Gazzetta n. 239 del 26 settembre 2020 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 agosto 2020 |
Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Cutro. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto il proprio decreto, in data 22 luglio 2020, con il quale, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il consiglio comunale di Cutro (Crotone) e' stato sciolto a causa delle dimissioni del sindaco; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 7 agosto 2020;
Decreta:
Art. 1
La gestione del Comune di Cutro (Crotone) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Domenico Mannino - prefetto a riposo; dott. Girolamo Bonfissuto - viceprefetto a riposo; dott. Emiliano Consolo - funzionario economico finanziario. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Nel Comune di Cutro (Crotone), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento e il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. All'esito di indagini giudiziarie nonche' di verifiche effettuate dalle Forze dell'ordine sugli amministratori eletti e sui componenti dell'apparato burocratico, che hanno evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte della criminalita' organizzata del territorio, il prefetto di Crotone con decreto del 7 febbraio 2020 ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 per gli accertamenti di rito. Al termine dell'indagine ispettiva la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il prefetto di Crotone, sentito nella seduta del 16 luglio scorso il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore aggiunto presso la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Crotone, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000. Successivamente, a seguito delle dimissioni del sindaco, l'amministrazione comunale e' stata sciolta con decreto del Presidente della Repubblica del 22 luglio 2020, ai sensi dell'art. 141, comma 1, lettera b), n. 2, del menzionato decreto legislativo n. 267/2000. I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale e il locale contesto ambientale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le consorterie del territorio. Gli esiti degli accertamenti operati hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. Il Comune di Cutro insiste in un territorio interessato da una oppressiva presenza della criminalita' organizzata, che estende le sue attivita' nel settore degli appalti pubblici, nel settore turistico nonche' praticando diffusamente l'usura, anche come forma di controllo e di intimidazione del tessuto sociale e come sistema di reimpiego della consistente liquidita' frutto dei proventi illeciti. Il contesto criminale di Cutro ha assunto nel tempo un rilievo non solo locale o regionale ma anche nazionale, come confermato dalle numerose indagini e procedimenti penali che hanno interessato le cosche di 'ndrangheta radicate in Cutro e nel crotonese, dai quali emerge con assoluta evidenza lo spessore criminale di clan che, pur mantenendo la base operativa principale proprio nel Comune di Cutro, si sono infiltrati nel territorio nazionale con diramazioni soprattutto nel nord Italia. Il prefetto, avvalendosi delle risultanze dell'indagine giudiziaria «Thomas», cui ha fatto seguito l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Catanzaro del 25 novembre 2019, evidenzia come la 'ndrangheta sia stata in grado di penetrare profondamente il tessuto sociale del territorio cutrese, non solo per assicurarsi la possibilita' di riciclare proventi illeciti ma anche per influenzare decisioni amministrative, assicurare appalti a imprese funzionali agli interessi delle organizzazioni criminali - che a loro volta redistribuiscono ricchezza tra gli affiliati - per assumere il controllo di interi settori dell'economia. La commissione d'indagine riferisce della presenza tra gli amministratori eletti di persone che hanno collegamenti e frequentazioni con soggetti appartenenti o contigui alla criminalita' mafiosa e a vario titolo legati alle famiglie di 'ndrangheta del comprensorio cutrese; tali collegamenti sono emersi gia' durante la campagna elettorale del 2016, nel corso della quale in piu' occasioni in alcuni dei comizi organizzati dal candidato, poi eletto sindaco, e' stata rilevata la presenza di personaggi noti alle Forze dell'ordine e riconducibili alle locali cosche mafiose. Le frequentazioni e i collegamenti con esponenti della 'ndrangheta hanno interessato anche l'apparato burocratico dell'ente che, soprattutto nei servizi piu' sensibili, quali l'area lavori pubblici e manutenzione, l'area urbanistica e l'area vigilanza, risulta a soggetti appartenenti alle principali famiglie mafiose della zona. Funzionari dell'ente, come si rileva da provvedimenti giudiziari, sono risultati protesi, a vari livelli, a favorire gli interessi delle cosche criminali presenti sul territorio, con un evidente sviamento della gestione della cosa pubblica dai principi di legalita' cui deve essere improntata l'attivita' amministrativa. Cio' emerge, in particolare dal modus operandi nella gestione dell'ente, risultata opaca in specie nel settore degli appalti. In proposito, il prefetto, evidenzia il prevalente ricorso ad affidamenti diretti, attraverso l'artificioso frazionamento del valore dei lavori affidati ripetutamente agli stessi soggetti in assenza di procedure ad evidenza pubblica. La relazione del prefetto si sofferma sulla gestione del servizio idrico e di depurazione stigmatizzando che, da quanto emerge dagli accertamenti effettuati dalla commissione d'indagine, nel triennio 2016/2019, su trentanove procedure avviate dal Comune di Cutro, vi sono stati trentasei affidamenti diretti senza gara, di cui trenta allo stesso operatore economico scelto dall'amministrazione; dalle verifiche di cassa e' risultato che, tale societa' nel periodo considerato ha ottenuto lavori per la gestione e la manutenzione del servizio idrico e fognario per l'importo di € 571.182,80, sul totale complessivo previsto per detto servizio, pari a € 742.852,22, senza l'espletamento di alcuna procedura selettiva o comparativa con altri operatori del settore, ma mediante assegnazioni dirette. Il titolare della ditta e' legato da rapporti di affinita' con un parente stretto del capo della cosca egemone. Nella richiesta di misure cautelari della procura distrettuale di Catanzaro, nell'ambito dell'operazione «Thomas», tale ditta viene indicata come «completamente ed esclusivamente a disposizione delle cosche». Anche la stessa ordinanza cautelare del giudice per le indagini preliminari evidenzia che l'attivita' giudiziaria ha consentito di disvelare l'esistenza di un costante condizionamento operato dalla locale cosca sul Comune di Cutro nella gestione degli appalti pubblici, traendone «diretto e cospicuo giovamento economico». La forza prevaricatrice della criminalita' organizzata e il consequenziale condizionamento dell'amministrazione comunale di Cutro emergono, altresi', dall'analisi delle modalita' di gestione del servizio raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, assegnato sin dal 2013 ad una societa' destinataria nel 2014 di interdittiva antimafia. Nel mese di agosto 2016, all'esito della definizione del contenzioso relativo alla menzionata interdittiva e tenuto conto che l'impresa affidataria - destinataria nel dicembre 2016 di una seconda interdittiva - non risultava piu' in possesso delle necessarie certificazioni per proseguire nel rapporto contrattuale con la pubblica amministrazione, il Comune di Cutro procedeva a risolvere il contratto. Il servizio veniva affidato pertanto a un'altra impresa che tuttavia, come emerso da fonti tecniche di prova, e' risultata anch'essa contigua alle cosche criminali e destinataria nel mese di dicembre 2017 di provvedimento di sequestro e successivamente sottoposta ad amministrazione giudiziaria. Anomalie e irregolarita' in parte analoghe hanno caratterizzato anche gli affidamenti della gestione cimiteriale e di lampade votive nonche' di ulteriori lavori pubblici, tutti disposti in via diretta alla medesima ditta per importi complessivi di rilevante valore economico. Le indagini giudiziarie hanno disvelato come il titolare della societa' sia un soggetto contiguo ad esponenti apicali della consorteria mafiosa locale, tanto che anche la ditta in argomento nella gia' citata richiesta di misure cautelari della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro viene qualificata come impresa completamente ed esclusivamente a disposizione della cosca. La relazione del prefetto sottolinea come l'amministrazione eletta nel 2016, procedendo in continuita' con il modus operandi delle precedenti amministrazioni elettive, ha favorito nel tempo alcune imprese cui sono stati affidati lavori di sistemazione dei corsi d'acqua, di viabilita', di interventi straordinari sul sistema idrico. Detti operatori economici si sono rivelati essere espressione o comunque collegati con le «ndrine» locali. Per quanto attiene all'azione amministrativa volta a contrastare l'abusivismo edilizio, le indagini ispettive hanno rilevato un'assoluta carenza di strumenti pianificatori cui affidare l'ordinato sviluppo urbano di Cutro e la sostanziale assenza di vigilanza da parte della polizia municipale sul territorio; e' risultato, infatti che negli anni 2016-2020 sono state emesse n. 55 ordinanze di demolizione, alcune delle quali peraltro riguardanti immobili appartenenti a soggetti malavitosi, di cui solo 4 concluse, mentre i restanti provvedimenti, di fatto, sono rimasti ineseguiti. Allo stesso modo e' stata assolutamente trascurata la gestione del patrimonio dei beni confiscati alla criminalita' organizzata, transitati nella disponibilita' del Comune di Cutro e la cui valorizzazione assume anche un forte significato simbolico quale forma di restituzione alla collettivita' di beni frutto di attivita' criminose; infatti, l'amministrazione comunale non ha avviato nuove procedure per l'assegnazione e anzi ha trascurato di vigilare sui beni assegnati, che risultano per lo piu' inutilirznri o anche occupati abusivamente come accertato dall'Arma dei carabinieri per un appartamento. La mala gestio della cosa pubblica nel Comune di Cutro si riscontra pure nella inefficace riscossione dei tributi locali, con grave danno per le finanze comunali; peraltro, solo in seguito alle attivita' di controllo effettuate dall'organo ispettivo i ruoli dei debitori di IMU e TARI sono stati integrati con i nominativi di contribuenti fino ad allora non censiti, tra cui soggetti riconducibili o legati alle locali organizzazioni malavitose. Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Crotone attestano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Cutro, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Sebbene il processo di risanamento dell'ente abbia gia' avuto inizio con la gestione provvisoria dell'amministrazione, affidata al commissario straordinario ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, a decorrere dal 22 luglio 2020, in considerazione della gravita' dei fatti suesposti e al fine di garantire il completo affrancamento dalle influenze della criminalita', si ritiene comunque necessaria luglio la nomina della commissione straordinaria di cui all'art. 144 dello stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che la capacita' pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa per la gestione straordinaria consente, inoltre, l'avvio di iniziative e di interventi programmatori che piu' incisivamente favoriscono il recupero della legalita' nell'attivita' dell'ente. Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del citato decreto legislativo, per le caratteristiche che lo configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto lo scioglimento degli organi per altra causa, differenziandosene per funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Cutro (Crotone), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale a una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzato a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di buon andamento, legalita' e trasparenza. In relazione alla presenza e all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 4 agosto 2020
Il Ministro: Lamorgese |
| Art. 2
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta e al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 14 agosto 2020
MATTARELLA
Conte, Presidente del Consiglio dei ministri
Lamorgese, Ministro dell'interno
Registrato alla Corte dei conti il 18 agosto 2020 Interno, foglio n. 2447 |
| Allegato Prefettura Ufficio Territoriale del Governo di Crotone Segreteria di Sicurezza Prot. n. 238/SDS/2020/R Crotone, 16 luglio 2020 ALL'ON. MINISTRO DELL'INTERNO Piazza del Viminale, n. 1
R O M A
OGGETTO: Comune di Cutro (KR) - Commissione d'indagine ex art. 1 comma 3 della Legge 7 agosto 1992 n. 356.
Parte di provvedimento in formato grafico |
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