Gazzetta n. 246 del 20 ottobre 2017 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 25 settembre 2017 |
Scioglimento del consiglio comunale di Valenzano e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Valenzano (Bari) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio 2013; Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Valenzano, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 23 settembre 2017;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Valenzano (Bari) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il Comune di Valenzano (Bari), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 26 maggio 2013, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica. In relazione ad alcuni fatti occorsi in occasione della locale festa del Santo Patrono e sulla base di elementi emersi in una riunione di coordinamento delle forze di polizia del 28 settembre 2016 nel corso della quale erano stati evidenziati segnali indicativi sulla possibile sussistenza di collegamenti degli amministratori con la locale criminalita' organizzata, il prefetto di Bari, con decreto del 16 novembre 2016, successivamente prorogato, ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. All'esito delle indagini, la commissione incaricata delle verifiche ispettive ha depositato le proprie conclusioni, in base alle quali il prefetto di Bari, sentito nella seduta del 27 giugno 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale - Direzione distrettuale antimafia di Bari, ha predisposto l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. I lavori della commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le cosche presenti sul territorio, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi. Il Comune di Valenzano e' ricompreso in un ambito territoriale notoriamente caratterizzato dalla pervasiva presenza di locali organizzazioni criminali, che, anche con gravi azioni delittuose, hanno consolidato nel tempo il proprio controllo sul tessuto economico e sociale. L'indagine ispettiva ha posto in rilievo una sostanziale continuita' amministrativa atteso che dieci componenti dell'attuale compagine governativa avevano gia' fatto parte della consiliatura eletta nel 2010; lo stesso sindaco ha ricoperto cariche istituzionali nell'amministrazione comunale sin dal 1994. Il primo cittadino, a carico del quale risultano diversi precedenti di polizia, pur svolgendo continuativamente e visibilmente l'attivita' di istruttore presso l'autoscuola di proprieta' della moglie, per gli aspetti fiscali risulta essere alle dipendenze di una societa' di noleggio autovetture i cui titolari sono persone riconducibili ad ambienti controindicati. Le indagini ispettive hanno evidenziato l'esistenza di una fitta ed intricata rete di parentele, affinita', amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori, parte dei quali con precedenti di polizia, ad esponenti delle locali consorterie criminali. Rilievi di analoga natura vengono evidenziati anche per alcuni componenti dell'apparato burocratico. L'indagine ispettiva ha riscontrato un agire dell'amministrazione non improntato al rispetto dei principi di legalita' e caratterizzato dalla totale assenza di controlli in spregio alle regole di buona e trasparente amministrazione, circostanze queste rilevate anche dalla sezione regionale della Corte dei conti con delibera del 13 ottobre 2016. Elemento concreto, che attesta inequivocabilmente l'incidenza della criminalita' organizzata nel territorio, e' rappresentato dall'evento verificatosi in occasione dei festeggiamenti del Santo Patrono del 15 - 17 agosto 2016, nel corso dei quali e' stato innalzato nella principale piazza cittadina un pallone aerostatico - commissionato da un pluripregiudicato esponente della locale famiglia malavitosa - sul quale, a caratteri ampi e ben visibili, era riportato oltre al nome del Santo Patrono quello della sopra menzionata famiglia. Al riguardo la relazione della commissione d'indagine pone in rilievo che il sindaco ed altri amministratori comunali anziche' condannare il grave episodio e stigmatizzare il comportamento degli autori del fatto hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche dirette a minimizzare e sminuire l'accaduto esprimendo solidarieta' alla famiglia mafiosa laddove invece autorevoli esponenti delle autorita' civili e religiose avevano fortemente condannato l'episodio. Elementi sintomatici che attestano la sussistenza di cointeressenze tra la compagine politica, l'apparato burocratico, e la locale criminalita' sono emersi dall'esame delle procedure di appalto di lavori e servizi pubblici disposti il piu' delle volte con procedure di somma urgenza o affidamento diretto in assenza di un confronto comparativo delle offerte economiche e in violazione della normativa di settore. Il predetto modus operandi ha permesso che, nella maggior parte dei casi, affidatarie di servizi o lavori siano state ditte locali, riconducibili direttamente o indirettamente a organizzazioni criminali. Vicenda significativa e' quella concernente l'affidamento dei lavori per la pulizia di un canale d'acqua e per la manutenzione ordinaria e straordinaria di strade comunali, disposti negli anni 2015/2016, alla cui esecuzione ha presenziato con «atteggiamento da supervisore» un soggetto pluripregiudicato affine di un amministratore comunale. Ulteriori univoci elementi che attestano un agire dell'amministrazione non improntato ai principi di legalita' sono emersi anche dall'esame delle procedure per l'affidamento del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani assegnato sin dal 2013 ad una societa' destinataria, nel dicembre 2016, di informazione interdittiva antimafia. La procedura per l'assegnazione di tale servizio e' stata oggetto di rilievi da parte dell'A.N.A.C. la quale, nel riscontrare che l'affidamento era stato disposto direttamente con determina dirigenziale, in violazione dell'obbligo di individuare il nuovo gestore con procedure ad evidenza pubblica, richiedeva all'ente di rimuovere le illegittimita' riscontrate. L'amministrazione comunale, anziche' dare immediato seguito alla richiesta dell'autorita' anticorruzione, solo successivamente alla scadenza del contratto in essere ha indetto una gara ad evidenza pubblica aggiudicandola peraltro alla stessa societa' gia' affidataria del servizio in questione. In ordine a tale gara la commissione d'indagine ha riscontrato anomalie e irregolarita' procedurali. Tali modalita' operative hanno consentito all'impresa in argomento di effettuare il servizio di smaltimento dei rifiuti, ininterrottamente, dal 2013 al dicembre 2016 allorquando, come sopra evidenziato, e' stato adottato nei confronti della citata azienda il provvedimento interdittivo antimafia. Anche la procedura di gara per l'affidamento dei lavori di efficientamento energetico e miglioramento della sostenibilita' ambientale di alcuni edifici scolastici e' stata caratterizzata da violazioni della normativa di settore sin dalla fase di individuazione dei componenti della commissione di gara. La gara e' stata aggiudicata ad una societa' affidataria di altri appalti da parte dell'ente il cui titolare, gravato da numerosi precedenti di polizia e in stretti rapporti di frequentazione con soggetti pluripregiudicati riconducibili alla locale criminalita' organizzata, e' stato candidato nelle consultazioni amministrative del 2013 nella lista dell'attuale primo cittadino. Elementi concreti che concorrono a delineare il quadro di cointeressenze tra la compagine politica, l'apparato amministrativo e la locale criminalita' organizzata sono emersi altresi' dall'esame della procedura per l'affidamento della gestione del cimitero comunale. La relativa gara, connotata anche in questo caso da irregolarita', segnatamente nella fase di valutazione delle offerte, e' stata aggiudicata ad una ditta il cui titolare e' parente di un assessore in carica fino ad ottobre 2014 ed affine di un ex consigliere comunale. Il predetto imprenditore, peraltro, e' in stretti rapporti parentali con un pluripregiudicato che e' legato da un vincolo di affinita' con un consigliere comunale in carica. Merita menzione anche la circostanza, accertata dalla commissione ispettiva, che il curatore dell'offerta presentata dalla ditta in questione e' il responsabile di una delle aree amministrative dell'ente locale. Ulteriori rilevanti elementi che testimoniano l'inclinazione dell'ente a non adottare provvedimenti sanzionatori di comportamenti illeciti sono significativamente attestati dalla vicenda del mercato domenicale, che privo di autorizzazione e' allestito su un terreno di proprieta' di un noto pregiudicato affiliato ad un'organizzazione criminale, che su quell'area ha realizzato lavori abusivi per consentire lo svolgimento dell'attivita' mercatale. L'organo ispettivo ha accertato che il competente ufficio della polizia municipale non ha mai effettuato alcun controllo o elevato alcuna sanzione per scoraggiare e contrastare il fenomeno sopra descritto. Elementi univoci che delineano il quadro di un'amministrazione pervicacemente gestita nel mancato rispetto del principio di legalita' e comunque sulla base interessi personali e logiche familistiche sono emersi dall'analisi delle modalita' di erogazione dei contributi comunali. In tale ambito rileva la circostanza che l'ente ha disposto la concessione di un consistente contributo economico in favore di una societa' sportiva che in passato e' stata amministrata da un assessore comunale il quale, peraltro e' uno dei firmatari della delibera con la quale e' stato concesso il beneficio stesso. Rileva al riguardo, come evidenziato dall'organo ispettivo, che il predetto amministratore comunale e' socio di un'altra societa' sportiva che ha un debito verso l'amministrazione comunale di oltre 40.000 euro. Entrambe le societa' operano nella stessa sede e una di esse annovera tra i propri dipendenti un parente di un pluripregiudicato. Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Valenzano volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Valenzano (Bari), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Roma, 21 settembre 2017
Il Ministro dell'interno: Minniti |
| Allegato
Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 2
La gestione del Comune di Valenzano (Bari) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dr.ssa Rosalia Ermelinda Camerini - viceprefetto; dr.ssa Adriana Fama' - viceprefetto aggiunto; dr.ssa Rosa Maria Simone - dirigente Area I. |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale la giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 25 settembre 2017
MATTARELLA Gentiloni Silveri, Presidente del Consiglio dei ministri
Minniti, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 28 settembre 2017 Interno, n. 2009 |
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