Gazzetta n. 109 del 8 maggio 2021 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 aprile 2021
Affidamento della gestione del Comune di Barrafranca ad una commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Barrafranca (Enna) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016;
Visto il decreto del Presidente della Regione Siciliana del 27 agosto 2020, con il quale si e' preso atto della decadenza del consiglio comunale di Barrafranca a causa delle dimissioni contestuali della meta' piu' uno dei consiglieri comunali assegnati all'ente e, contestualmente, nominato il commissario straordinario in sostituzione del predetto organo decaduto;
Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 15 aprile 2021, alla quale e' stato debitamente invitato a partecipare il presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

La gestione del Comune di Barrafranca (Enna) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott. Leonardo La Vigna - prefetto a riposo;
dott.ssa Maria Salerno - viceprefetto;
dott. Carmelo La Paglia - funzionario economico finanziario.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Barrafranca (Enna), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 5 giugno 2016, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
All'esito di indagini svolte dalle forze di polizia nell'ambito dell'operazione denominata «Ultra», scaturite in una ordinanza di custodia cautelare emessa il 12 giugno 2020 dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Caltanissetta - che ha riguardato, tra gli altri, un dipendente comunale tratto in arresto per i reati di cui agli articoli 81 cpv., 110, 318 del codice penale e 416-bis.1 del codice penale e che vede tra i soggetti indagati anche l'attuale sindaco ritenuto responsabile dei delitti previsti dagli articoli 81 cpv., 110, 629, commi primo e secondo in relazione all'art. 628, comma terzo, n. 3 del codice penale e 416-bis.1 del codice penale - il prefetto di Enna ha disposto, per gli accertamenti di rito, con decreto del 5 agosto 2020, l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Nel frattempo, a seguito delle intervenute dimissioni della meta' piu' uno dei consiglieri comunali assegnati all'ente, con decreto, del presidente della Regione Siciliana, in data 27 agosto 2020, e' stata dichiarata la decadenza del consiglio comunale di Barrafranca ed e' stato contestualmente nominato un commissario straordinario con i soli poteri del consiglio comunale. Peraltro, la relazione prefettizia evidenzia che la composizione della giunta comunale e' cambiata ripetutamente, in maniera anomala, negli ultimi anni. Il sindaco e la giunta comunale, ai sensi della normativa della Regione Siciliana, sono rimasti in carica.
Al termine dell'accesso ispettivo in data 5 febbraio 2021, la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di Enna, sentito nella seduta dell'11 febbraio 2021 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del sostituto procuratore della procura della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta - direzione distrettuale antimafia, ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Le numerose indagini giudiziarie e le conseguenti operazioni di polizia susseguitesi negli anni hanno acclarato, anche giudizialmente, la presenza nella Provincia di Enna dell'organizzazione criminale di stampo mafioso denominata «Cosa Nostra», le cui diramazioni territoriali hanno permeato anche il territorio del Comune di Barrafranca.
La relazione prefettizia ha posto in rilievo l'esistenza di una fitta rete di frequentazioni e parentele, dirette o acquisite, tra diversi amministratori compiacenti con soggetti controindicati tra i quali alcuni coinvolti nella predetta operazione «Ultra». Rapporti con ambienti criminali vengono segnalati anche nei riguardi di numerosi dipendenti comunali, uno dei quali direttamente interessato dalla sopra richiamata operazione giudiziaria e riconducibile per legami di parentela ad un altro ex dipendente comunale, anch'esso con passate frequentazioni malavitose, ucciso nel 2018 in un agguato di chiaro stampo mafioso.
Il prefetto di Enna si sofferma inoltre sulla figura del sindaco evidenziando, in particolare, il rapporto di stretta frequentazione tra tale amministratore comunale e il principale esponente della locale famiglia mafiosa, nonche' l'attenzione con la quale quest'ultimo, insieme ai propri figli, anche durante il periodo in cui era sottoposto agli arresti domiciliari, ha seguito le vicende del Comune di Barrafranca, al solo fine di condizionarne l'indirizzo e le scelte amministrative. A tal proposito assumono valenza emblematica le modalita' illecite seguite dall'amministrazione comunale per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Al riguardo, l'attivita' ispettiva ha evidenziato, innanzitutto, la carenza di una gestione oculata e programmatoria, caratterizzata - anche a causa dell'inefficiente funzionamento nell'ambito territoriale ottimale (ATO) della societa' per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti - da numerose ordinanze sindacali contingibili e urgenti, attestanti un'ingerenza del potere politico su quello amministrativo, procrastinate nel tempo e spesso niente affatto istruite, con le quali sono stati disposti ripetuti affidamenti provvisori, a cui non hanno fatto seguito gare ad evidenza pubblica, come espressamente richiesto dalla normativa di settore nonche' dalla circolare del 22 aprile 2016 del Ministero dell'ambiente.
L'indagine ispettiva ha, in particolare, rilevato che quel servizio pubblico e' stato reiteratamente svolto da due societa', una delle quali priva dei requisiti tecnici richiesti dagli stessi avvisi comunali, mentre l'altra con provvedimento dell'Autorita' nazionale anticorruzione del 12 dicembre 2017 e' stata sospesa per due mesi dalla partecipazione alle procedure di gara, e alcuni mesi dopo i suddetti affidamenti e' stata destinataria di provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla prefettura di Palermo.
Dalle indagini risulta, inoltre, che proprio in occasione di una gara riguardante l'affidamento della raccolta e smaltimento dei rifiuti, l'attuale primo cittadino ha tenuto costanti contatti con il predetto esponente mafioso, tenendolo aggiornato sull'andamento dei menzionati affidamenti e tentando di far assumere dalla ditta aggiudicataria un soggetto controindicato per conto del predetto capo mafioso verso il quale e' arrivato perfino a scusarsi per il mancato raggiungimento di quanto prefissato.
Il primo cittadino risulta inoltre indagato per il reato di cui all'art. 416-ter del codice penale (scambio elettorale politico - mafioso) perche' in qualita' di sindaco di Barrafranca, in vista della sua nuova candidatura per le elezioni previste nel 2021, accettava la promessa di ottenere voti dal predetto esponente criminale in cambio di favori.
La particolare vicinanza e frequentazione tra i menzionati soggetti e' ancor piu' evidente nei contatti telefonici intercorsi per concordare le modalita' di presentazione di una richiesta di attestazione comunale sull'andamento epidemiologico del Covid-19, certificazione che poteva essere utile per ottenere il trasferimento della sede nella quale scontare gli arresti domiciliari se presentata al competente tribunale di sorveglianza.
La commissione d'accesso ha, inoltre, preso in esame le procedure oggetto di indagine giudiziaria, in particolare quelle di affidamento «sotto soglia» di lavori, servizi e forniture da parte degli uffici comunali; a questo riguardo, nella relazione prefettizia viene segnalato che gli affidamenti relativi alla fornitura/sostituzione dell'impianto termico di due istituti scolastici ed alla conduzione ordinaria e straordinaria di tutti gli impianti termici comunali per l'anno di esercizio 2018/2019, sono stati assegnati ad una ditta il cui titolare e' tra i soggetti coinvolti nella sopra richiamata operazione «Ultra». Lo stesso risulta inoltre avere frequentazioni con esponenti della locale consorteria mafiosa. Dalle verifiche ispettive e' risultato, altresi', che i predetti procedimenti presentano rilevanti profili di illegittimita' dovuti alla mancata o irregolare emissione, delle determine a contrarre, o di atti equivalenti, all'omessa indicazione delle motivazioni dell'affidamento diretto, al mancato rispetto dei principi di economicita', efficacia, tempestivita' e correttezza nell'espletamento dei procedimenti, nonche' per la mancata rotazione degli inviti e degli affidamenti che hanno di fatto avvantaggiato la suddetta societa'.
Il prefetto di Enna ha rilevato, inoltre, reiterati affidamenti diretti dei lavori, di disinfestazione e derattizzazione del centro abitato e degli edifici comunali, disposti senza l'espletamento delle prescritte procedure di gara ad una ditta riconducibile a soggetto contiguo alla locale famiglia mafiosa; le assegnazioni e le relative proroghe, piu' volte concesse, sono state effettuate senza le dovute verifiche, anche ai fini antimafia, delle autocertificazioni prodotte dalla menzionata societa'. Viene al riguardo segnalato, emblematicamente, a riprova della forza prevaricatrice della criminalita' organizzata nei confronti dell'ente locale, un episodio intimidatorio ai danni di un dipendente comunale la cui autovettura e' stata incendiata poco tempo dopo l'indizione di una gara per l'affidamento del predetto servizio di sanificazione.
L'assiduita' e la familiarita' dei rapporti tra componenti dell'amministrazione comunale ed affiliati alla locale consorteria criminale sono emersi anche in occasione di ripetuti contatti avuti tra un soggetto controindicato e un dipendente comunale che, come attestato da fonti tecniche di prova, si e' prontamente messo a disposizione per concordare i tempi e le modalita' di nomina di un nuovo presidente di seggio per le elezioni europee tenutesi nel maggio 2019, in sostituzione di quello rinunciatario. In particolare si chiedeva la sostituzione della figlia del piu' volte indicato capo mafioso, che aveva rinunciato all'incarico a seguito di trasferimento della residenza, con un'altra persona vicina alla famiglia criminale.
Nella relazione prefettizia viene segnalato che molti dei regolamenti comunali risultano non adeguati alle vigenti disposizioni di legge, come nel caso, del regolamento per gli acquisti di beni e servizi con procedure in economia; altri non risulta siano mai stati adottati, come i regolamenti dei servizi cimiteriali, delle procedure di assegnazione degli alloggi residenziali di edilizia economico popolare, delle procedure per l'utilizzo degli immobili comunali. Inoltre, il prefetto di Enna ha significativamente sottolineato che nel Comune di Barrafranca, pur essendo stato adottato il piano triennale di prevenzione della corruzione aggiornato alle annualita' 2020/2022, di fatto, nell'ordinario agire amministrativo, gli obblighi ivi previsti non sono mai stati rispettati.
Ulteriore elemento che evidenzia una gestione amministrativa avulsa dal rispetto dei principi di legalita' e buon andamento e' attestato dalla totale disapplicazione delle disposizioni previste dal protocollo di legalita' appositamente stipulato tra il Comune di Barrafranca e la prefettura di Enna, atto pattizio che prevede controlli piu' stringenti ai fini antimafia per i contratti relativi a opere, lavori pubblici, servizi e forniture. Dalle verifiche ispettive e' risultato che il Comune di Barrafranca ha chiesto, tra il febbraio 2017 e il settembre 2020, tramite la banca dati nazionale antimafia (BDNA), soltanto n. 3 comunicazioni antimafia, di cui due erroneamente formulate e n. 49 richieste di informazione antimafia, delle quali n. 10 avanzate nel mese di dicembre 2020 per lo piu' a seguito di alcuni rilievi sollevati dalla commissione di accesso, elementi che attestano una sostanziale inerzia del comune agli adempimenti antimafia.
L'assenza di controlli e' stata rilevata anche nelle attivita' dello sportello unico delle attivita' produttive (SUAP) che ha omesso di effettuare, anche solo a campione, le verifiche antimafia sulle autocertificazioni presentate nei procedimenti di competenza. Inoltre, l'attivita' ispettiva ha documentato che in molte delle procedure di gara bandite dall'ente risulta omessa l'indicazione del codice identificativo della gara (CIG), con conseguente violazione degli obblighi di tracciabilita' dei flussi finanziari.
Il prefetto di Enna ha, altresi' segnalato il generale disordine amministrativo e disinteresse con il quale l'amministrazione comunale ha gestito il patrimonio immobiliare consistente in 48 alloggi popolari di proprieta' comunale, a cui si aggiungono 211 immobili, di cui 77 pertinenze, dello IACP e della Regione Siciliana. La commissione di accesso ha rilevato che i predetti beni sono in parte occupati abusivamente, anche da soggetti malavitosi o contigui alla locale criminalita' organizzata; viene altresi' precisato che l'amministrazione comunale non ha intrapreso alcuna azione volta a censire gli occupanti, a sgomberare le occupazioni illegittime, ridurre la consistente area di evasione dei pagamenti dei canoni di locazione, atteso che la percentuale dei soggetti morosi e' pari al 77% risultando tra gli evasori anche alcuni soggetti coinvolti nell'operazione «Ultra».
Il quadro sconfortante che emerge dalla relazione prefettizia viene ulteriormente confermato dalla mancata destinazione per finalita' sociali dei beni immobili confiscati alla famiglia mafiosa locale piu' volte citata; tali beni, infatti, nonostante il tempo trascorso, risultano inutilizzati per la condotta sostanzialmente omissiva tenuta al riguardo dall'amministrazione comunale.
La cattiva gestione della cosa pubblica si manifesta anche dalla inefficace riscossione dei tributi locali, con grave danno per le finanze comunali che risentono ancora del dissesto finanziario dichiarato nell'anno 2016; la commissione di accesso ha accertato una consistente area di evasori di tributi comunali di cui fanno parte anche amministratori e dipendenti comunali, nonche' molti soggetti affiliati o riconducibili alla locale organizzazione mafiosa.
Le circostanze analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto hanno dunque rilevato una serie di condizionamenti, nell'amministrazione comunale di Barrafranca, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, puo' intervenire anche quando sia gia' stato emesso provvedimento per altra causa, differenziandosene per funzione ed effetti. Nell'ipotesi di Barrafranca, peraltro, a seguito della decadenza del solo consiglio comunale, come prima precisato, continuano a svolgere le proprie funzioni il sindaco e la giunta comunale. Pertanto si propone l'adozione della misura di rigore nei confronti del Comune di Barrafranca (Enna), con conseguente affidamento della gestione dell'ente locale ad una commissione straordinaria cui, in virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite specifiche competenze e metodologie di intervento finalizzate a garantire, nel tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa ai principi di legalita' ed al recupero delle esigenze della collettivita'.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durate della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 7 aprile 2021

Il Ministro dell'interno: Lamorgese
 
Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 16 aprile 2021

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio
dei ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 20 aprile 2021 Foglio n. 951
 
Parte di provvedimento in formato grafico