Gazzetta n. 153 del 3 luglio 2017 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 13 giugno 2017
Scioglimento del consiglio comunale di Sorbo San Basile e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Sorbo San Basile (Catanzaro) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Sorbo San Basile, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'Interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 9 giugno 2017;

Decreta:

Art. 1

II consiglio comunale di Sorbo San Basile (Catanzaro) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il Comune di Sorbo San Basile (Catanzaro), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio 2015, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Sulla base di alcuni esposti che evidenziavano situazioni di contiguita' della famiglia di un amministratore locale con esponenti delle locali consorterie e a seguito dell'omicidio, nel mese di luglio 2106, di un imprenditore del posto gravato da condanne penali e segnalato dagli organi di polizia come soggetto contiguo alla locale cosca criminale il prefetto di Catanzaro, con decreto del 29 agosto 2016, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
All'esito dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Catanzaro, sentito nella seduta del 15 marzo 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore aggiunto della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha predisposto l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali cosche, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi, per l'esistenza di una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali o a soggetti ad esse contigui.
Il comune di Sorbo San Basile, di ridotte dimensioni demografiche e caratterizzato da un'economia prevalentemente agricola, e' ricompreso in un ambito territoriale notoriamente caratterizzato dalla pervasiva presenza di una locale organizzazione criminale, profondamente radicata nel tessuto economico e sociale e a sua volta legata alle principali consorterie del crotonese, con un raggio di azione che si estende oltre l'ambito provinciale.
In tale contesto la relazione della commissione d'indagine pone in rilievo la figura del menzionato imprenditore, pregiudicato, ucciso nel luglio 2016 in un agguato di tipico stampo mafioso, titolare di un'azienda presso la quale si sono tenuti incontri con esponenti della criminalita' organizzata e gia' condannato a due anni di reclusione per aver favorito la latitanza di due esponenti della locale cosca ospitandoli nella propria abitazione e per aver illegittimamente detenuto armi.
La rilevanza criminale dell'imprenditore emerge chiaramente dai contenuti di una relazione della direzione distrettuale antimafia ove viene rilevato che nel corso di un «summit» tenutosi con esponenti `nranghentisti della regione, «nel tratteggiare le strategie criminali che riguardano il controllo dei lavori pubblici e privati, e nell'evocare le ditte utilizzate per la fornitura di inerti o altri materiali», gli esponenti criminali presenti facevano espresso riferimento all'impresa del citato imprenditore.
La relazione della commissione d'indagine si sofferma sui rapporti intercorsi tra il predetto imprenditore - padre di un assessore facente parte dell'amministrazione in carica - e il primo cittadino del Comune di Sorbo San Basile.
Viene posta in rilievo la circostanza che la partecipazione nella lista elettorale, facente capo al candidato sindaco, della figlia del predetto imprenditore, personaggio noto a tutti nella comunita' locale come soggetto riconducibile alla criminalita', sia stata voluta proprio dal primo cittadino al fine di ottenere i voti che tale soggetto, rispettato e temuto in quel contesto territoriale, avrebbe potuto procurare.
E' inoltre emerso che il primo cittadino, prima di coinvolgere il predetto assessore nella competizione elettorale, chiese al padre, di cui ben conosceva la caratura criminale, il permesso di poter candidare la figlia nella propria lista e che durante la campagna elettorale il menzionato imprenditore, in quel periodo sottoposto all'obbligo di firma presso la locale stazione dei Carabinieri, abbia svolto un'assidua propaganda in favore della figlia comparendo frequentemente in luoghi pubblici contrariamente alle sue abitudini.
All'esito della campagna elettorale la stessa risultera' uno dei candidati piu' votati e sara' nominata dalla copia conforme sindaco assessore, con l'attribuzione di deleghe in settori di particolare interesse per la locale criminalita' organizzata.
Ulteriori concreti elementi, che attestano, inequivocabilmente, la deferenza dell'amministrazione comunale nei confronti del citato esponente malavitoso sono rappresentati dai ridondanti contenuti del manifesto di partecipazione dell'ente al lutto della famiglia dell'imprenditore in parola e dalla circostanza che la locale festa dell'AVIS programmata nel periodo estivo, veniva formalmente rinviata dall'amministrazione locale per «ragioni logistiche» laddove, invece, dagli accertamenti disposti dalla commissione d'indagine e' emerso che la manifestazione non ebbe luogo in segno di «rispetto» per la morte del sopra citato imprenditore.
La limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta dimensione demografica, elementi che favoriscono una capillare conoscenza delle dinamiche territoriali, avrebbero dovuto indurre coloro che rivestono cariche pubbliche ad adottare non solo prudenziali scelte politico-amministrative ma anche, per quanto attiene alla sfera relazionale, un'effettiva presa di distanza dalle locali organizzazioni criminali.
Ulteriori concreti elementi che attestano una gestione dell'ente non in linea con i principi di legalita' e buon andamento sono emersi dall'analisi delle attivita' svolte dall'area tecnica.
La relazione della commissione d'indagine ha posto in rilievo un ripetuto e generalizzato ricorso agli affidamenti in via diretta ad un ristretto numero di ditte con elusione dei principi di trasparenza e buon andamento.
Il comune peraltro non dispone di una «short list» ne' di un albo dei fornitori a cui fare riferimento in caso di affidamenti di lavori o servizi pubblici.
Dall'esame delle procedure d'appalto e' emerso che gli amministratori ed i vertici burocratici dell'ente non hanno adottato, in quel contesto ambientale notoriamente caratterizzato da un'elevata presenza di esponenti della criminalita' organizzata, idonei criteri di legalita' per l'individuazione delle ditte alle quali affidare i lavori e i servizi pubblici.
Della quasi totalita' dei lavori pubblici ha beneficiato il piu' volte citato imprenditore nonche' alcune ditte i cui titolari annoverano precedenti di polizia.
In tale contesto e' emblematica anche la circostanza che il Comune di Sorbo San Basile, nel cui territorio e' nota l'operativita' e l'ingerenza delle locali consorterie non abbia aderito al protocollo di legalita' con la prefettura di Catanzaro sottoscritto nel mese di maggio 2015 da buona parte dei comuni della provincia:
La mancata adesione dell'ente al citato protocollo ha comportato che non e' mai stata richiesta, da parte dell'ente locale, la certificazione antimafia delle ditte esecutrici di opere pubbliche e fomiture per i contratti sotto soglia che costituiscono quasi il 100% dei contratti stipulati dal Comune di Sorbo San Basile.
Elementi concreti che attestano la sussistenza di cointeressenze tra amministratori locali e criminalita' organizzata sono inoltre emersi dall'analisi della procedura di affidamento della gestione di un albergo - ristorante di proprieta' comunale.
La giunta nel 2015 ha dato mandato all'ufficio competente di risolvere il contratto in essere per inadempimento e anziche' avviare una gara ad evidenza pubblica ha disposto la pubblicazione di' un avviso per l'acquisizione di manifestazioni d'interesse per la gestione della struttura alberghiera a cui ha aderito una sola ditta locale che armovera tra i propri soci una persona con segnalazioni per reati associativi.
Dalle indagini effettuate dalla commissione d'accesso e' emerso che il primo cittadino organizzo' un incontro al quale egli stesso partecipo' unitamente al menzionato socio dell'impresa aggiudicataria e all'imprenditore ucciso nel 2016 per verificare la possibilita' di far partecipare alla gestione dell'albergo, di proprieta' comunale, anche il fratello del piu' volte citato imprenditore, secondo i desiderata di quest'ultimo.
Elementi univoci che delineano un agire dell'amministrazione non improntato ai principi di buona gestione e legalita' sono emersi anche dall'esame del procedimento per l'affidamento del servizio di trasporto scolastico.
La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo che per l'anno scolastico 2015-2016, a seguito della rinuncia da parte della ditta aggiudicataria dell'appalto, formalmente motivata da problemi tecnico-organizzativi, il servizio e' stato affidato, fino alle fme dell'anno scolastico, ad una locale ditta di cui e' socio un consigliere comunale.
Il servizio in questione e' stato nuovarnente affidato alla stessa ditta, anche per il periodo 2016-2017, con determina dirigenziale nella quale e' precisato che nessun altra azienda aveva presentato istanza di partecipazione al citato appalto.
E' solo a seguito della segnalazione di un consigliere di minoranza, il quale evidenziava che anche un'altra azienda aveva prodotto istanza di partecipazione, che l'ente locale formalizzera' la revoca dell'affidamento in questione.
Anomalie e irregolarita' sono emerse anche in relazione alla procedura di affidamento del servizio di gestione dei depuratori comunali per il quale l'ente, dopo aver fatto ripetutarnente ricorso all'istituto della proroga, solo nel maggio del 2016, all'esito di un procedimento ad evidenza pubblica, ha affidato il servizio ad una locale ditta sebbene l'offerta con il maggior ribasso fosse stata presentata da altra societa'. Dall'esame della documentazione di gara sono inoltre emerse irregolarita' tecnico-contabili.
E' noto che le situazioni di generale disordine amministrativo e di sviamento dell'attivita' di gestione dai principi di buon andamento costituiscono, nel loro insieme, le condizioni prodromiche per il determinarsi del condizionamento mafioso, atteso che l'ingerenza criminale risulta piu' agevole in quelle amministrazioni in cui piu' diffuso e' il mancato rispetto delle procedure amministrative.
Ulteriori elementi che emblematicamente attestano una gestione dell'ente avulsa dal rispetto del principio di legalita' sono emersi dalle verifiche della procedura denominata «ambiente e futuro» riguardante un progetto per la selezione di sei volontari per la salvaguardia e la tutela dei parchi e delle oasi naturalistiche.
All'esito della valutazione dei candidati - che e' stata peraltro oggetto di denunce alle autorita' competenti - sono stati selezionati soggetti legati da rapporti di parentela con amministratori locali o con componenti della commissione esaminatrice.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Sorbo San Basile volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale di Sorbo San Basile (Catanzaro), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 9 giugno 2017

Il Ministro dell'interno: Minniti
 

PREFETTURA DI CATANZARO

Ufficio Territoriale del Governo
Segreteria di Sicurezza
N. 40/17/S.d.S.

20 marzo 2017

Al sig. Ministro dell'Interno
ROMA
Oggetto: Comune Sorbo San Basile (CZ). Relazione ai sensi dell'art. 143 del T.U.E.L.
Con decreto del 29 agosto 2016 (allegato 1), in ottemperanza alla delega concessa dal sig. Ministro dell'Interno, la scrivente disponeva l'accesso al Comune di Sorbo San Basile.
Entro il termine di legge, la commissione d'accesso ha reso l'unita relazione (allegato 2) che, in data 15 marzo u.s., e' stata esaminata dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella composizione prevista dal comma 3 dell'art. 143 del T.U.E.L., che, come si evince dall'allegato stralcio di verbale (all. 3), ha espresso all'unanimita' (assente solo il sindaco del capoluogo per concomitanti impegni) parere favorevole all'inoltro, da parte della scrivente, della proposta di scioglimento, ex art. 143 del T. U. E. L., del Comune di Sorbo San Basile.
Dall'esame della relazione, infatti, emerge che:
Il Comune di Sorbo San Basile, piccolo centro della Presila, con poco meno di 900 abitanti, e', come tanti altri centri calabresi, sovrastato dalla presenza incombente e determinante di un «Don» che, nel caso di specie, si chiama..Omissis.., da tutti riverito e rispettato, tant'e' che il sindaco gli chiede, come risulta dai verbali di piu' audizioni, allegati alla relazione d'accesso, di candidare la propria figlia..Omissis... La presenza della stessa all'interno della Giunta, con deleghe di rilievo, quali quella alle attivita' produttive, costituisce infatti, una sicura garanzia per eventuali contraccolpi amministrativi, nonche' per una gestione amministrativa fortemente clientelare, anzi familistica, di quel familismo amorale che e' caratterizzato da diffusa illegalita' e clientelismo e che, in taluni casi, sembrerebbe tracimare nella commissione di veri e propri reati.
Omissis.., come viene amichevolmente chiamato dal Sindaco, dagli amministratori, dai dipendenti e dalla cittadinanza, non e' mai stato condannato per mafia, pur essendo stato piu' volte inquisito, ma viene ucciso con modalita' tipicamente mafiose e notoriamente era collegato con la potente cosca degli Arena che, da Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, estende la propria influenza anche alla parte settentrionale della provincia di Catanzaro, cosi' come dimostrato, anche di recente, da tante operazioni condotte dalla locale procura distrettuale. In particolare, una delle figlie di Don Santo..Omissis.. diviene compagna di tale... Omissis..., esponente di spicco della cosca Arena, che aveva trascorso proprio nella casa di.. Omissis.., la propria latitanza e che oggi e' detenuto al regime del 41-bis per il reato di cui all'art. 416-bis del c.p..Omissis.. viene condannato in relazione a tale vicenda per favoreggiamento ad anni due di reclusione.

Omissis

Mentre si rimanda alla relazione d'accesso per quel che concerne la «mala gestio» dell'Ente, per come emerge dalle emblematiche vicende del servizio civile, dei voucher, della gestione del ristorante/albergo di proprieta' comunale, del servizio scuolabus o, ancora, dalle esposizioni per debiti tributari di alcuni amministratori, qui si vuole, ancora, evidenziare che il comune, che non ha mai aderito al protocollo di legalita' firmato nel maggio 2015 da molti Comuni della provincia, opera con piccoli appalti tutti sotto soglia e quindi non bisognevoli di alcun tipo di certificazione, affidati sempre alle stesse ditte per cui il Comune non ha inteso, pur nel rispetto della norma, procedere ad alcuna verifica antimafia.
Omissis, forniva il calcestruzzo per tutti i lavori.
L'insieme delle principali evidenze emerse dalla lettura della relazione redatta dalla commissione d'accesso, il contenuto della nota a firma del procuratore distrettuale ed, infine, l'unanime parere espresso in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica da tutti i presenti, inducono, pertanto, la scrivente a richiedere lo scioglimento ex art. 143 del T.U.E.L. approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, nr. 267 del Comune di Sorbo San Basile, essendo emersi dall'accesso concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata di stampo 'ndranghetista.

Il prefetto: Latella
 
Art. 2

La gestione del Comune di Sorbo San Basile (Catanzaro) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Ada Ferrara - viceprefetto;
dott. Roberto Micucci - viceprefetto aggiunto;
dott. Sandro Immacolata Borruto - funzionario amministrativo.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 13 giugno 2017

MATTARELLA

Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Minniti, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 18 giugno 2017 Interno, foglio n. 1444
 
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