Gazzetta n. 148 del 27 giugno 2017 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 7 giugno 2017 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Castelvetrano. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel comune di Castelvetrano (Trapani) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 e 6 maggio 2012; Visto il decreto in data 22 marzo 2016, con il quale il Presidente della Regione Siciliana, ai sensi delle vigenti disposizioni regionali, ha nominato un commissario straordinario per la gestione dell'ente in sostituzione e con le funzioni del consiglio comunale; Considerato che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata, che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 6 giugno 2017, alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;
Decreta:
Art. 1
La gestione del comune di Castelvetrano (Trapani) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Salvatore Caccamo, viceprefetto; dott.ssa Elisa Borbone, viceprefetto aggiunto; dott.ssa Maria Concetta Musca, funzionario economico-finanziario. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il comune di Castelvetrano (Trapani), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 e 6 maggio 2012, presenta forme d'ingerenza da parte della criminalita' organizzata, che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica. Alla luce delle risultanze di recenti operazioni di polizia giudiziaria e di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'ente, il Prefetto di Trapani, con decreto del 17 marzo 2017, ha disposto l'accesso presso il comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito. In seguito, con decreto in data 22 marzo 2016, il Presidente della Regione Siciliana, preso atto delle dimissioni presentate da ventotto consiglieri su trenta assegnati all'ente, ha nominato un commissario straordinario per la gestione del comune in sostituzione del consiglio comunale fino alla scadenza naturale dell'organo ordinario. Il 28 aprile 2017 anche il sindaco ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica, divenute irrevocabili il successivo 18 maggio. Al termine delle indagini effettuate, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, alla luce delle quali il Prefetto, sentito nella seduta del 17 maggio 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica - D.D.A. presso il Tribunale di Palermo e del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, ha predisposto l'allegata relazione in data 24 maggio 2017, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143. I lavori svolti dall'Organo ispettivo hanno preso in esame la cornice criminale ed il contesto ambientale, nonche' il complessivo andamento gestionale dell'amministrazione con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie locali, evidenziando come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti criminali. Il comune di Castelvetrano e' un centro della valle del Belice a forte vocazione turistica, essendo sede del parco archeologico piu' grande d'Europa. Costituisce un dato giudizialmente acquisito la radicata presenza in quel territorio di un sodalizio mafioso che - pur indebolito a seguito di numerosi procedimenti penali sfociati nell'arresto dei suoi capi storici e di altri elementi apicali - ha seguitato ad esercitare la propria influenza nei settori strategici dell'economia locale ed in particolare in quello degli appalti pubblici. In tale contesto, il Prefetto di Trapani sottolinea il ruolo di primaria importanza svolto da un noto capocosca ad oggi latitante, definito vero e proprio deus ex machina di ogni affare di mafia nel trapanese, nonche' il piu' autorevole esponente dell'intera organizzazione denominata «cosa nostra». Viene poi segnalata la continuita' che ha caratterizzato la conduzione del comune di Castelvetrano negli ultimi anni. In particolare, il sindaco - gia' consigliere comunale nel 1997 - ha ricoperto incarichi assessorili nelle due pregresse amministrazioni. Inoltre, ben quindici consiglieri comunali e cinque membri della giunta erano presenti nella consiliatura del 2007. Gli stessi membri della giunta e sette dei predetti consiglieri hanno fatto parte anche della compagine di governo eletta nel 2001. Diversi esponenti dell'apparato politico e burocratico dell'ente - alcuni dei quali con precedenti o pendenze di natura penale - annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela o di affinita' con persone vicine ad ambienti criminali o con soggetti affiliati alla consorteria territorialmente egemone. Al riguardo, e' ampiamente riconosciuto che il reticolo di rapporti e collegamenti, radicati in un particolare contesto geografico e socio-economico, determina un quadro indiziario significativo da cui si puo' desumere un oggettivo pericolo di permeabilita' ai condizionamenti o alle ingerenze della criminalita' organizzata, a fronte del quale si rendono necessarie idonee misure di prevenzione. Peraltro, nel caso in esame non mancano elementi fattuali e vicende che confermano il quadro indiziario. Ed invero, nello scorso mese di febbraio la Direzione investigativa antimafia di Trapani ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro patrimoniale, emesso dalla Sezione misure di prevenzione del locale Tribunale, nei confronti di un consigliere comunale dell'ente e di un suo stretto parente, indiziati di appartenere ad un'associazione di stampo mafioso. Il Prefetto richiama inoltre le dichiarazioni rese da un boss locale alla magistratura inquirente, dalle quali si evince che il citato parente del consigliere comunale - legato da vincoli di comparatico ad un congiunto e sodale del menzionato capocosca latitante - era in rapporti di familiarita' con l'organo di vertice dell'ente, con il quale si e' incontrato piu' volte anche presso gli uffici comunali. Lo stesso boss locale ha riferito che in vista delle consultazioni amministrative di maggio 2012 il candidato sindaco poi effettivamente eletto ed il sopra richiamato consigliere comunale si sono a lui rivolti per ottenere voti in favore del primo. L'intervento del boss a sostegno del candidato sindaco uscito vittorioso dalla competizione elettorale del 2012 e' stato sollecitato anche da un altro consigliere comunale e da un imprenditore del posto recentemente sottoposto ad indagini per intestazione fittizia di beni di proprieta' di un pluripregiudicato e sorvegliato speciale, nonche' affine del citato capoclan latitante. Peraltro, il pluripregiudicato in parola e' risultato titolare di una licenza commerciale rilasciatagli dal comune di Castelvetrano sulla scorta di dichiarazioni sostitutive, rivelatesi poi in sede di accertamento non veritiere, in ordine all'asserito possesso dei requisiti di moralita' richiesti dall'art. 71, commi 1 e 2, del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59. In proposito, il Prefetto e la Commissione di indagine evidenziano che l'amministrazione comunale non ha effettuato alcuna verifica sulle predette dichiarazioni, nonostante la notoria caratura criminale del personaggio in questione avrebbe dovuto imporre particolare cautela anche alla luce del disposto dell'art. 71 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, ai sensi del quale «le amministrazioni procedenti sono tenute ad effettuare idonei controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi, sulla veridicita' delle dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47». A seguito di una recente operazione di polizia giudiziaria e' emerso che lo stesso pluripregiudicato e' il proprietario di fatto di un immobile - sottoposto a sequestro preventivo dal Tribunale di Trapani - concessogli formalmente in locazione da una societa', di cui e' socio ed amministratore unico quel medesimo consigliere comunale da ultimo citato, che si e' rivolto ad un boss locale per ottenere voti in favore del candidato eletto alla carica di sindaco nel 2012. Gli accertamenti ispettivi hanno altresi' messo in luce che l'immobile in argomento e' stato realizzato dalla menzionata societa' in forza di un titolo abilitativo rilasciato dall'amministrazione comunale in violazione delle vigenti disposizioni normative. Ulteriori elementi sintomatici di gravi, pregiudizievoli collegamenti con la criminalita' organizzata sono emersi dall'esame degli atti con i quali il sindaco ha proceduto alla nomina di consulenti esterni sia a titolo oneroso sia a titolo gratuito. Tra i professionisti nominati dal primo cittadino il Prefetto segnala il legale del capocosca latitante di cui si e' detto ed un soggetto socio in affari con il consulente contabile di numerose ditte riconducibili ad esponenti della locale famiglia mafiosa. La Commissione di indagine ha poi preso in considerazione gli incarichi di collaborazione esterna, conferiti nel corso della consiliatura, rilevando che tra le persone individuate dall'amministrazione comunale figura un professionista - coniuge di un assessore - che ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico in alcune imprese controindicate, tra cui una societa' in atto sottoposta a confisca con provvedimento adottato dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. E' stata quindi analizzata l'attivita' gestionale posta in essere dal comune con specifico riferimento al settore dei lavori pubblici notoriamente esposto al rischio di indebite ingerenze da parte della criminalita' di stampo mafioso per la rilevanza dei sottesi interessi economici. Al riguardo, il Prefetto di Trapani sottolinea che nell'elenco delle ditte di fiducia pubblicato sul sito istituzionale dell'ente sono risultate presenti anche imprese destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia. Gli esiti di un procedimento penale avviato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno messo in luce che il titolare di una delle predette imprese - legato da vincoli di comparatico ad uno stretto congiunto del sopra menzionato capoclan latitante - si e' aggiudicato in maniera fraudolenta numerosi lavori comunali, anche avvalendosi di ditte formalmente intestate a terze persone. Dagli atti del procedimento in parola si evince il ruolo svolto da due dipendenti comunali all'epoca dei fatti in servizio presso l'ufficio tecnico dell'ente e rinviati a giudizio per avere agevolato l'imprenditore in questione, il quale - secondo quanto acclarato dagli inquirenti - destinava parte dei proventi della propria attivita' ai familiari del suddetto capoclan. In ordine alle modalita' con cui l'amministrazione ha proceduto all'assegnazione di lavori, servizi e forniture, gli accertamenti esperiti hanno posto in rilievo che in circa l'80% dei casi e' stato fatto ricorso a procedure di affidamento diretto, alcune delle quali si sono concluse in favore di ditte controindicate. Una specifica attenzione e' stata dedicata in sede ispettiva ai settori dell'urbanistica e dell'edilizia, in cui sono state rilevate gravi anomalie ed irregolarita' e che - al pari dei lavori pubblici - costituiscono un tradizionale polo di attrazione per gli interessi economici delle organizzazioni criminali. In particolare, le verifiche espletate hanno fatto emergere che il piano di urbanistica commerciale - approvato con delibera consiliare di marzo 2011, su proposta dell'allora assessore con delega allo sviluppo economico, poi eletto sindaco nelle consultazioni amministrative del 2012 - non e' stato sottoposto alla prescritta valutazione ambientale strategica ne' e' stata adottata apposita variante al piano regolatore generale in violazione delle norme dettate dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Regione Siciliana dell'11 luglio 2000. Conseguentemente - come riferito dal Prefetto e dalla Commissione di indagine - le concessioni edilizie per le grandi strutture di vendita, rilasciate dall'ente a decorrere dalla data di entrata in vigore del predetto regolamento, non risultano conformi a legge. E' significativo che tra le societa' titolari di una delle concessioni in argomento figura un'impresa riconducibile ad un soggetto destinatario di un provvedimento di confisca patrimoniale in quanto ritenuto un prestanome del piu' volte citato capocosca latitante. L'Organo ispettivo ha inoltre riscontrato non solo ripetute illegittimita' in numerosi procedimenti di adozione di titoli abilitativi edilizi - di cui alcuni rilasciati a societa' riconducibili a componenti della compagine di governo dell'ente - ma anche diffusissimi fenomeni di abusivismo, a fronte dei quali l'amministrazione comunale e' rimasta sostanzialmente inerte, omettendo nella grande maggioranza dei casi di procedere alle prescritte demolizioni o di irrogare le altre sanzioni previste dalla normativa vigente in materia. Criticita' sono altresi' emerse in ordine all'amministrazione dei beni confiscati alla mafia ed assegnati al patrimonio indisponibile del comune. In proposito, il Prefetto fa menzione di due immobili - rispettivamente affidati in gestione ad una fondazione e ad una comunita' terapeutica - di cui uno, precedentemente ristrutturato con fondi PON, e' stato danneggiato da atti di vandalismo e si presenta in condizioni di abbandono e l'altro versa in precario stato strutturale e manutentivo. Sul piano economico-finanziario, poi, gli accertamenti esperiti hanno evidenziato una situazione gravemente deficitaria, che ha formato oggetto di rilievi da parte della Corte dei conti con riferimento agli anni 2013 e 2014 e per il 2015 da parte del Commissario straordinario ad oggi incaricato della gestione del comune. Al riguardo, viene segnalato che su tale situazione hanno pesantemente inciso, nel corso della consiliatura eletta nel 2012, la progressiva riduzione della capacita' di riscossione delle entrate comunali e la quasi totale assenza di iniziative volte al contrasto dei fenomeni di evasione tributaria. Il Prefetto sottolinea infine come l'organo di vertice dell'istituzione locale abbia sistematicamente adottato atti di natura gestionale - quali la nomina dei componenti di commissioni di gara e di concorso - in palese contrasto con il principio di separazione tra attivita' di indirizzo politico ed attivita' di gestione ex art. 107, comma 2, del decreto legislativo n. 267 del 2000. L'insieme dei suesposti elementi attesta la sussistenza di forme di condizionamento che hanno influito nel procedimento di formazione della volonta' degli organi comunali, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' di quell'amministrazione ed una conseguente deviazione nella conduzione di settori cruciali nella gestione dell'ente. Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato da alcuni mesi attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene comunque necessaria la nomina della Commissione straordinaria di cui all'art. 144 del richiamato decreto legislativo n. 267 del 2000, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva della criminalita' organizzata possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori, che piu' incisivamente favoriscono il risanamento dell'ente. Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del comune di Castelvetrano (Trapani), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria, cui in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento, finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 5 giugno 2017
Il Ministro dell'interno: Minniti |
| Art. 2
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco, nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 7 giugno 2017
MATTARELLA Gentiloni Silveri, Presidente del Consiglio dei ministri
Minniti, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 14 giugno 2017 Interno, foglio n. 1406 |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
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