Gazzetta n. 190 del 30 luglio 2020 (vai al sommario)
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
DECRETO 31 marzo 2020, n. 85
Regolamento concernente la soppressione della forma pensionistica complementare residuale istituita presso l'INPS (FONDINPS).


IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

di concerto con

IL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Vista la legge 27 dicembre 2017, n. 205 (di seguito legge n. 205 del 2017) ed in particolare l'articolo 1, comma 173, il quale prevede che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con decreto adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, determina la data di decorrenza della soppressione della forma pensionistica complementare residuale istituita presso l'INPS di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252(di seguito decreto legislativo n. 252 del 2005);
Visto, inoltre, l'articolo 1, comma 174, della legge n. 205 del 2017, in base al quale con il medesimo decreto, sentite le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente piu' rappresentative sul piano nazionale dei diversi comparti del settore privato, e' individuata la forma pensionistica alla quale far affluire le quote di TFR maturando nell'ipotesi prevista dall'articolo 8, comma 7, lettera b), numero 3), del decreto legislativo n. 252 del 2005, tra le forme pensionistiche negoziali di maggiori dimensioni sul piano patrimoniale e dotate di un assetto organizzativo conforme alle disposizioni dell'articolo 8, comma 9, del citato decreto legislativo n. 252 del 2005;
Visto, altresi', l'articolo 1, comma 175, della legge n. 205 del 2017, il quale prevede che con il medesimo decreto sono poi stabilite, sentita la COVIP, le modalita' per il trasferimento alla forma di cui al comma 174 delle posizioni individuali costituite presso la forma pensionistica complementare residuale istituita presso l'INPS, di cui all'articolo 9 del decreto legislativo n. 252 del 2005, esistenti alla data di soppressione della stessa;
Visto il decreto legislativo n. 252 del 2005, e, in particolare, l'articolo 9, comma 1, con il quale e' stata costituita, presso l'INPS, la forma pensionistica complementare a contribuzione definita prevista dall'articolo 1, comma 2, lettera e), n. 7), della legge 23 agosto 2004, n. 243, alla quale far affluire le quote di TFR maturando nell'ipotesi prevista dall'articolo 8, comma 7, lettera b), n. 3, del decreto legislativo n. 252 del 2005;
Visto l'articolo 1, comma 765, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il quale prevede, tra l'altro, che, con apposito decreto, siano definite le modalita' di attuazione di quanto previsto dall'articolo 9 del predetto decreto legislativo n. 252 del 2005;
Visto il decreto interministeriale 30 gennaio 2007, recante «Attuazione dell'articolo 1, comma 765, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Procedure di espressione della volonta' del lavoratore circa la destinazione del TFR maturando e disciplina della forma pensionistica complementare residuale presso l'INPS (FONDINPS)»;
Visto, in particolare, l'articolo 2 del predetto decreto 30 gennaio 2007, in base al quale la forma di previdenza complementare a contribuzione definita costituita presso l'INPS, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, del decreto legislativo n. 252 del 2005, ha assunto la denominazione di «Fondo complementare I.N.P.S.», in forma abbreviata FONDINPS;
Visto il decreto ministeriale del 10 ottobre 2012, recante «Ricostituzione del Comitato amministratore della forma pensionistica complementare a contribuzione definita costituita presso l'INPS», con il quale e' stato ricostituito il predetto organo e sono stati rinominati i suoi componenti, nonche' confermato l'incarico di Responsabile e rideterminati, su base annua, gli importi dei relativi incarichi;
Visto l'articolo 17, commi 3 e 4, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Sentite le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente piu' rappresentative sul piano nazionale dei diversi comparti del settore privato in ordine alla individuazione della forma pensionistica complementare cui far affluire le quote di TFR maturando nell'ipotesi prevista dall'articolo 8, comma 7, lettera b), del decreto legislativo n. 252 del 2005;
Sentita la COVIP;
Udito il parere del Consiglio di Stato espresso dalla Sezione Consultiva per gli Atti Normativi nell'adunanza di sezione del 16 gennaio 2020;
Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, effettuata con nota prot. n.682 del 22 gennaio 2020;

Adotta
il seguente regolamento:

Art. 1

Liquidazione di FONDINPS

1. Alla data di entrata in vigore del presente decreto la forma pensionistica complementare residuale denominata «Fondo pensione complementare I.N.P.S.», in forma abbreviata «FONDINPS», istituita presso l'INPS (di seguito: FONDINPS), e' posta in liquidazione.
2. Entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, la COVIP nomina il Commissario liquidatore di FONDINPS e ne determina l'indennita'. Fino alla data di nomina del Commissario liquidatore, il Comitato amministratore di FONDINPS continua ad esercitare l'ordinaria amministrazione del Fondo.
3. Il provvedimento di cui al comma 2 e' pubblicato, per estratto, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
4. Dalla data di nomina del Commissario liquidatore e' sciolto il Comitato amministratore di FONDINPS e il Responsabile di FONDINPS cessa dalla carica.
5. La COVIP puo' impartire istruzioni al Commissario liquidatore e procedere, in ogni momento, con provvedimento motivato, alla sua revoca ed eventuale sostituzione.

NOTE
Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto
dall'amministrazione competente per materia ai sensi
dell'articolo 10, comma 3 del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione delle leggi,
sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica
e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali
e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e
l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

Note alle premesse:

- La legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di
previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e
bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020), e'
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2017, n.
302, S.O.
- Si riporta il testo dell'articolo 1, commi 173, 174 e
175 della citata legge n. 205 del 2017:
«Art 1. (Omissis).
173. La forma pensionistica complementare residuale
istituita presso l'INPS, di cui all'articolo 9 del decreto
legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, e' soppressa, con
decorrenza dalla data determinata con decreto del Ministro
del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il
Ministro dell'economia e delle finanze, emanato ai sensi
dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n.
400.
174. Con il medesimo decreto di cui al comma 173,
sentite le organizzazioni dei datori di lavoro e dei
lavoratori comparativamente piu' rappresentative sul piano
nazionale dei diversi comparti del settore privato, e'
individuata la forma pensionistica alla quale far affluire
le quote di TFR maturando nell'ipotesi prevista
dall'articolo 8, comma 7, lettera b), numero 3), del
decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252. Tale forma
pensionistica e' individuata tra le forme pensionistiche
negoziali di maggiori dimensioni sul piano patrimoniale e
dotata di un assetto organizzativo conforme alle
disposizioni dell'articolo 8, comma 9, del citato decreto
legislativo n. 252 del 2005.
175. Alla forma pensionistica di cui al comma 174
sono altresi' trasferite le posizioni individuali
costituite presso la forma pensionistica complementare di
cui al comma 173, esistenti alla data di soppressione della
stessa, secondo modalita' stabilite con il medesimo decreto
di cui al comma 173, sentita la COVIP.
(Omissis).».
- Si riporta il testo dell'articolo 17, della legge 23
agosto 1988 n. 400 (Disciplina dell'attivita' di Governo e
ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri):
«Art. 17. (Regolamenti). - 1. Con decreto del
Presidente della Repubblica, previa deliberazione del
Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio di
Stato che deve pronunziarsi entro novanta giorni dalla
richiesta, possono essere emanati regolamenti per
disciplinare:
a) l'esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi, nonche' dei regolamenti comunitari;
b) l'attuazione e l'integrazione delle leggi e dei
decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi
quelli relativi a materie riservate alla competenza
regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte
di leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si
tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l'organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate
dalla legge;
e).
2. Con decreto del Presidente della Repubblica,
previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni
parlamentari competenti in materia, che si pronunciano
entro trenta giorni dalla richiesta, sono emanati i
regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da
riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per
le quali le leggi della Repubblica, autorizzando
l'esercizio della potesta' regolamentare del Governo,
determinano le norme generali regolatrici della materia e
dispongono l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto
dall'entrata in vigore delle norme regolamentari.
3. Con decreto ministeriale possono essere adottati
regolamenti nelle materie di competenza del ministro o di
autorita' sottordinate al ministro, quando la legge
espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per
materie di competenza di piu' ministri, possono essere
adottati con decreti interministeriali, ferma restando la
necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge.
I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono
dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati
dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente
del Consiglio dei ministri prima della loro emanazione.
4. I regolamenti di cui al comma 1 ed i regolamenti
ministeriali ed interministeriali, che devono recare la
denominazione di «regolamento», sono adottati previo parere
del Consiglio di Stato, sottoposti al visto ed alla
registrazione della Corte dei conti e pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale.
4-bis. L'organizzazione e la disciplina degli uffici
dei Ministeri sono determinate, con regolamenti emanati ai
sensi del comma 2, su proposta del Ministro competente
d'intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri e con
il Ministro del tesoro, nel rispetto dei principi posti dal
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, con i contenuti e con l'osservanza dei
criteri che seguono:
a) riordino degli uffici di diretta collaborazione
con i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, stabilendo che
tali uffici hanno esclusive competenze di supporto
dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo
e l'amministrazione;
b) individuazione degli uffici di livello
dirigenziale generale, centrali e periferici, mediante
diversificazione tra strutture con funzioni finali e con
funzioni strumentali e loro organizzazione per funzioni
omogenee e secondo criteri di flessibilita' eliminando le
duplicazioni funzionali;
c) previsione di strumenti di verifica periodica
dell'organizzazione e dei risultati;
d) indicazione e revisione periodica della
consistenza delle piante organiche;
e) previsione di decreti ministeriali di natura non
regolamentare per la definizione dei compiti delle unita'
dirigenziali nell'ambito degli uffici dirigenziali
generali.
4-ter. Con regolamenti da emanare ai sensi del comma
1 del presente articolo, si provvede al periodico riordino
delle disposizioni regolamentari vigenti, alla ricognizione
di quelle che sono state oggetto di abrogazione implicita e
all'espressa abrogazione di quelle che hanno esaurito la
loro funzione o sono prive di effettivo contenuto normativo
o sono comunque obsolete.».
- Si riporta il testo dell'articolo 8 del decreto
legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 (Disciplina delle forme
pensionistiche complementari):
«Art. 8. (Finanziamento). - 1 - 6 (Omissis).
7. Il conferimento del TFR maturando alle forme
pensionistiche complementari comporta l'adesione alle forme
stesse e avviene, con cadenza almeno annuale, secondo:
a) modalita' esplicite: entro sei mesi dalla data
di prima assunzione il lavoratore puo' conferire l'intero
importo del TFR maturando ad una forma di previdenza
complementare dallo stesso prescelta; qualora, in
alternativa, il lavoratore decida, nel predetto periodo di
tempo, di mantenere il TFR maturando presso il proprio
datore di lavoro, tale scelta puo' essere successivamente
revocata e il lavoratore puo' conferire il TFR maturando ad
una forma pensionistica complementare dallo stesso
prescelta;
b) modalita' tacite: nel caso in cui il lavoratore
nel periodo di tempo indicato alla lettera a) non esprima
alcuna volonta', a decorrere dal mese successivo alla
scadenza dei sei mesi ivi previsti:
1) il datore di lavoro trasferisce il TFR
maturando dei dipendenti alla forma pensionistica
collettiva prevista dagli accordi o contratti collettivi,
anche territoriali, salvo sia intervenuto un diverso
accordo aziendale che preveda la destinazione del TFR a una
forma collettiva tra quelle previste all'articolo 1, comma
2, lettera e), n. 2), della legge 23 agosto 2004, n. 243;
tale accordo deve essere notificato dal datore di lavoro al
lavoratore, in modo diretto e personale;
2) in caso di presenza di piu' forme
pensionistiche di cui al n. 1), il TFR maturando e'
trasferito, salvo diverso accordo aziendale, a quella alla
quale abbia aderito il maggior numero di lavoratori
dell'azienda;
3) qualora non siano applicabili le disposizioni
di cui ai numeri 1) e 2), il datore di lavoro trasferisce
il TFR maturando alla forma pensionistica complementare
individuata con decreto del Ministro del lavoro e delle
politiche sociali, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, sentite le organizzazioni
dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente piu'
rappresentative sul piano nazionale dei diversi comparti
del settore privato;
c) con riferimento ai lavoratori di prima
iscrizione alla previdenza obbligatoria in data antecedente
al 29 aprile 1993:
1) fermo restando quanto previsto all'articolo
20, qualora risultino iscritti, alla data di entrata in
vigore del presente decreto, a forme pensionistiche
complementari in regime di contribuzione definita, e'
consentito scegliere, entro sei mesi dalla predetta data o
dalla data di nuova assunzione, se successiva, se mantenere
il residuo TFR maturando presso il proprio datore di
lavoro, ovvero conferirlo, anche nel caso in cui non
esprimano alcuna volonta', alla forma complementare
collettiva alla quale gli stessi abbiano gia' aderito;
2) qualora non risultino iscritti, alla data di
entrata in vigore del presente decreto, a forme
pensionistiche complementari, e' consentito scegliere,
entro sei mesi dalla predetta data, se mantenere il TFR
maturando presso il proprio datore di lavoro, ovvero
conferirlo, nella misura gia' fissata dagli accordi o
contratti collettivi, ovvero, qualora detti accordi non
prevedano il versamento del TFR, nella misura non inferiore
al 50 per cento, con possibilita' di incrementi successivi,
ad una forma pensionistica complementare; nel caso in cui
non esprimano alcuna volonta', si applica quanto previsto
alla lettera b).
9. Gli statuti e i regolamenti delle forme
pensionistiche complementari prevedono, in caso di
conferimento tacito del TFR, l'investimento di tali somme
nella linea a contenuto piu' prudenziale tali da garantire
la restituzione del capitale e rendimenti comparabili, nei
limiti previsti dalla normativa statale e comunitaria, al
tasso di rivalutazione del TFR.
(Omissis).».
- Il testo dell'articolo 9 del decreto legislativo 5
dicembre 2005, n. 252 (Disciplina delle forme
pensionistiche complementari), abrogato dalla citata legge
27 dicembre 2017, n. 205, recava:
«Art. 9. (Istituzione e disciplina della forma
pensionistica complementare residuale presso l'INPS). - 1.
Presso l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS)
e' costituita la forma pensionistica complementare a
contribuzione definita prevista dall'articolo 1, comma 2,
lettera e), n. 7), della legge 23 agosto 2004, n. 243, alla
quale affluiscono le quote di TFR maturando nell'ipotesi
prevista dall'articolo 8, comma 7, lettera b), n. 3). Tale
forma pensionistica e' integralmente disciplinata dalle
norme del presente decreto.
2. La forma pensionistica di cui al presente articolo
e' amministrata da un comitato dove e' assicurata la
partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei
datori di lavoro, secondo un criterio di pariteticita'. I
membri del comitato sono nominati dal Ministro del lavoro e
delle politiche sociali e restano in carica per quattro
anni. I membri del comitato devono possedere i requisiti di
professionalita', onorabilita' e indipendenza stabiliti con
decreto di cui all'articolo 4, comma 3.
3. La posizione individuale costituita presso la
forma pensionistica di cui al presente articolo puo' essere
trasferita, su richiesta del lavoratore, anche prima del
termine di cui all'articolo 14, comma 6, ad altra forma
pensionistica dallo stesso prescelta.».
- Si riporta l'articolo 1, comma 2, della legge 23
agosto 2004, n. 243 (Norme in materia pensionistica e
deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica,
per il sostegno alla previdenza complementare e
all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di
previdenza ed assistenza obbligatoria):
«Art. 1. - 1. (Omissis).
2. Il Governo, nell'esercizio della delega di cui al
comma 1, fatte salve le competenze delle regioni a statuto
speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano,
previste dai relativi statuti, dalle norme di attuazione e
dal titolo V della parte II della Costituzione, si atterra'
ai seguenti principi e criteri direttivi:
a) individuare le forme di tutela atte a garantire
la correttezza dei dati contributivi e previdenziali
concernenti il personale dipendente dalle pubbliche
amministrazioni;
b) liberalizzare l'eta' pensionabile, prevedendo il
preventivo accordo del datore di lavoro per il
proseguimento dell'attivita' lavorativa qualora il
lavoratore abbia conseguito i requisiti per la pensione di
vecchiaia, con l'applicazione degli incentivi di cui ai
commi da 12 a 17 e fatte salve le disposizioni di legge
vigenti in materia di pensionamento di vecchiaia per le
lavoratrici, e facendo comunque salva la facolta' per il
lavoratore, il cui trattamento pensionistico sia liquidato
esclusivamente secondo il sistema contributivo, di
proseguire in modo automatico la propria attivita'
lavorativa fino all'eta' di sessantacinque anni;
c) ampliare progressivamente la possibilita' di
totale cumulabilita' tra pensione di anzianita' e redditi
da lavoro dipendente e autonomo, in funzione
dell'anzianita' contributiva e dell'eta';
d) adottare misure volte a consentire la
progressiva anticipazione della facolta' di richiedere la
liquidazione del supplemento di pensione fino a due anni
dalla data di decorrenza della pensione o del precedente
supplemento;
e) adottare misure finalizzate ad incrementare
l'entita' dei flussi di finanziamento alle forme
pensionistiche complementari, collettive e individuali, con
contestuale incentivazione di nuova occupazione con
carattere di stabilita', prevedendo a tale fine:
1) il conferimento, salva diversa esplicita
volonta' espressa dal lavoratore, del trattamento di fine
rapporto maturando alle forme pensionistiche complementari
di cui al decreto legislativo 21 aprile1993, n. 124,
garantendo che il lavoratore stesso abbia una adeguata
informazione sulla tipologia, le condizioni per il recesso
anticipato, i rendimenti stimati dei fondi di previdenza
complementare per i quali e' ammessa l'adesione, nonche'
sulla facolta' di scegliere le forme pensionistiche a cui
conferire il trattamento di fine rapporto, previa
omogeneizzazione delle stesse in materia di trasparenza e
tutela, e anche in deroga alle disposizioni legislative che
gia' prevedono l'accantonamento del trattamento di fine
rapporto e altri accantonamenti previdenziali presso gli
enti di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509,
per titoli diversi dalla previdenza complementare di cui al
citato decreto legislativo n. 124 del 1993;
2) l'individuazione di modalita' tacite di
conferimento del trattamento di fine rapporto ai fondi
istituiti o promossi dalle regioni, tramite loro strutture
pubbliche o a partecipazione pubblica all'uopo istituite,
oppure in base ai contratti e accordi collettivi di cui
alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 e al comma2
dell'articolo 9 del decreto legislativo 21 aprile 1993, n.
124, e successive modificazioni, nonche' ai fondi istituiti
in base alle lettere c) e c-bis) dell'articolo 3, comma
1,del medesimo decreto legislativo, nel caso in cui il
lavoratore non esprima la volonta' di non aderire ad alcuna
forma pensionistica complementare e non abbia esercitato la
facolta' di scelta in favore di una delle forme medesime
entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in
vigore del relativo decreto legislativo, emanato ai sensi
del comma 1 e del presente comma, ovvero entro sei mesi
dall'assunzione;
3) la possibilita' che, qualora il lavoratore
abbia diritto ad un contributo del datore di lavoro da
destinare alla previdenza complementare, detto contributo
affluisca alla forma pensionistica prescelta dal lavoratore
stesso o alla quale egli intenda trasferirsi ovvero alla
quale il contributo debba essere conferito ai sensi del
numero 2);
4) l'eliminazione degli ostacoli che si
frappongono alla libera adesione e circolazione dei
lavoratori all'interno del sistema della previdenza
complementare, definendo regole comuni, in ordine in
particolare alla comparabilita' dei costi, alla trasparenza
e portabilita', alfine di tutelare l'adesione consapevole
dei soggetti destinatari; la rimozione dei vincoli posti
dall'articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 21
aprile1993, n. 124, e successive modificazioni, al fine
della equiparazione tra forme pensionistiche; l'attuazione
di quanto necessario al fine di favorire le adesioni in
forma collettiva ai fondi pensione aperti, nonche' il
riconoscimento al lavoratore dipendente che si trasferisca
volontariamente da una forma pensionistica all'altra del
diritto al trasferimento del contributo del datore di
lavoro in precedenza goduto, oltre alle quote del
trattamento di fine rapporto;
5) che la contribuzione volontaria alle forme
pensionistiche possa proseguire anche oltre i cinque anni
dal raggiungimento del limite dell'eta' pensionabile;
6) il ricorso a persone particolarmente
qualificate e indipendenti per il conferimento
dell'incarico di responsabile dei fondi pensione nonche'
l'incentivazione dell'attivita' di eventuali organismi di
sorveglianza previsti nell'ambito delle adesioni collettive
ai fondi pensione aperti, anche ai sensi dell'articolo 5,
comma 3, del decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124;
7) la costituzione, presso enti di previdenza
obbligatoria, di forme pensionistiche alle quali destinare
in via residuale le quote del trattamento di fine rapporto
non altrimenti devolute;
8) l'attribuzione ai fondi pensione della
contitolarita' con i propri iscritti del diritto alla
contribuzione, compreso il trattamento di fine rapporto cui
e' tenuto il datore di lavoro, e la legittimazione dei
fondi stessi, rafforzando le modalita' di riscossione anche
coattiva, a rappresentare i propri iscritti nelle
controversie aventi ad oggetto i contributi omessi nonche'
l'eventuale danno derivante dal mancato conseguimento dei
relativi rendimenti;
9) la subordinazione del conferimento del
trattamento di fine rapporto, di cui ai numeri 1) e 2),
all'assenza di oneri per le imprese, attraverso
l'individuazione delle necessarie compensazioni in termini
di facilita' di accesso al credito, in particolare per le
piccole e medie imprese, di equivalente riduzione del costo
del lavoro e di eliminazione del contributo relativo al
finanziamento del fondo di garanzia del trattamento di fine
rapporto;
10) che i fondi pensione possano dotarsi di linee
d'investimento tali da garantire rendimenti comparabili al
tasso di rivalutazione del trattamento di fine rapporto;
11) l'assoggettamento delle prestazioni di
previdenza complementare a vincoli in tema di cedibilita',
sequestrabilita' e pignorabilita' analoghi a quelli
previsti per la previdenza di base;
(Omissis).».
- Si riporta l'articolo 1, comma 765, della legge 27
dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
finanziaria 2007)):
«Art. 1. - 1. - 764. (Omissis).
765. Ai fini della realizzazione di campagne
informative a cura della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, d'intesa con il Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, volte a promuovere adesioni consapevoli
alle forme pensionistiche complementari nonche' per fare
fronte agli oneri derivanti dall'attuazione delle connesse
procedure di espressione delle volonta' dei lavoratori di
cui all'articolo 8 del decreto legislativo 5 dicembre 2005,
n. 252, e' autorizzata, per l'anno 2007, la spesa di 17
milioni di euro. Alla ripartizione delle predette somme si
provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, di concerto con il Ministro del lavoro e della
previdenza sociale e con il Ministro dell'economia e delle
finanze. Con decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, sentita la Commissione di
vigilanza sui fondi pensione (COVIP), da emanare entro un
mese dalla data di entrata in vigore della presente legge,
sono definite le modalita' di attuazione di quanto previsto
dal predetto articolo 8 del decreto legislativo n. 252 del
2005, con particolare riferimento alle procedure di
espressione della volonta' del lavoratore circa la
destinazione del trattamento di fine rapporto maturando, e
dall'articolo 9 del medesimo decreto legislativo n. 252 del
2005.
(Omissis).».
- Il decreto interministeriale 30 gennaio 2007
(Attuazione dell' articolo 1, comma 765, della L. 27
dicembre 2006, n. 296. Procedure di espressione della
volonta' del lavoratore circa la destinazione del TFR
maturando e disciplina della forma pensionistica
complementare residuale presso l'INPS (FONDINPS), e'
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 1° febbraio 2007, n.
26.
- Il decreto ministeriale 10 ottobre 2012
(Ricostituzione del Comitato, amministratore della forma di
previdenza complementare a contribuzione definita
costituita presso l'INPS), e' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale 31 ottobre 2012, n. 255.
 
Art. 2
Individuazione della forma pensionistica cui affluiscono le quote di
TFR dei nuovi iscritti taciti nell'ipotesi prevista dall'articolo
8, comma 7, lettera b), numero 3), del decreto legislativo n. 252
del 2005.

1. A decorrere dal primo giorno del secondo mese successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, FONDINPS e' chiusa alle nuove adesioni.
2. A decorrere dalla data di cui al comma 1, le quote di TFR maturando dei nuovi iscritti taciti, ai sensi dell'articolo 8, comma 7, lettera b), numero 3), del decreto legislativo n. 252 del 2005, affluiscono alla forma pensionistica complementare denominata «Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori dell'industria metalmeccanica, della installazione di impianti e dei settori affini» in forma abbreviata «COMETA», iscritta al n. 61 dell'Albo dei fondi pensione tenuto dalla COVIP.
3. Le somme di cui al comma 2 affluiscono ad un comparto del Fondo COMETA che presenta le caratteristiche di cui all'articolo 8, comma 9, del decreto legislativo n. 252 del 2005.
4. La posizione individuale dei nuovi iscritti taciti di cui al comma 2, costituita presso il Fondo COMETA, puo' essere trasferita, su richiesta di questi ultimi, ad un'altra forma pensionistica complementare dopo che sia trascorso almeno un anno dall'adesione.

Note all'art. 2:
- Per il testo dell'articolo 8, comma 7, del citato
decreto legislativo n. 252 del 2005, si vedano le note alle
premesse.
 
Art. 3

Soggetti gia' iscritti a FONDINPS

1. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Commissario liquidatore di FONDINPS adotta, d'intesa con il Fondo COMETA, un apposito piano di attivita' per il passaggio a quest'ultimo Fondo delle posizioni individuali dei soggetti che risultano gia' iscritti a FONDINPS alla data di chiusura del Fondo alle nuove adesioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 1.
2. Nel piano di attivita' sono definiti i seguenti profili:
a) le tempistiche per la trasmissione delle anagrafiche inerenti ai datori di lavoro e agli iscritti;
b) le tempistiche e le modalita' per il trasferimento delle posizioni individuali degli iscritti e per la destinazione dei nuovi flussi contributivi relativi ai medesimi soggetti;
c) le informative da attivarsi nei riguardi dei datori di lavoro e degli iscritti;
d) i flussi informativi finalizzati ad assicurare la corretta operativita', senza soluzione di continuita', tra le due forme pensionistiche complementari;
e) il termine per il completamento delle attivita' indicate nel piano, che non puo' essere superiore a sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
3. Il piano di attivita', redatto anche in conformita' alle disposizioni di cui all'articolo 4, e' trasmesso con immediatezza alla COVIP prima che inizi la sua attuazione.
4. Ai soggetti gia' iscritti a FONDINPS e trasferiti al Fondo COMETA e' riconosciuto il diritto di trasferimento della posizione individuale ad altra forma pensionistica complementare da esercitarsi, in assenza di oneri, entro i sei mesi successivi alla ricezione di entrambe le informative di cui all'articolo 4, comma 1, lettere b) e d).
 
Art. 4

Disposizioni per la tutela dei soggetti gia' iscritti a FONDINPS

1. Al fine di assicurare un'adeguata tutela dei soggetti gia' iscritti a FONDINPS, nonche' la piena conoscenza dei meccanismi di funzionamento del Fondo COMETA e dei diritti e degli obblighi connessi all'adesione allo stesso, in sede di trasferimento delle relative posizioni individuali al Fondo COMETA trovano applicazione le seguenti disposizioni:
a) le posizioni in essere sono trasferite in un comparto che presenti le caratteristiche di cui all'articolo 8, comma 9, del decreto legislativo n. 252 del 2005;
b) e' fornita un'informativa ai datori di lavoro e agli iscritti a FONDINPS che contempli una sintetica descrizione delle disposizioni che hanno determinato la chiusura di FONDINPS e che fornisca gli elementi identificativi del Fondo COMETA;
c) agli iscritti e' comunicato il comparto di destinazione delle posizioni individuali e dei flussi contributivi futuri, unitamente a una descrizione delle relative caratteristiche;
d) gli iscritti sono informati in merito al diritto di trasferimento di cui all'articolo 3, comma 4;
e) sono messi a disposizione degli iscritti i documenti e le informazioni previste dalle disposizioni COVIP relativamente alle adesioni che conseguono al conferimento tacito del TFR.

Note all'art. 4:
- Per il testo dell'articolo 8, comma 9, del citato
decreto legislativo n. 252 del 2005, si vedano le note alle
premesse.
 
Art. 5

Ulteriori disposizioni

1. Una volta completate le attivita' indicate nel piano di cui all'articolo 3, comma 1, e' trasferito al Fondo COMETA l'eventuale attivo residuo e il Fondo COMETA succede negli eventuali rapporti passivi ancora in essere, nonche' la forma pensionistica FONDINPS e' cancellata dall'Albo dei fondi pensione tenuto dalla COVIP.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. e' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Roma, 31 marzo 2020

Il Ministro del lavoro
e delle politiche sociali
Catalfo
Il Ministro dell'economia
e delle finanze
Gualtieri

Visto, il Guardasigilli: Bonafede

Registrato alla Corte dei conti il 22 maggio 2020 Ufficio controllo atti MIUR, MIBAC, Min. salute e Min. lavoro e politiche sociali, reg.ne prev. n. 1358