Gazzetta n. 303 del 5 dicembre 2020 (vai al sommario) |
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 ottobre 2020 |
Scioglimento del consiglio comunale di Pratola Serra e nomina della commissione straordinaria. |
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IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Considerato che nel Comune di Pratola Serra (Avellino) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017; Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 22 ottobre 2020;
Decreta:
Art. 1
Il consiglio comunale di Pratola Serra (Avellino) e' sciolto. |
| Allegato
Al Presidente della Repubblica
Il Comune di Pratola Serra (Avellino), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2017, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica. A seguito di rapporti delle forze dell'ordine nonche' sulla base dei contenuti di numerosi esposti, che hanno evidenziato possibili forme di condizionamento dell'amministrazione locale da parte della criminalita' organizzata, con decreto del 9 agosto 2019, successivamente prorogato, il prefetto di Avellino ha disposto, per gli accertamenti di rito, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'indagine ispettiva la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Avellino, sentito nella seduta del 16 giugno 2020 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia-procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e del procuratore aggiunto procura della Repubblica presso il tribunale di Avellino, ha trasmesso l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale e il locale contesto ambientale ove si colloca l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori ed esponenti delle consorterie camorristiche; gli esiti hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. Dalla relazione del prefetto si rileva l'esistenza di una complessa rete di amicizie, frequentazioni e cointeressenze tra amministratori comunali, dipendenti dell'ente locale e soggetti appartenenti o contigui a clan camorristici - ampiamente documentate anche dai «social» - cosi' come che questi ultimi hanno beneficiato di favor nell'acquisizione di pubbliche commesse, negli affidamenti del patrimonio comunale o nell'esercizio di attivita' commerciali. La limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta dimensione demografica, elementi questi che favoriscono una capillare conoscenza delle dinamiche territoriali, avrebbero dovuto indurre coloro che rivestono cariche pubbliche ad esercitare un adeguato controllo sociale e ad adottare prudenziali scelte politico-amministrative mentre, soprattutto per quanto attiene alla sfera relazionale, gli esponenti di vertice dell'amministrazione comunale hanno apertamente tenuto comportamenti di palese vicinanza e familiarita' con personaggi controindicati. La relazione prefettizia si sofferma sulle figure del sindaco in carica e del fratello - attuale presidente del consiglio, che ha guidato l'ente nelle due precedenti consiliature - i quali, avvalendosi anche del legame con soggetti legati a organizzazioni camorristiche, hanno nel tempo rafforzato e prolungato il proprio potere. L'organo ispettivo individua l'attuale presidente del consiglio come il vero dominus dell'amministrazione comunale e alter ego del sindaco in carica al cui posto presenzia agli eventi pubblici, partecipando per conto dell'amministrazione a riunioni istituzionali alle quali e' invitato il primo cittadino. La commissione d'indagine sottolinea come, a decorrere dal 2007, le amministrazioni guidate dai menzionati germani, caratterizzate da una forte continuita' amministrativa, abbiano sviluppato strette relazioni amicali ed economico-imprenditoriali con uno dei personaggi di maggior rilievo criminale del territorio, pluripregiudicato, condannato in via definitiva per associazione per delinquere di stampo mafioso e, come emerso dai contenuti dell'ordinanza di custodia cautelare n. 435/2019, emessa dal giudice delle indagini preliminari di Napoli su richiesta di quella Direzione distrettuale antimafia, ritenuto referente della criminalita' organizzata per molti affari illeciti della zona. Allo stesso, che ha sostenuto pubblicamente le diverse campagne elettorali degli attuali sindaco e presidente del consiglio, l'amministrazione comunale ha affidato, direttamente o indirettamente ma comunque in modo continuativo, la gestione di numerosi beni comunali. In particolare l'organo ispettivo ha analizzato le modalita' di gestione e di utilizzo degli impianti sportivi di proprieta' del comune affidati nel 1997 a una cooperativa presieduta dal menzionato pluripregiudicato che, peraltro, non era in possesso dei requisiti soggettivi per contrarre con la pubblica amministrazione in quanto destinatario di condanna irrevocabile per il delitto di cui all'art. 416-bis del codice penale. Viene altresi' rappresentato che, sebbene la citata cooperativa abbia realizzato opere prive della necessaria autorizzazione, nel 2007 l'amministrazione locale, all'epoca guidata dall'attuale presidente del consiglio, ha nuovamente affidato alla stessa societa' la gestione degli impianti sportivi. La relazione sull'accesso, nell'evidenziare alcune circostanze che attestano la volonta' dell'amministrazione di favorire il piu' volte citato esponente criminale, richiama una delibera del 2009 con la quale la giunta comunale, nel prendere atto che la cooperativa in argomento anziche' effettuare i lavori autorizzati aveva realizzato ex novo altri e diversi locali, ha rilasciato un permesso di costruire in sanatoria, anziche' procedere alla caducazione automatica, della concessione come imposto dalla convenzione. Con ulteriore delibera del marzo 2012, all'esito di una transazione avvenuta tra la menzionata cooperativa e l'ente locale, il consiglio comunale ha stabilito il prolungamento della scadenza della concessione fino all'anno 2030, in palese violazione di legge, non essendo nella autonomia decisionale del comune disporre, senza una procedura ad evidenza pubblica, il differimento della scadenza del rapporto concessorio. Ulteriore circostanza embIematica, che attesta il condizionamento dell'apparato comunale, e' rappresentata dai contenuti di un'audizione disposta nel novembre 2019 dalla commissione d'indagine, nel corso della quale il responsabile di un settore amministrativo ha segnalato la difficolta' che incontra un funzionario nell'opporsi alla volonta' di un esponente della criminalita' organizzata. La relazione del prefetto si sofferma inoltre sulle societa' che usufruiscono degli impianti sportivi affidati alla predetta cooperativa riconducibili, a vario titolo, a soggetti gravati da pregiudizi penali, tra cui figura lo stretto parente del capo di uno dei clan camorristici irpini. Procedure contraddistinte da evidenti profili di illegittimita' hanno caratterizzato anche l'affidamento della piscina comunale, gestita dalla cooperativa sopra menzionata. E' al riguardo significativo che nel febbraio 2013, all'inaugurazione di tale impianto, il nastro d'argento veniva tagliato dall'allora sindaco e attuale presidente del consiglio e dal menzionato pluripregiudicato, nonostante questi si fosse nel frattempo dimesso dalla carica di presidente continuando di fatto ad essere il reale dominus della societa'. Il condizionamento dell'amministrazione comunale e' altresi' attestato dalla circostanza che dal 2013 la citata cooperativa non ha provveduto al pagamento del canone annuale ammontante a 13 mila euro, quando invece nei confronti del vecchio gestore era stata dichiarata la decadenza dalla concessione per morosita'. Ulteriore elemento comprovante la continuita' politico-amministrativa delle consiliature guidate dai due menzionati germani e' rappresentato dalla circostanza che anche l'attuale amministrazione non ha avviato alcuna significativa azione volta al recupero del consistente credito lievitato fino a circa 60 mila euro. La relazione della commissione d'indagine ha inoltre posto in rilievo gli stretti rapporti e le cointeressenze che intercorrono tra i menzionati amministratori e un altro soggetto contiguo a un'organizzazione criminale campana, destinatario nel febbraio 2019 di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Nola e recentemente sottoposto alla misura di sorvegliato speciale di P.S. Le indagini effettuate su incarico della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno evidenziato l'indebito interessamento dell'ex primo cittadino nel rilascio di autorizzazioni e nella concessione del patrocinio comunale per lo svolgimento di manifestazioni presso una struttura ricettizia di proprieta' del menzionato esponente della criminalita' campana, ove si sono svolte numerose manifestazioni patrocinate dalle amministrazioni guidate dai predetti amministratori, alle quali erano presenti esponenti di spicco dell'organizzazione criminale, circostanze che nel loro insieme costituiscono forme sintomatiche della permeabilita' dell'amministrazione comunale agli interessi illeciti. Tali comportamenti hanno interessato non solo il vertice dell'amministrazione, ma anche alcuni esponenti della giunta e del consiglio, aventi legami parentali o cointeressenze con soggetti malavitosi, i quali spesso si trovano a svolgere il doppio ruolo di rappresentanti politici e responsabili dei servizi comunali con una commissione tra attivita' politica e gestionale che e' risultata funzionale al perseguimento di obiettivi non in linea con il conseguimento dell'interesse pubblico ma anzi volta a favorire gli interessi di ambienti controindicati. Le indagini ispettive hanno analizzato le diverse procedure amministrative concernenti gli affidamenti dei servizi pubblici, gli appalti di lavori e le autorizzazioni, riscontrando anche in tali settori forme di inquinamento e condizionamento che hanno favorito illeciti interessi. Esempio significativo di un approccio distorto nella gestione della cosa pubblica, a tutto vantaggio di soggetti riconducibili al locale contesto criminale, e' rappresentato dalla vicenda relativa al noleggio e al contratto di disponibilita' di una struttura scolastica provvisoria disposto in assenza di procedure legittime. Viene evidenziato che nel maggio 2016 l'amministrazione comunale decise di procedere al noleggio, per dodici mesi, di una tensostruttura da adibire a sede scolastica e risultata non a norma, attraverso una procedura di affidamento caratterizzata da numerose illegittimita', riferite, in particolare, al valore dell'appalto, alla mancanza della determina del responsabile del procedimento, alla violazione del principio di segretezza delle offerte, al criterio di aggiudicazione difforme da quello indicato nel bando di gara. L'organo ispettivo segnala, inoltre, che il ricorso al sistema di «acquisti in rete P.A.» e' stato meramente formale perche', come emerso da una nota CONSIP, alla gara in questione non ha partecipato alcun concorrente e non risulta siano intercorse comunicazioni tra la stazione appaltante e le imprese invitate; inoltre la ditta risultata poi aggiudicataria del servizio - di proprieta' della figlia di un soggetto imputato per concorso esterno in associazione mafiosa - non avrebbe nemmeno potuto partecipare alla gara poiche' non abilitata al sistema informatico. Per tali fatti e' stato incardinato il procedimento penale che vede indagati i due menzionati germani unitamente ad altri amministratori comunali, al segretario comunale e al titolare della ditta aggiudicataria. Irregolarita' sono emerse anche in relazione ai servizi previsti e non prestati dalla ditta e tuttavia ugualmente liquidati dall'ente. Successivamente l'amministrazione ha deliberato, attraverso un contratto di disponibilita', l'acquisizione di una struttura, del tutto «similare» a quella noleggiata, da adibire ad attivita' scolastiche. Anche questa procedura e' stata connotata da evidenti anomalie. Rileva al riguardo che all'esito della procedura il servizio di «disponibilita'» sara' affidato alla stessa ditta riconducibile al menzionato soggetto controindicato. Pure l'affidamento del servizio di trasporto scolastico ha evidenziato una serie di illegittimita' in palese violazione dei principi in materia di contratti pubblici. Nel 2017, sulla base di procedure viziate e in assenza di impegni di spesa, il servizio viene affidato a una ditta il cui responsabile tecnico e' coniugato con un soggetto coinvolto e arrestato per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso. E' emblematica la circostanza che tale ditta era priva del requisito indispensabile dell'iscrizione all'albo regionale delle imprese che gestiscono il trasporto scolastico. Con successiva determina viene disposta una proroga di tale affidamento, inficiata anche questa da analoghe illegittimita'. Successivamente nel settembre 2018 viene indetta una procedura di gara, senza che sia stato redatto ne' approvato alcun progetto del servizio, la cui aggiudicazione viene impugnata innanzi al Tribunale amministrativo regionale Campania. Al riguardo la commissione d'indagine - nel rilevare che nelle more del pronunciamento nel merito e dopo aver acquisito la disponibilita' di due ditte, l'amministrazione ha affidato nuovamente e immotivatamente il servizio alla menzionata impresa riconducibile ad ambienti malavitosi - sottolinea che tale modus operandi ha fatto si' che nel corso degli anni, mediante l'ingiustificato ricorso a meccanismi di individuazione del contraente variamente denominati, siano stati sottratti ai principi dell'evidenza pubblica servizi per importi superiori alla soglia comunitaria. L'organo ispettivo ha inoltre preso in esame l'attivita' autorizzativa in materia edilizia e urbanistica riscontrando una serie di irregolarita' di cui hanno beneficiato sia soggetti riconducibili a organizzazioni criminali, che persone legate da vincoli di amicizia o parentela alla compagine amministrativa. Viene evidenziato che, dall'esame di alcune vicende che hanno interessato terreni di proprieta' di famiglie legate alla criminalita' organizzata, e' stata rilevata una strategia fondata sulla realizzazione di opere in assenza di autorizzazione o in difformita' della stessa, alla quale sono poi seguiti, immancabilmente, provvedimenti in sanatoria, non ultimo uno intervenuto nel 2019 durante l'attuale consiliatura. Anche in questi casi i maggiori beneficiari di tale «strategia» sono stati i due esponenti della criminalita' organizzata, piu' volte citati, con i quali i vertici dell'amministrazione intrattengono stretti rapporti di frequentazione attestati anche dalle «pagine social». Elementi concreti di uno sviamento dell'attivita' amministrativa dai principi di buon andamento sono emersi altresi' dall'analisi delle procedure concernenti alcuni progetti sociali istituiti dal Comune di Pratola Serra e sostenuti con fondi comunali. In particolare, la relazione del prefetto riferisce del progetto denominato «borse di lavoro», gestito inizialmente da una cooperativa sociale e successivamente, a pochi mesi dalle elezioni, da altra organizzazione guidata da un soggetto, riconducibile, per stretti rapporti affettivi, a esponenti della locale criminalita', la cui candidatura in una delle liste partecipanti alla competizione elettorale era nota. Tale programma veniva gestito in assenza di idonea regolamentazione e con ampia discrezionalita' ben potendo, secondo l'organo ispettivo, fungere da strumento per costruire consenso elettorale. E' significativo che nel mese di novembre 2019 l'assegnazione delle borse di lavoro veniva improvvisamente sospesa per essere in seguito ripristinata in concomitanza con l'approssimarsi del rinnovo degli organi regionali, quando gia' si ventilava la candidatura di un esponente politico di vertice dell'amministrazione. Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno rivelato una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Pratola Serra, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Pratola Serra (Avellino), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. In relazione alla presenza e all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 21 ottobre 2020
Il Ministro dell'interno: Lamorgese |
| Art. 2
La gestione del Comune di Pratola Serra (Avellino) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Gaetano Tufariello - viceprefetto; dott. ssa Florinda Bevilacqua - viceprefetto aggiunto; dott. Giuseppe Mingione - funzionario economico finanziario. |
| Parte di provvedimento in formato grafico |
| Art. 3
La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 26 ottobre 2020
MATTARELLA Conte, Presidente del Consiglio dei ministri
Lamorgese, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 27 ottobre 2020, n. 2883 |
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