obiettivi:
a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e
il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta,
metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici,
e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali
flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sara'
aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di
peso;
b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il
riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse
operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in
sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione
e demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo
stato naturale definito alla voce 17 05 04 dell'elenco dei
rifiuti, sara' aumentata almeno al 70% in termini di peso.
(Omissis).".
- Si riporta il testo dell'art. 4 della citata
direttiva 2008/98/CE, del 2008:
"Art. 4. (Gerarchia dei rifiuti)
1. La seguente gerarchia dei rifiuti si applica quale
ordine di priorita' della normativa e della politica in
materia di prevenzione e gestione dei rifiuti:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di
energia; e
e) smaltimento.
2. Nell'applicare la gerarchia dei rifiuti di cui al
paragrafo 1, gli Stati membri adottano misure volte a
incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato
ambientale complessivo. A tal fine puo' essere necessario
che flussi di rifiuti specifici si discostino dalla
gerarchia laddove cio' sia giustificato dall'impostazione
in termini di ciclo di vita in relazione agli impatti
complessivi della produzione e della gestione di tali
rifiuti.
Gli Stati membri garantiscono che l'elaborazione della
normativa e della politica dei rifiuti avvenga in modo
pienamente trasparente, nel rispetto delle norme nazionali
vigenti in materia di consultazione e partecipazione dei
cittadini e dei soggetti interessati.
Conformemente agli articoli 1 e 13, gli Stati membri
tengono conto dei principi generali in materia di
protezione dell'ambiente di precauzione e sostenibilita',
della fattibilita' tecnica e praticabilita' economica,
della protezione delle risorse nonche' degli impatti
complessivi sociali, economici, sanitari e ambientali.".
- Il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice
dell'amministrazione digitale), e' pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale del 16 maggio 2005, n. 112. S.O..
- Si riporta il testo dell'art. 180, comma 1-octies,
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, (Norme in
materia ambientale), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
del 14 aprile 2006, n. 88 - S.O. n. 96:
"Art. 180. (Prevenzione della produzione di rifiuti)
(Omissis).
1-octies. Entro novanta giorni dalla data di entrata in
vigore della presente disposizione, con decreto del
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, di concerto con il Ministro della salute, sono
stabiliti i criteri operativi e le procedure autorizzative
semplificate per il compostaggio di comunita' di rifiuti
organici. Le attivita' di compostaggio di comunita' che,
alla data di entrata in vigore del decreto di cui al
presente comma, risultano gia' autorizzate ai sensi degli
articoli 208 o 214 del presente decreto, possono continuare
ad operare sulla base dell'autorizzazione vigente sino alla
scadenza della stessa.".
- Il decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75
(Riordino e revisione della disciplina in materia di
fertilizzanti, a norma dell'art. 13 della legge 7 luglio
2009, n. 88), e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26
maggio 2010, n. 121, S.O.
- La Decisione della Commissione europea n.
20111/753/UE del 18 novembre 2011 (che istituisce regole e
modalita' di calcolo per verificare il rispetto degli
obiettivi di cui all'art. 11, paragrafo 2, della direttiva
2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio), e'
pubblicata nella G.U.U.E. del 25 novembre 2011, n. L 310.

Note all'art. 1:
- Si riporta il testo dell'art. 183, comma 1, lettera
qq-bis del citato decreto legislativo n. 152, del 2006:
"Art. 183. (Definizioni)
(Omissis).
qq-bis) «compostaggio di comunita'»: compostaggio
effettuato collettivamente da piu' utenze domestiche e non
domestiche della frazione organica dei rifiuti urbani
prodotti dalle medesime, al fine dell'utilizzo del compost
prodotto da parte delle utenze conferenti.".
- Si riporta il testo degli articoli 208 e 214 del
citato decreto legislativo n. 152 del 2006:
"Art. 208. (Autorizzazione unica per i nuovi impianti
di smaltimento e di recupero dei rifiuti)
1. I soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi
impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti, anche
pericolosi, devono presentare apposita domanda alla regione
competente per territorio, allegando il progetto definitivo
dell'impianto e la documentazione tecnica prevista per la
realizzazione del progetto stesso dalle disposizioni
vigenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, di
salute, di sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica. Ove
l'impianto debba essere sottoposto alla procedura di
valutazione di impatto ambientale ai sensi della normativa
vigente, alla domanda e' altresi' allegata la comunicazione
del progetto all'autorita' competente ai predetti fini; i
termini di cui ai commi 3 e 8 restano sospesi fino
all'acquisizione della pronuncia sulla compatibilita'
ambientale ai sensi della parte seconda del presente
decreto.
2. Per le installazioni di cui all'art. 6, comma 13,
l'autorizzazione integrata ambientale sostituisce
l'autorizzazione di cui al presente articolo. A tal fine,
in relazione alle attivita' di smaltimento o di recupero
dei rifiuti:
a) ove un provvedimento di cui al presente articolo sia
stato gia' emanato, la domanda di autorizzazione integrata
ambientale ne riporta gli estremi;
b) se l'istanza non riguarda esclusivamente il rinnovo
o l'adeguamento dell'autorizzazione all'esercizio,
prevedendo invece nuove realizzazioni o modifiche, la
partecipazione alla conferenza di servizi di cui all'art.
29-quater, comma 5, e' estesa a tutti i partecipanti alla
conferenza di servizio di cui all'art. 208, comma 3;
c) la Regione, o l'autorita' da essa delegata,
specifica in conferenza le garanzie finanziarie da
richiedere ai sensi dell'art. 208, comma 11, lettera g);
d) i contenuti dell'AIA sono opportunamente integrati
con gli elementi di cui all'art. 208, comma 11;
e) le garanzie finanziarie di cui all'art. 208, comma
11, sono prestate a favore della Regione, o dell'autorita'
da essa delegata alla gestione della materia;
f) la comunicazione di cui all'art. 208, comma 18, e'
effettuata dall'amministrazione che rilascia
l'autorizzazione integrata ambientale;
g) la comunicazione di cui all'art. 208, comma 19, e'
effettuata dal soggetto pubblico che accerta l'evento
incidente.
3. Entro trenta giorni dal ricevimento della domanda di
cui al comma 1, la regione individua il responsabile del
procedimento e convoca apposita conferenza di servizi. Alla
conferenza dei servizi partecipano, con un preavviso di
almeno 20 giorni, i responsabili degli uffici regionali
competenti e i rappresentanti delle autorita' d'ambito e
degli enti locali sul cui territorio e' realizzato
l'impianto, nonche' il richiedente l'autorizzazione o un
suo rappresentante al fine di acquisire documenti,
informazioni e chiarimenti. Nel medesimo termine di 20
giorni, la documentazione di cui al comma 1 e' inviata ai
componenti della conferenza di servizi. La decisione della
conferenza dei servizi e' assunta a maggioranza e le
relative determinazioni devono fornire una adeguata
motivazione rispetto alle opinioni dissenzienti espresse
nel corso della conferenza.
4. Entro novanta giorni dalla sua convocazione, la
Conferenza di servizi:
a) procede alla valutazione dei progetti;
b) acquisisce e valuta tutti gli elementi relativi alla
compatibilita' del progetto con quanto previsto dall'art.
177, comma 4;
c) acquisisce, ove previsto dalla normativa vigente, la
valutazione di compatibilita' ambientale;
d) trasmette le proprie conclusioni con i relativi atti
alla regione.
5. Per l'istruttoria tecnica della domanda le regioni
possono avvalersi delle Agenzie regionali per la protezione
dell'ambiente.
6. Entro 30 giorni dal ricevimento delle conclusioni
della Conferenza dei servizi, valutando le risultanze della
stessa, la regione, in caso di valutazione positiva del
progetto, autorizza la realizzazione e la gestione
dell'impianto. L'approvazione sostituisce ad ogni effetto
visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi
regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove
occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la
dichiarazione di pubblica utilita', urgenza ed
indifferibilita' dei lavori.
7. Nel caso in cui il progetto riguardi aree vincolate
ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, si
applicano le disposizioni dell'art. 146 di tale decreto in
materia di autorizzazione.
8. L'istruttoria si conclude entro centocinquanta
giorni dalla presentazione della domanda di cui al comma 1
con il rilascio dell'autorizzazione unica o con il diniego
motivato della stessa.
9. I termini di cui al comma 8 sono interrotti, per una
sola volta, da eventuali richieste istruttorie fatte dal
responsabile del procedimento al soggetto interessato e
ricominciano a decorrere dal ricevimento degli elementi
forniti dall'interessato.
10. Ferma restando la valutazione delle eventuali
responsabilita' ai sensi della normativa vigente, ove
l'autorita' competente non provveda a concludere il
procedimento di rilascio dell'autorizzazione unica entro i
termini previsti al comma 8, si applica il potere
sostitutivo di cui all'art. 5 del decreto legislativo 31
marzo 1998, n. 112.
11. L'autorizzazione individua le condizioni e le
prescrizioni necessarie per garantire l'attuazione dei
principi di cui all'art. 178 e contiene almeno i seguenti
elementi:
a) i tipi ed i quantitativi di rifiuti che possono
essere trattati;
b) per ciascun tipo di operazione autorizzata, i
requisiti tecnici con particolare riferimento alla
compatibilita' del sito, alle attrezzature utilizzate, ai
tipi ed ai quantitativi massimi di rifiuti e alla modalita'
di verifica, monitoraggio e controllo della conformita'
dell'impianto al progetto approvato;
c) le misure precauzionali e di sicurezza da adottare;
d) la localizzazione dell'impianto autorizzato;
e) il metodo da utilizzare per ciascun tipo di
operazione;
f) le disposizioni relative alla chiusura e agli
interventi ad essa successivi che si rivelino necessarie;
g) le garanzie finanziarie richieste, che devono essere
prestate solo al momento dell'avvio effettivo
dell'esercizio dell'impianto; le garanzie finanziarie per
la gestione della discarica, anche per la fase successiva
alla sua chiusura, dovranno essere prestate conformemente a
quanto disposto dall'art. 14 del decreto legislativo 13
gennaio 2003, n. 36;
h) la data di scadenza dell'autorizzazione, in
conformita' con quanto previsto al comma 12;
i) i limiti di emissione in atmosfera per i processi di
trattamento termico dei rifiuti, anche accompagnati da
recupero energetico.
11-bis. Le autorizzazioni concernenti l'incenerimento o
il coincenerimento con recupero di energia sono subordinate
alla condizione che il recupero avvenga con un livello
elevato di efficienza energetica, tenendo conto delle
migliori tecniche disponibili.
12. Salva l'applicazione dell'art. 29-octies per le
installazioni di cui all'art. 6, comma 13, l'autorizzazione
di cui al comma 1 e' concessa per un periodo di dieci anni
ed e' rinnovabile. A tale fine, almeno centottanta giorni
prima della scadenza dell'autorizzazione, deve essere
presentata apposita domanda alla regione che decide prima
della scadenza dell'autorizzazione stessa. In ogni caso
l'attivita' puo' essere proseguita fino alla decisione
espressa, previa estensione delle garanzie finanziarie
prestate. Le prescrizioni dell'autorizzazione possono
essere modificate, prima del termine di scadenza e dopo
almeno cinque anni dal rilascio, nel caso di condizioni di
criticita' ambientale, tenendo conto dell'evoluzione delle
migliori tecnologie disponibili e nel rispetto delle
garanzie procedimentali di cui alla legge n. 241 del 1990.
12-bis. Per impianti di smaltimento o di recupero di
rifiuti ricompresi in un'installazione di cui all'art. 6,
comma 13, il rinnovo, l'aggiornamento e il riesame
dell'autorizzazione di cui al presente articolo sono
disciplinati dal Titolo III-bis della Parte Seconda, previa
estensione delle garanzie finanziarie gia' prestate.
13. Ferma restando l'applicazione delle norme
sanzionatorie di cui al titolo VI della parte quarta del
presente decreto, in caso di inosservanza delle
prescrizioni dell'autorizzazione l'autorita' competente
procede, secondo la gravita' dell'infrazione:
a) alla diffida, stabilendo un termine entro il quale
devono essere eliminate le inosservanze;
b) alla diffida e contestuale sospensione
dell'autorizzazione per un tempo determinato, ove si
manifestino situazioni di pericolo per la salute pubblica e
per l'ambiente;
c) alla revoca dell'autorizzazione in caso di mancato
adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in
caso di reiterate violazioni che determinino situazione di
pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente.
14. Il controllo e l'autorizzazione delle operazioni di
carico, scarico, trasbordo, deposito e maneggio di rifiuti
in aree portuali sono disciplinati dalle specifiche
disposizioni di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84 e di
cui al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 182 di
attuazione della direttiva 2000/59/CE sui rifiuti prodotti
sulle navi e dalle altre disposizioni previste in materia
dalla normativa vigente. Nel caso di trasporto
transfrontaliero di rifiuti, l'autorizzazione delle
operazioni di imbarco e di sbarco non puo' essere
rilasciata se il richiedente non dimostra di avere
ottemperato agli adempimenti di cui all'art. 193, comma 1,
del presente decreto.
15. Gli impianti mobili di smaltimento o di recupero,
esclusi gli impianti mobili che effettuano la
disidratazione dei fanghi generati da impianti di
depurazione e reimmettono l'acqua in testa al processo
depurativo presso il quale operano, ed esclusi i casi in
cui si provveda alla sola riduzione volumetrica e
separazione delle frazioni estranee, sono autorizzati, in
via definitiva, dalla regione ove l'interessato ha la sede
legale o la societa' straniera proprietaria dell'impianto
ha la sede di rappresentanza. Per lo svolgimento delle
singole campagne di attivita' sul territorio nazionale,
l'interessato, almeno sessanta giorni prima
dell'installazione dell'impianto, deve comunicare alla
regione nel cui territorio si trova il sito prescelto le
specifiche dettagliate relative alla campagna di attivita',
allegando l'autorizzazione di cui al comma 1 e l'iscrizione
all'Albo nazionale gestori ambientali, nonche' l'ulteriore
documentazione richiesta. La regione puo' adottare
prescrizioni integrative oppure puo' vietare l'attivita'
con provvedimento motivato qualora lo svolgimento della
stessa nello specifico sito non sia compatibile con la
tutela dell'ambiente o della salute pubblica.
16. Le disposizioni di cui al presente articolo si
applicano anche ai procedimenti in corso alla data di
entrata in vigore della parte quarta del presente decreto,
eccetto quelli per i quali sia completata la procedura di
valutazione di impatto ambientale.
17. Fatti salvi l'obbligo di tenuta dei registri di
carico e scarico da parte dei soggetti di cui all'art. 190
ed il divieto di miscelazione di cui all'art. 187, le
disposizioni del presente articolo non si applicano al
deposito temporaneo effettuato nel rispetto delle
condizioni stabilite dall'art. 183, comma 1, lettera m).
17-bis. L'autorizzazione di cui al presente articolo
deve essere comunicata, a cura dell'amministrazione
competente al rilascio della stessa, al Catasto dei rifiuti
di cui all'art. 189 attraverso il Catasto telematico e
secondo gli standard concordati con ISPRA che cura
l'inserimento in un elenco nazionale, accessibile al
pubblico, dei seguenti elementi identificativi, senza nuovi
o maggiori oneri per la finanza pubblica:
a) ragione sociale;
b) sede legale dell'impresa autorizzata;
c) sede dell'impianto autorizzato;
d) attivita' di gestione autorizzata;
e) i rifiuti oggetto dell'attivita' di gestione;
f) quantita' autorizzate;
g) scadenza dell'autorizzazione.
17-ter. La comunicazione dei dati di cui al comma
17-bis deve avvenire senza nuovi e maggiori oneri a carico
della finanza pubblica tra i sistemi informativi regionali
esistenti, e il Catasto telematico secondo standard
condivisi.
18. In caso di eventi incidenti sull'autorizzazione,
questi sono comunicati, previo avviso all'interessato, al
Catasto dei rifiuti di cui all'art. 189.
19. Le procedure di cui al presente articolo si
applicano anche per la realizzazione di varianti
sostanziali in corso d'opera o di esercizio che comportino
modifiche a seguito delle quali gli impianti non sono piu'
conformi all'autorizzazione rilasciata.
19-bis. Alle utenze non domestiche che effettuano il
compostaggio aerobico individuale per residui costituiti da
sostanze naturali non pericolose prodotti nell'ambito delle
attivita' agricole e vivaistiche e alle utenze domestiche
che effettuano compostaggio aerobico individuale per i
propri rifiuti organici da cucina, sfalci e potature da
giardino e' applicata una riduzione della tariffa dovuta
per la gestione dei rifiuti urbani.
20. Le procedure di cui al presente articolo si
applicano anche per la realizzazione di varianti
sostanziali in corso d'opera o di esercizio che comportino
modifiche a seguito delle quali gli impianti non sono piu'
conformi all'autorizzazione rilasciata."
"Art. 214. (Determinazione delle attivita' e delle
caratteristiche dei rifiuti per l'ammissione alle procedure
semplificate)
1. Le procedure semplificate di cui al presente capo
devono garantire in ogni caso un elevato livello di
protezione ambientale e controlli efficaci ai sensi e nel
rispetto di quanto disposto dall'art. 177, comma 4.
2. Con decreti del Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, di concerto con i
Ministri dello sviluppo economico, della salute e, per i
rifiuti agricoli e le attivita' che generano i
fertilizzanti, con il Ministro delle politiche agricole e
forestali, sono adottate per ciascun tipo di attivita' le
norme, che fissano i tipi e le quantita' di rifiuti e le
condizioni in base alle quali le attivita' di smaltimento
di rifiuti non pericolosi effettuate dai produttori nei
luoghi di produzione degli stessi e le attivita' di
recupero di cui all'Allegato C alla parte quarta del
presente decreto sono sottoposte alle procedure
semplificate di cui agli articoli 215 e 216. Con la
medesima procedura si provvede all'aggiornamento delle
predette norme tecniche e condizioni.
3. Le norme e le condizioni di cui al comma 2 e le
procedure semplificate devono garantire che i tipi o le
quantita' di rifiuti ed i procedimenti e metodi di
smaltimento o di recupero siano tali da non costituire un
pericolo per la salute dell'uomo e da non recare
pregiudizio all'ambiente. In particolare, ferma restando la
disciplina del decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133,
per accedere alle procedure semplificate, le attivita' di
trattamento termico e di recupero energetico devono,
inoltre, rispettare le seguenti condizioni:
a) siano utilizzati combustibili da rifiuti urbani
oppure rifiuti speciali individuati per frazioni omogenee;
b) i limiti di emissione non siano superiori a quelli
stabiliti per gli impianti di incenerimento e
coincenerimento dei rifiuti dalla normativa vigente, con
particolare riferimento al decreto legislativo 11 maggio
2005, n. 133;
c) sia garantita la produzione di una quota minima di
trasformazione del potere calorifico dei rifiuti in energia
utile calcolata su base annuale;
d) siano rispettate le condizioni, le norme tecniche e
le prescrizioni specifiche di cui agli articoli 215, commi
1 e 2, e 216, commi 1, 2 e 3.
4. Sino all'adozione dei decreti di cui al comma 2
relativamente alle attivita' di recupero continuano ad
applicarsi le disposizioni di cui ai decreti del Ministro
dell'ambiente 5 febbraio 1998, pubblicato nel S.O. alla
Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16 aprile 1998 e 12 giugno
2002, n. 161.
5. L'adozione delle norme e delle condizioni di cui al
comma 2 deve riguardare, in primo luogo, i rifiuti indicati
nella lista verde di cui all'Allegato III del regolamento
(CE), n. 1013/2006.
6. Per la tenuta dei registri di cui agli articoli 215,
comma 3, e 216, comma 3, e per l'effettuazione dei
controlli periodici, l'interessato e' tenuto a versare alla
provincia territorialmente competente un diritto di
iscrizione annuale determinato con decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di
concerto con i Ministri dello sviluppo economico e
dell'economia e delle finanze. Nelle more dell'emanazione
del predetto decreto, si applicano le disposizioni di cui
al decreto del Ministro dell'ambiente 21 luglio 1998, n.
350. All'attuazione dei compiti indicati dal presente comma
le Province provvedono con le risorse umane, strumentali e
finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi
o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
7. La costruzione di impianti che recuperano rifiuti
nel rispetto delle condizioni, delle prescrizioni e delle
norme tecniche di cui ai commi 2 e 3 e' disciplinata dalla
normativa nazionale e comunitaria in materia di qualita'
dell'aria e di inquinamento atmosferico da impianti
industriali e dalle altre disposizioni che regolano la
costruzione di impianti industriali.
L'autorizzazione all'esercizio nei predetti impianti di
operazioni di recupero di rifiuti non individuati ai sensi
del presente articolo resta comunque sottoposta alle
disposizioni di cui agli articoli 208, 209 e 211.
7-bis. In deroga a quanto stabilito dal comma 7, ferme
restando le disposizioni delle direttive e dei regolamenti
dell'Unione europea, gli impianti di compostaggio aerobico
di rifiuti biodegradabili derivanti da attivita' agricole e
vivaistiche o da cucine, mense, mercati, giardini o parchi,
che hanno una capacita' di trattamento non eccedente 80
tonnellate annue e sono destinati esclusivamente al
trattamento di rifiuti raccolti nel comune dove i suddetti
rifiuti sono prodotti e nei comuni confinanti che stipulano
una convenzione di associazione per la gestione congiunta
del servizio, acquisito il parere dell'Agenzia regionale
per la protezione dell'ambiente (ARPA) previa
predisposizione di un regolamento di gestione dell'impianto
che preveda anche la nomina di un gestore da individuare in
ambito comunale, possono essere realizzati e posti in
esercizio con denuncia di inizio di attivita' ai sensi del
testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari
in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, anche in aree agricole,
nel rispetto delle prescrizioni in materia urbanistica,
delle norme antisismiche, ambientali, di sicurezza,
antincendio e igienico-sanitarie, delle norme relative
all'efficienza energetica nonche' delle disposizioni del
codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
8. Alle denunce, alle comunicazioni e alle domande
disciplinate dal presente capo si applicano, in quanto
compatibili, le disposizioni relative alle attivita'
private sottoposte alla disciplina degli articoli 19 e 20
della legge 7 agosto 1990, n. 241. Si applicano, altresi',
le disposizioni di cui all'art. 21 della legge 7 agosto
1990, n. 241. A condizione che siano rispettate le
condizioni, le norme tecniche e le prescrizioni specifiche
adottate ai sensi dei commi 1, 2 e 3 dell'art. 216,
l'esercizio delle operazioni di recupero dei rifiuti puo'
essere intrapresa decorsi novanta giorni dalla
comunicazione di inizio di attivita' alla provincia.
9. Le province comunicano al catasto dei rifiuti di cui
all'art. 189, attraverso il Catasto telematico e secondo
gli standard concordati con ISPRA, che cura l'inserimento
in un elenco nazionale, accessibile al pubblico, dei
seguenti elementi identificativi delle imprese iscritte nei
registri di cui agli articoli 215, comma 3, e 216, comma 3:
a) ragione sociale;
b) sede legale dell'impresa;
c) sede dell'impianto;
d) tipologia di rifiuti oggetto dell'attivita' di
gestione;
e) relative quantita';
f) attivita' di gestione;
g) data di iscrizione nei registri di cui agli articoli
215, comma 3, e 216, comma 3.
10. La comunicazione dei dati di cui al comma 9 deve
avvenire senza nuovi e maggiori oneri a carico della
finanza pubblica tra i sistemi informativi regionali
esistenti, e il Catasto telematico secondo standard
condivisi.
11. Con uno o piu' decreti, emanati ai sensi dell'art.
17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e
successive modificazioni, su proposta del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare,
sentito il Ministro dello sviluppo economico, sono
individuate le condizioni alle quali l'utilizzo di un
combustibile alternativo, in parziale sostituzione dei
combustibili fossili tradizionali, in impianti soggetti al
regime di cui al Titolo III-bis della Parte II, dotati di
certificazione di qualita' ambientale, sia da qualificarsi,
ad ogni effetto, come modifica non sostanziale. I predetti
decreti possono stabilire, nel rispetto dell'art. 177,
comma 4, le opportune modalita' di integrazione ed
unificazione delle procedure, anche presupposte, per
l'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale,
con effetto di assorbimento e sostituzione di ogni altro
prescritto atto di assenso. Alle strutture eventualmente
necessarie, ivi incluse quelle per lo stoccaggio e
l'alimentazione del combustibile alternativo, realizzate
nell'ambito del sito dello stabilimento qualora non gia'
autorizzate ai sensi del precedente periodo, si applica il
regime di cui agli articoli 22 e 23 del testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia
edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica
6 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni.".

 
Allegato 1

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Allegato 1B

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Allegato 2

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Allegato 3

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Allegato 4

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Allegato 5

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Allegato 6

Parte di provvedimento in formato grafico



 
Art. 2
Definizioni

1. Ai fini del presente decreto si applicano le definizioni di cui alla parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonche' le seguenti:
a) apparecchiatura: struttura idonea all'attivita' di compostaggio di comunita' di cui all'articolo 183, comma 1, lettera qq-bis), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, finalizzata alla produzione di compost mediante decomposizione aerobica in cui l'aerazione avviene in modo naturale (compostiera statica) o indotto (compostiera elettromeccanica). L'apparecchiatura e' classificata in funzione della capacita' di trattamento in taglie piccola (T1), media (T2) e grande (T3) secondo la tabella di cui all'allegato 5;
b) compostaggio: processo aerobico di degradazione, stabilizzazione e umificazione della sostanza organica per la produzione di compost;
c) compost: miscela di sostanze umificate derivanti dalla degradazione biologica aerobica di rifiuti organici non destinata alla vendita e che rispetta le caratteristiche di cui all'articolo 6;
d) utenza: soggetto iscritto al ruolo della tassa rifiuti di cui all'articolo 1, comma 641, della legge 27 dicembre 2013, n. 147;
e) organismo collettivo: due o piu' utenze domestiche o non domestiche costituite in condominio, associazione, consorzio o societa', ovvero in altre forme associative di diritto privato che intendono intraprendere un'attivita' di compostaggio;
f) utenze conferenti: utenze domestiche e non domestiche, associate ad un unico organismo collettivo, e ammesse al conferimento dei propri rifiuti organici prodotti nell'apparecchiatura e all'utilizzo del compost prodotto;
g) conduttore: soggetto incaricato della conduzione dell'apparecchiatura;
h) responsabile: legale rappresentante dell'organismo collettivo;
i) strutturante: materiale ligneo-cellulosico di granulometria adeguata alle caratteristiche dell'apparecchiatura, impiegato con la funzione di ottimizzare il processo di compostaggio;
l) piano di utilizzo: documento, approvato dall'organismo collettivo, recante le modalita' di utilizzo del compost ottenuto dall'attivita' di compostaggio di comunita'.


Note all'art. 2:
- Il testo dell'art. 183, comma 1, lettera qq-bis, del
citato decreto legislativo n. 152 del 2006, e' riportato
nelle note all'art. 1.
- Si riporta il testo dell'art. 1, comma 641, della
legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato -
legge di stabilita' 2014), pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale del 27 dicembre 2013, n. 302, S.O.:
"Art. 1.
(Omissis).
641. Il presupposto della TARI e' il possesso o la
detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte,
a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti
urbani. Sono escluse dalla TARI le aree scoperte
pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non
operative, e le aree comuni condominiali di cui all'art.
1117 del codice civile che non siano detenute o occupate in
via esclusiva.
(Omissis).".

 
Art. 3
Procedura semplificata

1. L'attivita' di compostaggio di comunita' e' intrapresa dall'organismo collettivo previo invio di una segnalazione certificata di inizio attivita' ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 al comune territorialmente competente, che ne da' comunicazione all'azienda affidataria del servizio di gestione dei rifiuti urbani.
2. La segnalazione di cui al comma 1, firmata dal responsabile, e' inviata, tramite raccomandata con avviso di ricevimento, ovvero con una delle modalita' di cui all'articolo 65 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Detta segnalazione e' redatta nel formato di cui all'allegato 1 e alla stessa deve essere allegata la documentazione ivi elencata.
3. La segnalazione di cui al comma 1 contiene il regolamento sull'organizzazione dell'attivita' di compostaggio, adottato dall'organismo collettivo, vincolante per le utenze conferenti. I contenuti minimi del suddetto regolamento sono indicati nell'allegato 2.
4. Le eventuali variazioni in corso di esercizio dell'attivita' di compostaggio di comunita' sono trasmesse al soggetto di cui al comma 1 con le modalita' di cui al comma 2.


Note all'art. 3:
- Si riporta il testo dell'art. 19 della citata legge
n. 241 del 1990:
"Art. 19. (Segnalazione certificata di inizio attivita'
- Scia)
1. Ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione
non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato,
comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli
richieste per l'esercizio di attivita' imprenditoriale,
commerciale o artigianale il cui rilascio dipenda
esclusivamente dall'accertamento di requisiti e presupposti
richiesti dalla legge o da atti amministrativi a contenuto
generale, e non sia previsto alcun limite o contingente
complessivo o specifici strumenti di programmazione
settoriale per il rilascio degli atti stessi, e' sostituito
da una segnalazione dell'interessato, con la sola
esclusione dei casi in cui sussistano vincoli ambientali,
paesaggistici o culturali e degli atti rilasciati dalle
amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla
pubblica sicurezza, all'immigrazione, all'asilo, alla
cittadinanza, all'amministrazione della giustizia,
all'amministrazione delle finanze, ivi compresi gli atti
concernenti le reti di acquisizione del gettito, anche
derivante dal gioco, nonche' di quelli previsti dalla
normativa per le costruzioni in zone sismiche e di quelli
imposti dalla normativa comunitaria. La segnalazione e'
corredata dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni
e dell'atto di notorieta' per quanto riguarda tutti gli
stati, le qualita' personali e i fatti previsti negli
articoli 46 e 47 del testo unico di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,
nonche', ove espressamente previsto dalla normativa
vigente, dalle attestazioni e asseverazioni di tecnici
abilitati, ovvero dalle dichiarazioni di conformita' da
parte dell'Agenzia delle imprese di cui all'art. 38, comma
4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito,
con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,
relative alla sussistenza dei requisiti e dei presupposti
di cui al primo periodo; tali attestazioni e asseverazioni
sono corredate dagli elaborati tecnici necessari per
consentire le verifiche di competenza dell'amministrazione.
Nei casi in cui la normativa vigente prevede l'acquisizione
di atti o pareri di organi o enti appositi, ovvero
l'esecuzione di verifiche preventive, essi sono comunque
sostituiti dalle autocertificazioni, attestazioni e
asseverazioni o certificazioni di cui al presente comma,
salve le verifiche successive degli organi e delle
amministrazioni competenti. La segnalazione, corredata
delle dichiarazioni, attestazioni e asseverazioni nonche'
dei relativi elaborati tecnici, puo' essere presentata
mediante posta raccomandata con avviso di ricevimento, ad
eccezione dei procedimenti per cui e' previsto l'utilizzo
esclusivo della modalita' telematica; in tal caso la
segnalazione si considera presentata al momento della
ricezione da parte dell'amministrazione.
2. L'attivita' oggetto della segnalazione puo' essere
iniziata, anche nei casi di cui all'art. 19-bis, comma 2,
dalla data della presentazione della segnalazione
all'amministrazione competente.
3. L'amministrazione competente, in caso di accertata
carenza dei requisiti e dei presupposti di cui al comma 1,
nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della
segnalazione di cui al medesimo comma, adotta motivati
provvedimenti di divieto di prosecuzione dell'attivita' e
di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa.
Qualora sia possibile conformare l'attivita' intrapresa e i
suoi effetti alla normativa vigente, l'amministrazione
competente, con atto motivato, invita il privato a
provvedere prescrivendo le misure necessarie con la
fissazione di un termine non inferiore a trenta giorni per
l'adozione di queste ultime. In difetto di adozione delle
misure da parte del privato, decorso il suddetto termine,
l'attivita' si intende vietata. Con lo stesso atto
motivato, in presenza di attestazioni non veritiere o di
pericolo per la tutela dell'interesse pubblico in materia
di ambiente, paesaggio, beni culturali, salute, sicurezza
pubblica o difesa nazionale, l'amministrazione dispone la
sospensione dell'attivita' intrapresa. L'atto motivato
interrompe il termine di cui al primo periodo, che
ricomincia a decorrere dalla data in cui il privato
comunica l'adozione delle suddette misure. In assenza di
ulteriori provvedimenti, decorso lo stesso termine, cessano
gli effetti della sospensione eventualmente adottata.
4. Decorso il termine per l'adozione dei provvedimenti
di cui al comma 3, primo periodo, ovvero di cui al comma
6-bis, l'amministrazione competente adotta comunque i
provvedimenti previsti dal medesimo comma 3 in presenza
delle condizioni previste dall'art. 21-nonies.
4-bis. Il presente articolo non si applica alle
attivita' economiche a prevalente carattere finanziario,
ivi comprese quelle regolate dal testo unico delle leggi in
materia bancaria e creditizia di cui al decreto legislativo
1° settembre 1993, n. 385, e dal testo unico in materia di
intermediazione finanziaria di cui al decreto legislativo
24 febbraio 1998, n. 58.
5. Il presente articolo non si applica alle attivita'
economiche a prevalente carattere finanziario, ivi comprese
quelle regolate dal testo unico delle leggi in materia
bancaria e creditizia di cui al decreto legislativo 1º
settembre 1993, n. 385, e dal testo unico in materia di
intermediazione finanziaria di cui al decreto legislativo
24 febbraio 1998, n. 58. Ogni controversia relativa
all'applicazione del presente articolo e' devoluta alla
giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Il
relativo ricorso giurisdizionale, esperibile da qualunque
interessato nei termini di legge, puo' riguardare anche gli
atti di assenso formati in virtu' delle norme sul silenzio
assenso previste dall'art. 20.
6. Ove il fatto non costituisca piu' grave reato,
chiunque, nelle dichiarazioni o attestazioni o
asseverazioni che corredano la segnalazione di inizio
attivita', dichiara o attesta falsamente l'esistenza dei
requisiti o dei presupposti di cui al comma 1 e' punito con
la reclusione da uno a tre anni.
6-bis. Nei casi di Scia in materia edilizia, il termine
di sessanta giorni di cui al primo periodo del comma 3 e'
ridotto a trenta giorni. Fatta salva l'applicazione delle
disposizioni di cui al comma 4 e al comma 6, restano
altresi' ferme le disposizioni relative alla vigilanza
sull'attivita' urbanistico-edilizia, alle responsabilita' e
alle sanzioni previste dal decreto del Presidente della
Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e dalle leggi regionali.
6-ter. La segnalazione certificata di inizio attivita',
la denuncia e la dichiarazione di inizio attivita' non
costituiscono provvedimenti taciti direttamente
impugnabili. Gli interessati possono sollecitare
l'esercizio delle verifiche spettanti all'amministrazione
e, in caso di inerzia, esperire esclusivamente l'azione di
cui all'art. 31, commi 1, 2 e 3 del decreto legislativo 2
luglio 2010, n. 104.".
- Si riporta il testo dell'art. 65 del decreto
legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice
dell'amministrazione digitale), pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale del 16 maggio 2005, n. 112, S.O. :
"Art. 65. (Istanze e dichiarazioni presentate alle
pubbliche amministrazioni per via telematica)
1. Le istanze e le dichiarazioni presentate per via
telematica alle pubbliche amministrazioni e ai gestori dei
servizi pubblici ai sensi dell'art. 38, commi 1 e 3, del
decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000,
n. 445, sono valide:
a) se sottoscritte mediante la firma digitale o la
firma elettronica qualificata, il cui certificato e'
rilasciato da un certificatore qualificato;
b) ovvero, quando l'istante o il dichiarante e'
identificato attraverso il sistema pubblico di identita'
digitale (SPID), nonche' attraverso uno degli altri
strumenti di cui all'art. 64, comma 2-novies, nei limiti
ivi previsti;
c) ovvero sono sottoscritte e presentate unitamente
alla copia del documento d'identita';
c-bis) ovvero se trasmesse dall'istante o dal
dichiarante mediante la propria casella di posta
elettronica certificata purche' le relative credenziali di
accesso siano state rilasciate previa identificazione del
titolare, anche per via telematica secondo modalita'
definite con regole tecniche adottate ai sensi dell'art.
71, e cio' sia attestato dal gestore del sistema nel
messaggio o in un suo allegato. In tal caso, la
trasmissione costituisce dichiarazione vincolante ai sensi
dell'art. 6, comma 1, secondo periodo. Sono fatte salve le
disposizioni normative che prevedono l'uso di specifici
sistemi di trasmissione telematica nel settore tributario.
1-bis. Con decreto del Ministro per la pubblica
amministrazione e l'innovazione e del Ministro per la
semplificazione normativa, su proposta dei Ministri
competenti per materia, possono essere individuati i casi
in cui e' richiesta la sottoscrizione mediante firma
digitale.
1-ter. Il mancato avvio del procedimento da parte del
titolare dell'ufficio competente a seguito di istanza o
dichiarazione inviate ai sensi e con le modalita' di cui al
comma 1 comporta responsabilita' dirigenziale e
responsabilita' disciplinare dello stesso.
2. Le istanze e le dichiarazioni di cui al comma 1 sono
equivalenti alle istanze e alle dichiarazioni sottoscritte
con firma autografa apposta in presenza del dipendente
addetto al procedimento.
3. Dalla data di cui all'art. 64, comma 3, non e' piu'
consentito l'invio di istanze e dichiarazioni con le
modalita' di cui al comma 1, lettera c).
4. Il comma 2 dell'art. 38 del decreto del Presidente
della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e' sostituito
dal seguente:
«2. Le istanze e le dichiarazioni inviate per via
telematica sono valide se effettuate secondo quanto
previsto dall'art. 65 del decreto legislativo 7 marzo 2005,
n. 82».".

 
Art. 4
Gestione dell'attivita' di compostaggio di comunita'

1. I materiali e i rifiuti ammissibili nelle apparecchiature sono elencati nell'allegato 3.
2. L'attivita' di compostaggio di comunita' e' esercitata secondo le modalita' operative indicate nell'allegato 4, parte A, e rispetta i parametri di cui all'allegato 4, parte B.


 
Art. 5
Condizioni di installazione e requisiti dell'apparecchiatura

1. L'organismo collettivo utilizza, nel rispetto dei limiti di capacita' di cui all'articolo 1, comma 1, una o piu' apparecchiature nella propria disponibilita' giuridica.
2. L'apparecchiatura e' ubicata in aree nella disponibilita' giuridica dell'organismo collettivo.
3. L'apparecchiatura e' ubicata nelle immediate vicinanze delle utenze conferenti o al massimo entro un chilometro di distanza dalle stesse e il conferimento del rifiuto organico all'attivita' di compostaggio di comunita' deve essere effettuato autonomamente dalle utenze conferenti.
4. Le apparecchiature di tipo elettromeccanico sono idonee alla produzione di ammendante compostato misto e ammendante compostato verde, ai sensi del decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75, in materia di fertilizzanti.
5. Le apparecchiature di taglia grande (T3) sono dotate di sonde per la misurazione della temperatura poste all'interno della massa in lavorazione. I dati rilevati dalle medesime sono raccolti con frequenza almeno giornaliera e resi disponibili per i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, nelle modalita' da essi indicate.
6. Alla cessazione dell'attivita' di compostaggio di comunita', l'apparecchiatura e' disinstallata e smaltita nel rispetto delle disposizioni di legge.


Note all'art. 5:
- I riferimenti al decreto legislativo n. 75 del 2010
sono riportati nelle note alle premesse.

 
Art. 6
Caratteristiche e utilizzo del compost prodotto

1. Il compost in uscita dal processo di compostaggio rispetta i parametri dell'allegato 6.
2. Qualora utilizzato su suoli agricoli destinati alla produzione e vendita di prodotti per uso umano o animale, il compost prodotto e' conforme alle caratteristiche dell'ammendante compostato misto e dell'ammendante compostato verde, ai sensi del decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75, in materia di fertilizzanti.
3. Il compost prodotto e' impiegato, secondo il piano di utilizzo, in terreni a disposizione delle utenze conferenti anche se non localizzati in prossimita' dell'ubicazione dell'apparecchiatura, nonche' per la concimazione di piante e fiori delle medesime utenze.
4. Il compost che non rispetta le caratteristiche di cui all'allegato 6 e non e' impiegato secondo quanto stabilito nel piano di utilizzo e' da considerarsi rifiuto urbano e non e' computabile per le finalita' di cui all'articolo 8, comma 1.


Note all'art. 6:
- I riferimenti al decreto legislativo n. 75 del 2010
sono riportati nelle note alle premesse.

 
Art. 7
Conduttore dell'apparecchiatura

1. Il conduttore e' individuato dall'organismo collettivo. In caso di dimissioni o impedimenti le funzioni del conduttore sono svolte dal responsabile per un periodo non superiore a un mese. Entro lo stesso termine l'organismo collettivo individua un altro conduttore.
2. La nomina del conduttore e l'accettazione dell'incarico risultano da atto scritto comunicato al soggetto di cui all'articolo 3 e con le modalita' ivi specificate.
3. Il conduttore di apparecchiature di taglia media (T2) e grande (T3), prima dell'inizio dello svolgimento dei propri compiti, partecipa ad un corso di formazione della durata di almeno 8 ore, i cui contenuti minimi sono i seguenti:
a) definizioni e tipologie dei rifiuti organici;
b) tecniche e tecnologie del compostaggio;
c) uso e funzionamento delle compostiere di tipo statico ed elettromeccanico;
d) uso in agricoltura e florovivaistica del compost.
4. Il corso puo' essere erogato dall'impresa che fornisce l'apparecchiatura ovvero da enti o istituti competenti nel settore. Al termine del corso e' rilasciato apposito attestato.
5. Il conduttore assicura il corretto funzionamento dell'apparecchiatura secondo le disposizioni di cui agli articoli 4, 5 e 6 e garantisce il corretto esercizio dell'attivita' di compostaggio nel rispetto del regolamento di cui all'allegato 2.
6. Il conduttore, per le apparecchiature di taglia media (T2) e grande (T3), conserva in un apposito registro, anche elettronico, i dati relativi ai quantitativi dei rifiuti conferiti nell'apparecchiatura, del compost e degli scarti prodotti e del compost che non rispetta le caratteristiche di cui all'articolo 6, comma 1, per le finalita' di cui all'articolo 8, comma 1.


 
Art. 8
Contributo agli obiettivi di gestione del rifiuto

1. Ai fini della riduzione della tassa rifiuti di cui all'articolo 180, comma 1-septies, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dell'eventuale computo del compostaggio di comunita' nella percentuale di raccolta differenziata da parte dei comuni, il responsabile dell'apparecchiatura comunica entro il 31 gennaio di ogni anno, ai sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, al comune territorialmente competente, nelle modalita' definite dal medesimo, le quantita' in peso, relative all'anno solare precedente:
a) dei rifiuti conferiti;
b) del compost prodotto;
c) degli scarti;
d) del compost che non rispetta le caratteristiche di cui all'articolo 6.
2. Per le apparecchiature di taglia piccola (T1) e per le attivita' di compostaggio di comunita' con quantita' complessiva di rifiuti annui conferiti inferiori a una tonnellata, la dichiarazione di cui al comma 1 e' effettuata sulla base di una stima ottenuta moltiplicando il numero dei componenti delle utenze conferenti per la quota media di rifiuto organico presente nel rifiuto urbano.
3. Ai fini della dichiarazione di cui al comma 1, in assenza di dati puntuali delle amministrazioni locali relativi alla produzione pro-capite di frazione organica, il valore di frazione organica e' considerato pari a 120 kg/abitante anno.
4. I comuni calcolano i dati aggregati relativi alle informazioni di cui al comma 1 e li comunicano all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) entro il 30 aprile di ogni anno, nelle modalita' definite dal medesimo, ai fini del calcolo delle percentuali di riciclaggio dei rifiuti urbani di cui all'articolo 181, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
5. I comuni mettono a disposizione i dati di cui al comma 1 al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare su richiesta del medesimo.
6. Il comune invia alla regione o alla provincia autonoma territorialmente competente, entro il 31 gennaio di ogni anno, il numero complessivo di apparecchiature in esercizio e la capacita' complessiva di trattamento ai fini delle valutazioni utili alla predisposizione della pianificazione di settore.
7. Il responsabile dell'apparecchiatura comunica, entro il 31 dicembre di ogni anno, la cessazione dell'attivita' di compostaggio di comunita' al soggetto di cui all'articolo 3 con le modalita' ivi specificate.


Note all'art. 8:
- Si riporta il testo dell'art. 180, comma 1-septies,
del citato decreto legislativo n. 152 del 2006:
"Art. 180. (Prevenzione della produzione di rifiuti)
(Omissis).
1-septies. Al fine di ridurre la produzione di rifiuti
organici e gli impatti sull'ambiente derivanti dalla
gestione degli stessi, il Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, le regioni ed i comuni,
nell'ambito delle rispettive competenze, incentivano le
pratiche di compostaggio di rifiuti organici effettuate sul
luogo stesso di produzione, come l'autocompostaggio e il
compostaggio di comunita', anche attraverso gli strumenti
di pianificazione di cui all'art. 199 del presente decreto.
I comuni possono applicare una riduzione sulla tassa di cui
all'art. 1, comma 641, della legge 27 dicembre 2013, n.
147, alle utenze che effettuano pratiche di riduzione dei
rifiuti di cui al presente comma.
(Omissis).".
- Si riporta il testo dell'art. 47 del citato decreto
del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000:
"Art. 47. (Dichiarazioni sostitutive dell'atto di
notorieta')
1. L'atto di notorieta' concernente stati, qualita'
personali o fatti che siano a diretta conoscenza
dell'interessato e' sostituito da dichiarazione resa e
sottoscritta dal medesimo con la osservanza delle modalita'
di cui all'art. 38.
2. La dichiarazione resa nell'interesse proprio del
dichiarante puo' riguardare anche stati, qualita' personali
e fatti relativi ad altri soggetti di cui egli abbia
diretta conoscenza.
3. Fatte salve le eccezioni espressamente previste per
legge, nei rapporti con la pubblica amministrazione e con i
concessionari di pubblici servizi, tutti gli stati, le
qualita' personali e i fatti non espressamente indicati
nell'art. 46 sono comprovati dall'interessato mediante la
dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta'.
4. Salvo il caso in cui la legge preveda espressamente
che la denuncia all'Autorita' di polizia giudiziaria e'
presupposto necessario per attivare il procedimento
amministrativo di rilascio del duplicato di documenti di
riconoscimento o comunque attestanti stati e qualita'
personali dell'interessato, lo smarrimento dei documenti
medesimi e' comprovato da chi ne richiede il duplicato
mediante dichiarazione sostitutiva.".
- Si riporta il testo dell'art. 181, comma 1, lettera
a), del citato decreto legislativo n. 152 del 2006:
"Art. 181. (Riciclaggio e recupero dei rifiuti)
(Omissis).
a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e
il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta,
metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici,
e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali
flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sara'
aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di
peso;
(Omissis).".

 
Art. 9
Controlli

1. Le attivita' di controllo di compostaggio di comunita' sono esercitate ai sensi dell'articolo 197 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dai comuni nell'ambito del regolamento di gestione dei rifiuti, ai sensi dell'articolo 198, comma 2, del medesimo decreto e del regolamento della tassa sui rifiuti ai sensi dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446. L'esito dei controlli svolti ai sensi dell'articolo 197 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e' comunicato al comune.
2. Se dalle ispezioni di cui al comma 1 risulta accertata la violazione delle disposizioni di cui al presente decreto il comune impartisce le opportune prescrizioni.
3. Il responsabile, anche su segnalazione del conduttore, puo' diffidare l'utente che non rispetta il regolamento di cui all'allegato 2. Qualora l'utente non si adegui, il responsabile comunica al comune lo stralcio dell'utenza dall'elenco delle utenze conferenti di cui all'allegato 1 e 1B.
4. Il comune trasmette entro il 31 maggio di ogni anno gli esiti delle ispezioni al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.


Note all'art. 9:
- Si riporta il testo dell'art. 197 del citato decreto
legislativo n. 152 del 2006:
"Art. 197. (Competenze delle province)
1. In attuazione dell'art. 19 del decreto legislativo
18 agosto 2000, n. 267, alle province competono in linea
generale le funzioni amministrative concernenti la
programmazione ed organizzazione del recupero e dello
smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, da
esercitarsi con le risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili a legislazione vigente, ed in particolare:
a) il controllo e la verifica degli interventi di
bonifica ed il monitoraggio ad essi conseguenti;
b) il controllo periodico su tutte le attivita' di
gestione, di intermediazione e di commercio dei rifiuti,
ivi compreso l'accertamento delle violazioni delle
disposizioni di cui alla parte quarta del presente decreto;
c) la verifica ed il controllo dei requisiti previsti
per l'applicazione delle procedure semplificate, con le
modalita' di cui agli articoli 214, 215 e 216;
d) l'individuazione, sulla base delle previsioni del
piano territoriale di coordinamento di cui all'art. 20,
comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,
ove gia' adottato, e delle previsioni di cui all'art. 199,
comma 3, lettere d) e h), nonche' sentiti l'Autorita'
d'ambito ed i comuni, delle zone idonee alla localizzazione
degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonche' delle
zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero
e di smaltimento dei rifiuti.
2. Ai fini dell'esercizio delle proprie funzioni le
province possono avvalersi, mediante apposite convenzioni,
di organismi pubblici, ivi incluse le Agenzie regionali per
la protezione dell'ambiente (ARPA), con specifiche
esperienze e competenze tecniche in materia, fermo restando
quanto previsto dagli articoli 214, 215 e 216 in tema di
procedure semplificate.
3. Gli addetti al controllo sono autorizzati ad
effettuare ispezioni, verifiche e prelievi di campioni
all'interno di stabilimenti, impianti o imprese che
producono o che svolgono attivita' di gestione dei rifiuti.
Il segreto industriale non puo' essere opposto agli addetti
al controllo, che sono, a loro volta, tenuti all'obbligo
della riservatezza ai sensi della normativa vigente.
4. Il personale appartenente al Comando carabinieri
tutela ambiente (C.C.T.A.) e' autorizzato ad effettuare le
ispezioni e le verifiche necessarie ai fini
dell'espletamento delle funzioni di cui all'art. 8 della
legge 8 luglio 1986, n. 349, istitutiva del Ministero
dell'ambiente.
5. Nell'ambito delle competenze di cui al comma 1, le
province sottopongono ad adeguati controlli periodici gli
enti e le imprese che producono rifiuti pericolosi, le
imprese che raccolgono e trasportano rifiuti a titolo
professionale, gli stabilimenti e le imprese che
smaltiscono o recuperano rifiuti, curando, in particolare,
che vengano effettuati adeguati controlli periodici sulle
attivita' sottoposte alle procedure semplificate di cui
agli articoli 214, 215 e 216 e che i controlli concernenti
la raccolta ed il trasporto di rifiuti pericolosi
riguardino, in primo luogo, l'origine e la destinazione dei
rifiuti.
5-bis. Le province, nella programmazione delle
ispezioni e controlli di cui al presente articolo, possono
tenere conto, nella determinazione della frequenza degli
stessi, delle registrazioni ottenute dai destinatari
nell'ambito del sistema comunitario di ecogestione e audit
(EMAS).
6. Restano ferme le altre disposizioni vigenti in
materia di vigilanza e controllo previste da disposizioni
speciali.".
- Si riporta il testo dell'art. 198, comma 2, del
citato decreto legislativo n. 152 del 2006:
"Art. 198. (Competenze dei comuni)
(Omissis).
1. I comuni concorrono, nell'ambito delle attivita'
svolte a livello degli ambiti territoriali ottimali di cui
all'art. 200 e con le modalita' ivi previste, alla gestione
dei rifiuti urbani ed assimilati. Sino all'inizio delle
attivita' del soggetto aggiudicatario della gara ad
evidenza pubblica indetta dall'Autorita' d'ambito ai sensi
dell'art. 202, i comuni continuano la gestione dei rifiuti
urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento in
regime di privativa nelle forme di cui all'art. 113, comma
5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
2. I comuni concorrono a disciplinare la gestione dei
rifiuti urbani con appositi regolamenti che, nel rispetto
dei principi di trasparenza, efficienza, efficacia ed
economicita' e in coerenza con i piani d'ambito adottati ai
sensi dell'art. 201, comma 3, stabiliscono in particolare:
a) le misure per assicurare la tutela
igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei
rifiuti urbani;
b) le modalita' del servizio di raccolta e trasporto
dei rifiuti urbani;
c) le modalita' del conferimento, della raccolta
differenziata e del trasporto dei rifiuti urbani ed
assimilati al fine di garantire una distinta gestione delle
diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero degli
stessi;
d) le norme atte a garantire una distinta ed adeguata
gestione dei rifiuti urbani pericolosi e dei rifiuti da
esumazione ed estumulazione di cui all'art. 184, comma 2,
lettera f);
e) le misure necessarie ad ottimizzare le forme di
conferimento, raccolta e trasporto dei rifiuti primari di
imballaggio in sinergia con altre frazioni merceologiche,
fissando standard minimi da rispettare;
f) le modalita' di esecuzione della pesata dei rifiuti
urbani prima di inviarli al recupero e allo smaltimento;
g) l'assimilazione, per qualita' e quantita', dei
rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, secondo
i criteri di cui all'art. 195, comma 2, lettera e), ferme
restando le definizioni di cui all'art. 184, comma 2,
lettere c) e d).
(Omissis).".
- Si riporta il testo dell'art. 52 del decreto
legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione
dell'imposta regionale sulle attivita' produttive,
revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle
detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale
regionale a tale imposta, nonche' riordino della disciplina
dei tributi locali), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
del 23 dicembre 1997, n. 298, S.O.:
"Art. 52. (Potesta' regolamentare generale delle
province e dei comuni)
1. Le province ed i comuni possono disciplinare con
regolamento le proprie entrate, anche tributarie, salvo per
quanto attiene alla individuazione e definizione delle
fattispecie imponibili, dei soggetti passivi e della
aliquota massima dei singoli tributi, nel rispetto delle
esigenze di semplificazione degli adempimenti dei
contribuenti. Per quanto non regolamentato si applicano le
disposizioni di legge vigenti.
2. I regolamenti sono approvati con deliberazione del
comune e della provincia non oltre il termine di
approvazione del bilancio di previsione e non hanno effetto
prima del 1° gennaio dell'anno successivo. I regolamenti
sulle entrate tributarie sono comunicati, unitamente alla
relativa delibera comunale o provinciale al Ministero delle
finanze, entro trenta giorni dalla data in cui sono
divenuti esecutivi e sono resi pubblici mediante avviso
nella Gazzetta Ufficiale. Con decreto dei Ministeri delle
finanze e della giustizia e' definito il modello al quale i
comuni devono attenersi per la trasmissione, anche in via
telematica, dei dati occorrenti alla pubblicazione, per
estratto, nella Gazzetta Ufficiale dei regolamenti sulle
entrate tributarie, nonche' di ogni altra deliberazione
concernente le variazioni delle aliquote e delle tariffe di
tributi.
3. Nelle province autonome di Trento e Bolzano, i
regolamenti sono adottati in conformita' alle disposizioni
dello statuto e delle relative norme di attuazione.
4. Il Ministero delle finanze puo' impugnare i
regolamenti sulle entrate tributarie per vizi di
legittimita' avanti gli organi di giustizia amministrativa.
5. I regolamenti, per quanto attiene all'accertamento e
alla riscossione dei tributi e delle altre entrate, sono
informati ai seguenti criteri:
a) l'accertamento dei tributi puo' essere effettuato
dall'ente locale anche nelle forme associate previste negli
articoli 24, 25, 26 e 28 della legge 8 giugno 1990, n. 142;
b) qualora sia deliberato di affidare a terzi, anche
disgiuntamente, l'accertamento e la riscossione dei tributi
e di tutte le entrate, le relative attivita' sono affidate,
nel rispetto della normativa dell'Unione europea e delle
procedure vigenti in materia di affidamento della gestione
dei servizi pubblici locali, a:
1) i soggetti iscritti nell'albo di cui all'art. 53,
comma 1;
2) gli operatori degli Stati membri stabiliti in un
Paese dell'Unione europea che esercitano le menzionate
attivita', i quali devono presentare una certificazione
rilasciata dalla competente autorita' del loro Stato di
stabilimento dalla quale deve risultare la sussistenza di
requisiti equivalenti a quelli previsti dalla normativa
italiana di settore;
3) la societa' a capitale interamente pubblico, di cui
all'art. 113, comma 5, lettera c), del testo unico di cui
al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive
modificazioni, mediante convenzione, a condizione: che
l'ente titolare del capitale sociale eserciti sulla
societa' un controllo analogo a quello esercitato sui
propri servizi; che la societa' realizzi la parte piu'
importante della propria attivita' con l'ente che la
controlla; che svolga la propria attivita' solo nell'ambito
territoriale di pertinenza dell'ente che la controlla;
4) le societa' di cui all'art. 113, comma 5, lettera
b), del citato testo unico di cui al decreto legislativo n.
267 del 2000, iscritte nell'albo di cui all'art. 53, comma
1, del presente decreto, i cui soci privati siano scelti,
nel rispetto della disciplina e dei principi comunitari,
tra i soggetti di cui ai numeri 1) e 2) della presente
lettera, a condizione che l'affidamento dei servizi di
accertamento e di riscossione dei tributi e delle entrate
avvenga sulla base di procedure ad evidenza pubblica;
c) l'affidamento di cui alla precedente lettera b) non
deve comportare oneri aggiuntivi per il contribuente;
d) il visto di esecutivita' sui ruoli per la
riscossione dei tributi e delle altre entrate e' apposto,
in ogni caso, dal funzionario designato quale responsabile
della relativa gestione.
[6. La riscossione coattiva dei tributi e delle altre
entrate di spettanza delle province e dei comuni viene
effettuata con la procedura di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 , se
affidata ai concessionari del servizio di riscossione di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio
1988, n. 43 , ovvero con quella indicata dal regio decreto
14 aprile 1910, n. 639, se svolta in proprio dall'ente
locale o affidata agli altri soggetti menzionati alla
lettera b) del comma 4.
7. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanare
secondo le procedure di cui all'art. 53, sono stabilite
disposizioni generali in ordine ai criteri di affidamento e
di svolgimento dei servizi in questione al fine di
assicurare la necessaria trasparenza e funzionalita',
nonche' la misura dei compensi, tenuto anche conto delle
effettive riscossioni.".

 
Art. 10
Attivita' di compostaggio di quantita'
di rifiuti inferiori a 1 tonnellata

1. Le utenze che intraprendono le attivita' di compostaggio di comunita' con quantita' complessiva di rifiuti annui conferiti inferiori a una tonnellata utilizzano per l'invio della segnalazione certificata di inizio attivita' di cui all'articolo 3, comma 1, il modulo di cui all'allegato 1B.
2. Il compost prodotto dall'attivita' di cui al comma 1 non e' utilizzato su terreni agricoli destinati alla produzione e vendita di prodotti per uso umano o animale.
3. Alle attivita' di compostaggio di comunita' di cui al comma 1 non si applicano le disposizioni di cui all'articolo 7.
4. Per le attivita' di compostaggio di comunita' di cui al comma 1 le dichiarazioni di cui all'articolo 8, commi 1 e 7, sono effettuate dalle singole utenze conferenti in modo congiunto secondo le disposizioni di cui all'articolo 8, comma 2.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Roma, 29 dicembre 2016

Il Ministro dell'ambiente e
della tutela del territorio
e del mare
Galletti
Il Ministro della salute
Lorenzin

Visto, il Guardasigilli: Orlando

Registrato alla Corte dei conti il 16 febbraio 2017 Ufficio controllo atti Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, registro n. 1, foglio n. 909


 
Gazzetta Ufficiale Serie Generale per iPhone