Gazzetta n. 136 del 14 giugno 2018 (vai al sommario)
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
DECRETO 17 maggio 2018
Individuazione della zona umida denominata «Foce del Rio Posada», ai sensi della Convenzione internazionale di Ramsar.


IL MINISTRO DELL'AMBIENTE
E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
E DEL MARE

Visti l'art. 1, commi 2 e 5, e l'art. 5, comma 2 della legge 8 luglio 1986, n. 349;
Visto il titolo IV, capo VIII del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 «Riforma dell'organizzazione del Governo, a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59» e successive modifiche;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 luglio 2014, n. 142, recante il regolamento di organizzazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e, in particolare, l'art. 6, comma 1, lettere a), e) ed o), che attribuisce alla direzione per la protezione della natura e del mare le funzioni negli ambiti delle aree protette terrestri e marine, della biodiversita', nonche' delle attivita' in materia di mare e biodiversita' relativamente alla tutela degli ecosistemi terrestri e marini;
Vista la legge quadro sulle aree protette 6 dicembre 1991, n. 394;
Vista la «Convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale soprattutto come habitat degli uccelli acquatici», firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971 e di seguito denominata Convenzione di Ramsar;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 1976, n. 448, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 3 luglio 1976, con il quale e' stata data piena ed intera esecuzione alla Convenzione di Ramsar;
Considerato che la predetta Convenzione, ai sensi dell'art. 10, paragrafo 2, e' entrata in vigore per l'Italia il 14 aprile 1977;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 1987, n. 184, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 15 maggio 1987, con il quale e' stato reso esecutivo in Italia il Protocollo di emendamento alla Convenzione di Ramsar, adottato a Parigi il 3 dicembre 1982;
Vista la deliberazione del Comitato nazionale per le aree protette del 21 dicembre 1993 che, ai sensi dell'art. 3, comma 4 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, include nella classificazione delle aree protette anche le zone umide d'importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar;
Considerato che l'attuazione della Convenzione di Ramsar e' coerente con gli obiettivi di tutela della biodiversita', degli habitat e delle specie della flora e della fauna selvatica sanciti anche da direttive europee nonche' da altri accordi e convenzioni internazionali, fra i quali si richiamano:
la direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, successivamente abrogata e sostituita integralmente dalla versione codificata della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009, di seguito denominata direttiva «Uccelli»;
la direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonche' della flora e della fauna selvatiche, di seguito denominata direttiva «Habitat»;
il decreto del Presidente della Repubblica dell'8 settembre 1997, n. 357, recante il regolamento di attuazione della direttiva Habitat;
il decreto del Presidente della Repubblica del 12 marzo 2003, n. 120 «Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonche' della flora e fauna selvatiche»;
la «Convenzione sulle specie migratrici appartenenti alla fauna selvatica», del 23 giugno 1979, nota come Convenzione di Bonn, ratificata con legge 25 gennaio 1983, n. 42;
la «Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa», del 19 settembre 1979, nota come Convenzione di Berna, ratificata con legge 5 agosto 1981, n. 503;
la «Convenzione sulla diversita' biologica», sottoscritta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, ratificata con legge 14 febbraio 1994, n. 124;
la strategia nazionale per la biodiversita' approvata con l'intesa espressa, il 7 ottobre 2010, dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano;
la rete mondiale delle riserve della biosfera del programma MAB UNESCO;
Considerato che la Convenzione di Ramsar e' coerente anche con gli obiettivi di altre direttive europee, fra le quali si richiama:
la direttiva sulle acque 2000/60/CE, che istituisce un quadro d'azione per le acque interne, per le foci dei fiumi e per le acque costiere, recepita con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
Considerato che gli atti della Convenzione definiscono specifici criteri di identificazione delle zone umide d'importanza internazionale, proposti nel corso della «Conferenza internazionale sulla conservazione delle zone umide e degli uccelli acquatici» tenutasi a Heilingenhafen (Germania 1974) ed in seguito adottati e integrati nel corso delle Conferenze delle parti;
Considerato che le Conferenze delle parti hanno definito specifiche modalita' per l'identificazione e la designazione di dette zone umide d'importanza internazionale illustrate nel «Strategic Framework and guidelines for the future development of the List of Wetlands of International Importance of the Convention on Wetlands», adottate e integrate con le seguenti risoluzioni:
VII.11 come emendata dalla risoluzione VII.13 (COP VII, San Jose', Costa Rica 1999);
VIII.11 e VIII.33 (COP VIII, Valencia, Spagna, 2002);
IX.1 allegati A e B (COP IX, Kampala, Uganda, 2005);
X.1 e X.20 (COP X, Changwon, Corea, 2008);
Considerato che, a norma dell'art. 2, comma 4 della Convenzione medesima l'Italia ha designato zone umide d'importanza internazionale, che sono state quindi inserite nell'apposito elenco di cui all'art. 2, comma 1 della Convenzione;
Considerato che a norma dell'art. 2, comma 5 le parti contraenti hanno il diritto di aggiungere al predetto elenco altre zone umide situate sul proprio territorio;
Considerato, peraltro, che l'art. 4, comma 1 della Convenzione prevede che ciascuna parte contraente favorisca la tutela delle zone umide creando nelle stesse riserve naturali, indipendentemente dal fatto che siano o meno riconosciute d'importanza internazionale, e ne assicuri un'adeguata protezione;
Vista la richiesta di designazione di zona umida d'importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar per il sito «Foce del Rio Posada» pervenuta, con comunicazione prot. 7187 del 6 aprile 2017, dall'Ente gestore del Parco naturale regionale di Tepilora, ricadente nella Provincia di Nuoro, corredata dalla scheda informativa sulle zone umide Ramsar, Ramsar Information Sheet (RIS), prevista, per la fase di designazione, dalla Conferenza delle parti contraenti la Convenzione di Ramsar;
Preso atto che come descritto in detta richiesta, il sito ricade nel territorio dei Comuni di Posada e di Torpe', Provincia di Nuoro;
Preso atto che detta richiesta e' corredata dalla delibera del consiglio comunale di Posada n. 8 del 10 marzo 2017 avente oggetto «Richiesta al Ministero dell'ambiente di designazione della zona umida di Posada compresa all'interno del perimetro del Parco naturale regionale di Tepilora nella Convenzione Ramsar» e dalla delibera del consiglio comunale di Torpe' n. 2 del 31 marzo 2017, avente oggetto «Richiesta al Ministero dell'ambiente di designazione della zona umida di Torpe' compresa all'interno del perimetro del Parco naturale regionale di Tepilora nella Convenzione Ramsar», con le quali entrambi i comuni si sono fatti promotori del riconoscimento dell'area fra i siti di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar;
Preso atto che l'area proposta comprende il tratto finale del Rio Posada, la sua foce e le aree umide limitrofe, interessando 736 ettari;
Preso atto che la zona umida in questione:
ricade in parte nel piu' ampio Parco naturale regionale di Tepilora, esteso 7.877,81 ettari, istituito con legge regionale della Sardegna 24 ottobre 2014, n. 21;
ricade in parte nel sito «Tepilora, Rio Posada e Montalbo» inserito nella rete mondiale delle riserve della biosfera del programma MaB UNESCO, il 14 giugno 2017, nel corso della 29esima sessione del Consiglio internazionale di coordinamento del programma uomo e biosfera dell'UNESCO (ICC_MAB), tenutasi a Parigi dal 12 al 15 giugno 2017;
Preso atto che i confini di detta zona umida sono identificati nella cartografia allegata alla richiesta e il cui centro ha le seguenti coordinate geografiche 40° 38' 22" N - 9° 42' 24" E;
Riconosciuto l'importante ruolo ecologico che il sito svolge quale zona umida costiera nella porzione orientale della Regione autonoma della Sardegna, in connessione con un articolato sistema di piccole lagune costiere;
Riconosciuto che si trovano qui habitat di alimentazione nonche' di svernamento e/o di nidificazione per diverse specie di uccelli acquatici, alcuni dei quali di interesse conservazionistico;
Riconosciuto, altresi', il particolare valore naturalistico degli habitat e delle specie inclusi nell'area, rappresentati da ambienti altamente significativi e diversificati sotto gli aspetti floristico-vegetazionali;
Considerato che l'istruttoria svolta secondo i criteri definiti dallo «Strategic Framework and guidelines for the future development of the List of Wetlands of International Importance of the Convention on Wetlands» ha confermato, cosi' come illustrato nella richiesta pervenuta dall'Ente gestore del Parco naturale regionale di Tepilora, che le caratteristiche del sito rispondono a quattro dei nove criteri adottati per l'identificazione e la designazione di nuove zone Ramsar, ed in particolare:
al criterio 1, poiche' nel sito sono presenti esempi rappresentativi e rari di aree umide naturali e offre rilevanti servizi ecosistemici sotto il profilo idraulico, in quanto il Rio Posada svolge un ruolo importante nel drenaggio naturale verso il mare delle acque che afferiscono ad un bacino idrografico di 680 km² che, soggetto a piene occasionali, talvolta di forte intensita', rende l'intera piana del sistema di foce soggetta ad allagamento, mitigando l'impatto a monte delle piene; i depositi alluvionali cosi' accumulati nelle aree emerse determinano una particolare fertilita' dei terreni che contribuisce alla diversificazione del paesaggio agrario della piana e conseguentemente del popolamento ornitico; il continuo, anche se variabile, apporto di acque interne, con relativi detriti organici, e di acque marine, attraverso le lagune e i canali di foce, contribuisce alla formazione di biocenosi acquatiche complesse e diversificate;
al criterio 2, poiche' mantiene specie considerate vulnerabili, minacciate o gravemente minacciate dalle liste rosse nazionali, secondo i criteri delle liste rosse IUCN, e segnalate dalla direttiva Habitat; si richiamano, ad esempio, Circus aeruginosus, Nycticorax nycticorax, Ixobrychus minutus, Passer montanus, Alauda arvensis ed Emys orbicularis;
al criterio 3, in quanto, grazie alla variabilita' degli habitat, fra i quali i canneti a Phragmites australis e le formazioni riparie a Tamarix africana e quelle alofitiche a salicornie, si registra una rilevante presenza di specie d'interesse conservazionistico, segnalate anche a sostegno dei criteri 2 e 4, fra le quali si richiamano Motacilla flava e Luscinia megarhynchos e alcune trans-sahariane, come Lanius senator e Ardeola ralloides;
al criterio 4, poiche' costituisce un luogo di ristoro, ricco di risorse alimentari, per le specie, significative anche per i criteri 2 e 3, svernanti o fornendo un rifugio per molte specie migratrici durante i passaggi autunnali e primaverili, anche grazie alla sua posizione geografica nel centro del Mediterraneo: lungo il Rio Posada e nello stagno interno, nei diversi habitat, si segnalano specie nidificanti regolari quali Porphyrio porphyrio, Ardea purpurea, Nycticorax nycticorax e Bubulcus ibis, insieme a specie nidificanti irregolari quali Aythya nyroca e Ardeola ralloides; negli ambiti ad acque salate e salmastre si registra la nidificazione di Himantopus himantopus, mentre nel cordone dunale quella di Charadrius alexandrinus; infine nella piana alluvionale si rileva la nidificazione di Burbinus oedicnemus, Calandrella brachydactyla e Anthus campestris;
Valutato pertanto che la zona umida in questione assume particolare valore per il mantenimento della diversita' ecologica e genetica della regione mediterranea, grazie alla ricchezza floristica e faunistica, e costituisce un sito fortemente rappresentativo nel sistema di zone umide, soddisfacendo quattro dei nove criteri di identificazione delle zone umide ai sensi della Convenzione di Ramsar;
Vista la nota prot. 15592 del 18 luglio 2017 con la quale e' stato richiesto alla Regione autonoma della Sardegna il parere in merito allo schema di decreto e all'allegata cartografia per l'individuazione della zona umida «Foce Rio Posada» quale zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar;
Acquisito il parere favorevole della Regione autonoma della Sardegna, espresso con delibera di giunta n. 10/4 del 27 febbraio 2018, trasmessa con nota prot. 5732 del 9 marzo 2018, in merito all'individuazione della zona umida «Foce del Rio Posada» quale zona umida d'importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar;
Ritenuto di procedere all'individuazione della zona umida d'importanza internazionale denominata «Foce del Rio Posada» ai sensi della Convenzione internazionale di Ramsar;

Decreta:

Art. 1

1. La zona umida denominata «Foce del Rio Posada», ubicata nei Comuni di Posada e Torpe', in Provincia di Nuoro, e' individuata zona umida d'importanza internazionale ai sensi e per gli effetti della «Convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici», firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971.
2. I confini della zona umida sono rappresentati nella cartografia allegata al presente decreto del quale costituisce parte integrante, in rappresentazione in scala 1:35.000.
 
Allegato 1

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

1. La Regione autonoma della Sardegna, l'Ente gestore del Parco naturale regionale di Tepilora, nonche' i Comuni di Posada e Torpe', per quanto di propria competenza, assicurano il rispetto degli obiettivi di tutela previsti dalla Convenzione di' Ramsar.
2. Considerato che la zona Ramsar «Foce del Rio Posada» e' situata all'interno del Parco naturale regionale di Tepilora, la gestione della stessa e' affidata, con il presente decreto, all'Ente gestore del Parco naturale.
Il presente decreto e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 17 maggio 2018

Il Ministro: Galletti
 
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