IL PRESIDENTE della commissione regionale per il patrimonio culturale del Molise
Visto il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, recante «Istituzione del Ministero per i beni e le attivita' culturali a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59», e s.m.i.; Visto il decreto legislativo del 30 marzo 2001, n. 165, recante «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche» e s.m.i.; Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m.i.; Visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante «Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 131» e s.m.i, in particolare gli articoli 136, 137, 138, 139, 140 e 141; Visto il Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo degli uffici di diretta collaborazione del Ministero e dell'Organismo indipendente di valutazione della performance, a norma dell'art. 16, comma 4, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 89 del 24 giugno 2014, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 agosto 2014, n. 171, in particolare l'art. 39; Visto il decreto 31 gennaio 2018 riguardante l'attribuzione al dott. Stefano Campagnolo dell'incarico di segretario regionale del Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo per il Molise e di direttore del Polo museale del Molise, debitamente registrato da parte dei competenti organi di controllo; Tenuto conto che in data 26 marzo 2015 e' stata costituita la Commissione per il patrimonio culturale del Molise; Considerato che, con nota n. 19467 del 12 novembre 2001, la Soprintendenza BAAP-PSAD del Molise, all'epoca competente, ha dato comunicazione al Comune di Miranda (IS), alla Regione Molise, alla Provincia di Isernia, nonche' all'allora Ufficio centrale beni ambientali e paesaggistici del MiBAC, dell'avvio del procedimento per la dichiarazione di notevole interesse pubblico a fini paesaggistici di una distinta area del territorio comunale di Miranda delimitata dai fogli catastali nn. 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29 e 30, cosi' come descritta nell'allegata relazione illustrativa e relativa planimetria; Considerato che il suddetto procedimento, cosi' come riportato nell'oggetto della citata nota prot. n. 19467 del 12 novembre 2001, e' stato avviato ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 144, comma 1, del decreto legislativo n. 490/1999, che conferiva al Ministero la «...facolta' di integrare gli elenchi dei beni e delle localita' di cui all'art. 139 [di interesse paesaggistico ai sensi dell'art. 1 della legge n. 1497/1939], su proposta del soprintendente competente»; Considerato che, con la medesima nota prot. n. 19467 del 12 novembre 2001, in attuazione del procedimento prescritto dal comma 2 del menzionato art. 144, ha provveduto a trasmettere al Comune di Miranda le comunicazioni di che trattasi affinche' fossero affisse all'albo pretorio, con le relazioni tecniche e le planimetrie, per un periodo di tre mesi, cosi' come prescritto dall'art. 140, comma 5, del decreto legislativo n. 490/1999 allora vigente; Considerato che tale affissione e' puntualmente avvenuta dal 29 novembre 2001 fino al 27 febbraio 2002, cosi' come comunicato formalmente dal Comune di Miranda con nota prot. n. 4315 del 29 novembre 2001, ed in osservanza al comma 6 del sopracitato art. 140, ne e' stata data notizia su un quotidiano a diffusione nazionale (La Repubblica del 12 dicembre 2001) e su due quotidiani a diffusione locale (Quotidiano del Molise del 10 dicembre 2001, Nuovo oggi Molise del 10 gennaio 2002); Considerato che, ritenuta tale proposta quale integrazione «... degli elenchi dei beni e delle localita' indicati all'art. 139» del decreto legislativo n. 490/1999, il territorio comunale di cui alla nota prot. n. 19467 del 12 novembre 2001, e' stato da allora sottoposto a tutela paesaggistica, cosi' come confermato dall'art. 157, comma 1, del vigente decreto legislativo n. 42/2004 «Codice dei beni culturali»; Considerato che l'Amministrazione comunale ha partecipato al procedimento facendo pervenire al Ministero le proprie osservazioni (che esprimevano, in buona sostanza, contrarieta' all'imposizione del vincolo paesaggistico sulle localita' inserite in detto elenco ritenendo che avrebbe ostacolato lo sviluppo urbanistico scaturente dal nuovo Regolamento edilizio) con nota n. 319 del 26 gennaio 2002; Considerato che, con delibera consiliare n. 37 del 30 dicembre 2004, il Consiglio comunale di Miranda, considerato che «... le proposte di vincolo dovevano essere accolte dal Ministero ... entro il termine di 210 giorni per la conclusione del procedimento», e che «... il procedimento non si e' concluso con l'emissione del decreto di vincolo da parte del Ministero ... entro il termine previsto per legge», ha deliberato, a maggioranza e con il voto contrario dei consiglieri comunali di minoranza, «di prendere atto della decadenza delle proposte di vincolo ... formulata dalla Soprintendenza ...» e, per l'effetto, «... di stabilire di non trasmettere piu', a partire dalla data della presente deliberazione, i progetti alla Soprintendenza ... [e] ... di disporre che il responsabile dell'ufficio tecnico comunale rilasci tutti i titoli abilitativi a costruire senza il parere della Soprintendenza»; Visto che, a seguito del ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Molise da parte della ditta E.R.A. Energia rinnovabile ambientale S.r.l. e del Comune di Miranda, la validita' della proposta n. 19467/2001 e' stata confermata con sentenza n. 92 del 26 febbraio 2016; Considerato inoltre che il Tribunale amministrativo regionale del Molise, con sentenza n. 92/2016, ha avuto modo di rilevare quanto segue: «... i Comuni non hanno competenza in materia di imposizione dei vincoli paesaggistici sicche' la delibera adottata deve ritenersi affetta da radicale nullita' per difetto assoluto di attribuzione, e come tale priva di alcuna attitudine ad accertare la persistente efficacia di proposte di vincolo adottate dalla competente autorita' di tutela ... Ne discende che il MiBAC non aveva alcun onere di impugnare tempestivamente tale delibera in quanto inidonea a limitare in alcun modo i poteri di tutela paesaggistica conferiti dalla legge al Ministero...»; Considerato che la ditta E.R.A. ha promosso l'appello al Consiglio di Stato avverso la sentenza n. 92/2016 del Tribunale amministrativo regionale del Molise, e che il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 2838/2017, punto 4 delle motivazioni, con riguardo alla specifica questione della validita' della delibera consiliare n. 37 sopra citata ha stabilito quanto segue: «... Non rilevano, per giungere a conclusioni diverse ... l'interpretazione negativa circa la persistenza delle proposte di vincolo (e delle conseguenti misure di tutela) fornita dal Consiglio comunale di Miranda - ancorche' nei confronti della medesima non sia insorta la Soprintendenza - stante l'assenza di competenza del Comune in materia;...»; Rilevato inoltre che il Consiglio di Stato con la suddetta ordinanza ha demandato la questione della validita' delle «proposte non decretate» all'Adunanza plenaria; Vista la sentenza n. 13 dell'Adunanza plenaria del 22 dicembre 2017 che pronunciatasi sulla questione ha stabilito, con riguardo alle fattispecie di cui al comma 2 dell'art. 151 del richiamato decreto legislativo n. 42/2004 «Codice dei beni culturali e del paesaggio», che «... le proposte di dichiarazione di notevole interesse pubblico anteriori al Codice conservino efficacia, mentre l'effetto preliminare di vincolo che ad essa si ricollega cessi ... decorsi 180 giorni dalla pubblicazione della sentenza.», e che tale termine, nello specifico, scade il 22 giugno 2018; Visto il verbale del Comitato tecnico-scientifico del 14 maggio 2018 che ha ribadito la necessita' di perfezionare la proposta in questione per le seguenti motivazioni: «(...) La questione illustrata concerne la sentenza del Consiglio di Stato - Adunanza plenaria - n. 13 del 2017 ... La Direzione generale ABAP ... nell'evidenziare come il pronunciamento riguardi esclusivamente le fattispecie ricadenti nel comma 2 dell'art. 157 del Codice, ... ha promosso una ricognizione presso gli uffici periferici dei casi pendenti; ... sulla base delle casistiche emerse, ha precisato, sentito l'Ufficio legislativo, che tutte le proposte discendenti dal disposto di cui agli articoli 2 della legge n. 1497/1939, 82, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 616/1977, 140 e 144 del decreto legislativo n. 490/99, purche' ovviamente si sia adempiuto a suo tempo agli obblighi di pubblicita' previste dalla norma, anche qualora in esse non figuri alcuna locuzione di richiamo alla compilazione e/o alla integrazione degli elenchi di cui ai predetti articoli di legge, debbano essere considerate quali compilazione/integrazione degli elenchi medesimi e ricadano pertanto nei casi fatti salvi dal comma 1 dell'art. 157 del Codice (e dei quali del resto la stessa pronuncia del Consiglio di Stato ha espressamente ribadito la definitivita' degli effetti), e non dunque nella fattispecie di cui al comma 2 dello stesso articolo, oggetto della pronuncia medesima. La stessa direzione, sempre sentito l'UL, nel ravvisare l'opportunita' di provvedere comunque al perfezionamento nei termini stabiliti dalla sentenza delle due proposte relative al Comune di Miranda, in relazione alle quali e' scaturito il pronunciamento del Consiglio di Stato in questione - non solo per mera cautela tuzioristica, ma anche in un'ottica tesa ad assicurare in tempi rapidi un quadro di massima chiarezza possibile all'utenza e il disinnesco del contenzioso (non riscontrabile per casi analoghi nel territorio di altre Regioni), le ha sottoposte al Comitato. In tal senso, e con particolare riferimento ai provvedimenti interessanti il comune di Miranda, vista la documentazione pervenuta e piu' specificamente oggetto di discussione del punto primo dell'ordine del giorno dell'odierna seduta, si ritiene di confermare le proposte di vincolo formulate ai sensi del Titolo II del decreto legislativo n. 490 del 29 ottobre 1999 dall'allora Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico del Molise e, pertanto, si invita il competente ufficio MiBACT a perfezionare tali procedure. (...).»; Considerata la puntuale descrizione del territorio di Miranda riportata nella relazione tecnica allegata alla proposta di vincolo di cui alla nota 19467 del 12 novembre 2001: «Il territorio di Miranda e' situato a nord-ovest di Isernia. Si raggiunge risalendo una strada tortuosa che dai suoi tornanti consente la visione di numerosi scorci sui dintorni, a tratti coltivati, a tratti boscosi. Il territorio e' compreso fra la quota minima di m. 460 s.l.m. (localita' Le Piane) e quella massima di m. 1321 s.l.m. (Monte Pietrereie); dal picco di quest'ultimo, si possono osservare valli, pianori, rilievi rocciosi, pendii, boschi, campi coltivati, prati. L'assetto del territorio e' molto differenziato per effetto della variabilita' delle quote e quindi del clima. Anche le qualita' paesaggistiche ed ambientali risultano diversificate. Il territorio puo' essere suddiviso in tre fasce, individuate cosi' come segue: La prima fascia, a quota superiore a m. 700 s.l.m. nella parte meridionale del territorio e sopra i m. 800 s.l.m. nella parte occidentale; raggiunge oltre i m.1000 s.l.m. in corrispondenza delle cime del Monte Pietrereie (m. 1321) e Monte Cimorre (m. 1257). E' un sistema montuoso a costituzione prevalentemente calcarea, caratterizzato da forme rigide, rupestri. Queste sono interrotte da valli morfologicamente piu' dolci. Fra queste si segnala la Valle di Miranda, sul versante orientale della dorsale e la stessa vallecola sovrastata dall'abitato. La seconda fascia si estende fra le quote di m. 550 s.l.m. e di m. 500 s.l.m.: i versanti mostrano acclivita' decisamente inferiori ed un assetto morfologico variamente modellato con affioramenti circoscritti di natura calcarea. La terza fascia coincide con la localita' Le Piane, nel settore meridionale del territorio comunale. Si localizza fra i m. 480 s.l.m. e i m. 460 s.l.m., costituendo un esteso pianoro; fa parte di un'ampia depressione strutturale di origine tettonica, sede di un antico bacino lacustre di eta' pleistocenica. Quattro sistemi torrentizi, dalle portate poco significative interessano il territorio: il Vallone dei tre Confini a nord-ovest, il fiume Rava ad ovest, il fiume Sordo a sud, il fiume Molina ad est. Ubicato planimetricamente in posizione centrale rispetto a tutto il territorio comunale, a quota m. 860 s.l.m., sorge il centro storico. E' adagiato su uno sperone calcareo, con parete verticale ad ovest, sovrastato da un costone roccioso che si collega alle altre emergenze collinari delineando un profilo armonioso continuo ma differenziato: al frastagliamento dei tetti delle case addensate sulla sommita' inclinata dello sperone, si sostituisce la linearita' del manto arboreo dei boschi circostanti. Il centro storico si adagia fra un sistema di alte colline che lo serrano da oriente (Le Coste) e da occidente (La Grotta) lasciando aperto il versante meridionale verso la piana di Isemia. L'andamento morfologico del luogo ha naturalmente strutturato lo sviluppo urbano che risulta, in questo caso, di tipo compatto, ad avvolgimento parziale, su terrazzamenti naturali che hanno favorito la realizzazione di un'orditura a trama pressoche' ortogonale. Il settore di espansione si e' articolato verso nord lungo due direttrici parallele, nella sella dei succitati sistemi collinari. L'accesso principale si ha da sud, tra i sistemi collinari della Fratta e delle Coste e sfocia nella piazza che si apre a nord-est dell'abitato, attuale fulcro relazionale. Il settore piu' antico e' occupato dai ruderi del Castello che tuttora domina il sistema urbano nella parte piu' alta del promontorio, a strapiombo sulla vallecola sottostante. L'insediamento, addensatosi attorno ad esso, ad avvolgimento parziale, si apre a nord con una porta di cui si ha memoria nella toponomastica attuale: via Portella. Questa, adagiatasi su una modesta pendenza, rappresenta la prima direttrice della crescita urbana in eta' presumibilmente angioina. Con la dinastia aragonese, la Chiesa madre diventa il nuovo centro attorno a cui s'insediano le nuove residenze e le botteghe artigiane. Una cerchia urbana e' ancora leggibile soprattutto nel tratto porticato che va dalla Cappella di S. Domenico alla Porta nuova ed in alcuni tratti soprastanti via Assunta. Al sistema degli assi longitudinali, piu' o meno paralleli, si sovrappone un'irregolarita' degli assi trasversali per cui il sistema di insulae generato si presenta irregolare e articolato, di carattere medioevale. Gli aggregati extramurali sorgono alle pendici delle colline circostanti (via Coste, via S. Sebastiano) con carattere lineare, snodandosi lungo i sentieri di penetrazione fondovalliva. Lo sviluppo ottocentesco si ha lungo corso Umberto I che tende in seguito a delineare il nuovo ordine urbanistico diventando il nuovo centro relazionale e sociale. Cenni storici
Il nome Miranda deriva dal latino mirar (ammirare) che probabilmente si riferisce alla particolare panoramicita' del sito. Insieme ad altri centri limitrofi era una delle fortificazioni poste a tutela dell'ager Aesemiensis, il sannitico presidio-recinto per animali. Fu fondata intorno al Mille; appartenne alla Contea di Isemia in epoca longobarda e a quella del Molise in epoca normanna e sveva. Si hanno altre notizie nella seconda meta' del Duecento quando appartenne dapprima al giurista Andrea D'Isemia e poi, dal 1445, alla famiglia Di Somma. Nel 1528 Miranda, incamerata alla R. Corte, fu data in feudo a Luigi Scriviano. Nel 1542 fu esposta all'asta e aggiudicata a Nicolo' Di Somma e poi a Pietro I Antonio Crispano. Dalla meta' del 1600 passo' ai Caracciolo, quindi ai Gaetani ed infine ai Medici. Emergenze architettoniche
L'agglomerato evidenzia una tessitura edilizia di notevole interesse tipologico e paesistico, solidale al promontorio su cui sorge, configurandosi come un unico organismo dal cui profilo emergono soprattutto il complesso del Castello, nella parte piu' alta e piu' antica e la Chiesa madre (sec. XVI - XVIII - XIX - XX), in piazza Duomo, dedicata all'Assunta, con il suo campanile a cipolla, svettante al di sopra dei tetti. Sono presenti altre chiese minori: S. Antonio (sec. XIX - XX) ubicata vicino al cimitero, S. Rocco (sec. XX) nella zona sud dell'abitato, S. Domenico (sec. XVIII - XIX - XX) alla biforcazione di strada della Selva, S. Lucia (sec. XIX - XX) in contrada omonima. Di notevole interesse monumentale-ambientale sono i passaggi di ronda aperti e porticati. Non mancano organismi architettonici del XIX sec. e sistemi aggregativi di fabbriche adattati alla conformazione del sito, di natura aspra, risolti sapientemente, che offrono vedute inaspettate. Patrimonio boschivo-floristico
Questo complesso roccia-insediamento s'inserisce in un sistema collinare-montuoso caratterizzato dalla presenza del bosco ceduo destinato periodicamente ad essere tagliato. Nelle aree di media montagna e di alta collina sono presenti gli aceri, i frassini, i carpini, i sorbi, i lecci e i castagni ma soprattutto il cerro che qui si giova di condizioni molto favorevoli che gli consentono di formare fustaie dense e quasi pure. Nelle zone piu' basse, ai margini dei coltivi o in prossimita' di case rurali, emergono isolate poderose querce, superstiti dei maestosi querceti pedemontani di roverella. Lungo le rive dei corsi d'acqua s'incontrano salici, pioppi bianchi e neri, ontani neri. Nelle praterie non utilizzate a pascolo, crescono le ginestre, il ginepro, il prugnolo. (Dalla Guida al Territorio della Comunita' Montana "Centro Pentria" - Ugo Martino - aprile 1999 - Isemia). Caratteristiche geo-morfologiche
Il settore compreso fra il M. Pietrerei e il M. Cimorre raggiunge le quote piu' elevate: la Valle di Miranda li separa. Una strada vicinale la percorre e si dirige verso il territorio di Pescolanciano. I versanti da essa visibili sono particolarmente suggestivi, caratterizzati nella parte bassa da un susseguirsi di appezzamenti dai vari colori, secondo le colture utilizzate, divisi da siepi, filari di alberi. In localita' S. Lucia un percorso conduce alla chiesetta omonima attraverso estesi pascoli e boschi. Questa sorge a strapiombo su un terrazzo-belvedere roccioso da cui si puo' osservare, alle spalle, la vetta del M. Cimorre ed il bosco Selvone; verso valle il bosco di Costa grande, dal quale si ammira il sistema collinare degradante verso la valle di Isemia. Una stradina sassosa, a mezza costa, separa i due boschi dirigendosi verso il Comune di Pesche. I pendii visibili sono caratterizzati da prati, disseminati fittamente di ammassi detritici calcarei con effetto di frantumazione, da rocce affioranti che conformano gradoni frammisti a macchie arboree. La zona e' frequentata da mandrie di mucche e da greggi che transitano lungo il percorso sassoso, dove sorge un abbeveratoio di recente fattura. Al di sotto del bosco Costa grande si scende a quote sempre piu' basse fino alla localita' Le Piane, a sud del territorio di Miranda, dove il Colle Castellano (m. 625 s.l.m.) domina il territorio circostante. L'aspetto del paesaggio qui presente e' notevolmente regolato dall'uomo. L'attivita' di generazioni ha lasciato sul territorio segni indelebili: la presenza di fossi, di siepi che delimitano le proprieta', la ripartizione della campagna in aree piu' o meno vaste coltivate a vigneti, uliveti, ortaggi, realizzano ordinate geometrie contrassegnate qua e la' da secolari querce. Un insediamento, la Masseria delle Piane, a quota m. 465 s.l.m., nei pressi dell'intersezione fra il fiume Sordo e il confine con il Comune di Isernia, sorge tuttora a testimonianza dell'attivita' secolare dell'uomo che ha progettato tale ambiente nel rispetto degli equilibri naturali e non sulla prevaricazione dei medesimi. A sud-ovest, nella zona delimitata dal fiume Rava e dal vallone del Molino, lungo il quale serpeggia la strada comunale proveniente da Isernia per Miranda, il territorio e' caratterizzato da una morfologia complessa e selvaggia. Dalla quota m. 490, sede del torrente stesso, si risale attraverso una serie di pendii e di canaloni ricchi di boschi con prevalenza di roverella e cerro, verso il M. La Fratta (m. 947), ad ovest del centro storico, dall'aspetto cupoliforme per la presenza di chiome ben serrate.»; Considerate le valutazioni della Soprintendenza competente riferite allo stato attuale dei luoghi, dalla geomorfologia variegata, che presentano caratteristiche di interesse scenico-percettivo e storico-culturale inalterate e meritevoli pertanto di specifica tutela prevista per le bellezze naturali e paesaggistiche, dalle quali risulta che, malgrado siano rilevabili in taluni casi forme di antropizzazione prodotte soprattutto negli ultimi cinquant'anni, principalmente nelle zone dove sono state realizzate strutture produttive artigianali, e siano dunque presenti alcuni insediamenti potenzialmente capaci di alterare i caratteri storici e naturalistici, tali elementi intrusivi non hanno modificato in maniera sostanziale e irreversibile la qualita' del paesaggio e risultano comunque integrabili nel contesto complessivo dell'intero territorio in cui ricadono. Valutato, dunque, che tutto cio' rende urgente la messa in atto di opportune disposizioni, misure e criteri di gestione volti ad orientare e rendere compatibile con le preesistenze l'attivita' di trasformazione, al fine di meglio tutelare l'insieme, anche nella prospettiva di operare recuperi e riqualificazioni di aree degradate e perseguire il ripristino dei valori paesaggistici nel rispetto dei contenuti della Convenzione europea del paesaggio, recepita con la legge n. 14 del 9 gennaio 2006, attraverso forme di tutela attiva, che tengano conto delle esigenze economico-sociali delle comunita' locali; Tenuto conto che nella riunione del 24 maggio 2018 la Commissione regionale per il patrimonio culturale, convocata con nota del segretario regionale, ha esaminato la documentazione suddetta dalla quale si evincono descrizioni congrue e puntuali relative alle valenze storico-culturali e naturalistiche, tali da supportare il riconoscimento di notevole interesse pubblico per l'ambito paesaggistico in argomento; Considerato che, da quanto sopra esposto, appare indispensabile in ogni caso confermare la sottoposizione a tutela paesaggistica ai sensi dell'art. 136 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e sue successive modificazioni e integrazioni, dell'area sopra descritta, al fine di garantirne la conservazione e di preservarla da interventi che potrebbero comprometterne irreparabilmente le pregevoli caratteristiche paesaggistiche e il valore identitario rispetto al contesto territoriale di appartenenza; Ritenuto pertanto, in via tuzioristica e per chiarezza d'atti, entro il termine di 180 giorni dalla data di pubblicazione della citata sentenza n. 13 dell'Adunanza plenaria, di adottare la dichiarazione di notevole interesse pubblico per l'area sopraindicata secondo la procedura di cui all'art. 141 del suddetto decreto legislativo, per le motivazioni e per tutto quanto sopra riportato; Considerato che il vincolo comporta in particolare l'obbligo da parte del proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo dell'immobile ricadente nell'ambito paesaggistico sottoposto a tutela di presentare alla Regione o all'ente dalla stessa delegato la richiesta di autorizzazione ai sensi degli articoli 146 e 147 del predetto decreto legislativo n. 42/2004 per qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei luoghi, secondo la procedura prevista rispettivamente dalle citate disposizioni, per l'area di cui trattasi; Considerato che il MiBACT e la Regione Molise hanno da poco sottoscritto il Protocollo d'intesa in data 25 gennaio 2018 per l'elaborazione del piano paesaggistico regionale ai sensi dell'art. 135, comma 1, in attuazione delle disposizioni di cui agli articoli 135 e 143 del decreto legislativo n. 42/2004, nonche' il Disciplinare di attuazione in data 27 marzo 2018, e che durante la redazione dello stesso si valuteranno tutte le prescrizioni d'uso del territorio in funzione degli specifici ambiti paesaggistici;
Decreta:
Il territorio del Comune di Miranda, nei limiti sopradescritti, coincidenti con i limiti dei fogli catastali nn. 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29 e 30 e indicati nelle allegate cartografie depositate presso i competenti uffici comunali, che costituiscono parte integrante del presente decreto, e' dichiarato di notevole interesse pubblico ai sensi dell'art. 136 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni e integrazioni, ed e' quindi sottoposto ai vincoli e alle prescrizioni contenute nella Parte terza del medesimo decreto legislativo. Le osservazioni, invece, sollevate del Comune di Miranda, circa le modalita' di uso del territorio in funzione della zonizzazione urbanistica, verranno prese in considerazione e regolate dal nuovo Piano paesaggistico in corso di redazione. La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Molise provvedera' a che copia della Gazzetta Ufficiale contenente il presente decreto venga affissa ai sensi e per gli effetti dell'art. 140, comma 4, del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, e successive modificazioni e integrazioni, e dell'art. 12 del regolamento 3 giugno 1940, n. 1357, all'albo pretorio del Comune di Miranda e che copia della Gazzetta Ufficiale stessa, con relative cartografie, venga depositata presso i competenti uffici del suddetto Comune. Avverso il presente atto e' ammessa proposizione di ricorso giurisdizionale avanti al Tribunale amministrativo regionale competente per territorio o, a scelta dell'interessato, avanti al Tribunale amministrativo regionale del Molise secondo le modalita' di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1034 cosi come modificata dalla legge 21 luglio 2000, n. 205, ovvero e' ammesso ricorso straordinario al Capo dello Stato, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199, rispettivamente entro sessanta e centoventi giorni dalla data di avvenuta notificazione del presente atto.
Campobasso, 31 maggio 2018
Il presidente della commissione regionale Il segretario regionale Campagnolo
---------- Avvertenza:
Il testo integrale del decreto, comprensivo di tutti gli allegati e della planimetria, e' pubblicato sul sito del Segretariato regionale del MiBACT per il Molise all'indirizzo www.molise.beniculturali.it nella sezione Amministrazione Trasparente. |