Gazzetta n. 23 del 29 gennaio 2020 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 dicembre 2019
Scioglimento del consiglio comunale di Scanzano Jonico e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Scanzano Jonico (Matera) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 21 dicembre 2019;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Scanzano Jonico (Matera) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Scanzano Jonico (Matera), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi nonche' il buon andamento e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
In relazione a quanto emerso da un'attivita' di polizia giudiziaria nonche' dai riscontri sulla presenza di alcuni amministratori locali legati da vincoli di parentela o amicizia ad alcuni esponenti della criminalita' organizzata il prefetto di Matera ha convocato due riunioni di coordinamento interforze nel corso delle quali sono stati ipotizzati possibili condizionamenti della criminalita' organizzata nella gestione amministrativa del predetto comune.
In relazione a tali aspetti e al fine di verificare l'eventuale sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie criminali nei confronti dell'amministrazione dell'ente, il prefetto di Matera, con decreto del 22 febbraio 2019, successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143, comma 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'indagine ispettiva la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Matera, sentito nella seduta del 2 ottobre 2019 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica di Matera e del procuratore capo della Repubblica e coordinatore della direzione distrettuale antimafia di Potenza, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al menzionato art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale e il contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie e hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente alla criminalita' organizzata.
Il Comune di Scanzano Jonico e' situato nella zona pianeggiante del metapontino lungo la fascia costiera jonica ed e' caratterizzato dalla presenza di sodalizi mafiosi, come acclarato da due recenti operazioni di polizia denominate «Rusca» e «101» coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Potenza che il 4 ottobre 2018 e il 4 febbraio 2019 hanno portato all'esecuzione, rispettivamente, di 25 e 17 misure cautelari della detenzione in carcere o degli arresti domiciliari applicate nei confronti di esponenti criminali indagati per gravi reati tra i quali quello di associazione di stampo mafioso. Le ipotesi di reato contestate ai sodali con le menzionate ordinanze sono state confermate da una prima sentenza di condanna emessa nei confronti di 10 imputati dal Tribunale di Potenza.
Gli elementi emersi dall'attivita' di indagine hanno messo in luce l'esistenza, sul territorio della fascia costiera jonica, compresa tra Metaponto di Bernalda al confine con la Puglia e Nova Siri al confine con la Calabria, di associazioni di tipo mafioso dedite ad attivita' estorsive in danno di imprese commerciali, spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e estorsione, gestione e controllo' di attivita' economiche e appalti - avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo - e come tale organizzazione di stampo mafioso stia ponendo in essere articolate attivita' di infiltrazione nel tessuto sociale ed economico locale, ingenerando uno stato di assoggettamento diffuso nel territorio nonche' nelle compagini politiche.
La commissione d'indagine ha analiticamente esaminato il profilo degli amministratori e dei dipendenti, alcuni dei quali gravati da pregiudizi penali e ha posto in rilievo la sussistenza di un'intricata rete di rapporti parentali, frequentazioni, cointeressenze tra gli stessi ed esponenti della criminalita' del luogo, sottolineando come tale stato di cose abbia compromesso il buon andamento e l'imparzialita' dell'amministrazione locale, indirizzandone le scelte su percorsi non rispondenti ai principi di legalita' e trasparenza.
La relazione prefettizia si sofferma sulla figura di uno degli amministratori che ricopre un ruolo di rilievo nell'ente - che nell'ambito della sua attivita' professionale e' il tecnico di fiducia di uno stretto parente di un esponente di primo piano della famiglia criminale egemone - ponendo in rilievo, oltre all'evidente conflitto di interessi, il ruolo primario che lo stesso ha svolto in alcuni procedimenti amministrativi, adoperandosi per favorire gli interessi dell'organizzazione mafiosa a discapito del perseguimento dell'interesse pubblico.
Significativi in tal senso si sono rivelati gli esiti di un controllo effettuato dalle forze dell'ordine presso una struttura balneare gestita da un sodale dell'indicata cosca, sottoposto alla misura di prevenzione di pubblica sicurezza e tratto in arresto nell'ambito della c.d. operazione «101» del febbraio 2019. Gli accertamenti disposti dalle forze dell'ordine erano finalizzati a verificare iI possesso dei previsti titoli autorizzativi per l'apertura di uno stabilimento balneare con annesso chiosco bar che risultava utilizzare, per l'esercizio dell'attivita', i bagni pubblici comunali. Nel corso della verifica ispettiva e' emerso che il menzionato esponente mafioso, dal 2013 e fino alla data del controllo, ha gestito i suddetti servizi pubblici in virtu' di un'autorizzazione comunale rilasciata nello stesso anno per la sola stagione balneare in corso, non rinnovata per gli anni successivi. Evidenzia altresi' la commissione d'indagine che la gestione dei bagni pubblici, senza alcun titolo autorizzativo, ha permesso di soddisfare i requisiti igienico-sanitari richiesti per tale tipo di esercizi pubblici.
Rileva al riguardo la dichiarazione resa dal gestore della struttura, che nell'ambito del controllo summenzionato ha confermato di non aver mai chiesto il rinnovo dell'autorizzazione per l'utilizzo dei bagni pubblici, in quanto in tal senso era stato consigliato dal menzionato amministratore comunale, suo tecnico di fiducia.
La relazione della commissione d'indagine si sofferma su un'altra vicenda che attesta, ancora una volta, il tentativo dell'amministrazione comunale di favorire gli interessi della criminalita' organizzata, con riferimento alla realizzazione - su istanza della figlia del capo del clan localmente egemone - di un impianto di recupero, stoccaggio e riutilizzo per rifiuti non pericolosi da collocarsi in un'area sottoposta a vincolo. Viene rappresentato che il medesimo amministratore ha avallato, senza mai contrastarlo, l'operato di un tecnico comunale che, per le suddette finalita', ha posto in essere una serie di interventi viziati da irregolarita' e illegittimita' finalizzati a concedere una sanatoria per alcune opere edilizie abusive. Lo stesso tecnico ha inoltre tentato di far approvare un'apposita variante dello strumento urbanistico comunale necessaria per realizzare l'impianto, che non e' stato possibile perfezionare solo grazie alla ferma opposizione dell'ufficio urbanistica della Regione Basilicata.
Ulteriore episodio, che attesta inequivocabilmente il radicamento nel territorio e la capacita' di condizionare le determinazioni dell'amministrazione locale, e' rappresentato - dalla vicenda relativa allo spettacolo musicale - nell'ambito del programma «Fantastik Estate 2018», organizzato dalla pro-loco di Scanzano Jonico e patrocinato dal comune - allestito da un'associazione facente capo direttamente a soggetti intranei alla locale organizzazione criminale e il cui presidente e' uno dei destinatari delle menzionate ordinanze cautelari. Si tratta del concerto di un cantante neomelodico, noto per l'impronta marcatamente elogiativa del mondo criminale, i cui brani sono esplicitamente celebrativi della «camorra». Nel corso dello spettacolo tutta la struttura organizzativa ha inviato agli spettatori messaggi che, metaforicamente, erano tesi ad affermare la presenza e l'influenza nel territorio delle consorterie criminali e ha inoltre diffuso sui social network un video nel quale - effettuando un accostamento tra la citta' di Scanzano Jonico e alcune delle zone di Napoli gravemente controllate dalla camorra - campeggiava l'immagine di uno degli organizzatori, anch'egli destinatario delle menzionate ordinanze cautelari, raffigurato in compagnia di sodali e in pose tipicamente esaltanti la sua posizione di «camorrista».
E' tra l'altro emblematico che gli amministratori locali - alcuni dei quali, come evidenziato, vicini per legami parentali o frequentazioni ad ambienti mafiosi - che avrebbero dovuto assumere una funzione di indirizzo e controllo, abbiano consentito che venisse effettuato uno spettacolo al quale hanno partecipato oltre 6000 persone, inserito dal comune nel cartellone degli eventi estivi, senza verificare che fossero state predisposte le obbligatorie misure a tutela della sicurezza e incolumita' pubblica e senza aver rilasciato la prescritta autorizzazione per lo svolgimento dell'evento.
La relazione del prefetto, nell'analizzare inoltre i componenti dell'apparato burocratico, pone in rilievo il profilo di un dipendente - gia' persona di fiducia di un precedente amministratore comunale - la cui contiguita' agli ambienti criminali e' ben tratteggiata in alcuni passaggi della menzionata ordinanza cautelare inerente l'indagine «101». Piu' nel dettaglio e' emerso che il dipendente in parola - gravato anche nel corso degli ultimi anni da numerosissimi pregiudizi penali - nel 2005 e' stato tratto in arresto, su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Potenza, con l'accusa di aver posto in essere condotte penalmente rilevanti avvalendosi delle condizioni di cui all'art. 416-bis del codice penale.
Fonti tecniche di prova attestano altresi' la sua assidua frequentazione con esponenti di vertice dell'organizzazione criminale egemone nonche' la sua propensione a rendersi disponibile alle richieste da questi avanzate.
La commissione d'indagine ha, poi, preso in esame la documentazione relativa agli appalti e affidamenti diretti di servizi, lavori e forniture disposti dal 2016, soffermandosi in particolare sul servizio di igiene urbana, affidato nel febbraio 2010 a un'impresa che, sin dalle fasi di avvio del servizio, ha subito atti intimidatori cessati nel marzo 2011 in coincidenza, come evidenziato nella relazione del prefetto, con l'assunzione fittizia di uno stretto parente del capo della consorteria mafiosa nonche' con la sottoscrizione da parte della stessa impresa di un contratto di locazione di un immobile di proprieta' della figlia dello stesso capo cosca.
Tenuto conto dei numerosi inadempimenti della ditta affidataria del servizio, l'amministrazione comunale allora in carica, con delibera di giunta del novembre 2015, approvava il verbale di risoluzione consensuale del contratto. Nel 2018 l'attuale amministrazione ha avviato una nuova procedura di gara, espletata dalla centrale unica di committenza e aggiudicata nuovamente all'impresa summenzionata, pur a fronte degli evidenziati inadempimenti e sebbene la stessa avrebbe dovuto essere esclusa in quanto si trovava, in regime di concordato preventivo. Tale circostanza ha dato luogo a un contenzioso amministrativo all'esito del quale, come, ampiamente riportato nella relazione del prefetto, in accoglimento del ricorso proposto la gara e' stata aggiudicata ad altra impresa.
La relazione del prefetto sottolinea come l'accesso ispettivo abbia evidenziato le illecite ingerenze della criminalita' organizzata nell'espletamento di tale servizio, ponendo in rilievo altresi' come una gestione inefficace della cosa pubblica e un procedimento di gara viziato da anomalie e irregolarita' abbiano consentito all'impresa in argomento di proseguire il rapporto con l'amministrazione locale, in tal modo agevolando gli interessi della organizzazione criminale egemone.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Scanzano Jonico, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Scanzano Jonico (Matera), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza e all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

Roma, 18 dicembre 2019

Il Ministro dell'interno: Lamorgese

 
Art. 2

La gestione del Comune di Scanzano Jonico (Matera) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Rosalia Ermelinda Camerini - viceprefetto;
dott.ssa Maria Luisa Ruocco - viceprefetto;
dott.ssa Rosa Maria Simone - dirigente II fascia Area I.
 

Prefettura di Matera
Ufficio Territoriale del Governo

Matera, 2 ottobre 2019
Al Sig. Ministro dell'Interno
R O M A

OGGETTO: Comune di Scanzano Jonico (MT) (ab. 7632). Relazione sull'esito degli accertamenti ispettivi volti a verificare la sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 27 dicembre 2019

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei
ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte di conti il 14 gennaio 2020 Ufficio controllo atti Ministeri interno e difesa, reg.ne prev. n. 78