Gazzetta n. 63 del 15 marzo 2019 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 15 febbraio 2019
Scioglimento del consiglio comunale di Pachino e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Pachino (Siracusa) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014;
Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Pachino, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 14 febbraio 2019, alla quale e' stato debitamente invitato il presidente della Regione siciliana;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Pachino (Siracusa) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il Comune di Pachino (Siracusa), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Il prefetto di Siracusa, ritenuto necessario verificare la capacita' di alcuni consiglieri comunali, legati per rapporti di frequentazione e cointeressenze ad esponenti della criminalita' organizzata, di incidere sui processi decisionali dell'ente, ha disposto, con decreto del 20 aprile 2018 successivamente prorogato, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per gli accertamenti di rito al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nell'amministrazione comunale.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Siracusa, sentito nella seduta del 14 novembre 2018 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del rappresentante della procura distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, del procuratore aggiunto della Repubblica di Siracusa e del Capo centro della direzione investigativa antimafia di Catania, ha inviato l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Successivamente, a seguito della mancata approvazione del rendiconto di gestione anno 2017, l'assessore delle autonomie locali e della funzione pubblica della regione siciliana, con decreto del 22 gennaio 2019, ha disposto la sospensione del consiglio comunale.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi.
Il Comune di Pachino, collocato all'estremo sud est della Sicilia, e' tra i comuni con il piu' alto tasso di delittuosita' della regione ed insiste in un contesto territoriale caratterizzato dalla presenza di una locale organizzazione di tipo mafioso che ha dimostrato capacita' di intimidazione e di infiltrazione negli apparati pubblici ed imprenditoriali.
La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo il ruolo ed il sostegno fornito alla maggioranza governativa da due consiglieri della minoranza, entrambi vicini alla menzionata consorteria mafiosa i quali, all'esito di un'indagine giudiziaria denominata «maschere nude», sono stati rinviati a giudizio unitamente al locale capo cosca per il reato di concussione in concorso per avere chiesto ad un imprenditore locale una somma di denaro al fine di velocizzare una pratica amministrativa.
Nell'ambito della stessa indagine giudiziaria ad uno dei due predetti amministratori e' stato inoltre contestato il reato di cui all'art. 416-bis per avere fatto parte di un'associazione di tipo mafioso che si e' avvalsa della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omerta' che ne deriva per commettere una serie indeterminata di reati contro la persona, il patrimonio e la pubblica amministrazione, delitti commessi per acquisire il controllo di attivita' economiche, di concessioni, di autorizzazioni, nonche' di appalti e servizi pubblici per procurare voti a se' o ad altri in occasione di consultazioni elettorali con specifico riferimento alle elezioni amministrative comunali del maggio 2014.
Inoltre, sulla base delle risultanze di un'ulteriore indagine, all'esito della quale il giudice per le indagini preliminari di Catania il 23 luglio 2018 ha emesso un'ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di venti persone, la commissione d'accesso delinea l'esistenza di un sodalizio di affari tra il menzionato capo cosca e i due citati amministratori comunali. L'amministratore in questione, che peraltro in piu' consultazioni elettorali e' risultato essere il candidato che ha conseguito il maggior numero di voti, in passato e' stato amministratore unico di una societa' riconducibile al citato esponente criminale di cui e' anche uno stretto collaboratore.
Piu' in particolare, la relazione della commissione d'indagine evidenzia l'esistenza, fin dalla fase delle consultazioni elettorali, di un programma criminoso tra quest'ultimo consigliere e il locale capo cosca finalizzato a imporre un sindaco funzionale alla realizzazione dei loro interessi.
Al menzionato amministratore e' inoltre riconducibile la titolarita' di un esercizio commerciale la cui licenza e' stata revocata nel mese di ottobre 2018 a seguito di interdittiva emessa dal prefetto di Siracusa. Nel locale, notoriamente punto di ritrovo e di frequentazione di soggetti appartenenti ad ambienti controindicati, si e' verificato anche nel 2018 un grave fatto di sangue.
La commissione d'accesso ha accertato che il citato esercizio, situato in un immobile di proprieta' comunale facente parte del compendio mercato ortofrutticolo, e' stato concesso in locazione senza alcuna procedura ad evidenza pubblica ed e' inoltre l'unico immobile, nell'ambito dell'area mercatale, ad essere stato escluso, senza alcuna motivazione, dal piano di dismissioni predisposto dal Comune.
Rilevanti controindicazioni sono emerse anche relativamente all'altro consigliere al quale in passato, a seguito di sopravvenuti pregiudizi penali, sono state revocate alcune autorizzazioni professionali.
Fonti tecniche di prova attestano l'attivita' di condizionamento esercitata dai due amministratori in questione e dal locale capo cosca nei confronti dell'ente locale per favorire l'assunzione di alcuni parenti dell'esponente malavitoso nonche' per agevolare il pagamento di fatture fiscali e per ottenere indebiti contributi comunali in favore di una societa' riconducibile ad ambienti criminali.
Viene al riguardo evidenziato come il sindaco, pur a fronte dei suindicati numerosi e rilevanti episodi di cointeressenze e frequentazioni tra i menzionati amministratori comunali ed esponenti della criminalita' organizzata non solo non ha avviato alcuna attivita' di contrasto o presa di distanza ma addirittura, a seguito del venir meno della maggioranza politica che lo sosteneva in consiglio comunale, si e' prontamente avvalso dell'appoggio politico dei due menzionati consiglieri di minoranza che si sono rilevati determinanti per l'approvazione di importanti delibere di competenza del consiglio comunale.
Elementi di controindicazione sono emersi anche per alcuni dipendenti relativamente ai quali le indagini ispettive hanno evidenziato abituali frequentazioni con personaggi di spicco della locale malavita.
La relazione del prefetto evidenzia la figura ed il ruolo svolto da un dipendente addetto ad uno dei servizi amministrativi, recentemente tratto in arresto all'esito di una maxi indagine giudiziaria coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Catania e legato per interessi commerciali ad un esponente di spicco della locale consorteria.
La commissione d'indagine rileva inoltre che un altro dipendente comunale, da tempo attivo in politica e strettamente legato per vincoli amicali ed interessi economici familiari ad ambienti controindicati, e' ritenuto l'anello di collegamento tra la politica locale e la criminalita' organizzata pachinese.
Ulteriori concreti elementi attestano l'elevato grado di compromissione e condizionamento dell'amministrazione comunale agli interessi della criminalita' organizzata.
Significativo e' il caso della gestione di alcune aree di parcheggio da parte di un pluripregiudicato, condannato anche per il reato di associazione di tipo mafioso e in rapporti di amicizia con i due sopra menzionati amministratori comunali, il quale ha svolto tale attivita' abusivamente, su un sito di importanza comunitaria (SIC) insistente in una frazione ad alta vocazione turistica.
Al riguardo e' emerso da fonti tecniche di prova che ne' il primo cittadino ne' il competente ufficio della polizia municipale, pur a conoscenza dell'illecita gestione dell'area di parcheggio, hanno posto in essere alcuna iniziativa per far cessare la descritta situazione di illegalita'.
L'amministrazione comunale non ha nemmeno avviato alcuna iniziativa per risolvere il contratto di locazione di un terreno di proprieta' comunale di cui il citato pregiudicato era conduttore nonostante, in costanza di contratto, fosse stato tratto in arresto a seguito di condanna per reati di mafia con interdizione dai pubblici uffici per anni cinque. Solo dopo l'insediamento della commissione d'indagine e' stato effettuato un sopralluogo che ha rilevato abusi ed un'illegittima cessione in subaffitto dell'area, fatti per i quali il menzionato pregiudicato e' stato deferito all'autorita' giudiziaria ed e' stato risolto il contratto di locazione.
Ulteriori rilevanti anomalie che evidenziano il condizionamento dell'attivita' amministrativa da parte della criminalita' organizzata sono state evidenziate all'esito delle verifiche disposte dalla commissione d'indagine sulle procedure di assegnazione dei c.d. «voucher» o buoni lavoro. In tale ambito e' stata rilevata un'ampia divergenza tra i nominativi presenti nell'elenco consegnato alla commissione d'accesso e quelli ricompresi nelle liste allegate alle determine che hanno disposto le erogazioni, avvenute in buona parte nelle fasi post elettorali e prevalentemente in favore di soggetti controindicati con precedenti o pendenze penali alcune delle quali anche per gravi reati.
Criticita' sono emerse anche dalle verifiche effettuate sul patrimonio comunale che hanno evidenziato casi di abusiva detenzione di immobili da parte di soggetti subentrati arbitrariamente all'originario assegnatario, la sistematica morosita' della quasi titolarita' dei conduttori nonche' la presenza tra i detentori dei beni di soggetti ritenuti contigui alla criminalita' organizzata.
Ulteriore vicenda che inequivocabilmente evidenzia la propensione dell'ente ad agire in violazione dei principi di legalita' e', come rilevato dalla commissione d'indagine, quella che ha interessato un dirigente comunale, contiguo alla locale cosca, rinviato a giudizio unitamente ad altri dipendenti per avere indebitamente prelevato dalle casse comunali ingenti somme di denaro.
Altrettanto significativa e' la vicenda relativa alla villa abusiva costruita dalla famiglia del locale capo cosca che, pur insistendo su un'area ben visibile, non e' stata oggetto di verifiche e controlli da parte degli uffici tecnici, eseguite solo dopo l'insediamento della commissione d'indagine e su sollecitazione della stessa.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Pachino volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'ente locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Pachino (Siracusa), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 6 febbraio 2019

Il Ministro dell'interno: Salvini

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IL PREFETTO DI SIRACUSA
Prot. n. 797/2018/R/O.P.S.

Al sig. Ministro dell'interno
Roma
Oggetto: Comune di Pachino (SR) - proposta di scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Il Comune di Pachino, i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio/6 giugno 2014, presenta forme di condizionamento da parte della criminalita' organizzata tali da compromettere la libera determinazione e l'imparzialita' dell'Amministrazione, nonche' il buon andamento e il funzionamento dei servizi, in misura tale da giustificare l'adozione dei provvedimenti amministrativi cautelari di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
La citta' di Pachino, situata all'estremo sud-est della Sicilia, registra una popolazione residente pari a 22.263 abitanti ed e' contraddistinta da una vivace economia agricola. E' il settimo Comune della Provincia di Siracusa per popolazione (ma fra i meno estesi per la superficie, pari a 50,47 kmq) ed e' tra quelli con il piu' alto tasso di delittuosita'.
Nel territorio si muove una locale consorteria criminale di tipo mafioso - collegata al clan Omissis di Catania - che ruota attorno alla figura di Omissis, ritenuto il capomafia di Pachino. Questi, dopo lunga detenzione, e' stato scarcerato nel maggio 2013 e sottoposto alla misura di prevenzione che, scaduta nell'ottobre dello stesso anno, non e stata rinnovata.
Il contesto territoriale pachinese e' da tempo all'attenzione dello scrivente e l'analisi delle situazioni localmente rilevate ha formato oggetto di diverse riunioni tecniche di coordinamento interforze integrate con la partecipazione della Procura distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, della Procura della Repubblica di Siracusa e della DIA di Catania.
Ritenuti sussistenti i presupposti per l'esercizio del potere di accesso presso il Comune di Pachino, si e' chiesta e ottenuta dalla S.V. (con decreto ministeriale n. 17102/128/78(3) del 13 aprile 2018) la delega a esercitare i poteri di indagine di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. In esecuzione della delega lo scrivente ha proceduto (con D.P. del 20 aprile 2018) alla nomina di apposita Commissione di indagine, composta dal dott. Filippo Romano, Viceprefetto Vicario, dalla dott.ssa Marinella Iacolare, Viceprefetto aggiunto e dal dott. Gaetano D'Erba, Dirigente del servizio contabilita' e gestione finanziaria, tutti in servizio presso questa prefettura.
La Commissione ha concluso i lavori e depositato in data 12 ottobre scorso, entro i termini della proroga disposta con decreto prefettizio del 13 luglio c.a., apposita relazione conclusiva che e stata condivisa in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica del 14 corrente, alla presenza del rappresentante della Procura distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, del Procuratore aggiunto della Repubblica di Siracusa e del Capo centro della DIA di Catania.
L'indagine ex art. 143, come gia' rappresentato nella richiesta di delega, ha preso avvio, tra l'altro, dopo aver constatato il ruolo di sostegno fornito all'Amministrazione del Omissis dai due consiglieri di minoranza, Omissis e Omissis, entrambi vicini alla locale consorteria mafiosa.
Il sostegno dei predetti consiglieri di opposizione e' divenuto decisivo e piu' volte determinante in occasione di importanti deliberazioni di consiglio comunale, poiche' la originaria maggioranza che sosteneva il Omissis, si e' progressivamente sfilacciata, sino a venir meno.
I suindicati consiglieri comunali Omissis e Omissis, unitamente al capo clan Omissis, sono stati coinvolti in vari procedimenti penali, anche durante il periodo di attivita' della Commissione di indagine, che hanno suffragato il quadro di condizionamento e di infiltrazione mafiosa che ha interessato l'amministrazione e gli organi elettivi del comune.
La relazione conclusiva fa ampio riferimento alle risultanze di tali inchieste, di cui di seguito si riporta una sintesi esplicativa:
Procedimento penale n. 1573/2013 R.G. - Operazione «Maschere nude».
A seguito di attivita' di indagine, avviata gia' dopo, pochi mesi dalla scarcerazione del Omissis e condotta dal commissariato di P.S. di Pachino e dalla Squadra mobile di Siracusa, e' stato disposto il rinvio a giudizio dello stesso Omissis, del consigliere comunale Omissis, del consigliere comunale Omissis unitamente all'ex sindaco Omissis per i reati di concussione in concorso in pregiudizio di un imprenditore di Melilli al quale avevano chiesto la somma di 10.000 euro per velocizzare il pagamento di una fattura per i servizi realizzati durante l'Estate pachinese del 2013.
Inoltre, l'indagine ha svelato come, grazie a compiacenze all'interno di detta amministrazione, Omissis e Omissis riuscissero a lucrare su appalti (uno del valore di 33.000 euro o l'altro del valore di 6.500 euro), direttamente affidati e pagati ad una associazione riconducibile agli stessi.
Nel medesimo procedimento penale, Omissis e Omissis sono stati imputati in concorso anche per il delitto di cui all'art.73 decreto del Presidente della Repubblica n. 309/90, per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.
Procedimento penale n. 8320/2014 R.G. - Operazione «Maschere nude due».
Nell'ambito di questa operazione, e' stato emesso il 18 luglio 2018, avviso di conclusione indagini da parte della Procura distrettuale di Catania nei confronti di Omissis e Omissis, contestando l'art. 416-bis C.P. commi 1, 2 e 3, per avere fatto parte dell'associazione di tipo mafioso denominata «clan Omissis» ed «essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omerta' che ne derivava per commettere una serie indeterminata di reati contro la persona, contro il patrimonio e la P.A., delitti connessi al traffico di sostanze stupefacenti nonche' per acquisire in modo diretto ed indiretto la gestione o comunque il controllo di attivita' economiche, di concessioni di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, per procurare voti a se' o ad altri in occasione di consultazioni elettorali - con specifico riferimento alle elezioni amministrative comunali di Pachino del 25 maggio e dell'8 giugno 2014 - e per conseguire, comunque, profitti vantaggi ingiusti per se' e per altri; rivestendo il Omissis il ruolo di capo e promotore dell'associazione e lo Omissis il ruolo di affiliato».
Procedimento penale n. 8539/2015 R.G. - Operazione «Araba Fenice».
Da questa operazione, la valenza criminale del clan Omissis e la sua operativita' sul territorio comunale sono state ribadite e ulteriormente evidenziate dalle circostanze indicate nell'Ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere emessa il 23 luglio 2018 dal Giudice per le indagini preliminari, nei confronti di Omissis su richiesta della DDA, presso la Procura di Catania.
La misura della custodia cautelare e' stata emessa in relazione all'imputazione di cui all'art. 416-bis commi 1, 3, 4 e 6 C. P., per aver commesso gli indagati una serie indeterminata di delitti contro la persona, contro il patrimonio e connessi al traffico di sostanze stupefacenti, nonche' per acquisire il controllo e la gestione monopolistica di attivita' economiche, ed in particolare del commercio di prodotti ortofrutticoli della zona, al fine di conseguire profitti e vantaggi ingiusti a benefico dell'associazione criminale di appartenenza, con l'aggravante del carattere armato della stessa associazione.
Dalle risultanze giudiziarie e' emerso che il Omissis, a capo dell'omonimo clan, spalleggialo dai suoi sodali, condizionato a proprio favore le dinamiche economiche del territorio. Egli - dopo aver creato la societa' Omissis, intestata al figlio Omissis e a Omissis figlio di altro pregiudicato Omissis - ha commesso plurimi delitti di estorsione nei confronti di numerosi imprenditori agricoli e di altri operatoti economici, ponendo in essere attivita' di trasferimento fraudolento di valori, nonche' furti e traffico organizzato di stupefacenti.
La suindicata societa' Omissis, risulta, infatti, avere avuto un ruolo preminente nell'economia locale, con un volume d'affari superiore ai due milioni di euro annui; ad esito dell'operazione il giudice delle indagini preliminari di Catania, con ordinanza n. 230718.1 del 23 luglio 2018, ne ha disposto il sequestro preventivo delle quote sociali e dell'intero patrimonio aziendale.
Dalle medesime risultanze, la Commissione ha ricavato molteplici spunti d'interesse per l'indagine ex art. 143 TUEL, che consentono di delineare un quadro che denota l'esistenza di un sodalizio di affari e criminale che lega Omissis, il consigliere Omissis e il consigliere Omissis, seppure quest'ultimo con una caratura diversa, nonche' altri consiglieri e dipendenti comunali.
Numerosi ed univoci sono gli elementi di contiguita' evidenziati nella relazione sul conto del consigliere Omissis e sulla sua capacita' di condizionamento del voto. Egli difatti e' risultato essere, da diversi mandati, il candidato che ha conseguito il maggior numero di voti; tale primato e' stato confermato alle ultime consultazioni elettorali tenutesi del 2014.
Lo Omissis, legato da tempo al boss Omissis al quale ha fatto da autista, ha rivestito l'incarico di amministratore unico dell'azienda agricola Omissis, gia' citata, riconducibile allo stesso boss. Egli risultava altresi' amministratore unico della societa' agricola Omissis acquisita nei 2017 dal proprio figlio e da Omissis, figlia di Omissis, che nel 2014 l'avevano costituita.
Nei confronti della societa' Omissis in data 31 ottobre 2018; e' stata emessa dallo scrivente informazione antimafia interdittiva.
Il Omissis, oltre al citato rapporto con il boss Omissis, risulta avere costanti frequentazioni anche con altri noti pregiudicati locali.
Al predetto Omissis e' riconducibile anche l'esercizio bar, sito in Pachino, denominato Omissis formalmente intestato al figlio convivente Omissis incensurato. Detto esercizio, notoriamente punto di ritrovo e di frequentazione di malavitosi, in data 12 febbraio 2018 e' stato teatro di un grave fatto di sangue con il ferimento, mediante colpi di arma da fuoco, di un pregiudicato ad opera di un altro che e' stato poi arrestato.
La licenza di esercizio del bar e' stata dapprima sospesa con provvedimento del Questore di Siracusa, e successivamente revocata a seguito di informazione antimafia interdittiva emessa dallo scrivente in data 3 ottobre 2018.
E proprio con riguardo a detto esercizio commerciale sono stati riscontrati dalla Commissione univoci elementi di condizionamento dell'amministrazione, significativi ai fini dell'art.143 del TUEL:
il bar si trova, infatti, allocato in uno degli immobili di proprieta' comunale, facenti parte del compendio del mercato ortofrutticolo, ed e' stato a suo tempo concesso, in assenza di procedura a evidenza pubblica, alla signora Omissis, titolare dell'omonima ditta individuale, che a sua volta lo ha concesso a titolo di affitto al sig. Omissis, figlio del consigliere che lo detiene per un canone irrisorio;
l'unita' immobiliare e' stata l'unica, nell'ambito mercatale, ad essere esclusa dal piano di dimissioni immobiliari predisposto dal Comune in occasione della procedura di adozione del piano di riequilibrio finanziario. Tale esclusione oggettivamente ha avvantaggiato l'attivita' economica del gestore del bar, al quale e' stato consentito di beneficiare della disponibilita' di' un immobile comunale, che senza alcuna motivazione, e' stato escluso dal piano di alienazioni immobiliari.
Per quanto riguarda il consigliere comunale Omissis anch'egli rinviato a giudizio unitamente a Omissis nel procedimento penale Maschere Nude», la Commissione di indagine ha evidenziato quanto segue:
il predetto, ex guardia giurata - in quanto i titoli e la qualifica gli sono stati revocati a seguito di intervenuti pregiudizi penali - e' membro della Commissione consiliare (della quale Omissis e' presidente) con funzioni consultive e propositive nel settore dei lavori pubblici, della manutenzione stradale e dei servizi cimiteriali, settori sensibili fra le politiche di competenza comunale. Egli ha fornito, insieme al consigliere Omissis, appoggio politico e sostegno alla giunta Omissis secondo uno schema tale da far presumere un disegno preordinato.
In effetti, l'attivita' di condizionamento sul Comune da parte del clan Omissis attraverso i suindicati consiglieri, come evidenziato dalla Commissione di indagine, ha trovato conferma nelle risultanze dell'attivita' di intercettazione, effettuate nell'ambito delle richiamate indagini «Maschere nude» e «Maschere nude due», a carico del Omissis durante il periodo della sua lunga detenzione.
Tali captazioni hanno evidenziato che il Omissis; gia' negli ultimi mesi di reclusione, aveva programmato di intervenire, attraverso i consiglieri Omissis e Omissis sull'amministrazione comunale, al fine di ottenere la collocazione lavorativa di alcuni soggetti (fra cui parenti stretti del Omissis), di agevolare il pagamento di fatture mediante atti corruttivi, di lucrare su appalti comunali, ed addirittura di ottenere indebiti contributi comunali a favore della societa' Omissis di cui sopra.
Al riguardo, al fine di schermare l'indebito beneficio economico erogato in favore del Omissis si e' utilizzata fittiziamente la denominazione di altra omonima, ignara associazione operante in tutt'altro settore.
Dalle citate indagini giudiziarie e' emerso, altresi', che la realizzazione del programma criminoso di interessi tra il boss e il consigliere Omissis dovesse realizzarsi attraverso una vera e propria penetrazione all'interno dell'Amministrazione comunale, ove intendevano infiltrarsi e condizionarne l'attivita', con l'imposizione di un sindaco funzionale alla realizzazione dei loro intenti.
E cio' sin dalla fase della consultazione elettorale, durante la quale, per come evidenziato nella relazione di indagine, si e' dato ampiamente atto delle attivita' programmate dal Omissis e dallo Omissis per la raccolta dei consensi in favore dei candidati a loro graditi.
In questo ambito la Commissione ha, altresi', individuato la figura del dipendente Omissis, addetto ai servizi cimiteriali, attivo in politica da tempo (gia' consigliere provinciale), candidato alla carica di sindaco nelle elezioni della primavera 2014, nelle quali ha riportato un risultato non trascurabile con il 15,21 % dei voti (appena 133 voti in meno del secondo candidato entrato in ballottaggio).
Questi, indicato come abituale frequentatore di personaggi malavitosi inseriti i contesti mafiosi (clan Giuliano di Pachino e clan Cappello di Catania) e pronto a favorire il procacciamento di voti a pagamento, e' sua volta amico del consigliare comunale Omissis.
La rilevata contiguita' del dipendente Omissis ha trovato oggi conferma, in quanto lo stesso e' stato arrestato il 14 novembre u.s. nella maxi operazione, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catania sull'attivita' di gestione delle scommesse on-line, nell'ambito della regione siciliana, da parte di clan mafiosi, in particolare quelli catanesi dei «Cappello» e «Santapaola-Ercolano».
Altro consigliere comunale sul quale si e' focalizzata l'attenzione della Commissione e' Omissis, titolare di Autoscuola, da tempo attivo in politica, passato all'opposizione in consiglio comunale, che e' individuato quale altro snodo fra la politica locale e la criminalita' organizzata pachinese.
Fra l'altro, il figlio dello stesso, Omissis, ingegnere civile, e' il tecnico di fiducia della famiglia del boss Omissis.
Dalle audizioni di consiglieri svolte dalla Commissione, peraltro, e' emersa una sostanziale indifferenza ai temi della politica, tanto da rendere fungibili le candidature in questa o in quella lista, secondo una scelta assistita da valutazioni di tipo esclusivamente clientelare. Cio' assume maggiore gravita', se inquadrata in un contesto politico locale caratterizzato dalle sopra descritte contiguita' con la criminalita' organizzata.
Nella relazione si e' evidenziato, inoltre, che il consigliere Omissis e' amico intimo di Omissis, condannato per il reato di associazione di tipo mafioso, collegato al «clan Trigila» di Noto.
Risultano, altresi', frequentazioni fra il Omissis, il boss Omissis e il consigliere comunale Omissis. Peraltro, il figlio del consigliere Omissis, che come detto e' ingegnere civile, e' tecnico di fiducia anche del Omissis.
A fronte degli stretti rapporti dei suindicati amministratori e dipendenti comunali con personaggi di spicco della criminalita' organizzata, l'amministrazione comunale non ha mai frapposto alcun argine ne' dal punto di vista politico ne' dal punto di vista dell'attivita' amministrativa.
Come rilevato nella relazione di indagine, venuta meno la maggioranza politica che lo sosteneva in consiglio comunale, il Omissis si e' avvalso del sostegno politico dei consiglieri di minoranza Omissis e Omissis. Difatti, costoro nel corso dell'anno 2017, con la loro condotta, sono risultati determinanti ai fini dell'approvazione di importanti delibere di competenza del consiglio comunale, la cui adozione e' risultata necessaria per il prosieguo della consiliatura, e segnatamente:
adesione al piano di riequilibrio (Omissis favorevole, Omissis assente);
approvazione del bilancio di previsione 2017 e triennale 2017-2019 (Omissis ed Omissis favorevoli);
piano della valorizzazione e di dismissione degli immobili comunali (Omissis ed Omissis favorevoli (la cui rilevanza e' stata segnalata anche in rapporto alla sopradescritta vicenda riguardante il bar Omissis;
approvazione del rendiconto di gestione 2016 (Omissis favorevole, Omissis assente);
approvazione del piano di riequilibrio (Omissis favorevole, Omissis assente).
Oltre che sugli assetti politico istituzionali, la Commissione ha rilevato compromissioni e condizionamenti anche nei settori amministrativi del Comune, di tenore simile a quelli riguardanti la vicenda relativa al bar Omissis.
Diversi sono gli episodi accertati, fortemente sintomatici della grave compromissione dell'attivita' amministrativa e della violazione dei canoni di legalita'.
Tale e' il caso delle aree di parcheggio gestite dal pregiudicato Omissis, amico dei consiglieri Omissis e Omissis.
Questi ha svolto l'attivita' abusivamente, in carenza di autorizzazioni, presso la frazione ad alta vocazione turistica di Marzamemi, su un terreno che ricade in area S.I.C. Il suolo di cui trattasi e' stato ceduto dal proprietario al Omissis comodato d'uso a seguito di minacce, poste in essere anche con l'intervento del Omissis e di persone a lui legate.
In questa occasione la Commissione ha rilevato che lo stesso sindaco, seppur consapevole della abusivita' della gestione delle aree di parcheggio, non ha posto in essere alcuna attivita' nei confronti degli organi di Polizia municipale di Pachino, al fine di far cessare l'accertata condizione di illegalita'.
Il medesimo atteggiamento omissivo da parte dell'amministrazione comunale e' stato riscontrato con riguardo ad altro terreno, questa volta di proprieta' comunale, di cui il Omissis e' conduttore.
L'amministrazione comunale non ha mai avviato iniziative per risolvere il rapporto contrattuale in argomento, nonostante nel corso dello stesso il conduttore fosse stato condotto in carcere per reati di mafia, a seguito di sentenza di condanna datata 24 febbraio 2014, emessa dalla Corte d'assise d'appello di Catania, divenuta irrevocabile il 6 febbraio 2015 che ha pure comminato la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per anni cinque.
Nel corso dell'indagine disposta ai sensi dell'art. 143 terreno in questione e' stato oggetto di un sopralluogo, in data 6 luglio 2018, e ne e' stata accertata l'illegittima cessione in «subaffitto» nonche' la realizzazione abusiva di una trivella. Solo dopo che sono stati deferiti all'Autorita' giudiziaria gli autori degli abusi, il sindaco ha impartito agli uffici comunali indirizzi per la risoluzione del contratto di locazione, cui si e' pervenuto il 28 settembre 2018.
Peraltro, sulla gestione dei parcheggi di Marzamemi e' stata accertata la diretta ingerenza del Omissis. Le indagini di polizia giudiziaria, svolte nell'ambito dell'operazione denominata «Araba Fenice», hanno difatti acclarato che lo stesso, per l'esclusiva finalita' di garantire maggiori introiti all'attivita' gestoria, ha sollecitato in modo pressante, mediante persone da lui incaricate, gli organi di polizia comunale a sanzionare gli automobilisti in divieto di sosta.
La circostanza dimostra la consapevolezza in capo al Omissis di poter interferire, con il suo carisma criminale e quello dei suoi accoliti, sulle attivita' e sui compiti dell'amministrazione comunale.
Altra vicenda chiaramente sintomatica di una amministrazione non improntata a perseguire il pubblico interesse e connotata da gravi profili di illegalita', riguarda Omissis Comandante della Polizia municipale, che si e' appropriato indebitamente di somme prelevate dai conti correnti destinati ai proventi contravvenzionali.
L'ammanco totale complessivo, che ammonta, per il periodo 2014/2017, a € 122.930,72 e' stato prelevato per contanti e a mezzo assegni che il Omissis compilava e riscuoteva a proprio nome.
Nel settembre 2018, per questi fatti, il Omissis e' stato rinviato a giudizio per peculato insieme ad altri due dipendenti assegnati alla Polizia municipale, Omissis e Omissis.
Inoltre, nei confronti del predetto Omissis vi sono diverse altre imputazioni per gravi reati, dettagliatamente esaminate nella relazione. Anche per tale verso si ricava la condizione di assoggettamento e di condizionamento criminale nel quale versa l'Amministrazione comunale, e per essa anche i suoi dipendenti apicali.
In tale contesto si inserisce anche la vicenda che vede nel Omissis l'autore della erogazione di un contributo a favore della citata societa' Omissis riconducibile a Omissis, utilizzando fittiziamente la denominazione di altra omonima ignara associazione, operante in tutt'altro settore, per come sopra cennato.
Altrettanto significativo e' il mancato intervento dei competenti organi comunali relativamente alla villa abusiva realizzata dalla famiglia Omissis in contrada Carrubella su un terreno ottenuto ad un prezzo irrisorio dal proprietario. La totale e grave assenza di controlli da parte dei competenti uffici comunali ha consentito che venisse realizzato l'edificio abusivo di cui trattasi, ubicato in zona posta a ridosso di una strada di transito molto frequentata e per tale ragione estremamente visibile.
Solo su sollecitazione della Commissione di indagine nominata dallo Scrivente si e' avuto l'intervento della Polizia municipale e dell'Ufficio tecnico del Comune di Pachino.
Altro servizio fortemente esposto al condizionamento e' stato individuato quello che si occupa dell'assegnazione dei c.d. «voucher», o buoni-lavoro (legge aprile 2009, n. 33).
In tale ambito e' emersa una ampia divergenza fra gli atti d'ufficio e le effettive erogazioni, caratterizzate da una certa «preferenza» per soggetti controindicati: circa 60% dei beneficiari ha precedenti giudiziari o pendenze, alcuni dei quali anche particolarmente gravi. L'impegno economico sostenuto dall'amministrazione comunale solo per questi ultimi e' risultato pari a piu' del 50% di quello complessivamente stanziato.
Sono state riscontrate criticita' anche nelle procedure di affidamento del servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti solidi urbani. La Commissione di indagine ha segnalato che gli affidamenti sono avvenuti in regime di proroga mediante ordinanze sindacali e, solo dopo ripetute proroghe, si e' proceduto con l'aggiudicazione della gara.
Nella erogazione del servizio idrico e' emblematica di irregolare gestione amministrativa la vicenda accertata dalla Commissione di indagine, relativa al Omissis alla collegata societa' Omissis", riconducibili a Omissis. In questo caso, pur trattandosi un servizio pubblico di fornitura di acqua potabile a una intera contrada in una localita' balneare molto affollata nei mesi estivi, il pozzo e relativo acquedotto sono stati realizzati e gestiti da un privato, lo stesso Omissis, e solo da ultimo, durante i lavori del Commissione, il comune ne ha disposto la requisizione.
Ulteriori miticita' e illegalita' sono emerse anche in merito alla gestione del patrimonio immobiliare. In tale settore sono state riscontrate: l'abusiva detenzione di immobili comunali da parte di soggetti arbitrariamente subentrati all'originario assegnatario, la sistematica morosita' di quasi tutti i conduttori, la mancata ricognizione del patrimonio immobiliare, nonche' la presenza, tra i detentori degli immobili comunali di soggetti ritenuti contigui alla criminalita' organizzata.
Anche la gestione dei tributi comunali presenta elevata criticita', con particola riferimento al forte tasso di evasione tanto per contribuenti non censiti quanto per contribuenti insolventi o morosi, che costituisce causa rilevante della grave situazione economica e finanziaria in cui versa l'ente.
La relazione di indagine ha, altresi', evidenziato che la stretta rete di rapporti e collusioni criminali non accetta attenzioni mediatiche.
In questo contesto si inserisce l'attivita' intimidatoria del clan Omissis rivolta nei confronti del giornalista Omissis che nella propria testata on-line Omissis in piu' occasioni si e' occupato della presenza del sodalizio mafioso facente capo a Omissis nel territorio di Pachino e al condizionamento delle elezioni amministrative del 2014.
A seguito delle denunce del giornalista per le minacce subite sui social media con espressioni pesanti e intimidatorie, sono stati emessi quattro ordini di custodia cautelare in carcere a carico dello stesso Omissis e di suoi complici.
Allo stesso modo, dopo che sul giornale on-line Omissis sono state pubblicate notizie sull'abuso edilizio commesso dal Omissis, il consigliere Omissis si e' espresso a difesa di quest'ultimo, sempre sui social, con minacce e offese nei confronti dei giornalisti che avevano osato «mettere in piazza» le vicende dell'amico Omissis.
Di fronte al quadro di permeabilita' dell'Amministrazione comunale ai condizionamenti criminali fin qui delineato, il sindaco Omissis non ha predisposto iniziative di contrasto o di' reale opposizione al fenomeno criminale, almeno fino all'insediamento della Commissione di indagine nominata ai sensi dell'art. 143 TUEL.
La valutazione delle vicende sopra sinteticamente riportate in termini di sussistenza dei presupposti di cui all'art. 143 TUEL e' confortata dalla giurisprudenza amministrativa. Il Consiglio di Stato ha piu' volte avuto modo di pronunziarsi in merito alla rilevanza di comportamenti meramente tolleranti a fronte di condotte illegali che determinino un effettivo condizionamento dell'esercizio di pubbliche funzioni o pubblici servizi (Consiglio di Stato, sezione IV, 21 maggio 2007, n. 2583). Altrettanto incisiva e' la giurisprudenza sulla rilevanza delle condotte omissive addebitabili alla compagine di governo degli enti locali. In particolare, sono elementi sintomatici di assoggettamento dell'Ente o degli amministratori alle ingerenze della criminalita' di tipo mafioso «il coinvolgimento degli organi di vertice politico amministrativo, o anche piu' semplicemente l'inadeguatezza dello stesso vertice politico amministrativo a svolgere i propri compili di pianificazione, di direttiva, di impulso, di vigilanza e di verifica, nei confronti della burocrazia e dei gestori dei servizi pubblici del comune, che impongono l'esigenza di intervenire ed apprestare tutte le misure e le risorse necessarie per una effettiva cura e difesa dell'interesse pubblico dalla compromissione derivante da ingerenze estranee riconducibili all'influenza e all'ascendente esercitati da gruppi di criminalita' organizzata» (TAR Lazio - Roma, sezione I, sentenza 20 agosto 2015, n. 10899).
L'omessa attivazione di meccanismi di difesa sia in ambito politico, accettando il sostegno dei consiglieri collegati alla criminalita' organizzata, sia in ambito amministrativo in settori nevralgici, quali l'urbanistica, la polizia municipale, l'erogazione dei sussidi ha reso il Comune decisamente permeabile a condizionamenti esterni ed alla infiltrazione mafiosa.
Nel corso dell'indagine, dunque, sono emersi concreti e rilevanti elementi che dimostrano, in maniera inequivocabile, l'esistenza di un forte condizionamento da parte della criminalita' organizzata nei processi decisionali, sia politici che amministrativi, del Comune di Pachino con pregiudizio degli interessi collettivita' e violazione di fondamentali principi costituzionali in materia di buon andamento, imparzialita' e libera concorrenza, tenuto conto, per un verso, della «accertata o notoria diffusione della criminalita' organizzata nel territorio» e, per l'altro, delle «precarie condizioni di funzionalita' dell'ente locale» (Consiglio di Stato, IV, n. 1004/2007), nonche' del condizionamento, manifestatosi nei diversi settori comunali, mediante condotte attive, omissioni e tramite collegamenti diretti e indiretti intrattenuti con esponenti criminali locali. Al proposito, si rammenta l'opinione ormai consolidata in giurisprudenza in base alla quale in presenza di un fenomeno di criminalita' organizzata diffuso nel territorio, gli elementi posti a conferma di collusioni, collegamenti e condizionamenti, vanno considerati nel loro insieme, giacche' solo dal loro esame complessivo puo' ricavarsi la ragionevolezza della ricostruzione di una situazione identificabile come presupposto per lo scioglimento degli organi elettivi (Consiglio Stato 18 ottobre 2018, n. 5970/2018; C. Stato, IV, 6 aprile 2005, n. 1573; IV, 4 febbraio 2003, n. 562; V, 22 marzo 1998, n. 319; 3 febbraio 2000, n. 585).
Per quanto sopra, sulla scorta delle conclusioni della Commissione d'indagine, condivise in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica alla presenza del rappresentante della Procura distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, del Procuratore aggiunto della Repubblica di Siracusa e del Capo centro della DIA di Catania, si propone lo scioglimento del consiglio comunale di Pachino, ai sensi e per gli effetti dell'art. 143 TUEL, comma 4.
Con riferimento alle misure utili a far cessare i pregiudizi in atto e ricondurre alla normalita' la vita amministrativa dell'Ente, conformemente alla richiesta avanzata Commissione d'indagine, si propone ai sensi e per gli effetti dell'art. 143 TUEL, la sospensione dall'impiego, per un periodo pari alla gestione commissariale straordinaria, del Comandante della Polizia municipale, Omissis, dipendente di categoria D con qualifica di funzionario di vigilanza, e dell'impiegato comunale, Omissis, dipendente di categoria D con qualifica di istruttore, addetto ai servizi cimiteriali. Al riguardo si segnala che i predetti dipendenti in atto sono rispettivamente il primo in aspettativa, con distacco al Comune di Pozzallo e il secondo sottoposto a misura cautelare in carcere.
Inoltre, in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e' stata condivisa l'opportunita' di destinare ad altro ufficio i dipendenti della Polizia municipale Omissis e Omissis in considerazione del settore delicato in cui operano e dei reati per i quali sono stati rinviati a giudizio in concorso con il loro Comandante. Si formula pertanto richiesta di destinare i predetti dipendenti ad altro ufficio o mansione.
Tanto si rassegna per le valutazioni di codesto Ministero, facendo riserva di trasmettere con separato plico, secondo le indicazioni contenute nella circolare n. 34455 del 21 maggio scorso la documentazione a corredo della presente proposta.
Siracusa, 17 novembre 2018

Il prefetto: Castaldo
 
Art. 2

La gestione del Comune di Pachino (Siracusa) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Carmelo Musolino - viceprefetto;
dott.ssa Rosanna Mallemi - viceprefetto aggiunto;
dott. Vincenzo Lo Fermo - dirigente seconda fascia.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma addi', 15 febbraio 2019

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei
ministri

Salvini, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 25 febbraio 2019 Ministeri interno e difesa, reg.ne succ. n. 439