Gazzetta n. 140 del 17 giugno 2019 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 maggio 2019
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Arzano.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il proprio decreto, in data 23 febbraio 2019, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Arzano (Napoli) e' stato sciolto a causa delle dimissioni rassegnate da oltre la meta' dei consiglieri assegnati all'ente;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 20 maggio 2019;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di Arzano (Napoli) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Gabriella D'Orso - viceprefetto;
dott.ssa Maria Pia De Rosa - viceprefetto;
dott.ssa Rosa Valentino - dirigente di II fascia.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Arzano (Napoli), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito di verifiche svolte dalle forze dell'ordine sugli amministratori eletti e sui componenti dell'apparato burocratico che hanno evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte della criminalita' organizzata, il prefetto di Napoli ha disposto, per gli accertamenti di rito, con decreto del 13 dicembre 2018 successivamente prorogato, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Successivamente a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri assegnati l'amministrazione comunale e' stata sciolta con decreto del Presidente della Repubblica del 23 febbraio 2019 ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b) n. 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'indagine ispettiva, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Napoli, sentito nella seduta del 2 maggio 2019 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nord e del Procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavitosi.
Il Comune di Arzano, il cui consiglio comunale e' gia' stato sciolto per condizionamenti di tipo mafioso nel 2008 e nel 2015, insiste in un contesto territoriale collocato nella periferia settentrionale di Napoli ove trovano sede stabilimenti industriali di importanti dimensioni ed e' caratterizzato dalla presenza di sodalizi criminali dediti alle estorsioni, al riciclaggio di attivita' illecite, al gioco di azzardo, al controllo degli appalti pubblici.
La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo la presenza nell'amministrazione eletta nel 2017 di assessori e consiglieri che hanno fatto parte del civico consesso che ha amministrato l'ente a decorrere dal 2010 e oggetto, nel 2015, del citato provvedimento dissolutorio per infiltrazioni mafiose. Viene in particolare evidenziato che alcuni legami e frequentazioni tra amministratori e soggetti contigui alla criminalita', gia' emersi all'esito dell'accesso ispettivo disposto nel 2015, risultano ancora oggi stabili.
L'analisi dei risultati elettorali effettuata dalla commissione d'indagine ha rivelato che l'ex sindaco e le liste che lo sostenevano hanno ottenuto rilevanti consensi nei territori a maggiore influenza della criminalita' organizzata sia al primo turno che al ballottaggio.
Relativamente ad altri amministratori locali, alcuni dei quali gravati da pregiudizi di polizia, l'organo ispettivo ha segnalato le assidue frequentazioni con soggetti organici o riconducibili ad organizzazioni criminali, ponendo in rilievo, in particolare per uno di essi, le cointeressenze e le indebite pressioni esercitate nei confronti di componenti dell'apparato burocratico finalizzate a condizionare l'istruttoria di procedimenti amministrativi.
Anche in relazione all'apparato burocratico sono emerse gravi e diffuse criticita'. Viene in particolare evidenziato che, nell'arco di un anno, si sono avvicendati ben sei segretari comunali, circostanza che attesta l'esercizio discontinuo delle funzioni di collaborazione e di assistenza giuridico - amministrativa con ripercussioni anche sulle attivita' gestionali dell'ente.
E' emersa altresi' un'ingerenza degli organi politici nelle prerogative dell'apparato burocratico in violazione del principio di separazione tra l'attivita' di indirizzo riservata agli organi elettivi e quella gestionale degli organi amministrativi con riflessi favorevoli per soggetti riconducibili alla criminalita' organizzata.
Emblematica e' anche la condizione dell'ufficio della polizia locale investito nel 2016 da indagini della Procura della Repubblica alle quali ha fatto seguito l'emissione di misure cautelari nei confronti di dirigenti e funzionari di quel settore, nonche' quella dell'ufficio anagrafe - stato civile che ha rilasciato provvedimenti in assenza di qualsivoglia verifica, attestando falsamente il possesso dei requisiti di legge in capo ai richiedenti.
Ripetute irregolarita' sono state riscontrate anche in relazione al settore urbanistico-appalti pubblici il cui dirigente, gravato al momento della nomina da due procedimenti penali, e' stato assunto per «individuazione diretta del sindaco», senza che l'ente abbia osservato il disposto dell'art. 100 del decreto legislativo 6 novembre 2011, n. 159 che richiede, per gli enti locali sciolti ai sensi dell'art. 143 TUOEL, nei cinque anni successivi allo scioglimento, l'acquisizione delle informazioni antimafia prima di procedere alla stipulazione di qualsiasi contratto. Tale nomina delinea inoltre una continuita' gestionale con la precedente amministrazione, anch'essa - come evidenziato - destinataria del provvedimento ex art. 143, presso la quale il citato dirigente era stato assunto con decreto del sindaco pro tempore.
Peraltro, il suddetto funzionario e' menzionato nella documentazione relativa ad altri scioglimenti di consigli comunali della Provincia di Napoli disposti ai sensi dell'art. 143 TUOEL per condotte amministrative di cui hanno beneficiato soggetti riconducibili alla locale criminalita' organizzata.
La relazione del prefetto si sofferma poi sulla vicenda relativa ad una richiesta di variante di lavori che, a seguito del parere negativo espresso dal competente tecnico comunale, ha visto l'intervento diretto di due amministratori comunali uno dei quali ritenuto contiguo all'organizzazione criminale egemone.
Uno dei predetti amministratori ha provveduto a prelevare materialmente il carteggio concernente la pratica in questione assegnandola al menzionato dirigente, assunto in via diretta dal sindaco, che ha poi redatto la relazione finale con parere favorevole. Rileva altresi' che a seguito della richiesta di deposito del carteggio relativo alla vicenda in esame formulata dalla commissione ispettiva, il citato dirigente ha omesso di produrre il parere negativo precedentemente rilasciato dal tecnico comunale.
In merito a tale vicenda la relazione del prefetto di Napoli sottolinea la circostanza che il coniuge di uno dei menzionati amministratori comunali e' stato successivamente assunto dall'impresa richiedente la citata variante dei lavori.
Un ulteriore episodio nel quale si riscontrano modalita' operative analoghe a quelle sopra descritte e' emerso all'esito dell'analisi delle procedure di rilascio di autorizzazioni ambientali. Viene evidenziato anche in questo caso che l'istruttoria di una pratica amministrativa, dopo il parere negativo emesso dal tecnico competente, e' stata a quest'ultimo sottratta da altro dirigente al fine di consentirne la favorevole evasione in favore di un soggetto riconducibile ad ambienti controindicati.
La commissione d'indagine, avvalendosi degli accertamenti disposti dalla locale stazione di Carabinieri, ha riscontrato come anche il settore competente al rilascio dei titoli autorizzativi per il servizio di onoranze funebri e' stato condizionato dall'ingerenza della criminalita' organizzata. Viene al riguardo in rilievo la vicenda relativa ad un'azienda - i cui titolari sono riconducibili ad ambienti criminali - che, sebbene sprovvista dei prescritti titoli autorizzativi, ha regolarmente esercitato l'attivita' d'impresa ottenendo dall'ente i nulla osta ai seppellimenti. Rileva altresi' che nei confronti della citata ditta l'ente non ha effettuato i dovuti controlli esperiti invece nei confronti di altri operatori del settore.
La relazione della commissione d'indagine, nell'evidenziare la sussistenza di cointeressenze tra i titolari della citata impresa, amministratori comunali ed esponenti della criminalita' organizzata, pone in rilievo che la stessa, dopo aver mutato denominazione, ha richiesto al comune una SCIA per la vendita al dettaglio di oggetti sacri la cui conformita' e' stata attestata dal piu' volte menzionato dirigente assunto dal sindaco il quale ne ha avallato la regolarita', dichiarando la sussistenza dei requisiti morali previsti dall'art. 85 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.
Viene altresi' evidenziato che l'ente, relativamente al rilascio di autorizzazioni in favore dell'impresa summenzionata, non ha ottemperato alle disposizioni dell'art. 67 del decreto legislativo n. 159/2011 in materia di prevenzione antimafia e che, successivamente, nel mese di marzo 2019, la societa' in questione e' stata destinataria di provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla Prefettura di Napoli.
Elementi significativi di un'amministrazione comunale avulsa dal rispetto dei principi di legalita' e buon andamento sono emersi anche dalle modalita' di gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata. La commissione d'indagine evidenzia che la quasi totalita' dei beni confiscati alle associazioni camorristiche nel Comune di Arzano era di proprieta' di un esponente di spicco della locale associazione camorristica, in stretti rapporti con un amministratore locale. Solamente dopo l'insediamento della commissione d'indagine il primo cittadino ha provveduto ad assegnare un immobile, peraltro in violazione della normativa di settore, in quanto l'associazione assegnataria non dispone dei fondi necessari per ristrutturare e utilizzare il bene.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Napoli rivelano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Arzano volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Sebbene il processo di ripristino della legalita' nell'attivita' del comune sia gia' iniziato da alcuni mesi attraverso la gestione provvisoria dell'ente affidata al commissario straordinario, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in considerazione dei fatti suesposti e per garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene, comunque, necessaria la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative.
L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che, piu' incisivamente, favoriscono il risanamento dell'ente.
Rilevato che, per le caratteristiche che lo configurano, il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo citato, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Arzano (Napoli), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sorso attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 20 maggio 2019

Il Ministro dell'interno: Salvini
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 22 maggio 2019

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei
ministri

Salvini, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 31 maggio 2019 Ufficio controllo atti Ministero interno e difesa, Reg.ne Succ. n. 1182
 
Allegato

Parte di provvedimento in formato grafico