Gazzetta n. 206 del 5 settembre 2018 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 2 agosto 2018
Scioglimento del consiglio comunale di Vittoria e nomina della commissione straordinaria.



IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel comune di Vittoria (Ragusa) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 27 luglio 2018 alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Vittoria (Ragusa) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Vittoria (Ragusa), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, presenta forme d'ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Il 21 settembre 2017 e' stata eseguita un'ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari - emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania ed in seguito revocata in sede di riesame per il venir meno delle esigenze cautelari - nei confronti di un consigliere comunale dimissionario il successivo 25 settembre e di un suo stretto parente, gia' sindaco dell'ente nelle consiliature del 2006 e del 2011.
In particolare, nel provvedimento cautelare e' stato evidenziato che, in vista delle consultazioni amministrative di giugno 2016, il citato consigliere comunale dimissionario - ritenuto responsabile, tra l'altro, del reato di cui all'art. 416-ter del codice penale - aveva stretto un'alleanza con persone intranee o vicine alle locali associazioni criminali al fine di far confluire voti su di se' oltre che in favore del candidato sindaco, poi effettivamente eletto, a sua volta gia' membro dell'organo consiliare nelle due precedenti amministrazioni e sottoposto ad indagini per la fattispecie delittuosa contemplata dall'art. 86 del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570. Per il medesimo reato risultano altresi' indagati un altro consigliere comunale - che ha ricoperto la carica di assessore nella pregressa compagine di governo del comune - ed un dipendente dell'ente, assunto ai sensi dell'art. 90 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il quale ha rivestito il ruolo di componente l'ufficio di staff del primo cittadino da giugno 2011 a gennaio 2018.
Gli accertamenti esperiti dagli organi inquirenti hanno altresi' fatto emergere i collegamenti tra un altro dipendente comunale - gia' assessore nella consiliatura del 2011 - e due soggetti controindicati, anch'essi coinvolti nell'operazione di polizia giudiziaria in argomento. Piu' nel dettaglio, il dipendente in parola e' stato sottoposto alla misura interdittiva della sospensione da un pubblico ufficio o servizio e risulta indagato per falsita' ideologica in atto pubblico.
Sulla scorta delle descritte, gravi vicende e delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'ente, il prefetto di Ragusa, con decreto del 29 settembre 2017, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il comune, ai sensi dell'art. 143 del richiamato decreto legislativo n. 267 del 2000.
Al termine delle indagini, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, alla luce delle quali il prefetto, sentito nella seduta del 14 maggio 2018 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica - integrato con la partecipazione del Procuratore aggiunto della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Catania, delegato del Procuratore distrettuale nonche' del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa e del Capo centro della Direzione investigativa antimafia di Catania - ha inviato l'allegata relazione in pari data, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione del citato art. 143.
Il comune di Vittoria - situato nell'area nota come piana dell'Ipparino e con un'economia a vocazione essenzialmente agricola - e' sede di uno dei mercati ortofrutticoli e florovivaistici piu' grandi della penisola ed insiste in un territorio nel quale in passato si sono contrapposti due potenti sodalizi, di cui uno collegato a «cosa nostra» e, piu' specificatamente, alla criminalita' organizzata gelese e l'altro inserito nell'ambito di una diversa organizzazione malavitosa tradizionalmente denominata «stidda».
Ad oggi, i due sodalizi hanno raggiunto una sorta di pax mafiosa fondata sulla spartizione delle rispettive zone di influenza, continuando ad esercitare una penetrante ingerenza nel tessuto economico e sociale pur se indeboliti da recenti operazioni di polizia giudiziaria sfociate nel sequestro di aziende e beni ad essi riconducibili e nell'arresto di taluni esponenti apicali.
In tale contesto, il prefetto evidenza che diversi membri della compagine di governo e dell'apparato burocratico del comune - alcuni dei quali con pregiudizi di natura penale - annoverano frequentazioni ovvero rapporti di parentela o di affinita' con persone controindicate o con elementi delle famiglie malavitose territorialmente egemoni.
Per quanto attiene all'attivita' gestionale dell'ente, sono state riscontrate diffuse irregolarita' ed anomalie nel settore dei contratti pubblici quali il ricorrente, artificioso frazionamento del valore degli affidamenti e la sistematica interferenza degli organi elettivi nelle decisioni riservate alle figure dirigenziali, in contrasto con il generale principio di separazione tra attivita' di indirizzo politico ed attivita' di gestione.
Dal descritto modus operandi hanno tratto vantaggio anche imprese controindicate tra cui il prefetto segnala la societa' che, a novembre 2016, si e' aggiudicata in qualita' di unica offerente il servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e conferimento dei rifiuti solidi urbani differenziati ed indifferenziati in esito ad una procedura aperta connotata da gravi profili di illegittimita', tra cui l'immotivato ricorso al termine breve contemplato dall'art. 60, comma 3, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. La medesima societa' e' risultata successivamente affidataria di servizi impropriamente qualificati analoghi a seguito di una procedura negoziata senza la previa pubblicazione di un bando di gara, in violazione dell'art. 63, comma 5, del richiamato decreto legislativo n. 50 del 2016.
Le verifiche espletate in sede ispettiva hanno messo in luce che la societa' in parola annoverava tra i propri dipendenti diverse persone controindicate e, segnatamente, uno dei soggetti di cui sopra si e' fatta menzione, coinvolti nell'operazione di polizia giudiziaria da cui ha preso le mosse l'accesso. Fonti tecniche di prova hanno inoltre disvelato i rapporti di vicinanza tra elementi degli ambienti malavitosi locali e l'amministratore unico pro tempore della menzionata societa', nei confronti del quale - nello scorso mese di aprile - e' stata avanzata una richiesta di rinvio a giudizio per associazione di tipo mafioso nonche' per i reati previsti dagli articoli 319, 319-bis, 321 e 353 del codice penale aggravati ai sensi dell'art. 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, allora vigente.
La permeabilita' dell'ente agli indebiti condizionamenti della criminalita' organizzata e' altresi' attestata dalla circostanza che nell'elenco comunale degli operatori di fiducia sono risultate iscritte due ditte destinatarie di informative antimafia interdittive emesse rispettivamente dalla prefettura di Catania a giugno 2016 e dalla prefettura di Caltanissetta ad ottobre dello stesso anno.
Una specifica attenzione e' stata poi dedicata in sede ispettiva al mercato ortofrutticolo che, per dimensioni e volume d'affari, costituisce la realta' economica piu' importante di quel territorio, rappresentando un vero e proprio polo di attrazione per gli interessi delle associazioni di tipo mafioso non solo locali, anche in considerazione delle connesse, redditizie attivita' dell'indotto.
Con riferimento al predetto mercato - gestito dall'amministrazione comunale per il tramite dei propri uffici e di una societa' a totale partecipazione pubblica - sono state accertate gravissime inefficienze e criticita' quali la metodica ingerenza degli organi elettivi nelle scelte di competenza dirigenziale e la reiterata violazione delle norme regolamentari dell'ente, segnatamente sotto il profilo della mancata adozione di un sistema di pesa pubblica e dell'omesso espletamento di procedure selettive per il rilascio delle concessioni nonche' per il conferimento dell'incarico di direttore.
Piu' nel dettaglio, il prefetto e la commissione di indagine stigmatizzano la sostanziale inerzia dell'ente nel contrastare gli abusi commessi da taluni concessionari e nell'adottare meccanismi efficaci di controllo e di vigilanza in ordine agli accessi all'area mercatale - all'interno della quale e' stata riscontrata l'assidua presenza di personaggi di primo piano della mafia locale o di loro stretti parenti - in contrasto con le richiamate norme regolamentari e con le previsioni contenute in un apposito protocollo di legalita' sottoscritto dal comune e dalla Prefettura di Ragusa a dicembre 2014.
Parimenti sintomatico e' l'episodio concernente una procedura ad evidenza pubblica avviata con delibera di giunta di febbraio 2015 per l'assegnazione in concessione di sei postazioni del mercato ortofrutticolo risultate vacanti. Riferisce in proposito il prefetto che ad oggi la procedura non risulta ancora conclusa dopo che a febbraio 2016 i membri dell'allora commissione di gara si sono dimessi a seguito di minacce intimidatorie.
L'organo ispettivo ha quindi preso in esame le procedure finalizzate alla concessione di contributi, sussidi ed altri vantaggi economici, rilevando una situazione di diffusa mala gestio e di ripetute irregolarita' - in particolare, per quanto concerne l'acquisizione di prestazioni di lavoro accessorio ed occasionale tramite voucher - di cui hanno beneficiato persone legate da vincoli di parentela o di affinita' con esponenti delle consorterie territorialmente egemoni.
Irregolarita' altrettanto gravi e significative sono state riscontrate nel settore urbanistico in relazione al quale e' stata acclarata la grave inerzia dell'ente che, in molteplici casi, ha omesso di porre in essere le iniziative necessarie a dare concreta attuazione alle ordinanze di demolizione di immobili realizzati in assenza o in violazione dei prescritti titoli abilitativi, anche a vantaggio - come rimarcato nelle conclusioni della commissione di indagine - di un soggetto controindicato.
Criticita' sono infine emerse nella gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata e trasferiti al patrimonio indisponibile dell'ente, la cui assegnazione a terzi e' disciplinata da un regolamento comunale risalente al 2007, non in linea con le novita' legislative successivamente intervenute in materia e, segnatamente, con le disposizioni dettate dal decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 e dalla legge 17 ottobre 2017, n. 161. In proposito, il prefetto evidenzia che le risultanze dell'operazione di polizia giudiziaria da cui e' scaturito l'accesso hanno messo in luce l'esistenza di un accordo elettorale tra il summenzionato consigliere comunale dimissionario e l'ex proprietario di un immobile sottoposto a confisca con provvedimento divenuto irrevocabile a maggio 2007.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Vittoria, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Vittoria (Ragusa) ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 24 luglio 2018

Il Ministro dell'interno: Salvini
 
Art. 2

La gestione del comune di Vittoria (Ragusa) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Filippo Dispenza - prefetto a riposo;
dott. Giancarlo Dionisi - viceprefetto;
dott. Gaetano D'Erba - dirigente di II fascia area I.
 

Prefettura - U.T.G. di Ragusa
Area I

Ragusa, 14 maggio 2018

ALL'ON. MINISTRO DELL'INTERNO - ROMA

Oggetto: Comune di Vittoria - Relazione ai sensi dell'art. 143, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dall'art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n. 94.
La Citta' di Vittoria, ricca di storia, di tradizione e di arte, e' un centro a vocazione prevalentemente agricola, il cui tessuto sociale e' caratterizzato da una presenza imprenditoriale intraprendente e fattiva che ha saputo rivoluzionare il sistema produttivo ortofrutticolo conquistando consistenti quote di mercato.
L'Ente comunale, i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, e' da anni all'attenzione delle Forze di Polizia e della Magistratura, le cui indagini hanno permesso di accertare la presenza di un tessuto socio-economico-ambientale particolarmente complesso, in quanto connotato, fra l'altro, dalla presenza di una organizzazione mafiosa, il cui potere si e' esteso in modo determinante su alcuni settori dell'economia, in special modo sulle realta' imprenditoriali legate al Mercato ortofrutticolo vittoriese che per importanza si colloca tra i primi in Italia e i cui prodotti vengono commercializzati anche all'estero.
In particolare, come meglio e' stato delineato nella relazione della Commissione ispettiva, e' emerso che alcuni esponenti della citata consorteria mafiosa, a vario titolo legati da rapporti di parentela o di vicinanza con amministratori comunali o dipendenti, sembrerebbero aver avuto la possibilita' di influenzare scelte di governo con particolare attenzione alle numerose e consistenti omissioni nell'attivita' di gestione del mercato ortofrutticolo, governato dall'amministrazione comunale, all'interno del quale e' stata dimostrata una consistente presenza delle consorterie mafiose nel settore dell'indotto commerciale delle forniture di imballaggi, dei trasporti e dello smaltimento dei rifiuti.
In tale contesto, particolarmente indicativo appare il Cap. XI della relazione ispettiva, concernente le cointeressenze dei soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata di stampo mafioso coinvolti nelle operazioni di polizia giudiziaria, con le attivita' presenti all'interno del Mercato ortofrutticolo e con gli amministratori del comune di Vittoria.
Altro settore particolarmente permeabile e' quello della gestione dei rifiuti solidi urbani dimostratosi di rilevante interesse per la malavita, in considerazione della disponibilita' in tale comparto, di risorse economiche pubbliche.
Altresi' alcune forme di condizionamento hanno tra l'altro, preso corpo anche attraverso ipotesi di reato, cosi' come emerso dalla recente operazione denominata «Exit Poll» coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica - D.D.A. di Catania che ha evidenziato collegamenti tra il omissis e il omissis con esponenti della locale consorteria mafiosa denominata «Stidda», nonche' il condizionamento esercitato da questi ultimi sui primi in termini di aspettative, benefici e altre utilita' specificate nella allegata relazione ispettiva, collegamento attraverso ripetuti contatti personali e telefonici minando cosi' nel suo fondamento il prestigio e la credibilita' delle Istituzioni amministrative.
La Commissione di accesso ha messo in rilievo che la funzionalita' dell'Ente e' stata condizionata dalla presenza di alcuni personaggi malavitosi, cosi' come evidenziatisi nelle operazioni della DDA di Catania che, come detto, hanno coinvolto il omissis, il omissis consigliere comunale facente parte dell'amministrazione eletta nel 2016, anche quest'ultima ritenuta omissis, alcuni dipendenti comunali vicini all'ambiente malavitoso vittoriese e personaggi ritenuti affiliati alla locale consorteria mafiosa.
Condizionamenti nell'azione amministrativa che hanno trovato sostanza attraverso gravissime omissioni nell'attivita' di controllo nella gestione del mercato ortofrutticolo cosi' consentendo una pervasiva incidenza degli interessi economici di personaggi affiliati alla Stidda e della loro fisica e assidua presenza all'interno dello stesso, condizionamento in tale contesto resosi, poi, oltremodo palese e conclamatosi attraverso gravissime intimidazioni e minacce perpetrate nei confronti dei membri della commissione giudicatrice che, di fatto, hanno paralizzato lo svolgimento della gara d'appalto per l'assegnazione di alcuni box all'interno del suddetto Mercato.
Box che a tutt'oggi non risultano ancora assegnati proprio per l'impossibilita' di formare una nuova commissione a causa delle minacce subite dai commissari stessi.
Allo stesso modo l'azione amministrativa, cosi' come dimostrato dalle indagini della DDA di Catania, ha evidenziato ricorrenti anomalie nell'espletamento della gara per la raccolta dei rifiuti solidi urbani aggiudicata, con procedura ritenuta irregolare, ad un'azienda il cui titolare e' stato recentemente tratto in arresto, nell'ambito della operazione della DDA di Catania (Gorgoni) perche' ritenuto prestanome e affiliato alla famiglia mafiosa omissis di Catania, operazione che ha dato origine al recente scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di omissis.
Significativo, poi, e' lo spaccato che la commissione di accesso fornisce nell'illustrare forme di abuso nella gestione dell'ente sia nell'attribuzione, negli anni, di vari incarichi dirigenziali temporanei a persone non legate dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato con l'amministrazione in settori nevralgici e non adeguatamente giustificato e supportato normativamente.
Analoga considerazione la commissione di accesso ha formulato riguardo alle anomalie rilevate nella gestione dei voucher, irregolarita' evidenziate soprattutto dopo le ultime elezioni.
Sintomatica, poi, di una sottovalutazione del condizionamento mafioso e' la rilevata poco incisiva attivita' posta in essere dal Comune che, verosimilmente anche a causa dell'esiguo numero di addetti, cosi' come evidenziato dalla commissione ispettiva ha posto in essere una inefficace azione di contrasto sugli accessi al mercato ortofrutticolo. Cio' ha consentito, di fatto, facilita' di ingresso all'interno del mercato anche di «personaggi», che nella sostanza potrebbe aver determinato, anche per la mera presenza fisica, un inquinamento delle normali dinamiche di formazione di domanda-offerta, principalmente per cio' che riguarda il confezionamento dei prodotti, il loro trasporto, non escludendo, altresi', l'incidenza negativa nella formazione del prezzo delle merci, dello sfruttamento dei produttori, della falsificazione della provenienza dei prodotti agricoli commercializzati.
Tutto cio' premesso si rassegna una sintesi delle verifiche e delle vicende politico amministrative del Comune di Vittoria, rinviando per ogni ulteriore approfondimento agli accertamenti effettuati ed esposti nella documentata relazione redatta dalla Commissione di indagine nominata, con provvedimento prefettizio n. 670/R/OES/Area I, del 29 settembre 2017 su delega della S.V., di cui al decreto n.o 17102/128/67(3) Uff. V - Affari Territoriali, al fine di verificare l'eventuale sussistenza degli elementi di cui al comma 1, dell'art. 143, del decreto legislativo n. 267/2000 come sostituito dall'art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n. 94.
La citata Commissione, cui era stato inizialmente assegnato un termine di tre mesi per gli accertamenti, successivamente prorogato per un analogo periodo con il decreto prefettizio n. 887/R/O.E.S./Area I in data 20 dicembre 2017, ha concluso le conseguenti verifiche in data 30 marzo 2018 ed ha depositato in pari data presso questa Prefettura - nei termini assegnati - la relazione che si allega e che fa parte integrante della presente proposta.
Gli accertamenti svolti dalla Commissione di indagine sono stati oggetto di esame da parte del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica nel corso dell'apposita seduta in data 14 maggio 2018, alla quale hanno partecipato, unitamente ai Vertici Provinciali delle Forze di Polizia, il Procuratore Aggiunto della Repubblica - D.D.A. presso il Tribunale di Catania, omissis, delegato del Procuratore Distrettuale, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa e il Capo Centro della DIA di Catania.
In tale sede la Commissione ha illustrato nel dettaglio le attivita' svolte.
Insediatasi presso il Comune di Vittoria il 2 ottobre 2017, la Commissione di indagine ha preliminarmente ripercorso le circostanze che hanno portato all'accesso ispettivo, ovvero l'operazione di polizia giudiziaria disposta dalla DDA di Catania denominata «Exit Poll», circostanza indicativa di gravissime anomalie e criticita' a carico sia della struttura burocratica che di alcuni Amministratori ed ha conseguentemente proceduto ad approfondire la situazione dell'apparato politico e amministrativo dell'Ente, non mancando di fornire inizialmente anche un quadro della criminalita' organizzata presente nel territorio.
Al riguardo, ha effettuato, con il supporto delle Forze di Polizia, una disamina dell'ambito territoriale nel quale e' collocato il Comune di Vittoria.
La Commissione ha dato atto, quindi, della acquisizione di ingente documentazione, a far data dall'insediamento della prima omissis (maggio 2006), fino a quella omissis (da giugno 2016 fino a marzo 2018, data di conclusione delle attivita' del menzionato Organismo).
In particolare: regolamenti comunali, ordinanze e determinazioni sindacali, delibere di giunta, delibere di consiglio, determinazioni del Segretario Comunale e dei Dirigenti di Settore.
Ha acquisito altresi' numerosissimi atti relativi a tutti i Settori del Comune, fra i quali quelli attinenti i servizi economico-finanziario, i lavori pubblici, i servizi socio-assistenziali, urbanistica ed edilizia, nonche' quelli riguardanti il Mercato ortofrutticolo.
Prima di esporre, nel dettaglio, le risultanze delle verifiche delta Commissione di indagine nei singoli settori politico-amministrativi del Comune di Vittoria, si ritiene di illustrare il contesto ambientale in cui si e' inserita detta attivita'.
L'accesso ispettivo presso l'Ente, disposto con il richiamato provvedimento del 29 settembre 2017, ha tratto origine, come detto, da fatti concreti, univoci e rilevanti, a seguito di quanto emerso nell'ambito di recenti operazioni di polizia giudiziaria, in particolare quella denominata «Exit Poll» del settembre 2017, nonche' sulla scorta di mirate attivita' istituzionali di questa Prefettura, sintomatici di possibili ingerenze di soggetti contigui alla locale consorteria mafiosa nei processi di formazione della volonta' degli organi elettivi ed amministrativi del Comune.
La Citta' di Vittoria rappresenta, nell'ambito della provincia di Ragusa, il contesto territoriale dove tradizionalmente le organizzazioni criminali (Cosa nostra e Stidda) sono fortemente radicate.
Fra gli interessi della locale criminalita' organizzata, precipuo risulta quello nei confronti del mercato all'ingrosso dei prodotti ortofrutticoli di Vittoria, che costituisce la realta' commerciale principale del sistema economico ipparino, all'interno del quale insistono 74 box, di cui 65 attivi, gestiti da titolari di concessioni ed operatori del commercio delle produzioni agricole provenienti dalle campagne ragusane e non.
Notevole importanza riveste l'indotto creato dal Mercato ortofrutticolo che ingloba migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori, impiegati in svariati settori, che hanno grande rilevanza all'interno del sistema economico vittoriese, come per l'appunto testimoniato dall'interesse per essi dimostrato da soggetti legati alle consorterie mafiose, tant'e' che la problematica del mercato ortofrutticolo di Vittoria e del suo possibile condizionamento mafioso assume un ruolo di particolare rilievo.
In tale scenario, il Comune di Vittoria, i cui attuali organi sono stati eletti nel giugno del 2016, e' stato interessato, nel mese di settembre del 2017, dalla sopra citata operazione di Polizia Giudiziaria «Exit Poll» che ha, fra gli altri, coinvolto omissis, il omissis, Consigliere comunale in carica e, seppure in misura minore e con modalita' diverse, omissis.
In particolare, in data 21 settembre 2017, il Gruppo Investigazione Criminalita' Organizzata (G.I.C.O.) della Guardia di Finanza di Catania eseguiva, in territorio di Vittoria, sei ordinanze cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili del reato di cui all'art. 416-ter del codice penale, scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle consultazioni elettorali, tra le quali quelle amministrative del giugno 2016 per l'elezione del Sindaco ed il rinnovo del Consiglio comunale di quella Citta'.
Nella circostanza, veniva disposta l'applicazione delle misure cautelari degli arresti domiciliari, successivamente revocati dal Tribunale del Riesame, anche nei riguardi di omissis, all'epoca Consigliere comunale di Vittoria, e del omissis, gia' omissis della stessa Citta' per due mandati consecutivi, nel 2006 e nel 2011, in quanto dalle indagini, di cui all'ordinanza in data 13 settembre 2017 del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, emergevano collegamenti e complicita' tra i predetti ed alcuni affiliati al clan omissis, riferibili all'associazione mafiosa denominata «Stidda», che avrebbero influito sulle competizioni elettorali degli anni precedenti ed, in particolare, sulle consultazioni amministrative del giugno 2016.
Nell'ambito del medesimo procedimento penale, avente ad oggetto l'accordo di scambio politico-mafioso, risultavano indagati, tra gli altri, omissis, omissis, e il gia' Assessore omissis, per il reato di cui all'art. 86, decreto del Presidente della Repubblica n. 570/1960.
Con la stessa ordinanza, il predetto Giudice per le Indagini Preliminari disponeva, altresi', l'applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione temporanea, per la durata di mesi quattro, dall'esercizio del pubblico ufficio di omissis presso il cennato Ente nei confronti di omissis, gia' Assessore comunale al omissis durante l'ultimo mandato del omissis, attualmente in servizio presso omissis del citato Ente locale, avendo acclarato - a seguito dell'attivita' investigativa - la sussistenza di accordi perfezionati durante le elezioni amministrative del giugno 2016 tra alcuni protagonisti della vita politica della citta' di Vittoria e soggetti appartenenti all'associazione mafiosa riferibile storicamente al clan omissis, la c.d. «Stidda».
Gli accertamenti di polizia si sono fondati prevalentemente su attivita' tecnica di captazione delle conversazioni, su servizi di osservazione, controllo e pedinamento a supporto e riscontro delle intercettazioni, sulla documentazione posta sotto sequestro in data 16 giugno 2016 presso le abitazioni anche dei predetti e/o presso le sedi elettorali interessate dalle consultazioni amministrative del 2016, nonche' sul contributo fornito da alcuni collaboratori di giustizia con le loro dichiarazioni.
In particolare, il quadro indiziarlo ha evidenziato il ruolo chiave dei omissis (omissis, gia' omissis, e il omissis, eletto al Consiglio comunale nel 2016).
L'alleanza dei omissis con elementi di spicco del clan della «Stidda» e' stata orientata all'elezione di omissis al Consiglio comunale e allo spostamento del bacino di voti, nel turno di ballottaggio, a favore del omissis (Consigliere comunale dal 2006 e individuato quale persona in grado di perpetuare la linea dei omissis).
I omissis avrebbero promesso utilita' sia a omissis (noto esponente del clan omissis) sia a omissis (gia' reggente del clan omissis), per lo sgombero di un edificio pubblico occupato dai migranti ai fini dello svolgimento di una diversa attivita'.
Tra i fatti oggetto dell'indagine: l'erogazione di fondi comunali (benefici sociali) a favore di cittadini di Vittoria per l'acquisizione dei rispettivi voti; firme false per la presentazione delle liste elettorali; concessione di posti di lavoro; controllo dei voti dei dipendenti della omissis (societa' che nel 2016 gestiva il servizio omissis) attraverso il rinnovo del relativo appalto e la conseguente stabilizzazione di 60 posti di lavoro.
Si soggiunge che nel corso dell'anno 2017, il territorio di Vittoria e' stato interessato da diverse ed importanti operazioni di Polizia Giudiziaria, di cui due, «Survivors» e «Ghost Trash», riguardano da vicino attivita' criminali nell'indotto connesso al Mercato ortofrutticolo insistente in quel Centro; una, la gia' citata «Exit Poll», attiene strettamente alle vicende di organi politici ed amministrativi del Comune di Vittoria; infine, l'ultima, denominata «Gorgoni» si collega alla questione del servizio di rifiuti solidi urbani e all'affidamento dello stesso, da parte del Comune di Vittoria, all'impresa omissis, il cui amministratore unico e' stato tratto in arresto proprio nell'ambito di tale ultima operazione di P.G. in quanto ritenuto vicino ad elementi di spicco dei clan mafiosi omissis e omissis di Catania.
Non puo' inoltre sottacersi che omissis, appartenente all'associazione di stampo mafioso denominata «Stidda», operante nel territorio di Vittoria, gravato da numerosissimi precedenti penali di rilievo, tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso, e gia' sorvegliato speciale di P.S., risulta tratto in arresto e successivamente scarcerato nell'ambito della piu' volte menzionata operazione «Exit Poll» del settembre 2017, per il reato di cui all'art. 416-ter del Codice Penale (scambio elettorale politico-mafioso).
A conferma della sua appartenenza alla consorteria mafiosa del territorio il predetto omissis e' altresi' coinvolto nell'operazione denominata «Ghost Trash» del 13 dicembre 2017 nel cui ambito e' stato arrestato ed e' tuttora detenuto, in quanto - avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omerta' che ne deriva - commetteva una serie indeterminata di delitti per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o il controllo delle attivita' economiche nel settore della produzione degli imballaggi per i prodotti ortofrutticoli.
Nello stesso procedimento, il medesimo e' indagato con altri soggetti per ulteriori ipotesi di reato, tra cui associazione per delinquere finalizzata a commettere piu' delitti in materia di attivita' organizzate per il traffico illecito di rifiuti nonche' per altri reati in materia ambientale.
In merito all'operazione «Survivors» del 15 settembre 2017, si fa presente che la Polizia di Stato e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Ragusa eseguivano, nel territorio di Vittoria, 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni e all'intestazione fittizia di beni, in danno, fra gli altri, di commercianti di prodotti ortofrutticoli e di altre imprese dell'indotto connesso al Mercato ortofrutticolo.
Le attivita' investigative hanno permesso di appurare l'esistenza di un sodalizio criminale riconducibile alla «Stidda» vittoriese, delineandone le piu' attuali modalita' operative.
Dato assai rilevante e' che con i proventi delle attivita' illecite alcuni degli indagati avevano creato l'azienda per imballaggi denominata omissis, avente come oggetto la produzione e commercializzazione di cassette, bancali e vaschette in plastica per prodotti ortofrutticoli; azienda in atto sottoposta a sequestro preventivo ai fini della confisca.
Nello specifico, le indagini hanno accertato che la predetta azienda era nella effettiva disponibilita' e gestione di soggetti appartenenti alle organizzazioni mafiose quali omissis, omissis, omissis e omissis, ed era fittiziamente intestata a soggetti legati da rapporti di parentela con gli stessi omissis e omissis.
La sede dell'impresa era anche utilizzata dalla famiglia omissis, dai omissis e dagli altri sodali come quartier generale per le riunioni e la pianificazione di attivita' criminali.
Nei confronti della omissis, questa Prefettura ha emesso, in data 3 ottobre 2017, provvedimento antimafia interdittivo.
Anche l'operazione «Gorgoni» del 28 novembre 2017 - seppure riguardante piu' da vicino la provincia di Catania e le consorterie mafiose operanti nell'area etnea, come i clan omissis e omissis - ha stretti collegamenti con Vittoria, atteso che urto dei provvedimenti di custodia cautelare e' stato disposto nei confronti di omissis, gia' amministratore unico della omissis, impresa affidataria, fino al 31 dicembre 2017, del servizio di igiene urbana nel territorio comunale di Vittoria, operazione che ha fra l'altro interessato il Comune di omissis, e che ha determinato, lo scorso omissis, lo scioglimento degli organi ordinari di quell'Ente per infiltrazioni mafiose, ai sensi dell'art. 143 del T.U.E.L.
L'attivita' di indagine ha consentito di rilevare irregolarita' formali nelle procedure per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti in diversi Comuni e di certificare, come detto, i rapporti del menzionato omissis con la criminalita' organizzata etnea.
Egli, infatti, risulta, tra l'altro, indagato per il delitto di cui all'art. 416-bis C.P. in quanto, unitamente a numerosi altri soggetti, faceva parte della associazione di tipo mafioso denominata omissis, promossa da omissis e organizzata da omissis, elemento di vertice di quella consorteria.
Tale operazione ha anche messo in luce le attivita' svolte da omissis nell'ambito del Comune di Vittoria dove la omissis era risultata aggiudicataria dei servizio di nettezza urbana.
Le verifiche poste in essere dalla Commissione di indagine hanno consentito di appurare l'iter attraverso il quale l'Amministrazione comunale di Vittoria ha affidato il cennato servizio all'azienda del omissis, mentre l'attivita' tecnica di intercettazione ha fatto emergere il «modus operandi» di quest'ultimo, che da un lato si preoccupava di chiedere una sorta di «autorizzazione» a spendere il «nome» di un personaggio malavitoso vittoriese qualora dovesse essere chiamato in causa da qualche esponente della consorteria mafiosa operante in quel territorio, al fine di scongiurare atti minatori e danneggiamenti dei propri mezzi impiegati per il servizio R.S.U., dall'altro sembrerebbe essere in contatto diretto con amministratori e/o funzionari del Comune di Vittoria.
Infine, a seguito dell'operazione «Ghost Trash» del 13 dicembre 2017 sono stati tratti in arresto, tra gli altri, omissis, omissis, omissis e omissis, elementi di spicco della organizzazione mafiosa vittoriese denominata «Stidda», storicamente riferibile al clan omissis ed attualmente capeggiata da omissis.
Nei confronti dei predetti sono stati ipotizzati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata all'acquisizione di posizioni dominanti nel settore economico degli imballaggi, intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti.
In particolare, gli elementi investigativi acquisiti hanno palesato l'esercizio da parte del omissis di un potere penetrante nelle istituzioni pubbliche ed economiche del territorio ipparino in grado di indirizzare a proprio favore e/o in favore dei membri del gruppo mafioso di appartenenza le decisioni dell'apparato amministrativo locale e imprenditoriale, riconoscendo la connotazione dell'associazione mafiosa.
Quanto sopra, come gia' precedentemente evidenziato, era emerso anche dall'attivita' di indagine relativa all'operazione «Exit Poll», nell'ambito della quale il omissis, sebbene successivamente scarcerato, e' stato sottoposto a custodia cautelare ed e' tuttora indagato. Situazione politico-amministrativa.
L'analisi ha riguardato le Amministrazioni comunali che si sono succedute nell'ultimo decennio, le omissis e quella omissis.
In particolare, le consultazioni amministrative del giugno 2016, che hanno portato alla elezione a Sindaco del omissis, sono state caratterizzate, nei giorni immediatamente precedenti il turno di ballottaggio, da una significativa attivita' di polizia giudiziaria, consistente in numerose perquisizioni locali che hanno riguardato i principali candidati Sindaco, compreso quello successivamente eletto, omissis, omissis e omissis, l'ex omissis, i candidati al Consiglio comunale omissis e omissis della lista omissis, omissis, facente parte di una delle liste della coalizione a sostegno di omissis, nonche' omissis, non partecipante alla competizione elettorale.
Nel prosieguo delle attivita' investigative, dalle quali sono poi scaturiti i provvedimenti restrittivi del settembre 2017 dell'operazione «Exit Poll», si e' accertato che nel medesimo ambito e' risultato indagato anche omissis - seppure con imputazioni minori e senza il rigore delle misure cautelari adottate nei confronti degli altri soggetti inquisiti - per il reato di cui agli articoli 110, 81 c.p. e 86 del decreto del Presidente del Presidente della Repubblica n. 570/1960 (Corruzione elettorale).
Dall'esame degli atti della citata operazione si evince come «i omissis avrebbero appoggiato omissis in virtu' di un accordo politico con lo stesso, al fine di mantenere la propria egemonia sulle decisioni amministrative».
In particolare, le conversazioni captate farebbero evincere «il rapporto di sudditanza che legherebbe da tempo omissis all'ex omissis ...» e la circostanza che «l'eventuale avvento di omissis» avrebbe potuto favorire la stabilizzazione dei dipendenti della ditta omissis, impresa che all'epoca gestiva H servizio dei rifiuti solidi urbani.
Al riguardo, si segnala la conversazione del 7 giugno 2016 (due giorni dopo il primo turno elettorale) fra l'allora candidato omissis - omissis - e tale omissis, dipendente della omissis, che viene cosi' rassicurato dal omissis: «tu gli puoi dire ai picciotti che in questo momento votare me non e' tradire i omissis e' solo stare tranquilli con la famiglia, punto e basta».
E' stato anche evidenziato, nel corso dell'istruttoria svolta dalla Commissione di indagine, che ben due Consiglieri comunali, il gia' menzionato omissis ed il suo subentrante omissis, sono stati tratti in arresto.
Il primo, omissis, successivamente scarcerato dal Tribunale del Riesame, nell'ambito della piu' volte citata operazione «Exit Poll», che ha evidenziato uno stretto collegamento tra esponenti del clan della «Stidda» omissis e la classe politica del Comune di Vittoria.
In particolare, gli atti della predetta indagine mettono in luce come «i omissis sarebbero indissolubilmente legati, direttamente o indirettamente, con soggetti quali omissis e omissis - entrambi condannati per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. - ai quali avevano chiesto il sostegno elettorale promettendo vantaggi e favori economici nel caso in cui omissis fosse stato eletto al consiglio comunale, cosa poi di fatto avvenuta».
Tutto cio' e' sostenuto da specifica attivita' di captazione che ha svelato come «per sostenere la candidatura di omissis, omissis e omissis prendevano contatti con omissis, e, a loro volta, omissis e omissis provvedevano a contattare omissis».
In particolare, emblematica si rivela l'attivita' di captazione e di intercettazione ambientale del 1° giugno 2016 quando «omissis interveniva personalmente a contattare omissis, provvedendo a chiamarlo telefonicamente per fissare un incontro che puntualmente gli veniva concesso».
Tali fatti - che non sono stati smentiti dal Tribunale del Riesame, intervenuto successivamente solo ai fini dell'esame delle esigenze cautelari in capo agli indagati - mettono in luce come l'Ente appaia permeabile sotto il profilo amministrativo e politico, rilevando anche estremi evidenti di dolo, non essendo accettabile che un candidato al Consiglio comunale si rivolga ad un soggetto «controindicato» e legato alle consorterie mafiose per ottenere il sostegno elettorale.
Tanto piu' che si tratta di un candidato - poi eletto ed in carica fino ai settembre 2017, avendo rassegnato le dimissioni solo dopo gli esiti dell'operazione «Exit Poll» - gia' Consigliere comunale nella precedente legislatura amministrativa, omissis, anch'egli pesantemente coinvolto in fatti che evidenziano almeno una «familiarita'» con soggetti malavitosi, ed entrambi artefici e promotori di una sorta di «accordo elettorale» con il candidato omissis, poi eletto.
Per quanto concerne il Consigliere comunale omissis, la misura cautelare emessa nei suoi confronti e' relativa a gravi reati comuni.
A seguito delle sue dimissioni, il omissis e' stato sostituito, lo scorso mese di aprile, con il secondo dei non eletti nella lista omissis, precisamente omissis, gia' Assessore della omissis, anch'egli coinvolto ed indagato nell'ambito dell'operazione «Exit Poll».
Inoltre, un Assessore della omissis, omissis, nominato dal omissis in data omissis, e' stretto congiunto (omissis) di tale omissis, dipendente, in qualita' di omissis, delle diverse ditte che hanno gestito il servizio dei rifiuti a Vittoria (in atto in forza alla omissis, societa' affidataria di detto servizio dal 31 dicembre 2017), sul cui conto si rinvengono gravi pregiudizi penali.
Difatti, il omissis e' stato condannato, in data 28 giugno 1999, con sentenza del G.U.P. del Tribunale di Catania, per associazione mafiosa ed estorsione. Gia' sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di anni due, successivamente revocata, a carico del medesimo figurano, altresi', condanna per falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, tratto in arresto per associazione per delinquere e truffa; segnalazione per associazione a delinquere, falsita' materiale commessa dal privato, sostituzione di persona e truffa (in merito al relativo procedimento penale, la Corte di Appello di Catania, con sentenza del 16 dicembre 2009, ha dichiarato non doversi procedere per estinzione dei reati per sopravvenuta prescrizione).
Non puo' non evidenziarsi, inoltre, la posizione della omissis, omissis, ex Assessore al omissis, anche lei indagata per gravi reati nell'ambito dell'operazione «Exit Poll», la quale, in particolare, nella qualita' di pubblico ufficiale, dovra' rispondere del reato di falso ideologico in atto pubblico, avendo falsamente autenticato - come apposte in sua presenza - numerose firme per la presentazione della lista elettorale in cui era candidato omissis; firme che, di fatto, sarebbero state apposte da omissis e omissis, soggetti contigui alla criminalita' organizzata ed anch'essi indagati nell'ambito della stessa operazione, i quali non avrebbero potuto perpetrare tale operato senza la complicita' della omissis, che invece avrebbe dovuto controllare la regolarita' delle sottoscrizioni.
«Sicuramente una persona di fiducia per l'allora omissis, era colei che rivestiva l'incarico di Assessore al omissis, ossia omissis», cosi' viene descritta nell'Ordinanza del GIP del Tribunale di Catania, con la quale le viene applicata la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per il periodo di quattro mesi.
Peraltro, gli stessi inquirenti hanno avuto modo di acclarare «la familiarita' della omissis con omissis e con omissis attraverso l'attivita' captativa di conversazioni che vedeva la omissis abbastanza propensa a cercare di risolvere le problematiche avanzate dai predetti».
In proposito, gli atti dell'operazione «Exit Poll» hanno confermato un sistema di intrecci di interessi e di reciproci scambi di vantaggi in danno dell'amministrazione pubblica ad opera di esponenti politici, quale era all'epoca la omissis, che, con meccanismi collaudati, agevolando infiltrazioni ambigue nell'apparato amministrativo del Comune di Vittoria, contribuendo ad inquinarlo e piegandolo al tornaconto personale.
A fronte di un quadro di tale gravita', forti perplessita' ha suscitato la decisione degli attuali Organi comunali, allo scadere del periodo di interdizione, di reintegrare la omissis nella posizione e funzione precedentemente ricoperta, perdendo - sicuramente - l'occasione di dare un forte segnale di discontinuita' con la vecchia amministrazione di cui la omissis, come sopra osservato, era «persona di fiducia».
Infine, dall'esame dei componenti dei Consigli comunali via via succedutisi dai 2006 al 2016 emerge la presenza - oltre ai gia' citati omissis e omissis, entrambi destinatati di provvedimenti cautelari da parte dell'Autorita' Giudiziaria - di omissis, eletto nel 2006, il quale e' nipote del omissis, ucciso in data 18 marzo 1989, all'epoca elemento di spicco della criminalita' organizzata di Vittoria, nonche' fratello di omissis, anch'egli ferito a morte nel 1983.
Tutte circostanze sintomatiche di una diffusa e prolungata presenza di soggetti controindicati nell'ambito del Consiglio comunale di Vittoria. L'apparato burocratico.
L'imponente apparato burocratico del Comune di Vittoria registra una serie di anomalie, fra le quali, non ultima, una permanente divergenza tra l'organico di diritto e quello di fatto.
Infatti, la consistenza della dotazione organica, approvata con la Deliberazione di G.C. n. 556 del 6 dicembre 2016, supera il rapporto di un dipendente ogni 117 abitanti fissato - quale indiretto parametro di buona amministrazione - dal D.M. Interno del 24 luglio 2014, per il triennio 2014-2016, ex art. 263, comma 2, del decreto legislativo n. 267/2000.
La corretta applicazione del suddetto parametro porterebbe quindi ad una valutazione, per il Comune di Vittoria, di un fabbisogno di personale pari a circa 547 unita' complessive, contro le 719 unita' fissate nell'attuale pianta organica.
Irregolarita' sono state evidenziate negli incarichi di omissis, i cui contratti sono stati prorogati per lungo tempo, in violazione delle vigenti disposizioni di legge, per lo svolgimento di funzioni ordinarie istituzionali della omissis, laddove e' stato rilevato che «il dirigente della Direzione omissis del Comune di Vittoria, nel periodo 2012-2016, omissis, ha conferito incarichi di omissis a omissis (sempre i medesimi), utilizzati nell'ambito delle attivita' relative alla omissis e al omissis presso la suddetta Direzione, prorogando i contratti di collaborazione originariamente stipulati con gli stessi negli anni 2009, 2010 e 2012 ...».
Irregolarita' evidenti appaiono anche nel conferimento degli incarichi di omissis dovute a parziale osservanza dell'obbligo di relazionare al Consiglio Comunale sull'attivita' degli omissis; mancata stipula dei contratti con i soggetti incaricati; mancato invio degli atti alla Sezione di controllo della Corte dei conti; superamento dei limiti di spesa delle consulenze.
Anomalie sono emerse, inoltre, in relazione all'Ufficio di omissis, quale un'eccessiva parcellizzazione degli incarichi che appaiono piu' che altro finalizzati al reclutamento di personale esterno, tramite nomine fiduciarie del omissis, piuttosto che essere di supporto agli organi politici nell'esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo.
Si evidenzia, altresi', il mancato rispetto delle disposizioni contenute nell'art. 90 del T.U.E.L. e dei principi affermati dalla costante giurisprudenza amministrativa e contabile che sanciscono il divieto di svolgimento di funzioni gestionali per gli addetti agli Uffici di omissis, situazione riscontrata per l'incarico conferito al omissis quale dirigente del omissis, e per il omissis.
E' stato, inoltre, appurato che gli emolumenti corrisposti ai dirigenti a tempo determinato (ex art. 110 T.U.E.L.) sono particolarmente elevati, tali da suscitare quantomeno dei dubbi su possibili condizionamenti da parte dell'organo politico.
Proprio in relazione ai dirigenti assunti ex art. 110, comma 1, del T.U.E.L., sia la Ragioneria Generale dello Stato, in sede di verifica ispettiva, sia il Collegio dei Revisori dei Conti presso il Comune hanno segnalato che la Disciplina del Regolamento degli Uffici e Servizi non e' conforme a quella dello Statuto dell'Ente, con riguardo alla durata dei contratti dei dirigenti assunti ai sensi del richiamato art. 110, comma 1, del T.U.E.L.
In particolare, omissis, disapplicando il comma 3 dello stesso art. 110 - che lega la scadenza degli incarichi dirigenziali a contratto con la durata del mandato elettivo del Sindaco in carica - ha mantenuto i medesimi dirigenti nominati durante il omissis ai sensi dell'art. 110, comma 1, T.U.E.L., i cui contratti erano ancora in corso di validita', non essendo scaduto il termine minimo dei tre anni dalla loro stipulazione previsto dall'art. 19 del decreto legislativo n. 165/2001.
Quanto ai dipendenti, l'analisi condotta ha fatto emergere la presenza di rilevanti criticita'.
Intanto, la persistente presenza di omissis, omissis, e di omissis, omissis, entrambi coinvolti nell'operazione «Exit Poll» del settembre 2017 ed in relazione ai quali omissis non ha ritenuto di dare un forte segnale di discontinuita', limitandosi ad adottare - ritualisticamente - i provvedimenti di norma assunti, senza incidere drasticamente in una modifica della loro rilevanza all'interno dell'Ente.
I sunnominati sono stati sottoposti a procedimento disciplinare: la dipendente omissis, gia' Assessore nella omissis, alla scadenza del periodo di sospensione, coincidente con quella stabilita dall'Autorita' Giudiziaria, il 21 gennaio 2018 e' rientrata in servizio presso l'Ufficio omissis, ove prestava attivita' lavorativa precedentemente all'applicazione della misura cautelare, mentre per quanto riguarda il omissis, malgrado la grave imputazione a suo carico, e' rimasto assegnato all'Ufficio di omissis fino al 18 febbraio 2018, quando, a seguito di una disposizione del omissis, omissis, del 31 gennaio 2018, viene trasferito al omissis.
Al riguardo, e' stato evidenziato come in data 23 gennaio 2018, omissis, sentito, su sua richiesta, dalla Commissione di indagine, in sede di audizione e a seguito di esplicita domanda, dichiarava, fra l'altro, che era stato avviato nei confronti del omissis un apposito procedimento disciplinare, ma che, nelle more della conclusione delle indagini, detto procedimento era stato sospeso e che, in considerazione della esperienza maturata dal omissis, aveva ritenuto di mantenerlo nello omissis,
In proposito, i componenti della Commissione di indagine hanno sottolineato che omissis, solo pochi giorni dopo l'audizione, verosimilmente percependo le perplessita' che tale presenza poteva suscitare, ha pensato di privarsene.
La stessa Commissione ha inoltre rilevato che il predetto omissis, incardinato nello omissis gia' da omissis, rappresenta la continuita' con la precedente omissis ed e' strettamente legato all'attuale omissis, con il quale risulta indagato nell'ambito del procedimento relativo all'operazione «Exit Poll».
Infine, la posizione del omissis e' stata approfondita anche nel Capitolo «La gestione dei contributi, sussidi, ecc.», per il ruolo chiave rivestito in ordine all'attribuzione dei cc.dd. «voucher».
L'attivita' di verifica ha altresi' evidenziato la presenza di altri dipendenti che risultano affini o stretti congiunti di soggetti legati alle organizzazioni malavitose del vittoriese o comunque controindicati.
In particolare, omissis, in servizio presso l'Ufficio omissis, omissis, risulta coniugata con il gia' citato omissis, condannato per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e detenzione di armi, nonche' destinatario di misura cautelare, successivamente revocata dal Tribunale del Riesame, nell'ambito dell'operazione «Exit Poll».
Omissis, in servizio presso l'Ufficio omissis, omissis, e' madre di omissis, coniugata con omissis (figlio di omissis, reggente della «stidda» nel territorio ipparino), gravato da innumerevoli precedenti e di recente tratto in arresto dalla Squadra Mobile della Questura di Ragusa nell'ambito dell'operazione «Survivors».
Inoltre, fra i dipendenti a tempo indeterminato del Comune, si segnala la presenza di omissis, incardinato nella Direzione omissis, con mansioni di omissis, cugino dell'omonimo omissis, noto pregiudicato, anch'egli coinvolto nelle indagini relative all'operazione «Exit Poll».
In relazione a quanto appena esposto, si ritiene di considerare, sia pure sotto un aspetto di mera opportunita' se non a titolo prudenziale, che tutti e tre i dipendenti menzionati - nei cui confronti, comunque, non risultano pregiudizi di polizia - continuino ad espletare attivita' lavorativa in uffici delicati del Comune, quale l'Ufficio omissis e l'Ufficio omissis, quest'ultimo particolarmente «sensibile» per le possibili ingerenze della criminalita' organizzata all'interno del omissis.
Infine, nell'apposito Capitolo dedicato alla struttura burocratica dell'Ente, la Commissione ha attenzionato la posizione del dirigente della Direzione omissis, omissis, in relazione ad una vicenda, risalente all'anno 2011, relativa alla «stabilizzazione» di alcuni dipendenti facenti parte dell'Ufficio omissis.
E' stato, in particolare, riferito come la figura del omissis sia stata tratteggiata con particolare severita' dal Giudice Penale nella sentenza n. omissis, che stigmatizza il parere espresso da omissis nella richiesta di stabilizzazione avanzata da quattro soggetti (componenti lo omissis).
Osserva il magistrato estensore della sentenza, «per favorire il disegno illecito dei precari», omissis ha posto in essere un «formidabile caleidoscopio di lacune e di opzioni» la cui conseguenza e' stata «la clamorosa distorsione ermeneutica della questione».
Sebbene - come detto - la vicenda risalga all'anno 2011, tali comportamenti e prassi, valutati dal Giudice nel 2017, comprovano ulteriormente la diffusa tendenza, piu' volte registrata dalla Commissione di indagine, di un utilizzo volutamente distorto e sottilmente mistificatorio delle norme.
In proposito, la stessa Commissione ha rilevato che, a seguito delle conclusioni dell'Autorita' Giudiziaria, non risultano avviate iniziative, quantomeno sul piano disciplinare, nei confronti del omissis, da parte dell'omissis, che - anche in questa circostanza - si pone in perfetta e piena continuita' con omissis. Situazione finanziaria.
In relazione a tale punto, il dato particolarmente significativo, emerso nel corso dell'attivita' di indagine, e' rappresentato dalla riscontrata carenza di efficaci iniziative di recupero dell'evasione tributaria, come quella piu' in generale della riscossione delle entrate attraverso idonee misure di accertamento e di riscossione.
In particolare, dai dati acquisiti dalla Commissione presso la Direzione omissis del Comune di Vittoria, si rileva che le entrate derivanti dal recupero dell'evasione tributaria nel periodo di riferimento, dal 2006 al 2017, ammontano, per ICI, ad euro 470.305,00 (a fronte di un «non riscosso», comprensivo anche di IMU e TASI, per euro 8.163.759), pari ad una percentuale di recupero evasione del 5,7609%; mentre per il canone idrico, le entrate sono pari ad euro 3.788.688 (a fronte di un ruolo coattivo di euro 26.839.891), pari ad una percentuale di recupero evasione del 14%.
Significativo l'affidamento a omissis, societa' consortile del omissis, per la somma di euro 94.048,36, ai fini dello svolgimento del servizio di riscossione coattiva, che - come riferito dal dirigente della Direzione omissis - e' stato effettuato sulla base di «una ricerca di mercato», affidamento peraltro avallato da omissis, come meglio precisato nel Capitolo IV della relazione della Commissione di indagine.
L'Ente comunale, a seguito della predetta attivita' di riscossione coattiva posta in essere da omissis, ha incamerato la somma di euro 251.907,65, pari a circa il 2,28% dell'importo complessivo affidato per il recupero, ammontante ad euro 11.044.225,88.
Particolarmente gravi le risultanze delle verifiche effettuate sulle posizioni contributive degli appartenenti a omissis che evidenziano posizioni debitorie sia da parte di omissis, sia da parte degli omissis e dei rispettivi familiari conviventi, i cui debiti nei confronti dell'Ente ammontano complessivamente ad euro 39.479,26.
Per cio' che concerne i omissis e i rispettivi familiari conviventi, e' stata rilevata una posizione debitoria complessiva nei riguardi dell'Ente di euro 96.374,41.
Esposizioni debitorie risultano anche a carico di numerosi soggetti appartenenti alle locali consorterie mafiose, i quali non risultano aver corrisposto al Comune tributi da svariati anni, sia a titolo di tassa rifiuti che di canone idrico. Erogazione di contributi.
La Commissione di indagine ha operato un focus approfondito sulla gestione dei cc.dd. «voucher», attivita' che non e' risultata affatto trasparente e corretta come richiesto invece da una sana gestione contabile e che, peraltro, lascia margini di permeabilita' di condotte illecite nell'amministrazione dell'Ente.
L'impiego dei lavoratori occasionali non risulta improntato ai principi della trasparenza e imparzialita' della pubblica amministrazione e con quelli di buona amministrazione enunciati dall'art. 97 Cost. e dalla legge n. 241/1990.
L'attenta analisi effettuata ha consentito di verificare che le modalita' di ricorso ai voucher risultano decisamente anomale per «tempistica e individuazione di lavoratori», nonche' difformi dalle norme regolamentari, in quanto, contrariamente alle disposizioni che pongono in capo al dirigente del omissis la responsabilita' del procedimento amministrativo, volto all'assegnazione del lavoro accessorio, l'attivita' in oggetto e' stata gestita da personale in forza al omissis.
In particolare, come diffusamente illustrato nell'apposito Capitolo VI, della relazione dei commissari, il Dirigente delegava alla gestione dei voucher il omissis, dipendente a tempo determinato del Comune di Vittoria dall'11 ottobre 2010 e tuttora in servizio.
Il predetto omissis, come esposto in precedenza, e' uno dei dipendenti indagati nell'operazione «Exit Poll». Il medesimo, assunto da omissis, e' stato mantenuto nella stessa posizione di omissis da omissis fino al gennaio 2018, quindi ancora per alcuni mesi dopo il suo coinvolgimento nella citata operazione di polizia giudiziaria.
Peraltro e' stato rilevato dalla Commissione di indagine che il omissis ha operato con modalita' illegittime in difformita' al Regolamento sull'Ordinamento degli Uffici e Servizi del Comune di Vittoria.
In altri termini, a differenza degli incarichi conferiti ai sensi dell'art. 110 del T.U.E.L., al personale di omissis difettano i requisiti propri dell'attivita' gestionale, intestati dalla legge ai dirigenti dell'ente locale cosi' come espressamente declinati nell'art. 107 dello stesso T.U.E.L. (funzioni e responsabilita' della dirigenza).
Sono state evidenziate una serie di irregolarita' e di anomalie afferenti le modalita' di inserimento delle istanze dei lavoratori, la loro ammissione nelle varie categorie, l'impiego degli stessi.
Il dato particolarmente significativo rilevato e' che, dal 2010 al 2017, a fronte di 420 istanze di lavoratori soltanto 57 persone risultano complessivamente impiegate e retribuite con i voucher.
Peraltro, per molti di tali soggetti si registra un impiego reiterato negli anni, non essendo stati rispettati affatto, in assenza di alcuna rotazione nelle chiamate, i principi di trasparenza e imparzialita' della pubblica amministrazione.
Inoltre, piu' di un terzo (20) dei 57 lavoratori beneficiari dei voucher e' stato impiegato pur in assenza di istanza per essere ammesso al lavoro occasionale.
In particolare, e' stato evidenziato che 20 dei lavoratori in questione non risultano inclusi negli elenchi dell'apposito atto deliberativo e dunque sono stati impiegati in violazione di quanto disposto nello stesso atto deliberativo.
Ancora, i 17 lavoratori che, dall'anno 2013 in poi, non sono stati piu' occupati sono tutti esenti da irregolarita' amministrative nell'impiego, immuni da precedenti penali, non frequentano pregiudicati e non hanno legami parentali con soggetti controindicati; mentre, invece, i 37 lavoratori utilizzati fino al 2017, anche piu' volte negli anni, sono caratterizzati da irregolarita' amministrative nell'impiego, vantano pregiudizi penali, taluni anche di particolare rilievo, frequentano pregiudicati di spessore e hanno rapporti di parentela con soggetti legati alla criminalita' organizzata.
E' stata anche messa in luce la «peculiare» attivita' posta in essere subito dopo la conclusione delle elezioni amministrative del giugno 2016; infatti, in data 30 giugno 2016, con determinazione del omissis, e' stata impegnata la somma complessiva di euro 23.000,00 per l'acquisto di voucher.
Nei successivi mesi di luglio e agosto veniva registrata una anomala procedura di acquisto di voucher per un importo complessivo di euro 6.658,00, attraverso dei mandati nominativi emessi a favore di unita' organiche allo omissis per la riscossione di somme non superanti il limite individuale di euro 1.000 imposto dalla tracciabilita' finanziaria e che venivano rendicontate il 29 dicembre 2016.
Tale somma veniva consegnata in contanti al omissis, il quale provvedeva ad acquistare voucher telematici, incassati successivamente da sei soggetti di cui due, omissis e omissis, dagli accertamenti eseguiti, sono risultati avere stretti rapporti di parentela con soggetti appartenenti alla locale consorteria mafiosa.
Tutte circostanze gravemente sintomatiche di condizionamento evidenziate in un settore, quale quello socio-assistenziale, fortemente connotato, oltre che da diffuse irregolarita', da una oggettiva permeabilita' da parte di soggetti beneficiari di emolumenti, parenti, conviventi o comunque legati ad organizzazioni malavitose. Affidamenti di lavori e servizi.
Dalla attivita' svolta, in materia di verifica degli affidamenti diretti, la Commissione ha constatato che non appaiono rispettati i parametri fissati dalla legge nell'affidamento dei vari servizi posti in essere dal Comune di Vittoria, laddove il decreto legislativo n. 50 del 2016 prevede che il valore stimato dell'appalto deve essere calcolato in osservanza dei criteri fissati all'art. 35 del Codice dei contratti pubblici.
Cio', come piu' volte sottolineato dalla giurisprudenza e dall'ANAC, al fine di evitare un artificioso frazionamento dell'appalto, volto ad eludere la disciplina comunitaria.
E' stato evidenziato che tali affidamenti hanno riguardato il servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e conferimento dei rifiuti solidi urbani differenziati ed indifferenziati, gia' gestito da altro operatore economico, per cui il responsabile unico del procedimento avrebbe dovuto programmare e stimare, al momento della indizione della procedura di gara, il reale fabbisogno dell'ente per la gestione dei servizi, ivi compresi i costi per lo smaltimento dei rifiuti, per non incorrere in un frazionamento artificioso degli incarichi, poi invece assegnati con affidamenti diretti in luogo delle doverose procedure ad evidenza pubblica maggiormente concorrenziali.
Gli affidamenti esaminati hanno messo in luce il frazionamento degli stessi che, in un caso, sarebbe ammontato a un totale annuo complessivo di 350 mila euro (e dunque ben al di sopra della soglia di legge).
Peraltro, dagli accertamenti effettuati e' emerso che alcune delle ditte affidatarie risultano essere state sottoposte a sequestro preventivo per reati ostativi in materia antimafia.
Infine, non puo' non evidenziarsi la mancata attivita' di controllo periodico da parte del Comune sulle imprese iscritte nell'Albo delle ditte di fiducia, tant'e' che due imprese risultano tuttora iscritte malgrado siano state colpite da provvedimenti antimafia interdittivi, l'una con decreto del omissis, l'altra con decreto del omissis, oltre al diniego della iscrizione nella c.d. «white list» con provvedimento omissis. La pianificazione urbanistica e l'abusivismo edilizio nel territorio.
E' stata osservata, da parte della Commissione di indagine, la scarsa incisivita' dell'azione di contrasto al fenomeno dell'abusivismo edilizio, apparsa in tutta evidenza nell'esame di singole pratiche riconducibili a soggetti controindicati nei cui confronti sono state accertate violazioni in materia di abusivismo edilizio.
In relazione alle acquisizioni al patrimonio comunale di immobili abusivi, dall'esame dei provvedimenti e' emerso che gli stessi risultano adottati dal dirigente che, in via unilaterale, ha emesso tale provvedimento, disattendendo in tal modo il disposto normativo che prevede la competenza del Consiglio Comunale, non consentendo cosi' di garantire il pubblico dibattito all'interno dell'aula consiliare per procedimenti di tale rilevanza.
Peraltro, non risulta, per le pratiche esaminate, che sia stata sottoposta al Consiglio Comunale la valutazione se l'immobile abusivo rivesta un interesse generale per l'Ente locale, atteso che quando l'immobile acquisito non riveste alcun interesse, esso dovra' essere demolito.
Di contro, le verifiche effettuate hanno consentito di constatare che almeno quattro abitazioni continuano ad essere occupate sine titulo dai precedenti proprietari, ma molte di esse, insistendo nella frazione balneare di Scoglitti, sono risultate non abitate, probabilmente per l'effettuazione dei controlli nella stagione invernale.
In merito a tali beni, l'eventuale occupazione sine titulo comporta la mancata riscossione delle dovute sanzioni in caso di abuso, agevolando oltremodo gli occupanti, non tenuti nemmeno al pagamento dei tributi comunali. Pertanto, non solo l'Ente non ha irrogato ai contravventori le dovute sanzioni con grave danno per le casse comunali, ma non ha neanche attivato interventi sostitutivi di riduzione in pristino, con l'ulteriore conseguenza che l'autore dell'illecito e' rimasto totalmente impunito.
Il fenomeno delle occupazioni abusive degli immobili riguarda anche gli alloggi popolari. Singolare che l'unico alloggio popolare di proprieta' comunale e' risultato affidato al precedente assegnatario sulla base di una semplice «dichiarazione» dell'allora Sindaco pro tempore, mentre, in atto, risulta residente nell'alloggio un nucleo familiare sebbene lo stesso ufficio comunale abbia comunicato che allo stato non vi sono assegnatari. La gestione dei rifiuti.
Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nel territorio comunale di Vittoria, nel corso del periodo decennale esaminato dalla Commissione, presenta diffuse criticita' e disfunzioni, peraltro riscontrate anche dall'Ufficio Speciale presso la Presidenza della Regione Siciliana.
Sul piano strettamente amministrativo, e' stato messo in evidenza come solo dal 17 novembre 2016 il Comune ha proceduto ad un affidamento a terzi mediante procedura aperta, aggiudicata alla ditta omissis.
Tuttavia, anche la procedura di gara aperta, che ha portato al primo affidamento semestrale nei confronti della omissis, presenta anomalie particolarmente significative.
In primo luogo, come si evince dalla deliberazione n. omissis del 25 luglio 2016, e' la omissis ad approvare il progetto del «Servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e conferimento allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati compresi quelli assimilati - «Servizio temporaneo», finalizzato alla scelta dell'operatore economico mediante procedura aperta nelle more dell'avvio della gestione ordinaria del Servizio con l'A.R.O, per la durata di mesi sei.
Dunque e' omissis ad esprimersi su procedure e termini di gara, laddove il Codice dei Contratti di cui al decreto legislativo n. 50/2016 fissa chiaramente i termini da rispettare e prevede espressamente le procedure di evidenza pubblica da utilizzare nel caso di appalti di servizi sopra soglia comunitaria.
Nell'approfondito excursus posto in essere dalla Commissione di indagine e' stato, altresi', sottolineato che tale modus operandi e' continuato anche in occasione dell'altra gara ad evidenza pubblica per l'affidamento del medesimo servizio al omissis.
Infine, e' stata evidenziata una ulteriore grave criticita' in relazione alla procedura di aggiudicazione del servizio ARO (7 anni), come peraltro sottolineato dall'Ufficio Speciale presso la Presidenza della Regione Siciliana che ha contestato al Comune di Vittoria di avere omesso per oltre due anni e tre mesi le procedure di gara del Piano di Intervento ARO, approvato in data 22 maggio 2015.
A tal proposito, la Commissione ha rilevato come l'ingiustificato mancato svolgimento delle procedure di appalto del Piano di Intervento con invio all'U.R.E.G.A. della documentazione per la celebrazione della gara, risulta tuttora disattesa.
Se tali condotte, sotto l'aspetto procedimentale, sono da ascriversi parimenti sia agli organi gestionali che a quelli di indirizzo politico del Comune, sono state parallelamente evidenziate le possibili refluenze, sul pano della permeabilita' a possibili infiltrazioni della criminalita' organizzata, delle irregolarita' procedimentali segnalate (termine breve e servizi analoghi), sul servizio affidato alla omissis.
In particolare, la Commissione si e' interrogata sulle possibili connessioni fra il termine breve di 15 giorni per la presentazione delle offerte irregolarmente indicato nel bando di gara, in esecuzione di un irrituale indirizzo dell'organo politico, e la circostanza che solo un'unica impresa abbia presentato l'offerta nell'ambito della gara e che sia stata proprio la omissis, il cui legale rappresentante, omissis, poi tratto in arresto, da ultimo nell'ambito dell'operazione «Gorgoni» del 28 novembre 2017, e' risultato essere contiguo ad ambienti criminali di stampo mafioso sia del catanese che del siracusano e destinatario, nel corso del contratto, di ben due misure cautelaci e, di conseguenza, colpito da interdittiva antimafia.
Peraltro, come gia' sopra precisato, il omissis e' stato al centro dell'attivita' che ha portato, nel omissis, al recente scioglimento per accertate infiltrazioni della criminalita' organizzata del Comune di omissis.
In proposito, non puo' non evidenziarsi la singolare coincidenza delle modalita' operative e delle procedure, che palesano condotte illecite, tra quelle riscontrate presso il Comune di Vittoria dalla Commissione ispettiva e quelle poste in essere dal medesimo omissis nell'ambito dell'affidamento del servizio di igiene urbana presso il citato Comune di omissis, come quelle che hanno consentito allo stesso di ottenere ulteriori benefici economici grazie alla proroga del servizio e al ricorso ai servizi suppletivi.
Infatti, per quanto riguarda l'attivita' svolta dalla omissis nel territorio vittoriese, il medesimo, come risulta dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, anch'esse riportate nella relazione della Commissione, risulta ben addentro anche agli ambienti criminali ipparini e vanta collegamenti con l'Amministrazione comunale di Vittoria.
In particolare, nel corso delle citate attivita' di captazione (conversazione con la moglie), il omissis riferiva dell'avvenuta aggiudicazione dell'appalto evidenziando che detta aggiudicazione era stata facilitata dal fatto che la sua impresa era l'unica ammessa alla gara.
Inoltre sollecitato dalla moglie riferisce che l'appalto ha una durata «di sei mesi piu' sei mesi».
Dette affermazioni comprovano la piena sovrapponibilita' con le accertate anomalie del bando di gara aperta, che ha visto affidataria la omissis: il termine breve di 15 giorni per la presentazione delle offerte e il riferimento (pretestuoso oltre che illegittimo) ai servizi analoghi che, di fatto, fanno dire al omissis che l'affidamento avra' la durata di sei mesi piu' sei, pur avendo partecipato ad un bando di gara semestrale.
Altre conversazioni intercettate hanno consentito di fare emergere tutti quegli elementi esplicativi del modus operandi di omissis che non prende iniziative imprenditoriali se non preventivamente concordate proprio con il referente del omissis, omissis, anche se tali iniziative erano state sollecitate attraverso una «chiamata» diretta di un pubblico amministratore intenzionato ad affidargli i servizi di R.S.U.
Questo assunto, come gia' precedentemente riportato, emerge chiaramente dalla lettura della conversazione ambientale n. 4998 dell'8 agosto 2016, nel corso della quale omissis, nell'evidenziare di essere stato investito da taluno dell'amministrazione del Comune di Vittoria, per la fornitura del servizio di RSU, chiedeva di poter parlare con omissis per ottenere la sua autorizzazione a spendere il suo «nome» qualora dovesse essere chiamato in causa da qualche esponente della consorteria mafiosa operante in quel territorio.
Lo stesso omissis spiegava che tale autorizzazione si rendeva necessaria per scongiurare futuri atti minatori con danneggiamenti dei propri mezzi impiegati per il servizio di R.S.U. in quel Comune, e confida al suo interlocutore di avere individuato un soggetto che funga da intermediario in ambito amministrativo locale, quindi direttamente con il omissis, omissis, quest'ultima, che sembrerebbe avere gia' avanzato richieste di assunzione presso la ditta omissis.
In effetti, risultano assunti dalla omissis, con contratto a tempo indeterminato, omissis e omissis.
Sebbene nessun collegamento con un eventuale interessamento diretto di componenti dell'Amministrazione Comunale sia stato riscontrato, si ritiene di dover evidenziare che omissis, assunto dalla omissis in data 23 gennaio 2017 con mansione di omissis, e' figlio di omissis, anche lei dipendente a tempo indeterminato della omissis, che ha legami di parentela con soggetti controindicati, gravati da precedenti anche per associazione di tipo mafioso.
Per quanto concerne omissis, il medesimo risulta assunto dalla omissis il 29 marzo 2017 quale omissis con un contratto di lavoro a tempo determinato, trasformato in data 1° aprile 2017, dunque ad appena due giorni di distanza, in contratto a tempo indeterminato.
Si sottolinea, inoltre, che ne' omissis ne' omissis risultano transitati alla omissis da precedenti gestori del servizio di igiene ambientale nell'ambito del comune di Vittoria, anche se omissis risulta aver svolto attivita' lavorativa stagionale, come operatore ecologico, presso omissis negli anni 2010, 2011 e 2012.
Con riguardo, poi, alla presenza di lavoratori controindicati in seno alla omissis, transitati in quell'impresa dalla societa' cessante per effetto della clausola di salvaguardia sociale, se da un lato il omissis, con nota n. omissis del 12 ottobre 2016, intimava alla stessa omissis di «effettuare ogni utile accertamento al fine di escludere ogni forma di infiltrazione criminale nel nostro territorio ...», dall'altro, al di la' delle dichiarazioni di principio, non risulta che siano stati chiesti alla ditta atti e/o documentati elementi sui lavoratori che fossero risultati eventualmente controindicati.
Soltanto successivamente agli esiti dell'operazione di P.G. «Exit Poll», nell'ambito della quale era rimasto coinvolto anche un dipendente della omissis (omissis), il omissis interessava nuovamente quella societa', chiedendo «di voler porre in essere, con immediatezza, ogni misura consequenziale che dia garanzia a quest'Amministrazione della totale affidabilita' degli operatori impegnati nello svolgimento del servizio pubblico, dandone contestuale informazione alla stessa».
Sempre in relazione alla presenza di dipendenti aventi gravi precedenti penali, anche attinenti alla criminalita' organizzata, lo stesso omissis, con nota n. omissis del 24 gennaio 2018, interessava la omissis, nuova aggiudicataria del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e conferimento dei rifiuti, evidenziando la «intransigenza della amministrazione su tutti i rapporti di lavoro in essere al fine di escludere ogni forma di infiltrazione criminale».
Al riguardo, giova fare presente che il omissis si e' attivato nei confronti della omissis soltanto dopo il richiamo di attenzione da parte di questa Prefettura in ordine ad un soggetto, tale omissis, gia' alle dipendenze della societa' cessante con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che aveva riportato sentenza di condanna definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso.
Inoltre, trai lavoratori a tempo indeterminato della omissis, e' presente omissis, condannato per associazione mafiosa ed estorsione, gia' destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S., nonche' cognato dell'Assessore omissis.
Dunque, sia nel caso del dipendente tratto in arresto che in quest'ultima circostanza, l'intervento dell'Amministrazione Comunale di Vittoria si pone - piu' che su un piano di effettiva prevenzione e di puntuale controllo - su una posizione di mera dichiarazione di intenti.
In merito alle modalita' di affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la circostanza che e' l'organo politico ad esprimersi su procedure e termini di gara, laddove il Codice dei Contratti di cui al decreto legislativo n. 50/2016 fissa chiaramente i termini da rispettare e prevede espressamente le procedure di evidenza pubblica da utilizzare nel caso di appalti di servizi sopra soglia comunitaria, il termine breve di 15 giorni impropriamente utilizzato per la presentazione delle offerte ed il singolare ricorso ai «servizi analoghi» adottati sulla base di non ben comprovati motivi di contingibilita' ed urgenza e senza tenere conto degli indirizzi regionali in materia, si configurano senz'altro come conseguenze di criticita' organizzatine e strutturali radicate nel contesto territoriale e mettono in luce l'assenza di incisive iniziative dei vertici politici idonee a ripristinare la legittimita' dell'azione amministrativa.
Inoltre, dai fatti enunciati non sembra illogico trarre un giudizio di probabile condizionamento dell'ente locale.
Sebbene non si evinca l'esistenza di rapporti con il omissis o con altri omissis, dalle intercettazioni riportate a carico del omissis non puo' escludersi che l'ente fosse del tutto impermeabile a condizionamenti.
Pertanto, se anche il omissis non risulta direttamente responsabile, tuttavia e' un fatto che l'amministrazione nel suo complesso non ha posto rimedio alla situazione di condizionamento che le strutture amministrative subivano. La gestione dei beni confiscati.
La Commissione ha avuto modo di verificare che il «Regolamento di assegnazione dei beni confiscati alla mafia di cui alla legge n. 109 del 7 marzo 1996», risalente al 2007, non e' stato modificato o integrato e dunque non e' stato tenuto conto ne' delle variazioni apportate dal decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante il «Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonche' nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia», ne' tantomeno di quelle introdotte, per ultimo, dalla legge 17 ottobre 2017, n. 161, recante «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni ...».
L'unica modifica che risulta e' quella relativa all'art. 9 del Regolamento circa la durata della assegnazione, variazione che viene comunicata alle associazioni assegnatarie con la sorprendente asserzione da parte del dirigente: «Naturalmente detta modifica e' da sottoporre all'esame del C.C.».
La Commissione ha rilevato che tale modifica non e' stata approvata dal Consiglio comunale.
Inoltre, non puo' sottacersi quanto emerso dalle risultanze giudiziarie dell'operazione «Exit Poll» in merito all'immobile gia' appartenuto a omissis, che comprovano il rischio concreto di un utilizzo quantomeno «indiretto» da parte del medesimo, laddove viene osservato che «sussistono gravi indizi in ordine alla conclusione di un accordo elettorale tra omissis e omissis ed il omissis, in virtu' del quale il omissis si sarebbe dovuto attivare per l'acquisizione di voti in favore di omissis in cambio dello sgombero dell'immobile al medesimo confiscato e della successiva destinazione dello stesso ad un centro per disabili».
Tale fatto, acclarato dalle intercettazioni telefoniche, a prescindere dai pronunciamenti giudiziari susseguitisi, costituisce una circostanza particolarmente grave, in quanto gli stessi soggetti preposti a garantire la legalita' - quale per l'appunto omissis ed il omissis, poi eletto al Consiglio comunale - scenderebbero a patti, o quanto meno agevolerebbero il convincimento di poter scendere a patti, con un noto appartenente alla locale organizzazione criminale, gia' proprietario dell'immobile, quasi a dargli o a fargli ritenere di aver acquisito una nuova legittimazione sul bene, cosi' vanificando l'essenza di tutta la complessiva strategia di aggressione ai patrimoni illeciti. Il Mercato Ortofrutticolo.
La dettagliata disamina effettuata dalla Commissione di indagine ha consentito di evidenziare numerose e rilevanti criticita' e ambiguita' nella gestione, da parte del Comune di Vittoria, del Mercato ortofrutticolo, considerato uno dei mercati piu' importanti a livello nazionale e che costituisce la realta' economica principale del comprensorio vittoriese, configurandosi - per dimensioni e volume di affari - come uno dei mercati piu' importanti a livello nazionale.
Analoga rilevanza economica ha l'indotto che ruota attorno alla suddetta struttura mercatale, comprendente un elevato numero di operatori economici con alle dipendenze migliaia di lavoratori, impegnati nei settori della lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli; del trasporto su gomma; della produzione di cassette, pedane ed imballaggi; dello smaltimento, recupero e riciclo di materiali plastici; della commercializzazione di fitofarmaci e prodotti fitosanitari.
In tale contesto, il Mercato e' considerato come un elemento «sensibile» ai tentativi di infiltrazioni delle organizzazioni criminali, interessate all'enorme giro d'affari che ruota attorno ad esso.
Le evidenze informative e processuali sul mercato ortofrutticolo di Vittoria hanno, da una parte, confermato lo stretto legame tra imprenditori mafiosi e soggetti affiliati alle famiglie vittoriesi, dall'altra, aggiornato il livello di pericolosita' e di interdipendenza tra le diverse matrici nel settore, fondate su reciproche convenienze, che potrebbe costituire banco di prova per collaborazioni di piu' ampio respiro.
Tale situazione avrebbe dovuto comportare la messa in atto di iniziative efficaci finalizzate ad una sana gestione delle attivita' mercatali volte a controlli stringenti e a continue azioni di contrasto finalizzate ad impedire presenze non titolate all'interno della struttura.
L'attivita' di accesso ha invece consentito di constatare che tutte le criticita' e le ambiguita' spesso rilevate nel corso degli anni sono rimaste sostanzialmente immutate nel tempo a prescindere dalle Amministrazioni in carica.
Il Mercato e' infatti da sempre gestito e controllato unicamente dal Comune di Vittoria, per il tramite dell'Ufficio Mercati, gia' facente parte della Direzione omissis e incardinato, dal settembre 2016 in poi, nella Direzione omissis.
Ed invero omissis hanno tenuto comportamenti analoghi: da un lato atti formali di impegno, disposizioni regolamentari e annunci di giri di vite nel controllo del Mercato; dall'altro sostanziale continuita' nell'inerzia, nella tolleranza, nel mantenimento dello status quo, tanto utile a chi controlla di fatto in via occulta il giro commerciale che gravita intorno al Mercato.
Tuttavia, nei fatti, emerge un'assoluta continuita' e omogeneita' di comportamenti, in quanto omissis hanno dimostrato di disattendere concretamente quanto annunciato.
Sintomatico e' quanto evidenziato circa la figura del Direttore del Mercato.
Si tratta di un incarico di grande rilievo previsto dal Regolamento ma vacante da anni, responsabile, nei confronti del Comune, del regolare funzionamento del Mercato e dei servizi.
Tra i numerosi compiti attribuitigli, il Direttore accerta il possesso dei requisiti per l'ammissione alle vendite e agli acquisti, segnala al Comune le carenze, attiva tutte le forme di controllo volte a contrastare ogni fenomeno, di devianza all'interno del mercato, accerta che tutte le operazioni di compravendita vengano eseguite in ottemperanza al Regolamento, adotta i provvedimenti disciplinari piu' lievi, sovrintende e coordina il servizio di vigilanza e di controllo degli accessi e delle attivita' di mercato tramite la omissis.
Malgrado il Regolamento preveda che il Direttore del Mercato sia individuato dall'Ente Gestore (il Comune), «tramite selezione pubblica, nel rispetto della normativa vigente in materia», non risultano indette selezioni pubbliche per l'assegnazione del posto di Direttore di Mercato, talche' le relative funzioni sono rimaste in capo al Dirigente competente e precisamente il omissis, e poi al omissis.
Non puo' non rilevarsi, al riguardo, che il mancato adempimento, da parte del Comune, dell'art. 6 del Regolamento - norma finalizzata, attraverso un concorso pubblico, alla individuazione di una professionalita' specifica che possa garantire in maniera ottimale e in posizione di terzieta' i delicati compiti di gestione e controllo propri del ruolo - lascia sussistere perplessita' sulle motivazioni che conducono, di fatto, a voler riservare tali funzioni al omissis competente per materia, tra l'altro sottoposto al particolare regime dell'art. 110 del T.U.E.L.
Inoltre, l'Ufficio Mercati, sito all'interno del perimetro dell'area mercatale, risulta allo stato costituito solo da quattro persone in tutto: un Responsabile e tre dipendenti, di cui uno risulta essere omissis dell'omonimo omissis, indagato nell'operazione «Exit Poll» quale soggetto vicino alla locale consorteria criminale e tramite della stessa con il omissis e con il consigliere omissis.
Appare fin troppo evidente che la natura, la complessita' e il numero delle attribuzioni in materia di controllo non possa essere minimamente assicurata da una quantita' cosi' esigua di risorse umane.
Cio' che salta agli occhi e' la mancata predisposizione di risorse umane, strumentali e finanziarie in grado di poter esercitare una reale opera di controllo all'ingresso e all'interno del Mercato. Affidare il controllo di una struttura cosi' complessa, cosi' estesa e cosi' rilevante dal punto di vista economico, cosi' pesantemente infiltrata dalla criminalita' organizzata a pochissime persone, con controlli saltuari e senza idonei strumenti significa non solo omettere il controllo ma anche disinteressarsi di cio' che accade dentro le mura del Mercato e, in definitiva, tollerare e assecondare la presenza criminale.
In particolare, per quanto riguarda la vigilanza ed il controllo da parte del Comune sulle attivita' mercatali, a fronte di impegni formali e nuove regolamentazioni, si deve registrare quanto meno la completa incapacita' di porre in essere azioni di controllo e di contrasto alla pure ripetutamente rilevata presenza della criminalita' organizzata all'interno e all'esterno del Mercato.
Anche dal punto di vista della vigilanza da parte della omissis, si deve registrare una certa insufficienza dei servizi.
Non risulta istituito un omissis, sebbene previsto nel Regolamento, o altro organo specializzato dedicato ai controlli e neppure che vi siano omissis o omissis che espletino questo servizio in via continuativa.
E' evidente che tale organizzazione riduca la possibilita' di accertare le irregolarita' e le devianze nelle attivita' ed escluda la possibilita' di individuare comportamenti sintomatici della presenza della criminalita' organizzata.
Per cio' che concerne l'esito dei controlli, risultano sanzioni lievi a fronte di violazioni gravi ovvero procedimenti iniziati e mai definiti.
Allo stesso modo, si rileva l'applicazione sempre e soltanto di pochi giorni di sospensione dalle attivita' anche per fatti gravi e ripetuti.
E' stato anche rimarcato l'assoluto non funzionamento del sistema sanzionatorio, caratterizzato da complessita' e connotato da un eccesso di discrezionalita' facente capo alla Commissione di Mercato presieduta da omissis, che e' titolare, per le sanzioni piu' gravi, di un parere molto significativo per l'autorevolezza politica dell'organo che lo emette.
Non mancano, inoltre, forti ingerenze della politica sulla gestione, in quanto, dopo il parere della Commissione, gia' di per se' di natura spuria, sulla eventuale proposta di revoca e' chiamato a decidere non il omissis, ma omissis.
C'e' da chiedersi a questo punto perche' il Comune di Vittoria nel licenziare, poco piu' di un anno fa, il nuovo Regolamento nel nome della le legalita' e del contrasto alle devianze all'interno del Mercato, non abbia pensato, nonostante ben conoscesse queste inadeguatezze, di introdurre un sistema sanzionatorio preciso e rigoroso ed un procedimento altrettanto semplice e disgiunto da valutazioni politiche, affidandolo a un organismo terzo e non condizionabile.
Tra le varie carenze nei controlli, la piu' evidente e' quella sull'accesso al Mercato, le cui modalita' di ingresso, pur disciplinate rispetto al passato, non sono tuttavia in grado di evitare l'ingresso di soggetti sconosciuti, anzi consentono a chiunque di accedere facilmente. Paradossalmente, una delle maggiori falle dei sistema di controllo degli accessi e' rappresentato proprio dal cancello di ingresso ed uscita del omissis, la cui sede si trova all'interno del perimetro dell'area marcatale, in posizione adiacente al confine e in prossimita' del varco di accesso al Mercato.
In particolare la stessa Commissione di indagine ha rilevato che tale cancello di ingresso, che dovrebbe essere ad uso esclusivo della omissis e del pubblico che ha necessita' di accedere ai relativi uffici, e' spesso aperto o viene aperto a distanza a semplice richiesta senza controlli sull'identita' di chi chiede di entrare e sulla sua effettiva destinazione. E' evidente che tale stato di fatto consente a chiunque di fare ingresso al mercato con il proprio veicolo o anche a piedi senza nessuna identificazione.
Appare quanto meno singolare che proprio omissis sia titolare dell'unico varco di accesso al Mercato privo di sistemi di controllo e di identificazione, utilizzabile praticamente da ogni persona che dica semplicemente di voler accedere agli uffici omissis e, addirittura, spesso lasciato aperto e liberamente fruibile.
Le suddette circostanze, peraltro riscontrate de visu dalla Commissione di indagine, risultano essere state ripetutamente segnalate dalla omissis al omissis e al omissis della Direzione omissis del Comune.
Tuttavia, ad oggi, nessun rimedio e' stato posto alla grave situazione sopra rappresentata, se si escludono gli annunci di intensificazione dei controlli, fatti da omissis su stampa e televisioni locali.
Tutto cio', ovviamente, vanifica completamente la capacita' di controllo sugli accessi al Mercato, pure affermata e, anzi, rivendicata da omissis come forma di prevenzione e, in definitiva, conferma la persistente permeabilita' della struttura alla presenza della criminalita' organizzata.
Di grande rilievo e' la costante ingerenza degli organi politici nella gestione, nei controlli e nelle sanzioni, essendo riservate alla omissis o al omissis funzioni tipiche della Dirigenza, quali bandi per le gare, rinnovi delle concessioni, adozione delle sanzioni, nomina delle Commissioni senza contare le ingerenze improprie della politica, ad esempio quelle riscontrate in sede di completamento della gara ad evidenza pubblica per i sei box vacanti.
Dall'esame della documentazione acquisita, la Commissione di indagine ha rilevato che il omissis ha emanato una serie di atti rientranti nelle competenze del omissis, quali ad esempio le nomine delle Commissioni giudicatrici delle gare di assegnazione delle concessioni dei posteggi.
Altri atti, rientranti nelle attribuzioni del omissis, sono stati invece, adottati da omissis, quali ad esempio le assegnazioni dei posteggi; le proroghe delle assegnazioni dei posteggi; le proroghe della durata delle procedure ad evidenza pubblica ecc.
D'altronde, un organismo di indubbia rilevanza nella gestione, quale la Commissione di Mercato, titolare di funzioni decisionali e consultive nella gestione del mercato e dei relativi servizi, nella concessione dei posteggi, nei procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori, sulle modifiche regolamentari, sull'attivita' di controllo sulla trasparenza e regolarita' delle attivita', e' presieduta dal omissis (o da un suo omissis) e da omissis nominata.
Pur nella complessita' dell'organizzazione, traspare chiaramente come le scelte gestionali e le strategie operative siano nel pieno controllo del Comune e, per esso, della stessa omissis.
La Commissione ha evidenziato che, nel corso degli anni, la concessione dei box non e' mai stata preceduta da una procedura selettiva o altra forma di gara ad evidenza pubblica.
Nello stesso identico senso ha proceduto anche la omissis che - dopo aver introdotto con il nuovo Regolamento del Mercato, nel frattempo approvato, la durata quinquennale delle concessioni - ha disposto di procedere con un «bando di rinnovo», evidentemente riservato ai concessionari (deliberazione n. omissis del 30 dicembre 2016).
Dalla approfondita analisi della documentazione operata dalla Commissione emerge con evidenza come il Comune di Vittoria, in oltre quarant'anni, non abbia mai portato a compimento una sola procedura ad evidenza pubblica, con cio' facilitando il condizionamento da parte della criminalita' organizzata che puo' rapportarsi sempre con i medesimi e ben conosciuti soggetti.
Molto significativa si presenta la gara per l'assegnazione di 6 box, iniziata il 10 febbraio 2015 con l'approvazione di un bando da parte della omissis e, ad oggi, non ancora conclusa.
Nel corso della procedura sono state poste in essere plurime minacce nei confronti di tutti i omissis, minacce rimaste anonime ma che, per tempi, modalita' ed effetti, hanno rappresentato e rappresentano tuttora un condizionamento nella gestione del Mercato, che gli stessi destinatari delle minacce ritengono provenire da ambienti criminali.
Non e' revocabile in dubbio che la vicenda costituisca un grave condizionamento dell'attivita' amministrativa del Comune, per di piu' di un'attivita' fortemente caratterizzata dal punto di vista decisionale perche' destinata ad incidere, per la prima volta, in maniera significativa sulla presenza degli operatori e su tutta l'attivita' del Mercato ortofrutticolo di Vittoria.
Sembrerebbe che gli effetti delle gravi minacce ricevute nel 2015 perdurino ancor oggi.
Tant'e' che omissis, al pari della omissis, con motivazioni formali ogni volta diverse, non e' stata in grado di nominare una nuova Commissione e di chiudere la procedura e, anzi, cerca riscontri alla possibilita' di revocarla.
Anche per cio' che riguarda il nuovo Regolamento, si riscontra, da un lato, l'inidoneita' di alcune prescrizioni volte a garantire la trasparenza e la prevenzione di condotte illecite e, dall'altro, la mancata completa attuazione dello stesso.
Ed invero detta regolamentazione, di fatto, non assicura la formazione lineare e trasparente del prezzo di compravendita dei rilevanti guantitativi di prodotti ortofrutticoli che vi transitano, danneggiando di conseguenza i produttori agricoli e gli acquirenti finali, soggetti deboli della filiera produttiva.
Di conseguenza non consente l'emersione di ipotesi estorsive e/o di lievitazione anomala dei prezzi di rivendita.
In definitiva, la macchina comunale di gestione e controllo del Mercato si e' rivelata del tutto insufficiente a contrastare il sistema di interessi economici illeciti ad esso correlato e concreti elementi inducono a ritenere la presenza di taluni condizionamenti da parte della criminalita' organizzata sulla gestione del Mercato e sulle attivita' commerciali e la sussistenza di inerzie, debolezze, omissione di vigilanza e controllo, incapacita' di gestione della «macchina amministrativa» da parte degli omissis che si sono rivelati idonei a beneficiare soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata. Permeabilita' del Mercato ortofrutticolo alla criminalita'
organizzata.
Alla luce di quanto riportato nelle precedenti considerazioni in ordine alla configurabilita' del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso in capo ai soggetti coinvolti nelle varie operazioni di polizia nel vittoriese, si rafforza l'assunto che il Mercato ortofrutticolo risulta essere a livello commerciale condizionabile da societa' riconducibili ai sopracitati soggetti controindicati.
Dal confronto tra quanto previsto dal regolamento del Mercato con le dinamiche accertate in sede di accesso da parte della Commissione di indagine, sono state evidenziate le seguenti anomalie:
non e' prevista la possibilita' concreta di identificare tutti coloro che accedono al mercato anche a bordo di mezzi commerciali;
possibilita' di ingerenze di soggetti di dubbia provenienza, tra i quali taluni di quelli gia' oggetto di provvedimenti cautelari nell'ambito dell'operazione «Ghost Trash» a titolo di visitatori, ma che in molti casi permangono quotidianamente all'interno in qualita' di visitatori «mascherati», di fatto rappresentando gli interessi dei gruppi criminali aventi interessi imprenditoriali all'interno dell'area, senza alcun titolo formale per poter permanere e partecipare con detta costanza alle contrattazioni e alle procedure logistiche fra i box;
totale assenza di controllo degli accessi in corrispondenza del cancello carraio nella disponibilita' del omissis;
totale carenza di personale operante nel settore sicurezza e identificazione.
L'elemento essenziale da portare all'attenzione e' la totale inerzia di fatto del omissis.
Di fatto sono state poste in essere misure formali, perche' nella sostanza nulla e' variato rispetto alla storica gestione «colabrodo», se non un sistema di intensificazione delle identificazioni degli avventori che consente un tracciamento di coloro che frequentano i box avendone o meno titolo, ma non sufficiente a contrastare il sistema di interessi economici ad esso correlato e in capo alte consorterie mafiose, enucleate nell'ambito delle indagini della Guardia di Finanza nell'operazione «Ghost Trash».
In tal senso si ravvisa una responsabilita' della omissis per due ordini di ragioni:
nelle fasi antecedenti gli arresti di dicembre 2017, relativi alla predetta operazione, soprattutto nel periodo di indagine che si incardina temporalmente nella gestione omissis, i soggetti che dimostrano forti interessi (con modalita' illecita) nell'indotto economico mercatale risultano essere decisamente legati al «team» omissis, soprattutto nella fase di raccolta voti per le imminenti elezioni amministrative, come ben delineato nel paragrafo sulle relazioni politica/mafia.
La loro ingerenza, nota a tutti i livelli, non e' mai stata contrastata, anzi, nelle fasi di reperimento dei consensi vi e' stato di fatto l'accordo tra le parti.
Risulta dunque determinante la conferma della condivisione dei reciproci interessi, non rilevando, peraltro, il venir meno delle esigenze cautelari sancito dal Tribunale del Riesame dovuto alla mancanza dell'elemento soggettivo di appartenenza alla consorteria, nonche' le perplessita' circa la sussistenza dei presupposti mafiosi nell'indagine «Exit Poll» (ipotesi di mafia, invece, poi confermate a seguito delle esecuzioni dell'operazione «Ghost Trash»);
la totale inerzia, sul piano fattuale e sostanziale (aldila' delle iniziative cartolari assunte) della omissis, gia' vicino al omissis come esplicitamente riportato in piu' passaggi dell'Ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Catania, laddove «omissis ... diceva a omissis di scatenarsi nella ricerca di voti per omissis ...i omissis appoggiavano omissis, in virtu' di un accordo politico con quest'ultimo finalizzato alla sconfitta di omissis e alla conservazione della loro egemonia sulle decisioni amministrative. L'accordo con il politico omissis, rappresentava il punto cardine della strategia dei omissis».
Ed infatti, nonostante le plurime evidenze segnalate dagli enti preposti alla vigilanza sulle ingerenze illecite nell'area mercatale, nulla e' cambiato dalla gestione omissis, se non la modifica formale di alcune norme comportamentali di accreditamento e identificazione.
Il rischio, per il quale resta concreto il pericolo di ingerenze della criminalita' organizzata nelle fasi di formazione dei prezzi e aggiudicazione dei box, e' che taluni esponenti certificati della mafia vittoriese continuino ad influenzare le dinamiche mercatali con la sola presenza in qualita' di visitatori.
Come denota la frequente presenza all'interno del MOF dei omissis e dei omissis, questi ultimi figli del mafioso omissis, in atto ristretto a seguito del coinvolgimento in Ghost Trash, cosi' come rilevato dal sistema di registrazione degli accessi fornito dalla omissis, con le medesime modalita' censite nelle indagini.
Tale rischio, concreto ed attuale in ambito Mercato, rimane saldo anche nel presente contesto politico, essendo certificate le relazioni tra lo staff omissis in continuita' con omissis, alla luce della circostanza che l'ingerenza del omissis dimostrata in «Exit Poll» e confermata dal Tribunale del Riesame, sia da riqualificare o comunque da intendersi, in via precauzionale, di natura mafiosa, in relazione a quanto successivamente certificato dal riesame «Ghost Trash», che mette in relazione piu' indagini nel medesimo contesto, allargando il quadro di riconducibilita' delle condotte mafiose e confermando l'appartenenza del omissis, come promotore, alla consorteria mafiosa.
Tutti gli elementi sopra illustrati hanno messo in luce diffuse criticita' nei vari aspetti dell'attivita' amministrativa dell'Ente, l'assenza di vere azioni di contrasto precipuamente nel settore del Mercato ortofrutticolo, considerato come un target «sensibile» ai tentativi di infiltrazioni delle organizzazioni criminali, interessate all'enorme giro d'affari che ruota attorno ad esso.
Aldila' delle iniziative, meramente formali, assunte, tale circostanza ha determinato un'evidente e prolungata soggezione degli amministratori e della struttura al condizionamento illecito integrante i presupposti di cui all'art. 143 T.U.E.L., potendo essere sufficiente allo scopo anche soltanto un atteggiamento di debolezza, omissione di vigilanza e controllo, incapacita' di gestione della «macchina amministrativa» da parte degli organi politici che sia stato idoneo a beneficiare soggetti riconducibili ad ambienti controindicati (Cons. di Stato, Sez. III, n. 2895/13; TAR Lazio n. 10049/16).
Le medesime situazioni sono state verificate anche nel campo dell'abusivismo edilizio e dell'evasione fiscale e connessa riscossione mentre l'omesso controllo nel settore degli appalti ha determinato la circostanza che nell'Albo di fiducia dell'Ente risultano ancora iscritte due ditte destinatane di interdittivi antimafia.
Diffuse le criticita' emerse nel settore della gestione dei rifiuti sia sotto il profilo amministrativo che di quello ben piu' rilevante della presenza costante di elementi di caratura criminale di rilievo tra gli attuali lavoratori e tra i soggetti responsabili delle varie ditte succedutesi nel tempo.
Altro elemento di criticita', la costante ingerenza anche degli omissis nella attivita' gestionale dell'Ente, in vari ambiti, fra i quali quelli attinenti al Mercato ortofrutticolo.
Non possono non essere altresi' sottolineate le risultanze giudiziarie ampiamente riportate nel corso della presente relazione che evidenziano come i soggetti che dimostrano forti interessi illeciti, ivi compresi quelli nell'indotto economico mercatale, risultano essere legati anche indirettamente al omissis e al omissis, gia' consigliere dell'attuale consesso comunale, soprattutto nella fase di raccolta di voti per le varie elezioni amministrative, come delineato nel Capitolo XI, sulle relazioni politica/mafia, e la continuita' politica con omissis.
A tale proposito e' stato evidenziato come, sotto tale aspetto, l'Ente appaia permeatile sotto il profilo amministrativo e politico, non essendo accettabile che un candidato al Consiglio comunale si rivolga ad un soggetto «controindicato», legato alle consorterie mafioso, per ottenerne il sostegno elettorale.
Conclusivamente, la doverosa attenzione verso il Comune di Vittoria scaturisce, fra l'altro, dalla consapevolezza che tutti i fenomeni criminali e le strumentali «distorsioni» di carattere politico-amministrativo emerse, che involgono quell'Amministrazione, di fatto esorbitano dallo stesso ambito territoriale per abbracciare l'intero paese, considerato che i riflessi delle dinamiche economico-criminali che riguardano il locale mercato ortofrutticolo - uno dei mercati piu' importanti a livello nazionale unitamente a quelli di Fondi e Milano, gestito e controllato unicamente dal Comune, interessato da un enorme giro d'affari - non si fermano a Vittoria.
Invero, le innumerevoli, ripetute e consolidate «distorsioni» di carattere amministrativo non possono certo imputarsi ad una generica e distratta «mala gestio» ma, piuttosto, ad una colpevole inerzia nel porre in essere i necessari correttivi per allineare l'attivita' amministrativa alle regole del buon andamento, dell'imparzialita' dell'amministrazione ed al regolare funzionamento dei servizi (per tutti la gestione del mercato ortofrutticolo) affidati all'amministrazione comunale.
Infatti, la evidente continuita' delle omissis che si sono susseguite omissis, dimostrata anche dalla prosecuzione negli incarichi di numeroso personale amministrativo che permane ancora, senza soluzione di continuita', negli stessi, identici, posti dai quali, a seguito di operazioni di carattere giudiziario, sarebbe stato opportuno quantomeno trasferire senza indugio, ma che, invece, per una supposta professionalita' acquisita, viene mantenuto, manifesta ancora di piu' la sostanziale prosecuzione degli interessi comuni tra omissis.
Ne' possono avere valore talune iniziative adottate solo formalmente (nuovo regolamento del mercato, richiami formali alla ditta aggiudicataria del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti di estromettere soggetti pregiudicati ecc.) per fugare dubbi su tale, piu' che dimostrato, intento.
Si soggiunge infine che l'esame complessivo dei singoli settori dell'Ente non solo evidenzia la sussistenza dei presupposti di fatto richiesti dall'art. 143 T.U.E.L., ma sottolinea la sussistenza di una significativa rete di collegamenti e vicinanze dalla quale puo' dedursi l'esistenza del condizionamento da parte di soggetti ritenuti contigui a consorterie malavitose.
Si tratta di elementi rilevanti che attengono a tutti gli aspetti dettagliatamente analizzati da cui scaturisce un quadro indiziano complessivo che presenta comunque elementi sufficienti a giustificare lo scioglimento degli organi ordinari del comune di Vittoria.
Giova, in particolare, ricordare che per giurisprudenza consolidata e' la semplice presenza di «elementi» su «collegamenti» o «forme di condizionamento» che consentano di individuare la sussistenza di un rapporto tra gli amministratori e la criminalita' organizzata a giustificare lo scioglimento anche laddove non via sia una puntuale dimostrazione della volonta' degli amministratori di assecondare gli interessi della criminalita' organizzata o non sussistano ipotesi di responsabilita' personali anche penali, degli amministratori o dei funzionari.
Peraltro, il giudizio prognostico di verosimiglianza fondato attendibilmente sulla logica del «piu' probabile che non», e' applicatile anche allo scioglimento del Consiglio comunale che ha funzione anticipatoria e non sanzionatoria (da ultimo, Cons. Stato, III, n. 197/2016).
Alla luce di quanto sopra delineato e a conclusione dell'approfondita analisi svolta, sono state acquisite dai componenti del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, integrato come sopra detto, le sottoindicate valutazioni espresse da ciascuno:
il Procuratore Aggiunto della D.D.A. di Catania, omissis, dopo avere evidenziato il notevole interesse suscitato dai contenuti della relazione della Commissione di indagine, dalla quale emerge un'emblematica fotografia della realta' vittoriese, caratterizzata, da sempre, da una forte presenza criminale, sottolinea come proprio Vittoria, nell'immaginario collettivo, rappresenti una sorta di «Capitale della mafia» e rileva come la puntuale e incisiva attivita' della Commissione di indagine ne abbia confermato la presenza.
Al riguardo, condivide una sostanziale continuita' tra omissis nella «mala gestio» del Comune sia per gli aspetti piu' marginali che per quelli piu' consistenti, messi efficacemente in evidenza nel corso della relazione svolta sugli esiti dell'accesso, come ad esempio il servizio dei rifiuti, il Mercato ortofrutticolo dove, in particolare per quest'ultimo, il dato di rilievo e' una persistente presenza di soggetti controindicati, con tutte le conseguenti criticita' (condizionamento del prezzo, allungamento della filiera in danno dei produttori, ecc.).
Il omissis prosegue poi con un breve excursus dell'operazione «Exit Poll», che secondo le risultanze della Direzione Distrettuale Antimafia ha messo in luce la presenza di un accordo mafioso che ha coinvolto gli omissis con la individuazione dell'ipotesi di reato di cui all'art. 416-ter dei C.P. (scambio elettorale politico-mafioso) sia per i omissis, sia per omissis e omissis, sebbene, poi, il Tribunale del Riesame non abbia ritenuto di confermare le misure cautelari.
A tal proposito, in relazione a quanto previsto espressamente dall'art. 143 del T.U.E.L., il Procuratore, in deroga all'art. 329 del C.P.P., comunica che nei prossimi giorni verranno depositate le conclusioni delle indagini relative ad «Exit Poll» e verra' esercitata l'azione penale nei riguardi di omissis e di omissis, ribadendo e confermando l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 416-ter del C.P., sottolineando, nello specifico, l'assoluto rilievo criminale del predetto omissis, tratto in arresto, ed in atto detenuto, per associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione di polizia «Ghost Trash», intervenuta qualche mese dopo «Exit Poll». Conclude, pertanto, il suo intervento manifestando profondo apprezzamento per la notevole attivita' svolta ed esprimendo favorevole avviso in ordine alla proposta di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Vittoria.
Il Procuratore della Repubblica di Ragusa, analizzate le ampie risultanze dell'attivita' ispettiva, che ha approfondito tutti gli aspetti della vita amministrativa dell'Ente, mette in evidenza come talune circostanze denotino comportamenti di singolare arroganza da parte di soggetti della struttura comunale. Dichiara pertanto, anch'egli, il suo favorevole avviso per la proposta di scioglimento, facendo presente che dalla pregevole relazione trarra' numerosi spunti che saranno oggetto di successiva attivita' giudiziaria.
Il Questore di Ragusa, dopo essersi soffermato sulla natura preventiva dell'attivita' svolta dalla Commissione, finalizzata a verificare le possibilita' di un condizionamento dell'Ente, osserva che l'accesso ispettivo, per i cui esiti manifesta particolare apprezzamento, ha dimostrato una continuita' di «mala gestio» della cosa pubblica tra omissis e omissis, sintomatica di possibili infiltrazioni mafiose peraltro in un contesto ambientale connotato dalla presenza di una «mafia storica». Rileva, pertanto, la sussistenza di precisi indicatori di possibile permeabilita' del tessuto politico-amministrativo dell'Ente ed esprime parere favorevole alla proposta di scioglimento.
Il Comandante Provinciale dei Carabinieri interviene affermando che da quanto emerge dalla relazione e dai numerosi esempi di cattiva amministrazione e' sicuramente rinvenibile il fumus della permeabilita' dell'Ente a possibili forme di condizionamento, esprimendo, nel contempo, favorevole avviso in merito alla proposta di scioglimento.
Anche il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza si associa a tale valutazione, non senza avere messo in evidenza e censurato la mancata volonta' da parte dell'Ente di non svolgere un'attivita' rigorosa in materia tributaria ove e' stata registrata una notevole e diffusa evasione fiscale, unitamente alle incongruenze verificate nell'ambito del Mercato ortofrutticolo di Vittoria.
Infine, il Capo Centro della DIA di Catania, sottolinea che gli elementi di criticita' messi in luce nella esaustiva relazione ispettiva - fra i quali la gestione dei rifiuti, quella dei voucher, nonche' il Mercato ortofrutticolo, quest'ultimo considerato un crocevia non solo per la mafia siciliana ma anche per le altre organizzazioni malavitose operanti al di fuori dei confini regionali ('ndrangheta, camorra, ecc.) - costituiscono aspetti diretti e penetranti di condizionamento e di permeabilita' dell'Amministrazione. Esprime, pertanto, in relazione agli importanti elementi emersi, piena e convinta condivisione in relazione alla proposta di scioglimento.
La scrivente, preso atto anche dell'unanime, motivato, parere favorevole manifestato dai componenti del Comitato circa la proposta di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Vittoria, ritiene conclusivamente che allo stato degli atti emergono, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000, concreti, univoci e rilevanti elementi - comprovati dalle risultante dell'unita relazione - su collegamenti diretti o indiretti con la criminalita' organizzata di tipo mafioso degli amministratori tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volonta' degli organi elettivi ed amministrativi.

Il Prefetto: Cocuzza

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 2 agosto 2018

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio
dei ministri

Salvini, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 9 agosto 2018 Ufficio controllo atti Ministeri interno, difesa, reg.ne succ. n. 1813
 
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