Gazzetta n. 100 del 30 aprile 2019 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 2019
Scioglimento del consiglio comunale di San Cataldo e nomina della commissione straordinaria.



IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di San Cataldo (Caltanissetta) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014;
Considerato che dall'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata, che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi, della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 26 marzo 2019, alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di San Cataldo (Caltanissetta) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il Comune di San Cataldo (Caltanissetta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 25 maggio 2014, presenta forme d'ingerenza da parte della criminalita' organizzata, che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Il 9 luglio 2018, a conclusione di un'articolata operazione di polizia giudiziaria denominata «Pandora», e' stata data esecuzione ad un'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Caltanissetta, applicativa di misure cautelari restrittive della liberta' personale nei confronti di sedici persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione e turbata liberta' degli incanti.
Gli accertamenti esperiti dagli organi inquirenti hanno fatto emergere come le organizzazioni criminali localmente dominanti abbiano esteso la propria ingerenza negli appalti pubblici ed, in particolare, nel lucroso settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, delineando il ruolo svolto da taluni elementi dell'apparato burocratico dell'ente e da un ex funzionario comunale nominato dal sindaco - dopo il suo collocamento in quiescenza a febbraio 2017 - consulente esterno dell'Ufficio tecnico.
Segnatamente, sulla scorta dell'impianto accusatorio contenuto nel richiamato provvedimento giudiziario, dietro la scelta dell'affidamento diretto di taluni servizi e lavori comunali vi sarebbero state non gia' reali ragioni di urgenza bensi' una «programmata volonta'» di avvantaggiare le imprese affidatarie con il conseguimento di utilita' da parte di dipendenti infedeli, anche mediante la stipula di subcontratti con ditte riconducibili a loro familiari.
A seguito delle descritte, gravi vicende e delle risultanze di un attento monitoraggio svolto nei confronti dell'istituzione locale, il prefetto di Caltanissetta, con decreto del 7 novembre 2018, ha disposto l'accesso presso il comune, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine delle indagini, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, alla luce delle quali, il prefetto, sentito nella seduta del 14 febbraio 2019 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica - integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta - ha trasmesso l'allegata relazione in pari data, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione del citato art. 143.
Il Comune di San Cataldo - noto per le antiche «solfare» e per gli altri giacimenti minerari ad oggi in gran parte dismessi - e' un importante centro agricolo e commerciale ed ha recentemente conosciuto una notevole espansione demografica a seguito di consistenti fenomeni migratori dal vicino capoluogo di provincia.
Su quel territorio e' stata giudizialmente accertata la radicata presenza di una potente cellula dell'organizzazione malavitosa tradizionalmente denominata «cosa nostra», dotata di un raggio di azione che investe ampie zone del nisseno e le cui dinamiche interne sono state messe in luce sia da pregresse operazioni di polizia giudiziarie sia dalle recenti indagini coordinate dalla locale direzione distrettuale antimafia e sfociate nell'adozione della summenzionata ordinanza cautelare.
In tale contesto, riferisce il prefetto che l'organo di vertice dell'attuale compagine di governo del comune - la cui candidatura, in occasione delle consultazioni amministrative del 2014, e' stata appoggiata da liste di candidati in cui figuravano due soggetti legati da stretti vincoli familiari a noti capiclan - sin dalla fine degli anni '90 ha rivestito la carica di consigliere comunale di San Cataldo, assumendo anche il ruolo di presidente dell'organo consiliare dopo essere stato eletto a novembre 1997 e fino a giugno 2001.
In ordine all'attivita' gestionale dell'ente sono state riscontrate, in sede di accesso, diffuse irregolarita' ed anomalie aggravate da una generalizzata inerzia in settori nevralgici dell'amministrazione, le quali - unitamente alla fitta rete di rapporti clientelari delineata negli atti della magistratura inquirente - si sono rivelate funzionali agli interessi economici delle cosche territorialmente egemoni.
Al riguardo, la commissione di indagine stigmatizza le innumerevoli ordinanze contingibili ed urgenti, adottate ai sensi dell'art. 191 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, con cui il primo cittadino - a far data da giugno 2014 - ha disposto la proroga dell'affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani in favore di un'associazione temporanea di imprese costituita da due societa' destinatarie, a settembre 2018, di certificati interdittivi antimafia emessi dalla prefettura di Caltanissetta.
Piu' nel dettaglio, il prefetto pone in rilievo i pregiudizievoli collegamenti tra le consorterie sancataldesi e l'amministratore di una delle imprese in questione, evidenziando altresi' le manovre poste in essere dal sopra citato consulente esterno dell'Ufficio tecnico comunale e da uno dei dipendenti dell'ente coinvolti nell'operazione «Pandora» al fine di pilotare, a vantaggio della predetta impresa, la procedura ad evidenza pubblica indetta a dicembre 2014 per l'aggiudicazione del servizio di igiene urbana.
Le risultanze investigative hanno inoltre messo in luce che tra i dipendenti dell'altra societa' facente parte della menzionata associazione temporanea di imprese, ripetutamente affidataria del servizio di raccolta e trasporto rifiuti, figuravano diversi esponenti dei sodalizi radicati nel territorio.
La medesima societa' e' poi risultata reiteratamente affidataria, da settembre 2011 a dicembre 2015, del servizio di tumulazione cimiteriale a seguito di proroghe di cottimi fiduciari disposte in violazione dei principi di imparzialita' e di libera concorrenza atteso che, come evidenziato dalla commissione di indagine, l'amministrazione comunale ben avrebbe potuto provvedere tempestivamente all'aggiudicazione del servizio per il tramite di procedure aperte alla partecipazione di altre imprese eventualmente interessate. Assume peraltro valore emblematico la circostanza che un dipendente della societa' in argomento - destinatario dell'ordinanza applicativa di misure restrittive personali da cui e' scaturito l'accesso - ha continuato ad occuparsi dei servizi cimiteriali pur dopo che l'ente, a far data da gennaio 2017, aveva provveduto alla loro internalizzazione.
Altra vicenda sintomatica della permeabilita' del comune alle illegittime ingerenze delle associazioni di tipo mafioso e' quella relativa al servizio di trasporto funebre per persone indigenti affidato, ad aprile dello scorso anno, ad un'impresa gia' sottoposta a confisca ed in stato di amministrazione giudiziaria fin da giugno 2011. Le verifiche esperite dall'organo ispettivo hanno evidenziato che per l'espletamento del servizio in parola, in esito ad una procedura negoziata senza bando di gara indetta ai sensi dell'art. 63 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, l'ente ha stipulato una convenzione con il rappresentante legale della predetta impresa - stretto parente di un personaggio di primo piano della criminalita' organizzata locale - in assenza della prescritta autorizzazione dell'amministratore giudiziario.
Con riferimento, poi, al settore dell'edilizia popolare e' stata rilevata la grave inerzia dell'organo di vertice della compagine di governo del comune che ha omesso di dare seguito a ventuno proposte di ordinanze di demolizione, adottate dal competente ufficio dell'ente, nei confronti di altrettanti occupanti abusivi di alloggi popolari, tra cui figurano un esponente di ambienti malavitosi, destinatario del piu' volte citato provvedimento cautelare, e numerosi soggetti con pregiudizi di natura penale. In proposito, il prefetto segnala inoltre che l'amministrazione comunale non ha intrapreso alcuna iniziativa per il recupero dei canoni di locazione da parte di numerosi assegnatari degli alloggi di edilizia popolare, rimasti inadempienti pur dopo aver beneficiato di un piano di rateizzazione concordato con il comune nel 2015.
Infine, sul piano economico-finanziario le risultanze dell'accesso hanno disvelato una situazione gravemente deficitaria che ha determinato il dissesto dell'ente - deliberato dal consiglio comunale a gennaio 2019 ex art. 244 del decreto legislativo n. 267 del 2000 - e sulla quale hanno pesantemente inciso sia i ritardi e le inefficienze nell'attivita' di riscossione delle entrate comunali sia la scarsa incisivita' dell'azione di contrasto dei fenomeni di evasione tributaria. In particolare, sono emerse le posizioni debitorie sia di alcuni amministratori e dipendenti del comune sia di esponenti delle cosche radicate nel territorio o di loro familiari.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Cataldo (Caltanissetta), volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di San Cataldo (Caltanissetta) ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 26 marzo 2019

Il Ministro dell'interno: Salvini
 
Art. 2

La gestione del Comune di San Cataldo (Caltanissetta) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Filippo Romano - viceprefetto;
dott.ssa Giuseppa Di Raimondo - viceprefetto a riposo;
dott. Leonardo Richichi - funzionario economico finanziario a riposo.
 
PREFETTURA - UFFICIO TERRITORIALE
DEL GOVERNO DI CALTANISSETTA

- Area I -
Prot. n.105/A.F.I./O.E.S.

Caltanissetta, 14 febbraio 2019

All'on. Ministro dell'interno

Roma

Oggetto: Comune di San Cataldo (CL) - Relazione sull'esito degli accertamenti ispettivi volti a verificare la sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Premessa

Con decreto n. 17102/128/97(7)-Uff. V - Affari territoriali del 2 novembre 2018 il Ministro dell'interno ha delegato questa prefettura ad esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti del Comune di San Cataldo (CL).
Con decreto n. 610/Area funz. I/O.E.S./Area I del successivo 7 novembre 2018 e' stata, conseguentemente, nominata la Commissione di accesso e di accertamento per lo svolgimento di mirati approfondimenti atti a verificare la sussistenza di elementi integranti la fattispecie dissolutoria attinente al condizionamento o alla infiltrazione della criminalita' organizzata.
L'iniziativa ha avuto impulso dall'operazione di polizia giudiziaria denominata Omissis, con cui il 9 luglio 2018, al termine di una complessa attivita' investigativa che ha disvelato gravi forme di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di igiene urbana ed una rete di rapporti di soggetti che illecitamente hanno gestito alcune gare di appalto del Comune di San Cataldo (CL), militari dei comandi provinciali dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza di Caltanissetta hanno eseguito l'ordinanza nn. 507/16 e 301/17 RGIP, emessa il 28 giugno 2018 dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Caltanissetta, applicativa di misure cautelari restrittive della liberta' personale nei confronti di sedici persone, tra i quali esponenti della consorteria mafiosa operante nel territorio comunale di San Cataldo (CL), amministratori di imprese dei settori dell'igiene urbana e dell'edilizia, nonche' funzionari comunali in servizio presso l'Ufficio tecnico comunale, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, turbata liberta' degli incanti. Situazione della sicurezza pubblica sul territorio
In via preliminare si osserva che la Commissione di indagine ha esaminato vari aspetti storici, geografici e socio-economici del Comune di San Cataldo, che conta 23.424 abitanti, noto per essere un importante polo agricolo e commerciale della Provincia di Caltanissetta, ricompreso in un ambito territoriale caratterizzato dalla radicata e pervasivi presenza di organizzazioni criminali, con un ampio raggio di azione che si estende anche ad altri Comuni della provincia nissena. (Relazione pagg. 16 - 19).
Dalle diverse operazioni di polizia giudiziaria, in particolare quella nota come Omissis, sfociate in pronunciamenti giudiziari ormai irrevocabili che hanno delineato i profili storici del fenomeno mafioso tradizionalmente presente nella Provincia di Caltanissetta, emerge un'articolazione dell'organizzazione mafiosa 'cosa nostra' operante nel territorio comunale di San Cataldo (CL) quale cellula del mandamento mafioso di Vallelunga Pratameno (CL), ove il ruolo di esponente di spicco di siffatto mandamento e' stato svolto dapprima da Omissis, inteso Omissis, e successivamente, in seguito all'arresto di quest'ultimo, da Omissis, divenuto reggente della provincia mafiosa di Caltanissetta. (Relazione pagg. 20 - 51).
Occorre far presente che l'operazione di polizia giudiziaria denominata Omissis ha delineato un retroterra storico-fattuale nel territorio comunale di San Cataldo (CL) di significativa ampiezza, nel quale confluirebbero spiccate forme di reita' mafiosa unitamente a manifestazioni di criminalita' propria dei c.d. «colletti bianchi», sulla scorta dell'unicita' del movente teleologico costituito dalla locupletazione individuale o di gruppo in spregio ai principi della libera concorrenza e della tutela della res publica. (Relazione pagg. 101 - 142).
L'anzidetta operazione di polizia giudiziaria si salda, in un rapporto di complementarieta', con un'altra importante operazione giudiziaria, nota come Omissis, eseguita nel 2015, che ha condotto in quel territorio comunale ad una significativa resezione dell'ambiente criminale sancataldese, nel quale la presenza della criminalita' organizzata era apparsa intrecciata con altre manifestazioni delittuose, legate al mondo del traffico degli stupefacenti ed a quello della prostituzione.
Il contesto investigativo appena menzionato ha consentito di individuare gli attuali esponenti di spicco della famiglia mafiosa di 'cosa nostra' operante nel territorio di San Cataldo (CL), al cui vertice, in veste di reggenti, si sarebbe affermata, a partire dal 2007, la figura di Omissis, accanto al quale emergevano le figure dei fratelli Omissis, Omissis, Omissis ed Omissis, nonche' Omissis, quest'ultimo legato da rapporti di affinita' e solidarieta' criminale ai richiamati fratelli Omissis.
L'operazione di polizia giudiziaria Omissis mostrerebbe la continuita' delle attivita' criminali-mafiose rispetto a quelle emerse dall'operazione Omissis ed entrambe hanno confermato il ruolo di capo indiscusso della famiglia mafiosa sancataldese esercitato da Omissis, in atto detenuto, con la gestione diretta del potere criminale sul territorio da parte di sodali di 'cosa nostra', quali Omissis, Omissis ed i fratelli Omissis - tornati in liberta' dopo anni di detenzione - i quali opererebbero secondo le direttive del vertice criminale Omissis. L'attuale amministrazione comunale
Relativamente all'amministrazione comunale di San Cataldo (CL), si osserva che la stessa ha rinnovato i propri organi elettivi nelle consultazioni amministrative che si sono svolte il 25 e 26 maggio 2014 (primo turno) e l'8 e 9 giugno 2014 (ballottaggio), all'esito delle quali e' risultato eletto, dopo il turno di ballottaggio, alla carica di Omissis Omissis, il quale, unitamente alle liste civiche collegate, «Omissis» e «Omissis», ha ottenuto 6.679 voti, pari al 63,81 % dei voti validi, superando l'altro candidato Omissis - Omissis, che con le liste civiche collegate ha conseguito 3.788 voti, pari al 36,19 dei voti validi.
La Commissione d'accesso ha svolto una complessa attivita' di accertamento sui componenti dell'attuale amministrazione comunale e dell'apparato burocratico dell'Ente, nel corso della quale sono stati analizzati i precedenti penali, le posizioni soggettive ed i comportamenti dei predetti, nonche' le attivita' piu' significative dei settori amministrativi e tecnici con riferimento agli appalti ed affidamenti di lavori e servizi, cui hanno prestato collaborazione e apporto i rappresentanti delle Forze di polizia territoriali che hanno composto il gruppo di supporto.
Gli elementi informativi acquisiti sulla compagine politica del Comune di San Cataldo (CL) hanno consentito di lumeggiare alcune figure di amministratori locali, di funzionari e dipendenti comunali che, per contiguita' con esponenti della criminalita' organizzata locale, desunta da operazioni di polizia e da procedimenti giudiziari, fanno ragionevolmente desumere possibili incidenze dei sodalizi criminosi nei processi di formazione della volonta' degli organi elettivi ed amministrativi del comune in parola.
In particolare la Commissione ha evidenziato che il Omissis risulta legato da rapporti di parentela con soggetti controindicati e con gravi precedenti di polizia, alcuni dei quali con rapporti di colleganza nello stesso contesto lavorativo qual e' quello del servizio della nettezza urbana. (Relazione pagg. 59 - 67).
Tra l'altro si e' accertata la presenza nelle liste di maggioranza dei candidati consiglieri comunali «Omissis» e «Omissis», collegate al candidato Omissis, di tal Omissis, imparentato con l'esponente di spicco della criminalita' organizzata Omissis, nonche' di Omissis, nipote del sopra menzionato pregiudicato ed esponente della cosca mafiosa locale Omissis (Relazione pagg. 69 e 72).
Il Omissis vanta una lunga carriera politica nell'ambito del Comune di San Cataldo avendo rivestito cariche in seno all'amministrazione comunale fin dal 1997, piu' precisamente:
nel novembre 1997 eletto alla carica di Omissis con la lista Omissis (maggioranza), quindi nominato Omissis, carica dalla quale rassegnava le dimissioni il 25 giugno 2001;
amministrative del maggio 2002, eletto alla carica di Omissis (minoranza), con la lista Omissis;
amministrative del maggio 2007, candidatosi Omissis, veniva sconfitto al turno di ballottaggio, comunque eletto alla carica di Omissis (minoranza), con la lista civica «Omissis»;
amministrative del maggio 2012, eletto alla carica di Omissis (minoranza), con la lista civica «Omissis».
Nella veste di Omissis, congiuntamente alla compagine dell'attuale Omissis comunale, ha assunto impropriamente scelte di natura gestionale in assoluto contrasto con il sistema inderogabile della separazione tra attivita' di indirizzo politico-amministrativo degli organi di governo ed attivita' di gestione dell'apparato amministrativo. (Relazione pagg. 59-67). Appalti, affidamenti ed attivita' dell'Ente
Gli approfondimenti effettuati dalla Commissione, che si e' avvalsa delle Forze di polizia territoriali, hanno consentito di constatare come l'attuale amministrazione, che rientra tra quelle che saranno interessate alla tornata elettorale del 28 aprile prossimo, abbia consentito che determinati soggetti, contigui o vicini alla criminalita' organizzata, svolgessero ruoli determinanti all'interno dell'Ente locale, attribuendo incarichi di consulenza malgrado motivi quantomeno di' opportunita' ne sconsigliassero la scelta.
In particolare, i recenti riscontri investigativi approdati nel procedimento giudiziario denominato «Omissis» hanno fatto emergere una lunga serie di fatti e vicende di rilevante evidenza, alcuni dei quali venuti alla luce per l'azione degli organi investigativi ed inquirenti con notevole clamore mediatico, che testimoniano una rilevante permeabilita' dell'Ente locale ad influenze criminali, unitamente ad una perdurante mala gestio che ha coinvolto settori nevralgici dell'azione amministrativa comunale attraverso una intensa trama di rapporti clientelari che ha consentito ingerenze mafiose nell'apparato pubblico locale.
Nella ricostruzione del grado di influenza esercitata dalla criminalita' organizzata sugli organi comunali e su determinate scelte effettuate dall'attuale amministrazione comunale di San Cataldo, nonche' sull'inadeguatezza di quel vertice politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza e di controllo nei confronti della burocrazia e dei gestori di pubblici servizi del predetto comune, appare opportuno sintetizzare di seguito quelle vicende e circostanze ritenute dalla Commissione di indagine, per significativita' e concludenza, sintomatiche di un collegamento con la criminalita' organizzata e della fragile permeabilita' dell'Ente alle ingerenze provenienti da contesti criminali:
le gravi forme di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani del Comune di San Cataldo e la rete di rapporti tra soggetti malavitosi e funzionari comunali nell'affidamento del servizio in parola disvelati dall'operazione di polizia giudiziaria «Omissis» con l'applicazione di misure cautelari in carcere per sedici persone, tra i quali esponenti di spicco della criminalita' organizzata e funzionari dell'Ufficio tecnico comunale, alcuni dei quali indagati dalla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta anche del reato di concorso esterno all'associazione mafiosa. Cio' si e' evidenziato in un contesto di connivente inerzia dell'amministrazione comunale che ha affidato per un quinquennio detto servizio di igiene urbana ad un'associazione temporanea di due imprese, la «Omissis» e la «Omissis», che sono risultate condizionate dalla presenza al loro interno di soggetti organici alla locale consorteria mafiosa, tali da essere destinatarie di informazione antimafia interdittiva adottate da questa Prefettura in data 25 settembre 2018;
gravi fatti corruttivi e connivenze istituzionali presso l'Ufficio tecnico comunale di San Cataldo, in particolare con il «Omissis» pro tempore Omissis, a proposito dell'affidamento diretto della direzione dei lavori previsti da un «Contratto di Quartiere» finalizzati alla riqualificazione urbana del quartiere «Omissis», aggravati dall'indifferenza dell'attuale amministrazione comunale che ha omesso di adottare adeguate misure per impedire le accertate distorsioni amministrative;
la mancanza di trasparenza nelle procedure per gli affidamenti degli interventi di manutenzione sulle strade di competenza comunale in favore delle societa' «Omissis» e «Omissis», risultate «vicine» a funzionari dell'Ufficio tecnico comunale per la loro compartecipazione occulta alle stesse, con l'effettuazione di pagamenti privi di documenti giustificativi per lavori in subappalto ad una ditta, «Omissis», che non risulta indicata tra le ditte in subappalto;
l'anomalo affidamento in somma urgenza - non riscontrata - dell'avviamento degli impianti di riscaldamento delle scuole comunali deliberato dalla Giunta comunale il Omissis, quindi tardivo rispetto al calendario, stante l'inerzia dell'amministrazione nella programmazione del servizio di cui trattasi;
la prosecuzione della convenzione relativa alla gestione dei lavori all'interno del cimitero comunale oltre il termine previsto contrattualmente ad opera di una impresa edile, il cui amministratore risulta coinvolto nell'operazione di polizia giudiziaria «Omissis», che nel 1992 ha condotto all'emissione di misure cautelari per fatti di criminalita' organizzata nei confronti di numerosi soggetti, seppur assolto a conclusione della vicenda processuale;
l'anomalo affidamento della convenzione per il servizio di trasporto salme ad un'agenzia onoranze funebri, confiscata alla criminalita' organizzata locale, il cui titolare risulta figlio di un esponente di spicco della famiglia mafiosa sancataldese, il quale ha dissimulato la condizione dell'impresa sottoposta a misura di prevenzione patrimoniale, procedendo in assenza del consenso dell'amministratore giudiziario di quell'impresa;
l'ingiustificata presenza di un esponente della criminalita' organizzata all'interno del cimitero comunale che svolge le mansioni di necroforo, il quale si relaziona con il Omissis e con Omissis competente per garantire alla ditta datrice di lavoro del medesimo malavitoso la prosecuzione dell'affidamento del servizio di tumulazione;
l'omessa adozione da parte del Omissis delle ordinanze di sgombero di 21 alloggi popolari, su proposta del competente servizio comunale, nei confronti di altrettanti occupanti abusivi, tra i quali si annoverano numerosi pregiudicati appartenenti alla locale cosca criminale;
l'ingiustificata omissione da parte dell'amministrazione comunale di attivita' di recupero dei tributi locali e della TARSU nei confronti di numerosi cittadini morosi o insolventi, tra i quali risultano molti esponenti ed appartenenti alla criminalita' organizzata locale;
una gestione da parte dell'amministrazione comunale dei beni confiscati alla criminalita' organizzata priva di adeguata pubblicizzazione nelle assegnazione di alcune unita' immobiliari a privati;
una blanda attivita' di vigilanza dell'apparato politico-amministrativo in materia di prevenzione e repressione degli abusi edilizi;
legami di parentela dell'attuale Omissis con soggetti gravati di precedenti penali e di polizia, alcuni dei quali aventi rapporti di lavoro nel settore della raccolta dei rifiuti alle dipendenze di una delle anzidette imprese della nettezza urbana ove operano numerosi soggetti organici e/o appartenenti alla criminalita' organizzata;
la presenza in due liste dei candidati consiglieri comunali, nelle consultazioni elettorali amministrative del 2014, che hanno sostenuto l'attuale Omissis di due soggetti che hanno stretti vincoli di parentela con altrettanti esponenti di spicco della locale consorteria mafiosa.
Con riguardo all'operazione «Omissis», il Tribunale del Riesame di Caltanissetta, con distinti provvedimenti giudiziari assunti il 1° agosto 2018, ha confermato l'originario impianto accusatorio compendiato nell'ordinanza nn. 507/2016 e 301/2017 RGIP del Giudice per le indagini preliminari del 28 giugno 2018, con la quale, al termine di una complessa attivita' investigativa che ha disvelato gravi forme di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di igiene urbana ed una rete di rapporti di soggetti che illecitamente hanno gestito alcune gare di appalto del Comune di San Cataldo (CL), sono state applicate misure cautelari restrittive della liberta' personale nei confronti di sedici persone, tra i quali esponenti della consorteria mafiosa operante nel territorio comunale di San Cataldo (CL), amministratori di imprese dei settori dell'igiene urbana e dell'edilizia, nonche' funzionari comunali in servizio presso l'Ufficio tecnico comunale, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, turbata liberta' degli incanti, escludendo per alcuni l'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991.
Nel merito della suddetta vicenda giudiziaria, dalla menzionata Ordinanza giudiziaria e' emerso che alcuni funzionari comunali in servizio presso l'Ufficio tecnico del Comune di San Cataldo (CL) ed, in particolare, Omissis - gia' Omissis della anzidetta struttura comunale, poi nominato, dopo il suo collocamento a riposo, consulente esterno di quell'Ufficio tecnico dal Omissis - avrebbero posto in essere una serie di manovre tese a pilotare alcune procedure di gara ad evidenza pubblica, tra le quali l'affidamento definitivo del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, nonche' quella afferente la progettazione, l'esecuzione e la direzione dei lavori per la riqualificazione di un quartiere del centro storico del Comune di San Cataldo (CL), questi ultimi finanziati con fondi dell'Unione europea.
Relativamente alla prima delle anzidette vicende, soggetti della criminalita' organizzata di San Cataldo (Omissis - Omissis - Omissis), secondo le acquisizioni giudiziarie, avrebbe manifestato un forte interesse per il settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani del comune in parola mediante l'imposizione dell'assunzione di propri sodali o di soggetti organici alla citata cosca mafiosa nelle imprese affidatarie del servizio di igiene urbana o, in alternativa, mediante richieste di natura estorsiva, conseguendo una posizione di dominio all'interno della societa' «Omissis», destinataria, insieme alla societa' «Omissis», di ripetute ordinanze sindacali di affidamento diretto del servizio di igiene urbana per la durata di cinque anni.
Cio' in virtu' di meri provvedimenti assunti dall'attuale Amministrazione comunale, ai sensi dell'art. 191 decreto legislativo n. 125/2006, prima dello svolgimento della procedura ad evidenza pubblica concernente l'affidamento settennale del citato servizio pubblico, avviata nel 2014 e a tutt'oggi non ancora formalmente definita con la sottoscrizione del contratto di affidamento del servizio.
A loro volta, le sopra richiamate imprese si sarebbero adoperate in vario modo per ottenere la conferma nel tempo dell'affidamento del servizio in discussione nonche' l'assegnazione definitiva dello stesso servizio nella procedura di pubblico incanto attraverso una serie di manovre corruttive e di turbativa della liberta' degli incanti, finalizzate a pretermettere in modo illecito le imprese concorrenti.
In relazione a tali circostanze gli accertamenti ispettivi hanno confermato la sussistenza di forti elementi di interrelazione in quel contesto ambientale tra la reita' mafiosa e quella dei colletti bianchi, corredata da forme di agevolazioni intenzionali in favore della organizzazione mafiosa da parte di funzionari infedeli ed imprenditori complici.
Nella vicenda amministrativa relativa alla gestione del servizio dell'igiene ambientale, secondo la Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta, si sarebbero innestati gli interessi locupletativi della famiglia mafiosa locale, retta dai pregiudicati Omissis e dai fratelli Omissis, indagati nell'occorso anche del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, tutti dipendenti della «Omissis», societa' componente dell'associazione temporanea di imprese incaricata, sin dall'autunno 2013, del servizio di igiene ambientale del Comune di San Cataldo, unitamente alla «Omissis», entrambe con sede legale a San Cataldo.
Dagli elementi informativi delle Forze di polizia acquisiti dalla Commissione di indagine emerge che entrambe le imprese di igiene ambientale sono risultate decisamente asservite alla cosca mafiosa di San Cataldo, con la differenza che mentre la «Omissis» ha di fatto subito l'imposizione di numerose assunzioni al suo interno da parte della consorteria mafiosa, l'amministratore della «Omissis», tal Omissis, ha approfittato di tali rapporti.
Inoltre, dietro la scelta dell'affidamento diretto alle anzidette societa', vi sarebbero state non gia' reali ragioni di urgenza, quanto piuttosto una programmata volonta' di avvantaggiare le imprese affidatarie, all'ombra di vantaggi economici perseguiti da funzionari comunali infedeli, mediante la stipula di subcontratti con imprese riconducibili a loro familiari (id est Omissis, dipendente U.T.C., indagato nell'ambito del procedimento «Omissis») oppure attraverso la percezione di corrispettivi per l'illegittima reiterazione delle ordinanze dichiarative dell'urgenza, tutte firmate dall'attuale Omissis.
Come sopra anticipato, delle due imprese associate solo una avrebbe ricavato reali benefici, ossia la «Omissis», capofila, che forniva i mezzi per l'espletamento del servizio, laddove la «Omissis», chiamata a fornire la manodopera, subiva le conseguenze negative date dall'assunzione imposta del personale per favorire mafiosi o amministratori, senza ricevere dalla capofila introiti sufficienti alla copertura dei relativi costi.
Non a caso, dai richiamati provvedimenti giudiziari si rileva che la societa' «Omissis», tramite il suo amministratore Omissis, si sarebbe adoperata, insieme al Omissis dell'Ufficio tecnico comunale Omissis ed al funzionario comunale appartenente al medesimo ufficio Omissis, per alterare la gara di appalto bandita dal Comune di San Cataldo si' da ottenere l'affidamento definitivo del servizio in parola di durata settennale.
Peraltro, secondo l'assunto dell'organo giudiziario inquirente, al richiamato Omissis sono state contestate le seguenti condotte illecite: a) concorso esterno nell'associazione mafiosa per aver favorito l'assunzione di sodali al predetto gruppo mafioso nella «Omissis» ed aver partecipato turbando l'asta alla gara per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti, al fine di garantire il mantenimento delle posizioni lavorative ottenute dalla famiglia mafiosa locale presso quella societa'; b) molteplici atti di corruzione nei confronti del Omissis dell'Ufficio tecnico comunale Omissis per l'esercizio della funzione al fine, puntualmente conseguito, di ottenere l'affidamento diretto in somma urgenza del servizio pubblico in questione con le relative proroghe che hanno avuto complessivamente una durata quinquennale; c) diversi condotte di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio consistiti nella manipolazione della gara per l'affidamento del servizio pubblico in argomento; d) turbativa della gara anzidetta finalizzata all'esclusione delle prime due imprese classificate e l'aggiudicazione del servizio di smaltimento dei rifiuti in favore dell'A.T.I. costituita dalla predetta «Omissis»s e dalle societa' «Omissis» e «Omissis».
In particolare, ripercorrendo nell'anzidetta ordinanza giudiziaria le dinamiche criminali nelle quali affiora l'interessamento della famiglia mafiosa di San Cataldo, si osserva che il predetto Omissis, allorche' si adoperava per far partecipare la societa' che amministrava, la «Omissis», alla gara ad evidenza pubblica indetta dal comune in parola nel 2014 consociandosi in un'associazione temporanea di imprese con altre societa', si premurava di tenere informati i componenti dell'associazione mafiosa sullo svolgimento della gara e sugli «appoggi» illeciti su cui potevano contare, avendo assicurato a questi ultimi la prosecuzione delle posizioni lavorative in origine acquisite presso la «Omissis», sfruttando la forza intimidatoria dell'associazione mafiosa a proprio vantaggio per continuare ad ottenere proroghe dell'appalto in parola.
L'organo giudiziario inquirente ha accertato che in tale contesto l'allora Omissis dell'Ufficio tecnico comunale, Omissis, si era prodigato a promuovere nel tempo il rinnovo delle ordinanze dichiarative dello stato di urgenza che avrebbero giustificato la proroga dell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti all'anzidetta associazione di imprese, con il vantaggio personale di percepire indebite tangenti e favorire in tal modo le aziende sopra citate, infiltrate dalla locale cosca criminale.
Tale ingerenza della criminalita' organizzata permaneva, sia pur con modalita' diverse, anche quando il Comune di San Cataldo (CL) ha bandito, in data 23 dicembre 2014, una gara ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, per il consistente importo di 20 milioni di euro.
La medesima ordinanza del Giudice per le indagini preliminari riporta che e' stato accertato l'effettivo asservimento della societa' «Omissis» agli interessi della consorteria criminale, parimenti ad un reale interesse del sodalizio mafioso alla gara d'appalto pubblico bandita nel 2014 dal Comune di San Cataldo per l'affidamento definitivo del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, acclarando l'esecuzione di condotte finalizzate al turbamento della normale evoluzione della citata gara d'appalto, al fine di determinare l'aggiudicazione definitiva in favore della societa' d'interesse, cosi' garantendo il sostentamento della consorteria mafiosa.
Nel corso dei propri accertamenti, la Commissione di indagine ha acclarato l'adozione di molteplici ordinanze sindacali di proroga del servizio a favore della ATI in argomento nonche' ha verificato che risultavano assunti alle dipendenze della «Omissis» numerosi soggetti con pregiudizi penali e giudiziari che operavano presso quella societa' con mansioni di coordinamento e di addetti allo spazzamento delle strade ed alla raccolta dei rifiuti solidi urbani; inoltre altri esponenti del locale sodalizio mafioso lavoravano alle dipendenze della societa' in argomento con le mansioni di addetto al cimitero di San Cataldo, la cui gestione risulta affidata da tempo all'anzidetta societa' Omissis (Relazione pagg. 130, 165, 170).
In tale contesto, emerge che il Omissis dell'Ufficio tecnico del Comune di San Cataldo (CL), Omissis, si adoperava dall'anno 2014 per far conseguire l'assegnazione diretta con proroghe trimestrali dell'anzidetto appalto all'A.T.I. composta dalla «Omissis» e dalla «Omissis», in tal modo consentendo agli esponenti del sodalizio mafioso di conseguire l'illecito profitto derivante dalle loro assunzioni, in alcuni casi meramente fittizie, presso le menzionate aziende, ottenendo per se' illeciti vantaggi patrimoniali.
Occorre, inoltre, far presente che la citata ordinanza cautelare del Giudice per le indagini preliminari del 28 giugno 2018 ha evidenziato come il predetto Omissis, amministratore della Omissis, mirasse a proseguire il servizio in argomento attraverso la partecipazione alla gara di appalto ad evidenza pubblica mettendo in atto condotte finalizzate alla accertata turbativa d'asta per l'aggiudicazione definitiva in suo favore del citato servizio.
Cio' nell'obiettivo di mantenimento delle posizioni di impiego degli appartenenti alla famiglia mafiosa di San Cataldo, in quanto gia' occupati nella cooperativa Omissis, associata alla «Omissis». Peraltro, dagli accertamenti effettuati e', poi, emerso che gli operatori della Omissis sono stati tutti, successivamente, assorbiti nella Omissis, probabilmente in vista dell'aggiudicazione dell'espletanda gara per l'affidamento settennale del servizio, gara in cui venivano riposte forti aspettative in ragione della complicita' dell'Ufficio tecnico comunale.
Ed invero, dal suddetto provvedimento giudiziario si rileva che il richiamato Omissis risulta:
indagato per il reato di corruzione per aver dato al richiamato Omissis, in qualita' di Omissis dell'Ufficio tecnico comunale di San Cataldo (CL), somme di denaro per il compimento di atti del proprio ufficio nell'affidamento diretto e piu' volte prorogato del vigente servizio di igiene urbana in favore dell'A.T.I., di cui e' componente la (Omissis);
avere turbato, in concorso con alcuni funzionari comunali, attraverso condotte di induzione mediante inganni e collusioni, la gara ad evidenza pubblica per l'aggiudicazione del servizio di igiene ambientale per ottenere l'esclusione delle prime due ditte classificate e, di riflesso, conseguire l'aggiudicazione ad un A.T.I. composta anche dalla «Omissis», di cui e' amministratore.
Tale strategia, secondo quanto accertato dalla Commissione d'accesso, si sarebbe concretata nell'adozione di una serie di manovre, poste in essere dal richiamato Omissis unitamente al (Omissis): dalla richiesta di pareri all'ANAC, in merito all'operato della Commissione di gara, alle richieste del Omissis di chiarimenti alla citata Commissione di gara, alle istanze di riesame della documentazione delle ditte partecipanti alla gara (si veda al riguardo da pag 114 e seguenti della Relazione d'accesso).
Inoltre, la Commissione d'accesso ha anche rilevato che il dipendente dell'Ufficio tecnico comunale Omissis, rappresentante della stazione appaltante presso l'Ufficio regionale per l'espletamento di gare per l'appalto di lavori pubblici (U.R.E.G.A.), che avrebbe dovuto partecipare a una riunione per la valutazione della documentazione prodotta dalla prima classificata, disertava quella riunione rallentando il compimento degli adempimenti previsti; tale condotta e' stata anche sindacata in sede giudiziaria stante la illegittimita' di quell'assenza per l'incerta giustificazione fornita dal medesimo dipendente comunale.
La Commissione d'indagine, in oltre, ha avuto modo di rilevare come lo Omissis, anche dopo il suo collocamento a riposo in data Omissis, avesse la capacita' di incidere sulle proroghe a favore della ATI nonche' sulla gara in corso essendo stato nominato dall'attuale Omissis consulente dell'amministrazione comunale, al fianco del nuovo responsabile unico del procedimento, Omissis, il quale, privo di esperienze nel settore, faceva affidamento proprio nell'«Omissis».
Cio' emerge anche dalle intercettazioni telefoniche riportate nella sopra indicata ordinanza del GIP:
in una conversazione con alcune persone tra le quali il Omissis, lo Omissis spiegava di aver dato indicazioni al Omissis di preparare una nota da sottoporre al Omissis, nella qualita' di Omissis pro tempore dell'Ufficio tecnico comunale, in vista di uno strumentale inoltro di richiesta di parere all'A.N.A.C., con cui si formulavano alcune riserve e perplessita', in ordine alle valutazioni della commissione di gara sulla posizione delle prime due imprese classificate, in modo da provocare un contradditorio con quella commissione e attuare una politica dilatoria che favoriva la «Omissis» per effetto del rinnovo delle proroghe dell'affidamento diretto del servizio in parola;
nell'ambito di altre conversazioni captate all'interno del nucleo familiare dell'Omissis si rileva che tra i familiari dello stesso si continuasse a discettare circa la necessita' di puntualizzare i termini dell'accordo con il Omissis, dal quale si pretendevano precise rassicurazioni circa l'impiego del figlio Omissis (indagato nell'ambito dell'operazione di p.g. «Omissis») e della moglie in attivita' lavorative ben remunerate.
Dalla relazione d'accesso si evince, conclusivamente, che gli atti amministrativi relativi all'affidamento del servizio di igiene urbana del Comune e la tortuosita' delle vicende inerenti le procedure di gara dell'assegnando servizio di igiene urbana fanno ritenere che l'attuale amministrazione comunale di San Cataldo (CL) non si sia adoperata, nel corso del tempo, per una, decisione risolutiva sulla vicenda, perseverando invece per ben cinque anni con una scelta amministrativa fondata su ordinanze asseritamene contingibili ed urgenti con cui e' stato prorogato l'originario affidamento diretto all'associazione temporanea costituita dalle anzidette imprese, risultate condizionate ed influenzate dalla locale criminalita' organizzata.
Secondo quanto accertato dalla detta Commissione, il quadro che ne deriva sul piano della gravita' indiziaria e' quello di un intenzionale boicottaggio della procedura di incanto pubblico nei confronti delle imprese classificatesi ai primi due posti con un sotterraneo pilotaggio della stessa a vantaggio della terza in graduatoria, ossia l'A.T.I. a cui faceva parte l'impresa riconducibile a Omissis, con l'appoggio, anche illecito, fornitogli dal predetto Omissis.
Inoltre, da acquisizioni informative delle Forze di polizia, la Commissione d'accesso ha avuto modo di rilevare che lo stesso Omissis ebbe a manifestare la propria preoccupazione per un'eventuale mancata aggiudicazione della gara ad una delle imprese gia' titolare dell'affidamento diretto del servizio di igiene urbana, ossia la «Omissis», in relazione ad una paventata diminuzione dei livelli occupazionali, quantunque il medesimo Omissis li ritenesse sovradimensionati rispetto alle effettive esigenze, pur non ignorando che tra i lavoratori interessati vi fossero soggetti, quali i fratelli Omissis, Omissis, Omissis, Omissis, che erano stati gia' detenuti o sottoposti a misure alternative al carcere e legati alla locale cosca mafiosa.
Gli stessi rapporti di polizia e gli accertamenti ispettivi della Commissione di indagine evidenziano che, nel corso degli ultimi cinque anni, gli amministratori comunali non hanno sottoposto con un atto di valenza pubblica alcuna perplessita' per il ripetuto ricorso ad uno strumento amministrativo urgente e contingibile, qual e' l'ordinanza sindacale ex art. 191 del decreto legislativo n. 152/2006, che ha avvantaggiato un gruppo malavitoso composto da soggetti conosciuti come tali alla comunita' locale nonche' allo stesso Omissis.
A tal riguardo vanno ricordate le dichiarazioni del Omissis, il quale, dopo ben cinque anni di proroghe, lo scorso 26 maggio ha rilasciato alla stampa locale la seguente dichiarazione: «Proroga del servizio? Ne stiamo parlando probabilmente sara' cosi'».
Si soggiunge che in relazione a quanto emerso nell'operazione giudiziaria «Omissis» questa Prefettura il 25 settembre 2018 ha emesso due informazioni antimafia interdittive nei confronti delle anzidette societa' «Omissis» ed «Omissis», con la conseguente adozione della misura prevista dall'art. 32 del decreto-legge n. 90/2014, convertito dalla legge n. 114/2014, concernente la nomina di un amministratore straordinario per il completamento del contratto di servizio dell'igiene ambientale, del Comune di San Cataldo (CL), con scadenza al 31 ottobre 2018.
La vicenda dell'affidamento diretto e previa procedura concorsuale del servizio di smaltimento rifiuti, unitamente alle anomalie rilevate con riguardo a quella relativa alla procedura di affidamento settennale dello stesso servizio pubblico, non sono le uniche che vedono coinvolti funzionari comunale con l'inerzia dell'attuale amministrazione comunale, in quanto la distorsione dell'esercizio della funzione pubblicistica viene rilevata in termini simili dalla Commissione di accesso con riferimento ad altri settori del Comune di San Cataldo.
Invero gli accertamenti ispettivi svolti dall'anzidetta Commissione di accesso e le attivita' investigative compendiate negli anzidetti provvedimenti giudiziari hanno delineato un ulteriore quadro criminoso, altrettanto significativo, nella gara per la progettazione, l'esecuzione e la direzione dei lavori di riqualificazione urbana, che vede anch'essa coinvolto il menzionato Omissis, unitamente ad altri tre funzionari in servizio presso il suddetto Ufficio tecnico comunale, Omissis, Omissis e Omissis, nei cui confronti l'Autorita' giudiziaria ha ipotizzato diverse ipotesi di reato per i delitti puniti dagli artt. 81, 48, 110, 319, 319-bis e 321 del codice penale. (Relazione pagg. 228 - 256).
Nel dettaglio l'anzidetta ordinanza giudiziaria fa rilevare che:
i lavori pubblici sopra indicati rientravano nel cd. «Contratto di Quartiere» che contemplava la realizzazione di interventi edilizi finalizzati alla riqualificazione di alcuni quartieri del centro storico del Comune di San Cataldo, finanziati con fondi dell'Unione europea per un ammontare di 5 milioni di euro;
la procedura comparativa per l'affidamento della progettazione degli anzidetti interventi e' stata vinta da una societa', la «Omissis», con sede a Omissis, il cui amministratore e' l'Omissis, giusto verdetto di una commissione giudicatrice nominata dal predetto Omissis e di cui quest'ultimo era tra l'altro componente;
dopo l'elaborazione del progetto esecutivo, approvato in data Omissis dalla Giunta comunale di San Cataldo presieduta dall'attuale Omissis, occorreva da parte dell'Ente in parola indire una gara pubblica per l'affidamento dell'esecuzione dei lavori ed istituire un ufficio per la direzione dei lavori che sovraintendesse alla loro corretta esecuzione;
le operazioni della gara in questione venivano affidate alla sezione di Caltanissetta dell'U.R.E.G.A.(Stazione unica appaltante) con l'inserimento nella commissione aggiudicatrice, con provvedimento assunto dal predetto Omissis, del dipendente comunale Omissis, in modo analogo a quanto accaduto per la anzidetta gara di appalto relativa al servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani;
in relazione all'istituendo ufficio per la direzione dei lavori, detto servizio veniva assegnato a figure professionali interne all'Ufficio tecnico del Comune di San Cataldo (CL) che avrebbe determinato un risparmio di spesa per il bilancio comunale, con un costo di 50 mila euro a fronte degli oltre 250 mila euro poi impegnati in favore della «Omissis», risultata in seguito affidataria del servizio in parola;
infatti, sebbene il comune avesse inizialmente deciso di procedere ad una gestione domestica della direzione dei lavori in argomento, su reiterata richiesta dell'amministratore della «Omissis», Omissis, nonostante una precedente risposta negativa basata sull'analisi comparativa dei costi, il Omissis dell'Ufficio tecnico Omissis pianificava una strategia per mettere in cattiva luce l'ufficio comunale preposto alla direzione dei lavori e dichiarava l'urgenza del suddetto servizio sulla scorta di sopravvenute dimissioni dei dipendenti comunali incaricati della direzione di quei lavori, con l'affidamento diretto alla anzidetta «Omissis» ed una lievitazione dei costi pari ad oltre 250 mila euro e relativo aggravio di spesa per l'ente locale di cui trattasi;
la gara di appalto per l'esecuzione dei lavori sopraindicati veniva conclusa con l'aggiudicazione in favore dell'impresa «Omissis», con sede nel comune di «Omissis», con un ribasso del Omissis % sull'importo dei lavori a base d'asta, con il criterio di aggiudicazione dell'offerta economica piu' vantaggiosa.
La conclusione cui e' giunta l'Autorita' giudiziaria sulla vicenda in parola e' quella di una scia di fatti corrottivi presso il Comune di San Cataldo (CL) ed, in particolare, presso quell'Ufficio tecnico comunale riconducibili ad un sistema reticolare che ha potuto contare su connivenze istituzionali e su un retroterra culturale estremamente fecondo alla corruzione, imperniato sull'assoluta indifferenza verso la res pubblica, e su una costante distorsione dei meccanismi amministrativi, nella prospettiva di soddisfare la bramosia di ricchezza di un gruppo ristretto di persone che hanno dimostrato abilita' e canali di collegamento con le istituzioni locali, che avrebbero invece potuto e dovuto impedire quelle condotte illecite che sono state accertate.
Le verifiche poste in essere dalla Commissione di indagine hanno evidenziato effettivamente le seguenti anomalie nell'ambito dell'anzidetta gara:
a) la aggiudicazione avveniva in spregio del carattere anomalo dell'offerta per il valore eccessivo del ribasso;
b) un componente della commissione aggiudicatrice era il predetto Omissis, uomo di fiducia dell'Omissis, il quale era perfettamente consapevole dell'anomalia dell'offerta avanzata dall'impresa aggiudicataria;
c) l'offerta della ditta aggiudicataria era riconducibile all'Omissis, amministratore della «Omissis», affidataria della progettazione dei lavori, che avrebbe poi dato luogo alle polemiche di alcuni imprenditori che avevano partecipato alla procedura in quanto il vincitore della gara era colui che aveva firmato il progetto definitivo, ossia colui che si era aggiudicato la progettazione dei lavori nonche' colui che si era aggiudicato tutti i contratti di quartiere, con la pratica sistematica del ribasso anomalo.
Dalle verifiche svolte dalla Commissione di accesso emerge un quadro indiziario largamente esaustivo in quanto l'Omissis, rappresentante della «Omissis», aveva un rapporto privilegiato con l'Omissis, tanto da ottenere l'assegnazione di tutti i servizi della filiera dei lavori pubblici, ossia progettazione, esecuzione sia pure tramite altra impresa a lui riconducibile, e direzione lavori. Peraltro il medesimo Omissis, pur essendo a conoscenza delle anomalie dell'affidamento dell'esecuzione dei lavori e note agli altri partecipanti alla gara, non solo omette di segnalarle, ma addirittura si attivava per incrementare la posizione di potere raggiunta dal predetto Omissis, provocando strategicamente le dimissioni dell'ufficio comunale preposto alla direzione dei lavori di cui trattasi, dimissione non pienamente giustificate.
Dall'esame degli atti verificati, la Commissione di accesso ha rilevato che le circostanze sopra riferite, confermate dall'analisi degli atti giudiziari e dagli atti amministrativi verificati, evidenziano che l'operato politico-amministrativo del comune sia stato condizionato sia da influenze della criminalita' organizzata operante in quel territorio, sia da un clima di connivenze e corruttele volto a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, determinando nel complesso uno svilimento ed una perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita'.
Non di minor interesse e' la convenzione per il servizio di trasporto salme e cadaveri in casi di indigenza del defunto e del trasporto all'obitorio dei deceduti sulla pubblica via o in luogo pubblico, corrente con atto stipulato tra il Comune di San Cataldo e l'«Omissis», con sede legale a Omissis, previo avviso esplorativo dell'amministrazione comunale che avrebbe suscitato l'interesse di una unica impresa partecipante divenuta aggiudicataria. (Relazione pagg. 188 - 198).
Al riguardo occorre far presente delineare la figura del rappresentante legale dell'impresa in parola e sui suoi rapporti di parentela con soggetti pregiudicati.
Il Omissis e' figlio di Omissis, detto «Omissis», condannato in data Omissis dalla Corte di Assise di Appello di Catania a 20 anni di reclusione in quanto ritenuto il mandante dell'omicidio del cugino Omissis «Omissis», ritenuto un esponente di spicco del sodalizio mafioso di San Cataldo. Dalle risultane processuali, il predetto Omissis fu sottoposto alla misura cautelare perche', facendo parte dell'associazione a delinquere di tipo mafioso in concorso con altri ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, cagionava la morte di Omissis, contro il quale Omissis esplodeva cinque colpi di pistola cal. 38 che attingendolo in diverse parti del corpo ne cagionava la morte. Il concorso del Omissis consisteva nell'aver deliberato l'azione criminosa nel tentativo di acquisire il controllo del mercato dei servizi di pompe funebri a San Cataldo e per vendetta dopo ripetuti scontri con la vittima.
Si soggiunge che il citato Omissis risulta responsabile anche dell'omicidio di tal Omissis, imprenditore nel settore delle onoranze funebri, intendendo con quel delitto acquisire e rafforzare la supremazie ed il monopolio delle onoranze funebri sul territorio di San Cataldo, nonche' la responsabilita' per atti di danneggiamento all'esercizio commerciale di onoranze funebri del boss mafioso Omissis, sito a San Cataldo, nonche' dell'autovettura in uso alla moglie di quest'ultimo.
Da quanto precede emerge un profilo criminale di Omissis, padre di Omissis, teso ad imporre nel settore delle onoranze funebri locali con la violenza facendo leva sul potere derivante dall'associazione mafiosa di cui apparteneva.
Cio' che appare significativo rappresentare e' che l'impresa di Omissis risulta sottoposta a confisca nell'ambito del procedimento penale n. Omissis del Tribunale di Caltanissetta, confermata il Omissis dalla Corte di appello di Caltanissetta con gestione della stessa ad un amministratore giudiziario.
Cio' nondimeno il Comune di San Cataldo ha stipulato detta convenzione con un soggetto giuridico sottoposto a misura di prevenzione per motivi inerenti a fatti di mafia, senza l'assenso dell'amministratore giudiziario.
Sarebbe stato sufficiente una visura alla banca dati della Camera di commercio per riscontrare che l'azienda di cui trattasi e' in amministrazione giudiziaria dal Omissis, per cui l'amministrazione comunale non avrebbe dovuto interloquire con il prefato Omissis per la negoziazione della convenzione in questione, il quale avrebbe documentalmente posto in essere alcuni artifizi presentandosi quale soggetto titolato ad effettuare atti gestionali per conto dell'amministrazione giudiziaria.
Le evidenze raccolte dalla Commissione d'accesso in merito a siffatta convenzione non possono che essere censurabili sotto il profilo dell'eventuale possibilita' di infiltrazioni della criminalita' organizzata al Comune di San Cataldo, dal momento che non appare possibile una mancanza di conoscenza da parte dell'amministrazione comunale, intendendosi con essa il Omissis ed i componenti della Omissis, della stipula del rapporto convenzionale in parola con il predetto Omissis, soggetto appartenente alla famiglia Omissis controindicata per fatti di criminalita' comune ed organizzata nel contesto ambientale quale e' quello del Comune di San Cataldo e nota da tempo per le ripetute cronache giudiziarie.
Proseguendo nelle attivita' di accertamento, la predetta Commissione, con riguardo al settore comunale dei servizi cimiteriali ed affini, ha rilevato che la piu' volte citata societa' Omissis, dal settembre Omissis fino al dicembre Omissis, ha svolto il servizio di tumulazione salme e custodia, tramite proroghe annuali mediante cottimi fiduciari gestiti sempre dal sopra richiamato personale dell'Ufficio tecnico comunale (Omissis, Omissis), sebbene l'amministrazione comunale avrebbe potuto svolgere in tempo utile l'ordinario iter procedurale per l'affidamento del servizio in parola con partecipazione anche di altri operatori aventi analogo oggetto sociale, in particolare in quell'ambito comunale.
Il dato significativo ed emblematico e' offerto dalla circostanza che, pur se il servizio in questione veniva curato dall'Omissis esclusivamente dal Comune con l'impiego di personale dipendente, di fatto risulta che sia stato costantemente presente presso quel cimitero il Omissis, in atto detenuto, segnalato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di stampo mafioso, reati contro la persona, sorvegliato speciale di p.s. con obbligo di soggiorno, il quale gia' esercitava le mansioni di custode di quel cimitero in quanto dipendente della suindicata Omissis. (Relazione pagg.168 - 176).
Detta circostanza trova riscontro in alcuni punti dell'ordinanza «Omissis» che attestano in modo incontrovertibile il ruolo ricoperto dal Omissis all'interno di quel cimitero anche dopo la scadenza dell'affidamento del servizio di tumulazione salme e custodia (Omissis), con il benestare dell'amministrazione politica del Comune di San Cataldo.
In particolare, nel suddetto provvedimento giudiziario viene riportata la trascrizione di colloqui tra il predetto Omissis e Omissis, amministratore della Omissis, con cui il primo dapprima incita il suo datore di lavoro affinche' si rechi al Comune al fine di verificare se l'Ente volesse riaffidare nuovamente l'incarico a quella societa' proponendosi per andare a parlare con il Omissis, per poi assicurarlo sul fatto che il Omissis e l'Omissis competente fossero propensi al rinnovo dell'incarico.
Secondo quanto rileva la Commissione di indagine, questo breve accenno alla situazione sopra menzionata conferma lo stato di inerzia e la consapevolezza, oltre che alle relazioni, esistenti all'interno del Comune di San Cataldo, che favoriscono in modo significativo gli appartenenti alle locali organizzazioni criminali.
Appare superfluo segnalare che il regolamento di polizia mortuaria impone, in modo inequivocabile, l'obbligo per i custodi di impedire a chiunque di operare senza titolo all'interno del cimitero.
Tra l'altro la figura del predetto Omissis, necroforo e senza riconoscimento lavorativo all'interno del cimitero comunale, non puo' che indurre il comune cittadino a percepire uno stato di fatto immodificabile, per le quali l'assenza di controlli e di interventi da parte dell'amministrazione potrebbe costituire perseveranza e conferma.
Un altro profilo decisamente attenzionato dalla Commissione di accesso sulle attivita' comunale, in ragione del rilevante andamento demografico del Comune di San Cataldo, e' stato il fenomeno dell'occupazione irregolare nelle unita' residenziali di proprieta' pubblica e l'azione amministrativa al riguardo. (Relazione pagg. 199 - 220).
Dall'esame della documentazione visionata risulta che il comune e' proprietario di ottanta alloggi di edilizia popolare, di cui ventuno occupati abusivamente con relative segnalazioni all'Autorita' giudiziaria di altrettanti soggetti per i reati di cui agli arti. 633 e 639-bis codice penale da parte del Comando della Polizia municipale a seguito di accertamenti svolti nei mesi di ottobre e novembre Omissis.
Al termine di quelle attivita' accertative, il Servizio alloggi popolari - Ufficio patrimonio del Comune di San Cataldo, con nota n. XXXX del Omissis, ha trasmesso al Omissis ben 21 proposte di ordinanze di sgombero di quegli alloggi di proprieta' comunale occupati abusivamente.
Da una verifica agli atti del Comune non risulta che sia stato adottato dal citato Omissis alcun provvedimento come proposto dal competente Servizio comunale.
Quanto alle morosita' degli assegnatari degli alloggi comunali per canoni di locazione risultano 43 posizioni di inquilini insolventi, diffidati al pagamento con avvisi mediante il servizio postale, i quali hanno sottoscritto con l'amministrazione locale un accordo di recupero crediti che prevedeva una rateizzazione del pagamento del debito, a pena di decadenza in caso mancato versamento di ratei consecutivi ed il recupero coattivo.
Dall'esame della documentazione verificata si e' riscontrato che, a fronte del pagamento di pochi inquilini morosi, l'Ente non ha adottato nessun provvedimento nei confronti della maggioranza degli inquilini morosi per il recupero degli importi dovuti. (Relazione pagg. 151 - 161)
Relativamente alle 114 unita' abitative dell'Istituto autonomo case popolari di Caltanissetta insistenti in quel comune, 48 risultano occupati abusivamente, quantunque l'anzidetto Istituto abbia chiesto nel XXXX al Omissis l'adozione di relative ordinanze di rilascio degli immobili al fine di consentirne la loro assegnazione agli aventi diritto: detta richiesta nel concreto e' rimasta totalmente inesitata da parte dell'amministrazione comunale, quantunque l'amministrazione comunale solo a far data dall'Omissis, peraltro in seguito ad una conferenza di servizi del Omissis promossa dall'anzidetto Istituto, ha avviato una ricognizione socio-economica sulle condizioni dei nuclei familiari interessati nonche' l'approvazione nel Omissis di un bando di aggiornamento della graduatoria per l'assegnazione di alloggi popolari.
Quanto sopra rileva, secondo la Commissione d'accesso, un fenomeno in quella comunita' ove famiglie con disagio economico, pur avendo i requisiti della vigente normativa, come verificato dall'Ente, tanto da essere in graduatoria per l'assegnazione di un alloggio, si trovano ad essere inermi spettatori di un disinteressamento da parte dell'attuale amministrazione comunale.
Peraltro dall'esame della documentazione acquisita dall'Ente emerge una gestione piuttosto autonoma da parte di soggetti appartenenti alla criminalita', grazie alla quale si occupa o si subentra in un immobile da abusivo in abusivo, laddove il sistema dei controlli e' apparso inerme limitandosi a mere segnalazioni senza mettere in atto concreti azioni amministrative dirette ad affermare la legalita', anche in considerazione che e' stato accertato che sussistono soggetti occupanti tali alloggi privi di titolo ed in alcuni casi detenendo la disponibilita' di alloggi senza abitarvi o che risultano emigrati all'estero, come il caso di Omissis, iscritta all'A.I.R.E.
Si soggiunge che tra gli occupanti abusivi in discorso risultano pregiudicati e soggetti appartenenti alla locale cosca criminale o loro familiari, quali Omissis, Omissis, Omissis, Omissis, Omissis (fratello del piu' volte richiamato Omissis), Omissis, Omissis (coinvolto nella operazione «Omissis») Omissis (condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, il cui nominativo risulta tra le 21 proposte di ordinanze di sgombero trasmesse al Omissis ma rimaste non adottate dallo stesso).
La situazione rappresentata evidenzia la gravita' della problematica per la quale non vi e' traccia di iniziative finalizzate a ricondurre nell'alveo della legalita', anzi non risulta che gli organi elettivi del comune abbiano posto la questione in sede di consiglio comunale.
Un'altra procedura sulla quale si e' destata l'attenzione della Commissione di accesso e' quella relativa all'appalto inerente un Accordo quadro per la realizzazione di interventi di manutenzione sulle strade urbane ed extraurbane di competenza comunale, approvato con delibera n. XX del Omissis dell'allora Commissario straordinario del Comune di San Cataldo per l'importo complessivo di 70.000,00 euro. (Relazione pagg. 260 - 273).
I lavori in parola sono stati aggiudicati con procedura negoziata alla societa' cooperativa «Omissis», la quale in ragione di cointeressenze con altra impresa «Omissis», risulta «vicina» sia al piu' volte ricordato Omissis che ad altro funzionario dell'U.T.C. di San Cataldo, Omissis, peraltro coinvolto in altre vicende giudiziarie connesse all'esercizio delle sue funzioni all'interno di quell'Ufficio tecnico comunale.
Nel fascicolo afferente detti interventi la Commissione di indagine ha rilevato, oltre a missive del Servizio ispettivo e vigilanza sugli appalti dell'Assessorato regionale infrastrutture e mobilita' che stigmatizzava l'operato dell'Ente locale sancataldese e del Omissis in ordine ad alcuni profili di natura procedurale ed inadempimenti vari, anche documentazione attestante liquidazioni effettuate in favore di un'altra impresa, la «Omissis», rappresentata da tal Omissis, di cui sarebbe socio occulto il gia' citato dipendente comunale Omissis, gia' collaboratore del predetto Omissis.
Tale evidenza e' stata oggetto del procedimento penale n. XXX/XX della Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta e compendiata nell'Ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Caltanissetta in data Omissis nei confronti dei predetti Omissis e Omissis, in quanto dalle indagini era emerso che il richiamato Omissis, pur essendo dipendente del Comune di San Cataldo, in realta' era socio di fatto della «Omissis» nella quale operava per conto della Omissis Omissis, titolare del 50 % delle quote sociali.
In particolare dal carteggio e' emerso un atto di liquidazione n. XXXX del Omissis in favore di quest'ultima societa', privo di atto giustificativo di tale liquidazione, atteso che la societa' «Omissis», aggiudicataria dei lavori, aveva dichiarato in sede di gara di non volersi avvalere di alcun impresa in subappalto e che la stessa «Omissis» ha consegnato un elenco delle aziende di cui si sarebbe servita per le forniture, dal quale comunque non appare il nome della predetta «Omissis».
A quanto innanzi si soggiunge che nell'appalto in parola risultano liquidate somme al Omissis per competenze tecniche, significando che quest'ultimo ha avuto un ruolo nell'ambito del procedimento, identificabile in quello di progettista, come appare dal verbale di validazione del progetto esecutivo firmato dall'Omissis e dal Omissis.
In questa continua commistione tra «controllori» e «controllati» risulta poco trasparente la procedura in argomento ed ingiustificata la liquidazione di somme per lavori di' cui non emerge l'entita' e la necessita', a fronte di un appalto che non prevedeva affidamenti a soggetti diversi dall'impresa aggiudicataria.
L'appalto in questione presenta una serie di irregolarita' gravissime, confusione documentale ed un uso di risorse pubbliche improprio atteso che nessun rapporto contrattuale appare che sia stato stipulato tra il Comune di San Cataldo e l'impresa «Omissis».
Le anzidette considerazioni confermano, secondo quanto rilevato dalla Commissione di indagine, la malsana gestione degli affidamenti diretti di lavori e di incarichi professionali operati da alcuni settori comunali ed, in particolare, dall'Ufficio tecnico comunale, spesso finalizzati a favorire interessi personali e privati, come quello appena trattato, il cui conferimento appare diretto all'interesse del funzionario Omissis e della societa' ad egli riconducibile, in assenza di procedure di gara e di documenti giustificativi, con la complice omissione dei vertici dell'ufficio assegnatario dell'incarico, ivi compreso il Omissis Omissis, che aveva piena consapevolezza della natura occulta della partecipazione alla societa' «Omissis» del suo dipendente Omissis per le ovvie incompatibilita' con la pubblica funzione svolta.
Appare inverosimile che una simile situazione non fosse monitorata dall'Amministrazione comunale nell'ambito delle sue funzioni di indirizzo e controllo dell'azione amministrativa comunale, tenuto conto delle dimensioni del contesto comunale di cui si sta discorrendo.
Un altro significativo lavoro comunale su cui la Commissione di accesso si e' soffermata e' quello dell'appalto per la manutenzione straordinaria delle strade del centro urbano, la cui gara si e' svolta l'Omissis presso i locali comunali, con l'aggiudicazione all'impresa «Omissis» sedente a San Cataldo. (relazione pagg. 273 - 279).
Al riguardo si premette che l'attenzione della Commissione si e' rivolta alla compagine societaria della «Omissis,» ove rappresentante legale nonche' socia di minoranza e' Omissis, cognata del richiamato dipendente comunale Omissis in quanto sorella della di lui Omissis Omissis.
Socio di maggioranza con il 66% del capitale sociale e' Omissis, Omissis dell'anzidetto dipendente comunale Omissis, e direttore tecnico della stessa impresa risulta il Omissis, Omissis del richiamato Omissis.
Altrettanta attenzione e' stata rivolta al procedimento di somma urgenza relativo all'avviamento degli impianti centralizzati di riscaldamento delle scuole negli immobili di interesse comunale deliberato dalla Giunta comunale con D.G.C. n. XXX del Omissis, con cui si approvava, alla presenza del Omissis, una perizia proposta dal Omissis relativa ad un verbale di somma urgenza redatto il 16 novembre 2016, con l'affidamento dell'incarico alla ditta «Omissis», con sede a San Cataldo, il cui legale rappresentane e' tal Omissis, gia' titolare e direttore tecnico della Omissis. (Relazione pagg. 284 - 290).
Nella circostanza la Commissione di indagine ha rilevato che e' mancato il profilo dell'effettiva riconducibilita' dei lavori a circostanze di somma urgenza in quanto detti interventi da parte del comune erano noti ed erano da doversi esperire da tempo, che l'urgenza era verosimilmente riconducibile ad un'inerzia dell'amministrazione comunale in mancanza di programmazione della stessa, che l'asserita continuita' del servizio alla stessa persona che lo svolgeva in precedenza non era compatibile quale motivo giustificativo atteso che il pregresso rapporto contrattuale intercorreva con un altro soggetto giuridico, segnatamente la Omissis e non con la persona fisica di Omissis.
Un'altra criticita' e' stata individuata nella convenzione n. XXXX del Omissis del Comune di San Cataldo relativa alla costruzione e gestione del cimitero comunale, sussistente dal dicembre XXXX con l'impresa «Omissis», con sede legale a San Cataldo, di cui e' amministratore tal Omissis, per la quale e' stata chiesta nel Omissis la relativa proroga ed il rinnovo della stessa in scadenza alla data Omissis, alla luce di dichiarazioni rese dai funzionari dell'U.T.C. comunale. (Relazione pagg. 177 - 188).
Dall'esame degli atti emerge che l'anzidetta convenzione sarebbe invece scaduta un anno prima e cioe' il Omissis, come previsto nell'atto registrato e sottoscritto dalle parti, che prevede un durata di XX anni dalla data di stipula della convenzione avvenuta il (Omissis).(Relazione pagg.180-188).
Pertanto quell'impresa, a tutt'oggi, sta continuando ad operare in assenza di autorizzazione.
In merito alla figura dell'amministratore dell'anzidetta impresa concessionaria, dalle risultanze emerse dalle interrogazioni alle banche dati delle Forze di polizia, si osserva che Omissis e' stato coinvolto nell'operazione di polizia giudiziaria denominata «Omissis» che condotto nel novembre XXXX all'emissione di numerose misure cautelari in carcere per reati di mafia e che ha decisamente colpito le famiglie mafiose nissene.
A tal riguardo la vicenda giudiziaria si e' definita con gravi condanne per fatti di criminalita' organizzata disposte con la sentenza n. XXX/XX RG della Corte di appello di Caltanissetta emessa il Omissis.
Appare opportuno far presente che il predetto Omissis, interessato nell'anzidetta operazione di p.g. «Omissis» con il Omissis Omissis per concorso esterno in associazione mafiosa, e' stato assolto in quella vicenda processuale con un pronunciamento di cui si ritiene doveroso riportare appresso un breve stralcio ma di specifico interesse: «In questo processo e' emerso che gli Omissis si sono avvalsi della mediazione di cosa nostra per l'appalto relativo all'istituto tecnico per geometri di Caltanissetta. A tale conclusione non si giunge attraverso la confessione degli interessati, ma dopo numerosi e complessi riscontri alla chiamata in correita' proveniente dal collaboratore di giustizia Omissis (che nella vicenda assunse il ruolo di faccendiere facendo da tramite tra personaggi di cosa nostra e politici) che ha specificato che in occasione di detto appalto gli Omissis finalmente si convinsero a non fare di testa loro come fino a poco prima era accaduto (per l'appalto del nuovo Provveditorato agli studi di Caltanissetta)».
Tra l'altro, la stessa sentenza ha stabilito che: «(Omissis) ha elencato una serie di circostanze in cui si ritenne costretto a pagare varie somme di danaro, ovvero a subire imposizioni circa forniture di materiali, sempre attraverso la mediazione di Omissis che, molto spesso era il portavoce di siffatte richieste. E lo stesso Omissis, al pari del Omissis, ha manifestato notevoli remore a pronunciare nel pubblico dibattimento cosa sapesse dei complici del (Omissis).»
Da quanto descritto emerge Omissis come figura ambigua che, seppur abbia subito l'imposizione mafiosa e si sia piegata ad essa senza fornire collaborazione all'Autorita' giudiziaria, non si' sarebbe sottratto ad avvalersi della mediazione di cosa nostra locale; tale circostanze sono state riportate all'epoca dagli organi di informazione a diffusione locale.
Sul versante della riscossione dei tributi locali e delle tariffe per i rifiuti-TARSU la Commissione di indagine ha avuto modo di rilevare che e' in itinere un'attivita' di recupero per omesso o parziale versamento alle scadenze stabilite dal consiglio comunale per anni non prescritti riferiti esclusivamente al 2013, peraltro intrapresa solamente nel mese di novembre 2018 con la determinazione n. XXXX del Omissis, data che coincide con il giorno di insediamento e di accesso di questa Commissione presso il Comune di San Cataldo.
Dagli accertamenti effettuati l'anzidetta Commissione ha rilevato che il mancato introito delle somme dovute al forte disavanzo tra gli importi accertati e quelli riscossi e' connesso all'inefficienza, al disinteresse ed all'inerzia dell'amministrazione comunale per l'avvio dell'azione di riscossione con le dovute notifiche ai contribuenti morosi in tempo utile, anziche' concentrarle nell'ultimo mese utile a pena di decadenza con l'ulteriore pregiudizio e responsabilita' per danni erariali.
Per mera completezza nell'elenco dei contribuenti morosi per tributi locali e per TARSU sono indicati il Omissis, componenti della Omissis, alcuni dipendenti comunali, nonche' numerosi soggetti appartenenti alla criminalita' organizzata ed, in particolare, alla famiglia mafiosa locale e loro familiari.
Quanto appena rappresentato conduce ad una breve riflessione sulla deficitaria situazione economica finanziaria in cui versa da tempo il Comune di San Cataldo, conclamata con la decisione assunta dal consiglio comunale che, nella seduta del Omissis, ha dichiarato il dissesto finanziario, dopo l'Ente locale aveva fatto ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale ex art. 242 e ss. T.U.O.E.L. con la deliberazione n. XX del Omissis, dichiarata eseguibile con la successiva deliberazione del medesimo Organo consiliare n. XX del Omissis. (Relazione pagg. 221 - 231).
Dall'esame dei documenti contabili dell'Ente che presentano evidenti ed incontrovertibili elementi che denotano l'esistenza di uno squilibrio strutturale la Commissione di indagine fa rilevare - come contestato dai competenti organi di controllo all'amministrazione locale - plurimi profili di criticita' quali, a titolo esemplificativo, il ricorso continuativo a consistenti anticipazioni di cassa, una grave crisi di liquidita', l'assenza di una politica coerente ed efficace in materia di accertamento e di riscossione delle entrate, cui si aggiunge l'assenza di accantonamenti per perdite delle societa' partecipate, per spese potenziali, in particolare legate alla soccombenza per contenzioso e per l'assenza di una politica di contrasto all'evasione tributaria.
La medesima Commissione sottolinea che e' stato accertato il permanere di numerose rilevanti irregolarita' contabili e criticita' di bilancio che, non essendo state corrette, hanno generato risultati di amministrazione non veritieri e non rispondenti alle disposizioni contabili, pregiudicando i gia' precari equilibri di bilancio ed inasprendo le tensioni in termini di cassa, con costante ricorso ad anticipazioni di tesoreria inestinte ed il permanere di irrisolte difficolta' di riscossione delle entrate.
In tema di abusivismo edilizio, secondo quanto rilevato dalla Commissione d'accesso, il Comune di San Cataldo, attraverso l'Ufficio repressione abusivismo edilizio costituito in seno al Comando della Polizia municipale, esercita le attivita' di vigilanza, stanziando formalmente ogni anno determinati importi per la voce demolizioni opere abusive, sebbene dagli elementi informativi acquisiti il personale dipendente ha costantemente asserito presunte difficolta' all'esecuzioni di interventi demolitori degli abusi accertati stante la mancanza di disponibilita' di risorse finanziarie da parte dell'Amministrazione comunale. (Relazione pagg. 308 - 330).
Dagli atti comunali detta Commissione ha rilevato che nel 2014 la somma stanziata era pari ad euro 300.000,00 con impegni di spesa pari a 0; nel 2015 lo stanziamento era di euro 100.000,00 con impegni di spesa pari a 0; nel 2016 lo stanziamento era di euro 250.000,00 con impegni di spesa di euro 147.685,14 per lavori di demolizione degli edifici siti in viale (Omissis); nel 2017 lo stanziamento e' stato di euro 150.000,00 con impegni di spesa di euro 150.000,00 per demolizioni di opere abusive non rimosse entro i termini.
Dalla disamina della documentazione d'ufficio relativa ai procedimenti aperti per opere abusive tra il 2014 ed il 2017 risultano 44 procedure ancora aperte riguardanti soprattutto tettoie, canne fumarie, muri di sostegno, ampliamenti edilizi, tende estensibili, recinzioni, gazebi, prospetti, scale esterne, chiusure di porte, prospetti o gazebi.
Avuto riguardo alla crescita urbanistica evidenziatasi nel territorio comunale stante il rilevante incremento demografico di quel Centro negli ultimi anni, la Commissione di accesso ha rilevato una modesta attivita' di vigilanza degli organi politici ed amministrativi preposti, in parallelo alla mancanza di concrete iniziative da parte dell'amministrazione comunale sul fronte della repressione agli abusi edilizi ed alle violazioni di norme urbanistiche, come testimoniato dai modesti numeri dei provvedimenti sanzionatori e di demolizioni assunte dalla stessa Amministrazione, con il conseguente omesso controllo a tutela del territorio e l'ulteriore detrimento delle entrate comunali.

Conclusioni

Dalla relazione della Commissione di indagine, alla quale si rimanda per ogni elemento di dettaglio, emerge un quadro indiziario sintomatico di chiaro condizionamento del Comune di San Cataldo da parte della cosca mafiosa operante in quell'ambito comunale.
Com'e' noto, oltre all'ipotesi del «collegamento», di politici e dipendenti locali con la criminalita' organizzata, l'art. 143 del TUEL prevede il parametro normativo del «condizionamento», potendo entrambe le situazioni - collegamento e/o condizionamento - realizzarsi nella vita amministrativa degli enti locali influenzati dalle cosche. La ratio della legge e' quella di intervenire per interrompere un rapporto di connivenza o di convenienza degli amministratori locali con la mafia che puo' rintracciarsi nella cosiddetta contiguita' compiacente in presenza di clientelismo e di corruzione, come nel caso di specie, o nella cosiddetta contiguita' soggiacente esercitata con pressioni, minacce e atti intimidatori che influenzano in maniera determinate la vita dell'ente.
Secondo giurisprudenza, quindi, lo scioglimento di cui al citato art. 143 TUEL puo' quindi ricorrere, appunto, non solo nelle ipotesi in cui l'andamento generale della vita amministrativa di un Ente locale subisca influenze da un ipotizzato condizionamento mafioso, ma detto condizionamento puo' riguardare, oltre che scelte strettamente di governo, anche attivita' di gestione, le quali sostanzialmente finiscono per essere quelle di maggior interesse per le consorterie criminali, in considerazione della maggiore e piu' repentina disponibilita' che viene offerta da risorse pubbliche.
Entrambe le situazioni, collegamento e condizionamento sono assolutamente compatibili sul piano logico ed anzi spesso compresenti in realta' locali ad alta densita' criminale, nelle quali collegamento e condizionamento sono espressioni concorrenti di uno stesso clima, fatto nel contempo di connivenze e intimidazioni, lusinghe e minacce, e dove la sola verita' che emerge, nel preoccupante spaccato della vita amministrativa locale, e' l'asservimento della res pubblica nell'uno e/o nell'altro modo, a perverse logiche mafiose (Consiglio di Stato, Sez. III, 14 febbraio 2014, n. 727).
Si soggiunge che il T.A.R. Lazio, con la sentenza n.3675 del 3 aprile 2018, ha affermato che «proprio la mancanza di un efficace controllo o vigilanza costituisce un elemento di forte rilevanza al fine di individuare una riconducibilita' all'organo politico dei vantaggi acquisiti a causa di tali omissioni da parte di soggetti "vicini" o direttamente appartenenti alla malavita organizzata, dato che la funzione del provvedimento ex art. 143 decreto legislativo n. 267/2000 non e' "sanzionatoria" verso i singoli, ma rivolta ad evitare il perdurare dell'infiltrazione "mafiosa", oggettivamente considerata». Tutto cio' comporta la legittimazione allo scioglimento sia in caso di diretto coinvolgimento dell'apparato politico-amministrativo sia nel caso di «inadeguatezza» dello stesso nel regolare compimento dei poteri di vigilanza e regolare gestione burocratica dell'amministrazione pubblica.
In particolare la vicenda dei rifiuti nel Comune di San Cataldo rileva l'essenza dello stato di condizionamento mafioso, che viene sintetizzata nell'ordinanza di custodia cautelare afferente l'indagine giudiziaria denominata «Omissis», in quanto, come sopra descritto, si e' evidenziata una serie costante di condotte operate da malavitosi, ai quali viene attribuito a pieno titolo la partecipazione in una associazione a delinquere di stampo mafioso, le quali hanno completamente intriso l'operato delle societa' appaltatrici ed hanno intensamente condizionato l'operato dell'amministrazione locale, che ha assunto atteggiamenti di assoluta inerzia e di indiretta sudditanza.
Le continue proroghe dell'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti, in spregio ad ogni regola amministrativa, costituiscono la prova conclamata di un permanente stato corruttivo dei pubblici ufficiali preposti al controllo, nonche' la silente accettazione di uno status quo, legato alla preponderante sottomissione alla cosca criminale locale da parte degli organi elettivi del Comune di San Cataldo.
In tale direzione, non puo' non richiamarsi quanto evidenziato dalla Commissione d'accesso con riguardo alla posizione del Omissis dell'Area tecnica del comune, Omissis, che in funzione delle mansioni dallo stesso esercitate ha assunto comportamenti intesi a favorire e comunque a non contrastare gli interessi di alcune imprese affidatarie di lavori che, dagli accertamenti, risultano vicine o contigue per ragioni varie a soggetti della criminalita' organizzata.
Oltre a quanto emerge dall'operazione «Omissis» che ha condotto lo Omissis ad essere destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare per le vicende sopra descritte riguardanti il servizio di igiene pubblica, secondo la suddetta Commissione, le omissioni di controlli e le anomalie procedurali, anche sul piano dell'applicazione delle normative nel settore dei contratti pubblici, poste in essere dal predetto Omissis nella trattazione dei procedimenti tecnico-amministrativi di competenza dell'Area tecnica comunale, contrari ai principi del buon governo, si sono tradotti in violazioni da parte del medesimo dei parametri di diligenza e delle regole della buona amministrazione, da cui ne sono derivati vantaggi per se', per la criminalita' organizzata e per alcuni imprenditori.
In particolare, le verifiche svolte dalla citata Commissione di indagine sul servizio tecnico comunale hanno evidenziato significativi rapporti e una rete di collegamenti tra funzionari-comunali, soggetti appartenenti a consorterie mafiosi ed imprenditori legati a soggetti della criminalita' organizzata locale.
L'attivita' del predetto Omissis, inserito da lungo tempo in ufficio particolarmente esposto a rischio di interferenza malavitosa e di corruttela, si e' caratterizzata non solo nel non aver posto argini a tentativi di infiltrazione criminale (dalle verifiche degli atti comunali si rileva un numero modesto di richieste di documentazione antimafia e spesso non adeguate in relazione alla tipologia degli affidamenti e inosservante degli adempimenti di prevenzione antimafia previsti dalle disposizioni regionali - meglio indicate nel corpo della relazione), ma anche per aver tenuto un modus operandi, costante nel tempo ed ad ampio raggio, improntato a condotte che hanno avvantaggiato determinate imprese notoriamente, per lui, legate o in affari con il vertice politico dell'attuale Amministrazione comunale, con i suoi stretti familiari ovvero con soggetti legati a vario titolo con la criminalita'.
Analoghe considerazioni riguardano il Omissis e i componenti della Omissis e del Omissis ai quali non puo' non essere addebitata una condotta che ha consentito il perpetuarsi di atti illeciti da parte dei dipendenti uffici, confermata dalla mancanza di richieste risolutive di chiarimenti con riferimento ad atti gestionali, risultati poi illeciti oltre che irregolari.
Ed invero, aldila' della valutazione sulla illiceita' delle condotte dei dipendenti sopra richiamati, occorre sottolineare come l'amministrazione comunale non abbia neanche tenuto in debito conto quantomeno l'illegittimita' dei provvedimenti assunti dai dipendenti comunali.
In tale ambito, e' appena il caso di sottolineare che la vicenda dei rifiuti racchiude determinanti aspetti della conclamata evidenza del condizionamento delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, perpetuati fino alla data odierna, quando il Omissis, pubblico ufficiale e preposto al severo controllo dell'attuazione delle norme, non percependo l'esatta qualificazione delle situazioni che hanno condotto all'adozione delle misure interdittive nei confronti delle due societa' «Omissis» ed «Omissis», intrise in modo irreparabile dai clan mafiosi, ritiene che la nuova societa' affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti debba comunque mantenere tutto l'organico dei lavoratori, tra cui si ricorda sono presenti gli esponenti mafiosi locali.
L'analisi della gestione di diverse gare di appalto delinea poi un quadro fosco e malsano dell'Ufficio tecnico comunale, caratterizzato negativamente dalle figure di Omissis e dei suoi collaboratori, circostanza che nel corso degli anni ha pesantemente influito nella gestione della cosa pubblica. Pur riconoscendo che il sistema posto in essere dall'Omissis e' antecedente alla Omissis, occorre rilevare che le attivita' illecite poste in essere dall'Ufficio tecnico comunale hanno avuto origine nell'ultimo quinquennio e che il Omissis da lungo tempo esercita ruoli di amministratore locale a San Cataldo. Inoltre, l'influenza del prefato Omissis non puo' limitarsi a quella di un soggetto che opera all'oscuro dell'amministrazione comunale e della comunita' sancataldese, atteso che un rete cosi' ben articolata di corruttela protrattasi negli anni necessita di forti legami e di acquiescenze.
Per i motivi suesposti appare inverosimile che nessun organo politico fosse a conoscenza delle ombre che gravavano sul predetto Omissis di quell'Ufficio tecnico, meravigliando inoltre la disattenzione o, ancora peggio, la tolleranza dell'attuale amministrazione comunale, che si configura comunque come un censurabile dato di fatto.
A comprovare quanto rappresentato dalla Commissione di indagine nella propria relazione, l'amministrazione comunale non ha fatto alcunche' per arginare i siffatti fenomeni criminosi, senza assumere alcun efficace provvedimento diretto a monitorare l'operato di un settore che per sua natura e' nevralgico atteso che l'erogazione di fondi pubblici non puo' che essere maggiore nell'ambito degli appalti gestiti dagli uffici comunali.
L'attivita' di vigilanza da parte del dell'organo politico del Comune di San Cataldo e' stata blanda se non addirittura assente ed ha favorito il reiterarsi di azioni illecite. Anzi, a conferma di tale assunto vi e' la circostanza che lo Omissis, pur collocato in pensione, e' stato nominato, immediatamente dopo, consulente dell'Ufficio tecnico comunale, con cio' avvalorando il modus operandi dello stesso a favore del contesto mafioso e imprenditoriale locale. Si soggiunge che la scelta dell'amministrazione comunale relativa all'eliminazione della dirigenza, non supportata da un avallo del consiglio comunale e tale da essere censurata anche dall'Assessorato regionale delle autonomie locali, ha determinato, a fronte di una scarsa autonomia gestionale e di esperienza dei nuovi responsabili delle unita' operative, una gerarchia organizzativa con un uomo solo al comando (lo Omissis) il quale ha favorito il perpetuarsi, quantomeno fino al suo arresto, delle condotte illecite sopra delineate.
L'apporto professionale dell'Omissis, quale responsabile prima e consulente poi dell'Ufficio tecnico comunale, e' apparso coerente oltre che funzionale ad un'amministrazione comunale certamente non prodiga di indirizzi e controlli, sicche' il lassismo e la distorsione della normativa di settore sugli affari di competenza del dipendente in parola ha lasciato spazio libero agli interessi, anche criminali, di coloro che hanno potuto utilizzare l'Ente per le loro finalita'.
Anzi, dalla documentazione acquisita e dalle interlocuzioni avute dalla Commissione di accesso con il personale comunale si e' evidenziato il comportamento di acquiescenza e di compiacenza dell'amministrazione comunale nel tollerare le situazioni di diffusa illegittimita'; invero le condotte dell'amministrazione comunale hanno mascherato, con procedure apparentemente e formalmente legittime e finalizzate al pubblico interesse, sostanziali atti di significativo favoritismo verso soggetti mafiosi (come emerge dalla certosina opera di accertamento ispettivo, corredato dalle indagini delle Forze di polizia e dai riscontri forniti dai provvedimenti giudiziari).
Gli elementi emersi, riscontrati e dettagliatamente indicati sopra, seppur nei tempi brevi in cui la Commissione d'accesso ha operato in ragione della circostanza che il Comune di San Cataldo sara' inserito nella tornata elettorale della prossima primavera 2019, hanno messo in luce oltre ad una diffusa illegalita' nell'azione amministrativa dell'Ente che interessa la quasi generalita' dei settori comunali, anche una contiguita' da parte di dirigenti e dipendenti comunali con soggetti vicini o direttamente inseriti nell'organizzazione mafiosa 'cosa nostra' che, di fatto, ha consentito a quest'ultima di inserirsi nell'Ente per condizionarne le scelte ovvero per sottometterle ai propri interessi.
Pertanto, in considerazione del ruolo dello Omissis / Omissis dell'Ufficio tecnico comunale nel solco di uno sviamento del pubblico interesse e del favoritismo che denotano una sistematica convergenza di intenti della sua attivita' professionale per il raggiungimento di obiettivi personali con quelli dell'amministrazione locale guidata dal Omissis, l'organismo ispettivo ha convenuto che appare sussistere un quadro complessivo di elementi atti a supportare l'adozione di un provvedimento di rigore ai sensi dell'art. 143 decreto legislativo n. 267/2000 nei confronti dell'attuale amministrazione comunale.
L'esame della situazione del Comune di San Cataldo (CL) e' stato, peraltro, effettuato in sede di riunione di Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica tenutasi presso questa prefettura in data 14 febbraio 2019, alla presenza del Procuratore della Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.
In tale sede, il Consesso ha concordato con le valutazioni della scrivente.
Alla luce dei fatti sopra enunciati e degli elementi documentali assunti, nel rimarcare che la ratio della normativa e' quella non solo di stroncare l'eventuale perpetrazione di illeciti, ma, in via preventiva, quella di supportare la vita dell'Ente locale, previa rimozione di quelle cause d'infiltrazione che ne abbiano intaccato il regolare e legittimo andamento, si ritengono, alla luce delle chiare evidenze risultanti dalla relazione della Commissione di indagine, che nel Comune di San Cataldo (CL) insistano una pluralita' di situazioni patologiche connesse all'interferenza della cosca mafiosa locale.
Pertanto. si ritiene, per le sopraesposte ragioni, che sussistono i presupposti al fine di un provvedimento di scioglimento presso il Comune di San Cataldo (CL), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000, come modificato dall'art. 2 - comma 30 - della legge 15 luglio 2009, n. 94.
Si soggiunge, in considerazione del ruolo del Omissis e del Omissis, Omissis dell'Ufficio. Omissis Omissis, svolto da entrambi nel solco di uno sviamento del pubblico interesse e del favoritismo personale ed ad imprese private, avuto riguardo ai concludenti atteggiamenti collusivi che denotano una sistematica convergenza di intenti della loro attivita' professionale per il raggiungimento di obiettivi personali, l'Organismo ispettivo ha convenuto che appare sussistere un quadro complessivo di elementi atti a supportare l'adozione di un provvedimento di rigore ai sensi dell'art. 143, comma 5, decreto legislativo n. 267/2000 nei confronti dei richiamati dipendenti comunali, peraltro il primo indagato nell'ambito dell'anzidetta operazione «Omissis» ed il secondo deferito all'Autorita' giudiziaria per gli artt. XXX, XXX, XXX, XXX, XXX e XXX del codice penale in relazione all'esercizio delle sue funzioni all'interno dell'Ufficio Omissis Omissis, oltre ad essere stato destinatario di misure restrittive della liberta personale.
Al riguardo anche la scrivente ritiene che nel caso in esame possa essere valutata l'adozione del comma 5 del citato art. 143.
Per ogni conseguente valutazione si torna a ricordare che il Comune di San Cataldo (CL) risulta fra gli Enti locali interessati alle consultazioni elettorali amministrative del prossimo 28 aprile.
Si allega la relazione della Commissione di indagine, la quale sara' altresi' trasmessa, per i profili di rispettivo interesse, alla Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia presso il Tribunale di Caltanissetta ed alla Procura della Corte dei conti per la Regione Siciliana.

Caltanissetta, 14 febbraio 2019

Il prefetto: Di Stani

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 28 marzo 2019

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei
ministri

Salvini, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 4 aprile 2019 Ministero dell'interno, foglio n. 707