Gazzetta n. 207 del 6 settembre 2018 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 6 agosto 2018 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di San Biagio Platani. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di San Biagio Platani (Agrigento) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014; Visto il decreto del Presidente della Regione Siciliana in data 22 marzo 2018, con il quale, a seguito delle dimissioni dalla carica rassegnate dal sindaco e da tutti i consiglieri comunali, presso l'ente locale e' stato inviato un commissario straordinario con i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio comunale. Considerato che, all'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'ente locale a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'ente locale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 2 agosto 2018; alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;
Decreta:
Art. 1
La gestione del Comune di San Biagio Platani (Agrigento) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Antonino Oddo - viceprefetto; dott. Santo Lapunzina - viceprefetto aggiunto; dott.ssa Maria Leopardi - funzionario economico finanziario. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il Comune di San Biagio Platani (Agrigento), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. Il 22 gennaio 2018 il comando provinciale dei carabinieri di Agrigento, all'esito di un'indagine di polizia denominata «operazione montagna» coordinata dalla competente direzione distrettuale antimafia, ha dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di 76 persone di cui 59 destinatarie di misure cautelari personali. Tra i soggetti interessati dalla misura della custodia cautelare in carcere figura anche il sindaco del Comune di San Biagio Platani indagato del delitto di cui agli articoli 110 e 416-bis codice penale per avere, in concorso con altri, posto in essere condotte materiali ed amministrative in favore dell'associazione mafiosa denominata «cosa nostra». Tale misura cautelare e' stata confermata dalla Corte di cassazione all'esito del ricorso presentato avverso la stessa dal citato amministratore. Successivamente, a seguito delle dimissioni rassegnate il 5 ed il 19 febbraio u.s., rispettivamente dalla totalita' dei consiglieri comunali e dal sindaco, con decreto del presidente della Regione Siciliana del 22 marzo 2018, e' stato nominato un commissario straordinario per la provvisoria amministrazione del comune. In relazione a tali vicende ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nell'amministrazione comunale, il prefetto di Agrigento, con decreto del 27 marzo 2018 ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto-legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito. Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Agrigento, sentito nella seduta del 14 maggio 2018 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Agrigento e di un delegato della procura della Repubblica di Palermo direzione distrettuale antimafia, ha inviato l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi. Il Comune di San Biagio Platani, di ridotte dimensioni demografiche e collocato nell'entroterra della zona montana della Provincia di Agrigento, insiste in un contesto territoriale ove l'associazione «cosa nostra» riveste un ruolo di supremazia nel panorama criminale agrigentino, con un'organizzazione verticistica strutturata e complessivamente unitaria, basata su precisi codici comportamentali, configurandosi pienamente operativa ed in diretto contatto con famiglie mafiose di altre province della regione. L'indagine ispettiva ha posto in rilievo una sostanziale continuita' amministrativa atteso che il primo cittadino aveva gia' ricoperto tale incarico nel 2000 e che buona parte degli amministratori eletti nel 2014 hanno fatto parte, con incarichi diversi, di precedenti consiliature. La relazione della commissione d'indagine evidenzia che in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2014 esponenti della locale organizzazione criminale si sono prodigati per procurare voti in favore di colui che all'esito della consultazione elettorale e' risultato eletto sindaco e che gli stessi vertici dell'organizzazione malavitosa hanno partecipato a riunioni preparatorie per la scelta dei candidati. In particolare in ordine alla figura del sindaco, di cui vengono evidenziati le frequentazioni ed i rapporti parentali con esponenti della locale criminalita', viene posto in rilievo che, all'esito dell'operazione giudiziaria sopra menzionata, il predetto risulta indagato per alcuni reati, tra cui quello di concorso esterno in associazione di tipo mafioso per avere, in occasione delle elezioni comunali di San Biagio Platani del maggio 2014, discusso e concordato con i vertici della locale organizzazione criminale sia le candidature da presentare nella lista a proprio sostegno che quelle delle liste contrapposte. Al primo cittadino viene inoltre contestato di aver raggiunto accordi con i citati esponenti della criminalita' ai quali avrebbe garantito, una volta eletto, agevolazioni nella gestione degli appalti pubblici banditi dal comune. Pregiudizi di natura penale e di polizia e frequentazioni con ambienti controindicati vengono segnalati anche per altri amministratori comunali e per alcuni componenti dell'apparato burocratico. La relazione del prefetto evidenzia inoltre che anche l'elezione di un altro amministratore e' stata sostenuta dall'attuale reggente della locale famiglia mafiosa. L'attivita' di accesso ha posto in rilievo una situazione di generale disordine amministrativo nonche' lo sviamento dell'attivita' di gestione dai principi di legalita' evidenziando le frequentazioni e gli stretti rapporti parentali tra il sindaco e alcuni amministratori con esponenti della criminalita' organizzata. Fonti tecniche di prova, in particolare, attestano che il sindaco ha agevolato le attivita' e gli interessi economici della locale organizzazione criminale assecondando le proposte e le metodologie mafiose ponendo in essere, con particolare riferimento alla gestione delle aggiudicazioni dei lavori pubblici, condotte in evidente violazione delle disposizioni normative di settore. La relazione della commissione d'indagine, tenendo anche conto delle risultanze della citata operazione giudiziaria, evidenzia le gravi illegalita' che hanno caratterizzato le procedure per l'organizzazione della tradizionale manifestazione denominata «festa degli archi di pane», che si svolge annualmente in occasione delle festivita' pasquali e che prevede l'allestimento lungo la principale via cittadina di una serie di strutture in ferro a forma di archi ricoperte di pane decorato. Al riguardo nella relazione del prefetto viene rilevato che il Comune di San Biagio Platani, nel biennio 2014- 2015, nell'ambito di un piu' vasto progetto relativo ad eventi di tipo culturale riguardanti la conservazione delle tradizioni e delle identita' siciliane ha utilizzato, per l'organizzazione della citata «festa degli archi di pane», un finanziamento del fondo europeo per lo sviluppo regionale di 572.000 euro, unitamente ad un cofinanziamento di fondi comunali di 100.000 euro. Tali erogazioni, costituendo un unico «quantum», avrebbero dovuto essere sottoposte ad un'unica procedura ad evidenza pubblica, in applicazione dei principi stabiliti dal codice degli appalti e non essere oggetto di singole gare e di un'arbitraria ripartizione tra il comune e ditte private. L'analisi delle procedure di gara svolte nel 2014 e nel 2015, caratterizzate dalla circostanza che a ciascuna gara ha partecipato una sola azienda, ha evidenziato numerose anomalie e irregolarita' in particolare per quanto riguarda i requisiti di partecipazione richiesti dal bando di gara. Piu' specificatamente rileva che alla gara del 2014 ha partecipato una sola impresa che, come precisato in seguito, e' risultata affidataria di numerosi lavori e servizi pubblici disposti dal Comune di San Biagio Platani ed il cui titolare, oltre ad essere uno stretto parente di un amministratore comunale, intrattiene rapporti con esponenti di vertice della criminalita' organizzata finalizzati a pianificare l'affidamento di lavori pubblici da parte del comune. L'attivita' svolta dal nucleo investigativo dell'arma dei Carabinieri ha inoltre posto in rilievo che per la festa organizzata nell'anno 2015 il primo cittadino, in violazione dei principi di legalita' e trasparenza, ha arbitrariamente autorizzato una ditta riconducibile ad ambienti controindicati - ed il cui titolare e' uno stretto parente di un esponente di vertice della locale cosca e destinatario della menzionata ordinanza di custodia cautelare - ad iniziare i lavori per l'allestimento della manifestazione ancor prima che venisse aggiudicata la relativa gara d'appalto. Fonti tecniche di prova attestano inoltre le ingerenze, esercitate da esponenti della criminalita' organizzata nei confronti del responsabile dell'azienda risultata poi aggiudicataria della gara, affinche' l'attrezzatura necessaria per l'esecuzione dell'appalto venisse fornita, attraverso dei «noli a freddo», dalla sopra citata ditta riconducibile ad ambienti controindicati. (30,38) Di tali circostanze era ben a conoscenza il primo cittadino che - come evidenziato dal giudice per le indagini preliminari - «sfruttando la carica pubblica rivestita ha volontariamente agevolato l'esercizio del controllo economico delle imprese operanti nel territorio del mandamento». Per quanto concerne l'assegnazione dei lavori, servizi e forniture in economia e' emerso che l'amministrazione comunale ha ripetutamente fatto ricorso a tale procedura, in totale elusione della normativa di settore e degli indirizzi dettati nelle linee guida dell'autorita' nazionale anticorruzione. Piu' analiticamente la relazione del prefetto, nell'evidenziare che il Comune di San Biagio Platani e' privo del prescritto albo dei fornitori per i cottimi fiduciari, pone in rilievo che gli affidamenti in questione sono stati assegnati ripetutamente alle stesse ditte e, in buona parte, proprio alle due imprese affidatarie dei lavori per la festa degli archi di pane, sulla base di ordinanze sindacali o determine dirigenziali in somma urgenza, caratterizzate da generiche e ripetitive motivazioni. Significativa in tal senso la deteimina dirigenziale con la quale l' impresa affidataria dei lavori per la festa degli archi di pane nel 2015 e' stata incaricata della fornitura di materiale per l'ordinaria manutenzione di immobili comunali con un'ordinanza sindacale di somma urgenza carente dei requisiti richiesti dal vigente quadro normativo. La relazione del prefetto, evidenzia come le ridotte dimensioni territoriali e demografiche del Comune di San Biagio Platani e la diffusa conoscenza dello spessore criminale di alcuni esponenti della locale criminalita' avrebbero dovuto indurre coloro che rivestono cariche pubbliche, ed il sindaco in primo luogo, ad adottare ogni accorgimento utile e accorta iniziativa volta ad evitare che le pubbliche commesse potessero essere svolte da imprese i cui titolari sono legati da rapporti familiari con imprenditori vicini ad ambienti controindicati. Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Agrigento hanno evidenziato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Biagio Platani volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che determinano lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale e arrecano pregiudizio per gli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato al fine di assicurare il risanamento dell'ente. Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, puo' intervenire anche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di San Biagio Platani (Agrigento), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' e al recupero delle esigenze della collettivita'. In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 27 luglio 2018
Il Ministro dell'interno: Salvini |
| Art. 2
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 6 agosto 2018
MATTARELLA
Conte, Presidente del Consiglio dei ministri
Salvini, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 13 agosto 2018 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 1815 |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
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