Gazzetta n. 299 del 23 dicembre 2017 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 novembre 2017
Scioglimento del consiglio comunale di Cassano All'Ionio e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Cassano All'Ionio (Cosenza) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento dell'ente locale per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 22 novembre 2017;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Cassano All'Ionio (Cosenza) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Cassano All'Ionio (Cosenza), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, presenta forme d'ingerenza della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione, nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Alla luce delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'ente, il Prefetto di Cosenza, con decreto del 6 marzo 2017, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito.
Al termine delle indagini effettuate, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulla scorta delle quali il Prefetto, sentito nella seduta del 16 ottobre 2017 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Castrovillari e del Procuratore della Repubblica Aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha trasmesso l'allegata relazione in data 20 ottobre 2017, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio di cui al menzionato art. 143.
I lavori svolti dall'organo ispettivo hanno preso in esame la cornice criminale ed il contesto ambientale, nonche' il complessivo andamento gestionale dell'amministrazione con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie criminali, evidenziando come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti criminali.
Il comune di Cassano All'Ionio e' sede di un importante parco archeologico ed ha un'economia a vocazione essenzialmente turistica ed agricola.
Costituisce un dato giudizialmente acquisito la radicata presenza su quel territorio di una potente famiglia malavitosa che - anche grazie al sostegno delle consorterie del crotonese - ha progressivamente assunto un ruolo di primo piano nell'ambito della criminalita' organizzata locale, contrapponendosi ad un altro gruppo criminale fortemente indebolito a seguito di recenti operazioni di polizia giudiziaria.
In tale contesto, il Prefetto evidenzia la continuita' che ha caratterizzato la conduzione dell'ente negli ultimi tempi. In particolare, il sindaco - ripetutamente membro del consiglio comunale finii anni '80 al 2009 - ha rivestito il ruolo di organo di vertice dell'ente anche nella pregressa amministrazione, interrottasi a novembre 2015 a seguito dello scioglimento disposto ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del citato decreto legislativo n. 267 del 2000. Inoltre, ben cinque consiglieri comunali - tra cui l'ex presidente del consiglio - e tre assessori erano presenti nella consiliatura del 2012. Due dei predetti consiglieri ed altri quattro componenti l'organo consiliare hanno fatto parte anche della compagine di governo eletta nel 2009.
Diversi esponenti dell'apparato politico e burocratico dell'ente - alcuni dei quali con pregiudizi di polizia - annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela o di affinita' con persone controindicate o con elementi dei sodalizi localmente egemoni.
In sede di indagine, frequentazioni e relazioni di natura analoga sono state riscontrate anche nei confronti di taluni sottoscrittori delle liste che hanno sostenuto il candidato alla carica di sindaco poi effettivamente eletto.
Riferisce inoltre il Prefetto che a febbraio 2016 il primo cittadino - unitamente a personaggi di primo piano della menzionata consorteria territorialmente dominante - ha preso parte ai funerali di uno stretto parente di un soggetto contiguo a quella stessa consorteria.
Parimenti emblematico e' l'episodio verificatosi ad agosto 2016 in occasione di una seduta dell'organo consiliare allorche' un consigliere comunale e' intervenuto nella discussione concernente la confisca di un immobile riconducibile ad una locale famiglia malavitosa, rendendo dichiarazioni di apprezzamento e di stima nei confronti di un elemento della famiglia in questione.
Viene poi segnalato che l'ex presidente dell'organo consiliare ed attuale consigliere comunale di cui si e' detto - piu' volte controllato con persone controindicate - e' stato a suo tempo sottoposto a procedimento penale per essersi adoperato al fine di procurare ad un candidato alle elezioni regionali del 2005 il sostegno elettorale di una delle cosche dominanti nel cassanese. Al riguardo, l'Organo ispettivo sottolinea che il citato procedimento penale, pur essendosi concluso in senso favorevole per l'amministratore in argomento, ne ha rivelato la vicinanza ad un noto capoclan.
Sono stati poi presi in considerazione gli atti intimidatori compiuti nei confronti di due dipendenti comunali che hanno rivestito la qualifica di responsabile del procedimento con riferimento all'esecuzione di diversi lavori comunali. In particolare, uno dei predetti dipendenti ad ottobre 2016 ha denunciato di avere ricevuto una busta da lettera contenente minacce scritte e tre fiammiferi; l'altro a giugno 2015 ha subito l'incendio della propria automobile. Anche le vetture in uso al coniuge e ad un affine del dipendente da ultimo menzionato sono state incendiate a gennaio 2017.
E' stata quindi esaminata dalla Commissione di indagine l'attivita' gestionale dell'istituzione locale a far data dal 2012 stante la richiamata sostanziale continuita' tra l'attuale compagine di governo e l'amministrazione eletta a maggio di quell'anno.
Al riguardo, gli accertamenti esperiti hanno fatto emergere innumerevoli anomalie ed irregolarita'.
In tale ambito si colloca la vicenda relativa ad alcuni terreni con annessi fabbricati acquisiti dal comune nel 1989 e destinati in parte alla realizzazione di opere di urbanizzazione secondaria ed in parte ad attivita' agricola, occupati senza alcun titolo abilitativo e senza corresponsione di canone da soggetti legati da stretti rapporti familiari ad esponenti della "ndrangheta".
Il Prefetto evidenzia che a novembre 2013 il competente Tribunale ha ordinato il rilascio in favore del comune degli immobili occupati sine titulo a conclusione di una procedura giudiziaria avviata soltanto nel 2009.
Sennonche', in esito ad un incontro svoltosi a marzo 2015 al quale hanno preso parte, tra gli altri, il primo cittadino, tre membri della giunta allora in carica - di cui due presenti anche nell'attuale consiliatura - un funzionario direttivo dell'area tecnica ed il legale dell'ente, l'amministrazione comunale ha formalizzato la volonta' di addivenire ad un accordo in ordine alla destinazione dell'azienda agro-zootecnica installata dagli occupanti abusivi sui terreni in argomento.
In particolare, i partecipanti all'incontro hanno convenuto di concedere in uso l'azienda agli stessi occupanti abusivi mediante semplice trattativa privata e di fare ricorso all'evidenza pubblica solo ai fini dell'assegnazione degli altri immobili occupati sine titulo, in difformita' dall'orientamento in precedenza espresso sia dal legale dell'ente sia dal funzionario direttivo dell'area tecnica di cui si e' detto. Quindi, a dicembre 2016 il consiglio comunale ha deliberato di dare in locazione la citata azienda agro-zootecnica agli occupanti abusivi dei terreni.
In proposito, l'Organo ispettivo pone in rilievo che le circostanze addotte dall'ente a sostegno della decisione di concludere un accordo di natura privatistica non costituivano condizioni idonee, in base alla normativa di settore, a legittimare il mancato espletamento di una procedura ad evidenza pubblica.
Parimenti nel settore socio-assistenziale sono state riscontrate illiceita' ed irregolarita', da cui hanno tratto vantaggio anche persone controindicate.
In particolare, le verifiche esperite nel corso dell'accesso hanno messo in luce che il comune ha ripetutamente corrisposto contributi assistenziali sulla base di provvedimenti adottati dal sindaco ai sensi dell'art. 50 del decreto legislativo n. 267 del 2000, in violazione del generale principio di separazione tra attivita' di indirizzo politico ed attivita' di gestione. Inoltre, l'amministrazione comunale non solo non ha espletato alcun controllo in ordine all'effettiva condizione di indigenza delle persone beneficiarie dei sussidi, ma ha anche omesso di determinare preventivamente i presupposti per la loro erogazione in contrasto con i principi di imparzialita' e trasparenza dell'azione amministrativa.
Il Prefetto segnala che tra i destinatari dei contributi in parola figurano diversi sottoscrittori delle liste collegate al candidato sindaco risultato eletto, tra cui alcuni soggetti considerati contigui ai sodalizi territorialmente egemoni.
Nel settore edilizio e' stata rilevata la persistente inerzia dell'amministrazione comunale che ha, sistematicamente, trascurato di portare a compimento i procedimenti finalizzati alla demolizione o all'acquisizione degli immobili realizzati in assenza o in difformita' dai prescritti titoli abilitativi ovvero di applicare le altre sanzioni previste dalla normativa.
Anche in questo caso tra coloro che si sono avvantaggiati delle omissioni del comune vi sono esponenti di gruppi "ndranghetisti" ovvero persone vicine ad ambienti criminali per vincoli di parentela o affinita'.
Emblematico in tal senso e' l'episodio relativo a diverse opere abusive il cui committente e' in stretti rapporti familiari con personaggi di vertice di una delle famiglie malavitose sopra citate. Al riguardo, la Commissione di indagine ha acclarato che l'ente, pur avendo adottato la prescritta ordinanza di demolizione, non ha poi notificato all'interessato il verbale di verifica di inottemperanza all'ordinanza medesima in violazione dell'art. 31, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, omettendo altresi' di intraprendere ulteriori iniziative per assicurare il ripristino dello stato dei luoghi ovvero l'acquisizione dei menzionati manufatti al patrimonio comunale.
Analoga inerzia e' stata riscontrata da parte dell'amministrazione comunale con riferimento a degli immobili abusivi realizzati in un'area sottoposta a vincolo archeologico, riconducibili ad un locale capocosca e ad un suo parente. In proposito, il Prefetto pone anche in evidenza le relazioni di frequentazione intercorrenti tra il predetto capocosca e quel funzionario direttivo dell'area tecnica il cui ruolo e' emerso nella vicenda relativa alla concessione in uso dell'azienda agro-zootecnica di cui sopra si e' fatta menzione.
Una specifica attenzione e' stata dedicata in sede ispettiva al settore degli affidamenti di lavori e servizi, che notoriamente costituiscono un tradizionale polo di attrazione per gli interessi economici delle organizzazioni criminali.
Al riguardo, e' emerso un modus operandi caratterizzato da una Costante frammentazione degli interventi e da un consequenziale diffuso ricorso alle procedure negoziate e agli affidamenti diretti sulla base di indagini di mercato quasi sempre limitate ad un numero ristretto di imprese, per lo piu' locali, pur essendo l'ente formalmente provvisto di un ampio elenco di operatori di fiducia.
La richiamata frammentazione - riscontrata soprattutto in relazione agli interventi di manutenzione del verde pubblico, di pulizia delle spiagge e di manutenzione della rete idrica comunale - e' stata peraltro favorita dall'assenza di interventi di programmazione della spesa pubblica e dalla conseguente mancata previsione in bilancio di risorse adeguate.
Il Prefetto rileva inoltre che nel regolamento per l'affidamento di servizi, forniture e lavori in economica - approvato dal consiglio comunale con delibera di settembre 2012 - manca qualsiasi riferimento all'obbligo di procedere all'acquisizione di beni e servizi facendo ricorso in via prioritaria al mercato elettronico della pubblica amministrazione.
Ebbene, una delle societa' favorite dal predetto modus operandi e' stata destinataria di un provvedimento antimafia a carattere interdittivo emesso dalla Prefettura di Cosenza a maggio 2016 ed annovera tra i propri soci uno stretto parente del sopra menzionato ex presidente dell'organo consiliare ed attuale consigliere comunale, piu' volte controllato con soggetti controindicati e di cui e' stata documentata la vicinanza ad un noto capoclan.
In base alle dichiarazioni rese dal sindaco in sede di indagine, l'amministrazione comunale sarebbe venuta a conoscenza dell'esistenza dell'interdittiva soltanto l'11 agosto successivo.
Cio' stante, assumono valore emblematico le anomalie che hanno connotato l'esecuzione di alcuni lavori di manutenzione della rete idrica comunale aggiudicati alla societa' in questione a seguito di gara informale, indetta con avviso pubblicato a giugno 2016 e viziata da molteplici profili di illegittimita'. In particolare, come e' dato evincere sia dalla documentazione di gara sia dalle comunicazioni effettuate all'Autorita' Nazionale Anticorruzione dal responsabile del procedimento, i lavori in parola sono stati ultimati il 31 agosto 2016 e quindi ben oltre la data in cui l'amministrazione comunale e' asseritamente venuta a conoscenza del provvedimento interdittivo di cui sopra.
E' stato altresi' accertato che con determina del successivo mese di novembre il responsabile del settore servizi manutentivi ha provveduto alla liquidazione del secondo ed ultimo stato di avanzamento facendo riferimento ad un verbale da cui i lavori risultano terminati il 5 agosto 2016. Al riguardo, la Commissione di indagine sottolinea la discrasia tra la data risultante dal citato verbale e l'effettiva data di ultimazione dei lavori di cui alla documentazione sopra richiamata, ponendo altresi' in rilievo come il comune - anziche' procedere sic et simpliciter al pagamento del corrispettivo - avrebbe dovuto recedere dal contratto ai sensi dell'art. 92, commi 3 e 4, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.
La societa' in argomento e' stata anche affidataria di interventi sulla viabilita' in regime di somma urgenza disposti dal responsabile del settore servizi manutentivi il 9 agosto 2016. In proposito, viene segnalato che con delibera di dicembre 2016 - priva del necessario visto di regolarita' contabile - la giunta ha ratificato l'operato del responsabile del settore servizi manutentivi, il quale ha poi provveduto alla liquidazione del corrispettivo in favore della societa' affidataria, destinataria - come detto - di interdittiva antimafia adottata a maggio dello stesso anno. Le verifiche espletate dall'Organo ispettivo hanno altresi' messo in luce che la liquidazione del corrispettivo e' stata effettuata in assenza di qualsiasi atto di natura negoziale e senza che sia stata posta in essere la procedura di cui all'art. 191, comma 3, del decreto legislativo n. 267 del 2000 per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, pur ricorrendone i presupposti.
Sempre nel settore degli affidamenti di lavori e servizi, sono state riscontrate anomalie nelle procedure conclusesi a favore di altre societa' i cui titolari sono risultati vicini ad ambienti criminali per rapporti di frequentazione o di parentela, tra cui una ditta che annovera tra i propri dipendenti un soggetto legato da vincoli di affinita' ad un personaggio apicale della criminalita' organizzata locale. Al riguardo, viene altresi' stigmatizzata la posizione di alcuni dipendenti di un'impresa frequentemente assegnataria di servizi comunali, tre dei quali risultano essere stati condannati, tra l'altro, per il reato di cui all'art. 416-bis del codice penale con sentenza divenuta irrevocabile ad ottobre 2016.
Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Cassano All'Ionio, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio dei principi di buon andamento, imparzialita' e trasparenza, che rendono necessario l'intervento dello Stato per assicurare il risanamento dell'ente.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Cassano All'Ionio (Cosenza), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 17 novembre 2017

Il Ministro dell'interno: Minniti
 

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

La gestione del comune di Cassano All'Ionio (Cosenza) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Mario Muccio - viceprefetto;
dott. Roberto Pacchiarotti - viceprefetto;
dott.ssa Rita Guida - dirigente II fascia - Area I.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 24 novembre 2017

MATTARELLA
Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Minniti, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 6 dicembre 2017 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 2337
 
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