Gazzetta n. 129 del 4 giugno 2022 (vai al sommario)
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
COMUNICATO
Richiesta di riconoscimento come I.G.P. dell'«Asparago verde di Canino», ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012.



Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha ricevuto, nel quadro della procedura prevista dal regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento e del Consiglio del 21 novembre 2012, l'istanza intesa ad ottenere il riconoscimento come indicazione geografica protetta dell'«Asparago verde di Canino».
Considerato che la richiesta di riconoscimento e' stata presentata dalla Societa' agricola C.O.P.A. (Cooperativa ortofrutticola produttori associati) societa' cooperativa, con sede in via Pietro Nenni n. 7 - Canino (VT) e che il predetto gruppo possiede i requisiti previsti all'art. 4 del decreto ministeriale 14 ottobre 2013, n. 12511.
Considerato che a seguito dell'istruttoria ministeriale e alla luce del parere favorevole della Regione Lazio, si e' pervenuti ad una stesura finale del disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta «Asparago verde di Canino».
Visto il decreto ministeriale n. 6291 dell'8 giugno 2020, con il quale sono stati modificati temporaneamente gli articoli 8, 9, comma 1, 13, comma 3, 23, 24, comma 1 e 27, comma 2 del decreto ministeriale 14 ottobre 2013, n. 12511, a causa dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 che ha comportato l'adozione di misure di contrasto e contenimento alla diffusione del virus.
Considerata in particolare la sospensione disposta ai sensi del decreto ministeriale sopra citato, dell'applicazione dell'art. 8 del decreto ministeriale 14 ottobre 2013, circa la riunione di pubblico accertamento da svolgersi nell'area di produzione e dell'art. 9, relativamente alla tempistica per presentare opposizione alla domanda di registrazione o di modifica del disciplinare.
Considerato che il decreto ministeriale n. 6291 dell'8 giugno 2020 prevede, altresi', che in caso di valutazione positiva della domanda di registrazione, il Ministero trasmetta alla/e regione/i interessata/e ed al soggetto richiedente, il disciplinare di produzione nella stesura finale e provveda alla pubblicazione dello stesso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, affinche' ogni persona fisica o giuridica avente un interesse legittimo e residente sul territorio nazionale possa fare opposizione alla domanda di registrazione.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali acquisito il parere delle Regione Lazio, competente per territorio, circa la richiesta di riconoscimento, ritiene di dover procedere alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta «Asparago verde di Canino».
Le eventuali osservazioni, adeguatamente motivate, relative al presente disciplinare, dovranno essere presentate, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle politiche competitive della qualita' agroalimentare della pesca e dell'ippica - Direzione generale per la promozione della qualita' agroalimentare e dell'ippica - PQAI IV, via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma - pec saq4@pec.politicheagricole.gov.it entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del presente disciplinare, dai soggetti interessati e costituiranno oggetto di opportuna valutazione da parte del predetto Ministero, prima della trasmissione della suddetta richiesta di riconoscimento alla Commissione europea.
Decorso tale termine, in assenza delle suddette osservazioni o dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta richiesta sara' notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 49 del regolamento (UE) n. 1151/2012, ai competenti organi comunitari.
 
Allegato

Disciplinare di produzione per l'indicazione
geografica protetta «Asparago verde di Canino»
Art. 1.
Denominazione

L'indicazione geografica protetta (I.G.P.) «Asparago verde di Canino» e' riservata all'asparago (Asparagus officinalis L.) che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.

 
Art. 2.
Caratteristiche del prodotto

2.1 L'Indicazione geografica protetta «Asparago verde di Canino» e' riservata ai turioni di asparago appartenenti alla famiglia delle Liliaceae, varieta' Asparagus officinalis L., tipologia verde, riconducibili alle seguenti cultivar: Atlas, Grande, UC157, Vegalim, Starlim, Italo, Atticus, Verdus.
Per la produzione dell'«Asparago verde di Canino» e' consentito l'utilizzo anche di altre cultivar di asparago derivanti dalla ricerca varietale a condizione che ne sia dimostrata, attraverso prove sperimentali e documentali, la conformita' del metodo di ottenimento e delle caratteristiche qualitative al presente disciplinare di produzione.
L'utilizzo di queste cultivar per la produzione dell'Asparago verde di Canino deve essere preventivamente comunicato e valutato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che potra' acquisire allo scopo il parere tecnico dell'organismo di controllo o di altro soggetto.
L'«Asparago verde di Canino» IGP, all'atto dell'immissione al consumo deve avere le seguenti caratteristiche morfologiche, merceologiche, organolettiche e chimico-fisiche.
2.2. Caratteristiche morfologiche:
colore verde brillante su tutto il gambo, con sfumature violacee all'apice;
intero, con portamento eretto e apice stretto e chiuso; consistenza soda, non flaccida;
pulito, privo di terra o di qualsiasi altra impurita';
2.3. Caratteristiche merceologiche:
categoria extra: diametro del turione > di 16 mm;
categoria I: diametro del turione tra 10,1 e 16 mm;
categoria II (detta asparagina): diametro del turione tra 6 - 10 mm.
E' ammessa una tolleranza del +/- 10% in peso di turioni non rispondenti al diametro indicato all'interno della stessa confezioni.
2.3 Caratteristiche organolettiche:
odore: da delicato a intenso, privo di note anomale;
sapore: dolce, con retrogusto erbaceo.
2.4 Caratteristiche chimico-fisiche:
ferro: maggiore di 1 mg/100 g;
magnesio: maggiore di 10 mg/100 g.
L'«Asparago verde di Canino» I.G.P., deve inoltre avere turioni pieni (non vuoti) e privi di spaccature. Per l'uniformita' di tutta la parte edule e per l'assenza di scarto, viene definito «mangiatutto».
Per il prodotto destinato alla trasformazione, possono essere utilizzati anche i turioni che rispettano tutti i requisiti richiesti dal disciplinare di produzione, ad eccezione dei requisiti di calibro e forma. Sono altresi' ammesse lievi alterazioni superficiali del turione purche' tali alterazioni non pregiudichino la qualita' e la conservabilita' dei turioni. Tali turioni possono fregiarsi della I.G.P «Asparago verde di Canino» ma non possono essere destinati al consumatore finale come prodotto fresco non trasformato.
Per il prodotto destinato alla III gamma di cui all'art. 5 possono essere utilizzati anche i turioni che rispettano tutti i requisiti richiesti dal disciplinare di produzione, ad eccezione dei requisiti di calibro e forma. Tali turioni possono fregiarsi della I.G.P «Asparago verde di Canino».

 
Art. 3.
Zona di produzione

L'area di produzione dell'«Asparago verde di Canino» I.G.P. ricade nel territorio amministrativo dei comuni di Canino, Cellere, Montalto di Castro, Tarquinia, Tuscania, Tessennano, Arlena di Castro.

 
Art. 4.
Prova dell'origine

Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input e gli output. In questo modo e attraverso l'iscrizione in appositi elenchi gestiti dall'organismo di controllo, dei coltivatori, delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione, dei trasformatori e dei confezionatori, nonche' attraverso la dichiarazione tempestiva alla struttura di controllo delle quantita' prodotte, e' garantita la tracciabilita' e la rintracciabilita' del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte dell'organismo di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.

 
Art. 5.
Metodo di ottenimento

5.1. Tecniche di coltivazione.
La tecnica di coltivazione dell'«Asparago verde di Canino» si basa sulle pratiche tradizionalmente seguite nella zona delimitata all'art. 3 del presente disciplinare. La coltivazione deve essere effettuata in pieno campo o in coltura protetta, utilizzando piantine o zampe. L'Asparagiaia ha una durata massima di quindici anni.
Non e' ammesso l'impiego di varieta' geneticamente modificate.
5.2. Preparazione del terreno nuovo impianto.
I lavori preparatori hanno lo scopo di creare un buon «letto di trapianto» per consentire un adeguato sviluppo dei turioni nonche' uno sgrondo regolare delle acque in eccesso.
Nel periodo di agosto-ottobre deve essere effettuata un'aratura profonda di almeno 50 cm, che permette agli agenti atmosferici invernali di agire disgregando le zolle piu' grosse ottenendo una tessitura piu' idonea per l'impianto.
Seguono le lavorazioni di affinamento del terreno (erpicature) da effettuare da ottobre ad aprile, che servono a predisporre l'apertura di solchi dove andranno a dimora le piante.
5.3. Trapianto.
L'epoca per il trapianto delle zampe e' compresa tra il mese di febbraio ed il mese di giugno, mentre quella per le piantine e' tra aprile e giugno.
L'investimento massimo d'impianto per ettaro e' di 34.000 zampe o piantine.
La messa a dimora avviene tramite solchi profondi tra 25 e 45 cm in modo da consentire alle radici di svilupparsi alla giusta profondita'.
Nel caso delle «zampe» i solchi vengono subito ricoperti con la terra; mentre con il trapianto delle piantine il solco rimane aperto e chiuso man mano che la pianta cresce.
5.4. Irrigazione.
Sono ammesse le seguenti tecniche di irrigazione: aspersione o irrigazione a goccia e la sub-irrigazione.
5.5. Concimazione, difesa fitosanitaria e diserbo.
Devono essere effettuate applicando quanto disposto dalle norme contenute nei disciplinari emanati dalla Regione Lazio in materia di produzione integrata.
5.6. Operazioni colturali su impianti esistenti.
Da novembre a febbraio, dopo il naturale e fisiologico disseccamento delle fronde, al termine del ciclo vegetativo, la parte aerea della pianta viene trinciata cosi' da permettere la pulizia del campo da residui della vegetazione precedente e far si' che essi apportino sostanza organica al terreno, migliorandone anche la struttura e facilitando la rigenerazione dei turioni per la nuova campagna produttiva.
5.7. Operazioni colturali ammesse: geotermia.
In coltura protetta e' ammesso il ricorso alla geotermia con l'impiego di acqua calda naturale proveniente da falde affioranti presenti nella zona di cui all'art. 3.
La parte edule dei turioni viene protetta in tunnel di polietilene e le radici vengono riscaldate attraverso tubi interrati in cui scorre acqua calda.
In questo modo si crea un microclima caldo, ideale per l'«Asparago verde di Canino» I.G.P., che permette una raccolta a partire dal mese di gennaio.
5.8. Avvicendamento colturale.
Il reimpianto dell'«Asparago verde di Canino» I.G.P. e' consentito sui terreni non prima di cinque anni dall'espianto della vecchia asparagiaia.
Sono vietate precessioni e successioni colturali di carota, barbabietola, erba medica, trifoglio e patata.
5.9. Raccolta.
La raccolta avviene nel periodo gennaio/giugno e settembre/ottobre a mano con l'ausilio di un coltello provvisto di lama/paletta terminale in modo da tagliare il turione leggermente sotto la superficie del terreno.
La produzione annua massima e' di 12 t/ha.
5.10. Lavorazioni post-raccolta.
L'«Asparago verde di Canino» IGP deve essere consegnato in mazzi o alla rinfusa al centro di lavorazione. Qui viene sottoposto a pulitura, cernita, lavaggio, calibrazione, taglio, ammazzettamento e suddivisione in base alla categoria merceologica. Gli asparagi vengono poi pareggiati alla base mediante taglio manuale o meccanico e confezionati.
Il prodotto puo' essere direttamente commercializzato tal quale o conservato in celle frigorifere a riparo dalla luce e alla temperatura di 2 C° / 8 °C.
5.11. Processo di III gamma.
I turioni di «Asparago verde di Canino» I.G.P. sono sottoposti al processo di lavaggio e di cernita. Il prodotto viene sottoposto al processo di taglio o prosegue la lavorazione come turione intero.
Successivamente viene sottoposto a cottura, segue la sgrondatura, la seconda cernita, il preraffreddamento e surgelazione.
Il prodotto viene poi vagliato, pesato e confezionato.

 
Art. 6.
Legame con la zona geografica

La richiesta di riconoscimento dell'«Asparago verde di Canino» si basa sia sulla reputazione che sulla qualita' distintiva del prodotto, data dal colore verde brillante, dalla consistenza, dal sapore e dall'assenza di scarto che gli e' valso il soprannome di «mangiatutto». E' ricco di sali minerali come il ferro e il magnesio, elementi di valenza salutistica e nutrizionale per l'alimentazione umana. Queste caratteristiche sono determinate, a prescindere dalla genetica, dalle favorevoli condizioni agro-pedoclimatiche e dalle tecniche di coltivazione messe in atto degli agricoltori locali della zona di cui all'art. 3 del presente disciplinare, che influenzano in maniera sensibile le caratteristiche qualitative del prodotto finale. Fondamentale inoltre lo spirito imprenditoriale locale che ne ha garantito l'affermazione e il consolidamento della reputazione non solo sul mercato nazionale ma anche internazionale, dov'e' riconosciuto con la denominazione corrente di «Asparago verde di Canino». Da tutti questi elementi, risulta evidente il legame dell'«Asparago verde di Canino» con l'areale di produzione individuato.
Il terreno gioca un ruolo fondamentale: le caratteristiche pedologiche della zona di coltivazione ben si prestano all'asparagicoltura. Il comprensorio presenta prevalentemente suoli a tessitura da franco a franco sabbioso-argillosa. I suoli si impostano per lo piu' su superfici terrazzate calcaree e depositi vulcanici, con buona fertilita' chimica e facilitano l'emergenza del turione dell'Asparago verde di Canino I.G.P. Le caratteristiche idrologiche dei suoli scongiurando ristagni idrici nei periodi piovosi. In particolare i terreni risultano avere alti livelli di calcio, potassio ma soprattutto di ferro e magnesio tanto da caratterizzare qualitativamente l'Asparago verde di Canino I.G.P. proprio nel contenuto in ferro e magnesio. Le condizioni climatiche della zona sono particolarmente favorevoli grazie alla presenza di un microclima adeguato a tale orticola, generato anche dalla relativa vicinanza del mare. Gli inverni miti e le primavere dolci permettono un risveglio precoce delle zampe, le quali iniziano normalmente gia' i primi di gennaio a emettere turioni adatti per la raccolta.
Estati non troppo umide e piovose favoriscono l'Asparago verde di Canino I.G.P., che non ama affondare le radici nell'umidita' ristagnante e non apprezza neanche bagnature della chioma, che possono procurargli malattie fungine. Le temperature annuali risultano essere piuttosto uniforme con valori medi mensili prossimi ai 16 °C; i valori medi minimi e massimi sono pari rispettivamente a circa 11 °C e circa 22 °C con i mesi piu' freddi rilevati tra gennaio e febbraio con temperature minime che difficilmente raggiunto valori assoluti al di sotto degli 0 °C; i mesi piu' caldi sono luglio e agosto con temperature massime che hanno raggiunto anche valori assoluti di circa 32 °C. Anche il regime pluviometrico della zona risulta estremamente omogeneo e caratterizzato, negli ultimi anni, da una quantita' di pioggia cumulata/anno media di poco piu' di circa 472 mm. Le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunno inverno, con il periodo di aridita' nei mesi di estivi. Particolare riferimento va fatto anche al ricorso alla tecnica della geotermia per la produzione in coltura protetta. Le radici vengono riscaldate attraverso manichette interrate in cui passa acqua calda proveniente da falde affioranti. Nel periodo invernale la parte edule viene protetta in tunnel di polietilene: in questo modo si mantiene un microclima caldo, ideale per l'asparago.
L'«Asparago verde di Canino» ha una storia relativamente recente ma prestigiosa. Il successo commerciale e il legame con il territorio risalgono agli inizi degli anni '80 del '900, quando gli agricoltori locali orientarono la scelta colturale «sperimentando» una nuova varieta' di asparago verde californiano, arrivata nell'areale di produzione dell'«Asparago verde di Canino» al seguito di un'impresa leader nel settore del congelato che qui aveva stabilito le sue asparagiaie. Stando alle fonti orali raccolte, erano state le condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo del Mary Washington, un ibrido di asparago verde californiano, a determinare la scelta della multinazionale.
Le prime competenze sulla conduzione di asparagiaie moderne si sono sviluppate in questo periodo su alcuni poderi interessati alla produzione di prodotto fresco destinato all'industria del congelato. Il primo contratto di cui si conserva traccia risale al 1980 e impegnava 9 ettari di superfici ad asparagi verdi che mostrarono immediatamente grande adattamento e una notevole capacita' produttiva.
Nel 1986, sulla scorta di questa prima incoraggiante esperienza, un gruppo ristretto di agricoltori aderenti alla cooperativa Copa di Canino decise di affrontare la spesa e il rischio di inserire le asparagiaie nel ciclo colturale. Il primo investimento coinvolse un'area complessiva di 16 ettari (ItalGel, capitolato di acquisto, 15 dicembre 1986) cui se ne aggiunsero altri 10 nel 1987 (Copa S.r.l. cooperativa ortofrutticola produttori associati di Canino, relazione consiglio di amministrazione al bilancio chiuso al 31 dicembre 1986).
La nuova coltivazione ha stimolato l'ingegno e l'abilita' degli agricoltori e delle raccoglitrici specializzate. Secondo la memoria condivisa del luogo, nei primi anni '80, gli strumenti per la raccolta erano ideati per andare a «cercare» gli asparagi bianchi sottoterra dimostrandosi inutili per le esigenze di raccolta dell'asparago verde. Per questo gli agricoltori locali hanno autocostruito dei mandoli o vanghini che riportavano sul corpo metallico alcune tacche colorate per indicare il punto preciso in cui eseguire il taglio e lo scalzo del turione. E questo perche' era stata compresa l'importanza della raccolta manuale «non solo per la qualita' dei turioni ma anche per le produzioni future. [...] Per ottenere turioni teneri e con bratte ben serrate, occorre[va] effettuare raccolte ravvicinate che [dovevano] essere giornaliere per tutti il periodo di piena produzione e non superiori ai due giorni nelle fasi di inizio e fine raccolta (Saccardo F., Temperini O., Asparago: tecnica agronomica e scelta varietale, in Arsial (a cura di), Esperienze sulla coltivazione dell'asparago nel Lazio, 2004, p. 17).
Da questo momento in poi, la coltivazione dell'asparago verde comincio' a crescere sostenuta dai risultati positivi e dal miglior prezzo che l'orticola riusciva a spuntare sul mercato. Nel 1989 la cooperativa Copa trattava asparagi per 331 milioni di lire, che diventarono 400 milioni (per 2000 quintali di prodotto) nel 1992. (Copa Cooperativa ortofrutticola produttori associati di Canino, relazione consiglio di amministrazione al bilancio chiuso al 31 dicembre 1989, e Id., Bilancio chiuso al 31 dicembre 1992).
La scelta successiva fu di indirizzare la produzione verso il prodotto fresco e quindi, per soddisfare le esigenze dei consumatori, verso la scelta di cultivar con turione di calibro maggiore, come gli ibridi californiani Atlas e UC157.
Per ampliare la stagione produttiva e i tempi di permanenza sul mercato, i produttori hanno avviato un'interessante sperimentazione di coltivazioni forzate con acqua calda, grazie alla presenza nella piana del Paglieto di sorgenti termali. La favorevole congiuntura pedoclimatica che rendeva ottimali i parametri colturali dell'asparago, ha dato vita nel Comune di Canino a una nuova realta' agricola (in Innovazione e agricoltura, 2, n. 2, 1999, pp. 36-39; L'Informatore agrario, 50, 2001, p. 45).
Dell'«Asparago verde di Canino» viene apprezzata la consistenza, il sapore e l'assenza di scarto, motivo per cui e' chiamato «mangiatutto». La guida del Touring club italiano, Frutta e ortaggi in Italia, lo definisce cosi' e lo inserisce fra le varieta' piu' apprezzate a livello nazionale (Cabrini L., Malerba F., Frutta e ortaggi in Italia, TCI, Milano 2005, p. 49). Sempre come «mangiatutto» e' stato segnalato nel volume 1001 specialita' della cucina italiana da provare almeno una volta nella vita, dov'e' elencato tra le eccellenze della regione Lazio (Machado A., Prete C., 1001 specialita' della cucina italiana da provare almeno una volta nella vita, Newton Compton, 2015, pp. 297-299). Anche il Centro agroalimentare di Roma specifica come nel Lazio: «l'Asparago verde di Canino ha raggiunto in poco tempo un posto di primo piano nel panorama dei prodotti agricoli di qualita' della Tuscia viterbese. La sua caratteristica primaria e' che si puo' mangiare senza scarti» (agroalimroma.it/asparago).
Questo prodotto infatti e' riconosciuto tra quelli piu' importanti della Tuscia anche da testate attente al «Food» come la Repubblica (repubblica.it/cronaca/2013/04/26/), Corriere della Sera (viaggi.corriere.it/weekend/), Libero, Quotidiano.net (.quotidiano.net/viaggiesapori/), il Tempo (tempo.it/i-consigli-di-fuoriporta/2017/04/21/) o magazine del gusto come Mondo Mangiare (mangiare.moondo.info).
Nel 2020, grazie alla precocita' del prodotto, gli asparagi verdi di Canino coltivati con la geotermia sono stati esposti alla fiera internazionale Fruit Logistica di Berlino che si tiene ogni anno a febbraio (freshplaza.it). Proprio in questa occasione, gli chef ambasciatori dei sapori del Lazio, Francesco Capirchio e Mario Serani, hanno proposto un «roll tostato di ricotta e asparagi di Canino con perle di aceto balsamico al tartufo» capace di conquistare il palato dello chef stellato Gennaro Esposito (dire.it/05-02-2020).
I siti specializzati nel settore ortofrutticolo come Italiafruit.net, Topfooditaly.net, freshplaza.it, agriturismi.it riportano articoli e approfondimenti sull'«Asparago verde di Canino».
Nel 2006, l'«Asparago verde di Canino» e' stato inserito nel progetto Leader Puls 2000/2006 - Gal degli Etruschi, tra i prodotti «che hanno un'alta capacita' di identificazione» con il territorio e che pur non essendo un prodotto «con una forma di riconoscimento pubblico (Dop, Igp, Igt ecc) ha un'importanza rilevante per alcuni comuni dell'area sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo».
Dal 2001 il Comune di Canino e il Comune di Montalto di Castro organizzano sagre annuali per la promozione e la diffusione dell'asparago verde. In particolare, la Sagra dell'Asparago verde di Canino e' rinomata per la preparazione di una «frittata monumentale» a base di asparagi che e' valsa al comune viterbese il primato della «frittata piu' grande del mondo» (Gazzetta_25/04/2010; Messaggero_11/05/2016).

 
Art. 7.
Controlli

Gli impianti idonei alla produzione dell'«Asparago verde di Canino» IGP saranno iscritti in un apposito elenco attivato, tenuto e aggiornato dall'organismo di controllo di cui all'art. 7, comma 1, punto g, del regolamento (UE) n. 1151/2012. Il produttore e' tenuto a comunicare all'organismo di controllo l'inizio della raccolta. L'organismo di controllo e' Bioagricert S.r.l. via Dei Macabraccia, 8/3 4-5 - 40033 Casalecchio di Reno (Bologna) Italy; tel: 051-562158 - Fax 051-564294; mail: info@bioagricert.org

 
Art. 8.
Confezionamento ed etichettatura

Confezionamento.
Per l'immissione al consumo il confezionamento dell'«Asparago verde di Canino» I.G.P. deve essere effettuato in una delle seguenti tipologie di confezioni:
per il prodotto fresco:
confezionato in mazzi, opportunamente legati e pareggiati alla base mediante taglio manuale o meccanico secondo le seguenti tipologie di confezioni:
fazzoletti di materiale per uso alimentare del peso compreso tra 0.250 e 1000 g;
fascette per uso alimentare del peso compreso tra 0,250 e 1000 g;
vaschette di materiale per uso alimentare del peso compreso tra 0,125 e 1000 g;
scatole-box di materiale per uso alimentare del peso compreso tra 1 e 6 kg;
cassette di materiale per uso alimentare del peso compreso tra 1 e 12 kg.
E' ammessa la vendita di turioni sciolti in imballaggi di materiale per uso alimentare del peso massimo di 12 kg; tale imballaggio deve essere chiuso da una retina o altro materiale idoneo ai prodotti alimentari, nonche' dalla fascia contenente le informazioni previste per l'etichettatura «Asparago verde di Canino» I.G.P. in modo da proteggere il prodotto da eventuali manomissioni;
per la III gamma:
in buste di materiale per uso alimentare, sigillata, in atmosfera controllata, da 0,10 kg a 10 kg;
in buste di materiale per uso alimentare sigillata, sottovuoto da 0,5 kg a 10 kg.
Tutte le confezioni devono essere in materiale idoneo all'uso alimentare e sigillate in modo tale che il prodotto non possa essere estratto senza la rottura della confezione stessa.
Etichettatura.
La confezione, oltre alle informazioni obbligatorie previste dalla specifica normativa nazionale ed europea, reca obbligatoriamente sull'etichetta a caratteri di stampa chiari e leggibili, oltre al simbolo grafico europeo della I.G.P. e al logo della I.G.P. piu' avanti descritto, le seguenti ulteriori indicazioni:
«Asparago verde di Canino» seguita dall'acronimo I.G.P. (indicazione geografica protetta) o dalla dicitura indicazione geografica protetta;
nome o ragione sociale ed indirizzo o sede del produttore singolo e/o associato e/o del confezionatore.
E' tuttavia consentito l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a nomi o ragioni sociali o marchi privati purche' non abbiano significato laudativo o tali da trarre in inganno il consumatore, nonche' di altri riferimenti veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa comunitaria, nazionale o regionale e che non siano in contrasto con le finalita' e i contenuti del presente disciplinare.
La dizione «Indicazione geografica protetta» puo' essere ripetuta in altra parte del contenitore o dell'etichetta anche in forma di acronimo «I.G.P.».
I turioni destinati alla trasformazione e alle lavorazioni per l'ottenimento del prodotto di III gamma, possono essere consegnati anche «alla rinfusa», in imballaggi o contenitori conformi alla normativa vigente, identificati con apposita etichetta riportante la dicitura «Asparago verde di Canino I.G.P. destinato alla trasformazione» o «Asparago verde di Canino I.G.P. destinato alla III gamma», al fine di poter garantire la corretta identificazione e rintracciabilita' del prodotto.
La denominazione «Asparago verde di Canino» e' intraducibile.
E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista.
Logotipo.

Parte di provvedimento in formato grafico

Il logo «Asparago verde di Canino» e' costituito da un emblema di forma circolare contornato per la maggior parte dalla scritta Asparago verde di Canino di colore verde (pantone 7740 C e font Tw Cen Met Condensed Extra Bold.
All'interno del cerchio sono raffigurati in modo stilizzato: 5 asparagi di colore verde (pantone 7737 C) e la forma dell'Italia, su fondo banco. Nella zona corrispondente all'areale di produzione e' presente un punto grande di colore rosso (pantone 485 C).
Alla base del cerchio e' raffigurata un terreno, quale paesaggio caratteristico della zona di produzione di origine vulcanica, di colore marrone (pantone 464 C) che incontra il mare di colore azzurro (Pantone 279 C).
Sotto il mare e la collina, alla base del cerchio e' riportata in maiuscolo la scritta IGP di colore rosso (pantone 485 C), font Tw Cen Met Condensed Extra Bold.
Il logo si potra' adattare proporzionalmente alle varie declinazioni di utilizzo, rispettando il rapporto 1:1, per un minimo di 1 cm per lato.