Gazzetta n. 103 del 4 maggio 2022 (vai al sommario)
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 5 aprile 2022
Scioglimento del consiglio comunale di Trinitapoli e nomina della commissione straordinaria.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Considerato che nel Comune di Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020;
Considerato altresi' che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale;
Rilevato che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale;
Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale;
Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 31 marzo 2022;

Decreta:

Art. 1

Il consiglio comunale di Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani) e' sciolto.
 
Allegato

Al Presidente della Repubblica

Nel Comune di Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020, sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Le risultanze delle indagini svolte dalle forze di polizia, il contenuto di esposti segnalanti condizionamenti e contiguita' dell'amministrazione comunale con la criminalita' organizzata, nonche' l'adozione di provvedimenti amministrativi e di prevenzione antimafia nei confronti di associazioni, societa' e imprese aventi rapporti contrattuali con il Comune di Trinitapoli, hanno indotto il prefetto della Provincia di Barletta-Andria-Trani a disporre, per gli accertamenti di rito, con decreto del 29 luglio 2021, successivamente prorogato, l'accesso presso il suddetto comune ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Al termine dell'accesso ispettivo, la commissione incaricata ha depositato le proprie conclusioni sulle cui risultane il prefetto della Provincia di Barletta-Andria-Trani, acquisito nella seduta del 10 gennaio 2022 il favorevole ed unanime parere del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato per l'occasione con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e del procuratore aggiunto coordinatore della direzione distrettuale antimafia di Bari, ha trasmesso l'allegata relazione che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Il prefetto di Barletta-Andria-Trani - nel premettere che, sulla base dei dati emanati dall'EURISPES nel rapporto annuale del 15 dicembre 2020, relativi all'indice di permeabilita' dei territori alla criminalita' organizzata, la Provincia di Barletta-Andria-Trani registra uno tra i piu' alti indici nazionali - ha segnalato il forte radicamento in quel territorio di gruppi criminali dediti al traffico di stupefacenti, all'estorsione, all'usura, spesso in contrapposizione tra di loro, tanto che negli ultimi anni si sono registrati proprio nel territorio di Trinitapoli e di altri due comuni viciniori numerosi scontri e attentati con vittime. La forza intimidatrice che ne consegue ha consentito alla criminalita' organizzata del «basso tavoliere» di sviluppare un'elevata capacita' di infiltrazione nel tessuto produttivo locale e nelle pubbliche amministrazioni. Il livello di violenza tra quelle consorterie ha avuto l'apice nel 2019 e tra il 2003 e il 2021 si sono registrati quattordici omicidi, nella quasi totalita' riconducibili alla guerra di mafia scatenatasi per affermare l'egemonia sul territorio con l'assassinio di diversi elementi di spicco criminale, tra cui quello del capoclan di una delle bande confliggenti avvenuto proprio a Trinitapoli.
Tale pervasiva presenza trova conferma anche nelle risultanze di operazioni giudiziarie che tra il 2015 e il 2020 hanno interessato il territorio di Trinitapoli, dando luogo ad ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di soggetti indagati per numerosi reati anche associativi, i cui esiti, sebbene ancora non cristallizzati in definitivi pronunciamenti giudiziari, hanno tuttavia confermato l'estrema pericolosita' sociale che la criminalita', in particolare quella di tipo mafioso, esercita su buona parte della Provincia di Barletta-Andria-Trani.
La relazione prefettizia ha riferito che dagli accertamenti svolti dalle forze di polizia disposti a seguito dell'adozione di provvedimenti interdittivi antimafia e di un esposto-denuncia presentato da alcuni consiglieri comunali di minoranza e' emerso il sostegno elettorale ricevuto dall'attuale amministrazione di Trinitapoli, nella tornata delle elezioni amministrative del 2020, da, parte di un noto esponente di uno dei locali gruppi criminali; per tali interferenze il predetto soggetto e' stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari per i reati di cui agli articoli 81, 595 comma 3, 612 cpv. 416-bis 1 del codice penale (diffamazione e minacce verso gli amministratori denunzianti) e per il reato di cui all'art. 87 decreto del Presidente della Repubblica n. 570/1960, 416-bis 1 del codice penale (pressioni sull'elettorato in occasione della tornata amministrativa), con le aggravanti del metodo mafioso.
Gli esiti ispettivi confermano che il cennato malavitoso ha effettivamente svolto una intensa campagna elettorale a favore di alcuni candidati, facendo pressioni sul corpo elettorale anche a mezzo dei principali canali social, con elargizione - in tempo di pandemia - di pacchi e buoni alimentari e con velate minacce e intimidazioni nei riguardi del corpo elettorale, utilizzando anche un linguaggio tipicamente mafioso evocante la personale collocazione nel contesto criminale di Trinitapoli, «con la postilla - afferma la relazione prefettizia - che poi al momento opportuno avrebbe detto come sdebitarsi, e cioe' con l'indicazione del voto». La relazione della commissione d'indagine pone in rilievo come il diretto intervento della locale criminalita' organizzata nella campagna elettorale del 2020 sia apparso evidente, in quanto manifestato anche pubblicamente, replicando analoghe interferenze poste in essere dallo stesso soggetto controindicato nelle precedenti tornate elettorali comunali, come a voler rivendicare il ruolo di collegamento tra gli amministratori eletti e il gruppo criminale di appartenenza. La relazione prefettizia evidenzia, poi, che il medesimo soggetto ha dichiarato, in maniera esplicita - nel corso di un interrogatorio concernente un procedimento penale iscritto a suo carico dalla DDA di Bari che ne ha chiesto il rinvio a giudizio contestandogli anche l'aggravante dell'art. 416-bis. 1 del codice penale - di essere il trait d'union tra un noto capo clan locale ucciso nel 2019 mentre era in sua compagnia, e gli esponenti della classe politica.
Risultano, peraltro, riscontri certi ottenuti dalla commissione di indagine circa frequentazioni dell'attuale sindaco con il predetto capoclan ucciso.
E' al riguardo significativo che il primo cittadino non abbia mai effettuato alcun intervento o presa di distanza da tali dichiarazioni; peraltro la limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta dimensione demografica, elementi che favoriscono una capillare conoscenza delle dinamiche territoriali, avrebbero dovuto indurre proprio coloro che rivestono cariche pubbliche ad esercitare un adeguato controllo sociale e ad adottare prudenziali scelte politico-amministrative in particolare per quanto attiene alla sfera relazionale.
Nella relazione prefettizia si sottolinea la sostanziale continuita' che lega l'attuale amministrazione comunale con la precedente, ponendo in rilievo, come sara' meglio evidenziato in seguito, il perpetuarsi di comportamenti omissivi e condotte illegittime, avviate nelle passate consiliature, direttamente agevolative degli interessi criminali.
A conferma della sostanziale continuita' tra le ultime due gestioni amministrative, la relazione prefettizia pone in evidenza la presenza nella giunta comunale di tre assessori della passata amministrazione, prontamente confermati dall'attuale primo cittadino tra cui l'ex vicesindaco, ai quali si aggiunge, come membro dello stesso organo, uno stretto familiare dell'ex sindaco, di professione avvocato difensore di fiducia di numerosi esponenti criminali locali; peraltro, l'attuale primo cittadino e' stato anch'egli assessore tra il 2016 e il 2020 di passate giunte comunali prima della sua elezione a sindaco di Trinitapoli.
La relazione prefettizia evidenzia che solo in apparenza tale continuita' gestionale tra la vecchia e la nuova amministrazione si sarebbe conclusa con la nomina, nel settembre 2021, di una nuova compagine giuntale avvenuta, peraltro, proprio dopo l'insediamento della commissione d'accesso. Nei fatti, pero', essa non si e' mai interrotta, ne' si sono registrate formali prese di distanza o manifestazioni di dissenso rispetto alla precedente attivita' amministrativa. Anzi, e' stato lo stesso primo cittadino a rivendicare la continuita' tra la vecchia e la nuova amministrazione, come si evince dalle dichiarazioni rese dal medesimo in occasione dell'adozione della deliberazione del consiglio comunale del 23 novembre 2020.
Il quadro di insieme delineato dal prefetto pone in risalto diverse criticita' tutte sintomatiche di un evidente sviamento dell'azione amministrativa che disvelano «un inquietante intreccio» tra l'attivita' di Governo dell'ente locale e gli interessi di ambienti malavitosi tali da evidenziare - come emerso nel corso del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica - la sussistenza di una «compenetrazione organica» tra i rappresentanti delle consorterie criminali e locali e l'amministrazione comunale; in particolare, l'attivita' ispettiva ha fatto emergere gravi irregolarita' nell'affidamento del servizio per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, nella gestione degli alloggi popolari, nei servizi di guardiania e di vigilanza dei terreni comunali, nella concessione di contributi e affidamenti di beni mobili e immobili ad una associazione colpita da interdittiva prefettizia.
La commissione d'indagine si e' particolarmente soffermata sulle procedure amministrative seguite dal Comune di Trinitapoli per l'affidamento in urgenza del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani ad una societa' il cui amministratore e' risultato avere rapporti familiari e frequentazioni con esponenti della locale criminalita' organizzata.
Al riguardo viene precisato che a seguito della interruzione del servizio nel 2018 da parte della ditta all'epoca incaricata, il sindaco di Trinitapoli, con proprie ordinanze adottate ai sensi dell'art. 50 TUOEL per sopperire all'emergenza determinatasi, aveva temporaneamente affidato alla predetta societa' l'incarico di spazzamento, raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani fino all'espletamento delle procedure della cd. «gara ponte».
Tale affidamento in urgenza, riferisce l'organo ispettivo, risulta viziato da numerose illegittitnita', dettagliatamente evidenziate nella relazione della commissione d'indagine, tra le quali, innanzitutto, la mancata fissazione di criteri di scelta del nuovo contraente, poi individuato nella suddetta societa' senza che la stessa, peraltro, avesse pregresse e specifiche esperienze in tale attivita'. Il servizio e' stato assegnato in emergenza per sei mesi, termine successivamente prorogato senza che, nel frattempo, si fosse provveduto ad avviare le procedure di gara ad evidenza pubblica, disposte solo dopo oltre un anno dall'affidamento in urgenza, con cio' dilatando ulteriormente il periodo dell'affidamento in violazione della normativa di settore. La relazione del prefetto evidenzia, inoltre, che non risulta sia stato stipulato un formale contratto tra le parti, ne' che sia stata verificata in capo alla ditta provvisoriamente affidataria la sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa antimafia, acquisendone la relativa certificazione, nonostante il rapporto di servizio sia durato piu' di due anni e sia costato alle casse comunali oltre 3.700.000 euro. Inoltre, risulta che sono stati assunti nella predetta impresa alcuni soggetti che hanno uno stretto rapporto di parentela con appartenenti alla locale criminalita' organizzata.
Il prefetto, nel comunicare che la predetta ditta temporaneamente affidataria del servizio rifiuti e' stata oggetto in data 8 febbraio 2022 di informativa interdittiva antimafia, ha sottolineato che la medesima risulta affidataria nel periodo da marzo a giugno 2021 - quindi anche successivamente all'espletamento della gara che ha definitivamente assegnato il servizio di raccolta rifiuti ad altra societa' - di numerosi altri lavori pubblici per la manutenzione stradale, per la cura del verde, per la prevenzione incendi e messa in sicurezza di manufatti comunali, precisando altresi' che rapporti intensi con la stessa societa' - il cui institore e' il fratello di un consigliere comunale - sono stati tenuti sia dall'attuale che dalla precedente amministrazione comunale.
Ulteriore vicenda che, emblematicamente, evidenzia l'interesse della criminalita' organizzata verso il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, e' attestato dall'attentato incendiario ai mezzi di raccolta del nuovo operatore affidatario del servizio dal novembre 2020, avvenuto alcuni giorni dopo l'inizio dell'attivita'.
La relazione del prefetto rivela inoltre che pochi giorni dopo il suddetto atto intimidatorio anche il funzionario comunale, all'epoca responsabile del servizio ecologia ed ambiente, subiva un attentato incendiario della propria vettura.
Gli esiti ispettivi e le risultanze delle indagini delle forze di polizia hanno posto in rilievo come sia particolarmente allarmante il grado di infiltrazione delle locali consorterie malavitose nella gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Viene infatti riferito che circa trenta alloggi sono risultati illegittimamente occupati, nella quasi totalita' dei casi, da soggetti contigui alla criminalita' locale, i quali approfittando della complice inerzia delle amministrazioni comunali succedutesi nel tempo hanno trasformato pubblici beni in vere e proprie zone franche per traffici illeciti e attivita' delittuose. Solo il diretto intervento della prefettura, nel corso del 2021, ha consentito di recuperare i beni illegittimamente sottratti al controllo pubblico, sopperendo in parte all'assenza di concrete iniziative che l'amministrazione comunale avrebbe dovuto porre in essere mentre anche in tale occasione ha dimostrato scarsa collaborazione in quanto non ha sollecitamente riassegnato agli aventi diritto una decina degli alloggi liberati e pronti all'uso, nonostante il rischio concreto di altre occupazioni abusive e il pericolo di vanificare le azioni fino ad allora intraprese. La relazione del prefetto pone in rilievo che coloro che avevano la responsabilita' amministrativa della cosa pubblica non hanno voluto o saputo opporsi alle ingerenze mafiose, lasciandosi condizionare da esse o essendo compiacenti, abdicando di conseguenza alle funzioni istituzionali proprie dell'ente locale di perseguimento del bene comune. In particolare, si fa riferimento al caso di un occupante abusivo, stretto parente del capo clan ucciso nel 2019, che ha presentato una istanza di sanatoria in ordine alla propria posizione illecita, dichiarando falsamente di non avere reddito. Pur risultando evidente dagli atti del fascicolo tale dichiarazione mendace, il comune non ha provveduto a denunciare l'episodio alla competente autorita' giudiziaria.
Ulteriori elementi dai quali si evince la continuita' tra la vecchia e la nuova amministrazione si rilevano da fonti tecniche di prova relative ad un episodio avvenuto nel corso della precedente consiliatura, quando un assessore dell'amministrazione in carica - avvicendato a seguito del sopra menzionato rinnovo della compagine giuntale - stretto parente del precedente sindaco, si e' adoperato per favorire l'occupazione abusiva di un alloggio popolare da parte di un locale capo cosca.
L'organo ispettivo ha inoltre analizzato le modalita' di gestione del servizio di vigilanza degli immobili comunali e di portierato del palazzo di citta' affidato ad una societa' che gestisce un istituto di vigilanza privata avente sede a Trinitagoli, il cui socio accomandante ha stretti legami familiari con una guardia giurata, dipendente del predetto istituto, nei cui confronti sono state accertate assidue frequentazioni con esponenti malavitosi locali, motivo per il quale gli e' stata revocata la qualifica di guardia giurata e disposto il divieto di detenzione di armi.
La relazione prefettizia, nel segnalare la particolare influenza che la predetta guardia giurata esercita di fatto sulla gestione dell'istituto di vigilanza privata, i cui dipendenti risultano in buona parte legati alla stessa guardia giurata da vincoli di parentela, ha sottolineato che le rilevate frequentazioni con ambienti malavitosi sono altamente indicative e fortemente indizianti della permeabilita' mafiosa delle attivita' dell'istituto di vigilanza, la cui attivita' di impresa, oltre ad apparire condizionata, puo' avere agevolato le attivita' criminose dei sodalizi criminali, in particolare nello svolgimento dell'attivita' di vigilanza degli alloggi di edilizia residenziale - come sopra evidenziato in parte occupati da esponenti della criminalita' organizzata - cui la predetta societa' era preposta.
La commissione d'indagine ha inoltre analizzato le procedure concernenti il servizio di vigilanza e guardiania di terreni comunali e delle strade extraurbane di interesse comunale ponendo in rilievo gli stretti rapporti che da circa vent'anni legano il Comune di Trinitapoli con un consorzio al quale ha aderito. Dai controlli di polizia amministrativa e' stato possibile accertare la presenza nell'assetto societario del predetto consorzio di soggetti controindicati, uno dei quali recentemente rinviato a giudizio per reato contro la pubblica amministrazione, contigui alla locale criminalita' organizzata; da cio' e' conseguita la revoca da parte della prefettura di Barletta-Andria-Trani, nel maggio 2021, della relativa licenza amministrativa, in considerazione della "sussistenza del riscontrato rischio di condizionamento cui il Consorzio e' soggetto per via della contiguita' di componenti degli organi statutari con gli ambienti criminali locali».
Viene inoltre segnalato che al predetto consorzio e' stato concesso nel 2017, in comodato gratuito, per l'espletamento dei servizi assegnati, l'utilizzo di 5 ciclomotori e 2 motocicli non piu' in uso alla polizia municipale; il contratto d'uso e' stato poi revocato senza che a cio' sia seguita una contestuale azione di recupero dei beni, i quali solo nell'agosto 2021, subito dopo l'insediamento della commissione d'indagine, sono stati riacquisiti al patrimonio comunale.
La relazione del prefetto sottolinea al riguardo, emblematicamente, come sebbene la gestione dell'istituto sia fortemente condizionata dagli interessi della locale criminalita' organizzata, come anche si evince dalle recenti vicende giudiziarie, l'ente locale continua tuttora ad essere iscritto nel libro soci del menzionato consorzio.
L'organo ispettivo si e' inoltre soffermato sui consolidati rapporti intercorrenti tra il Comune di Trinitapoli e un'associazione di volontariato di cui alcuni soci sono riconducibili alla famiglia dell'esponente di vertice prima indicato della locale criminalita' organizzata assassinato nel 2019. Proprio gli stretti collegamenti con la criminalita' organizzata hanno determinato la prefettura di Barletta-Andria-Trani ad emettere nel luglio 2020 una certificazione interdittiva antimafia nei riguardi della suddetta associazione di volontariato, provvedimento prefettizio che, recentemente, ha ottenuto il vaglio definitivo del Consiglio di Stato. La relazione prefettizia, nel porre in rilievo gli intensi rapporti tenuti nel tempo tra le ultime amministrazioni comunali e l'associazione in argomento, ha segnalato che la sede legale dell'ente di volontariato e una vettura in uso allo stesso sono di proprieta' comunale, concessi a titolo di comodato gratuito; inoltre, viene riferito che all'associazione tra il 2015 e il 2020 sono stati elargiti contributi pubblici a fondo perduto, senza obbligo di rendicontazione, per complessivi 34.800 euro.
Il prefetto di Barletta-Andria-Trani, nel porre in rilievo come le amministrazioni comunali, compresa quella diretta dall'attuale primo cittadino, non abbiano provveduto a recuperare il possesso dei beni comunali in uso all'associazione nonostante il chiaro collegamento della stessa con ambienti criminali, attestato peraltro dal provvedimento interdittivo antimafia, sottolinea come anche tale circostanza evidenzi il vincolo di soggezione dell'ente locale nei confronti della locale criminalita'.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di Barletta-Andria-Trani, rivelano una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Trinitapoli volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilita' dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'.
Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
In relazione alla presenza ed all'estensione dell'influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.
Roma, 18 marzo 2022

Il Ministro dell'interno: Lamorgese

Parte di provvedimento in formato grafico

 
Art. 2

La gestione del Comune di Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:
dott.ssa Giuseppina Ferri - viceprefetto;
dott. Salvatore Guerra - viceprefetto aggiunto;
dott. Massimo Santoro - funzionario economico finanziario.
 
Art. 3

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.
Dato a Roma, addi' 5 aprile 2022

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio
dei ministri

Lamorgese, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 6 aprile 2022 Foglio n. 659